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POESIA AMERICANA
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la poesia americana moderna
piero scaruffi
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La Ballata
La nazione americana entro' nel nuovo secolo senza
poeti. Gli unici tre esponenti di valore internazionale della poesia
americana erano morti tutti e tre da pochi anni: Walt Whitman, il bardo che
aveva attinto alla retorica e alla ritmica dei predicatori e dei "medicine
show" ambulanti per fondare l' epos nazionale su basi autenticamente
americane; Emily Dickinson, la visionaria, estatica, eretica poetessa della
solitudine piu' radicale; Sidney Lanier, testimone "maledetto" dei grandi
drammi politici e sociali del secondo Ottocento.
Per quanto innovativi nella forma e nei contenuti (si pensi alle esplicite
allusioni erotiche di Whitman, al suo metro sbilenco, alle violente
trasgressioni formali di Dickinson) essi furono sottovalutati dalla critica
e soltanto oggi e' possibile riconoscere appieno la portata rivoluzionaria
della loro opera.
In questi poeti erano gia' presenti i temi naturali della lirica americana:
il conflitto fra il puritanesimo delle origini e la sfrenata ascesa del
capitalismo, l' anelito a un individualismo libero e moderno contro i
soffocanti pregiudizi del calvinismo, la travolgente evoluzione di un corpus
sociale passato in pochi decenni dall' indipendenza alla guerra civile, da
un' economia agricola a un' economia industriale, dallo spazio epico delle
grandi praterie a quello angusto di metropoli sempre piu' disumane.
La Rinascenza
La cosiddetta "rinascenza" della poesia americana
coincise grosso modo con la prima guerra mondiale. Tutti gli scrittori di
questa generazione emersero con le raccolte pubblicate fra gli anni 1913 e
1918.
La grande guerra segno' per gli americani la fine dell' isolamento politico,
e la presa di coscienza della propria potenza. Indirettamente servi' ad
assimilare una volta per tutte le angosce e i traumi dei terremoti sociali
del secolo precedente.
Non e' un caso che molti dei poeti di questa generazione siano sedotti dal
fascino del melting pot americano, dove a dominare non e' piu' l' "eroe"
leggendario, ma l' insieme di macchiette domestiche che compongono la "comunita'",
spesso vista nel suo degradarsi (ultimi residui psicologici della guerra e
dell' industrializzazione).
Si pensi a Edwin Robinson, autore delle biografie di sbandati ed eccentrici
di "The man against the sky"(1916), erede della tradizione inglese del
monologo drammatico e fondatore della nuova poesia narrativa (scrisse
diversi, popolarissimi ROMANZI in versi); e a Edgar Lee Masters, del quale
furono celebri gli epigrammi sepolcrali in versi liberi di "Spoon River
Anthology"(1915).
L' America si riconobbe soprattutto in Robert Frost, rivelato da "A boy's
will"(1913), malinconico menestrello della vita rurale, del rapporto fra
uomo e paesaggio, influenzato dal movimento dei georgiani inglesi, e
destinato a diventare il poeta laureato d' America.
Altri protagonisti cominciarono invece a usare la poesia a fini
dichiaratamente politici. Cosi' Vachel Lindsay, ultimo dei menestrelli che
recitavano per strada e nei bordelli, ultimo cantastorie epico e patetico
dei grandi miti popolari, anch' egli figlio bastardo dei predicatori
itineranti del West: "Rhimes to be traded with bread"(1912).
Il piu' vicino ai "tempi moderni" fu Carl Sandburg, affermatosi con i
"Chicago poems"(1916), primo apocalittico cantore della metropoli
industriale che espresse un fervido populismo democratico nelle forme
rivedute e adattate della ballata e del salmo in versi liberi, facendo
compiere al folclore whitmaniano una transizione cruciale.
Soltanto Frost e Robinson sono sopravissuti nel gusto dei moderni, ma fu
questa generazione di poeti a gettare la base per il vertiginoso sviluppo
che porto' la lirica americana ai vertici mondiali.
Determinante fu l' apporto del movimento anti-ROMANtico dell' imaginismo,
ostile alla verbosita' dei poeti vittoriani, al didattismo dei pedanti, all'
estetismo ridondante dei decadenti, che favoriva invece la concisione e la
concentrazione dell' epigramma giapponese o greco. Cullato da Pound durante
il suo esilio inglese, venne presto monopolizzato da Amy Lowell, la quale
confuse imaginismo con impressionismo, ma ebbe il grande merito di lanciare
una campagna di opinione contro le sclerotiche convenzioni poetiche del
tempo. Fu grazie all' imaginismo che la "ballata" e l' intero
modo americano di fare e fruire poesia si trasformarono radicalmente e
assunsero le connotazioni metafisiche che gli erano sempre state estranee.
I metafisici
La poesia pura degli anni Venti rimise in discussione tutta la tradizione e
i legami stessi con la letteratura inglese. Caratterizzata dalla propensione
per la forma del poema esteso, da un raffinato eruditismo, da un livello di
meditazione astratta che lambisce la filosofia, e dall' afflato cosmico,
questa poesia stabili' il paradigma a cui i lirici americani si sarebbe
ispirati per il resto del secolo.
Il poeta-filosofo per eccellenza e' Wallace Stevens, la cui opera si
configura come una vertiginosa discesa negli abissi piu' tenebrosi del
rapporto fra io e cosmo, come una riflessione continua sull' atto stesso del
poetare. Giunto all' apologia della poesia assoluta come unico mezzo di
conoscenza, Stevens postulo' l' esistenza di quella "supreme fiction" che
divenne lo scopo unico della sua arte.
Da molti ritenuto il piu' duraturo dei lirici del nostro secolo, Ezra Pound
ha lasciato un' opera criptogrammatica che gli esegeti impiegheranno qualche
secolo a decifrare in tutti i suoi aspetti. I "Cantos", uno dei massimi
monumenti della cultura moderna, furono concepiti come poema ideografico e
come enciclopedica, caotica, babelica summa della civilta' umana, che,
coerentemente, impiega la citazione (in lingua originale) come suo primario
mezzo di espressione. L' imponenza di questo multiforme e immane groviglio
di frammenti e' subito apparente, anche se la comprensione del suo senso
ultimo (non certo quello letterale, che tratta dell' usura nei secoli) e' e
rimarra' assai ardua. I diversi commentari pubblicati (a partire da quello
storico del 1957 che per la prima volta consenti' di "leggere", se non
"comprendere", i primi Cantos) si limitano a scalfire la superficie di
questa miniera sconfinata di significati: spesso una lirica puo' essere
compresa soltanto seguendone le evoluzioni nelle varie versioni e revisioni
attraverso cui Pound giunse a ridurre e sintetizzare in quella lirica l'
equivalente di un intero poema.
Thomas Stearn
Eliot fu invece il poeta metafisico per
eccellenza. Cresciuto studiando Dante e Donne, pervenne a una forma
scarnificata e sintetica di simbolismo, da oracolo biblico, che si serve di
immagini preziose come di riferimenti mitologici e superstizioni magiche. Il
tema della sua opera, la degradazione della civilta' umana, la decadenza dei
valori morali, l' apocalissi incombente, in particolare nei quintessenziali
poemetti di "Waste land" e "Four quartets", ben si sposo' al clima
pre-bellico (nazismo) e poi a quello post-bellico (guerra fredda), e venne
assunto pertanto a emblematico della sua epoca.
Alla triade dei tre maggiori poeti americani si puo' aggiungere il loro
coetaneo William Carlos Williams , che pure reagi' al loro eccessivo
astrattismo recuperando il realismo e la forma ballata della tradizione, e
pervenne cosi' a "Paterson", poema dedicato a una cittadina e a un suo
abitante, e che fonde l' ispirazione populista di un tempo con lo spirito
meditativo dei nuovi tempi.
A questi nomi occorrerebbe aggiungere anche quello dell' inglese William
Auden, britannico in tutto e per tutto, ma emigrato negli Stati Uniti nel
1939. Ala poesia marxista e freudiana di Auden, per quanto lontanissima
dall' universo espressivo degli americani, ebbe un profondo e benefico
influsso sul piano stilistico. Ricordiamo che Auden rinnovo' quasi tutte le
forme poetiche, dal sonetto all' elegia, dall' ode alla ballata.
L' eta' d'oro della poesia americana
Gli anni Venti e Trenta videro fiorire diversi stili
di poesia. Contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto attendere, la
corrente metafisica non riusci' mai a monopolizzare l' America letteraria,
la quale continuo' invece a dedicare spazio e affetto tanto alla tradizione
quanto all' esperimento: agli epigrammi di una classica perfezione di Hilda
Doolittle, ai poemi narrativi, dai toni drammatici e profetici, e venati di
gelido nichilismo, di Robinson Jeffers (oggi in via di rivalutazione), alle
cadenze musicali, al limite dell' ipnotico, degli scavi psicologici di
Conrad Aiken.
Anche coloro che intesero la poesia come veicolo di temi contemporanei si
distribuiscono fra due estremi opposti, ben rappresentati da Archibald
MacLeish, strenuo assertore di una poesia pubblica che si occupi della vita
politica del paese, e Edna Millay, bohemienne anti-conformista, uno dei
primi miti del bohemianismo del Greenwich Village.
Il rigoglio e il fervore creativo della scena poetica produsse non solo
varieta', ma anche qualita'. Fra le punte piu' alte della poesia del tempo
possiamo mettere sia Moore sia Cummings.
I bestiari favolistici di Marianne Moore, esercizi di impressionismo ed
eleganza ritmica ricchi di echi e riverberi, un flusso continuo di dettagli
che lambisce il conversazionale, rappresentano una delle voci piu' originali
e anomale dell' intero panorama mondiale.
E Edward Cummings, anarchico irriverente e visionario, dedito alla piu'
eccentrica sperimentazione tipografica, poeta barocco, cantabile e sempre
oltraggioso (ma piu' vicino in realta' all' individualismo degli eroi
americani che non al
dadaismo o al
futurismo
), conio' una forma moderna di poesia popolare.
Reazionari
furono
battezzati i poeti che ignorarono volutamente le innovazioni formali dell'
epoca e rimasero fedeli ai metri tradizionali. Louise Bogan fu la piu'
puntigliosa dal punto di vista tecnico, ma le sue intuizioni sortirono
effetti piu' universali quando vennero messe in pratica dal discepolo
Theodore Roethke per organizzare il suo vasto e tumultuoso mondo spirituale,
teso a evocare ed esorcizzare l' incubo di alienazione del suo presente.
Furono comunque i sudisti (i cosiddetti "agrarianisti" o "fuggitivi") a
dotare gli stili e le forme antiquati di un senso moderno, nel pieno
rispetto di regole metriche e formalismi di dizione: le elegie domestiche,
cariche di sovratoni biblici e radicate nel linguaggio "alto" dell'
aristocrazia sudista, di John Ransom, le lucide parabole morali di Allan
Tate , che ripudia la carenza di valori della societa' democratica e
industriale, invasata di ricchezza materiale, a favore della ricchezza
spirituale del vecchio Sud, e lo stile energico e colloquiale, tragico e
magniloquente di Robert Penn Warren .
Fra i "reazionari" si distacca solitario il genio di Hart Crane , terzo
grande di questa generazione, il quale, omosessuale alcoolizzato, inquieto e
miserabile, suicidatosi a trentatre' anni, contro il pessimismo cosmico di
Eliot concepi' "The Bridge", un complesso poema sinfonico dedicato ai miti
dell' America e fitto che metafore che ne propongono diversi significati.
Modernismo e Realismo
La poesia piu' recente ha dimostrato che i poeti Americani tendono ad essere
soprattutto degli individualisti e degli stilisti. La poesia Americana e'
piu' che mai un esperimento nel linguaggio, molto piu' indipendente dai
contenuti di quanto possa sembrare a prima vista (e in cio' sta anche la
forza di alcuni nomi che furono sottovalutati in vita).
In questo senso il modernismo e' la prima scuola da esaminare, ma non tanto
per sperimentalismi linguistici fini a se stessi come quelli di Laura Riding
, certamente una delle piu' audaci, quanto per gli imponenti risultati
ottenuti nel campo del poema alla Pound. Qui troviamo due dei punti di
riferimento obbligati della poesia moderna: Charles Olson , poeta ermetico
che ricorre spesso al gergo di strada e alle libere associazioni, il cui "Maximus"
e' composto da una serie di liriche incentrate su una cittadina tipo e sull'
anfitrione che guida il lettore in un viaggio dantesco fra gli orrori del
mondo capitalista; e Louis Zukofsky , il quale concepi' sulla falsariga dei
"Cantos" il suo monumentale poema "A", un altro dei grandi puzzle irrisolti
della critica moderna.
Il "New Criticism" aveva ormai spodestato la vecchia intelligentia, e
pertanto gli esperimenti non avevano piu' il carattere di novita'
rivoluzionaria. Le forme di poesia che piu' destarono sclapore furono invece
quelle che, rifacendosi all' urbanesimo materialista di Sandburg, tornarono
con violenza e passione alla lirica realista. Il canzoniere americano di
quegli anni e' ricco di opus estranei ai conflitti fra modernisti e
tradizione: le cronache di emarginazione e sfruttamento di Kenneth Fearing ,
cantore dei bassifondi metropolitani in uno stile quasi giornalistico; i
"blues" moderni, sincopati e caustici, del negro Langstone Hughes ,
protagonista del "rinascimento di Harlem"; la poesia di Kenneth Rexroth ,
pioniere di quel sentimento anti-conformista che sarebbe stato proprio dei
beat; di Ogden Nash , commentatore sociale comico e satirico, le cui rime
sono banali come i limerick per bambini; di Kenneth Patchen , intellettuale
di sinistra che deve la sua celebrita' alle liriche erotiche e alle satire
sociali, spesso infarcite di spunti surreali e di invettive eretiche; di
Muriel Rukeyser altra dura critica sociale.
Nessuno di questi lirici riesce pero' a lambire i vertici di Zukofsy e Olson,
che dominano solitari la loro generazione. Molti critici hanno visto in cio'
l' inizio di una marcata decadenza della poesia americana, non a caso
parallela all' emergere di forme velleitarie, e artisticamete assai dubbie,
di contro- cultura.
L' Alienazione
Gli anni Cinquanta e Sessanta sono stati segnati dalle
crisi sociali piu' dure del secolo. La civilta' del benessere ha a sua volta
generato una tipologia di crisi sociale che ancora non e' stata forse
compresa a dovere da chi si e' lasciato condizionare dalle antiquate prassi
marxiste e freudiane.
I poeti Americani hanno partecipato a questo momento di confronto assumendo
atteggiamenti che si possono ricondurre a due linee di fondo: l' alienazione
e la meditazione.
Alla prima riconducono i tre poeti comunemente associati dalla carriera di
auto-distruzione che li porto' a una prematura morte per suicidio: John
Berryman , uno dei nomi maggiori di questa generazione, la cui "poetica del
martirio" si e' espressa nelle forbite e vertiginose "Dreams Songs" sulla
condizione umana e sulla alienazione dei tempi moderni, Delmore Schwartz ,
il cui stupefacente virtuosismo trova compiuta espressione nel poema
autobiografico in blank verse "Genesi", tipico di quel fitto coniugare
tragedia greca e emotivita' biblica che fu proprio del poeta ebreo, e il
piu' cupo Randall Jarrell , titolare di una angoscia esistenziale che
rasenta la paranoia e che spesso e' commovente nella sua cosciente
impotenza.
La scuola metafisica era ormai quella dominante in tutte le universita'. Fra
i discepoli piu' originali di Eliot e Auden si contano Karl Shapiro , John
Ciardi , e Howard Nemerov
Maggiore attenzione merita forse il monaco trappista Thomas Merton , caso
singolare di poeta simbolista nella cui opera confluiscono il visionarismo
di Blake, la meditazione orientale e la teologia cristiana di Sant'Agostino.
Al centro dell' attenzione e' stato a lungo Robert Lowell , tipico
intellettuale liberal conteso fra spinte retrograde e progressiste, piu'
sincero quando abbraccia il moralismo convenzionale dei puritani che non
quando tenta la protesta sociale, forte e penetrante nel monologo drammatico
e nel poema narrativo, la cui carriera poetica culmino' nei "Life Studies",
esperimenti di confessione pubblica al limite della seduta psicanalitica
(afflitto da attacchi di follia, Lowell trascorse diversi mesi in cliniche
psichiatriche).
Benche' la vicinanza nel tempo non consenta ancora di stilare "classifiche",
ci pare innegabile la maggiore attenzione prestata dalla critica
internazionale a Lowell e Berryman, seguiti da Merton e Schwarz, con l'
avvertenza pero' che le fortune del primo e del quarto si sono venute via
via assottigliando. Le nostre personali simpatie vanno piuttosto a Berryman,
la cui statura ci pare crescere di anno in anno man mano che si allontana il
clamore del suo suicidio.
I Contemporanei
La West Coast e i Beat
La California godette in questi anni il suo rinascimento. Se Rexroth ne fu
il padre spirituale, Robert Duncan , complesso, erudito discepolo di Olson,
e pertanto di Pound, conferi' nobilta' lirica ai delirii simbolisti dei
beat.
Il cenacolo dei poeti di San Francisco fu, ed e', la libreria "City Lights"
di Lawrence
Ferlinghetti
declamatore pubblico di lunghi poemi orali che affrontavano i problemi
politici del tempo. Grazie a questi poeti il rapporto fra poeta e pubblico
venne alterato a favore di una piu' profonda sintonia e simbiosi.
Fu a San Francisco che si acquartierarono i beat, e fu li' che attrassero l'
attenzione dei media (per lo stile di vita piu' che per i loro scritti).
Il movimento, originariamente sorto fra i bohemienne del Greenwich Village e
imparentato con i divi delle soffitte dove si suonava be-bop, trovo' i suoi
naturali ispiratori in Blake e Whitman. Sono loro i riferimenti, per
esempio, del visionario e caotico universo lirico di Allen
Ginsberg e del
tono profetico con cui egli descrisse l' apocalisse incombente sul desolato
panorama urbano del dopoguerra. Lo stile spesso estatico, celebratorio,
magniloquente di Ginsberg e degli altri, minori, esponenti del movimento,
suona oggi piu' vicino, in stile, ai sermoni dei puritani (contro cui
intendeva operare) che non alle avanguardie europee (con cui venne
erroneamente associato). Gary Snyder si e' invece ispirato alla meditazione
orientale e ai ritualismi dei pellerossa nelle sue digressioni sul mondo
moderno. Fra le poche voci che sopravvivono di quella stagione va menzionata
anche quella di Gregory Corso , che ha cantato in toni commoventi la
disperazione dell' emarginazione.
Padrino piu' tardi del fenomeno della contestazione e della contro-cultura,
il movimento Beat mostra oggi tutte le carenze strutturali che ai tempi
vennero oscurate dalla celebrita' della "moda".
http://it.wikipedia.org/wiki/Allen_Ginsberg
L' Impegno Civile
Di pari passo si e' mossa la
poesia dell' impegno civile e politico. Robert Bly , erede del
trascendentalismo e iniziatore della scuola del "primitivismo ROMANTICO" ,
e' stato forse il poeta pubblico per eccellenza di questo periodo, anche se
le voci piu' prepotenti sono state femminili: Adrienne Rich , sensibile alle
istanze democratiche degli anni Sessanta e a quelle femministe degli anni
Settanta; Denise Levertov , la piu' qualificata, titolare di uno stile
visionario ed elegante che nasce dall' incrocio fra l'
oggettivismo di Olson e l' imaginismo di Williams; e la negra "arrabbiata",
femminista militante, Nikki Giovanni .
Sperimentalismo
Alla testa dello sperimentalismo vanno messi Philip Whalen, influenzato
dalla pittura astratta nelle sue invenzioni tipografiche e dal jazz nelle
sue improvvisazioni libere Robert Creeley , allievo di Olson ma portato alla
piu' pura minimalita' espressiva, May Swenson , attenta alla composizione
tipografica dei versi, e soprattutto Galway Kinnell
- morto nel 2014 - uno dei poeti piu'
originali e difficili di oggi, il quale codifica le violente emozioni di un
misticismo agonizzante in una scrittura squilibrata e demenziale (vedi il
lungo poema "The Book of Nightmares"). Jorie Graham, poetessa profetica e
mitologica nella tradizione di Blake, ha sperimentato nuove forme di
narrazione in versi.
Surrealismo
E' sorprendente come la poesia Americana sia rimasta a
lungo insensibile alle novita' letterarie di oltre oceano. Soltanto negli
anni Settanta si e' avvertito nettamente l' impatto della poetica
surrealista. Naturalmente, essendo completamente diverse le condizioni
socio-storiche (e, banalmente, il momento temporale), le istanze surrealiste
sono state liberamente interpretate.
La scuola che piu' ha contribuito a tener vivo il dibattito sulla "forma" e'
stata quella dei cubisti, fedeli ai processi compositivi della Stein e, in
generale, a tutte le tecniche poetiche sviluppate dalla poesia francese dopo
il dadaismo: Kenneth Koch , Frank O'Hara , William Merwin , e John Ashbery
ne sono gli esponenti storici.
Merwin, immensamente dotato, inizio' come poeta esistenziale e pessimista,
caratterizzato da uno stile barocco e favolistico che ne faceva il
rappresentante piu' virtuoso del nuovo classicismo, salvo poi (da "Moving
Target") sterzare verso una poesia aspra ed epigrammatica, certamente
maturata durante il suo soggiorno francese.
Ashbery, altro "grande" di questa generazione, ha applicato il surrealismo,
in particolare la tecnica delle associazioni libere, alla forma del poema
narrativo e del monologo drammatico, raggiungendo esiti di grande
sottigliezza metafisica. Il baricentro della sua carriera e' rappresentato
dal piu' famoso di tali poemi, quel "Self-Portrait in a Convex Mirror",
pubblicato nel 1975 e subito insignito di diversi premi nazionali, un lavoro
tipico del suo procedere per associazioni mentali che sembrano ondeggiare
attorno al filo del discorso, filo che in realta' non viene mai perduto. Ad
esso sono seguiti lavori sempre piu' concettuali, culminati in "A Wave"(84),
labirintico e delirante carosello di meditazioni astratte. La intricata
plurita' di significati dei suoi poemi e' stata avvicinata alla musica di
Elliot Carter e ai dipinti di Jackson Pollock.
ricordiamo
Charles Simic frammentario, criptico e
minimale e Stephen Dobys autore di narrazioni fantastiche
spesso orrifiche.
Il Neo-classicismo
Dalla sintesi del tradizionalismo e della scuola metafisica e' scaturita una
forma di neo-classicismo che ha il vantaggio di essere facilmente fruibile
dal gusto moderno, anche se su di esso pesa sempre il sospetto di plagio.
Il tradizionalismo sopravvive di mutazione in mutazione attraverso l' opera
di poeti che reagiscono alla crescente "barbaricita'" del verso moderno,
all' aggressivita' e alla volgarita' delle immagina in esso implicite o
esplicite. Citiamo lo stile "alto", accademico ed estetizzante, isolato nel
panorama di una poesia che si e' fatta sempre piu' rozza ed istintiva, di
Richard Wilbur , e la metrica impeccabile di Anthony Hecht , il piu' acceso
difensore del verso convenzionale e anche uno dei piu' abili imitatori della
cadenza eliotiana.
Su tutti va messa Elizabeth Bishop , il cui meticoloso verso ricorda quello
di Moore, ma le e' superiore in intensita' colloquiale, e rappresenta
certamente uno dei risultati piu' suggestivi dell' ultima lirica. Sulle sue
tracce, con un linguaggio barocco e allusivo, si situa Amy Clampitt.
A parte si situa James Dickey , rapsodista brillante fedele al ROMANticismo
di Roethke. Con lui si apre la schiera dei lirici "domestici", per esempio
Stephen Dunn, che ripiegano sui piccoli eventi del privato. Ultimo bardo del
naturalismo e' Hayden Carruth, le cui "georgiche di strada" sono dedicate ai
ceti piu' umili.
Altro poeta maggiore di questa generazione e' probabilmente James Merrill ,
che sugli insegnamenti di Eliot e Pound (soprattutto la prassi dell'
accumulo di frammenti e citazioni che fu del secondo) ha saputo erigere un'
opera poetica di carattere autobiografico, ben riassunta dal monumentale "Changing
Light at Sandover"(82), nel quale traccia una sorta di storia universale
della mitologia.
Autobiografica e' anche la complessa liturgia drammatica di Richard Howard,
piu' vicino pero' alla sensibilita' di un narratore come Henry James. Mentre
John Hollander ha messo a frutto una spiccata propensione per l' allegoria
in poesie criptiche fitte di riferimenti mitologici.
Poeti Confessionali
Passata la sbornia collettiva dei Sixties, giunta a un
punto di rottura la civilta' del benessere che ne aveva consentito gli
eccessi, piombata su tutti la cappa scura di una crisi economica, anche la
poesia e' ritornata sui suoi passi, alla ricerca di una dimensione piu'
intima e modesta.
I "Canti Pisani" di Pound e i "Life Studies" di Lowell sono alla base del
ritorno prepotente della tematica autobiografica, egocentrica, solipsista.
Primo esponente di rilievo ne fu William Snodgrass , uno dei poeti piu'
eleganti di oggi, maestro della stanza ritmata, seguito piu' recentemente da
Louis Simpson , che e' oscillato fra poesia confessionale e epos whitmaniano,
e da Paul Zweig, depresso e fatalista, morto prematuramente di cancro; ma le
piu' dotate furono due donne, Anne Sexton , che sposa la mitologia
confessionale di Dickinson ai simbolismi magici di Eliot, e Sylvia Plath,
morta suicida a soli trentun anni e subito innalzata a emblema della
condizione femminile.
Da loro discende l' arte del monologo drammatico a cui ha ridato lustro la
poetessa di colore Ai (Florence Anthony), una delle novita' piu' salienti
degli anni Ottanta. Attraverso un primo libro in cui allineava le voci
epigrammatiche, violente e dirette, di prostitute, piscotiche, vittime di
stupro, e casalinghe frustrate, e' giunta ai soliloqui piu' estesi di "Killing
Floor", che esplorano gli stati mentali alterati di personaggi come Trotsky
e Aguirre. In "Sin"(86) la folla dei suoi ego ha assunto sembianze
dantesche: la memoria li bracca senza pieta', reiterando all' infinito il
loro peccato.
Ultime
In prospettiva non sembra azzardato identificare in Ashbery, Bishop, Merrill
e Merwin le voci piu' salienti dell' ultima generazione, e inserire dopo di
loro Ai, Kinnell
1927-2014 - Levertov, Plath e Sexton, conferendo pertanto una palese
preminenza alle scuole surrealista e confessionale.
Le voci emerse negli ultimissimi anni sono ancora confuse e incerte. Nomi
che hanno fatto breccia sono quelli di Mark Strand
1934-2014, Fredrick Morgan, Richard
Hugo. Ma il corpus poetico di questi scrittori e' ancora troppo limitato
perche' se ne possa asserire la "tenuta".
Gli anni Ottanta si chiudono nel segno di un sensibile risveglio della
Poesia, uscita assai prostrata dalle vicende degli anni Sessanta e poi
passata in secondo piano durante la crisi economica. Il boom dell' era
Reagan, il piu' prolungato del Dopoguerra, che ha ridotto la disoccupazione
ai livelli piu' bassi del mondo occidentale, ha in qualche modo favorito
anche il ritorno della Poesia. Non solo elevando il tenore di vita, che e'
comunque condizione necessaria affinche' le nuove leve possano guardare alla
Poesia senza la prospettiva di un futuro di stenti, ma anche recidendo con
brutalita' i pregiudizi, gli stereotipi e i luoghi comuni che gli anni
Sessanta avevano eletto a dogma assoluto dell' arte moderna (impegno civile,
sperimentalismo ad oltranza, anti-sentimentalismo, etc.). La maggiore
liberta' di espressione si e' indirettamente riflessa in una frammentazione
dell' orizzonte poetico contemporaneo in tante piccole unita' indipendenti,
ciascuna concentrata sui propri mezzi e i propri fini, invece che sull'
obbedienza cieca agli schemi comportamentali imperanti.
Tanto "American Poetry" quanto "Modern Poetry", le due riviste faro, sono
tornate al formato dell' epoca d' oro. Gli editori si sono moltiplicati, e
cosi' gli autori, forse anche eccedendo la capacita' di consumo del pubblico
Americano. Si sono riaccesi i tradizionali cenacoli cittadini, soprattutto a
San Francisco, Chicago e New York, le tradizionali capitali del verso, ed e'
tornata di moda la "serata con il poeta", generalmente tenuta presso un "bookstore"
specializzato, durante la quale l' invitato legge le proprie opere e le
commenta con il pubblico.
Un fatto estremamente positivo, pur nei suoi risvolti consumistici, e' che
poeti come Ashbery siano stati pubblicati in paperback, in edizioni a
diffusione di massa, molto prima che avessero ricevuto un riconoscimento
internazionale, e che riviste come Time e quotidiani come il New York Times
dedichino loro articoli paragonabili a quelli sulle star di Hollywood. E' un
fenomeno senza eguali in Europa, dove soltanto pochi adepti conoscono i
poeti viventi.
Se esistono le premesse per un' altra grande stagione di Poesia, esistono
anche evidenti pericoli. La troppa facilita' con cui si "diventa" poeti
rischia di abbassare il livello qualitativo della produzione poetica
(proprio come accadde negli anni Sessanta). D'altronde costi di stampa
sempre piu' bassi sono alla portata di una popolazione sempre piu' folta di
dilettanti, ne' sarebbe auspicabile l' opposto. Certo sono pochi oggi ad
applicare l' austero metodo di Eliot e Pound, che pubblicavano soltanto dopo
un lungo lavoro di sintesi.
Un altro potenziale pericolo e' dovuto proprio allo sviluppo ecnomico di
questo decennio. Non solo sono stati creati milioni di posti di lavoro, ma
essi sono stati creati un po' in tutti i settori, anche in quelli umanistici
che sembravano ormai destinati all' estinzione. Ai laureati di oggi si
presenta un ventaglio di opportunita' nel mondo industriale che certamente
distogliera' molti, e forse proprio i piu' dotati, dalla poco redditizia
missione di Poeta.
Poetry - un viaggio nella
poesia nordamericana
Jonathan Lethem - 1964
Rick Moody - 1961
Ben Greenman - 1969
Sarah Manguso - 1974
Meghan O'Rourke - 1976
Katherine Larson - 1977
suzanne Vega
- 1959
Kevin Young - 1970
Nick Flynn - 1960
Dean Young - 1955
Poetry - alghero - parole e musica
valerio piccolo
traduttore di suzanne vega
dal 2000 - traduttore
di libri e adattatore testi per tv/cinema -
musicista e cantante . ha trasformato in
canzoni i testi dei nove poeti nordamericani .
vocedialghero.it
jack hirschman in italia
Da Karl Marx alla cabala passando per da James Joyce e
Vladimir Majakovskij . Versi scagliati contro l’ordine del mondo.
Si può cambiare il mondo con la poesia?
La poesia in se stessa non può cambiare il mondo.
Ma può fare luce sulle ingiustizie, sull'oppressione e aiutare ad
organizzare una resistenza contro di esse. E visto che la poesia –
quando è espressa profondamente – può contenere qualcosa del futuro,
come ad esempio faceva quella di Pier Paolo Pasolini, il lavoro dei
poeti può indicare la via da seguire, perché il suo sguardo è sempre
puntato all’avvenire. Questa è la nostra grande speranza.
costantino cossu - lanuovasardegna.gelocal.it - 2014
.
voce della beat generation tiene primo reading del
tour italiano a 'la locanda del mare' - paestum -
2018
. lei aveva contestato gli altri poeti della cosiddetta “beat”
generation, li aveva definiti “borghesi”.
Capiamoci un secondo. Quando andavo
all’università io ero al City College di New York, che era quello
frequentato dai poveri. Loro, cioè
Allen
Ginsberg -
Jack
Kerouac -
Lawrence Ferlinghetti e gli altri erano alla
Columbia University, che era l’università più importante di tutti gli
Usa. Alcuni provenivano anche da famiglie
molto ricche. Ecco, in questo erano borghesi. dario ronzoni -
linkiesta.it - 2018
.
Leonard Cohen
Non cercarlo
Negli algidi ruscelli di montagna
Sono troppo freddi per qualunque dio
E non esplorare i fiumi rabbiosi
In cerca di brandelli del suo morbido corpo
Non rivoltare i sassi sulla spiaggia in cerca del
suo sangue Ma nel caldo
oceano salato Egli
discende attraverso falesie
Di lenta verde acqua
E i pesci colorati che vi sono sospesi
Baciano il suo corpo percosso dalla neve
E costruiscono i loro nidi segreti
Nel suo fluttuante
sudario internopoesia.com
Leonard Norman Cohen - Montréal, 21 settembre 1934 – Los Angeles,
7 novembre 2016
cantautore, poeta,
scrittore e compositore canadese
https://it.wikipedia.org/wiki/Leonard_Cohen
.
.
amanda S.C. gorman
- los angeles 1998 - national youth
poet laureate 2017
the hill we climb
We will raise this wounded world
into a wondrous one
...
there is always light
if only we're brave enough to see it
if only we're brave enough to be it
...
Una nuova alba sboccerà
mentre noi la renderemo libera Perché ci sarà sempre luce Finché
saremo coraggiosi abbastanza da vederla Finché saremo coraggiosi
abbastanza
da essere noi stessi luce
https://en.wikipedia.org/wiki/Amanda_Gorman
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