mario luzi

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.

La voce del vero poeta dà sempre l’impressione d’una voce perpetua

che ricomincia miracolosamente a parlare in quel punto
naturalezza del poeta 1995

.

È, l’essere. È.
Intero
inconsumato
pari a sé  .
Come è
diviene .
Senza fine
infinitamente è
e diviene
diviene
se stesso
altro da sé .
Come è
appare .
Niente
di ciò che è nascosto
lo nasconde .
Nessuna
cattività di simbolo
lo tiene
o altra guaina lo presidia .
O vampa  !
Tutto senza ombra flagra .
È essenza, avvento, apparenza
tutto trasparentissima sostanza .
È forse il paradiso
questo  ?    oppure, luminosa insidia
un nostro oscuro
ab origine, mai vinto sorriso  ?

canto delle sirene

 

 

questa felicità

promessa o data
m'è dolore dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro
eppure dico salva anche per oggi
torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo

- onore del vero -

https://youtu.be/_3fQeRNvwMY 

legge   v. gassman

 

 

Aprile-amore
Il pensiero della morte m'accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i coloni
stranisce l'erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido .

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti e crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos'è sparisce
rapida nella polvere e nel vento .

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l'esilio e la morte .
Tu che sei, io che sono divenuto
che m'aggiro in così ventoso spazio
uomo dietro una traccia fine e debole !
E' incredibile ch'io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci .
Ma è ancora un'età, la mia
che s'aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste .

L'amore aiuta a vivere, a durare
l'amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera
che un soccorso s'annunci di lontano
e in lui, un soffio basta a suscitarlo .
Questo ho imparato e dimenticato mille volte
ora da te mi torna fatto chiaro
ora prende vivezza e verità .

La mia pena è durare oltre quest'attimo .
- primizie del deserto 1952 -

 

28.2.2005 

L'ULTIMO DEGLI ERMETICI
Non ce l’ha fatta a prendere il Nobel per la letteratura ...

Mario Luzi muore nella sua casa di  bellariva/Firenze a 90 anni.     

giornale.it  -  panorama.it  - ansa.it/nobel-mancato

senatore a vita  -  insignito della Legion d'Onore - Accademico della Crusca

 

 

 

E' morto il Senatore perché il Poeta resterà sempre con noi  . 

DARIO FO

 


 

 

... l'ultimo rappresentante della stagione chiave della poesia del novecento  ...       

rai.it  

 


...
è stato anche un mio maestro ...  un uomo così dedito soprattutto ai giovani e all'insegnamento non doveva morire senza quella consolazione che lui tanto desiderava, il Nobel   - 

alda  merini      

l'avvenire


la notte lava la mente.

poco dopo si è qui come sai bene
file d'anime lungo la cornice
chi pronto al balzo chi quasi in catene .
qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita figge un punto .
raramente qualche gabbiano appare .
- onore del vero - 1957

Vola alta parola
cresci in profondità
tocca nadir e zinith

della tua significazione
giacché talvolta lo puoi
sogno che la cosa esclami
nel buio della mente
però non separarti da me

non arrivare ti prego

 a quel celestiale appuntamento
da sola senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo sii
luce non disabitata trasparenza

 ...
La cosa e la sua anima ?
O la mia e la sua sofferenza ?
Vola alta parola.

- per il battesimo dei nostri frammenti -

 

 

 

 

IN GIAPPONESE  
Grazie al lavoro di traduzione di Yasuko Matsumoto sono stati pubblicati a Tokyo due volumi preziosi per la diffusione in Giappone della poesia italiana: un'antologia di liriche di Attilio Bertolucci e Mario Luzi intitolata "Vola alta, parola" curata da Paolo Lagazzi e   Maria Luisa Spaziani
I due volumi verranno presentati a Tokyo presso l'Istituto Italiano di Cultura.

iltempo.ilsole24ore.com

 

quando mi parli al telefono
e mi s'aprono d'incanto i paradisi
della vocalità
gli accordi e i tocchi d'arpa soffici
appena subsquillanti
di quella voce dai precordi sono tuoi

sì -  ma intanto
è il calmo pelago della muliebrità
che entra festosamente ruscellando
nel mattino della stanza
e mi dilava da me
si porta via la mia nascita
mi cancella dalla mia morte
lasciandomi sospeso ...
è o non è
chi? me stesso
ed il mio ascolto - le dicono da tempo
i suoi interlocutori
uomini o angeli.

- poesie sparse -

 

 

 

SULLA RIVA
I pontili deserti scavalcano le ondate
anche il lupo di mare si fa cupo.
Che fai? Aggiungo olio alla lucerna
tengo desta la stanza in cui mi trovo
all'oscuro di te e dei tuoi cari.
La brigata dispersa si raccoglie
si conta dopo queste mareggiate.
Tu dove sei? ti spero in qualche porto ...
L'uomo del faro esce con la barca
scruta, perlustra, va verso l'aperto .
Il tempo e il mare hanno di queste pause .

 

 

nulla di ciò che accade

e non ha volto
 e nulla che precipiti puro

immune da traccia,
 percettibile solo alla pietà
 come te mi significa la morte.
 il vento ricco oscilla

corrugato  sui vetri

finge estatiche presenze
 e un oriente bianco s'esala
 nei quadrivi di febbre lastricati.
 dalla pioggia alle candide schiarite
 si levano allo sguardo variopinto
 blocchi d'aria in festevoli distanze.
 apparire e sparire è una chimera.
 e' questa l'ora tua è l'ora di quei re
 sismici il cui trono è il movimento
 insensibili se non al freddo di morte
 che lasciano nel sangue all'improvviso.
 loro sede fulminea è qualche specchio
 assorto nella sera ivi s'incontrano
 ivi si riconoscono in un battito.
 sei certa ed ingannevole

è vano ch'io ti cerchi
 ti persegua di là dai fortilizi
 dalle guglie riflesse negli asfalti
 nei luoghi ove l'amore non può giungere
 né la dimenticanza di se stessi.

- poesie sparse  1945-1948 -

 uccelli  

 il vento è un'aspra voce

che ammonisce
 per noi stuolo che a volte trova pace
 e asilo sopra questi rami secchi.
 e la schiera ripiglia il triste volo
 migra nel cuore dei monti -  viola
 scavato nel viola inesauribile
 miniera senza fondo dello spazio.
 il volo è lento penetra a fatica
 nell'azzurro che s'apre oltre l'azzurro
 nel tempo ch'è di là dal tempo - alcuni
 mandano grida acute che precipitano
 e nessuna parete ripercuote.
 che ci somiglia

è il moto delle cime nell'ora

- quasi non si può pensare né dire -

quando su steli invisibili
 tutt'intorno una primavera strana
 fiorisce in nuvole rade che il vento
 pasce in un cielo o umido o bruciato
 e la sorte della giornata è varia
 la grandine la pioggia la schiarita.

- onore del vero -

esposta a rocca imperiale

antologia il paese della poesia

Padre mio
mi sono affezionato alla terra
quanto non avrei creduto
è bella e terribile la terra.
Io ci sono nato
quasi di nascosto
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
mi sono affezionato alle sue strade
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti
le vigne, perfino i deserti
...
Il ritmo semplice e semiprosastico vuole esprimere in modo incisivo la durezza del terrestre e la tenace memoria dell'umano all'interno dell'eternità e del divino. Questa è la potenza della poesia di Mario Luzi, questa è la sua ontologia e questa la sua estetica realistica.
prof.salvatore ragonesi - aetnanet.org - 2015



LE PETIT MONTAGNARD

LA DONNA LENTA S’AVVIA
COL SUO SEGUITO DI PECORE
TRA LA QUIETE E LA FATICA
O SALE QUANTO È ERTA LA PENDICE
O INDUGIA, INCONTRA FUMO
A SBUFFI DAI COMIGNOLI
E RASENTE ALLA STERPAIA.
IL MONTE SCUOTE O TIENE FERMO IL MANTO.
NON PIOVE, UN MOTO TUTT’AL PIÚ DI NUVOLE
DA CIMA A CIMA DELLA CHIUSA OSCURA
L’ASSENZA DI PENSIERO IN RIVA AL FIUME
SE FIUME È UNA PETRAIA DOVE IL FILO
DELLA CORRENTE CERCA LA SUA VIA.
LA VITA DELLA MONTAGNA TACE
SOVERCHIA OGNI ALTRA VITA.
CHE FAI? PERDO NOTIZIA DELLA MIA
E RISALGO DOVE I MIEI PADRI ATTESERO
LA DISCESA A OCCHI APERTI NELLE TENEBRE
E QUEL CH’È GIUSTO O QUEL CHE APPARVE TALE
TRA QUESTE QUATTRO MURA NERE D’UMIDO.

dal fondo delle campagne - 1969




La sera non è più la tua canzone
è questa roccia d'ombra traforata
dai lumi e dalle voci senza fine
la quiete d'una cosa già pensata.

Ah questa luce viva e chiara viene
solo da te, sei tu così vicina
al vero d'una cosa sconosciuta
per nome hai una parola e s'è perduta.
Caduto è più che un segno della vita
riposi, dal viaggio sei tornata
dentro di te, sei scesa in questa pura
sostanza così tua,così romita
nel silenzio dell'essere,compiuta.

L'aria tace ed il tempo dietro a te
si leva come un'arida montagna
dove vaga il tuo spirito e si perde
un vento raro scivola e ristagna.

la ferita dell'essere




Mare
Mare sempre presente.
Dura gemma
nel mare
nel castone della mente
Ne è lungi
in quell'ultimo
avamposto
della sua terrestrità
lui disperatamente
- lo è o così pensa -
ed ecco in quell'azzurro
sfisarsi appena un vivido
luminoso oscillamento
e crescere
e esondare
e lui esservi dentro
e lui esserne parte
a fondo
sempre più a fondo
dove scendono gli squali
per dominio e preda

e dove, morta
l'agonia, muoiono
e si depongono i naufragi
e subito salire
ancora
al celestiale incontro
all'etere
al fuoco
a un invisibile
ricongiungimento ...
Mare, mare eterno.
frasi e incisi di un canto salutare 1990


NATURA
LA TERRA E A LEI CONCORDE IL MARE
E SOPRA OVUNQUE UN MARE PIÙ GIOCONDO
PER LA VELOCE FIAMMA DEI PASSERI
E LA VIA
DELLA RIPOSANTE LUNA E DEL SONNO
DEI DOLCI CORPI SOCCHIUSI ALLA VITA
E ALLA MORTE SU UN CAMPO
E PER QUELLE VOCI CHE SCENDONO
SFUGGENDO A MISTERIOSE PORTE E BALZANO
SOPRA NOI COME UCCELLI FOLLI DI TORNARE
SOPRA LE ISOLE ORIGINALI CANTANDO
QUI SI PREPARA
UN GIACIGLIO DI PORPORA E UN CANTO CHE CULLA
PER CHI NON HA POTUTO DORMIRE
SÌ DURA ERA LA PIETRA
SÌ ACUMINATO L'AMORE.
la barca - 1935
.
Natura, lei
sempre detta, nominata
dalle origini

Com'era
come stava nella mente
degli uomini e nel senso
-
in quel carcere, in quel vento
molto viva, molto cauta
.
Niente le dava, niente le toglieva il tempo
.
Tempo era lei stessa, lo era eternamente
.
Storia umana che le nascevi in grembo
e in lei ti consumavi
senza lasciare impronta

Senza
?
eppure - ma questo lo ignoravano
non erano ancora né sapienti
né consci - entro di lei operava
l'universale esperienza
.
E ora, tardi, se ne avvedevano in pianti

viaggio terrestre e celeste di simone martini
.



Mentre pensi
e accordi le sfere d'orologio della mente
sul moto dei pianeti per un presente eterno
che non è il nostro, che non è qui né ora
volgiti e guarda il mondo come è divenuto,
poni mente a che cosa questo tempo ti richiede
non la profondità, né l'ardimento
ma la ripetizione di parole
la mimesi senza perché né come
dei gesti in cui si sfrena la nostra moltitudine
morsa dalla tarantola della vita,
e basta.

estratto da 'nel magma'
gocce
L'inverno e la sua fine
escono da quei monti
nel cielo
alla battaglia
esitano l'uno
e l'altra, essi, rapiti
a quella luce
di politissimo cristallo
alla flagranza delle valli
e ora
un poco si osservano a distanza
un poco si mischiano e si azzuffano
finché grandine o vento non sbaraglia
l'incertezza dello scontro.
Ci ottenebra, noi stille
sorprese in medio campo
un infittito scroscio
ci affoga
l'uragano, sgombra
poi il sole
i celesti rimasugli
del furente nubifragio.
È inverno o primavera
?   Non lo sappiamo
siamo
e non siamo niente
nella molteplicità delle apparenze
però dentro la vita, dentro
il meraviglioso istante.

1999 - lessico della luna nascente




Poi malgrè tout
è fine febbraio o marzo
la primavera non c’è ancora
c’è, trepidante quella numinosa nebula
quel fuoco bianco nell’aria
quelle velature seta e argento
tutto ciò che desidera il senso
ci sia
in questa piega dell’anno, tutto
la prima barca, il primo verde dei salici
la prima ruota d’acqua
alla virata dell’armo.
C’è tutto, tutto.
Tutto incredibilmente.

miracolo a primavera
bruciata la materia del ricordo -  1985





Augurio
Camera dopo camera la donna
inseguita dalla mattina canta
quanto dura le lena
strofina i pavimenti
spande cera. Si leva, canto tumido
di nuova maritata
che genera e governa
e interrotto da colpi
di spazzole, di panni
penetra tutto l’alveare, introna
l’aria già di primavera.
Ora che tutt’intorno, a ogni balcone
la donna compie riti
di fecondità e di morte
versa acqua nei vasi, immerge fiori
ravvia le lunghe foglie, schianta
i seccumi, libera i buttoni
per il meglio della pioggia
per il più caldo del sole
o miei giovani e forti
miei vecchi un po’ svaniti
dico, prego: sia grazia essere qui
grazia anche l’implorare a mani giunte
stare a labbra serrate, ad occhi bassi
come chi aspetta la sentenza.
Sia grazia essere qui
nel giusto della vita
nell’opera del mondo. Sia così.
dal fondo delle campagne





Nella nebbia
di quella che tu fosti
dentro cieli improvvisi alta, friabile
coronata di piogge, unta di lagrime
risonante di echi, non so come ...

Nel chiarore di quella che sei oggi
o equanime, o discosta, non so come
le passioni desistono, precipita
il vento della mia vita in un turbine.

avvento notturno

 

 

Ciò a cui stiamo assistendo non è la crisi .. bensì la crisi della crisi e cioè la nevrosi.

Non temessi di riuscire paradossale e brillante, direi infatti che è proprio la crisi che è in crisi; evade cioè dalla sfera che le è propria, dalla morale, dalla coscienza critica, abdica, demanda frettolosamente alla bruta fenomenologia del reale ogni potere, le lascia ogni facoltà di imposizione. Tutti i sintomi della nevrosi si possono riassumere, mi pare, in una grave perdita di concretezza: i gesti che suggerisce peccano di astrazione, mancano di mordente e di presa proprio mentre traducono l’ansia di afferrare risolutamente e definitivamente, senza più gerarchia perché senza più centro, i termini del problema. Spara a bruciapelo su ogni parvenza o ombra, temendo gli scappi la preda.
luzi pasolini e il marxismo - articolo 1954 la chimera
videotecapasolini.blogspot.it - da fabrizio sinisi/ilsussidiario.net/academia.edu - 2012

 

 

 

 

Quando pensare significa trovare la pace  di Mario Luzi
Credo di dover annettere un significato al fatto che, isolando metastoricamente il concetto di filosofia e facendone oggetto e tema di riflessione, il mio primo pensiero corre a Boezio e alla sua opera più famosa, De consolatione philosophiae.
La consolazione, come si sa, non è elargita dal filosofo ai suoi lettori, ma è effetto virtuoso, intrinseco e oggettivo, della filosofia; e di essa Boezio stesso sembra profittare nella tragica congiuntura dell'imminenza della sua morte, quando il libro è stato scritto ... locuzioni proverbiali come «prenderla con filosofia» non lasciano trasparire nulla di più confortante dal loro retropensiero ... La filosofia ha cessato assai presto di occuparsi della costituzione e delle leggi dell'universo: la sua prima indagine de rerum natura, che certo le aveva conferito qualche positiva presunzione di scienza, sposta l'obiettivo sull'uomo, come universo esso stesso, a partire da tempi molto lontani: e con Socrate e l'Accademia incardina definitivamente il sistema speculativo della nostra civiltà occidentale ... La filosofia, in ogni caso, enfatizza attitudini umane esistenti e non può assumere la veste di pacificatrice se non per astratta velleità. È quanto la storia illustre del pensiero filosofico europeo ci rappresenta. Il che equivale a dire che la filosofia, da quella naturale a quella trascendentale, non ha potuto evitare di riprodurre il polemos, duale del mondo sia pure in forme diversamente coscienti ... l'universo si presenta al pensiero occidentale in ogni sua accezione come un campo spaziale e temporale scottante, in cui si sviluppa la storia della conoscenza ...

redazione - ilgiornale.it - 2014

 

 

Io che non sono un maître à penser

non sono un commentatore sistematico dei fatti e delle cronache, tuttavia qualche volta ho sentito il bisogno di intervenire, di dire la mia. E questo fa parte della mia partecipazione alla vita di tutti. Come cittadino sento il bisogno di farmi leggere o attraverso le righe o attraverso i silenzi di una poesia, ma anche di affrontare più direttamente certi contenuti episodici che hanno un valore per sempre .
raiculturaIo che non sono un maître à penser, non sono un commentatore sistematico dei fatti e delle cronache, tuttavia qualche volta ho sentito il bisogno di intervenire, di dire la mia. E questo fa parte della mia partecipazione alla vita di tutti. Come cittadino sento il bisogno di farmi leggere o attraverso le righe o attraverso i silenzi di una poesia, ma anche di affrontare più direttamente certi contenuti episodici che hanno un valore per sempre .

raicultura
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https://youtu.be/wYlzcZV1vQ8  - luzi legge due poesie

facebook.com/rai3tv/video  - il senso della poesia - intervista di enzo biagi

https://youtu.be/9P0CdM79te4  -  2000 - AB INFERIS
www.youtube.com/watch?v=kUAVUfvg21A  -  2011 - corto sul poeta

https://youtu.be/qOW2BIY2dVA   - ritratti e poesie di ml

https://youtu.be/p4KMGgqUwts   - si attenuano. si sfanno - legge ML

https://youtu.be/cQnGmd01kuA  - premio luzi 2013 - CON  m.l.spaziani

https://youtu.be/nrtAMBd0oJ4   -   eccesso di parole significa scarsità di parole

https://youtu.be/3YiiNaMbluY   -  premio letterario castelfiorentino 2001

https://youtu.be/hxc_o0QEPV8   -  ML legge muore ignominiosamente la repubblica

https://youtu.be/oSY3eVdhbAc   -   intervista e lettura di ML della preghiera all'angelo custode

https://youtu.be/BxfSdKC0z2U  -  omaggio rai per  80 anni di mario luzi - presenti MLSpaziani e VZeichen

rainews.it/2020/mostra-poeta -  mostra 2020 luzi and friends - disegni-dipinti-scritti-foto

 

 

Luzi - Quell'Imbarazzante Incontro Con Eugenio Montale
''Montale era in un ovale di luce verdognola e non alzava nemmeno la testa - rievocava Mario Luzi a proposito di quell'incontro di 70 anni fa - poi si si mise a parlare, ma con una tale avarizia di parole che mi passo' subito l'entusiasmo. Gli dissi che anch'io avrei voluto scrivere qualcosa, poi lo salutai rapidamente e me ne andai. Mi dissi: 'mai piu' andro' a conoscere uno scrittore, mai piu''. Poi ci siamo invece conosciuti per altre vie, pero' l'imbarazzo di quell'incontro e' rimasto''.
          

adnkronos - 2005

 

 

Fondo Mario Luzi

per approfondire ulteriormente l’ opera di uno dei nostri più grandi intellettuali, la sua poesia, il senso religioso della vita a cui si é ispirato, la figura umana, il percorso non solo poetico .
ilmeridiano.info

PREMIO  INTERNAZIONALE LUZI  DAL 2004

patrocinio presidente della Repubblica. Uno dei premi letterari più prestigiosi ... grande opportunità per tutti gli scrittori ma anche e soprattutto per tutti coloro intendano portare all’attenzione del pubblico i propri testi inediti.

ifatti.com

PREMIO   ' FIRENZE PER MARIO LUZI '     DAL 2012  - RISERVATO AGLI STUDENTI

 

 

    

  opera di mario francesconi

 

     A Mario Luzi la Giornata Mondiale della Poesia promossa dall'Unesco  2005   

      a Mario Luzi il Premio Internazionale   Maior  Costa d'Amalfi  2004    

 

 

la sua opera antologica dal titolo TOSCANA MATER

questa terra

questa terra toscana brulla e tersa

dove corre il pensiero di chi resta

o cresciuto da lei se ne allontana
+  cd-rom contenente filmati, interviste, documentazioni d’archivio e testi recitati,

un supporto che sottolinea, quale segno indelebile,

la storia, l’arte, le memorie e la vita della nostra regione.
nove.firenze.it 

 

TERZO MILLENNIO​

 

Terzo millennio, la tua porta è ancora chiusa
c’è una parola per passare il segno ?
un motto di malleveria sovrana ?
C’è, non sai chi lo pronunzia
e nemmeno chi lo giudica, ma c’è .
La mente umana greve e insoddisfatta
lo desidera, dura, contro di sé :
sfrondare di frivolezza e vanità lo scibile
portare in salvo l’essenziale opera
di bellezza e conoscenza
alleggerire il carico
della presuntuosa fatuità ...
Da questo purgatoriale rogo
uscirà l’uomo, spero, spoglio proteso
al meglio: al lavoro costruttivo
alla pace, alla fraternità .

.

 

in questo fine millenio, il poeta può ancora avere un ruolo nella società? ma che cos’è il poeta? una voce discordante, un profetta del futuro?
Sì, ce l’ha, è poco evidente ma molto concreta. Si combatte una grande partita tra la persistenza di valori che credevamo l’umano, l’irrinunciabile e le tentazioni di una ab-umanità tecnologica invadente. Drammatizzare questo conflitto e umanizzare questo trapasso spetterà, penso, soprattutto alla poesia.
quali progetti ha in questo momento?
Vorrei fare ancora qualcosa per il teatro.   Ma a un certo punto è la vita nella sua umiltà quotidiana il solo regista.
laltroveappuntidipoesia.com - vera lúcia de oliveira -  intervista del 1991

avvenire.it/terzo-millennio


commentando le grandi mobilitazioni pacifiste

“la pace è ormai entrata nella grammatica mentale di gran parte degli uomini” ...
«grammatica mentale» per cui la pace era stata assimilata come valore condiviso. Aveva visto giusto. E la bandiera arcobaleno, una bandiera, cioè che rappresenta tutti i popoli e tutti le culture, una bandiera plurale, ne è diventata il simbolo”.    
  

popolis.it     vita.it

 

Il mio incontro con la poesia tedesca 

Il volume, in italiano e in tedesco, conteneva anche 5 poesie e viene interamente riproposto in «Il Portolano» a testimonianza dell'ampio orizzonte europeo di Mario Luzi e di come siano da tenere sempre presenti i fecondi legami del poeta e critico con un versante molto ampio della poesia e della filosofia tedesca.               

nove.firenze.it  

 

 

Mario Luzi  

Castello di Firenze  20 ottobre 1914 – Firenze 28 febbraio 2005

Nel 1926 si trasferisce a Siena per tre anni. Nel ’29 è di nuovo a Firenze dove si laurea in letteratura francese. Successivamente insegna nella scuole superiori e, dal 1955, tiene la cattedra di letteratura francese presso la facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze.
È considerato uno dei fondatori dell’
ermetismo nonchè uno dei maggiori poeti italiani contemporanei. I suoi esordi letterari risalgono agli anni ’30 (la prima raccolta, La barca, è del 1935), quando comincia a frequentare altri giovani poeti della scuola ermetica (Bigongiari, Parronchi, Bo) e collabora a riviste d’avanguardia come “Frontespizio” e “Campo di Marte” .

muore nel 2005.

club.it - virgilio.it - riflessioni.it - itchiavari.it

 

 

 

FIRENZE - PARCO MARIO LUZI
IL SUO SOGNO DIVENTA REALTA - ANNUNCIO E CONFERMA DEL SINDACO - 2013

AUTORITRATTO CON POESIE
scritto prima della sua scomparsa ... l’autore conferma la propria concezione di poesia come creazione di «qualcosa che prima non c’era», quindi intimamente rivolta a un costante anelito di nascita.  Poiéin come condizione vitale.
ilgiornale.it

FIRENZE - BIBLIOTECA MARIO LUZI

nuova biblioteca del quartiere 2 - via ugo sìschiff 8 firenze - 2012

REGIONE TOSCANA INTENDE ACQUISIRE BIBLIOTECA ED ARCHIVIO .

"Intendiamo tener fede agli impegni già assunti e confermare il grande interesse per la destinazione della raccolta a un istituto culturale in grado di catalogarla, valorizzarla e renderla fruibile". Così Cristina Scaletti, assessore regionale alla cultura, in una lettera oggi inviata a Gianni Luzi, figlio di Mario, sulla proposta di acquisire biblioteca e archivio del grande poeta e scrittore toscano scomparso nel febbraio 2005.
nove.firenze.it - 2013

PIENZA RICORDA MARIO LUZI
CHE AVEVA DONATO ALLA CITTADINA OLTRE 10.000 VOLUMI DEGLI ANNI 30 E PARTE DELL'ARCHIVIO PERSONALE - CONSERVATI NELLA SUA BIBLIOTECA E NEL CENTRO STUDI LA BARCA CHE PRENDE IL NOME DALLA PRIMA RACCOLTA POETICA CHE LO RESE NOTO NEL 1935 .
sienafree.it - 2013
.

Una panchina
Il parco nazionale delle Cinque Terre donerà domenica a Pienza Siena - a Mario Luzi - una delle sue celebri panchine ambasciatrici di pace e poesia come quelle che si incontrano lungo la famosa via dll'Amore.
Si tratta di opere in ferro e rovere dell'artista veneziano Marco Nereo Rotelli.
Quella di Pienza è una delle 19 panchine ambasciatrici di messaggi di pace e fratellanza volute dal Parco con l'iscrizione di brevi versi di grandi autori italiani e stranieri impressi a fuoco sullo schienale - l'ultima era andata all'Isola di Pasqua.
toscana radio news - 2008 -   intoscana.it  -  regione.toscana.it

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a cura del Comune di Firenze e con la partecipazione del figlio del poeta Gianni Luzi, viene deposta sulla tomba del Poeta nel Cimitero di San Michele a Castello una corona d’alloro.
marco marchi - quotidiano.net -  firenzepermarioluzi.chiavidellacitta.it  -  2019

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conferimento cittadinanza onoraria - colli al metauro_pesaro urbino - 2023
.

 

 

PensieriVasiPoesie - milano
Delle segrete, silenziose lacrime

titolo della raccolta di sei poesie di Mario Luzi e composta da un libro delicato e leggero in carta giapponese rilegata a mano e da un calice lacrimale in vetro di Murano  ... su disegno di Ettore Sottsass -  esposto  al Palazzo della Triennale  dopo la scomparsa del poeta.

freeonline.org - 2006

un imprenditore bresciano Roberto Zani dice a Mario Luzi di voler realizzare un lacrimatoio e ne spiega le motivazioni ... un oggetto come simbolo della sofferenza degli uomini, un calice del millenario dolore di una «specie» pronto a farsi pegno memoriale, testimonianza di pietà e civiltà.
Ne nasceranno i versi intitolati Delle segrete, silenziose lacrime, le alte riflessioni sull’universale compianto di Sunt lacrimae rerum. «Non c’è oggetto – affermerà Luzi – più assoluto e sacro del vaso lacrimale: nessun altro oggetto esprime la condizione umana così intensamente. Il riso e il sorriso non producono oggetti idonei alla loro materiale conservazione, non hanno emblemi così perentori come lo hanno le lacrime».

www.youtube.com/watch?v=p1EuDGYVqIo  -   werther act III - va! laisse couler mes larmes
marco marchi - blog.quotidiano.net - 2013

 

 


La poesia intensifica tutti gli aspetti del presente e magari anche del futuro, che attraversano la mente dell’uomo .    La poesia porta al suo estremo la significazione. Tende a una specie di assoluto verbale e significativo  .  La poesia è questo,   vuol grattare fino in fondo la cicala .    Chi esprime la vita, attraverso la poesia, cerca di esprimerla al quadrato più intensamente, più drammaticamente e più scherzosamente che nell’ordinario .   La poesia è un apice .  -ml

il silenzio  la parola 

.

sullo scrivere
Quale sia lo stato delle cose, la condizione della salute umana, spirituale e culturale, l’ha detto la poesia  ...   Con difficoltà, nel magma del secolo ma quel che poteva la poesia l’ha fatto .    Ha perseguito il sogno continuamente deluso e continuamente ripreso, di un mondo meno ingiusto e perverso .   Un mondo che, magari, potesse farci sperare in un uomo che si appartenga e non sia alieno a se stesso, quale invece rischierebbe di essere se la poesia cadesse in disgrazia .   Chiediamoci, allora, non cosa ha fatto la poesia, ma cosa sarebbe l’uomo senza la poesia .    Perché io credo fermamente che la poesia aiuti l’uomo a ritrovare se stesso, la sua essenza, e mi auguro che sia l’uomo il protagonista della poesia del futuro .   In questo senso il lavoro dei poeti sarà ancora necessario  .  -ML

le nuove paure

 

 

Mi guarda Siena
mi guarda sempre
dalla sua lontana altura
o da quella del ricordo -
come naufrago ? -
come transfuga ?
mi lancia incontro
la corsa delle sue colline
mi sferra in petto quel vento
lo incrocia con il tempo -
il mio dirottamente
che le si avventa ai fianchi
dal profondo dell’infanzia
e quello dei miei morti
e l’altro d’ogni appena
memorabile esistenza …
Siamo ancora
Io e lei, lei e io
soli, deserti.
Per un più estremo amore ? Certo
l'opera poetica
Non tra  i bambini - Con  loro
Con loro e come loro - pacifici
ai piedi della loro crescita
all'ombra della loro statura prossima :
questo, lo straripante desiderio
questo, non un suo travestimento .
E con questo tutto il non ancora
il prima della primavera
quella grigia fabbriceria di gemme
nell'aria acquosa.
Può tante volte
essere stata questa febbre

e salire, salire ancora
l’opera poetica


il mare
si ara, si pettina
si struscia
contro se stesso
il mare
pizzicato dall'aria
mordicchiato dal vento
nella verde-azzurra pelle

tutte le poesie

 

 

 

 

 2009-2019
Enciclopedia di poesia italiana - Vol. 9
2008

conversazioni a FIRENZE

LE ARTI AMANTI

LASCIAMI NON TRATTENERMI

LETTERE 1933-1984

MANIFESTO PER LA CULTURA EUROPEA

2007

Delle segrete  silenziose lacrime

AUTORITRATTO CON POESIE

2006
A ritroso nel lungo tornado del '900
Antologia poetica. Tra poesia e vita
2005
Luca Macchi

Nel flusso e nell'incandescenza del sensibile
Pace e guerra

2004
Carissimo Giorgio, carissimo Mario.
Spazio stelle voce
La ferita nell'essere
Pietra oscura
Toscana Mater
L'adorazione dei Magi e dei pastori
Dottrina dell'estremo principiante
Vita fedele alla vita.

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Luzi

https://alessandrocanzian.wordpress.com/mario-luzi

 

2003
L'alta la cupa fiamma
Poesie ritrovate
Toscanità  2005
Avvento notturno.
Parlate
Una purissima e antica amicizia.
Il fiore del dolore
Le nuove paure 2006
Avvento notturno

L'AVVENTURA DELLA DUALITA

poesie e OPERE della pittrice lettone Lolita Timofeeva

2002
Flos    poesie per Firenze
Mallarmé
Opus florentinum
Vero e verso

2001
Opus florentinum
Parole pellegrine
Discorso naturale
La barca  2005

2000
Il colore della poesia
Frammenti di Novecento.
La poesia. Un debito col mondo
Rossano Naldi pittore.

 

 

 

 

 

       dal 2005 -  premio  INTERNAZIONALE ANNUALE  mario luzi 

NELLA GIURIA  L'AMICA DI SEMPRE   MARIA LUISA SPAZIANI

 

 

 

 




Contro le altere torri

Quegli aerei che si avventavano
contro le altere torri
quel volo a capofitto di vite umane
contro altre vite 
L’anima di quel cataclisma era l’odio   
un rancore antico
che si liberava come una sorta di ebbrezza 
Era anche un inno alla morte
cantato nel sangue
di migliaia di creature sacrificali.
E quello che per noi era tenebra
per altri era luce ed estasI
La mente vacilla   
l’animo è soverchiato    
oppresso.
Si preparano 
forse sono già venuti tempi
in cui sarà richiesto
agli uomini di essere altri
da come noi siamo stati.
Come?

 

 

https://youtu.be/xW51BqgcpNo

https://vimeo.com/86533216





11 settembre

Dimettete la vostra alterigia
sorelle di opulenza
gemelle di dominanza
cessate di torreggiare
nel lutto e nel compianto
dopo il crollo e la voragine
dopo lo scempio.
Vi ha una fede sanguinosa
in un attimo
ridotte a niente.
Sia umile e dolente
non sia furibondo
lo strazio dell’ecatombe.

Si sono mescolati
in quella frenesia di morte
dell’estremo affronto i sangui
l’arabo   l’ebreo
il cristiano   l’indio.
E ora vi richiamerà
qualcuno ai vostri fasti.
Risorgete    risorgete
non più torri   ma steli
gigli di preghiera.
Avvenga per desiderio
di pace.
Di pace vera.

 



Oscillano le fronde, il cielo invoca
la luna. Un desiderio vivo spira
dall'ombra costellata, l'aria giuoca
sul prato. Quale presenza s'aggira ?
Un respiro sensibile fra gli alberi
è passato, una vaga essenza esplosa
volge intorno ai capelli carezzevole
nel portico una musa riposa.
Ah questa oscura gioia t'è dovuta
il segreto ti fa più viva, il vento
desto bel rovo sei, sei tu venuta
sull'erba in questo lucido fermento.
Hai varcato la siepe d'avvenire
sei penetrata qui dove la lucciola
vola rapida a accendersi e sparire,
sfiora i bersò e lascia intatta la tenebra.
quaderno gotico 1947



Avorio

Parla il cipresso equinoziale, oscuro
e montuoso esulta il capriolo
dentro le fonti rosse le criniere
dai baci adagio lavan le cavalle.
Giù da foreste vaporose immensi
alle eccelse città battono i fiumi
lungamente, si muovono in un sogno
affettuose vele verso Olimpia.
Correranno le intense vie d'Oriente
ventilate fanciulle e dai mercati
salmastri guarderanno ilari il mondo.
Ma dove attingerò io la mia vita
ora che il tremebondo amore è morto ?
Violavano le rose l'orizzonte
esitanti città stavano in cielo
asperse di giardini tormentosi
la sua voce nell'aria era una roccia
deserta e incolmabile di fiori.




Infrapensieri la notte
Il sonno, il nero fiume  -
v'immerge la sua tempra
per il fuoco dell'aurora
che lo avvamperà, lo spera
l'indomani  -
Sono oscuri
il turchese ed il carminio
nei vasi e nelle ciotole
li prende
la notte nel suo grembo
li accomuna a tutta la materia .
Saranno  -  il pensiero lo tortura
un attimo, lo allarma  -
pronti alla chiamata
quando ai vetri si presenta
in avanscoperta l'alba e, dopo
quando irrompe
e sfolgora sotto la navata
il pieno giorno  -
hanno
incerta come lui la sorte
i colori o il risveglio
per loro non è in forse
la luce non li inganna
non li tradisce ? E stanno
nella materia
o sono
nell'anima i colori ?   -
divaga
o entra nel vivo
la sua mente
nella pausa
della notte che comincia  -
smarrisce
e ritrova i filamenti
dell'arte, della giornata ...
Esce
insieme ai lapislazzuli
l'oro dal suo forziere, sì
ma incerto
il miracolo ritarda
la sua trasmutazione
in luce, in radiosità
gli sarà data piena? Avrà
lui grazia sufficiente
a quella spiritualissima alchimia ?
Si addorme
s'inabissa
è sciocco
lo sente
quel pensiero, è perfida quell'ansia.
Chi è lui? Tutto gioca con tutto
nella universale danza.




ACCORDO
Il corso d’una vita deciso in nostra vece
chi sa come e quando
ripara nel bene e nel male altre esistenze
offre cause di gioia e di dolore alle future
Lei che soffre ma pronunzia il suo credo
ben ferma nel suo aspetto di angelo o deva
m’accoglie nella parte viva della casa
mi dà questo saluto o questo viatico.
Non per caso ero lì comparso
dall’oscurità del bosco al suo cospetto
macinando pensieri senza costrutto
pel sentiero battuto dall’artiglieria da campo.
Né spero né desidero sorprenderle
questa volta il lampo che sprizza
sospetto della mia incredulità e insieme dolcezza.
In silenzio raccolgo sotto il fuoco
delle sue pupille questo messaggio
ben deciso a credere contenga la sanzione e il crisma.
Che importa la materia della fede quando è così grande
mi dico mentre scruta se m’arriva
la luce delle sue parole nel punto esatto
e posso anche pensarle
come un canto di prigionia
sia pure il canto udito
trillare nella voliera più alto di tutti e fermo.



Se pure osi
Vento d’autunno e di passione. E polvere
polvere che striscia sulla terra
di queste vie più candide che ossa.
Tempo, questo, che il cuore oppresso s’agita
revoca in dubbio quel che fu reale
non fiaba, non apparizione vana.
Tue notizie che possono recarmi?
Ti conosco abbastanza per saperti
inquieta, sono certo che osi appena,
se pure osi, chiederti che penso.
Penso a te, alla tua passione schiusa
alla luce di gemma ch’è dell’Umbria
di prima estate tra Foligno e Terni
mi chiedo, scusa la follia, se mai
una gioia sarà gioia per sempre
o comunque sia colma la misura
delle cose che devo amare e perdere.
il giusto della vita



Il vento sparso luccica
tra i fiumi della pianura
il monte ride raro illuminandosi
escono barlumi dall'acqua
quale messaggio più caro ?

È tempo di levarsi su
di vivere puramente
ecco vola negli specchi

un sorriso, sui vetri aperti un brivido,
torna un suono a confondere gli orecchi .
E tu ilare accorti e contraddici
in un tratto la morte .

Così quando s’apre una porta
irrompono felici

i colori, esce il buio di rimando
a dissolversi. Nascono liete immagini,
filtra nel sangue, cieco nel ritorno,
lo spirito del sole, aure ci traggono
con sé: a esistere
a estinguerci in un giorno .

diana_risveglio - un brindisi 1946



Croce di Sentieri
Sfuma l'acqua precipite i pendii,
più le siepi non ronzano e le more
si coprono di bruma. Tu devii
dalla tua ombra, a poco a poco è sera.
Vaghe, più vaghe errano dietro un velo
di polvere le vespe, i cani ansanti
e le viottole: l'aria intorno al melo
s'annebbia, un breve spirito trascorre.
I ruscelli profumano di miele
e di menta svanita sotto i ponti
minuscoli ove passi insieme al sole
ed ai lenti colori della vita.
Dietro i tuoi quieti passi che mi lasciano
qua seduto sull'argine nel bianco
splendore della polvere, che fugge,
che si stacca per sempre dal mio fianco?
La voce dei pastori nelle gole
dei monti si raggela, dalla selva
esce fumo e si tinge di viola,
le mie vesti si velano di brina.




La corriera
La corriera procede a strappi, muglia.
Chi nativo di qui ravvisa il giogo
cima per cima segue in lontananza
tutta l'azzurra cavalcata: il vento
profila i primi monti
bruciati dall'altezza
fa livido il colore
più cenere che fiamma
che ha il querceto d'inverno
su queste terre d'altipiano,
sferza, ostacola i muli sulla tesa
stride sui cumuli di brace. Gli altri
chi recita il breviario a voce bassa
chi sonnecchia, chi parla dei suoi traffici
di buoi, di lana, di granaglie e volge
se volge, un occhio disattento al vetro.
Sediamo qui, persone nel viaggio
smaniosi alcuni dell'arrivo, alcuni
volti tutti all'indietro, chi sospeso.
Il pecoraio mette in fila il branco
lo stringe alle pareti del rialto
libera il passo,la corriera avanza
e sballotta le teste e le cervici.
Chiudo e apro gli occhi sopra questo lembo
di patria, stretto contro lo schienale
ascolto questa gente, questo vento
vivo per mediazione dei miei simili
più di quanto lo sia in carne ed ossa.
dal fondo delle campagne


Piove fitto, pluvia
antica primavera
sulle antiche mura
dilava la città di noia
e di tempo la defluvia
le porta vita
ne sente -e se ne inebria-
il primo insulto
in tutti i suoi giardini
in tutte le sue altane
ancora risecchito
di spoglie anche le allevia
scorie, ceneri, immondizie
franate in rigagnoli e fossati
tutto corre al fiume …
Il fiume non si oppone
accoglie ciò che il tempo
dell'uomo e la natura
gli propina, altro ancora
in momenti di turgore
lui medesimo rapina
li assolve poi
nella sua magnificenza
li prepara alla disparizione
ed al ritorno, dov'è ?
alle stesse rive
tra case, muraglioni, rupi
in volti alle finestre
fronde d'alberi, nuovi
effimeri firmamenti cittadini
da un mazzo di rose - l'opera poetica



Versi d’ottobre
È qui dove vivendo si produce ombra, mistero
per noi, per altri che ha da coglierne e a sua volta
ne getta il seme alle sue spalle, è qui
non altrove che deve farsi luce .
È passata, ne resta appena traccia
l’età immodesta e leggera
quando s’aspetta che altri
chiunque sia, diradi queste ombre .
Quel che verrà verrà da questa pena.
Siedo presso il mio fuoco triste, attendo
finché nasca la vampa piena o il guizzo
sul sarmento bagnato della fiamma .
Tu che aspetti da fuori della casa
della luce domestica, del giorno ?
oggi, oggi che il vento
balza, corre nell’allegria dei monti
e a quell’annuncio di vino e di freddi
la furbizia dei vecchi scintilla tra le grinze ?
Quel che verrà, verrà da questa pena.
Altra sorte non spero mai, neppure
sotto il cielo di questo mese arcano
che il colore dell’uva si diffonde
e l’autunno ci spinge a viva forza
fino ai Cessati Spiriti o al Domine quo vadis ?



GELO
Il giorno schietto
d’inverno inasprisce le carraie
aguzza il taglio della pietra
sopra i poggi pelati
brucia i pochi fili d’erba .
Chi affastella legna, chi sciorina
panni s’affretta;  sgretola la crosta
con le scarpe chiodate,  con gli zoccoli
spranga l’uscio di casa .
È un tempo che fa bruschi i conciliaboli
ruvide le parole ed i commiati .
… Antenne
e nervature d’alberi, di rovi
graffiano i venti del tramonto …



Primavera onnipresente

verde fiume, verde erba
verde quasi turchese
dell’aria sulle ultime poggiate
a filo d’orizzonte
strapazzato dal nembo
dal sole rinverdito
e acceso nella sua offesa grazia :
Dov’è? – impossibile ubicarlo
non ha sede, anima però
non gli vien meno - c’è
sottile un lavorio
nel mondo che diviene ed è .
E io arte e sono
un po’ l’oscura, un po’ la luminosa parte .
Oh pena, oh grazia .


Prima notte di primavera
Che muore, che nasce
ora che un brontolio di tuono sgretola
l'altezza della notte, annunzio
improvviso di primavera che rompe il sonno ...
Generazioni su generazioni
d'uomini chi vinto chi levato
nella fierezza dei suoi mali, età
profonde con dolore una nell'altra
in una sofferenza, in un sol punto
premono, fanno tutte ressa, e geme
e cigola da pila a pila il ponte
oscuro verso l'ultima campata
e la pianta protesa dalla radice al frutto.
Porto la mano sulla fitta, ascolto.
Prima notte di primavera, gonfia
e lacera tra l'avvenire e l'essere.
dal fondo delle campagne 1955-1961
in tutte le poesie 1988



OSSO

Che fai, terra, ti celi
o ti riveli
ti neghi
o ti concedi
all’uomo
ai suoi pensieri
ai suoi
imprendibili desideri ?
oppure li ignori
e anche lui
ti ignora, e non lo crede,
vedi, ti chiede i suoi piaceri
ti strappa i tuoi tesori, è vero
però ti disconosce
e non gli pari
né amica né consorte
solo avara
depositaria dei suoi averi
solo arcigna
e vorace custode dei suoi ieri .
Ed ecco li rivuole
lui i suoi cimeli
le sue memorie :
poi di nuovo ti usa
e ti affida le sue ceneri
sempre trascura i tuoi misteri .
E io osso sepolto e dissepolto
di chi sono
dell’uomo
o tuo, terra, che umile
e ingorda m’hai pulito
e custodito
o dell’unico
umoroso pathos -
Si scisse
ad opera del male
questo e della pena
e anela
forse alla ricongiunzione piena .
Venga
oh venga presto irreversibilmente .
.





Fiume da fiume
Si pasce di se il fiume, bruca
serpeggiando  le sue
quasi essiccate sgorature
visita le sue
quasi aride pozzanghere
si trascina ai suoi già putridi ristagni
finche, poco più oltre
un poco lo confortano
misteriosi trasudamenti
lo irrorano frescure
umori, vene dal più profondo
del suo cuore sotterraneo
ed eccolo
rinasce esso dalle secche
ora, si lascia dietro la sassaia

della sua quasi estinzione
per il suo nuovo cammino  .
si muove verso se stesso il fiume
si sposta dentro il suo cangiante bruco
ed entra, fiume nuovo
uscito dalle sue ceneri
nei luoghi dove opera
la primavera e non c’è
fiore né gemma, non c’è ancora
ma c’è quella radiosa incandescenza
di luce e opacità nel bianco dell’aria
c’è, ed ecco si diffonde, quella trepidante animula
e quel chiaro sopra la linea degli alberi
quel già più festoso scintillamento delle acque  .
C’è tutto  'quello'  .    E c’è
lui fiume
ne vibra intimamente  il senso  .
C’è questo, c’è prodigiosamente  .

.
Nella casa
di N. compagna di infanzia

Il vento è un aspro vento di quaresima
geme dentro le crepe, sotto gli usci
sibila nelle stanze invase, e fugge
fuori lacera a brano a brano i nastri
delle stelle filanti, se qualcuna
impigliata nei fili fiotta e vibra
l'incalza, la rapisce nella briga .
Io sono qui, persona in una stanza
uomo nel fondo di una casa, ascolto
lo stridere che fa la fiamma, il cuore
che accelera i suoi moti, siedo, attendo .
Tu dove sei? sparita anche la traccia ...
Se guardo qui la furia e se più oltre
l'erba, la povertà grigia dei monti .
primizie del deserto 1952




il fiume
Quando si è giovani
e uno per avventatezza o incuria
segna senza badarvi il suo destino
molti anni o pochi giorni
di vita irredimibile pagata tutta
o più tardi quando l’uomo non è più lui
e come dimesso da un giudizio
si regge con moti cauti
in una sopravvivenza minuziosa
in un tempo o nell’altro
in cui meno forte stride,
meno crepita questo fuoco greco
il fiume sceso giù dal giogo
non ha più tutte le voci
che oggi mi feriscono festose
e cupe in vetta a questo ponte aguzzo.
Il fiume allora ha una voce sola
o vitale o mortale. Chi l’ascolta
ha un cuore solo o greve o tempestoso.
“Tu che tieni stretto il filo
di refe del labirinto
dove sei che ti scinde in tante voci
la voce che mi guida” esclamo io
non si sa bene a chi
compagno fedele o ombra.
Sotto pruni di luce, oltre le pile
fiammeggia a scaglia a scaglia
un’acqua ambigua

tra moto ed immobilità. Fa freddo,
pure scendono in molti per le ripe
alle barche legate ai pali, in molti
tentano il fiume e la sua primavera
su e giù con i remi e le pagaie.
' Felici voi nel movimento ' dico
mentre fisso dal ponte
chi naviga con abbandono o lena
e guardo come crea
nel molteplice l’unità la vita; la vita stessa.
.


Ridotto a me stesso  ?
Morto l'interlocutore  ?
O morto io
l'altro su di me
padrone del campo, l'altro
universo, parificatore  ...
o no
niente di questo  :
il silenzio raggiante
dell'amore pieno
della piena incarnazione
anticipato da un lampo  ?
penso
se è pensare questo
e non opera di sonno
nella pausa solare
del tumulto di adesso  ...



GEMMA
Che ti mormora il sangue negli orecchi e alle tempie
quando è là di febbraio che nel bosco
ancora risecchito corre voce
d'una vita che ricomincia e oscura
geme negli animali insonni, s'agita
nel mare ed oltre il mare nei paesi
ricchi e strani ove a tempo il fachiro
nella bara di vetro tra vipere si sveglia?

Nei mesi alterni, nella primavera scontrosa
un vento cupo chiama alla fatica
per la notte piovigginosa i semi
e le radici esauste e le ceppaie. È il tempo
che soffia nelle ceneri, ravviva
le faville sopite, dalle antiche
ferite spiccia sangue. Tutt'intorno
gli alberi consueti mettono fiori strani.

Rivedo le mie donne, i miei cari,
tra l'uno e l'altro il tempo, il vento, l'uggia.
primizie del deserto 1952

AI CAMPIONI DEL TORINO

QUI, A QUESTA RUPE NERA, QUI PIEGAVA
LA MANOVRA LEGGERA DELLE ALI
I TRIANGOLI IN FUGA CONIUGATI
IL GUIZZO BREVE, IL FULMINE LEGGIADRO ?
MAI LA MORTE FU VERAMENTE MORTE
COSÌ, MAI CORSE RAPIDA ALL’ESSENZA
COME QUESTA CHE VI ABOLISCE, SQUADRA
ANCHE CONTRO LA MORTE, ANCORA SQUADRA.
NIENTE C’È PIÙ, NÉ GRAZIA TRASCORRENTE
NÉ SCIENZA FINE E RAPIDA SULL’ERBA
NIENTE CHE VI PROTEGGA E VI DISTINGUA
DAL TUTTO GRIGIO E VILE IN CUI RIENTRASTE ?
NIENTE, NÉ RITMO CELERE NÉ PIANO
CHE VI SEPARI PIÙ DAL MOTO OSCURO
TEMPO RUBATO AL TEMPO NON C’È PIÙ
CHE VI SALVI DAL TEMPO CHE V’INVADE ?
1949
4 maggio 1949 - l'aereo che trasportava
la squadra del torino
si abbatte contro la basilica di superga_torino
tutti i passeggeri muoiono
.
Una fiammata - i papaveri

sotto il cielo di giugno
i poeti - le stagioni
.

 

 

 

 

dove non può giungere l’umanesimo può giungere l’amore

nella sua specie più alta e gratuita di carità

che forse dell’umanesimo è la cima svettante
1986 m.luzi - in occasione della visita di wojtyla a firenze

 

*

 

locandina per inaugurazione centro studi - 30 maggio 2015

Centro Studi Mario Luzi per la Poesia e le Arti Contemporanee

 

disegno di montale

 

*

.

l'avverso, il negativo
i ciechi, gli ignoranti, i barbari
non solo, ma anche la loro opera:
tutto ciò che devi combattere
devi anche portare su di te
accoglierlo nel tuo cuore e lì dentro vincerlo.
Perché io sono anche là.

.

 

 

 

 

 

 

 

 

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