la globalizzazione implica
motivi di insoddisfazione
che sono perfettamente chiari
a chiunque abbia occhi per vederli
Questa economia ci consuma: la moralità ormai
è merce Vogliamo godere di una vita ricca, abbiente, il che ci
ha orientati ad assumere come principale indicatore l’acquisto, lo
shopping. Pare che tutte le strade che portano alla felicità portino ai
negozi. Ciò sottopone il sistema economico, e più in generale il nostro
pianeta, ad una pressione enorme. Ciò è disastroso per le nuove
generazioni; è evidente che stiamo vivendo al di
sopra dei nostri mezzi, sulle spalle dei nostri figli. Possiamo
trovare delle alternative alla crescita della produzione e dei consumi
per trovare soddisfazione, in definitiva per essere felici? Ciò è
necessario se non vogliamo distruggere il nostro habitat e generare
fenomeni catastrofici come le guerre. I livelli attuali di consumo sono
già insostenibili dal punto di vista ambientale ed anche economico.
L’idea della prosperità al di fuori delle trappole del consumo infinito
viene considerata un’idea per pazzi o per rivoluzionari. Jackson dice
che ci sono delle alternative: le relazioni, le famiglie, i quartieri,
le comunità, il significato della vita. Ci sono enormi risorse di
felicità umana che non vengono sfruttate. La maggior parte delle
politiche realizzate nel mondo dai governi va esattamente nella
direzione opposta. Queste politiche raramente vanno al di là della
prossima scadenza elettorale, raramente guardano a ciò che succederà fra
20 o 30 anni. Assistiamo ad un processo di mercificazione e
commercializzazione della moralità. I mercati sono abituati ad orientare
i bisogni umani, bisogni che in passato non erano soddisfatti dal
mercato. Questo è ciò che io indico con l’espressione
‘commercializzazione della moralità’. Il nostro reale bisogno dovrebbe
essere prenderci cura dei nostri cari. Credo che tutti noi qui in sala
ci sentiamo in colpa perché non riusciamo a
trascorrere abbastanza tempo con i nostri cari. 20 anni fa il 60%
delle famiglie americane si ritrovava attorno allo stesso tavolo per
cenare. 20 anni dopo solo il 20%. Le persone sono più occupate con
il loro cellulare, il loro ipad e così via.
La nostra vita quotidiana è profondamente cambiata, a causa anche delle
tecnologie, che hanno sicuramente prodotto delle cose positive, ma hanno
anche creato dei danni collaterali. Se oggi usciamo senza cellulari ci
sentiamo nudi. Il confine fra il tempo dedicato al lavoro e quello
dedicato alla famiglia è sfumato. Siamo sempre al lavoro, abbiamo
l’ufficio sempre in tasca, non abbiamo scuse. Dobbiamo lavorare a tempo
pieno. E più si sale nella scala gerarchica meno tempo per sé si ha. Si
è sempre in servizio. Ovviamente i mercati e il consumismo non possono
riparare questa situazione; possono però aiutarci a mitigare la nostra
cattiva coscienza, e lo fanno spingendoci verso l’acquisto, lo shopping,
il mercato. Al tempo stesso disimpariamo altre
abilità ‘primarie’. Ad esempio a riconoscere il dolore, il dolore
morale, che è molto importante, perché esso è un sintomo, ci aiuta a
riconoscere la fragilità dei legami umani. Improvvisamente abbiamo
persone che hanno migliaia di amici in internet; ma in passato dicevamo
che gli amici si vedono nel momento del bisogno, e questo non è
esattamente il caso degli amici che abbiamo in internet. Fino a quando
il nostro senso morale verrà mercificato, l’economia crescerà perché
messa in moto dai bisogni umani e dai desideri che è chiamata a
soddisfare, bisogni e desideri apparentemente ‘buoni’, come dimostrare
l’amore per gli altri. I grandi economisti del passato sostenevano che i
bisogni sono stabili, e che una volta soddisfatti tali bisogni possiamo
fermarci e godere del lavoro fatto. C’era la convinzione che alla fine
del percorso avviato con l’inizio della modernizzazione si avrebbe avuto
un’economia stabile, in perfetto equilibrio. Successivamente si è presa
una strada diversa. Si è inventato il cliente. Si è capito che i beni
non hanno solo un valore d’uso, ma anche un valore simbolico, sono degli
status symbol. Non si acquistava più un bene perché se ne ha bisogno, ma
perché si ‘desidera’. L’obiettivo quindi diventava sviluppare sempre
nuovi desideri negli esseri umani. Ma anche i desideri ad un certo punto
si scontrano con dei limiti. Così, il limite è
stato superato mercificando la moralità: non ci sono limiti
all’amore, non ci sono limiti all’affetto che vogliamo dimostrare agli
altri. Responsabilità incondizionata, condita da incertezze e ansie:
questo è il motore del consumismo odierno, questo l’impulso che ci
spinge a fare sempre di più, a produrre sempre di più. Ma ciò non è
possibile, le risorse sono sempre limitate. Forse il
momento della verità è vicino. Ma possiamo fare qualcosa per
rallentarlo: intraprendendo un cammino autenticamente umano,
un cammino fatto di reciproca comprensione. festival dell’economia - trento
gonews.it -
doveridiritti.wordpress.com - frammentidiutopia.wordpress.com - 2016
Il continuo
flusso informativo è un vortice che cattura
contenuti rigurgitandoli in laghi artificiali e giganteschi, ma
stagnanti e stantii ... La cultura della modernità liquida non è più una
cultura dell’apprendimento e dell’accumulazione, è invece una cultura
del disimpegno della discontinuità e della dimenticanza... lo sciame
inquieto del Web inondandoci di soundbites e immagini fagocita le
discussioni e i pensieri reali
.
comunicazione.it
il
postmoderno
è il momento in cui
il moderno dissolvimento dell'identità
vincolata raggiunge il suo compimento: adesso scegliersi
un'identità è fin troppo facile. tenersela stretta invece non lo è.
nell'istante in cui raggiunge il suo trionfo supremo la liberazione
annulla lo scopo. quanto più libera è la scelta tanto meno la si
riconosce come tale.
la scelta manca di consistenza e solidità. è
possibile rimangiarsela con poco preavviso o senza alcun preavviso e non
è vincolante per nessuno. nemmeno per chi l'ha compiuta. non
lascia tracce non dà diritti nè responsabilità e ciò che ne deriva può
essere rifiutato o sconfessato a piacimento non appena si rivela
sgradito o cessa di soddisfare. la libertà ci si ritorce contro come
arbitrarietà. l'elogiata capacità di
mettere in moto le cose ha dato ai cercatori
d'identità postmoderni la forza di sisifo.
la postmodernità diventa uno stato di arbitrarietà
nell'istante in cui diventa chiaro quanto sia irreparabile. niente è
impossibile tanto meno impensabile. tutto ciò che è, è provvisorio.
niente di ciò che è stato vincola ciò che è. e ciò che è ha solo una
debole presa sul futuro...
filosofia della noia lars fr. h.
svendsen - guanda
e dallo sforzo che essa ha innescato per colmare il divario
tra 'ciò che dovrebbe essere' e
'ciò che è'
ed elevare la realtà ai parametri fissati dall’idea
per rifare la realtà a somiglianza dell’idea
dal libro : intervista sull'identità
le società moderne sono affette da
provincialismo morale benchE' in apparenza promuovano l’universale dal
momento che sono i codici etici ad essere infestati dal
relativismo - una piaga che E' solo un riflesso o un sedimento del
provincialismo tribale dei poteri istituzionali che usurpano l’autoritA
etica
caffeeuropa.it
mie yim – whokilled bambi? Il concetto che si
pone al centro della ricerca di Mie Yim è dunque, quello di una identità liquida - per usare
un’espressione del sociologo postmodern Zygmunt Bauman - che, sfrondata
dalla retorica tardo-capitalistica, si rivela essere mera
schizofrenia attitudinale. Che non va certo curata farmalogicamente, ma
affrontata alla radice. Come frutto di un assetto socio-culturale che
cambia di segno anche alle realtà che credevamo più incontaminate.
exibart
The message of the media, the impact
of the media, is not so much the letter of the messages but the form and
way in which they are supplied. The way in which they emerge from
nowhere and immediately disappear, the lightning speed in which they are
fed into public consciousness and evicted from it, the impossibility to
digest any news in any depth ... Just try to convince those young people
to give you a hierarchy of what’s important and what’s less important,
instead of just knowing about events. Liquid life - of which no one is
exempt! - prompts journalists to behave in the way they do; but by doing
what they do they heavily contribute to life’s liquidity.
interview - http://deuze.blogspot.com
più facile essere una
celebrità che un eroe
la celebrità è la metafora della vita
contemporanea
e della natura
frammentaria e frammentata
dei nostri
legami
raitre
eroi e celebrità
.
Facciamo esperienza degli estranei solo come apparenze
in modo che ciò che si vede esaurisce ciò che essi sono
. zb .
Il tratto più singolare e
sconcertante degli stranieri è che non sono né prossimo né estranei.
Piuttosto l’uno e l’altro. Estranei in prossimità. Prossimo estraneo. In
altri termini, stranieri. ...Il rapporto con gli stranieri è sempre
qualcosa di assurdo. Esso rappresenta l’insufficienza o
l’incompatibilità delle regole che il non-status o lo status confuso
dello straniero invoca. E’ meglio non incontrare affato gli stranieri.
Poichè in realtà non è possibile tenersi lontani dallo spazio che essi
occupano o che condividono, la soluzione migliore è un incontro che non
sia un incontro.....
Se incontrato secondo le modalità del "non-incontro" lo straniero viene
relegato nella sfera della disattenzione, sullo sfondo, ignorato......
La strategia fagica tende ad
includere, quella emetica tende ad escludere. La prima assimila gli
stranieri al prossimo, la seconda li accomuna agli estranei
educational.rai.it
L'emergenza immigrazione... decine,
centinaia, migliaia di disperati costretti all'esilio da guerre civili,
lotte etniche e tribali, una massa di profughi di bibliche proporzioni
che il sociologo polacco considera senza eufemismi
« i nuovi dannati della terra »
...
« I profughi sono
rifiuti umani, senza
alcuna funzione utile da svolgere nella terra dove giungono e ( temporaneamente) soggiornano, e senza l'intenzione né la realistica possibilità
di essere mai assimilati o integrati nel nuovo corpo sociale; dal luogo
che occupano, la discarica, non vi è ritorno né sbocco ulteriore » .
corriere.it
La modernità
produce immigrazione
viviamo in una condizione che definisco di “diasporalizzazione”:
i vostri nonni, i genitori dei
vostri nonni sono migrati in massa, spesso in America Latina, perché
essi non potevano sopravvivere qui. Adesso questo fenomeno continua, ma
in altre direzioni: questa è l’unica differenza. La migrazione è un fenomeno che ha
riguardato la “modernità” dalle sue origini ed è da essa
imprescindibile. Perché la modernità produce
“persone inutili”. Esistono due “industrie” della modernità che
producono “persone inutili”: una è quella cosi detta della “costruzione
dell’ordine”, dove ogni regola e sistema vengono costantemente
rimpiazzati da nuovi sistemi e regole che
producono esuberi, persone eccedenti.L’altra industria che produce “persone inutili” è quell’industria
che noi chiamiamo “progresso economico” che consiste, fondamentalmente,
nel ridurre costantemente la forza lavoro. E questo semplicemente
produce persone inutili. E queste persone andranno dove c’è pane, promesse di pane e acqua
potabile. antonio rossano - espresso.repubblica.it - 2013
.
stranieri alle porte
Noi siamo un solo pianeta, una sola umanità.
Quali che siano gli ostacoli, e quale che sia la loro apparente
enormità, la conoscenza reciproca e la fusione di orizzonti
rimangono lavia maestra per arrivare alla convivenza pacifica e
vantaggiosa per tutti, collaborativa e solidale. Non ci sono
alternative praticabili. La ‘crisi migratoria’ ci rivela l’attuale
stato del mondo, il destino che abbiamo in comune. Abbiamo eletto gli stranieri a
causa di tutti i nostri mali. In realtà il nostro senso crescente di
precarietà e paura dipende dalla incapacità di governare l’enorme
forza dei processi di globalizzazione.
laterza.it - lafeltrinelli.it - 2017 - 2018
ZYGMUNT
BAUMAN
e le
trasformazioni del senso dell’io.
E comincia da se stesso.
l’identità è
come un vestito, si usa finché serve
. Secondo l’antica usanza dell’Università Carlo di
Praga, durante la cerimonia di conferimento delle lauree honoris causa
viene suonato l’inno nazionale del paese di appartenenza del
«neolaureato». Quando toccò a me ricevere quest’onore, mi chiesero di
scegliere tra l’inno britannico e l’inno polacco... Beh, non trovai
facile dare una risposta. La Gran Bretagna era il paese che avevo scelto
e che mi aveva scelto offrendomi una cattedra quando la permanenza in
Polonia, il mio paese di nascita, era diventata impossibile perché mi
era stato tolto il diritto di insegnare. Laggiù, però, in Gran Bretagna,
io ero un immigrato, un nuovo venuto, fino a non molto tempo fa un
profugo da un paese straniero, un alieno. Poi sono diventato un
cittadino britannico naturalizzato, ma quando sei un nuovo venuto puoi
mai smettere di esserlo? Non avevo intenzione di passare per un inglese
e né i miei studenti né i miei colleghi hanno mai avuto il minimo dubbio
che fossi uno straniero, un polacco per essere esatti.
Questo tacito gentlemen’s agreement ha impedito ai
nostri rapporti di guastarsi: al contrario, li ha resi onesti,
tranquilli e nel complesso sereni ed amichevoli.
Avrei dovuto quindi far suonare l’inno polacco? Ma anche questa scelta
non aveva molto fondamento: trent’anni e passa prima della cerimonia di
Praga ero stato privato della cittadinanza polacca... La mia esclusione
era stata ufficiale, avviata e confermata da quel potere che aveva la
facoltà di distinguere il «dentro» dal «fuori», chi apparteneva da chi
no: pertanto il diritto all’inno nazionale polacco non mi competeva
più ...
la compagna della
mia vita - morta nel 2010 - ha trovato la
soluzione: perché non far suonare l’inno
europeo ? Effettivamente , perché no? Europeo lo ero, senza
dubbio, non avevo mai smesso di esserlo: ero nato in Europa, vivevo in
Europa, lavoravo in Europa, pensavo europeo, mi sentivo europeo; e
soprattutto, a tutt’oggi non esiste un ufficio passaporti europeo con
l’autorità di emettere o rifiutare un «passaporto europeo» e perciò di
conferire o negare il nostro diritto a chiamarci europei .
La nostra decisione di chiedere che venisse suonato l’inno europeo era
al tempo stesso «inclusiva» ed «esclusiva» ... Alludeva a un’entità che
includeva i due punti di riferimento alternativi della mia identità, ma
contemporaneamente annullava, come meno rilevanti o irrilevanti, le
differenze tra di essi e perciò anche una possibile «scissione di
identità». Rimuoveva la questione di un’identità definitiva in termini
di nazionalità, quel tipo di identità che mi era stata resa
inaccessibile. Anche gli struggenti versi dell’inno europeo
contribuivano allo scopo: alle Menschen werden Brüder, tutti gli uomini
saranno fratelli ... L’immagine di «fratellanza» è la sintesi della
quadratura del cerchio: differenti eppure uguali, separati ma
inseparabili, indipendenti ma uniti.
Vi racconto questo piccolo episodio
perché contiene, in nuce , molti dei fastidiosi dilemmi e delle
ossessionanti scelte che tendono a fare dell’«identità» una questione di
gravi preoccupazioni e accese controversie.
Chi cerca un’identità si trova invariabilmente di fronte
allo scoraggiante compito di «far quadrare il cerchio»:
quest’espressione, com’è noto, implica compiti che non possono mai
essere completati, ma si presuppone possano giungere a compimento nella
pienezza dei tempi, all’infinito...
corriere della sera 20.6.2003 -
scienzepostmoderne.org
Amarsi e rimanere
insieme tutta la vita
Un tempo, qualche
generazione fa, non solo era possibile, ma era la norma. Oggi,
invece, è diventato una rarità, una scelta invidiabile o folle, a
seconda dei punti di vista. ... lei e
janina avete mai attraversato una crisi ? Come potrebbe essere diversamente ? Ma fin dall’inizio abbiamo
deciso che lo stare insieme, anche se difficile, è incomparabilmente
meglio della sua alternativa. Una volta presa questa decisione, si
guarda anche alla più terribile crisi coniugale come a una sfida da
affrontare. L’esatto contrario della dichiarazione meno
rischiosa: “Viviamo insieme e vediamo come va ... In questo
caso, anche un’incomprensione prende la dimensione di una catastrofe
seguita dalla tentazione di porre termine alla storia, abbandonare
l’oggetto difettoso, cercare soddisfazione da un’altra parte .
raffaella de santis - larepubblica 9.8.2018
gruppifamiglia.wordpress.com
. . . .
STRANIERO
ha
vissuto in Polonia, Israele, Inghilterra. Ovunque è rimasto straniero Un comico
inglese diceva che l'ebreo è un uomo che in ogni luogo è fuori luogo.
Sì, sono nato straniero e morirò
straniero. E sono innamorato di questa mia
condizione. Con mia moglie Janina,
scomparsa quasi cinque anni fa, eravamo uniti in tutto, ma una cosa non
l'ho condivisa con lei: ha scritto Il sogno di appartenenza, un libro in
cui esprimeva il suo bisogno di appartenere. Io ne faccio a meno.
Nell'essere "straniero"
ci sono alcuni privilegi. Il più grande di questi è potersene
infischiare dell'opinione pubblica. L'unico tribunale è quello della
propria coscienza ed è il più severo di tutti. wlodek
goldkorn - repubblica.it - 2015
.
.
.
Oggi si è avvelenati da un costante
sentimento di mancanza degli altri nella vita, con sensazioni di
vuoto e solitudine non dissimili dal lutto. Affetti da depressione
di dipendenza è nell'abbandono, nell'esclusione, nell'essere
respinti, ripudiati, spogliati da ciò che siamo, che vediamo
rifiutata la nostra identità. Temiamo che ci vengano negati
compagnia, amore, aiuto. In fondo questo ci viene mostrato quando le
televisioni ci ricordano ogni giorno che alcuni possono farlo
impunemente, gettando davanti alle nostre porte quegli individui che
sono già stati respinti, costretti a scappare via, a fuggire da casa
loro per cercare i mezzi per restare in vita, derubati dall'autostima
e dell'identità.
... Le comunità virtuali
che hanno sostituto quelle naturali, creano solo l'illusione di
intimità e una finzione di comunità. Non sono validi sostituti del
sedersi insieme ad un tavolo, guardarsi in faccia, avere una
conversazione reale. Né sono in grado queste comunità virtuali di
dare sostanza all'identità personale,
la ragione primaria per cui le si cerca. Rendono semmai più
difficile di quanto non sia già accordarsi con se stessi. Le persone
camminano qua e la con l'auricolare parlando ad alta voce da soli,
come schizofrenici, paranoici, incuranti di ciò che sta loro
intorno.
L'introspezione è un'attività che sta scomparendo.
Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di
solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del
supermercato, invece di raccogliere i pensieri, controllano se ci
sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza
che dimostri loro che qualcuno da qualche parte, forse li vuole o ha
bisogno di loro.
da : intervista sull'identità - a
cura di benedetto vecchi
.
Il mondo globalizzato morirà di
paura
La paura è il demone più sinistro
che si annida nella società I lavavetri ? Scarti del
sapere-informazione per sapere s'intende spesso una conoscenza neutra.
Non rischiamo di restare prigionieri di posizioni idealistiche se non
evidenziamo che dal sapere nascono anche le ideologie?
L'ideologia è stata sempre considerata una forma di conoscenza inferiore
rispetto agli altri saperi, a partire da quello scientifico. Soprattutto
la credenza è stata scartata, messa ai margini e considerata non degna
di essere studiata. Eppure sono le credenze che influenzano e
condizionano i nostri comportamenti. festival filosofia modena 2007 - intervista
tonino bucci - liberazione
korazym.org gc.rifondagenova.net
esserecomunisti.it
L’insicurezza? Non abbiamo
scampo. È il nostro presente e il nostro futuro
.
Abbiamo trasmesso insicurezza nelle coscienze delle
persone
.
Nella nostra epoca il mondo
intorno a noi è tagliuzzato in frammenti scarsamente coordinati
mentre le nostre vite
individuali sono frammentate in una successione di episodi
mal collegati fra loro
.
L'attenzione verso il corpo si è
trasformata in una preoccupazione assoluta
e nel più ambito passatempo della
nostra epoca
.
Il messaggio veicolato oggi con grande
potere di persuasione dai più diffusi ed efficaci media culturali
(e, aggiungiamo, facilmente fruibile dai ricettori sulla base della
loro esperienza personale, assistita e sostenuta dalla logica della
libertà del consumatore) comunica l'essenza indeterminata e leggera
del mondo: in un mondo simile, ogni cosa può accadere, ogni azione
può essere intrapresa, ma nulla si può fare «una volta per tutte».
Qualsiasi cosa accade in modo improvviso e si dissolve senza
lasciare traccia. In questo mondo, i legami sono disseminati in una
serie di incontri successivi, le identità sono mimetizzate da
maschere indossate una dopo l'altra, le storie di vita sono
frammentate in una serie di episodi che rivestono importanza per un
periodo breve, vincolato ad una memoria effimera. Non si sa nulla
con certezza, ed ogni aspetto dello scibile si può conoscere in modi
differenti: tutte le modalità di conoscenza sono comunque
provvisorie e precarie, ed ognuna vale l'altra. Se un tempo si
ricercava la certezza, ora la regola è l'azzardo, mentre
l'assunzione di rischi prende il posto del perseguimento tenace
degli obiettivi. In questo tipo di mondo,
dunque, poche cose possono essere considerate solide e affidabili:
non c'è più traccia degli antichi e robusti canovacci su cui tessere
la trama del proprio itinerario esistenziale.
Abbiamo sulle nostre spalle un fardello incredibile che include i nostri
obblighi morali i nostri naturali impulsi ad occuparci degli altri e
cerchiamo di sgravarcene con i tranquillanti morali offerti
dai negozi e dai
supermercati
felicità non è vero che la felicità significhi
una vita senza problemi. La vita felice viene dal superamento
dei problemi, dal risolvere le difficoltà.
Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio.
Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a
controllare le sfide poste dal fato, ci si sente persi se
aumentano le comodità. -ZB teoria svedese dell'amore - rai3
Zygmunt Bauman professore emerito nelle
Università di Leeds in Gran Bretagna e Varsavia in Polonia Nel dare ai movimenti tutta l'importanza
che meritano, bisogna però non prenderli a scatola chiusa e vigilare
attentamente, poiché è sempre grande il pericolo che vi possano essere
"attivisti che considerano le loro iniziative come un'alternativa più
valida della democrazia istituzionale.
Il loro atteggiamento nei confronti della partecipazione politica
manifesta un forte ethos antidemocratico". Parole di Zygmunt Bauman, che
aggiunge che ci può essere il pericolo, dal quale guardarsi, che "la
critica dei movimenti dei consumatori alla democrazia rappresentativa è
fondamentalmente antidemocratica". Cioè, la vittoria dell'antipolitica. f.bianco - aprileonline.info
.
. cos'è che ci spinge a cercare sempre
nuove storie?
Il bisogno di amare ed essere amati, in una continua
ricerca di appagamento, senza essere mai sicuri di essere stati
soddisfatti abbastanza. L'amore liquido è proprio questo: un amore
diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame. il vostro è stato un amore a prima vista? Sì, le feci una proposta di
matrimonio e, nove giorni dopo il nostro primo incontro, lei accettò. Ma
c'è voluto molto di più per far durare il nostro amore, e farlo
crescere, per 62 anni.
raffaella de santis - repubblica.it - 2012
.
Occorre meno tempo e fatica tanto
per creare contatti quanto per romperli .
La distanza non è un ostacolo al tenersi in contatto - ma il
tenersi in contatto non è un ostacolo all’essere distanti .
Gli spasmi della prossimità virtuale
terminano, idealmente, senza strascichi e residui permanenti
. La prossimità virtuale può essere
interrotta, sia concretamente che metaforicamente: basta
premere un pulsante .
...
Il desiderio è la brama di
consumare . Di assorbire, divorare,
ingerire e digerire - di annichilire . Per
contro, l'amore è il desiderio di prendersi cura e di
preservare l'oggetto della propria cura . Un impulso
centrifugo, a differenza del desiderio che è centripeto :
un impulso a espandersi, a fuoriuscire, a protendersi
all'esterno ... Se il desiderio vuole consumare,
l'amore vuole possedere . Forse parlare di desiderio,
oggi, è eccessivo . Come per lo shopping :
oggigiorno chi va per negozi non compra per soddisfare un
desiderio ma semplicemente per togliersi una voglia .
Ci vuole tempo per seminare, coltivare e nutrire il
desiderio . Il desiderio ha bisogno di
tempo per germogliare, crescere e maturare ... Quando è
pilotata dalla voglia, la relazione tra due persone segue il
modello dello shopping . Al pari di altri
prodotti di consumo, è fatta per essere consumata sul posto
ed essere usata una sola volta . Innanzi
tutto e perlopiù, la sua essenza è quella di potersene
disfare senza problemi . amore
liquido
.
.
come vivere
insieme su un pianeta sovraffollato
in cui
l'interdipendenza di tutti con tutti gli altri
è totale ? peacelink.org
.
Per i popoli più deboli globalizzazione
significa trovarsi
davanti a forze che non
controllano né capiscono
povertà
liquida .
La "società aperta" di Popper oggi non è più opportunità
ma destino contrastato al quale non si può sfuggire
avvenire
lavocedifiore
.
Saper
convivere è l’arte che il vecchio continente
può sfruttare per tornare ad avere l’autorevolezza di
ieri
.
Quanto meno un
pen
siero
può essere giustificato
in termini di tangibili guadagni
e utilizzi
o di etichetta del prezzo
attaccata ad esso nei supermercati
o alla borsa valori tanto maggiore è
il suo valore umanizzante
.
Le storie sono come fari e come riflettori
illuminano parti di palcoscenico
lasciandone altre al buio
.
i media E i grandi burattinai
Sono i marketing manager a pianificare le strategie
per
attrarre l’attenzione
del pubblico Al di fuori di ogni preoccupazione
morale
.
QUESTA E' LA comunità dei talk-show
con gli idoli che
sostituiscono i leader
mentre il potere dei numeri – la folla – consegna loro
il
carisma capace a sua volta
di trasformare
gli spettatori in seguaci l.paterno - terzarepubblica.it
.
Il potere oggi si misura con la velocità
con la quale si fugge dalle responsabilità
chi accelera vince
- chi si ferma perde
società etica politica
.
In un mondo senza regole dettate dalla
politica
sopravvivono soltanto in due
Criminalità e finanza
.
Ogni relazione rimane unica: non si può imparare a voler bene
Le emozioni passano i sentimenti vanno coltivati
.
Nell’impegno a lungo termine la ragione moderna individua l’oppressione,
nella promessa vede il segno della dipendenza. Le relazioni sono fluide,
beni a perdere, bambini e cani che non ci girano intorno, legami che non
ci rendono nervosi. Dimenticare in fretta, cambiare rotta senza rimorso,
evitando di giurare fedeltà eterna a qualcosa o a qualcuno. L’uomo
liquido è sempre al lavoro, rimpiazza la qualità della relazione con la
quantità,sempre con il panico di rimanere indietro o diventare
obsoleto. Vogliamo relazioni che assomigliano allo shopping, con
ricette, diritti stabiliti e promesse di soddisfazione fissate per
legge. Come se l’amore obbedisse alle leggi economiche. v.macioce - ilgiornale.it
Mi è
impossibile avere «nostalgia per il comunismo». Il comunismo, che una volta ho definito il
«fratello minore impaziente del socialismo», è per me un progetto che
impone una «scorciatoia per il Regno della Libertà».
Questa scorciatoia, per quanto attraente e incoraggiante a parole, nella
sua applicazione pratica conduce ogni volta al cimitero delle libertà,
alla schiavitù. ...
C'era una volta una storiella
su due venditori che viaggiavano in Africa per conto delle rispettive
aziende, che fabbricavano scarpe. Il primo venditore inviò al suo ufficio
questo messaggio: qui tutti vanno a piedi nudi, perciò non spedite
scarpe.
Il secondo, invece, scrisse alla sua azienda: qui tutti vanno a piedi
nudi, perciò spedite subito dieci milioni di paia di scarpe. Lo spirito
dell'aneddoto è l'elogio di un senso degli affari brillante e aggressivo
e la condanna dei limiti di una filosofia imprenditoriale che miri a
soddisfare i bisogni esistenti tramite offerte costruite come semplice
risposta alla domanda esistente. vite che non possiamo permetterci
SOCIAL NEWORK
Il social
network tenta di abbattere ogni limite moltiplicando le amicizieMa oltre un certo numero si può supporre che si tratti solo di voyeurs
che scrutano l'altrui vita quotidiana grr.rai.it - 2011
Finché Facebook non è stato creato
nessuno aveva
bisogno di spendere tre ore
per sapere che cosa stanno facendo i suoi
amici festivaletteratura mantova - 2012
le amicizie richiedono impegno ed anche se
online
se ne possono fare centinaia muovendo solo un dito
ciò che si guadagna in questi casi e'
quantità e non qualita' 2013
Penso
che noi tutti siamo, in misura minore o maggiore, pieni di
rabbia, furia, incertezza e paura.
La paura è ancora più disastrosa quando non è ancorata, indirizzata,
quando non ha un target. È dunque il target ciò di cui siamo alla
ricerca. Da qui,
Twitter o Facebook:
essi forniscono il target e danno una sensazione piacevole di “rilascio”
di rabbia e paura già accumulata. La questione è quanto a lungo possa
durare tutto ciò. La caratteristica principale delle dinamiche mediali,
infatti, è che come velocemente iniziano, altrettanto rapidamente
finiscono.
L’eccitazione non dura molto a lungo. conversazione con ZB - franco pomilio -
affaritaliani.it - 2012
Lei è invecchiato insieme a sua moglie: come avete affrontato la
noia della quotidianità? Invecchiare insieme è diventato fuori moda? È la prospettiva dell'invecchiare
ad essere ormai fuori moda, identificata con una diminuzione delle
possibilità di scelta e con l'assenza di "novità".
Quella "novità" che in una società
di consumatori è stata elevata al più alto grado della gerarchia dei
valori e considerata la chiave della felicità. Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall'infanzia
siamo stati abituati a rincorrere oggetti "usa e getta", da rimpiazzare
velocemente. Non conosciamo
più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro
scrupoloso".
Il vostro è stato un amore a prima vista? Sì, le feci una proposta di matrimonio e,
nove giorni dopo il nostro primo incontro, lei accettò. Ma c'è voluto
molto di più per far durare il nostro amore, e farlo crescere, per 62
anni.
In un mondo pieno di tentazioni, possiamo resistere? E perché? ... Nel momento in
cui siamo tentati
ci sembra di essere liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma
non abbiamo ancora ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto
il punto di non ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà
svanisce e viene sostituita da una nuova routine. La tentazione è un'imboscata
nella quale tendiamo a cadere gioiosamente e volontariamente.
I "legami umani" in un mondo che consuma tutto sono un intralcio? Sono stati sostituiti dalle "connessioni".
Mentre i legami richiedono impegno, "connettere" e "disconnettere" è un
gioco da bambini. Su Facebook si possono
avere centinaia di amici muovendo un dito. Farsi degli amici offline è
più complicato. Ciò che si guadagna
in quantità si perde in qualità. Ciò che si guadagna in facilità scambiata per libertà si perde in sicurezza.
raffaella de santis - repubblica.it - 20.11.2012 . Le persone si scambiano reazioni emotive
sui
social network
e magari da lì si organizzano per andare in piazza a protestare.
Gridano tutti gli stessi slogan, ma in realtà ciascuno ha
interessi diversi e aspettative deluse diverse. Poi si torna a
casa contenti della fratellanza con gli altri che si è creata in
piazza, ma è una solidarietà falsa. Io la chiamo “carnival
solidarity” perché mi ricorda appunto quegli eventi in cui per
quattro o cinque giorni ci si mette la maschera, si canta e si
balla insieme, fuoriuscendo per un tempo definito dall’ordine
delle cose. Ecco, quelle proteste consentono l’esplosione
collettiva di problemi diversi e istanze individuali per un arco
di tempo breve, come a carnevale, ma la rabbia non si trasforma
in un cambiamento condiviso.
espresso.epubblica.it - alessandro gilioli - intervista 2016
.
Meet the Media Guru
- milano 2013
lezione - La vita tra online e offline Bauman si pone verso la rete in una
posizione critica concentrandosi principalmente sui social network - da
lui definiti come le
autostrade dell'informazione
- che pur essendo aggregatori di community hanno in sé connaturato il
rischio diindebolire i
legami tra esseri umani.
Un momento di riflessione per aumentare la consapevolezza su uno dei
temi più attuali e "fluidi" della nostra società.
milano.mentelocale.it - ottobre 2013 Il nostro
mondo assomiglia sempre di più a un istant-coffee Non c'è più pazienza
per raggiungere un risultato e neppure nella costruzione dei rapporti
umani. Anzi diventiamo sempre più incapaci di gestirli.
Meet The Media Guru . Devo
deludervi, non sono un guru - non vi dirò come condurre la vostra vita. . computer - i server stanno
immagazzinando la nostra conoscenza e la nostra capacità di
memorizzare
sta scomparendo e questo avrà un effetto negativo sulla nostra
creatività. .
facebook
- Il problema con
Facebook e gli altri social netwok è che promettono esattamente quello
che il progresso promette: rendere la nostra vita più semplice anche
nella gestione delle relazioni umane e sentimentali. ma la felicità non
è evitare i problemi. la felicità è superarli. .
dialogare - il dialogo non deve servire a
far prevalere il nostro ego perché con il diverso non devono esserci né
vincitori, né vinti.
riscoprire le capacità di dialogo nei confronti
del diverso è una questione "di vita o di
morte" per il nostro futuro perché
Il
futuro non esiste . il futuro va creato .
meetthemediaguru.org - socialmedia.vanityfair.it
- philip di salvo - daily.wired.it -
2013
FUTURO
... la gente guarda
al futuro in quanto vorrebbe una società migliore. Ma prevedere il
futuro è un affare molto rischioso. Come scrive il professor Kowalkowski
non ha senso parlare del futuro, perchè il futuro non esiste, noi
dobbiamo fare i conti con il presente. friuli future forum - maurizio cescon - messaggeroveneto.gelocal.it -
2016
terza edizione
Repubblica delle Idee Tra gli ospiti
Zygmunt Bauman -
Adonis
- Mario Vargas Llosa- sul tema riscrivere il paese napoli 2014
Cittadini sfiduciati, istituzioni in bancarotta. Noi andiamo a tentoni
per trovare un'alternativa alla situazione.
Le conseguenze del mondo liquido in cui viviamo:
La nostra è la cultura della dimenticanza e dell'oblio. L'ultima
speranza è la speranza .
Come uscirne?
La precarietà accomuna le
persone - ceto medio e operai - nell'incertezza. E allora l'ultima
speranza è la speranza.
La differenza tra una
comunità e una rete è che a una comunità si appartienementre una rete appartiene a voi. ilaria mauri - magzine.it - 2016
SOLITUDINE E WEB Quando si evita a ogni costo di
ritrovarsi soli si rinuncia all’opportunità di provare la
solitudine: quel sublime stato in cui è possibile raccogliere le proprie
idee, meditare, riflettere, creare e, in ultima analisi, dare senso e
sostanza alla comunicazione. Certo, chi non ne ha mai gustato il sapore
non saprà mai ciò che ha perso, ha lasciato indietro, a cosa ha
rinunciato.
cose
che abbiamo in comune - 44 lettere dal mondo liquido -
2012
.
Zuckerberg, il padre di Facebook, ha capitalizzato il
timore della solitudine che affligge l'uomo contemporaneo . cagliari - festival 'leggendo metropolitano' 2016
La felicità insidiata da Facebook e Twitter I PIÙ INTENDONO LA FELICITÀ COME
UNA VITA FACILE, PRIVA DI SCOMODITÀ E PREOCCUPAZIONI. PECCATO CHE UNA
VITA COSÌ SAREBBE MOLTO NOIOSA ... LA SOCIETÀ CREA LE CONDIZIONI PER ESSERE
FELICI O INFELICI. L’ARTE DELLA VITA È LA CAPACITÀ DI RAGGIUNGERE LA
FELICITÀ FACENDO I CONTI COL FATO E COL CARATTERE. IL FATO NON LO
CONTROLLIAMO, IL CARATTERE SI PUÒ MIGLIORARE ... I SOCIAL MEDIA PROMETTONO UNA LIBERTÀ
SENZA PRECEDENTI: ESSERE IN COMPAGNIA SENZA L'INVADENZA DELL'ALTRO. COSÌ
LA NOSTRA VITA SI DIVIDE IN DUE: QUELLA ON LINE E QUELLA OFF LINE ...
SU FACEBOOK SELEZIONIAMO LE PERSONE CHE SI
ADATTANO A NOI, NON È COSÌ A SCUOLA, NON È COSÌ PER LA STRADA. IL MONDO
OFF LINE RICHIEDE DELLE COMPETENZE CHE, SE NON LE CONOSCI, CREANO
DISAGIO . daniela
paba - lanuovasardegna.gelocal.it - cagliari 2016
.
siamo passati da una società di produttori a una società di consumatori. E
se il consumatore non ce la fa più a fare il suo dovere ecco che siamo
di fronte a una società di “consumatori difettosi”.
vite che non possiamo permetterci
Senza
mortalità
non ci
sarebbe storia né cultura – non ci sarebbe umanità. La mortalità ha
“creato” l’opportunità: tutto il resto è stato creato da esseri
consapevoli di essere mortali. La mortalità ha fornito l’opportunità; il
modo umano di vivere la vita è il risultato dell’aver colto, e cogliere,
tale opportunità ... Durevole
è tutto
quello che è al sicuro dall’impatto corrosivo e decomponente del
consumo, che non è destinato al consumo, che non ha valore d’uso, che
non serve ad alcun fine concepibile, che non può essere divorato e
annichilito per soddisfare un appetito. Il “durevole” è qualcosa che non
scema con l’uso; se viene “consumato”, tale consumo, in brusca
opposizione con ogni consumo “ordinario”, aggiunge qualcosa al suo
volume invece che sottrarne. Il desiderio che lo rende prezioso è
proprio il desiderio di preservarlo e mantenerlo intatto, e le attività
che seguono quel desiderio non hanno un saldo finale uguale a zero; il
valore dei beni durevoli, al contrario, cresce nel corso di quelle
attività. E’ come se, attraverso una magia contagiosa, l’associazione
con il sublime che è stato eternato in tal modo dal non-uso si depositi
per contatto su coloro che la praticano consentendo loro di partecipare
degli splendori dell’immortalità.
mortalità immortalità e altre strategie di vita
giorgia petrini - italiamagazineonline.it
La società individualizzata Tutti i punti di
riferimento che davano solidità al mondo e favorivano la logica nella
selezione delle strategie di vita (i posti di lavoro, le capacità, i
legami personali, i modelli di convenienza e decoro, i concetti di
salute e malattia, i valori che si pensava andassero coltivati e i modi
collaudati per farlo), tutti questi e molti altri punti di riferimento
un tempo stabili sembrano in piena trasformazione. Si ha la sensazione
che vengano giocati molti giochi contemporaneamente, e che durante il
gioco cambino le regole di ciascuno. Questa nostra epoca eccelle nello
smantellare le strutture e nel liquefare i modelli, ogni tipo di
struttura e ogni tipo di modello, con casualità e senza preavviso.
libriantichionline.com
.
Normalmente si misura la tenuta di un ponte
a partire dalla solidità del suo pilastro
più piccolo
La qualità umana di una società
dovrebbe essere misurata a partire
dalla qualità della vita dei più deboli dei
suoi membri
E poiché l’essenza di ogni morale è data
dalla responsabilità