. 2004
Elfriede Jelinek
- 20 ottobre 1946
Mürzzuschlag - austria
biobibliographical notes
www.elfriedejelinek.com
Elfriede Jelinek
was born on
20 October 1946 in the town of Mürzzuschlag
in the Austrian
province of Styria. Her father, of Czech-Jewish origin, was a
chemist and worked in strategically important industrial
production during the Second World War, thereby escaping
persecution. Her mother was from a prosperous Vienna family,
and Elfriede grew up and went to school in that city. At an
early age, she was instructed in piano, organ and recorder
and went on to study composition at the Vienna Conservatory.
After graduating from the Albertsgymnasium in 1964, she
studied theatre and art history at the University of Vienna
while continuing her music studies. In 1971, she passed the
organist diploma examination at the Conservatory.
nobelprize.org
motivazione nobel : Il fluire musicale del
canto e controcanto nei suoi romanzi rivela, con straordinario
fervore, l’assurdità dei cliché della nostra società e il loro
potere soggiogante.
NOBEL ON LINE
Il confine è sottile e la notizia, perciò, invita a
qualche riflessione. Eccola: la scrittrice austriaca Elfriede Jelinek sta
pubblicando il suo nuovo ROMANZo , intitolato Neid «Invidia»
a sPEZZoni
sul suo sito internet
www.elfriedejelinek.com
. Siamo alla terza "puntata"
– l'esperimento è iniziato in aprile – e l'autrice si dice particolarmente
soddisfatta da questa nuova forma di "pubblicazione".
Effettivamente, per lei il web è una risorsa indispensabile: 60 anni,
insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 2004, la Jelinek soffre di
una forma acuta di agorafobia, ragion per la quale per esempio non andò a
Stoccolma a ritirare il premio ...
ilsole24ore - 2007
'L’addio' di ElfriedE Jelinek -
comizio-monologo tra realtà e finzione
In questa pièce però usa una irriverenza nei dialoghi e nella totale
struttura teatrale che è diventata oggi la scrittrice più odiata forse del
governo austriaco. La sperimentazione che lo stesso Parenti attua con questo
testo, che rimane comunque un emblema di protesta e ambiguità politica, non
incide, per la sua scarsa e sottile linea autoironia e soprattutto per la
sua difficile plasticità in quanto opera teatrale molto articolata.
federico pontiero - teatroespettacolo.org
La pianista
Il suo più bel libro .
cattivo rabbioso.
monologo teatrale in cui Jackie Kennedy Onassis parla in prima persona e
rivela delle cose che non sospettavamo.
fai.informazione.it - 2013
Jackie Kennedy
Elfriede Jelinek rilegge il mito di Jackie Kennedy. Spettacolo in
prima nazionale al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia .
Per nulla scontata la chiave di lettura scelta dalla
Jelinek per indagare il mito di Jacqueline Kennedy: lontana da qualsiasi
stucchevole intento biografico, l’autrice tratteggia attraverso il profilo
di Jackie una riflessione sul rapporto tra potere e femminilità, che rivela
tutta la potenza espressiva della sua scrittura.
ilgiornaledelfriuli.net - nov 2013
Jackie e le altre
I personaggi di Elfriede Jelinek non sono altro che corpi che danno parole.
Le loro parole cercano identità .
non
personificazioni.
Festival Focus Jelinek - Fondazione Orizzonti
d’Arte - Comune di Bologna
ilcittadinoonline.it - 2014
Elfriede Jelinek, 68 anni,
conduce una vita claustrale nella sua Austria
per la stessa forma di fobia sociale
che hanno tanti suoi personaggi. Di sé lascia circolare le foto - forse
sempre la stessa che la ritrae bionda, bella, con la faccia dura e
intelligente - e le sue opere, preferibilmente sul suo sito
www.elfriedejelinek. com (dove è uscito Neid l'ultimo romanzo). E col mondo
comunica solo via mail, come per questa intervista, grazie alla traduttrice
Rita Svandrlik. "Mi sono dovuta ritirare a causa
di una malattia fobica - spiega subito senza
fingere Jelinek - Me la porto dietro da quando ero giovane. È diventata di
nuovo acuta qualche anno fa. Non posso più fare
vita pubblica, né viaggiare. Con mio marito,
che vive a Monaco, conduco una relazione in cui ci si fa visita per alcuni
mesi all'anno".
anna bandettini - repubblica.it - 2014
Per scrivere,
devo rimanere in disparte
Da molto tempo ho deciso di non viaggiare più
ma offro la mia anima, piena come la ciotola del cane.
... Andare in Italia!
Una volta era un richiamo famoso. Io non godo di buona fama, ma neppure di
pessima fama. Non posso controllare, devo prima cercare di uscire fuori da
me, ma ormai è davvero troppo tardi. Ma ciò che ho, ciò che ne è venuto
fuori, potete averlo.
trad rita svandrlik - lastampa.it -
2015
Ritornare
! In Italia
!
è
il testo di Elfriede Jelinek scritto appositamente per il
Festival Focus Jelinek. L’autrice ha donato
questo brano dedicandolo all’Italia e al viaggio in Italia delle parole: una
dichiarazione poetica della sua scrittura.
festivalfocusjelinek.it
- edizione 2015
la mia patria
era un seme di mela - 2015
romanzo sulla sua
vita elaborato sotto forma di conversazione con Angelika Klammer
... chi sono gli scrittori che in qualche modo l’hanno influenzata a
scrivere in questa maniera molto originale?
-
Non saprei dire quali scrittori mi abbiano influenzato.
Io ho un rapporto molto fisico con le parole perché quando mi piacciono
vorrei mangiarle, inglobarle e non restituirle più. Da questo punto di vista
non faccio molta differenza tra testi letterari e testi saggistici. Mi
piacciono molto anche i testi saggistici che possono essere straordinari,
che hanno una poesia sotterranea che sta nella prospettiva, nello sguardo,
nei dettagli. Quando scrivo devo seguire quello che in me funziona. Bisogna
cercare di far funzionare quello che si scrive.
bookcity milano 2015 intervista di wlodek goldkorn - jessica chia - wuz.it -
2015
signora jelinek cos'è questa
rabbia che ci sovrasta? Qualcosa
che distrugge gli altri, ma distrugge anche noi stessi e anche tutto
ciò che ci sta intorno perché ci allontana dai fatti.
Ci acceca. Per questo è un dovere
riflettere attraverso la letteratura su certi meccanismi di
offuscamento. Io mi servo di classici perché
mi facciano da guida, come fossero ammaestratori di orsi:
in questo caso mi ha dato l'orientamento Eracle.
anna benedettini . repubblica.it - 2017
. .
le amanti
Provocatorio e implacabile, "Le amanti"
mette a fuoco un'immagine fosca e tagliente della razza umana,
ribalta la visione comune dei ruoli generazionali e stigmatizza la
posizione della donna nella società. A incarnare le tematiche del
romanzo sono le due protagoniste, Brigitte e Paula, operaie in una
fabbrica di reggiseni situata nelle Alpi austriache, ingenue figure
femminili alla ricerca della felicità, l'una nel rozzo bevitore
Erich, appassito fiore all'occhiello della propria famiglia, l'altra
nello sciocco e vacuo Heinz. Imprigionate nello stereotipo borghese
del ruolo femminile, ridotto infine a quello di madre e moglie
devota, Paula e Brigitte soggiacciono al sistema di valori
prevalente che contribuisce alla sottomissione della donna.
amazon.it
- ibs.it - 2004 e 2020
- la nostra storia inizia nell’oasi di pace della città .
terminerà presto . se qualcuno vive un destino, non è
certo qui. se qualcuno ha un destino, è un uomo .
se qualcuno si vede imposto un destino, è una donna .
disgraziatamente, qui, la vita passa, solo il lavoro resta .
a volte, una delle donne cerca di unirsi alla vita che passa e di
fare due chiacchiere con lei. purtroppo la vita scappa al volante di
una vettura, troppo veloce per la bicicletta .
arrivederci ! -
leggereacolori.com/recensione
gli
esclusi
Siamo alla fine degli anni Cinquanta. Un uomo
cammina in un parco a Vienna e presto sarà picchiato da un gruppo di
quattro adolescenti. Non vogliono i suoi soldi, non vogliono niente,
e lui non ha alcuna colpa. Vogliono solo sfogare la loro rabbia
facendo qualcosa di assolutamente non necessario. Sophie, Hans,
Rainer, Anna: tutti diversi e tutti accomunati dallo stesso
sentimento. Sono gli esclusi, come se fossero rimasti chiusi fuori
di casa e non potessero più entrare, perché chi è dentro non apre la
porta. Nella Vienna che ancora combatte con i demoni del nazismo,
nello specchio di un mondo che crea maschere e produce
rassegnazione, questi quattro ragazzi sembrano agire con una logica
ferrea e perversa.
deborah giorgi - leggereacolori.com -
2018
L’acqua è così
presuntuosa, non ci si può far proprio niente. È dunque meglio
lasciarla in preda al suo squilibrio, no? Se il lago è andato,
possiamo sempre costruircene un altro lì vicino, esatto, proprio lì
accanto, no meglio laggiù. Che ne pensate? Molti saranno contrari. A
monte, se si continua, c’è lo sbarramento della centrale elettrica
locale, lì proprio non è possibile. È un posto dove l’acqua deve
lavorare e non ha tempo per giocare e fare sport. E non ci
rimettiamo certo a fare un altro buco nel mondo con la dinamite
tanto per divertirci, o mi sbaglio?
voracità p. 80
lavinia mannelli - nazioneindiana.com - 2018
la voglia
In una valle nelle alpi austriache, Hermann è il direttore della
cartiera che dà lavoro a metà del paese. È
un uomo che si crede generoso ma che conosce solamente il possesso e
il controllo come modo di rapportarsi al mondo.
A farne le spese non sono solo i suoi dipendenti, ma anche la
moglie, Gerti, trattata come
un
oggetto per appagare le sue insopprimibili voglie sessuali.
Gerti, da parte sua, soffre ed è scissa tra i doveri di madre e
moglie e il desiderio di sfuggire al dominio sessuale e morale che
il marito esercita su di lei, nonché alla ripetitività e alla noia
della vita di provincia. Si sfoga
andandosene di casa, sparendo quando può, bevendo e ubriacandosi.
Per lei la tensione tra maternità e sessualità è insuperabile, l’una
annulla l’altra, e per questo è ancora più frustrata. Un giorno,
durante una delle sue fughe, incontra Michael, un giovane studente
seduttore seriale, e se ne innamora perdutamente.
Ma per Michael è solo l’ennesima preda da conquistare e umiliare e
Gerti non può sopportare per sempre.
Con questo romanzo molto discusso Elfriede Jelinek racconta, senza
alcuna pietà né commiserazione e con una scrittura precisa e
violenta, ironica e diretta, il dominio che l’uomo esercita impunito
sui suoi simili, sulla natura ma soprattutto sulle donne. In ogni
famiglia c’è sempre qualcuno che attende invano o che soccombe
lottando per il proprio interesse. “Il fluire musicale del canto e
controcanto nei suoi romanzi rivela, con straordinario fervore,
l’assurdità dei cliché della nostra società e il loro potere
soggiogante.” Dalla motivazione per il premio Nobel per la
Letteratura .
feltrinelli - 2022
DATI PERSONALI
... Tanto autobiografico quanto universale, tanto sarcastico
quanto rabbioso, Dati personali è la resa dei conti in cui Jelinek
affronta se stessa e il dramma della sua famiglia, ma anche una
società che è sempre – ed è sempre stata – più interessata ai
carnefici che alle vittime e che permette ai pochi miliardari del
nostro pianeta di divenire ancora più ricchi. Critica sociale e
aspetti privati si mescolano con un ritmo incalzante, trasformandosi
in un’invettiva spietata che il premio Nobel austriaco rivolge a
tutta la società moderna, andando alla ricerca di risposte a domande
vecchie e nuove che da sempre accompagnano la sua esistenza ma che,
in fin dei conti, riguardano anche tutti noi .
lanavediteseo.eu - 2023
Per me la letteratura probabilmente è il
contrario della parola detta, del 'dire'_reden .
Letteratura è 'parlare'_sprechen ... Parlare è il contrario di dire,
discorrere . Si realizza - almeno nel mio caso -
in uno spazio completamente diverso da quello del linguaggio
quotidiano . david frati - mangialibri.com - 2019
No one should come too close to anyone at
all And
what has been said
should also not come too close to what one wants
to say
...
Language knows what it wants. Good for it
because I don’t know, no not at all
fb/nobelprize
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