In un caffè lavoro meglio -
trovo l’essenziale per scrivere senza troppe distrazionie i clienti non badano a me . Il San Marco rimane la prima scelta
. lì i posti sono quasi fissi . altrove c’è la provvisorietà del porto di mare con la gente che viene e che va . il caffè è il luogo in cui si può stare contemporaneamente da soli e fra la gente .
CAFFE SAN MARCO Le maschere stanno in alto, sopra il bancone di legno
nero intarsiato, che proviene dalla rinomata falegnameria Cante - rinomata
almeno un tempo, ma al Caffè San Marco le insegne onorate e la fama durano un
po' di più; anche quella di chi, quale unico titolo per essere ricordato, può
accampare soltanto - ma non è poco - il fatto di aver passato degli anni a quei
tavolini di marmo dalla gamba di ghisa, che finisce in un piedestallo poggiato
su zampe di leone, e di aver detto ogni tanto la sua sulla giusta pressione
della birra e sull'universo. Il San Marco è un'arca di Noè,
dove c'è posto, senza precedenze né esclusioni, per tutti, per ogni coppia che
cerchi rifugio quando fuori piove forte e anche per gli spaiati. A proposito,
non ho mai capito quella storia dei Diluvio, qualcuno ricorda che dicesse il
signor Schönhut, "shammes" tuttofare dell'adiacente Tempio israelitico, mentre
la pioggia picchiava contro i vetri e i grandi alberi del Giardino Pubblico - in
fondo a via Battisti, subito a sinistra per chi esce dal Caffè - sbattevano
fradici nel vento sotto un cielo di ferro. Se era per i peccati del mondo, tanto
valeva farla finita una volta per tutte, perché distruggere e poi ricominciare
daccapo? Mica le cose sono andate meglio, dopo; anzi, macelli e crudeltà a non
finire, eppure niente più diluvi, addirittura la promessa di non estirpare la
vita dalla terra. pag 11 -
microcosm
I caffè storici si mandano avanti dando un’anima letteraria
alexandros delithanassis - titolare
.
per me scrivere al computer è innaturale . io uso
ancora la penna .
la penna segue il corso del pensiero che
scorre fisicamente attraverso la mano con una sua armonia .
battere sui tasti del computer invece è come pensare una parola alla volta .
per me è come parlare in inglese invece che in italiano tedesco o francese .
lingue in cui il mio pensiero scorre senza pensare a quello che dirò fra poco .
rainews24.it
Il fatto di non usare il
computer non è una civetteria - assicura -. Ma è come se dicessero a un uomo che
cammina con una stampella di mettersi a correre. Purtroppo, sono totalmente
inadeguato per le nuove tecnologie. E per di più ho anche una calligrafia
difficile da decifrare. Così devo dettare il testo al registratore e riversarlo
su delle audiocassette vecchio tipo. Per fortuna, poi, ci sono due persone che
ribattono il testo in video .
ilpiccolo.gelocal.it
Scrivere è trascrivere
Anche quando inventa uno scrittore
trascrive storie e cose di cui la vita lo ha reso partecipe .
senza certi
volti - certi eventi grandi o minimi - certi personaggi - certe luci
certe ombre - certi paesaggi - certi momenti di felicità e
disperazione
tante pagine non sarebbero nate
*
Bisogna sempre rispettarli e proteggerli
i libri
anche quelli che non piacciono
*
La traduzione è
un’opera creativa letteraria a volte impossibile ma necessaria .
Non bisogna dimenticare che la traduzione,
come ha scritto Schlegel in un suo bellissimo passo, è la prima
forma di critica letteraria, tanto è vero che scopre subito i punti
deboli di un testo, sia quando si traduce sia quando si viene
tradotti e si discute con chi traduce . È molto
difficile imbrogliare i traduttori. aula magna palazzo gallenga università per stranieri di perugia
quotidianoellumbria.it
.
scrivere la fa stare bene? Sì, però mi dà anche ansia.
Un libro costruisce sé stesso aprendosi la strada e
questa è una fase faticosa ma bellissima. Anche quando
comincio a scrivere, magari in modo selvaggio : è come una
storia passionale . All’opposto la fase più brutta è
quando desideri di avere già scritto. È come
quando, fatte le debite proporzioni, pensi: come sarebbe bello
essere piantati, viltà universale ma sopratutto maschile. cristina taglietti - corriere.it
.
Lo scrivere non salva la vita anche se permette a qualche suo istante
di sopravvivere nelle parole, perché la vita non può riconoscere e
ritrovare in esse la propria verità immediata, inesprimibile e
fuggitiva . itaca e oltre - 1968
.
sul tradurre Per un traduttore, conta molto la storia
culturale precedente, il background, come la formazione si intrecci
con la vita .
Si parla di ‘empiria’ perché la traduzione non segue teorie
precostituite: si può parlare soltanto dopo la traduzione. È di
fatto impossibile applicare la teoria della traduzione, a parte per
gli elementi ovvi, quelli che sono una sorta di decalogo, con i
quali giungere all’elementare onestà che ci dovrebbe essere in ogni
lavoro . Il traduttore
trova la propria originalità, personalità e grandezza non per conto
suo, ma attraverso il modo in cui sa far vivere quel testo . snežana milinković - conversazione
con cm - insulaeuropea.eu - 2020
La Speranza è attesa
attesa di ciò che non si fa ancora vedere e che allevia l’animo proprio in
quanto si attende qualcosa che verrà. La Speranza ha un
determinante potere salvifico non solo nella meta che essa propone ma
soprattutto nel cammino per raggiungerla . estratto lectio magistralis - milanesiana 28.6.2019 -
corriere.it
PREMIO FIL GUADALAJARA
- MESSICO 2014
Ogni scrittura, anche poche righe, è sempre un
testo, intessuto di piani diversi, ricco di rimandi, sotteso da una tensione tra
la totalità e un frammento, il detto e il non dettoSottolineando come essa usi
diversi colori, diverse matite anche per chi non scrive a mano come lui,
l'intellettuale triestino ricorda anche che
Ci sono tanti tipi di scrittura: quelle che
danno voce alla tragedia ed all'orrore della vita e quelle che danno voce al suo
incanto, quelle che sono ossessionate dalla verità e quelle che cercano di
reinventare il mondo. XXVIII fiera del libro di guadalajara - messico
- alessia biasatto - ilpiccolo.gelocal.it
Su Facebook a mia insaputa - Non ci
sto «diritto alla disabilità
digitale» per non entrare nel partito invisibile ...
C’è un Partito Invisibile che vorrebbe far indossare a tutti la stessa camicia,
come un tempo la camicia nera, e lo fa in modo subdolo e insidioso. Forse il
meccanismo del mondo è essenzialmente un congegno escogitato per impedire alla
gente di andare a spasso, così, senza meta, come i cani per le strade di Parigi
nel vecchio film di Tati, Mon oncle - un cammino più dignitoso e più libero di
ogni marcia. corriere.it
.
Quei 418 messaggi che non ho
letto Sono arrivati in tre giorni sul mio telefono .
Se rispondessi a tutti, mi resterebbe tempo ?
La tecnologia sottrae spazio per
vivere, amare, leggere : siamo servi della gleba
digitale .
corriere.it
siamo diventati ignoranti Google Wikipedia e la Rete - un eccesso di informazione
che minaccia la cultura Non è strano che la cultura possa essere
indebolita da un eccesso di informazione che impedisce di selezionare e di
riflettere e mette in difficoltà i tempi dell’autentica cultura, che non è
cumulo di nozioni bensì capacità di critica e autocritica, passione e distanza.
Cultura, diceva Lin Yutang, è amare e odiare con fondamento. È strano invece che
a impoverirsi paurosamente sino al ridicolo sia l’informazione, anche la pura e
semplice informazione priva di riflessione. corriere.it
per la letteratura non
esiste un fuori tempo massimo ... Non si tratta certo di
scandalizzarsi, perché certamente il libro è una
merce, è anche una merce. Lo è, come lo è in
fondo ogni cosa, dalle idee ai quadri e così via. Né sarebbe giusto dire che
l’essere merce offende lo spirito o cose del genere. Ma le merci sono, appunto,
diverse e applicare la stessa logica che funziona nel caso di una merce a
un’altra che non le assomiglia affatto e che, come il libro, ha tutta una serie
di significati e funzioni, non è un’offesa allo spirito ma è semplicemente uno
sbaglio disastroso ...
Quando facevo una ricerca di letteratura tedesca, ovviamente cercavo di leggere
tutto ciò che su quell’autore o su quel tema era necessario o utile, con uno
scrupolo che arrivava alla pedanteria. Ma quando leggo per me, rivendico il
diritto alla libertà più zingaresca.
L’arte e la letteratura
appartengono certamente al loro tempo, alla loro stagione, perfino
all’irraggiungibile istante della costellazione di quella settimana in cui
vengono alla luce e vengono immesse nella circolazione, ma non appartengono solo
a questo. Possono riaffondare, scomparire e riemergere e la vera lettura
dovrebbe somigliare o dovrebbe per lo meno avere il diritto di assomigliare a
una recensione ritardata, essere
una lettura ritardata. Io ho letto Gli indifferenti
di Moravia per la prima volta sette anni fa e non certo perché prima non volessi
leggerli, ma perché la vita mi aveva portato altrove e non ne avevo avuto
materialmente la possibilità. Non è una sfortuna; forse, averlo letto fuori
tempo - per la letteratura non esiste un fuori
tempo massimo - ha giovato al mio incontro con quel
libro e alla mia comprensione di quel libro ...
Oggi, se si sente parlare, poniamo, di mille libri, il che ne diffonde
meritoriamente almeno la notizia, al milleunesimo
libro che, spesso anche semplicemente per caso,
resta fuori, viene negata non solo la fama ma anche il predicato di esistenza.
Ciò di cui non si parla non c’è, non esiste; stiamo vivendo una cattiva parodia
della frase hegeliana secondo cui la filosofia è il proprio tempo appreso con il
pensiero, frase giustissima ma che può diventare la propria caricatura.
lindiceonline.com
CORRIERE DELLA SERA - PRIMA
USCITA 5 MARZO 1876 Il Corriere mi ha fatto crescere,
è stato una fondamentale scuola della mia vita. Una scuola di scrittura, che
insegna a mettere i propri fantasmi a contatto con il mondo e a prestare più
attenzione a quest’ultimo che a quelli; che insegna a scrivere su un evento che
piomba addosso all’improvviso senza poter studiarlo prima di scrivere ma
riflettendovi e studiandolo mentre lo si scrive in lotta con il tempo e con il
numero delle battute, altra salutare ginnastica del pensiero e della fantasia.
Una grande educazione linguistica,
che insegna a essere comprensibili a quel lettore medio sconosciuto che è sempre
il tuo interlocutore ma senza cedere alla falsa e ingannevole semplificazione,
mettendosi a rischio in quel dialogo col lettore,
come in ogni vero dialogo.
cm - 3 marzo 2016
.
la festa al Corriere - Amici e ricordi per
lo scrittore - 1967/2017 incontro in Sala Buzzati per i 50 anni di collaborazione
del romanziere e germanista con il quotidiano di via Solferino. Il primo
articolo venne pubblicato il 15 ottobre 1967 .
citta di mare - Un tema che mi tocca da tutte le parti - il mare
è una delle componenti essenziali della mia vita Le città di mare hanno una loro peculiare letteratura.
Città di mare e di un retroterra anch’esso in qualche modo illuminato dal mare;
basta pensare alla venezianità di Comisso e ai suoi racconti adriatici che hanno
tutto il sapore del salso e del vento. Come il mare, pure la letteratura che
nasce, come Venere, dalle sue spume, è molto varia. Genova, signora del mare e
dei mari, ha avuto ad esempio una grande letteratura di mare. Non solo
capolavori, Montale, il grande filone ligure, un protagonista del Novecento.
claudio magris - palazzoducale.genova.it
- https://youtu.be/qECBPqtdIh0
- 2018
L'Italia è tutta una rotta marina,
città, coste e isole dove glorie e tragedie di secoli sono indissolubili dai
canti e dalle epopee che le hanno narrate. Un portolano poetico che
contiene grandi, grandissime pagine. Il mare ci vince, dice
'Ntoni nei Malavoglia, ma come ci vince la vita.
mondadori
Alzheimer culturale Il presente, di una persona e
di una società, non è soltanto il secondo o il minuto di quel momento subito
svanito; è il contesto generale che avvolge, precede e
continua la realtà in atto della nostra vita . corriere.it -
23.2.2020
uomo dell'anno 2018
per l’impegno e la carriera nel
mondo della cultura - a palazzo parigi di milano
onorificenza conferita da
Associazione Amici del Museo d’arte di Tel Aviv
.
Mi sono riservato una gratificazione intellettuale
Abbiamo parlato per ore senza che me ne accorgessi, delle
sue opere ...
è una figura da intellettuale di grande levatura premier giuseppe conte - sett 2020 - ansa -
linkiesta.it/conte-magris
QUISQUILIE 22 ex allievi
raccontano claudio magris con gratitudine e affetto - oltre l'aspetto
ufficiale - in un VOLUME del circolo culturale menocchio - all'insaputa dello
stesso professore. dalla
prEfazione DI QUISQUILIE : Questo libro nasce
senza un’occasione particolare se non il desiderio di ringraziarlo in un anno
non tondO corriere.it - 2016
In una lingua dell’
Amazzonia
ricordata da Canetti in Massa e potere, l’andare verso il futuro è espresso con
lo stesso verbo che indica il procedere all’indietro; si va al buio verso
l’ignoto, mentre l’orizzonte è il paesaggio da cui ci si allontana e che dunque
si perde, si allarga, diventa più vasto e lontano. 3 febbraio 2019 - la lettura - inFuturo agenziaradicale.com
GIORNALISMO Il giornale si tuffa nel mondo e nella sua polvere, senza
rinchiudersi in una pretesa purezza da torre d’avorio, ma partecipando alla
calda vita, alle sue contraddizioni, ai suoi sogni, ai suoi compromessi e alla
sua incertezza. Certo, frugando nella polvere del reale ci si può sporcare le
mani , ma l’unico modo perché queste siano veramente e non sterilmente pulite e
aiutino a rendere più pulito il mondo è immergerle nel disordine delle cose,
degli eventi e dei sentimenti per trovare, scoprire e rivelare un senso e una
verità. -CM valentino losito -
antimafiaduemila.com
SE QUALCUNO MI CHIAMASSE 'OPINIONISTA' GLI TIREREI UN
PUGNO IN FACCIA lastampa.it/cultura
- intervista - 2020
l'ironia è un atto di amore e di libertà è un
aiuto a riconoscere i nostri limiti
In un tempo di nuova barbariela scrittura è spazio di libertà uni verona - nov 2015
bio
Nato a Trieste - 10 aprile 1939 - Saggista
italiano ex professore ordinario di Letteratura Tedesca moderna e contemporanea
all'Università di Trieste collabora al Corriere della Sera e a diversi altri quotidiani e
riviste. Ha contribuito, con numerosi studi, a diffondere in Italia la
conoscenza della cultura mitteleuropea e della letteratura del "mito asburgico"
ed è anche autore di testi narrativi. Tra i maggiori intellettuali
del Novecento ha la capacità di comprendere e interpretare i grandi sistemi
storici e sociali e letterari rendendoli accessibili anche al lettore meno
esperto
- Traduttore di Ibsen - Kleist
e Schnitzler .
Claudio Magris germanista e critico è finissimo letterato di vasta cultura
- laureato all'universita di torino - e uno dei più profondi saggisti
contemporanei oltre che persona dotata di grande umanità e sensibilità come è
testimoniato anche dai suoi interventi sul Corriere della Sera. titolare
della cattedra europea del Collège de FranceHA InsegnaTO
alla facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Trieste città che molto
ha inciso sulla formazione di Magris - ha scritto diversi libri tra i quali
bisogna ricordare almeno "Microcosmi" "Danubio"
"Un altro mare" "Itala e oltre" e "Illazioni
su una sciabola" . Senatore della Repubblica dal 1994 al 1996
è socio di varie Accademie italiane e straniere - Officer de l'Ordre
des Art et Lettres da la République Française - Cavaliere di
Gran Croce della Repubblica Italiana.
Non si contano i premi e i riconoscimenti che gli sono stati attribuiti -
varie anche le lauree ad honorem a Strasburgo - Copenhagen - Klagenfurt e
Szeged.
messaggeroveneto.repubblica.it
Claudio Magris è nato a Trieste nel 1939. Laureatosi all’Università di Torino
con una tesi pubblicata nel 1963 da Einaudi (Il mito asburgico nella letteratura
austriaca moderna), ha qui insegnato Lingua e Letteratura tedesca dal 1970 al
1978 per poi trasferirsi all’Università di Trieste dopo un periodo trascorso
all’Università di Friburgo. Germanista e tra i più importanti studiosi della
cultura mitteleuropea, è autore di numerosi saggi tra cui si ricordano Lontano
da dove. Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale (1971), L’altra ragione:
tre saggi su Hoffmann (1978), Dietro le parole (1978), L’anello di Clarisse.
Grande stile e nichilismo nella letteratura moderna (1984) e Utopia e
disincanto. Storie, speranze, illusioni del moderno (1999), oltre che le sue
traduzioni di Schnitzler, Ibsen, Franz Blei, Buchner, Grillparzer.
mcg - romanotizie.it - 2016
torinese di trieste E’ a Torino che è nata l’idea della tesi di
laurea che sarebbe divenuta il primo, decisivo libro della mia vita, Il mito
absburgico, ed è a Torino che ho fatto i conti con la germanistica, sotto la
guida di un maestro quale Leonello Vincenti, che sapeva correggere
severamente senza mortificare e le cui lezioni, pacate e apparentemente
semplici, permettevano agli allievi di inoltrarsi nei meandri anche tortuosi
della cultura tedesca. torino.corriere.it - cm - 3.12.2017
- -
corriere.it/cultura/torino-amici-trieste-cosi-nacque-mio-mito-absburgico 2023 - mito
asburgico
salone del libro - friuli - 2022 Una delle definizioni
di cui sono più fiero è quella di torinese di
Trieste, datami da Guido Davico Bonino.
A Torino ho studiato e lo considero il mio mondo, anzi, mi considero un
rappresentante di entrambi i mondi. Qui ho vissuto
gli anni della grandissima università . -cm paolo morelli -
torino.corriere.it
Teatro Franco Parenti Milano - serata dedicata al
compleanno dell’autore e saggista triestino. omaggio, organizzato da
Fondazione Corriere, Corriere della Sera e Garzanti, durante il quale
Claudio Magris ha ripercorso la sua lunga carriera e gli anni di
collaborazione con il quotidiano. . allo scrittore è dedicato il convegno 'Firenze per
Claudio Magris', promosso dal Dipartimento di Formazione, Lingue,
Intercultura, Letterature e Psicologia ... inaugurazione festival
maggio musicale - firenzetoday.it - 2019
Scrivere è
trasformare
la vitain passato
cioè invecchiare
.
Il romanzo non finirà
testimonia la disarmonia del mondo
la difficoltà di inserire le storie individuali nella grande storia 2014
.
L’età che
avanza rende liberi La vecchiaia è un avanzare per indietreggiare - per trovare una nuova libertà. Senza più il dovere di
vincere, di sedurre. Una sorta di licenza selvaggia che cambia
la prospettiva sulle cose ...
Io non so se si
avanza davvero nel tempo. Certamente, però, si avanza negli
anni, verso l’uscita di scena. Indietreggiando da tutto ciò
che, fino a quel momento, non si era capito. Si indietreggia,
paradossalmente, anche per trovare una maggiore libertà di dimostrare qualcosa.
Ne è prova l’anziano che ha quella licenza selveggia in virtù della quale può
prendersi libertà selvagge . carlo baroni - corriere.it - futura.news
- salone del libro torino 2019
.
Pseudocaffè sono quelli in cui
si accampa un'unica tribù, poco importa se di signore bene, giovanotti di belle
speranze, gruppi di alternativi o intellettuali aggiornati .
Ogni endogamia è asfittica - anche i college, i campus universitari, i
club esclusivi, le classi pilota, le riunioni politiche e i simposi culturali
sono la negazione della vita, che è un porto di mare .
microcosmi
.
La memoria è il
fondamento di ogni identità, individuale e collettiva, che si basa sulla libera
conoscenza di se stessi, anche delle proprie contraddizioni e carenze, e non
sulla rimozione, che crea paura e aggressività. La memoria guarda avanti .
la memoria senza ossessione - corriere sera - 10.2.2005
.
ITALIA
UN PAESE DA LEGGERE
Claudio Magris inaugura la sfilata di grandi ospiti italiani al parco del Retiro
per la 71esima Fiera del Libro di Madrid a cui
l'Italia partecipa per la prima volta come ospite d'onore. La rassegna sara'
inaugurata dall'ambasciatore italiano Leonardo Visconti di Modrone e dal
principe delle Asturie, Felipe di Borbone.
agi.it - 2012
Per Claudio Magris, la caratteristica e originale
''varieta'' dell'Europa ''si sente oggi minacciata ed e' essa stessa una
minaccia''. ''Si sente minacciata dalla globalizzazione e dall'omologazione e
reagisce percio' con il particolarismo, con una diversita' che diventa selvaggia
e ringhiosa, creando una tensione pericolosa''.
agi - ts 2.6.2012
ESAMI DI MATURITA italiano Il libro di Magris ignoto agli studenti
- una delle tracce proposte per la
prova scritta di italiano alla maturità era costituita da un passo tratto da
L'infinito viaggiare e proponeva una riflessione sui significati e sulle
ambivalenze
dell'idea di viaggio, sul fatto che oltrepassare una frontiera significa sempre
scoprire il nuovo che c'è oltre, ma al tempo stesso anche conoscere meglio il
vecchio che credevamo di conoscere al di qua di quella frontiera. Perché ragazzi
e ragazze che, almeno secondo la valutazione corrente, di viaggiare sono
appassionatamente desiderosi, si sono dichiarati, in buona parte, spiazzati,
traditi, messi di fronte a una traccia impossibile? Hanno detto: chi è questo
Magris? Tra gli autori del programma Magris non c'è!
giuglio galetto - bresciaoggi.it - 2013
non nel senso stupido e scorretto in cui viene correntemente
usata questa parola, quasi significasse l’opposto di credente o religioso.
Bobbio ha insegnato che laicità non è un credo filosofico specifico, ma la
capacità di distinguere ... ciò che spetta alla Chiesa da ciò che spetta allo
Stato, ciò che appartiene alla morale da ciò che deve essere regolato dal
diritto, ciò che è dimostrabile razionalmente da ciò che è oggetto di fede».
..Magris, del suo maestro torinese, portava come esempio la «testimonianza
appassionata e lucida - da vero laico, in un clima di intollerante faziosità
abortista - della realtà della vita nascente e dei conseguenti diritti del
nascituro».
corriere.it
Laicità
significa tolleranza, dubbio rivolto anche alle proprie certezze, capacità di
credere fortemente in alcuni valori sapendo che ne esistono altri, pur essi
rispettabili; di non confondere il pensiero e l'autentico sentimento con la
convinzione fanatica e con le viscerali reazioni emotive; di ridere e sorridere
anche di ciò che si ama e si continua ad amare; di essere liberi dall'idolatria
e dalla dissacrazione, entrambe servili e coatte. Il fondamentalismo
intollerante può essere clericale (come lo è stato tante volte, anche con feroce
violenza, nei secoli e continua talora, anche se più blandamente, ad esserlo) o
faziosamente laicista, altrettanto antilaico .
corriere.it Laicità
significa fare i conti con le scelte e con le rinunce
implicite in ogni scelta, non confondere il pensiero e l’autentico sentimento -
che è sempre rigoroso - con la convinzione fanatica e con le viscerali eazioni
emorive.con la convinzione fanatica e con le viscerali reazioni emotive. Laico
è chi sa aderire ad un idea senza
restarne succube, impegnarsi politicamente conservando l'indipendenza critica,
ridere e sorridere di ciò che ama continuando ad amarlo; chi è libero dal
bisogno di idolatrare e dissacrare, chi non la dà a bere a sè stesso trovando
mille giustificazioni ideologiche per le proprie mancanze, chi è libero dal
culto di sè. laicita e stato di diritto - uni milano-bicocca -
adolfo ceretti e loredana garlati
Il Vaticano ha
problemi di divulgazione del proprio messaggio Dicendo ‘peccaminoso’ pare sempre ci si
riferisca alla sessualità, e invece il peccato è la violazione di una legge
oggettiva. Tormentare i propri dipendenti, per esempio, è peccaminoso.
giovdoz - europaquotidiano.it - salone del libro torino
2014
Io penso che le frontiere vadano
superate
ma anche mantenute assieme alla propria
identità
Un modo corretto di viverle è sentirsi anche
dall’altra parte
CONFINI
muoiono e risorgono - si spostano - si
cancellano e riappaiono inaspettati. Segnanol'esperienzail linguaggio
lo spazio dell'abitare
il corpo con la sua salute e le sue malattie
la
psiche con le sue scissioni e i suoi riassestamenti
la politica con la sua spesso assurda cartografia l'io con la pluralità dei suoi
frammenti e le loro faticose ricomposizioni la società con le
sue divisioni l'economia con le sue invasioni e le sue ritirate
il pensiero con le sue mappe dell'ordine
brunomondadori.com
UTOPIA E DISINCANTO
La fine e l’inizio di millennio hanno bisogno di utopia e
disincanto
Il destino di ogni uomo, e della Storia stessa,
rassomiglia a quello di Mosè, che non raggiunse la Terra Promessa, ma non smise
di camminare nella sua direzione. Utopia significa non arrendersi alle cose così
come sono e lottare per le cose così come dovrebbero essere... Il disincanto, che corregge l’utopia, rafforza il suo elemento
fondamentale, la speranza ... che rischiara il grigiore del presente ...
tarcisio bertone - lastampa.it
. Mi sento europeo ma... Mi sento europeo ma con l’Europa succede quello che
Sant’Agostino affermava del tempo Quando non mi domandano cos’è, so cos’è.
Quando me lo domandano, non lo so più.
Oggi i Paesi europei
condividono gli stessi problemi e tendenze: la moneta, la disoccupazione, le
mode e la cultura. In questo senso Magris non vede l’ora che «l’Europa sia uno
Stato, forse uno stato federale, ma con un Parlamento vero». Ed è necessario che
questo si verifichi al più presto perché l’Europa, al contrario di grandi
civilità orientali o americane, mantiene «un peculiare rapporto tra l’individuo
e il tutto: una società in cui l’accento è stato sempre posto sull’individuo, ma
non in maniera selvaggiamente anarchica». L’Europa vive di un’eredità culturale,
storica, sociale e letteraria che porta le persone ad «un egoismo progressivo,
in cui l’io coinvolge anche la comunità. giulio zucchini
- cafebabel.com
germanofobia stupida e fuori luogo dobbiamo prendere esempio dal capitalismo renano molto
diverso da quello anglosassone in quanto punta più sulla produzione che sulla
finanza più sulla durata che sull'improvvisa e artificiosa crescita della
ricchezza.
in occasione della consegna della commenda
dell'ordine al merito della repubblica tedesca
lettera43.it - 2012
giustificazionismo Magris questo savio umanissimo friulano-triestino ex
senatore visto da molti come "uomo di confine che fortunatamente è al di sopra
dei confini" e che probabilmente è considerato all'estero un esponente dell'amor
patrio peninsulare farebbe forse meglio a togliersi la maschera per uscire una
volta per sempre dalla sua melata ambiguità.
Ma se non lo fa è perché la componente
italiana della sua identità pangermanica intrisa di simpatie slave e che
s'innesta su un'ampia base di autocompiacimento personale resta nonostante tutto
forte ... avrebbe fatto bene a ricordare le parole finali dell'elegia dedicata a
una Pola svuotata dall'esodo ... E Pola gera sola/co' case svode in pianto/la sova zente intanto/xe sénere che svola = E Pola era sola/con le case vuote in pianto/la sua gente intanto/è cenere che vola. claudio antonelli
- rinascita.eu
Si può - si deve - parlare dei problemi concreti che
ha oggi l’Europa, di ciò che favorisce oppure ostacola il processo di una
sua reale unificazione, delle possibilità o difficoltà di arrivare un giorno
- malgrado l’attuale gravissima crisi - a un vero e proprio Stato europeo.
Si può - si deve - parlare dell’euro, della disoccupazione,
dell’immigrazione e della necessità di leggi comuni a tutti i Paesi. claudio magris - corriere.it - 2014-2015
Occorre certo riconoscere la molteplicità delle identità che compongono
l’Europa, senza fonderle in un’amalgama che le cancelli, ma vedendole come
elementi organici di una stessa realtà superiore che le costituisce e che
esse costituiscono, come diversi rami dello stesso albero. giacomo
glossi - doppiozero.com - eco di bergamo
EUROPA
temo che l'Europa possa
fallire
E' un incubo per me
pensare a 'questo enorme potenziale' mai sufficientemente
sviluppato Vorrei un'Europa Stato,
forte, vera, con vertici scelti col voto - non retorica, non
trasparente. Torino Biennale Democrazia - lectio magistralis -
ansa - 2015
Oggi la società italiana è sempre più una
pappa gelatinosa - una specie di Lumpenbourgeoisie
- di borghesia intellettualmente pezzente anche
quando è benestante - che non ha
nulla a che vedere con la borghesia classica .
2015
L’Europa ha perso il suo senso di civiltà Impressiona il fatto che si ammetta
tutto e il contrario di tutto,
tranne ciò che mette in discussione l'assoluto predominio
dell'ordine del giorno obbligato. L'eclissi di un pensiero
forte, capace di affrontare le contraddizioni del reale e la
difficile ma ineludibile necessità di scegliere, di condurre
quello che San Paolo chiamava "il buon combattimento".
Indubbiamente la democrazia, nella forma classica in cui
l'abbiamo vissuta e creduto in essa, sta estinguendosi. Il guaio
è che non siamo capaci di vedere soluzioni alternative
accettabili. luciano santin - messaggeroveneto.it - 2016
*
L'urlo
universale della natura e la coscienza perduta del pericolo.pdf
La società odierna è molto attenta alle
problematiche che la scienza solleva e si interroga continuamente sulle
conseguenze che potrebbero derivare dall'applicazione delle conoscenze
scientifiche alla realtà. Le domande dei profani anche se concettualmente errate
o poste in modo sbagliato sono legittime ed è indispensabile che gli esperti
forniscano risposte esaurienti e chiare . ulisse.sissa.it
ACcade spesso di
credere di parlare con se stessi o con Dio
e di parlare,
invece, soltanto con i miseri e presuntuosi fantasmi delle proprie paure o dei
propri idoli e di scambiare l’eco del proprio delirio per la voce della verità;
in un salotto è almeno più facile accorgersi di essere fatui e banali come gli
altri che stanno intorno, mentre in un soliloquio si rischia di convincersi di
ascoltare una verità assoluta e divenirne il profeta e lo schiavo.
larivieraonline.com
ABORTO - CALVINO
E MAGRIS NELL’ABORTO CHI VIENE MASSACRATO, FISICAMENTE E MORALMENTE, È LA DONNA
. ANCHE PER UN UOMO COSCIENTE OGNI ABORTO È UNA PROVA MORALE CHE LASCIA
IL SEGNO, MA CERTO QUI LA SORTE DELLA DONNA È IN TALI SPROPORZIONATE CONDIZIONI
DI DISFAVORE IN CONFRONTO A QUELLA DELL’UOMO, CHE OGNI UOMO PRIMA DI PARLARE DI
QUESTE COSE DEVE MORDERSI LA LINGUA TRE VOLTE. NEL MOMENTO IN CUI SI CERCA DI
RENDERE MENO BARBARA UNA SITUAZIONE CHE PER LA DONNA È VERAMENTE SPAVENTOSA, UN
INTELLETTUALE «IMPIEGA» LA SUA AUTORITÀ PERCHÉ LA DONNA SIA MANTENUTA IN QUESTO
INFERNO.
SEI UN BELL’INCOSCIENTE, A DIR POCO, LASCIA CHE TE LO DICA.
dalla lettera di calvino in risposta all'articolo di magris 'gli
sbagliati' - corriere sera 3.2.1975
parigi 1975 - I DUE
SCRITTORI NON INTERRUPPERO IL LORO
RAPPORTO INTERPERSONALE. liberazione.it – uaar.it
La vita può essere compresa solo guardando indietro,
anche se dev'essere vissuta guardando avanti – ossia verso qualcosa che non
esiste .
cm
Fedeltà e infedeltà
sono entrambe vita e morte, in ogni dimensione dell’esistenza; l’amore, il
desiderio, il sentimento, il sesso sono per eccellenza il territorio del
loro incontrarsi, scontrarsi e contraddirsi.
cm - corriere.it - 2019
Talora si fa fatica a rimanere contrari alla pena di morte
e oggi è difficile pensare che il posto più consono agli
assassini - sicari e mandanti, egualmente immondi, di tre persone, fra cui un
bambino di tre anni ucciso e bruciato al pari degli altri - non sia la forca o
altra analoga soluzione acconcia. Il sangue di molti bambini uccisi - è una
macchia incancellabile che sfigura la faccia del mondo. -cm alessia liberti - triesteallnews.it - 2014
Il gatto non fa nulla,
semplicemente è, come un re . Sta seduto,
accovacciato, sdraiato . E' persuaso, non attende niente e non dipende da
nessuno, si basta .
Il suo tempo è perfetto, si allarga e si stringe come la sua pupilla,
concentrico e centripeto, senza precipitare in alcun affannoso stillicidio .
La sua posizione orizzontale ha una dignità metafisica generalmente disimparata
. Ci si sdraia per riposare, dormire, fare all'amore, sempre per fare
qualcosa e rialzarsi subito dopo averla fatta; il gatto sta per stare, come ci
si stende davanti al mare solo per essere lì, distesi e abbandonati . E un dio dell'ora, indifferente,
irraggiungibile . pag 240 - microcosmi
WWF
festeggia il 40° anno -
tra i premiati claudio magris - 2006
Babbo Natale falso ottimista
cm
Se ne avessi il potere, proibirei per legge — quale offesa alla pietas di una
tradizione che per generazioni ha fatto sentire all'infanzia quanto vicini e
interscambiabili siano il sacro, il favoloso e il familiare — l'immagine e il
termine stesso di Babbo Natale. C'è un limite di decenza pure per la
secolarizzazione. Trasformare il mistero dell'incarnazione— l'eterno che si fa
storia, tempo fugace, carne fragile e peritura — o anche solo l'infantile poesia
di Gesù Bambino o dell'angelo che porta i doni nella figura di un vecchio
panciuto e svampito, dal viso rubizzo e giulivamente ebete, è un po' troppo.
Se proprio ci si vuole sbarazzare del Cristianesimo — del linguaggio e delle
figure che esso ha dato per secoli alla rappresentazione della vita —meglio
tornare allo Yule, alla nordica festa pagana del solstizio d'inverno col suo
culto delle demoniche forze elementari, che Lovecraft, nei suoi racconti
dell'orrore assai poco natalizi, sentiva ancor vive e minacciosamente in agguato
sotto la crosta della civiltà. Non a caso, al tempo della mia infanzia,
catechisti e sacerdoti della parrocchia scoraggiavano e deprecavano, sia pur
blandamente, l'albero di Natale, l'abete di remota ascendenza boreale e pagana,
contrapponendogli il cristiano, cattolico e italico Presepe; palme e cammelli
d'Oriente e dolce terra umbro-francescana contro la neve del Settentrione. Mi
sarei dunque atteso una più energica riprovazione ecclesiastica — almeno pari a
quella delle zucche di Halloween — del paonazzo fantoccio da supermarket, con le
sue renne fatte per tirare la slitta a Cortina e non in Lapponia.
Se Babbo Natale, con rispetto parlando, deriva da Santa Claus ovvero San Nicolò,
come triestino mi sento corresponsabile del suo trionfo, visto che a Trieste San
Nicolò, col suo manto rosso, porta i doni nella notte tra il 5 e il 6 dicembre,
ma quel rosso del santo di Bari ha almeno una sua regalità, da re pastore e non
da insegna luminosa di supermarket. Quest'ultimo, ovviamente, può essere
altrettanto sacro, con buona pace dei fustigatori del consumismo nostalgici
della miseria dei tempi andati. Nessun oggetto, nessuna istituzione, nessun rito
sono di per sé sacri; sacro è solo il senso di amore e soprattutto di rispetto
per gli uomini. Comperare un panettone a un supermarket, pensando alla tavolata
con persone amate, non èmeno poetico che preparare un pasto in una capanna di
pastori o in una casa contadina. Sono i simboli della vita a dire il significato
che le attribuiamo.
Sotto questo profilo, il ridanciano e scampanellante Babbo Natale è un segno
della crescente scristianizzazione; della perdita della memoria, del linguaggio,
del senso che il Cristianesimo dà al mondo. Non è solo il vituperato consumismo,
simboleggiato da Babbo Natale, che disturba. Pure in passato il pranzo e i
regali natalizi obbedivano alla logica del consumo, di per sé nient'affatto
disdicevole, e non è un merito se la penuria, subìta e non certo scelta,
costringeva a consumi più modesti. E' quel sorriso giocondo e soddisfatto nel
roseo faccione che nega il Natale. Le feste di un tempo univano il piacere — per
un bambino, anche l'incanto misterioso dei doni sotto l'albero o davanti al
Presepe — e la malinconia della ripetizione, che scandisce il fluire e lo
svanire del tempo quanto più cerca di catturarlo e fermarlo nel rito sempre
uguale. La festa—e il Natale è quella più grande—fa (soprattutto faceva) sentire
che la festa della vita finisce, che l'esistenza è il precipitare della gioia e
degli affetti nel buio del tempo e del nulla, così come nel grande abete, che un
magico zio travestito da angelo mi allestiva nella mia infanzia, una cascata di
caramelle bianche come la neve cadeva e spariva nella folta ombra dei rami e le
gocce di cera delle candele accese cadevano una sull'altra e si consumavano.
Ogni anno tante gocce d'oblio, mentre la tavolata famigliare si arricchiva di
nuovi venuti e ancor più si spopolava di altri che se ne andavano lasciando
seggiole vuote. La festa diceva la tenerezza e anche gli acri, amari malintesi
della vita di famiglia; era occasione in cui emergevano e poi si sopivano
rancori antichi, acerbamente conviventi con gli affetti, che il bambino captava
sgomento e poi rasserenato, imparando a capire il nesso inestricabile di amore e
avversione che lega gli uomini. Protagonista e vezzeggiata, l'infanzia era anche
vagamente oppressa da quella ripetizione e da quella mistura di gioia e
malinconia, immortalata in tragiche e debolmente sorridenti foto di famiglia.
Anche in quei Natali tradizionali si violava e negava, senza saperlo, il
significato del Natale, che è preludio di Buona Novella e di liberazione e non
malinconia; tempo annunciato e vissuto come pienezza, come compimento di attese
e valori, e non quale stillicidio di minuti e di anni nel nulla. Ma tutto ciò
era almeno riscattato dalla malinconia; l'angelo—anche quello che porta i
regali—è sempre malinconico, figura del mondo caduto e imperfetto. Babbo Natale
invece è sinistramente allegro; è persuaso e vuole persuadere gli altri che
tutto va bene e andrà sempre meglio; che il nostro mondo, la nostra società, il
nostro benessere, il nostro denaro, la nostra democrazia, il nostro teatro
quotidiano siano i migliori e gli unici possibili, una crescita destinata ad
accrescersi trionfalmente sempre più, una scorpacciata senza limiti garantita da
pillole digestive sempre più efficaci, un progresso inarrestabile, uno stadio
definitivo e un ordine immutabile, un oggi scambiato per l'eterno. Incubi di
pranzi in cui l'obbligato ingozzarsi insinua nell'animo una pesantezza di morte,
quintali di biglietti augurali e cassette di vini e di dolciumi che ingombrano
la casa dei fortunati destinatari di omaggi con la violenza dell'invasione.
Il Natale è la nascita di un bambino, di un salvatore che sarà crocifisso e
conoscerà l'estremo abbattimento del Getsemani; la gioia che esso annuncia non è
una truffa, perché non nasconde il dolore, il crollo del mondo. Uno dei più
grandi racconti di Natale di ogni letteratura, «Cristallo di rocca» di Stifter,
dice — come ha scritto Maria Fancelli in un memorabile saggio — «che
l'attraversamento del nulla è necessario ». Babbo Natale vuole invece farci
dimenticare che siamo sull'orlo di un vulcano, il quale potrebbe eruttare fuoco
distruttore da un momento all'altro; che le tensioni del mondo si vanno facendo
insopportabili e incontrollabili; che davanti al Presepe premono, per entrare in
quella capanna che è il cuore del mondo, più persone di quante essa possa
accogliere. Babbo Erode non si turba per le stragi di innocenti. Il fasullo
scampanellìo della sua slitta cerca di sopraffare il coro degli angeli che
annunciano gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona
volontà. Cerca di coprirlo perché, se lo si sente, si rimane sbigottiti dalla
smentita che quell'annuncio riceve sulla Terra, dove la pace è quasi sempre
negata agli uomini di buona volontà e semmai concessa ai farabutti. Quel canto
da sempre smentito va invece sempre ascoltato e seguito, per continuare a
credervi contro ogni evidenza, a sperare contro ogni vittoriosa negazione, con
quell'autentica speranza che passa sotto le forche caudine della disperazione e
rifiuta le stampelle del tronfio e menzognero ottimismo. 24 dicembre 2007
corriere.it
la
letteratura è un continuo viaggio fra la scrittura diurna
in cui un autore si batte per i propri valori e i propri dèi
e quella notturna in cui uno scrittore ascolta e ripete ciò che dicono i suoi
demoni
i sosia che abitano nel fondo del suo cuore
anche quando
dicono cose che smentiscono i suoi valori il cuore freddo degli scrittori
- corriere della sera 21 ottobre 2007
La mia eredità al gabinetto Vieusseux di Firenze manoscritti - carteggi - appunti di lavoro - bozze
di stampa - fotografie - settanta metri di libri -
CM ha donato l’archivio alla prestigiosa istituzione scientifico-letteraria
: Essere accolto qui è uno dei premi
più importanti della mia vita. A Firenze esperienze fondamentali . rainews.it - 2021