torino - 18 OTTOBRE 1909 - 9
GENNAIO 2004
FILOSOFO E SENATORE A VITA
Il suo testamento filosofico-politico
contenuto in 5000 titoli tra saggi, articoli, lezioni e recensioni. E' stato la
COSCIENZA CRITICA
DELLA SINISTRA.
Norberto Bobbio nacque a Torino il 18 ottobre 1909. Il padre Luigi, originario
della provincia di Alessandria, era uno dei piu' noti chirurghi della citta',
primario all'ospedale San Giovanni.
Gli anni della sua formazione vedono Torino come centro di grande elaborazione
culturale e politica. Al Liceo Massimo D'Azeglio conosce Vittorio Foa, Leone
Ginzburg, Cesare Pavese. All'Universita' diventa amico di Alessandro Galante
Garrone. Si laurea in legge e filosofia. Dopo aver studiato Filosofia del
Diritto con Solari, insegna questa materia a Camerino (1935-38), a Siena
(1938-40), e a Padova (1940-48).
Il suo peregrinare per l'Italia lo porta a frequentare vari gruppi di
antifascisti. A Camerino conosce Aldo Capitini e Guido Calogero e comincia a
frequentare le riunioni del movimento liberalsocialista. Da Camerino si
trasferisce a Siena, dove collabora con Mario delle Piane, e infine, nel 1940, a
Padova, dove diventa amico di Antonio Giuriolo. Collabora anche con il gruppo
torinese di Giustizia e Liberta', con Foa, Leone e Natalia Ginzburg, Franco Antonicelli, Massimo Mila. Nel '42 aderisce al partito d'azione. A Padova
collabora con la Resistenza, frequentando Giancarlo Tonolo e Silvio Trentin.
Viene arrestato nel 1943. Nel dopoguerra insegna Filosofia del Diritto
all'Universita'
di Torino (1948-72) e Filosofia della politica, ancora a Torino, dal 1972 al
1979.
ansa
9.1.2004
Premio Artigiano della Pace 1985
Premio Balzan 1994
premio agnelli 1995
Premio Hegel 2000
bobbio:
considerato l'uomo dell'italia migliore
Norberto Bobbio
Born in Turin on October 18, 1909 Norberto Bobbio obtained university degrees in
law and philosophy. As an antifascist he joined first the Turinese group of
Justice and Liberty and then the Partito d’Azione “the Party of Action”. He was
arrested in 1943, and in 1984 he was nominated “Senator for Life” by Sandro
Pertini (President of the Republic). Today Bobbio plays an important role in the
cultural debate over positions of socialism.
extratorino.it
Claudio Magris
Bobbio
è un grande laico
non nel senso stupido e scorretto in cui viene
correntemente usata questa parola, quasi significasse l’opposto di credente o
religioso. Bobbio ha insegnato che laicità non è un credo filosofico specifico,
ma la capacità di distinguere... ciò che spetta alla Chiesa da ciò che spetta
allo Stato, ciò che appartiene alla morale da ciò che deve essere regolato dal
diritto, ciò che è dimostrabile razionalmente da ciò che è oggetto di fede».
..Magris, del suo maestro torinese, portava come esempio la «testimonianza
appassionata e lucida - da vero laico, in un clima di intollerante faziosità
abortista - della realtà della vita nascente e dei conseguenti diritti del
nascituro».
corriere.it
siamo circondati dal mistero. Sento di essere
arrivato alla fine della vita senza aver trovato una risposta alla domanda
ultima. La mia intelligenza è umiliata. E io accetto questa umiliazione ma
non cerco di sfuggire ad essa con la fede
korazym.org
C’è individualismo e individualismo
C’è l’individualismo della tradizione liberale-libertaria e quello della
tradizione democratica. Il primo recide il singolo dal corpo organico della
società e lo fa vivere fuori dal grembo materno immettendolo nel mondo
sconosciuto e pieno di pericoli della lotta per la sopravvivenza, dove ognuno
deve badare a se stesso, in una lotta perpetua, esemplificata dall’hobbesiano
bellum omnium omnes. Il secondo lo ricongiunge ad altri individui simili a lui,
che considera suoi simili, perché dalla loro unione la società venga ricomposta
non più come il tutto organico da cui è uscito ma come un’associazione di
individui liberi. Il primo rivendica la libertà dell’individuo dalla società. Il
secondo lo riconcilia con la società, facendo della società il risultato di un
libero accordo tra individui intelligenti. Il primo fa dell’individuo un
protagonista assoluto, al di fuori di ogni vincolo sociale. Il secondo lo fa
protagonista di una nuova società che sorge dalle ceneri dell’antica, in cui le
decisioni collettive sono prese dagli stessi individui o dai loro rappresentanti .
cooperweb.it - democrazia
dei moderni paragonata a quella degli antichi e dei posteri - 1987
.
Prendere posizione
non vuol dire parteggiare, ubbidire a degli ordini, opporre furore contro
furore, vuol dire tender l'orecchio a tutte le voci che si levano dalla
società in cui viviamo e non a quelle così seducenti che provengono dalla
nostra pigrizia o dalla nostra paura, esaltate come virtù del distacco e
dell'imperturbabilità, ascoltare i richiami dell'esperienza e non soltanto
quelli che ci detta un esasperato amor di noi stessi, gabellato per
illuminazione interiore . E soltanto dopo aver ascoltato e
cercato di capire, assumere la proprie parte di responsabilità .
invito al colloquio - comprendre 1951
.
.
cada vez sabemos menos
NORBERTO BOBBIO FILÓSOFO
El filósofo italiano
Norberto Bobbio (Turín, 1909), uno de los grandes pensadores de este siglo,
sigue defendiendo el individualismo frente al Estado. A sus noventa años hace un
repaso por este siglo que, en su opinión, se ha caractizado por la violencia.
Sin embargo, para el pensador italiano, la constitución de los tribunales por
crímenes de guerra ha sido un enorme paso para la protección del individuo, pero
de un modo totalmente independiente del Estado al que pertenezca. Bobbio se
define como militante de la razón y afirma que, pese a que el hombre moderno ha
asimilado millones de hechos de los que los antiguos no tenían conocimiento, el
mundo de hoy nos resulta cada vez más incomprensible, menos transparente.
geocities.yahoo.com
the idea of the republic
In this book, Norberto Bobbio, the contemporary Italian
philosopher, and the political theorist Maurizio Viroli explore a range of
themes relating to the idea of the Republic and some major political and ethical
issues. Through a series of philosophical reflections on republicanism,
patriotism, civil virtue, rights, duties, religious experience and more, they
succeed in bringing to light the relevance of these concepts to our lives in the
21st century. This book is an example of political philosophy in action, with a
breadth of reference (Machiavelli, Hobbes, Locke, Kant, Rousseau, Pettit and
Skinner), and a lightness of touch.
semcoop.com
o ilícito na política e a serenidade
Elogio da
serenidade e outros escritos morais , 16/01/04 Luciano Trigo
Como o próprio Norberto Bobbio sugere na introdução de
“Elogio da serenidade”, os ensaios reunidos neste volume marcam um ligeiro
deslocamento no foco dos interesses do teórico italiano, que, “ao perceber as
primeiras mordidas da velhice”, passou a temperar cada vez mais suas idéias
sobre filosofia do direito e da política com a reflexão sobre o problema do mal
no mundo e na História. Ou seja, Bobbio operou um deslocamento da política para
a moral, e neste processo tentou estabelecer pontes mais do que necessárias
entre uma e outra. Desnecessário dizer, “Elogio da serenidade” é lançado no
Brasil num momento duplamente oportuno, internamente pelo processo de
transformações que o país atravessa e, no contexto internacional, pela situação
de urgência e perplexidade provocada pela guerra no Iraque
italiaoggi.com.br
acreditamos saber que existe uma saída, mas não sabemos
onde está. não havendo ninguém do lado de fora que nos possa indicá la, devemos
procurá-la por nós mesmos. o que o labirinto ensina não é onde está a saída, mas
quais são os caminhos que não levam a lugar algum.
Norberto Bobbio
asernet.com.br
dudar es mi credo
soy de los que nunca están contentos
Pietro Polito/Norberto Bobbio
La potencia de un escritor -según Ernst Jünger- está en
esto:
"En el dudar de la confusión para no dejarse arrollar por la atmósfera
apocalíptica". ¿Qué piensas al respecto?
Yo nunca me he considerado un "verdadero escritor". Una cosa es escribir, otra
es ser escritor. Nunca he pensado que tengo la capacidad de "tornar preciosas
las cosas que toco". Esta virtud pertenece más que al escritor, en el sentido
genérico de la palabra, al poeta. Mi vena poética se extinguió en el breve
transcurso de pocos años. No es raro que quien de adulto se ha ocupado de las
disciplinas filosóficas, históricas, en general humanísticas, haya publicado en
su juventud un poemario. O se haya dado a conocer entre sus amigos leyendo sus
poesías. No sé cómo se pueda definir la vena poética. Pero se tiene, no se tiene
o se tiene durante un breve periodo de la vida, que generalmente es el
juvenil.
etcetera.com.mx
...
The
Science of Law and the Analysis of Language
in Law and Language. The Italian Analytic School. This essay tackles the
problem of the extent to which jurisprudence can be considered a science. It is
an issue that comes up every time comparisons are drawn between research in
legal theory and research in mathematics, physics or biology, disciplines which
are traditionally considered "scientific" by common consent. This is not merely
a matter of words, or of the professional dignity of those concerned. If we
define science as research conducted with some rigour (in the sense that is
explained in the essay), it is then a matter of ascertaining whether the results
of legal theoretical enquiry have equal validity in their own sphere as those in
physics, biology, etc. This is a debate that has been going on for a long time
in the history of jurisprudence. It came to a head during the last century, at a
time when scientific knowledge was progressing at a tremendous rate both in the
old and new fields of inquiry.
To this day, of all the subsequent images of what is scientific, offered ever
since a theory of science existed, jurists have not been able to find any with
which to identify their role and their work. To summarise again: jurists have
not been able, however regretfully and against their best judgement, to fit
their inquiry into any of the conceptions of science and knowledge produced so
far. After discussing several conceptions of science as applied to the study of
law, the author concludes that descriptive jurisprudence could and should be
considered a science insofar as it could and should be a rigorous language. This
is already the case when jurists strive to describe the law by means of a
consistent system of sentences which can be communicated effectively between
subjects without great risk of misunderstandings, that is by means of sentences
formulated in a rigorous language.
Abstract by Mario Jori
legaltheory.demon.co.uk
la musica nella testa
"Ho tanta di quella
musica nella testa"
dice Norberto Bobbio,
canticchiando qualche melodia. È un pomeriggio di domenica nel suo studio; siamo
venuti a interrogarlo sul posto che la musica occupa nella sua vita, che è
durata quasi l'intero secolo: infatti il filosofo è nato a Torino nel 1909 e lo
scorso 18 ottobre ha compiuto 91 anni. Non troppo tempo fa lo si vedeva con la
moglie, signora Valeria, al Teatro Regio, ai concerti sinfonici dell'Orchestra
della Rai o a quelli da camera dell'Unione Musicale. Ora le gambe non lo
sorreggono come sarebbe necessario, per cui ha rinunciato a uscire di casa.
sistemamusica.it
Nato a Torino il 18 ottobre 1909 da
Luigi, medico-chirurgo, originario della provincia di Alessandria, primario
all'ospedale San Giovanni, uno dei più noti chirurghi della città. Gli anni
della sua formazione vedono Torino come centro di grande elaborazione culturale
e politica. Al Liceo Massimo D'Azeglio conosce Vittorio Foa, Leone Ginzburg,
Cesare Pavese. All' Università diventa amico di Alessandro Galante Garrone. Si
laurea in legge e in filosofia. Dopo aver studiato Filosofia del diritto con
Solari, insegna questa disciplina a Camerino (1935-38) e Siena (1938-40) e
Padova (1940-48). Il suo peregrinare per l'italia lo porta a frequentare vari
gruppi di antifascisti. A Camerino conosce Aldo Capitini e Guido Calogero e
comincia a frequentare le riunioni del movimento liberalsocialista. Da Camerino
si trasferisce a Siena, dove collabora con Mario delle Piane, e infine, nel
1940, a Padova, dove diventa amico di Antonio Giuriolo. Collabora anche con il
gruppo torinese di Giustizia e Libertà, con Foa, Leone e Natalia Ginzburg,
Franco Antonicelli, Massimo Mila. Successivamente nel '42 aderisce al Partito
d'Azione. A Padova, collabora con la Resistenza, frequentando Giancarlo Tonolo e
Silvio Trentin. Viene arrestato nel 1943. Nel dopoguerra, insegna Filosofia del
diritto all'Università di Torino (1948-72) e Filosofia della politica, ancora a
Torino, dal 1972 al 1979. Dal 1979 è professore emerito dell'Università di
Torino. Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei, dal 1966 è socio
corrispondente della British Academy. La scelta di non essere protagonista della
vita politica attiva non ha però mai impedito a Bobbio di essere presente e
partecipe, anzi punto di riferimento nel dibattito intellettuale e politico
dell'ultimo trentennio. Nel '66 sostiene il processo di unificazione tra
socialisti e socialdemocratici. Nel 1984, il filosofo apre una forte polemica
con la "democrazia dell'applauso" varata da Craxi nel Congresso di Verona e
Sandro Pertini, allora Presidente della Repubblica, scrivendo a Valeria Cova,
moglie del filosofo dice: "Glielo dica, glielo dica, i suoi giudizi sono anche i
miei". Nel luglio del 1984 è stato nominato senatore a vita dal Presidente della
Repubblica Sandro Pertini. Ha avuto la laurea ad honorem nelle Università di
Parigi, di Buenos Aires, di Madrid (Complutense), di Bologna, di Chambéry. È
stato a lungo direttore della Rivista di filosofia insieme con Nicola Abbagnano.
romacivica.net
chi non crede nella verità
sarà sempre tentato soprattutto in politica
di rimettere ogni decisione alla forza
rivista sociologia
.
la vera differenza non è tra chi crede e chi non crede
ma tra chi pensa e chi non pensa
avvenire.it
.
è un atto di saggezza
guardare senza troppa indulgenza al proprio passato
non fare affidamento sul proprio incertissimo avvenire
books.google
.
Credo che al fondo della mia insicurezza, che genera
ansietà e favorisce una irresistibile vocazione al catastrofismo, ci sia
la difficoltà che ho dovuto superare fin dall’adolescenza per imparare
l’arte del vivere, aggravata dalla convinzione di non averla mai bene
appresa, nonostante un tirocinio di eccezionale durata ... Ormai è troppo
tardi per apprenderla . Ma non è lontano il tempo in cui,
anche se l’avessi bene appresa, non mi servirebbe più .
fb/nb
Io sono un dualista impenitente . Spesso
mi è accaduto di essere rimproverato per una descrizione troppo cruda
della realtà come se cercare di comprendere il male anche nelle sue pieghe
più riposte equivalesse a compiacersene e a giustificarlo .
Non è dall’osservazione spregiudicata della realtà che può derivare la
possibilità di cambiarla ? NB -
musicaestoria.riflessioni-autobiografiche
destra e sinistra
Destra e sinistra. Come è noto, Norberto Bobbio vi sostenne
che la distinzione fondamentale risiede tra chi (la sinistra) crede
nell’uguaglianza degli uomini e chi (la destra) nell’ineguaglianza. Per
Bobbio, le altre distinzioni (destra autoritaria, sinistra libertaria; destra
conservatrice, sinistra riformatrice; reazione e progresso; ecc.) o non sono
sempre valide o sono inessenziali.
bellaciao.org/it
pane-rose.it
destra e sinistra
ragioni e significati di
una distinzione politica
di Michele Gallo
- Il volume, del
'94 ha analizzato la dicotomia politica Destra-Sinistra, per chiarire le
ragioni del dibattito sulla validità, oggi, di tale contrapposizione.
"Le ideologie non sono in realtà scomparse, ma sono più vive che mai";
'sinistra' e 'destra' non indicano soltanto ideologie, ma sono "contrasti non
solo d'idee ma anche d'interessi e di valutazione sulla direzione da dare alla
società" -
Non è possibile in poco
spazio ripercorrere tutta l'analisi che, con magistrale lucidità, è effettuata
del dibattito sulla questione: dalla tesi della dissoluzione della dicotomia
nella direzione di una "aggregazione non in base a posizioni ma in base a
problemi" (p.34) si passa alla questione della complessità delle posizioni e
degli interessi che s'intrecciano ben oltre rigide distinzioni. C'è poi l'esame
di una posizione intermedia, di un 'centro' "politico, che complica il tutto" .
Già in queste prime considerazioni emerge il convincimento che gli spazi
(posizioni politiche) intermedi e l'intrecciarsi delle opposte posizioni non
annullano le distinzioni, così come il "crepuscolo" non annulla "la differenza
fra la notte e il giorno". "La società in continua trasformazione e il sorgere
di nuovi problemi" (p.40) esige il sorgere di nuovi movimenti o di nuove
tendenze per affrontare i cambiamenti. A complicare la discussione politica ci
sono i riferimenti filosofici di fondo, le posizioni metafisico religiose o
totalitaristiche, e le posizioni etiche che s'intrecciano inevitabilmente con la
politica non rendono certamente facili le distinzioni.
L'analisi raggiunge il punto di vista più profondo con la considerazione per la
quale "i due termini di una diade si reggono l'uno con l'altro" (p.44), cui
segue una rapida ma incisiva rassegna dell'alternarsi nella storia di questo
secolo del prevalere dell'una o dell'altra tendenza politica. Si rileva poi la
molteplicità di "molte destre" e di "molte sinistre" (p.47) e la trasmigrazione
di autori da destra a sinistra, come nel caso di Nietzsche, Schmitt, Heidegger,
ed ancor prima Sorel (p.51 sgg.), con la distinzione di posizioni moderate ed
estremiste all'interno di ogni schieramento.
Nonostante tutto, "la diade sopravvive": "i termini
'destra' e 'sinistra' continuano ad avere pieno corso nel linguaggio politico"
(p.63), e non solo nel linguaggio: il sistema uninominale spinge decisamente per
l'alternanza tra le due posizioni, anche se, naturalmente, "il significato della
diade non è univoco e non è rimasto immutato nel tempo" (p.69).
L'ideale dell'eguaglianza e il diverso atteggiamento nei suoi confronti diventa
poi emblematico per indicare il 'funzionamento' della coppia Destra/Sinistra
(pp.99 sgg.); importante è certamente il sottolineare il "significato emotivo
fortissimo" (p.115) del termine (insieme a quello di 'libertà).
Ed è proprio sul tema dell'eguaglianza che si precisa la tesi di Bobbio: "la
distinzione fra la destra e la sinistra... è nettissima" (p.128); così come è
chiara la sua posizione: il rifiuto dell'estremismo a favore della moderazione.
Più della posizione politica dell'Autore, importante è la lucidità dell'analisi,
del disincanto dello studioso che s'innalza ben oltre le passioni e gli
interessi che inquinano la discussione e rendono impossibile ogni pacato
confronto. La dicotomia Destra/Sinistra riceve chiarezza in tutti i suoi
complessi aspetti, in un'analisi breve ma grandemente incisiva. E' in questo la
forza ed il rilievo di questo scritto.
giornalewolf.it
nominato
Senatore a vita da Sandro Pertini quando questi era Presidente della Repubblica. voce autorevole nel mondo della cultura e
della politica italiana. Laureato in Legge e in Filosofia entra nel gruppo
torinese di Giustizia e Libertà e successivamente nel Partito d'Azione. Viene
arrestato nel 1943 perché antifascista. docente di Filosofia del diritto e di
Filosofia della politica nelle Università di Camerino, Siena, Padova e Torino
fino al 1971. Nel dopoguerra, si concentra sugli studi di teoria del diritto.
Tra i saggi più noti, oltre a Destra e sinistra, ricordiamo Politica e cultura,
Quale socialismo? e Una filosofia militante. Ottenuta nel 1984 la nomina a
Senatore a vita, rimane come autorevole presenza nel dibattito culturale su
posizioni di socialismo.
www.athenaeumnae.com
il dovere di disobbedire
Norberto Bobbio:
Nell'aula magna
dell'Istituto storico italo germanico, che ha organizzato con il Museo storico e
l'Università di Trento il convegno internazionale "Gli intellettuali e la grande
guerra ", il 6 novembre 1987 Norberto Bobbio tenne una conferenza sul tema
"Politica e cultura". Di essa, per quanto sappiamo inedita, proponiamo un ampio
passo, conservando il registro, con qualche leggera modifica, della lingua
parlata.
Nella storia delle idee rispetto al tema del rapporto fra politica e cultura si
possono distinguere, grosso modo, tre posizioni diverse, che corrispondono agli
orientamenti relativi al rapporto fra teoria e pratica. La prima: il primato
della cultura. La seconda: il primato della politica, con conseguente
subordinazione della teoria, che si trasforma in tal modo in ideologia, in
partiticità della cultura. La terza: cultura e politica sono indipendenti,
percorrono vie diverse. Nella storia delle idee questa è la soluzione
prevalente. Una citazione. Nella vita di Pende, di Plutarco, si legge:" Secondo
me, la vita di un filosofo dentro alla speculazione e di un uomo politico non
sono la stessa cosa: il filosofo muove la sua mente verso nobili fini, senza
bisogno per far ciò di strumenti materiali esterni. L'uomo politico invece deve
mettere la propria vita a contatto con le basse esigenze del mondo comune."
L'apprezzamento di Plutarco è positivo verso il filosofo, mentre è negativo
verso il politico. Un'altra citazione è quella celeberrima di Kant: "Non c'è da
attendersi che i re filosofeggino o che i filosofi diventino re, e neppure è da
desiderarlo, perché il possesso della forza corrompe il libero giudizio della
ragione. Ma che un re o un popolo sovrano non lascino ridurre al silenzio la
classe dei filosofi, ma la lascino pubblicamente parlare, è indispensabile agli
uni e agli altri per avere luce sui loro affari." In queste due citazioni,
entrambe orientate alla divisione fra politica e cultura, c'è una differenza: la
prima rispecchia la contrapposizione tra vita contemplativa e vita attiva, la
superiorità di quella contemplativa, la incomunicabilità fra le due, come se
l'intellettuale affermasse che la sua vita non è di questo mondo. Nell'età
contemporanea, questa separazione estrema fra i due poli è la posizione di
Julien Benda, che ne "II tradimento dei chierici" del 1925. condannava gli
intellettuali che si erano messi al servizio delle passioni politiche. La
civiltà ci sembra possibile soltanto a patto che l'umanità rispetti la divisione
di funzioni, a patto che a fianco di coloro che fomentano le passioni ed
esaltano le virtù atte a seguirle, esista una classe di uomini che sminuisce
queste passioni ed esalta i valori che la coscienza deve rispettare."
Questa posizione estrema dell'intellettuale "salvatore del mondo", che se
"tradisce" il suo ruolo non solo non salva il mondo ma perde anche se stesso,
doveva provocare la reazione di quegli intellettuali che credevano invece nel
dovere dell'impegno. La filosofia di Benda è la filosofia del regno. La più
celebre risposta a Benda, anche per la severità con cui fu formulata, fu quella
di Paul Nizan, comunista arrabbiato allora: "II signor Benda non nega di aver
cessato di interessarsi degli uomini, ma insegna che il modo migliore per
servirli è quello di disertarli." Anche "disertare " come "tradire " ha una
connotazione negativa, ma se usata a proposito del compito degli intellettuali
ha il significato opposto di tradire: per Benda chi si impegna nelle cose di
questo mondo tradisce, per Nizan chi non si impegna diserta. Sembra che il
destino degli intellettuali Sia quello di scegliere tra essere o un traditore o
un disertore. Direi che questo è il dilemma, la reale difficoltà del tema che
stiamo trattando. Ne parlo con una certa prudenza, perché tutte le persone della
mia generazione lo hanno vissuto profondamente: vi sono stati momenti in cui
l'impegnarsi troppo in un 'attività politica significava tradire, e altri, per
esempio durante il fascismo e la guerra di liberazione, in cui non impegnarsi
voleva dire disertare. Accanto a questa interpretazione, fondata sulla
separazione fra politica e cultura, e che suscita reazioni contrapposte, c'è
l'interpretazione suggerita da Kant, secondo il quale non c'è separazione, ma
distinzione. Distinzione di funzioni, ma con una possibile, se non addirittura
necessaria, collaborazione e integrazione. Il compito degli intellettuali non è
quello di svolgere direttamente un 'attività politica, ma di svolgere il proprio
compito a favore, suggerendo, proponendo, criticando. Gli intellettuali svolgono
in questo modo la funzione di consiglieri del principe o del popolo: Kant, dalla
parte del principe, chiedeva che il filosofo fosse però lasciato libero di
parlare, di criticare, servendosi della ragione, non per consigliare ali 'uomo I
'obbedienza, ma per fargli capire che ha anche il diritto, e quindi il dovere di
disobbedire.
questotrentino.it
Lo stato non può porsi sullo stesso piano del singolo
individuo. Lo stato ha il privilegio e il beneficio del monopolio della forza e
deve sentire tutta la responsabilità di questo privilegio e di questo benefici.
Noi cerchiamo di dare una ragione alla nostra ripugnanza per la pena di morte.
La ragione è una sola: il comandamento di non uccidere.
agenziaaise.it
contro la pena di morte
non uccidere
Ma ancora più
imbarazzante è la domanda che mi sono posto poco prima, a proposito della tesi
utilitaristica: il limite della tesi sta in una pura e semplice
presunzione che la pena di morte non serva a diminuire i delitti di sangue. Ma
se si riuscisse a dimostrare che li previene? Ecco allora che l'abolizionista
deve fare ricorso ad un'altra istanza, a un argomento di carattere morale, a un
principio posto come assolutamente indiscutibile (un vero e proprio
postulato etico).E questo argomento non può esser desunto che dall'imperativo
morale: Non Uccidere, da accogliersi come un principio che ha valore
assoluto. Ma come? Si potrebbe ribattere, l'individuo singolo ha diritto di
uccidere per legittima difesa, e la collettività no? Rispondo: la collettività
non ha questo diritto perché la legittima difesa nasce e si giustifica
soltanto come risposta immediata in istato di impossibilità di fare altrimenti;
la risposta della collettività è mediata attraverso un procedimento,
talora anche lungo, in cui si dibattono argomenti pro e contro; in altre
parole, la condanna a morte in seguito a un procedimento non è più un omicidio
per legittima difesa, ma un omicidio legale, legalizzato, perpetrato a
freddo, premeditato. Un omicidio che richiede degli esecutori, cioè
persone autorizzate ad uccidere.
Non per nulla l'esecutore della pena di morte, per quanto autorizzato ad
uccidere, è sempre stato considerato un personaggio infame: si legga il
libro di Charles Duff, "Manuale del boia", recentemente tradotto, dove il
boia è presentato in modo grottesco come il cane, l'amico fedele della
società. Vi si adduce, fra l'altro, per negare l'efficacia deterrente della pena
di morte, il caso di un boia che diventa a sua volta assassino e deve
essere giustiziato. E' una autorizzazione che non giustifica l'atto autorizzato
e non lo giustifica perché l'atto è ingiustificabile ed è ingiustificabile
perché è degradante per chi lo compie e per chi lo subisce (come si vede,
usando "degradante", uso un giudizio morale). Lo stato non può porsi sullo
stesso piano del singolo individuo. L'individuo singolo agisce per rabbia, per
passione, per interesse, per difesa. Lo stato risponde meditatamente,
riflessivamente, razionalmente. Anch'esso ha il dovere di difendersi. Ma è
troppo più forte del singolo individuo per aver bisogno di spegnerne la
vita a propria difesa. Lo stato ha il privilegio e il beneficio del monopolio
della forza. Deve sentire tutta la responsabilità di questo privilegio e di
questo beneficio. Capisco benissimo che è un ragionamento arduo, astratto, che
può essere tacciato di moralismo ingenuo, di predica inutile. Ma cerchiamo di
dare una ragione alla nostra ripugnanza alla pena di morte. La ragione è una
sola: il comandamento di non uccidere. Io non ne vedo altra. Al di fuori di
questa ragione ultima, tutti gli argomenti valgono poco o nulla, possono
essere ritorti con argomenti che hanno, più o meno, la stessa forza persuasiva.
Lo ha detto magnificamente Dostoevskij, mettendo in bocca al principe
Mirskij le parole: "E' detto: 'Non uccidere'.
E allora perché se uno ha ucciso s'ha da uccidere anche lui? Uccidere chi ha
ucciso è un castigo senza confronto maggiore del delitto stesso. L'assassinio
legale è incomparabilmente più orrendo dell'assassinio brigantesco." Del resto
proprio perché la ragione ultima della condanna della pena di morte è così
alta e ardua, la grande maggioranza degli stati continua a praticarla, e
continuerà a praticarla nonostante le dichiarazioni internazionali, gli appelli,
le associazioni abolizionistiche, l'azione nobilissima di Amnesty
International, che io condivido. Ciononostante crediamo fermamente che la
scomparsa totale della pena di morte dal teatro della storia sia destinata a
rappresentare un segno indiscutibile di progresso civile. Espresse molto
bene questo concetto John Stuart Mill (un autore che amo):
"L'intera storia del progresso umano è stata
una serie di transizioni attraverso cui un costume o un'istituzione dopo
l'altra sono passate dall'essere presunte necessarie all'esistenza sociale, nel
rango di ingiustizie universalmente condannate".
Sono convinto che anche questo sia il destino della pena di morte. Se mi
chiedete quando si compirà questo destino, vi rispondo che non lo so. So
soltanto che il compimento di questo destino sarà un segno indiscutibile
di progresso morale.
perlulivo.it
Ero immerso nella doppiezza
- fascista tra i fascisti e antifascista con
gli antifascisti - Non ne parlavo perché me ne vergognavo
Ho sempre giudicato il fascismo dal punto di vista dell’antifascismo, ma se si
leggono i miei studi sul fascismo, ci si renderà conto della loro obiettività
storica. Ho detto: con Hitler al potere la guerra non è più un mito esaltante,
ma un preciso programma politico. Anche il fascismo dovette aggiornarsi.
Legislatori e filosofi vennero congedati, presero il sopravvento le nuove leve
stordite dalla retorica.
Gli ebrei che erano assimilati in
Italia, ce n’erano perfino nella strutture del partito fascista, conobbero la
persecuzione, lei lo sa benissimo, come sia finita questa storia non è il caso
di ripeterla. Tutto questo spiega perché tante persone che erano state
sinceramente fasciste, o simpatizzanti, a un certo punto lo hanno odiato. E’
stata una catastrofe tale la fine del fascismo che alla fine, noi abbiamo
dimenticato, anzi, abbiamo rimosso. L’abbiamo rimosso perché ce ne vergognavamo.
Ce ne ver-go-gna-va-mo. Io che ho vissuto ‘la gioventù fascista’ tra gli
antifascisti mi vergognavo prima di tutto di fronte al me stesso di dopo, e poi
davanti a chi faceva otto anni di prigione, mi vergognavo di fronte a quelli che
diversamente da me non se l’erano cavata.
pietrangelo buttafuoco
- ilfoglio.it - 2014
c'è differenza
tra politica della cultura
e politica culturale
...
Cultura è equilibrio intellettuale, riflessione critica
senso di discernimento, aborrimento di ogni semplificazione
di ogni manicheismo, di ogni parzialità
NB
- wikiquote
Interviste
Norberto Bobbio
. diritti dell'uomo oggi
http://digilander.libero.it/filosofiapolitica
. cos'è la democrazia
https://youtu.be/6WxAI0UlVnk
. non basta il governo
degli onesti
facebook.com/notes/non-basta-il-governo-degli-onesti
Norberto Bobbio
Per il grande intellettuale Il problema
fondamentale che gli uomini debbono risolvere organizzando il potere politico
non è quello di eliminare gli antagonismi ma regolarli… Sullo sfondo di una
concezione pessimistica della storia (la storia umana è storia di lotte
perpetue), il liberale è ottimista: crede che da un male (la lotta) derivi un
bene (la libertà), il marxista è pessimista: crede che da un bene (la libertà)
nasca un male (lo sfruttamento).
La democrazia ha vinto la sfida del comunismo
storico, ammettiamolo. Ma con quali mezzi e con quali ideali si dispone ad
affrontare gli stessi problemi da cui era nata la sfida comunista?
Damiano Mazzotti - italiacittadini.net -
agoravox.it
La forza dei bisogni e le ragioni della libertà - Franco Sbarberi
bol.it
stpauls.it
tecalibri.altervista.org
O problema da guerra e as vias da paz
Norberto Bobbio
Epidemias, inundações, erupções de vulcões e outras catástrofes naturais matam
milhões de pessoas sem que o homem possa fazer muita coisa. Ações de guerra, no
entanto, poderiam ser evitadas pelos seres humanos. Esse argumento,
implicitamente presente do começo ao fim deste livro, revela bem a visão que o
filósofo italiano Norberto Bobbio tem dos conflitos armados que assolam a
humanidade.
Os quatro ensaios reunidos neste volume mostram como a primeira metade do século
XX vivenciou duas guerras mundiais de imenso potencial destruidor. O bom senso
indicaria que a humanidade teria aprendido a lição, mas a segunda metade do
século, após o fim da guerra fria, caracterizou-se por atrocidades, como as
guerras do Golfo e da Bósnia.
Houve ainda uma multiplicação de conflitos não só internacionais, mas também
internos, gerando situações de violência inesperada. Disputas religiosas se
espalham por diversos cantos do globo e numerosos crimes são cometidos em nome
de Deus. Fanatismo e terrorismo religiosos caminham, assim, lado a lado, em
ações que vitimam militares e civis como uma peste sobre o qual o ser humano
deveria agir conscientemente.
Com seu impecável raciocínio lógico e linguagem clara, Bobbio enfoca desde as
diversas visões de guerra e os caminhos possíveis para a paz mundial até a
relação entre o direito internacional e a guerra. Discute, ainda, as definições
de paz e pacifismo, dedicando o último ensaio a uma reflexão sobre a
não-violência. Mostra como ela pode ser ativa ou passiva e retoma o pensamento
de Gandhi sobre conceitos polêmicos e complexos, como o de desobediência civil.
espacoacademico.com
IL PROBLEMA DELLA GUERRA
E LE VIE DELLA PACE
La guerra come via bloccata e le conseguenze di
questo tipo di concezione Bobbio paragona la condizione dell’uomo nella storia a
quella di un essere che si trova in un labirinto in cui alcuni percorsi
risultano bloccati; anche la guerra pertanto giunta oggigiorno alle dimensioni
di guerra atomica ci viene presentata come una via bloccata, essa infatti
rappresenta per Bobbio una condizione di non praticabilità. Se la guerra è una
strada che certamente dovrà essere abbandonata, proseguendo in direzioni nuove
nel labirinto della storia, lo stesso Bobbio si chiede: "La guerra come via
bloccata è una necessità naturale o un compito umano? Noi non procediamo perché
il farlo è impossibile o perché indesiderabile?".
Alla luce di siffatte considerazioni la guerra può venire ad assumere per Bobbio
due differenti accezioni: "1) la guerra è un’istituzione estenuata, destinata a
scomparire (impossibilità), 2) la guerra è una istituzione sconveniente ed
ingiusta che deve essere eliminata (indesiderabilità)". Bobbio ci illustra in
maniera chiara come queste due posizioni abbiano dato origine a due correnti di
pacifismo: la prima, il pacifismo passivo, secondo cui la guerra oggi è
diventata tanto terribile e catastrofica per entrambi i contendenti che come
mezzo per risolvere le controversie internazionali è inutilizzabile e quindi
destinata a scomparire. Questo atteggiamento è quello che corrisponde alla
fiducia nel cosiddetto equilibrio del terrore, per cui la pace viene affidata
all’equilibrio di impotenza (terrore paralizzante); la seconda, il pacifismo
attivo, secondo cui la guerra termonucleare, per le conseguenze terrificanti e
per la minaccia di autodistruzione del genere umano, è condannabile rispetto ai
valori umani più comunemente accettati e pertanto occorre sforzarsi per trovare
rimedi adatti ad eliminarla per sempre. Questo secondo atteggiamento è quello
che sta dando impulso a tutti i movimenti che tendono alla formazione di una
coscienza atomica.
In ogni caso, evidenzia Bobbio, accettare o l’uno o l’altro atteggiamento
implica la consapevolezza di trovarsi di fronte ad una svolta storica (così che
gli uomini, riconosciuta la strada sbagliata, ne tentano pertanto una nuova).
ica-net.it
violenza chiama violenza
alimentando una pericolosa
spirale
In uno dei saggi di "De senectute", in gran parte
autobiografici, ha scritto di
sentirsi "appartenente alla schiera dei 'mai contenti " e di essere "un uomo
del dubbio", un "pessimista d'umore e non di concetto".
In queste cifre umane e intellettuali, in un arco
temporale che attraversa tutto il terribile Novecento ("sono figlio del
secolo"), si racchiudono vita e opere di Norberto Bobbio, che qualcuno ha
definito il "Grande Chiarificatore" della cultura politica. Con lui se ne va
davvero l'ultimo maestro, nel senso classico della parola, di quell'altra
Italia, civile e laica,
gobettiana, che cercò di declinare gli ideali
rigorosi della giustizia e della libertà, ereditati dalle minoranze
democratiche e virtuose del Risorgimento, in un Paese invece refrattario e
incline storicamente al compromesso, agli uomini della Provvidenza, al
trasformismo.
repubblica.it
Il progetto De senectute
di Norberto Bobbio nasce da un’idea
del Progetto Cantoregi e del Centro studi Piero Gobetti, è promosso dalla
Città di Torino con il sostegno del CSI-Piemonte, con la partecipazione
della Fondazione del Teatro Stabile di Torino e in collaborazione con
l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, La Stampa e Giulio Einaudi
editore. L’iniziativa fa parte del calendario degli eventi di Torino
Capitale Mondiale del Libro con Roma.
traspi.net
Per capire tutto quello
che avrei voluto capire, e mi sono sforzato di capire, ormai è troppo
tardi. Ho dedicato gran parte della mia lunga vita
a leggere e a studiare un’infinità di libri e di carte, utilizzando anche
i più piccoli spazi di una giornata, sin da giovane per
'non perdere tempo' - una vera e propria mania, come mi è
stato spesso scherzosamente rimproverata dai miei amici che mi conoscono
bene - . Ora sono giunto alla tranquilla
coscienza, tranquilla ma infelice, di essere arrivato soltanto ai piedi
dell’albero della conoscenza.
de senectute e altri scritti autobiografici 1996
unico rimedio alla stanchezza
mortale
E' il riposo della morte
SEDE BORSA SAN PAOLO BRASILE
2006
Centro Studi Norberto Bobbio
Centro de Estudos
Norberto Bobbio
seminario sulla
Importanza e presenza di Norberto Bobbio in Brasile e in Sudamerica
1909-2009
CENTENARIO DELLA NASCITA
Dalla osservazione della irriducibilità delle credenze
ultime ho tratto la più grande lezione della mia vita.
Ho imparato a rispettare le idee altrui, ad arrestarmi davanti al segreto di
ogni coscienza, a capire prima di discutere, a discutere prima di
condannare. E poiché sono in vena di confessioni, ne
faccio ancora una, forse superflua : detesto i fanatici
con tutta l'anima .
italia civile 1964
.
La speranza è una virtù teologica. Quando Kant afferma che uno dei tre grandi problemi della filosofia
è che cosa debbo sperare, si riferisce con questa domanda al problema religioso.
Le virtù del laico sono altre: il rigore critico, il dubbio metodico, la moderazione, il non prevaricare,
la tolleranza, il rispetto delle idee altrui, virtù mondane, civili.
.
Qualche volta è accaduto che un granello di sabbia sollevato dal vento abbia
fermato una macchina. Anche se ci fosse un miliardesimo di miliardesimo di
probabilità che il granello sollevato dal vento vada a finire negli ingranaggi e
ne arresti il movimento, la macchina che stiamo costruendo è troppo mostruosa
perché non valga la pena di sfidare il destino.
.
I due mali contro cui la ragione filosofica ha sempre combattuto – e deve
combattere ora più che mai – sono, da un lato, il non credere a nulla;
dall'altro, la fede cieca .
.
Ai diritti, vecchi o nuovi che siano, non si può dunque
guardare senza una continua attenzione per le condizioni storiche che ne
condizionano il riconoscimento e l’attuazione. Norberto Bobbio ce lo ha
ricordato infinite volte, con parole forti, perché ai diritti si addice il
linguaggio della passione civile.
“L’attuazione di una maggiore
protezione dei diritti dell’uomo è connessa con lo sviluppo globale della
civiltà umana. E’ un problema che non può essere isolato sotto pena non
dico di non risolverlo, ma neppure di comprenderlo nella sua reale portata. Chi
lo isola lo ha già perduto. Non si può porre il problema dei diritti dell’uomo
astraendolo dai due grandi problemi del nostro tempo, che sono i problemi della
guerra e della miseria, dell’assurdo contrasto tra l’eccesso di potenza che ha
creato le condizioni per una guerra sterminatrice e l’eccesso d’impotenza che
condanna grandi masse umane alla fame”.
ilquotidiano.it - corriere - repubblica - books.google
tutti gli uomini sono uguali
Destra e Sinistra
“ Per essere di sinistra non
occorre affatto proclamare la massima che
tutti gli uomini sono uguali
in tutto, indipendentemente da
qualsiasi criterio discriminante, perché questa sarebbe non solo una visione
utopistica ma, peggio, una preposizione cui non è possibile dare un senso
ragionevole ... Si possono chiamare correttamente egualitari coloro che, pur non
ignorando che gli uomini sono tanto uguali quanto diseguali, danno maggiore
importanza, per giudicarli, per attribuire loro diritti e doveri, a ciò che li
rende uguali piuttosto che a ciò che li rende diseguali ... L’egualitario parte
dalla convinzione che la maggior parte delle disuguaglianze che lo indignano e
vorrebbe far sparire sono sociali ed in quanto tali, eliminabili .”
inmovimento.it
La forma politica della modernità, ha scritto
Serge Latouche,
è allo stremo perché ha finito la sua corsa. La destra e
la sinistra hanno realizzato il loro programma nei suoi aspetti essenziali. La
destra illuminata e la sinistra rivendicavano l’eredità dei Lumi, ma né l’una né
l’altra la rivendicavano interamente. Ciascuno ha visto realizzarsi la sua parte
di programma. La sinistra, il cui immaginario si ricollega al versante radicale
dei Lumi, adorava il progresso, la scienza e la tecnica; da Condorcet a
Saint-Simon, si ritrovano i medesimi temi. La destra liberale ed illuminata, da
Montesquieu a Tocqueville, esaltava la libertà individuale e la concorrenza
economica. La sinistra reclamava il benessere per tutti, e la destra la crescita
e il diritto di godere del frutto delle proprie imprese. Non senza sussulti e
crisi, lo Stato moderno ha realizzato tutto ciò.
girodivite.it
Norberto Bobbio Fu uno dei padri nobili del pensiero razionalista e laico
Ma un vicino di casa sostiene che nelle ultime settimane di vita,
a causa dell'età molto avanzata, se ne era dimenticato. E questo, secondo un
editoriale dell''Avvenire', è il
segno inoppugnabile di
una clamorosa conversione.
espresso.repubblica.it
Rivalta Bormida - convegno celebrazione per il centenario della nascita - 18 ott
2009
TESTO INEDITO
... Per quanto siano quasi infinite le
definizioni che sono state date della
giustizia nel corso dei
secoli, l’ambito di riferimento di queste definizioni è pur sempre l’azione
sociale dell’uomo, ovvero l’azione che l’uomo compie nelle sue relazioni con
altri uomini.
...L’idea dell’eguaglianza
integra quella dell’ordine in quanto esprime l’esigenza che per attuare la
giustizia occorra non un ordine qualunque esso sia, ma un ordine fondato su un
certo principio che è, appunto, quello dell’eguale distribuzione di onori e di
oneri. Anche la società tenuta insieme da leggi tiranniche, e quindi
esclusivamente con la spada, è a rigore una società ordinata; ma è sufficiente
quest’ordine a
garantire
la
conservazione della società?
L’ideale dell’eguaglianza è quello che fa porre nelle mani della giustizia,
accanto alla spada, anche la bilancia. Non basta allora che vi siano leggi
rispettate, come chiede la concezione formale della giustizia (perché le leggi
vengano rispettate può bastare anche soltanto la forza), ma occorre inoltre che
le leggi stesse rispettino alcuni criteri fondamentali nella distribuzione degli
onori e degli oneri, in primis il criterio dell’eguaglianza.
lastampa.it - 2009
Centro de Estudos Norberto Bobbio di São Paulo in Brasile
Universidad Nacional Autonoma de México
Universidad Carlos III de Madrid
Io uomo di ragione ma aperto al mistero
lettera inedita di Norberto Bobbio a
Dario
Antiseri in risposta al volume «Credere dopo
la filosofia del XX secolo».
Caro Antiseri, ti ringrazio del libro, delle citazioni, e per il biglietto di
auguri. Non solo per quel che riguarda la maledetta distinzione fra destra e
sinistra, ma anche sul credere o non credere non andiamo del tutto d’accordo. Io
non mi considero un uomo di fede. Mi considero un uomo di ragione, di una
ragione piccola piccola, che non ha niente che vedere con gli «assoluti
terrestri», ma è aperta al mistero, esattamente come qualsiasi uomo religioso.
Un mistero, che l’uomo ha con la propria intelligenza rischiarato, ma nonostante
l’enorme cammino percorso, la parte scura prevale e continuerà a prevalere su
quella chiara. Anzi lo scienziato di oggi, a differenza del razionalista
assoluto, più sa e più sa di non sapere.
Sui massimi problemi tutt’al più formula delle ipotesi, pronto ad abbandonarle
quando vengono smentite. La storia della scienza è stata raccontata come una
storia di rivoluzioni di paradigmi.
Scientismo e positivismo non sono più oggi filosofie dominanti. Tentativo
impervio è a mio parere quello di ricavare un argomento in favore della fede in
Dio dai molti casi da te citati della «sofferenza inutile». Tu stesso sai
benissimo che generalmente lo spettacolo terribile e pietoso di tante sofferenze
inutili, è uno dei principali argomenti per ogni forma di ateismo, uno dei
maggiori ostacoli a qualsiasi forma di teodicea.
Tanto più che è ben più vasto il campo della sofferenza inutile nella vita
dell’uomo di quello che appare dai piccoli, dolorosi casi da te ricordati.
L’uomo vive, senza averlo voluto, in un mondo che dura da milioni di anni, ed è
stato per la maggior parte delle specie che vi hanno abitato inospitale se non
addirittura micidiale. Recentemente, tanto per fare il primo esempio che mi
viene in mente, il terremoto in Turchia ha fatto più vittime della guerra del
Kosovo. Per non parlare delle recenti alluvioni in India e in Cina, che spazzano
via in pochi minuti migliaia e migliaia di uomini e donne presi alla sprovvista.
Quale sia la ragione per cui alcuni Paesi sono flagellati da simili calamità, e
altri no, nessuno lo sa. E nessuno lo sa, perché nessuno può saperlo. Non lo sa
l’uomo di ragione, ma non lo sa neppure l’uomo di fede.
Eppure l’uomo di fede è in certo qual modo obbligato a dare una giustificazione,
mentre l’uomo di ragione può farne a meno. In realtà anche per l’uomo di fede
alcuni dei massimi problemi, che assillano la nostra mente durante il percorso
della nostra vita, sono senza risposta. Sono, come tu stesso ammetti, un
mistero.
Non mi è assolutamente chiaro quale differenza ci sia tra il mistero cui si apre
l’uomo di ragione e il mistero in cui è immerso lo stesso uomo di fede.
Che la risposta dell’uomo di fede sia consolatoria, e Dio sia quel famoso
«tappabuchi », cui tu stesso accenni, fa certamente una bella differenza
rispetto alla liberazione dell’angoscia mortale cui tu ti richiami spesso da
Pascal a Kierkegaard. Ma ci dobbiamo accontentare? E se quell’essere ineffabile,
di cui non possiamo e non dobbiamo dire alcunché, fosse al di là del bene e del
male, indifferente a ciò che per noi uomini e per qualsiasi altro essere vivente
è bene o male?
Non ti è mai capitato di assistere a quegli spettacoli che illustrano ciò che
avviene nel più piccolo angolo del fondo del mare? Che cosa importa al Gran
Visir che veleggia beato e felice sulla sua nave ammiraglia, diceva Voltaire, se
muoiono i topi nella stiva? Sono domande tragiche, lo so. So anche quale
risposta altrettanto tragica abbia cercato di dare il mio diletto e sventurato
amico Luigi Pareyson.
Sono molto stanco, non mi sento di andare oltre.
Cordialmente
Norberto Bobbio Torino, 18 dicembre 1999
avvenire.it
LA SUA
CASA DIVENTA OSTELLO PER STUDIOSI
Era rimasta chiusa per dieci anni . poi
la riapertura. Scopo della struttura è quella di
ospitare studenti e studiosi che qui troveranno un ostello per letterati. La
notizia è stata data ufficialmente dal figlio Marco .
fb/insideart.eu - 2014
Naturalmente non si può includere tutto e tutti, così
come non si può tollerare tutto e tutti, ma una democrazia non può essere
'esclusiva', senza rinunciare a essere una 'società aperta' .
27.12.1992 la stampa - fb/nb
2019
facebook.com/notes/norberto-bobbio/sono-razzisti-gli-italiani
.
Il libro è uno degli strumenti più meravigliosi
che l’uomo si sia creato ...
Il libro allarga la nostra conoscenza del mondo
e degli uomini ...
Ci fa uomini liberi, ci fa uomini insomma :
rafforza e pungola la nostra umanità ...
da conferenza perchè leggiamo e cosa leggiamo -
torino 1950
fb/nb
.
Il compito degli uomini di cultura
è più che mai oggi quello di
seminare dei dubbi
non già di raccogliere certezze
io la vela - dio il vento
links
www.senato.it
facebook.com/notes/norberto-bobbio/intellettuali-e-vita-politica-in-italia
https://musicaestoria.wordpress.com/riflessioni-autobiografiche-1993
https://musicaestoria.wordpress.com/2022/01/06/torino-da-pietroburgo-a-detroit-1981
https://it.wikipedia.org/wiki/Norberto_Bobbio
www.girodivite.it/antenati/xx3sec/_bobbio
facebook.com/a-quarantanni-dalla-costituzione-la-repubblica
http://biografieonline.it/biografia.biografia=Norberto+Bobbio
facebook.com/norberto-bobbio-e-la-politica-militante
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