mario luzi


mario luzi

Castello di Firenze  20 ottobre 1914

Firenze 28 febbraio 2005

   



 

Noi siamo

quello che ricordiamo

Il racconto è ricordo

e ricordo è vivere

 

ho 90 anni

e non voglio morire

senza avere detto

tutto cio' che penso

PERCHE' SONO FATTO COSI' 

.. SONO COME SONO ..

 '... il papa nella sua lungimiranza disse che la guerra sarebbe

stata una catastrofe per l'umanità tutta ...

 io lo condivido e faccio parte di questi eventi ... '       

rainews 24 - intervistato da piero di pasquale

 

POESIA  - Cantami qualcosa pari alla vita

...

la poesia aggiunge vita alla vita  -  una vita al quadrato

...

La lingua è dentro di te  -  tu sei tra le sue braccia

...

Sono un uomo che ha fatto una lunga strada senza sapere dove questa portasse .   Ho lavorato, ho scritto, mi sono sentito spinto a scrivere per conquistare nuovi approdi di spazio e di conoscenza  .   Ma chi sono lo potrò capire in extremis .   Forse .

.

 

IL TERMINE
Il termine la vetta
di quella scoscesa serpentina
ecco si approssimava
ormai era vicina
ne davano un chiaro avvertimento
i magri rimasugli
di una tappa pellegrina
su alla celestiale cima.
Poco sopra
alla vista
che spazio si sarebbe aperto
dal culmine raggiunto ...
immaginarlo
gia' era beatitudine
concessa
più che al suo desiderio al suo tormento.
Si' l’immensita' la luce
ma quiete vera ci sarebbe stata?
Li' avrebbe la sua impresa
avuto il luminoso assolvimento
da se stessa nella trasparente spera
o nasceva una nuova impossibile scalata  ...
Questo temeva questo desiderava.

  .  ultima poesia  battuta al computer da caterina trombetti

sua assistente e amica poche ore prima della morte 27.2.2005

lasciami non trattenermi - poesie ultime

.  per gli inediti  pubblicati  su carta stampata

e internet  >  diffida dei familiari  - 2005



L’alta, la cupa fiamma ricade su di te

figura non ancora conosciuta
ah di già tanto sospirata
dietro a quel velo d’anni e di stagioni
che un dio forse s’accinge a lacerare.
L’incolume delizia, la penosa ansietà
d’esistere ci brucia e incenerisce
ugualmente ambedue. Ma quando tace
la musica fra i nostri visi ignoti
si leva un vento carico d’offerte.
Pari a due stelle opache nella lenta vigilia
cui un pianeta ravviva intimamente
il luminoso spirito notturno
ora noi ci leviamo acuminati
febbrili d’un futuro senza fine.
Così spira ed aleggia nell’anima veemente
un desiderio più prossimo a sgomento
una speranza simile a paura
ma lo sguardo si tende, entra nel sangue
più fertile il respiro della terra.
Assunto nella gelida misura delle statue
tutto ciò che appariva ormai perfetto
si scioglie e si rianima, la luce
vibra, tremano i rivi fruttuosi
e ronzano augurali città.
L’immagine fedele non serba più colore
e io mi levo, mi libro e mi tormento
a far di me un Mario irraggiungibile
da me stesso, nell’essere incessante
un fuoco che il suo ardore rigenera.
quaderno gotico - 1947





 

 

LA VITA E UNA PALESTRA

BISOGNA ANDARCI OGNI GIORNO

 

Marcia Theophilo    e    Mario Luzi  - 1996

.  LUZI  E STATO ANCHE TRA I SOCI FONDATORI DELL'ACCADEMIA MONDIALE DELLA POESIA

.  dedicata a lui  la giornata mondiale  2014  

 

90 anni 20 ottobre 2004 - ''Non festeggero''


Il tempo e' la nostra condizione - siamo nel tempo, fatti di tempo. Veniamo dall'intemporale, forse, ma quando si entra nell'esistenza siamo tempo nel bene e nel male.


Un augurio per l'uomo: ritornare all'essenziale contro l'apparenza
.

adnkronos.com     intervista


Con la vecchiaia, non si ha più molta paura di morire. Più siamo prossimi alla morte, più si entra in confidenza con lei. Quando siamo un po’ al di là della “siepe”, questa frontiera perde consistenza. Penso che un po’ tutti, con la vecchiaia, acquisiscano questa serenità del passaggio ad un altro livello di presenza nel creato. Senti che c’è questo transito naturale, a cui non puoi opporti e che accetti proprio come fatto di natura.  

zieri.com 2005

.

SENATORE A VITA
In occasione del suo novantesimo compleanno fu nominato senatore a vita della Repubblica Italiana.

wikipedia 

- il rischio che l’umanità corre è di perdere con il linguaggio che è il suo connotato principe -  anche l’humanitas. Oggi se tende a banalizzare tutto, a far diventare la parola cifra, segno. Non si capisce più nemmeno di cosa si parla. Siamo al gergo specifico. Quando all’uomo si toglie la chiarezza del linguaggio, la corrispondenza fra oggetto e parola, fra idea e parola si compie una violenza contro l’umanità .

unità 2004

Il 14 Ottobre del 2004, Mario Luzi viene nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi "per aver illustrato la patria con altissimi meriti nel campo letterario e artistico". Un regalo inaspettato per i suoi novant'anni ...
"
Sono davvero rimasto sorpreso quando ho ricevuto la telefonata del Presidente che mi dava questa bella notizia. Non ci speravo proprio ed è stata davvero una bella sorpresa".
fb/ml - 2015

.

https://youtu.be/oaIXJzIf8NI  - in senato 1995



Lasciami non trattenermi
  - 2009
postumo -  poesie  nel suo ultimo anno di vita
dattiloscritte autografate
dedicato alla moglie
"Lasciami, non trattenermi" (incipit della sua probabile ultima poesia) presenta altri inediti assoluti, scritti nell'ultimo anno..... vari testi, recuperati tra dattiloscritti e autografi - con evidenti segni di rilievo e di evidenza d'autore - e anche di una "parlata", ovvero una sorta di monologo, intimo e dolente, sulla propria vicenda coniugale, all'indirizzo della propria sposa, nel momento della sua irredimibile vecchiezza ... poesia composta nel  2002-2003
stefano verdino - ibs.it - 2009

Nel corpo oscuro delle metamorfosi
La vita
secondo il pensiero
ci astrae dalle sorgenti del pensiero,
la vita secondo la vita
ci induce in errori e sofferenze
 da cui è impossibile la vita
.
mi rimanda la parete di un sogno
sognato da sveglio. "Impossibile
vivere, pensare anche" reca scritto
una rupe screpolata, guarda meglio
una ragnatela di grinze, un volto
sconfitto di maestro d’Occidente
in cui più nulla è vivo che due punti
– due occhi di lui – e il silenzio
-E’ più grande di così il mondo – sorrido
e penso alla mia ilarità come a uno stormo
in fuga da una casa crollante.
- Perditi se vuoi ritrovarti, desidera
per non avere – mi traversa
e mi snebbia la vista di un lampo
forse dalla mia parte d’innocenza
che come l’acqua ha resistito alla macina
e per questo, per questo non si arrende.

*
Mi reggo tra passato ed avvenire
o com’è giusto o come il cuore tollera

*
non è amore, ma mi tenta ancora
questa strada rimasta sconosciuta
da me a te
da me agli altri
incontro - onore del vero - il giusto della vita - I - vv 1-3  - 1957

 

 

 

Pasqua ' festosa pigolante '
Pasqua, ora, nuovamente
festosa pigolante
negli alberi del mondo
fredda
ruvido-erbata
qui, ma erompe
in chiarità
tempra in azzurro
ed ametista
la lontananza delle sue colline .
Non è fuga quella
laggiù all’orizzonte
e neppure inseguimento.   S’apre
a sé risorta
la terra dopo il gelo
e dopo il travaglio
si corre incontro, da sé
a sé, si estende in un abbraccio
avido alla sua infinità
o corre in quelle linee
l’onda
leggera e travolgente
della resurrezione, si propaga
trabocca la sua vinta angoscia
e la riconsacrata sua potenza ?

1994


pensato in disparte
E' mite il ghirigoro
d'aria e di luce
che accompagna
al suolo
la resa delle foglie
sui viali lungo il fiume .
Perché mi introduco in quel deliquio ?
perché rompo, persona
il muto canto ?
Sarebbe
Senza me uniforme,
pieno, invasato della propria inopia,
festoso.
Così scende
la vita, scende incontrastato,
pare, il suo sfacelo
a rigenerarsi nella morte
per il dopo, per il principio.
la parola e il ritratto 2006

Notizie a Giuseppina
dopo tanti anni
Che speri, che ti riprometti, amica
se torni per così cupo viaggio
fin qua dove nel sole le burrasche
hanno una voce altissima abbrunata
di gelsomino odorano e di frane ?
Mi trovo qui a questa età che sai
né giovane né vecchio, attendo, guardo
questa vicissitudine sospesa
non so più quel che volli o mi fu imposto
entri nei miei pensieri e n'esci illesa.
Tutto l'altro che deve essere è ancora
il fiume scorre, la campagna varia
grandina, spiove, qualche cane latra
esce la luna, niente si riscuote
niente dal lungo sonno avventuroso.
primizie del deserto  1952


Di nuovo
gli astri d'amore traversano
lucidi sulle nostre teste opache
là dove noi scendiamo inconsapevoli
su opposte rive. E appare naturale
non averti veduta mai né udita
ed affliggerti in una luce antica.
Desiderio o rimpianto? Desiderio
e rimpianto, una sola febbre amara.
Raggiava nel cristallo un vino astrale,
un sole fuso che bevevi a sorsi
e fissavi la dura cecità del paesaggio.
quaderno gotico 1947


AMANTI
Che mi riserva rivederti, amore
quale viaggio t’hanno dato i venti ?
L’oscuro avvolge questi giorni chiari
circola forse in questa luce densa
qui dove a macchie dondolanti o ferme
filtra oro ed il vino matura.
Spicco dal cielo questo frutto splendido
chiudo gli occhi su quel che porta seco
o lo stare sulle spine
o il dirsi addio a cuore gonfio
questo tempo nel tempo senza fine

onore del vero 1957




PADRE MIO
MEDITAZIONI SULLA VIA CRUCIS
PADRE MIO, MI SONO AFFEZIONATO ALLA TERRA
QUANTO NON AVREI CREDUTO.
È BELLA E TERRIBILE LA TERRA.
IO CI SONO NATO QUASI DI NASCOSTO
CI SONO CRESCIUTO E FATTO ADULTO
IN UN SUO ANGOLO QUIETO
TRA GENTE POVERA, AMABILE E ESECRABILE.
MI SONO AFFEZIONATO ALLE SUE STRADE
MI SONO DIVENUTI CARI I POGGI E GLI ULIVETI
LE VIGNE, PERFINO I DESERTI.
È SOLO UNA STAZIONE PER IL FIGLIO TUO LA TERRA
MA ORA MI ADDOLORA LASCIARLA
E PERFINO QUESTI UOMINI E LE LORO OCCUPAZIONI,
LE LORO CASE E I LORO RICOVERI
MI DÀ PENA DOVERLI ABBANDONARE.
IL CUORE UMANO È PIENO DI CONTRADDIZIONI
MA NEPPURE UN ISTANTE MI SONO ALLONTANATO DA TE.
TI HO PORTATO PERFINO DOVE
SEMBRAVA CHE NON FOSSI
O AVESSI DIMENTICATO DI ESSERE STATO.
LA VITA SULLA TERRA È DOLOROSA
MA È ANCHE GIOIOSA: MI SOVVENGONO
I PICCOLI DELL’UOMO, GLI ALBERI E GLI ANIMALI.
MANCANO OGGI QUI SU QUESTO POGGIO
CHE CHIAMANO CALVARIO.
CONGEDARMI MI DÀ ANGOSCIA PIÙ DEL GIUSTO.
SONO STATO TROPPO UOMO TRA GLI UOMINI
O TROPPO POCO?
IL TERRESTRE L’HO FATTO TROPPO MIO
O L’HO RIFUGGITO?
LA NOSTALGIA DI TE È STATA CONTINUA E FORTE
TRA NON MOLTO SAREMO RICONGIUNTI
NELLA SEDE ETERNA.
PADRE, NON GIUDICARLO
QUESTO MIO PARLARTI UMANO QUASI DELIRANTE
ACCOGLILO COME UN DESIDERIO D’AMORE
NON GUARDARE ALLA SUA INSENSATEZZA.
SONO VENUTO SULLA TERRA
PER FARE LA TUA VOLONTÀ
EPPURE TALVOLTA L’HO DISCUSSA.
SII INDULGENTE CON LA MIA DEBOLEZZA, TE NE PREGO.
QUANDO SAREMO IN CIELO RICONGIUNTI
SARÀ STATA UNA PROVA GRANDE
ED ESSA NON SI PERDE NELLA MEMORIA DELL’ETERNITÀ.
MA DA QUESTO STATO UMANO D’ABIEZIONE
VENGO ORA A TE, COMPRENDIMI
NELLA MIA DEBOLEZZA.
MI AFFERRANO, MI ALZANO ALLA CROCE
PIANTATA SULLA COLLINA
AHI, PADRE, MI INCHIODANO LE MANI E I PIEDI.
QUI TERMINA VERAMENTE IL CAMMINO.
IL DEBITO DELL’INIQUITÀ È PAGATO ALL’INIQUITÀ.
MA TU SAI QUESTO MISTERO. TU SOLO.

per il venerdì santo con giovanni paolo II - 1999



via crucis - 1999
Dal sepolcro la vita è deflagrata.
La morte ha perduto il duro agone.
Comincia un’era nuova:
l’uomo riconciliato nella nuova
alleanza sancita dal tuo sangue
ha dinanzi a sé la via.
Difficile tenersi in quel cammino.
La porta del tuo regno è stretta.
Ora sì, o Redentore,
che abbiamo bisogno del tuo aiuto,
ora sì che invochiamo il tuo soccorso,
tu, guida e presidio, non ce lo negare.
L’offesa del mondo è stata immane.
Infinitamente più grande è stato il tuo amore.
Noi con amore ti chiediamo amore.
Amen.
PASSIONE SECONDO LUZI - youtu.be/yyV_AJn9wnQ - via crucis
Quando mi fu proposto di scrivere il testo per le meditazioni della Via Crucis ebbi, superata la sorpresa, un contraccolpo di vero e proprio sgomento. Ero invitato ad una prova ardua su un tema sublime. La Passione di Cristo - ce ne può essere uno più elevato ?
users.libero.it  -   books.google.it
youtu.be/kZbCOuZdcqM - passio christi - ferrara 2021
.

La poesia di Luzi  è scritta per essere rappresentata come monologo teatrale ed ha una straordinaria forza di contemporaneità, ma soprattutto ha la capacità di emozionare e far riflettere, tra il divino e l’umano, sull’angoscia della carne e la sovrannaturale certezza, le genti di ogni razza e credo.
La Passione di Mario Luzi   -    romagnaoggi.it

nuoviargomenti.net/la-passione-secondo-luzi  - matteo bianchi

 

 


FU LENTO, ESTENUANTE
IL FARSI GIORNO
DELLA TORPIDA NOTTATA
SI PORTÒ DIETRO LE ANGOSCE
DEL SONNO E DELL’INSONNIA
L’ALBEGGIARE TITUBANTE.
ERA VERO O INVECE ERA ILLUSORIO
IL SALIRE ALLA LUCE DEL NERO, DELLA MATERIA?
E L’ESSERE IN CUI SIAMO
È STANZA VERITIERA
O A SORPRESA L’INCIAMPO
DI UN PENSIERO TRANSITORIO?
VIBRAVA DELLA SUA DUALITÀ
IL DILEMMA, RODEVA OGNI CERTEZZA
DI SOSTANZA E D’IDEA, ARDEVA.
ERA LUI CHE UNICAMENTE ERA.
O PUNCTUM
MIRABILE TU SEI

 



Sia detto
Sia detta per te, Firenze
questa nuda implorazione.
Si levi sui tuoi morti
sulle tue molte macerie
sui tuoi molti
visibili e invisibili tesori
lesi nella materia,
offesi nell’essenza
sulle tue umili miserie
ferma, questa preghiera.
I santi della tua storia
e gli altri, tutti
della innumerabile corona
la portino in alto
le soffino spirito e potenza
ne cingano d’assedio
le stelle, i cieli
le superne stanze
«giustizia non ti negare
al desiderio degli uomini
scendi in campo, abbi la tua vittoria !
Sia detta a te, Firenze
questa amara devozione
città colpita al cuore
straziata, non uccisa
unanime nell’ira
siilo nella preghiera.
Vollero accecarti, essi
della luce che promani
illumina tu, allora
col fulgore della collera
e col fuoco della pena
loro, i tuoi bui carnefici
perforali nella tenebra
della loro intelligenza, scavali
nel macigno del loro nero cuore.
Sii, tra grazia e sofferenza
grande ancora una volta
sii splendida, dura
eppure sacrificale.
Ti soccorra la tua pietà antica,
ti sorregga una fierezza nuova.
Sii prudente, sii audace.
Pace, pace, pace.
1993 - sia detto - l'opera poetica


Gli alberi a cui il frutto cade
colmo ancora
o traboccato fuori
dalla sua rotta cute
e gli altri
a cui viene scerpato verde
trinciate foglie e rami
e quelli ancora
che frutti non ne danno
solo bacche e pigne e coccole
o neanche
tutti gli alberi
tutti indistintamente
in una oscura
e prepotente
inequabile parità
si tendono
nelle loro cuspidi
si stirano
nelle loro barbe
allungano
i loro filiformi nervi aridi
verso l'acqua
o l'umidore sotterraneo
tutti
nell'ispido forteto
o altrove nell'arioso
dirupo o nei vivai
si preparano all'invaso
della nuova fertilità
che si stipa tra terra e cielo
e romperà ...
Oh aprimi le labbra grinzose
non lasciarmi
alla mia inveterata sterilità .
Cantata questa canzone
da lei in antichi tempi?
Forse nessun ricordo
nessun passato.
Ma canta la memoria.
Canta la sua deserta profondità.

 

 

 

Delle segrete

silenziose lacrime
Quei vasi di lacrime
dove li ha versati
il tempo
in quali acque
o arie li ha svuotati
o asciugati del loro
temporale ingombro ?
Sì -  rode le sue opere
si nutre
delle sue macerie  

sbriciola
ogni moto del cuore

che fa nascere
il tempo
dove sono quelle pene
e quelle gioie
oltre che nella loro perdita ?
nel nulla no

 nel più profondo essere

 


A volte
si tocca il punto fermo
e impensabile
dove nulla da nulla è più diviso
né morte da vita
né innocenza da colpa
e dove anche il dolore è gioia piena.
Sono cose
queste
che si dicono per noi soltanto.
Altri ne riderebbero.
Ma dire si devono. Le annoto
per te che le sai bene
e per testimonianza
dell'amore eterno.

il pensiero fluttuante della felicità
su fondamenti invisibili



Approdo ?
non c'è approdo, c'è il viaggio appena .
Ma ora quanto dura il viaggio
quanto la intollerabile quarantena  ?
O è un inganno, solo, del mutamento della scena  ?

per il battesimo dei nostri frammenti



Può essermi celato il pieno giorno
può negarmelo un sipario
di materia e d’ombra
però flagra, matura
canta
pur nel silenzio degli uccelli
di là da quel diaframma.
Eccola s’infiamma la raggiera
dai minimi spiragli
s’incendia di straforo
nel nero della stanza
il semicerchio d’oro, clandestina
corona alla vittoria del mattino.
È estate.



tango
Poi sulla pista ardente
lontanamente emerse
la donna spagnola,
era un'ombra intangibile in un soffio
di musiche viola il suo sorriso.
Percepiva l'accento
della notte col senso melodioso
del suo passo e quel ciclo
di libertà inibita era l'evento
triste della sua vita senza scampo.

avvento notturno 1938



DOVE L'OMBRA
procede e le strade ristanno
tra i fiori, ricordarmi le parole
e le grida dell'uomo è forse un inganno.
Ma sempre sotto il cielo consueto
ritrovo le mie tracce, il mio sole
e gli alberi remoti del tempo
fissi dietro le svolte. E sempre
ancor che mi sia noto il dolce segreto
sulla polvere quieta, tra le aiuole
m'indugio ad aspettare che sporga
un viso inenarrabile dal sole.

un brindisi 1946




Ecco aprile, la noia
dei cieli d'acqua di polvere
la quiete della stuoia
alla finestra, un tocco
di vento, una ferita
questa aliena presenza della vita
nel vano delle porte
nei fiumi tenui di cenere
nel tuo passo echeggiato dalle volte.


il primo verso diventa titolo edizione 2015
meeting per l’amicizia fra i popoli - rimini


DI CHE È MANCANZA
QUESTA MANCANZA
CUORE
CHE A UN TRATTO NE SEI PIENO?
DI CHE?
ROTTA LA DIGA
T’INONDA E TI SOMMERGE
LA PIENA DELLA TUA INDIGENZA …
VIENE
FORSE VIENE
DA OLTRE TE
UN RICHIAMO
CHE ORA PERCHÉ AGONIZZI NON ASCOLTI.
MA C’È
NE CUSTODISCE FORZA E CANTO
LA MUSICA PERPETUA RITORNERÀ .
SII CALMO
.
sotto specie umana

Silenzio, sei profondo

pero' non cessa, piomba
goccia a goccia
funereo stillicidio
nella pozza
immensa
del tuo vaso
il nero
siero
della deiezione nostra
e non basti tu, il desiderio
suo e' di un baratro
dove precipitare
e dal cui fondo risorgere
candore e canto

lasciami non trattenermi


Alzati a volo fin che puoi
raggiungilo

qualunque sia
il tuo apice d'ascesa
e d’altitudine, discendi
poi nella profondità dell’aria
e nella tenebra del mare
non però a capofitto, attento !
evita i gorghi
d’oscurità
da cui è difficile riemergere
e di essi dire ti è negato -
lo sappiamo.
poesia - nr 202

 

 

 

 

INEDITO

i versi ritrovati  - 2012 

settimo anniversario della morte 

corriere.it - marioluzimendrisio.com

 

Si stese
nel paese una muta
domenica di neve.
Disparve ogni visibile
segnale di creature
in quell’unico biancore.
Si spense
la molteplicità, si sfece
il variopinto
del mondo, della scena.
L’essere si riprese
ogni apparenza
fu solo con sé
con la sua essenza.
Che cosa restò fuori
dall’incontaminato albore?
I casi della storia o i segni
della nostra vanagloria?
La vita però era
prima e dopo di sé.
Era.

 

 

 

 

 

 

Con Onore del vero la critica ha riconosciuto un Luzi diverso, sicuramente più maturo.

Si è parlato di un passaggio, con quest’opera, dall’ermetismo al realismo - anche se non è propriamente così, nel senso che le immagini di vita quotidiana sembrano celare comunque un significato più profondo.

Senza approdare a nessuna ideologia veramente realista, il poeta riconosce fino in fondo il valore della realtà, scoprendo la verità nelle cose più povere e fragili, nelle occasioni più banali della vita quotidiana, nei gesti semplici di cui egli afferma l’onore.
corrado capone - letteratu.it - 2014

 

Amore difficile a portare
difficile a ricevere. Se osa
si turba, sente il freddo della serpe
ma se non osa volge inappagato
preme d’età in età, di vita in vita.

onore del vero

 

 


A mia madre dalla sua casa
M'accoglie la tua vecchia, grigia casa
steso supino sopra un letto angusto
forse il tuo letto per tanti anni. Ascolto
conto le ore lentissime a passare
più lente per le nuvole che solcano
queste notti d'agosto in terre avare.
Uno che torna a notte alta dai campi
scambia un cenno a fatica con i simili
infila l'erta, il vicolo, scompare
dietro la porta del tugurio. L'afa
dello scirocco agita i riposi
fa smaniare gli infermi ed i reclusi.
Non dormo, seguo il passo del nottambulo
sia demente sia giovane tarato
mentre risuona sopra pietre e ciottoli
lascio e prendo il mio carico servile
e scendo, scendo più che già non sia
profondo in questo tempo, in questo popolo.

onore del vero 1957

tradotto in arabo dal poeta e pittore adonis

http://marioluzimendrisio.com  -  www.quotidiano.net/luzi-la-madre-e-adonis

.

 

 

ALLA MADRE

Forse, infranto il mistero, nel chiarore
del mio ricordo un'ombra apparirai
un nonnulla vestito di dolore .
Tu, non diversa, tu come non mai  :
solo il paesaggio muterà colore .
In un nembo di cenere e di sole
identica, ma prossima al candore
del cielo passerai senza parole .
Io ti vedrò sussistere nel vago
degli sguardi serali, nel ritardo
dei fuochi che si spengono in un ago
di luce rossa a cui trema lo sguardo .

un brindisi - 1946

 

***

CENTENARIO DELLA NASCITA 1914-2014

L’io è ciò di cui un altro detiene il segreto

ricordo bene questa frase, la prima volta che sono andato a trovare Mario Luzi in via di Bellariva

' E’ un altro che decide, sempre un altro '
rebeccalibri.it/pdf   -  breve viaggio tra le ombre di mario luzi  - di  milo de angelis

nuoviargomenti.net/ombre-di-mario-luzi - nel magma

facebook.com/raicultura.it  -  bio

raicultura.it/letteratura/la-chiaroveggenza  -   ML FRA DANTE E LEOPARDI

 

.

- In Toscana . Un viaggio in versi con Mario Luzi -

A CURA dell'italianista marco marchi .     Nel centenario della nascita viene pubblicata una  poesia giovanile inedita  di circa 20 versi del 1934 - L'amore - che il maestro dopo averla recuperata per caso negli anni Duemila - circa 70 anni dopo averla scritta - quasi disconobbe e mise da parte. Ora invece studiosi della sua opera hanno deciso di stamparla e presentarla al pubblico  sottoforma di plaquette in  opuscolo di carta pregiata .
ansa -  lanazione.it -  liberoquotidiano.it -
marioluzimendriso.com  -  quotidiano.net  -  ilgiornale.it  -  centenariomarioluzi.com -  2014

premioletterariocastelfiorentino.it  -   2014

.

Lapide realizzata da Pasquina con i primi versi della poesia luziana Dalla torre sita nella rotonda del Casello, ufficialmente Largo Mario Luzi -  proprio sotto le finestre della casa parrocchiale abitata da Luzi, affacciata sulla Val d’Orcia.
centenariomarioluzi.com

DALLA TORRE
Questa terra grigia lisciata dal vento nei suoi dossi
nella sua cavalcata verso il mare,
nella sua ressa d’armento sotto i gioghi
e i contrafforti dell’interno, vista
nel capogiro degli spalti, fila
luce, fila anni luce misteriosi,
fila un solo destino in molte guise,
dice :”guardami sono la tua stella”
e in quell’attimo punge più profonda
il cuore la spina della vita.
Questa terra toscana brulla e tersa
ove corre il pensiero di chi resta
o cresciuto da lei se ne allontana.
Tutti i miei più che quarant’anni sciamano
fuori del loro nido d’ape. Cercano
qui più che altrove il loro cibo, chiedono
di noi, di voi murati nella crosta
di questo corpo luminoso. E seguita,
seguita a pullulare morte e vita
tenera e ostile, chiara e inconoscibile.
Tanto afferra l’occhio da questa torre di vedetta.

dal fondo delle campagne -  luglio-settembre 1962

.

--  Nel 2003 Mario Luzi ha voluto essere ricordato a Vinci con il dono di un   ' cipresso '  che porta il suo nome per il Sentiero di alberi e fiori diversi - sezione all’aperto del Museo Ideale - ancora oggi visibile - offrendo un testo originale dedicato a Leonardo.
met.provincia.fi.it

http://issuu.com/associazionemendrisiomarioluzi/docs/catalogo_luzi-croci

http://issuu.com/associazionemendrisiomarioluzi/docs/catalogo_luzi-croci

 

 


Stanno sopra di te
ariosamente
gli alberi erborando
s’invoglia nel suo azzurro il cielo
si sente persuasa
di sé, in sé precisa, a niente
remissiva ogni vita
antica ed incipiente
ogni erba, ombra, volo
ogni risorgiva.
Scande
il verso del cucù.
Vivi e guardi, teste non sei
ma parte. Oh mondo, mondo.

da lasciami. non trattenrmi
omaggio/centenario del poeta al convegno internazionale The Man and the Verbum

Università della Pennsylvania  - Fondazione NY - Università di Firenze e Torino - 2015
unifi.it - m.marchi/blog.quotidiano.net

 

 

Dai frammenti ai fondamenti

Il viaggio verso la metafisica nella poesia di Mario Luzi 

.pdf  - alfredo luzi - tellusfolio.it  

leggere la poesia -  mario luzi in video rai_scuola  -  facebook.com/watch
.

 

 

L’AMORE - inedito al 2014

a pienza nel centenario della nascita

viene  presentato come plaquette
TUTTE LE SOFFERENZE TRASPAIONO DA UN VOLTO
SOLO E IN QUELLO È DOLCE LA FORZA CHE CI SPINGE
E PUR NELL’ARIA EDUCA IL FIORE DELLA LUNA
IL VENTO PROFONDO DOVE AVVIENE LA PRIMAVERA.
CADE LA GIOVINEZZA, LA VITA INTERA
S’ADUNA E GIACE SUL CUORE
COME IL MARE SULL’ULTIMO DOLORE
DEL NAVIGANTE CHE L’HA AMATO.
LE FANCIULLE DAL DOLCE NOME INVOCATO
RIPERCORRON LE STRADE E I VERDI TORRENTI BIANCHE
NELLA PRIMA STANZA D’AMORE CON LE VOCI
CALME PLACANO I VOLTI MORENTI.
NE’ GIARDINI CON GLI OCCHI DOLENTI
INVANO ATTENDONO I BIMBI
GIÀ VIVI IN CUORE CON AEREI NIMBI
SULLE GUANCE ROSA
COME UN’AURORA SUGLI ALBERI ONDOSA
A CHI MUOR DI FATICA NEI CAMPI.

esclusa da 'la barca' 1935

e da 'poesie ritrovate'
https://pickline.it/2022/10/30/poesie-ritrovate-di-mario-luzi




Rimani dove sei
ti prego
così come ti vedo.
Non ritirarti da quella tua immagine
non involarti ai fermi
lineamenti che ti ho dato
io, solo per obbedienza.
Non lasciare deserti i miei giardini
d'azzurro, di turchese
d'oro, di variopinte lacche
dove ti sei insediata
e offerta alla pittura
e all'adorazione
non farne una derelitta plaga
primavera da cui manchi
mancando così l'anima
il fuoco, lo spirito del mondo.
Non fare che la mia opera
ricada su se medesima
diventi vaniloquio, colpa.

viaggio terrestre e celeste di simone martini - 1994
https://youtu.be/Nr-iaZNPAHg  - viaggio in versi con ML




Europa

Irruenti di rondini sui fiumi
Sgomenti le città avverse alla luna
Aprono i ponti, imbianca di frantumi
L'onda le luminose arci d'infanzia.

Gli alberi scatenati sulla vita
Mia già son alti: erompe dalla quiete
Delle pianure il vento sui basalti
Delle strade accorrenti alle alte crete

Dei monti. Già dissemina la mandria
le peste luminose lungo il fiume.
Ma che vale sussistere se prima
fu la memoria, fu la forza implume

di non vedere? Pure un'orda incede
lungamente nel venti e nella luna
per le fratte, di là dal mio soffrire
stende un astro le sue bianche frontiere.

Ma perché delle altrui sopravvivenze
hai fatto la tua vita, osa tu il bianco
dell'inane graffito lungo i muri
delle vie disertate sopra il banco

delle campagne amare, osa il silenzio
delle attese patite sotto il centro
delle cupole ardenti: nelle bionde
città del vento accanto alle lagune.

la barca 1935



non fu vano
Nell'imminenza dei quarant'anni
Il pensiero m'insegue in questo borgo
cupo ove corre un vento d'altipiano
e il tuffo del rondone taglia il filo
sottile in lontananza dei monti.

Sono tra poco quarant'anni d'ansia
d'uggia, d'ilarità improvvise, rapide
com'è rapida a marzo la ventata
che sparge luce e pioggia, son gli indugi
lo strappo a mani tese dai miei cari
dai miei luoghi, abitudini di anni
rotte a un tratto che devo ora comprendere.
L'albero di dolore scuote i rami ...

Si sollevano gli anni alle mie spalle
a sciami. Non fu vano, è questa l'opera
che si compie ciascuno e tutti insieme
i vivi i morti, penetrare il mondo
opaco lungo vie chiare e cunicoli
fitti d'incontri effimeri e di perdite
o d'amore in amore o in uno solo
di padre in figlio fino a che sia limpido.

E detto questo posso incamminarmi
spedito tra l'eterna compresenza
del tutto nella vita nella morte
sparire nella polvere o nel fuoco
se il fuoco oltre la fiamma dura ancora.

onore del vero 1957

https://youtu.be/iZYwCliJG3Y - legge mario luzi

voci della scrittura - raitre 1987


Alla vita
Amici

ci aspetta una barca e dondola
nella luce ove il cielo s'inarca
e tocca il mare

volano creature pazze ad amare
il viso d'Iddio caldo di speranza
in alto in basso cercando
affetto in ogni occulta distanza
e piangono: noi siamo in terra
ma ci potremo un giorno librare
esilmente piegare sul seno divino
come rose dai muri nelle strade odorose
sul bimbo che le chiede senza voce.
Amici dalla barca si vede il mondo
e in lui una verità che precede
intrepida, un sospiro profondo
dalle foci alle sorgenti
la Madonna dagli occhi trasparenti
scende adagio incontro ai morenti
raccoglie il cumulo della vita

i dolori
le voglie segrete

da anni sulla faccia inumidita.
Le ragazze alla finestra annerita
con lo sguardo verso i monti
non sanno finire d'aspettare l'avvenire.
Nelle stanze la voce materna
senza origine, senza profondità s'alterna
col silenzio della terra, è bella
e tutto par nato da quella.

la barca 1935

 

 

 

neri fiori dell’Ade
      Già colgono i neri fiori dell’Ade
       i fiori ghiacciati viscidi di brina
       le tue mani lente che l’ombra persuade
 e il silenzio trascina.
Decade sui fiochi prati d’eliso
       sui prati appannati torpidi di bruma
       il colchico struggente più che il tuo sorriso
  che la febbre consuma.
       Nel vento il tuo corpo raggia infingardo
tra vetri squillanti stella solitaria
       e il tuo passo roco non è più che il ritardo
       delle rose nell’aria.

 

 

 

 

Da dove ci chiamano i rimorsi ?
assenza
assenza non sa il cuore di chi
né di che ima
perdutissima sostanza.
Sa solo che è incolmabile
quel vuoto, quella lacuna
non fosse il dilagare
talora, d’una fervida

celestiale sovrabbondanza.
frasi e incisi di un canto salutare - 1998

 

 

 

A che pagina della storia

a che limite della sofferenza -
mi chiedo bruscamente, mi chiedo
di quel suo “ancora un poco
e di nuovo vedrete” detto mite, detto terribilmente
e lui forse è là, fermo nel nocciolo dei tempi
là nel suo esercito di poveri
acquartierato nel protervo campo
in variabili uniformi: uno e incalcolabile
come il numero delle cellule.

Delle cellule e delle rondini.
al fuoco della controversia 1978

.

 

 

 

Ancora un po’ assonnata
lei alza la serranda
ed ecco le si riempie
d’oro e d’aria
opalescente il vaso
della stanza .  Oh mattino
oh celeste tracotanza,
non travolgermi, non prendermi
di forza, non sono ancora pronta -
pensa e intanto lo sussurra
alla sua malsicura riluttanza -
ti si oppone
il greve e l’ombra
della mia opacità
che la notte non ha arso
e il risveglio non ha sperso .
Ti prego, giorno nuovo
vieni, ma vieni lentamente
entra lentamente nella sostanza
accendimi come una lampada
così sarò votiva
come devo e come voglio
per te, per i miei simili
per l’anima del mondo
che ci ospita, ci offende
e non poco ci conforta, noi sua parte .
Sotto specie umana 1999

.

 

 

 


Come porti leggera questo peso … La sofferenza per il giusto allevia il cuore, dà forza ed ebrietà e più nella tua patria, anche mia, dove l’insidia della vipera fa aspra la via, sotto la pura e tersa lampada tutto è pieno di luce e di tenebra invisibile .

da una lettera a margherita dalmati  - pseudonimo di maria niki zoroyannidis - che conteneva la poesia  ' a niki zoroyannidis  e alla sua patria '
consiglio.regione.toscana.it

.

 

 

 

POESIE   .pdf

 

 

Chi sa, forse c’è un luogo
 nel mare
una nascosta cala
 un canto
del cielo non stellato
 un muto
avvallamento perso
in mezzo all’Appennino
da cui, mondo, mi hai parlato
e non ti ho udito
o non ho inteso bene la tua voce.
E lì stava il tuo segreto, forse
la più riposta confidenza
affidata al tuo valore.
Ripetilo, ti prego, il tuo dettame
se possibile, non considerarlo estinto
il colloquio
e neppure il battibecco
 fra noi due.
 Mai il dicibile
 sia stato tutto detto, mai
- inedito al 2010

 

 

 

E il lupo
Quando scricchiola il ghiaccio
ed animali in ansia là sulla banchisa
guardano i mari disfatti, la deriva di icebergs
e sussulti di squali trafitti dalla fiocina
s'agitano, si spengono e il salmone
avido di procreazione e moribondo
nuota a ritroso nei torrenti in piena
e il lupo
con spasimo di tutta la sua vita
di quella dei suoi padri e dei suoi cuccioli
con questa ressa nel cuore
prende la via dei monti e si ritrova
agile sulle vecchie zampe, pronto
al richiamo dei venti originari
che squillano l'amore il viaggio e la rapina
vita non mia, dolore
che porto dalla notte
e dal caos
ti risenti improvvisa nel profondo
ti torci nelle angustie, sotto il carico.
Vivere vivo come può chi serve
fedele poi che non ha scelta, Tutto
anche la cupa eternità animale
che geme in noi può farsi santa, Basta
poco, quel poco taglia come spada.

 

 

vento e luce
Lo sfolgorio d’oro
dei platani s’inciela,
non ha ora
o stagione
ossia le ha
e le brucia
questo tripudio
le esala in chiarità
questa invincibile alchimia
le unisce e le purifica
all’essenza
luminosa della fine
e del principio.



Rughe
L’anima assente, ovunque mi rivolga
è un rigore che assidera le forme
nel vuoto dello sguardo
l’uomo, un muto consistere d’aspetti
nell’eterna imminenza
il perenne variare delle fonti .
Un incerto sorriso dissimula il terrore
ed esala fra i denti neghittosi
e morbidi l’oscuro sogno umano .
Sospiri ciechi, aneliti
volti non più istigati fra i muri e fra le piante .
Le labbra lente macerano antichi veleni
nell’effimero blu della campagna .
Stanno i corpi pazienti
cresce la sera arborea fra le nubi
e l’universo è incolume fin quando
da una buia ferita una creatura
mutata in ombra prenda a singhiozzare .

1944


al giogo della metafora -
così ci sovvengono
esse. scioglile dal quel giogo
lasciale al loro nome
le cose che nomini
                                                   
  è sciocco
confermarle
in quella servitù.
                                                       
Superflua
è quella grammatica .
la metafora è già .
sei tu la metafora .
                                                         
Lo è l’uomo
e la sua maschera .
                                          
Lo è
il mondo
                        
   tutto
                                                              da quando è  .

coagula e disperde
l’alba questi pensieri -
e la vita si cerca dentro di sé …
tratto da 'per il battesimo dei nostri frammenti'
.


 

.

Non arrenderti 

Non per meno

della gioia



CONSEGNATA A PAPA FRANCESCO

UNA COPIA UNICA IN EDIZIONE E CARTA SPECIALE DI 'IL FIORE DEL DOLORE'   NEL RICORDO DELL'ASSASSINIO DI DON PINO PUGLISI - 1937-1993
marioluzimendrisio.com - 2016

 

 

https://youtu.be/kUAVUfvg21A   - corto su ML
. poeti per mario luzi - omaggio al poeta - dal 2021 - a cura di marco marchi e dal centro studi la barca

. rivista LUZIANA - https://centroluzilabarca.it/presentazione-del-n-1-della-rivista-luziana

https://corrierefiorentino.corriere.it/luzi-de-andre-lettere - mario luzi e fabrizio de andre'

www.firenzepermarioluzi.it  - www.facebook.com/Centro.Studi

 

.

Non andartene
non lasciare
l'eclisse di te
nella mia stanza .
Chi ti cerca è il sole
non ha pietà della tua assenza
il sole, ti trova anche nei luoghi
casuali
dove sei passata
nei posti che hai lasciato
e in quelli dove sei
inavvertitamente andata
brucia
ed equipara
al nulla tutta quanta
la tua fervida giornata .
Eppure è stata
è stata
nessuna ora
sua è vanificata

dottrina dell'estremo principiante

.

 

 

 

 

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