La voce del vero poeta dà sempre
l’impressione d’una voce perpetua
che ricomincia miracolosamente a parlare in
quel punto
naturalezza del poeta 1995
.
È, l’essere. È. Intero inconsumato pari a sé . Come è diviene . Senza fine infinitamente è e diviene diviene se stesso altro da sé . Come è appare . Niente di ciò che è nascosto lo nasconde . Nessuna cattività di simbolo lo tiene o altra guaina lo presidia . O vampa ! Tutto senza ombra flagra . È essenza, avvento, apparenza tutto trasparentissima sostanza . È forse il paradiso questo ? oppure,
luminosa insidia un
nostro oscuro ab
origine, mai vinto sorriso ?
canto delle sirene
questa felicità
promessa o data m'è dolore dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro
eppure dico salva anche per oggi
torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo
Aprile-amore Il pensiero della morte m'accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i coloni
stranisce l'erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido .
Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti e crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos'è sparisce
rapida nella polvere e nel vento .
Il cammino è per luoghi noti se non che fatti irreali
prefigurano l'esilio e la morte .
Tu che sei, io che sono divenuto
che m'aggiro in così ventoso spazio
uomo dietro una traccia fine e debole! E' incredibile ch'io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci .
Ma è ancora un'età, la mia
che s'aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste .
L'amore aiuta a vivere, a durare
l'amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera
che un soccorso s'annunci di lontano
e in lui, un soffio basta a suscitarlo .
Questo ho imparato e dimenticato mille volte
ora da te mi torna fatto chiaro
ora prende vivezza e verità .
La mia pena è durare oltre quest'attimo . - primizie del deserto
1952 -
28.2.2005
L'ULTIMO DEGLI
ERMETICI
Non ce l’ha fatta a prendere il Nobel per la letteratura
...
Mario Luzi muore nella sua casa di bellariva/Firenze a 90 anni.
...
l'ultimo rappresentante della stagione chiave della
poesia del
novecento
...
rai.it
...è stato anche un mio maestro
... un uomo così dedito soprattutto ai giovani e
all'insegnamento non doveva morire senza quella consolazione che lui
tanto desiderava, il Nobel -
la notte lava la mente.
poco dopo si è qui come sai bene
file d'anime lungo la cornice
chi pronto al balzo chi quasi in catene .
qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita figge un punto .
raramente qualche gabbiano appare . - onore del vero
-
1957
Vola alta parola cresci in profondità
tocca nadir e zinith
della tua significazione
giacché talvolta lo puoi
sogno che la cosa esclami
nel buio della mente
però non separartida me
non arrivareti prego
a quel celestiale appuntamento
da sola senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo sii
luce non disabitata trasparenza
...
La cosa e la sua anima?
O la mia e la sua sofferenza?
Vola alta parola. - per
il battesimo dei nostri frammenti
-
IN GIAPPONESE Grazie al lavoro di traduzione di
Yasuko Matsumoto sono stati pubblicati a Tokyo due volumi
preziosi per la diffusione in Giappone della poesia italiana:
un'antologia di liriche di Attilio Bertolucci e Mario Luzi
intitolata "Vola alta, parola" curata da Paolo Lagazzi
e Maria Luisa Spaziani
I due volumi verranno presentati a Tokyo presso l'Istituto
Italiano di Cultura. iltempo.ilsole24ore.com
quando mi parli al
telefono e mi s'aprono d'incanto i paradisi
della vocalità
gli accordi e i tocchi d'arpa soffici
appena subsquillanti
di quella voce dai precordi sono tuoi
sì - ma intanto
è il calmo pelago della muliebrità
che entra festosamente ruscellando
nel mattino della stanza
e mi dilava da me
si porta via la mia nascita
mi cancella dalla mia morte
lasciandomi sospeso ...
è o non è
chi? me stesso
ed il mio ascolto - le dicono da tempo
i suoi interlocutori
uomini o angeli. - poesie sparse -
SULLA RIVA I pontili deserti scavalcano le ondate
anche il lupo di mare si fa cupo.
Che fai? Aggiungo olio alla lucerna
tengo desta la stanza in cui mi trovo
all'oscuro di te e dei tuoi cari.
La brigata dispersa si raccoglie
si conta dopo queste mareggiate.
Tu dove sei? ti spero in qualche porto ...
L'uomo del faro esce con la barca
scruta, perlustra, va verso l'aperto .
Il tempo e il mare hanno di queste pause .
nulla di ciò che accade
e non ha volto
e nulla che precipiti puro
immune da traccia,
percettibile solo alla pietà
come te mi significa la morte.
il vento ricco oscilla
corrugato sui vetri
finge estatiche presenze
e un oriente bianco s'esala
nei quadrivi di febbre lastricati.
dalla pioggia alle candide schiarite
si levano allo sguardo variopinto
blocchi d'aria in festevoli distanze.
apparire e sparire è una chimera.
e' questa l'ora tua è l'ora di quei re
sismici il cui trono è il movimento
insensibili se non al freddo di morte
che lasciano nel sangue all'improvviso.
loro sede fulminea è qualche specchio
assorto nella sera ivi s'incontrano
ivi si riconoscono in un battito.
sei certa ed ingannevole
è vano ch'io ti cerchi
ti persegua di là dai fortilizi
dalle guglie riflesse negli asfalti
nei luoghi ove l'amore non può giungere
né la dimenticanza di se stessi.
- poesie sparse 1945-1948 -
uccelli
il vento è un'aspra voce
che ammonisce
per noi stuolo che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
e la schiera ripiglia il triste volo
migra nel cuore dei monti - viola
scavato nel viola inesauribile
miniera senza fondo dello spazio.
il volo è lento penetra a fatica
nell'azzurro che s'apre oltre l'azzurro
nel tempo ch'è di là dal tempo - alcuni
mandano grida acute che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
che ci somiglia
è il moto delle cime nell'ora
- quasi non si può pensare né dire -
quando su steli
invisibili
tutt'intorno una primavera strana
fiorisce in nuvole rade che il vento
pasce in un cielo o umido o bruciato
e la sorte della giornata è varia
la grandine la pioggia la schiarita.
- onore del vero -
esposta a rocca imperiale
antologia il paese della poesia
Padre mio mi sono affezionato alla terra
quanto non avrei creduto
è bella e terribile la terra.
Io ci sono nato
quasi di nascosto
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
mi sono affezionato alle sue strade
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti
le vigne, perfino i deserti ...
Il ritmo semplice e
semiprosastico vuole esprimere in modo incisivo la durezza del
terrestre e la tenace memoria dell'umano all'interno dell'eternità e
del divino. Questa è la potenza della poesia di Mario Luzi, questa è
la sua ontologia e questa la sua estetica realistica. prof.salvatore ragonesi - aetnanet.org - 2015
LE PETIT MONTAGNARD LA DONNA
LENTA S’AVVIA
COL SUO SEGUITO DI PECORE
TRA LA QUIETE E LA FATICA
O SALE QUANTO È ERTA LA PENDICE
O INDUGIA, INCONTRA FUMO
A SBUFFI DAI COMIGNOLI
E RASENTE ALLA STERPAIA.
IL MONTE SCUOTE O TIENE FERMO IL MANTO.
NON PIOVE, UN MOTO TUTT’AL PIÚ DI NUVOLE
DA CIMA A CIMA DELLA CHIUSA OSCURA
L’ASSENZA DI PENSIERO IN RIVA AL FIUME
SE FIUME È UNA PETRAIA DOVE IL FILO
DELLA CORRENTE CERCA LA SUA VIA.
LA VITA DELLA MONTAGNA TACE
SOVERCHIA OGNI ALTRA VITA.
CHE FAI? PERDO NOTIZIA DELLA MIA
E RISALGO DOVE I MIEI PADRI ATTESERO
LA DISCESA A OCCHI APERTI NELLE TENEBRE
E QUEL CH’È GIUSTO O QUEL CHE APPARVE TALE
TRA QUESTE QUATTRO MURA NERE D’UMIDO. dal fondo delle campagne - 1969
La sera non è più la tua canzone è questa roccia
d'ombra traforata
dai lumi e dalle voci senza fine
la quiete d'una cosa già pensata.
Ah questa luce viva e chiara viene
solo da te, sei tu così vicina
al vero d'una cosa sconosciuta
per nome hai una parola e s'è perduta.
Caduto è più che un segno della vita
riposi, dal viaggio sei tornata
dentro di te, sei scesa in questa pura
sostanza così tua,così romita
nel silenzio dell'essere,compiuta.
L'aria tace ed il tempo dietro a te
si leva come un'arida montagna
dove vaga il tuo spirito e si perde
un vento raro scivola e ristagna. la ferita dell'essere
Mare Mare sempre presente.
Dura gemma
nel mare
nel castone della mente
Ne è lungi
in quell'ultimo
avamposto
della sua terrestrità
lui disperatamente
- lo è o così pensa -
ed ecco in quell'azzurro
sfisarsi appena un vivido
luminoso oscillamento
e crescere
e esondare
e lui esservi dentro
e lui esserne parte
a fondo
sempre più a fondo
dove scendono gli squali
per dominio e preda
sì
e dove, morta
l'agonia, muoiono
e si depongono i naufragi
e subito salire
ancora
al celestiale incontro
all'etere
al fuoco
a un invisibile
ricongiungimento...
Mare, mare eterno. frasi e incisi di un canto salutare 1990
NATURA LA TERRA E A LEI CONCORDE IL MARE E SOPRA OVUNQUE UN
MARE PIÙ GIOCONDO PER LA VELOCE FIAMMA DEI PASSERI E LA
VIA DELLA RIPOSANTE LUNA E DEL SONNO DEI DOLCI CORPI
SOCCHIUSI ALLA VITA E ALLA MORTE SU UN CAMPO E PER QUELLE
VOCI CHE SCENDONO SFUGGENDO A MISTERIOSE PORTE E BALZANO
SOPRA NOI COME UCCELLI FOLLI DI TORNARE SOPRA LE ISOLE
ORIGINALI CANTANDO QUI SI PREPARA UN GIACIGLIO DI PORPORA
E UN CANTO CHE CULLA PER CHI NON HA POTUTO DORMIRE SÌ DURA
ERA LA PIETRA SÌ ACUMINATO L'AMORE. la barca - 1935 . Natura, lei sempre detta, nominata dalle origini… Com'era come stava nella mente degli
uomini e nel senso
-
in quel carcere, in quel vento molto
viva, molto cauta. Niente le dava, niente le toglieva il tempo. Tempo era lei stessa, lo era eternamente. Storia umana che le nascevi in grembo e
in lei ti consumavi senza lasciare impronta… Senza? eppure - ma questo lo ignoravano non
erano ancora né sapienti né consci - entro di lei operava
l'universale esperienza. E ora, tardi, se ne avvedevano in pianti viaggio terrestre e
celeste di simone martini .
Mentre pensi e accordi le sfere d'orologio della mente
sul moto dei pianeti per un presente eterno che non è il
nostro, che non è qui né ora volgiti e guarda il mondo come è
divenuto, poni mente a che cosa questo tempo ti richiede
non la profondità, né l'ardimento ma la ripetizione di parole
la mimesi senza perché né come dei gesti in cui si sfrena la
nostra moltitudine morsa dalla tarantola della vita, e
basta. estratto da 'nel magma'
gocce L'inverno e la sua fine
escono da quei monti nel cielo alla battaglia esitano
l'uno e l'altra, essi, rapiti a quella luce di
politissimo cristallo alla flagranza delle valli e ora
un poco si osservano a distanza un poco si mischiano e si
azzuffano finché grandine o vento non sbaraglia
l'incertezza dello scontro. Ci ottenebra, noi stille
sorprese in medio campo un infittito scroscio ci affoga
l'uragano, sgombra poi il sole i celesti rimasugli del
furente nubifragio. È inverno o primavera?
Non lo sappiamo
siamo e non siamo niente nella molteplicità delle
apparenze però dentro la vita, dentro il meraviglioso
istante.
1999 - lessico della
luna nascente
Poi malgrè tout è fine febbraio o marzo
la primavera non c’è ancora
c’è, trepidante quella numinosa nebula
quel fuoco bianco nell’aria
quelle velature seta e argento
tutto ciò che desidera il senso
ci sia
in questa piega dell’anno, tutto
la prima barca, il primo verde dei salici
la prima ruota d’acqua
alla virata dell’armo.
C’è tutto, tutto.
Tutto incredibilmente. miracolo a primavera bruciata la materia del ricordo
- 1985
Augurio Camera dopo camera la donna inseguita
dalla mattina canta quanto dura le lena strofina i
pavimenti spande cera. Si leva, canto tumido di nuova
maritata che genera e governa e interrotto da colpi di
spazzole, di panni penetra tutto l’alveare, introna l’aria
già di primavera. Ora che tutt’intorno, a ogni balcone la
donna compie riti di fecondità e di morte versa acqua nei
vasi, immerge fiori ravvia le lunghe foglie, schianta i
seccumi, libera i buttoni per il meglio della pioggia per
il più caldo del sole o miei giovani e forti miei vecchi
un po’ svaniti dico, prego: sia grazia essere qui grazia
anche l’implorare a mani giunte stare a labbra serrate, ad
occhi bassi come chi aspetta la sentenza. Sia grazia
essere qui nel giusto della vita nell’opera del mondo.
Sia così. dal fondo delle campagne
Nella nebbia di quella che tu fosti
dentro cieli improvvisi alta, friabile
coronata di piogge, unta di lagrime
risonante di echi, non so come ...
Nel chiarore di quella che sei oggi
o equanime, o discosta, non so come
le passioni desistono, precipita
il vento della mia vita in un turbine. avvento notturno
Ciò a cui stiamo assistendo non è la crisi .. bensì la crisi della crisi e cioè la
nevrosi.
Non temessi di
riuscire paradossale e brillante, direi infatti che è proprio la crisi che è in
crisi; evade cioè dalla sfera che le è propria, dalla morale, dalla coscienza
critica, abdica, demanda frettolosamente alla bruta fenomenologia del reale ogni
potere, le lascia ogni facoltà di imposizione. Tutti i sintomi della nevrosi si
possono riassumere, mi pare, in una grave perdita di concretezza: i gesti che
suggerisce peccano di astrazione, mancano di mordente e di presa proprio mentre
traducono l’ansia di afferrare risolutamente e definitivamente, senza più
gerarchia perché senza più centro, i termini del problema. Spara a bruciapelo su
ogni parvenza o ombra, temendo gli scappi la preda. luzi pasolini e il marxismo - articolo 1954 la chimera videotecapasolini.blogspot.it
- da fabrizio sinisi/ilsussidiario.net/academia.edu
- 2012
Quando pensare
significa trovare la pacedi Mario
Luzi
Credo di dover annettere un significato al fatto che, isolando metastoricamente
il concetto di filosofia e facendone oggetto e tema di riflessione, il mio primo
pensiero corre a Boezio e alla sua opera più famosa, De
consolatione philosophiae. La consolazione, come si sa, non è elargita dal
filosofo ai suoi lettori, ma è effetto virtuoso, intrinseco e oggettivo, della
filosofia; e di essa Boezio stesso sembra profittare nella tragica congiuntura
dell'imminenza della sua morte, quando il libro è stato scritto ... locuzioni
proverbiali come «prenderla con filosofia» non
lasciano trasparire nulla di più confortante dal loro retropensiero ... La
filosofia ha cessato assai presto di occuparsi della costituzione e delle leggi
dell'universo: la sua prima indagine de rerum natura, che certo le aveva
conferito qualche positiva presunzione di scienza, sposta l'obiettivo sull'uomo,
come universo esso stesso, a partire da tempi molto lontani: e con Socrate e
l'Accademia incardina definitivamente il sistema speculativo della nostra
civiltà occidentale ... La filosofia, in ogni
caso, enfatizza attitudini umane esistenti e non può assumere la veste di
pacificatrice se non per astratta velleità. È quanto la storia illustre del
pensiero filosofico europeo ci rappresenta. Il che equivale a dire che
la filosofia, da quella naturale a quella trascendentale, non ha potuto
evitare di riprodurre il polemos, duale del mondo sia pure in forme diversamente
coscienti ... l'universo si presenta al pensiero
occidentale in ogni sua accezione come un campo spaziale e temporale scottante,
in cui si sviluppa la storia della conoscenza ... redazione - ilgiornale.it - 2014
Io che non sono un maître à penser
non sono un
commentatore sistematico dei fatti e delle cronache, tuttavia
qualche volta ho sentito il bisogno di intervenire, di dire la mia.
E questo fa parte della mia partecipazione alla vita di tutti. Come
cittadino sento il bisogno di farmi leggere o attraverso le righe o
attraverso i silenzi di una poesia, ma anche di affrontare più
direttamente certi contenuti episodici che hanno un valore per
sempre . raiculturaIo
che non sono un maître à penser, non sono un commentatore
sistematico dei fatti e delle cronache, tuttavia qualche volta ho
sentito il bisogno di intervenire, di dire la mia. E questo fa parte
della mia partecipazione alla vita di tutti. Come cittadino sento il
bisogno di farmi leggere o attraverso le righe o attraverso i
silenzi di una poesia, ma anche di affrontare più direttamente certi
contenuti episodici che hanno un valore per sempre . raicultura .
Luzi - Quell'Imbarazzante Incontro Con
Eugenio Montale
''Montale era in un ovale di luce verdognola e non alzava nemmeno la testa -
rievocava Mario Luzi a proposito di quell'incontro di 70 anni fa - poi si si
mise a parlare, ma con una tale avarizia di parole che mi passo' subito
l'entusiasmo. Gli dissi che anch'io avrei voluto scrivere qualcosa, poi lo
salutai rapidamente e me ne andai. Mi dissi: 'mai piu' andro' a conoscere uno
scrittore, mai piu''.
Poi ci siamo invece conosciuti per altre vie, pero'
l'imbarazzo di quell'incontro e' rimasto''.
adnkronos - 2005
Fondo
Mario Luzi
per
approfondire ulteriormente l’ opera di uno dei nostri più grandi
intellettuali, la sua poesia, il senso religioso della vita a
cui si é ispirato, la figura umana, il percorso non solo poetico
. ilmeridiano.info
PREMIO
INTERNAZIONALE LUZI DAL 2004
patrocinio presidente della Repubblica. Uno dei premi letterari
più prestigiosi ... grande opportunità per tutti gli scrittori ma
anche e soprattutto per tutti coloro intendano portare
all’attenzione del pubblico i propri testi inediti.
A Mario Luzi la Giornata Mondiale della Poesia promossa dall'Unesco 2005
a Mario Luzi il
Premio Internazionale Maior Costa
d'Amalfi 2004
la sua opera antologica dal titolo
TOSCANA MATER
questa
terra
questa
terra toscana brulla e tersa
dove corre
il pensiero di chi resta
o
cresciuto da lei se ne allontana + cd-rom contenente filmati, interviste,
documentazioni d’archivio e testi recitati,
un supporto
che sottolinea, quale segno indelebile,
la storia, l’arte, le
memorie e la vita della nostra regione. nove.firenze.it
TERZO MILLENNIO
Terzo millennio, la
tua porta è ancora chiusa c’è una parola per passare il segno ? un motto di malleveria sovrana ? C’è, non sai chi lo pronunzia e nemmeno chi lo giudica, ma c’è . La mente umana greve e insoddisfatta lo desidera, dura, contro di sé : sfrondare di frivolezza e vanità lo scibile portare in salvo l’essenziale opera di bellezza e conoscenza alleggerire il carico della presuntuosa fatuità ... Da questo purgatoriale rogo uscirà l’uomo, spero, spoglio proteso al meglio: al lavoro costruttivo alla pace, alla fraternità .
.
in questo fine millenio, il poeta può
ancora avere un ruolo nella società? ma che cos’è il poeta? una
voce discordante, un profetta del futuro? Sì, ce l’ha, è poco evidente ma molto
concreta. Si combatte una grande partita tra la persistenza di
valori che credevamo l’umano, l’irrinunciabile e le tentazioni
di una ab-umanità tecnologica invadente. Drammatizzare questo
conflitto e umanizzare questo trapasso spetterà, penso,
soprattutto alla poesia. quali progetti ha in questo momento? Vorrei fare ancora qualcosa per il
teatro. Ma a un certo punto è la vita nella sua
umiltà quotidiana il solo regista.
laltroveappuntidipoesia.com - vera lúcia de oliveira - intervista
del 1991
“la pace è ormai entrata nella grammatica mentale di gran
parte degli uomini”...
«grammatica mentale» per cui la pace era stata assimilata
come valore condiviso. Aveva visto giusto. E la bandiera
arcobaleno, una bandiera, cioè che rappresenta tutti i popoli e
tutti le culture, una bandiera plurale, ne è diventata il
simbolo”.
popolis.it vita.it
Il mio incontro con
la poesia tedesca
Il volume, in italiano e in
tedesco, conteneva anche 5 poesie e viene interamente riproposto
in «Il Portolano» a testimonianza dell'ampio orizzonte europeo
di Mario Luzi e di come siano da tenere sempre presenti i
fecondi legami del poeta e critico con un versante molto ampio
della poesia e della filosofia tedesca.
nove.firenze.it
Mario Luzi
Castello di
Firenze 20 ottobre 1914 – Firenze 28 febbraio
2005
Nel 1926 si
trasferisce a Siena per tre anni. Nel ’29 è di nuovo a Firenze dove si laurea in
letteratura francese. Successivamente insegna nella scuole superiori e, dal
1955, tiene la cattedra di letteratura francese presso la facoltà di Scienze
Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze.
È considerato uno dei fondatori dell’ermetismo
nonchè uno dei maggiori poeti italiani contemporanei. I suoi
esordi letterari risalgono agli anni ’30 (la prima raccolta, La barca, è del
1935), quando comincia a frequentare altri giovani poeti della scuola ermetica (Bigongiari,
Parronchi, Bo) e collabora a riviste d’avanguardia come “Frontespizio” e “Campo
di Marte” .
FIRENZE - PARCO MARIO LUZI IL SUO SOGNO DIVENTA REALTA -
ANNUNCIO E CONFERMA DEL SINDACO - 2013
AUTORITRATTO CON POESIE scritto prima della sua scomparsa...l’autore
conferma la propria concezione di poesia come creazione di
«qualcosa che prima non c’era», quindi intimamente rivolta a un costante
anelito di nascita. Poiéin come condizione vitale. ilgiornale.it
FIRENZE - BIBLIOTECA
MARIO LUZI
nuova biblioteca del quartiere 2 - via ugo
sìschiff 8 firenze - 2012
REGIONE TOSCANA INTENDE ACQUISIRE BIBLIOTECA ED
ARCHIVIO .
"Intendiamo tener
fede agli impegni già assunti e confermare il grande interesse per la
destinazione della raccolta a un istituto culturale in grado di catalogarla,
valorizzarla e renderla fruibile". Così Cristina Scaletti, assessore regionale
alla cultura, in una lettera oggi inviata a Gianni Luzi, figlio di Mario, sulla
proposta di acquisire biblioteca e archivio del grande poeta e scrittore toscano
scomparso nel febbraio 2005. nove.firenze.it - 2013
PIENZA RICORDA MARIO LUZI
CHE AVEVA DONATO ALLA CITTADINA OLTRE 10.000
VOLUMI DEGLI ANNI 30 E PARTE DELL'ARCHIVIO PERSONALE - CONSERVATI NELLA SUA
BIBLIOTECA E NEL CENTRO STUDI LA BARCA CHE PRENDE IL NOME DALLA PRIMA RACCOLTA
POETICA CHE LO RESE NOTO NEL 1935 . sienafree.it - 2013
.
Una panchina
Il parco nazionale delle Cinque Terre donerà domenica a Pienza
Siena - a Mario Luzi - una delle sue celebri panchine
ambasciatrici di pace e poesia come quelle che si incontrano
lungo la famosa via dll'Amore.
Si tratta di opere in ferro e rovere dell'artista veneziano
Marco Nereo Rotelli. Quella di Pienza è una delle 19
panchine ambasciatrici di messaggi di pace e fratellanza volute
dal Parco con l'iscrizione di brevi versi di grandi autori
italiani e stranieri impressi a fuoco sullo schienale - l'ultima
era andata all'Isola di Pasqua. toscana radio news - 2008 -
intoscana.it - regione.toscana.it
.
a cura del Comune di Firenze e con la
partecipazione del figlio del poeta Gianni Luzi, viene deposta
sulla tomba del Poeta nel Cimitero di San Michele a Castello una
corona d’alloro. marco marchi - quotidiano.net -
firenzepermarioluzi.chiavidellacitta.it
- 2019
PensieriVasiPoesie
-milano Delle segrete, silenziose lacrime
titolo della raccolta
di sei poesie di Mario Luzi e composta da un libro delicato e
leggero in carta giapponese rilegata a mano e da un calice
lacrimale in vetro di Murano...su disegno di Ettore Sottsass
- esposto al Palazzo
della Triennale dopo la scomparsa
del poeta.
freeonline.org - 2006
un imprenditore bresciano Roberto Zani dice
a Mario Luzi di voler realizzare un
lacrimatoio e ne spiega le motivazioni ... un oggetto
come simbolo della sofferenza degli uomini, un calice del
millenario dolore di una «specie» pronto a farsi pegno
memoriale, testimonianza di pietà e civiltà.
Ne nasceranno i versi intitolati Delle segrete, silenziose
lacrime, le alte riflessioni sull’universale compianto di Sunt
lacrimae rerum. «Non c’è oggetto –
affermerà Luzi – più assoluto e sacro del vaso lacrimale: nessun
altro oggetto esprime la condizione umana così intensamente. Il
riso e il sorriso non producono oggetti idonei alla loro
materiale conservazione, non hanno emblemi così perentori come
lo hanno le lacrime». www.youtube.com/watch?v=p1EuDGYVqIo
- werther act III - va! laisse couler mes larmes marco marchi - blog.quotidiano.net - 2013
La poesia intensifica tutti gli aspetti del presente e
magari anche del futuro, che attraversano la mente dell’uomo . La
poesia porta al suo estremo la significazione. Tende a una specie di
assoluto verbale e significativo . La poesia è questo,
vuol grattare fino in fondo la cicala . Chi esprime
la vita, attraverso la poesia, cerca di esprimerla al quadrato più
intensamente, più drammaticamente e più scherzosamente che
nell’ordinario . La poesia è un apice . -ml
il silenzio la parola
.
sullo scrivere Quale sia lo stato delle cose, la
condizione della salute umana, spirituale e culturale,
l’ha detto la poesia ... Con difficoltà,
nel magma del secolo ma quel che poteva la poesia l’ha fatto .
Ha perseguito il sogno continuamente deluso e continuamente ripreso,
di un mondo meno ingiusto e perverso . Un mondo che,
magari, potesse farci sperare in un uomo che si appartenga e non sia
alieno a se stesso, quale invece rischierebbe di essere se la poesia
cadesse in disgrazia . Chiediamoci, allora, non cosa ha
fatto la poesia, ma cosa sarebbe l’uomo senza la poesia .
Perché io credo fermamente che la poesia aiuti l’uomo a ritrovare se
stesso, la sua essenza, e mi auguro che sia
l’uomo il protagonista della poesia del futuro .
In questo senso il lavoro dei poeti sarà ancora necessario .
-ML
le nuove paure
Mi guarda Siena mi guarda
sempre dalla sua
lontana altura o
da quella del ricordo - come naufrago ? - come transfuga ? mi lancia incontro la corsa delle sue colline mi sferra in petto quel vento lo incrocia con il tempo - il mio dirottamente che le si avventa ai
fianchi dal
profondo dell’infanzia e quello dei miei morti e l’altro d’ogni appena memorabile esistenza … Siamo ancora Io e lei, lei e io soli, deserti. Per un più estremo amore ? Certo l'opera poetica
Non tra i bambini - Con
loro Con loro e
come loro - pacifici ai piedi della loro crescita all'ombra della loro statura prossima : questo, lo straripante desiderio questo, non un suo
travestimento . E con questo tutto il non ancora il prima della primavera quella grigia fabbriceria di gemme
nell'aria
acquosa. Può
tante volte essere stata questa febbre e salire, salire ancora l’opera poetica
il mare si ara, si
pettina si
struscia
contro se stesso il mare pizzicato dall'aria mordicchiato dal vento nella verde-azzurra pelle
tutte le poesie
2009-2019
Enciclopedia di poesia italiana - Vol. 9 2008
conversazioni a FIRENZE
LE ARTI AMANTI
LASCIAMI NON TRATTENERMI
LETTERE 1933-1984
MANIFESTO PER LA CULTURA EUROPEA
2007
Delle segrete silenziose lacrime
AUTORITRATTO CON
POESIE
2006
A
ritroso nel lungo tornado del '900
Antologia poetica. Tra poesia e vita
2005 Luca Macchi
Nel
flusso e nell'incandescenza del sensibile
Pace e guerra
2004
Carissimo Giorgio,
carissimo Mario.
Spazio stelle voce
La ferita nell'essere
Pietra oscura
Toscana Mater
L'adorazione dei Magi e dei pastori
Dottrina dell'estremo principiante
Vita fedele alla vita.
2003
L'alta la cupa
fiamma
Poesie ritrovate
Toscanità 2005
Avvento notturno.
Parlate
Una purissima e antica amicizia.
Il fiore del dolore
Le nuove paure 2006
Avvento notturno
L'AVVENTURA DELLA DUALITA
poesie e OPERE della pittrice lettone Lolita
Timofeeva
2002
Flos poesie per
Firenze
Mallarmé
Opus florentinum
Vero e verso
2001
Opus florentinum
Parole pellegrine
Discorso naturale
La barca 2005
2000
Il colore della
poesia
Frammenti di Novecento.
La poesia. Un debito col mondo
Rossano Naldi pittore.
dal 2005 - premio INTERNAZIONALE ANNUALE mario luzi
Contro le altere
torri
Quegli aerei che si avventavano contro le altere torri
quel volo a capofitto di vite umane contro altre vite…
L’anima di quel cataclisma era l’odio un rancore antico
che si liberava come una sorta di ebbrezza…
Era anche uninno alla morte cantato nel
sangue
di migliaia di creaturesacrificali.
E quello che per noi era tenebra per altri era luce ed estasI
…
La mente vacilla l’animo è
soverchiato oppresso.
Si preparano forse sono già venuti
tempi in cui sarà richiesto
agli uomini di essere altri da come noi siamo stati. Come?
11 settembre
Dimettete la vostra alterigia
sorelle di opulenza
gemelle di dominanza
cessate di torreggiare
nel lutto e nel compianto
dopo il crollo e la voragine
dopo lo scempio.
Vi ha una fede sanguinosa
in un attimo
ridotte a niente.
Sia umile e dolente
non sia furibondo
lo strazio dell’ecatombe.
Si sono mescolati
in quella frenesia di morte
dell’estremo affronto i sangui
l’arabo l’ebreo
il cristiano l’indio.
E ora vi richiamerà
qualcuno ai vostri fasti.
Risorgete risorgete
non più torrima steli
gigli di preghiera.
Avvenga per desiderio
di pace. Di pace vera.
Oscillano le fronde, il cielo invoca la luna. Un desiderio vivo spira dall'ombra costellata, l'aria giuoca sul prato. Quale presenza s'aggira ? Un respiro sensibile fra gli alberi è passato, una vaga essenza esplosa volge intorno ai capelli carezzevole nel portico una musa riposa. Ah questa oscura gioia t'è dovuta il segreto ti fa più viva, il vento desto bel rovo sei, sei tu venuta sull'erba in questo lucido fermento. Hai varcato la siepe d'avvenire sei penetrata qui dove la lucciola vola rapida a accendersi e sparire, sfiora i bersò e lascia intatta la
tenebra. quaderno gotico 1947
Avorio Parla il
cipresso equinoziale, oscuro e montuoso esulta il capriolo dentro le fonti rosse le criniere dai baci adagio lavan le cavalle. Giù da foreste vaporose immensi alle eccelse città battono i fiumi lungamente, si muovono in un sogno affettuose vele verso Olimpia. Correranno le intense vie d'Oriente ventilate fanciulle e dai mercati salmastri guarderanno ilari il mondo. Ma dove attingerò io la mia vita ora che il tremebondo amore è morto ? Violavano le rose l'orizzonte esitanti città stavano in cielo asperse di giardini tormentosi la sua voce nell'aria era una roccia deserta e incolmabile di fiori.
Infrapensieri la notte Il sonno, il nero fiume -
v'immerge la sua tempra per il fuoco dell'aurora che lo
avvamperà, lo spera l'indomani - Sono oscuri il
turchese ed il carminio nei vasi e nelle ciotole li prende
la notte nel suo grembo li accomuna a tutta la materia .
Saranno - il pensiero lo tortura un attimo, lo
allarma - pronti alla chiamata quando ai vetri si
presenta in avanscoperta l'alba e, dopo quando irrompe
e sfolgora sotto la navata il pieno giorno - hanno
incerta come lui la sorte i colori o il risveglio per loro
non è in forse la luce non li inganna non li tradisce ? E
stanno nella materia o sono nell'anima i colori ?
- divaga o entra nel vivo la sua mente nella pausa
della notte che comincia - smarrisce e ritrova i
filamenti dell'arte, della giornata ... Esce insieme ai
lapislazzuli l'oro dal suo forziere, sì ma incerto il
miracolo ritarda la sua trasmutazione in luce, in
radiosità gli sarà data piena? Avrà lui grazia sufficiente
a quella spiritualissima alchimia ? Si addorme s'inabissa
è sciocco lo sente quel pensiero, è perfida quell'ansia.
Chi è lui? Tutto gioca con tutto nella universale danza.
ACCORDO
Il corso d’una vita deciso in nostra vece chi sa come e quando
ripara nel bene e nel male altre esistenze offre cause di
gioia e di dolore alle future Lei che soffre ma pronunzia il
suo credo ben ferma nel suo aspetto di angelo o deva
m’accoglie nella parte viva della casa mi dà questo saluto o
questo viatico. Non per caso ero lì comparso dall’oscurità
del bosco al suo cospetto macinando pensieri senza costrutto
pel sentiero battuto dall’artiglieria da campo. Né spero né
desidero sorprenderle questa volta il lampo che sprizza
sospetto della mia incredulità e insieme dolcezza. In
silenzio raccolgo sotto il fuoco delle sue pupille questo
messaggio ben deciso a credere contenga la sanzione e il
crisma. Che importa la materia della fede quando è
così grande mi dico mentre scruta se
m’arriva la luce delle sue parole nel punto esatto e posso
anche pensarle come un canto di prigionia sia pure il
canto udito trillare nella voliera più alto di tutti e fermo.
Se pure osi Vento d’autunno e di
passione. E polvere
polvere che striscia sulla terra
di queste vie più candide che ossa.
Tempo, questo, che il cuore oppresso s’agita
revoca in dubbio quel che fu reale
non fiaba, non apparizione vana.
Tue notizie che possono recarmi? Ti conosco abbastanza per saperti
inquieta, sono certo che osi appena,
se pure osi, chiederti che penso. Penso a te, alla tua passione schiusa
alla luce di gemma ch’è dell’Umbria
di prima estate tra Foligno e Terni
mi chiedo, scusa la follia, se mai
una gioia sarà gioia per sempre
o comunque sia colma la misura
delle cose che devo amare e perdere. il
giusto della vita
Il vento sparso luccica tra i
fiumi della pianura il
monte ride raro illuminandosi escono barlumi dall'acqua quale
messaggio più caro ? È tempo di levarsi su di vivere
puramente ecco vola negli specchi un sorriso, sui vetri aperti un brivido, torna un suono a confondere gli orecchi .
E tu ilare
accorti e contraddici in un tratto la morte . Così quando s’apre una
porta irrompono felici i colori, esce il buio di rimando a dissolversi. Nascono liete immagini, filtra nel sangue, cieco nel ritorno, lo spirito del sole, aure ci traggono
con sé: a
esistere a estinguerci in un giorno .
diana_risveglio - un brindisi 1946
Croce di Sentieri Sfuma l'acqua precipite i pendii, più le siepi non ronzano e le more si coprono di bruma. Tu devii dalla tua ombra, a poco a poco è sera. Vaghe, più vaghe errano dietro un velo di polvere le vespe, i cani ansanti e le viottole: l'aria intorno al melo s'annebbia, un breve spirito trascorre. I ruscelli profumano di miele e di menta svanita sotto i ponti minuscoli ove passi insieme al sole ed ai lenti colori della vita. Dietro i tuoi quieti passi che mi lasciano qua seduto sull'argine nel bianco splendore della polvere, che fugge, che si stacca per sempre dal mio fianco? La voce dei pastori nelle gole dei monti si raggela, dalla selva esce fumo e si tinge di viola, le mie vesti si velano di brina.
La corriera
La corriera procede a strappi, muglia.
Chi nativo di qui ravvisa il giogo
cima per cima segue in lontananza
tutta l'azzurra cavalcata: il vento
profila i primi monti
bruciati dall'altezza
fa livido il colore
più cenere che fiamma
che ha il querceto d'inverno
su queste terre d'altipiano,
sferza, ostacola i muli sulla tesa
stride sui cumuli di brace. Gli altri
chi recita il breviario a voce bassa
chi sonnecchia, chi parla dei suoi traffici
di buoi, di lana, di granaglie e volge
se volge, un occhio disattento al vetro. Sediamo qui, persone nel viaggio
smaniosi alcuni dell'arrivo, alcuni
volti tutti all'indietro, chi sospeso.
Il pecoraio mette in fila il branco
lo stringe alle pareti del rialto
libera il passo,la corriera avanza
e sballotta le teste e le cervici. Chiudo e apro gli occhi sopra questo lembo
di patria, stretto contro lo schienale
ascolto questa gente, questo vento
vivo per mediazione dei miei simili
più di quanto lo sia in carne ed ossa. dal fondo delle campagne
Piove fitto, pluvia antica primavera sulle antiche mura
dilava la città di noia e di tempo la defluvia le porta
vita ne sente -e se ne inebria- il primo insulto in
tutti i suoi giardini in tutte le sue altane ancora
risecchito di spoglie anche le allevia scorie, ceneri,
immondizie franate in rigagnoli e fossati tutto corre al
fiume … Il fiume non si oppone accoglie ciò che il tempo
dell'uomo e la natura gli propina, altro ancora in momenti
di turgore lui medesimo rapina li assolve poi nella sua
magnificenza li prepara alla disparizione ed al ritorno,
dov'è ? alle stesse rive tra case, muraglioni, rupi in
volti alle finestre fronde d'alberi, nuovi effimeri
firmamenti cittadini
da un mazzo di rose - l'opera poetica
Versi
d’ottobre
È qui dove vivendo si produce ombra, mistero per noi, per altri che ha da coglierne e
a sua volta ne
getta il seme alle sue spalle, è qui non altrove che deve farsi luce . È passata, ne resta appena traccia l’età immodesta e leggera quando s’aspetta che altri chiunque sia, diradi queste ombre . Quel che verrà verrà da questa pena. Siedo presso il mio fuoco triste, attendo finché nasca la vampa piena o il guizzo sul sarmento bagnato della fiamma . Tu che aspetti da fuori della casa della luce domestica, del giorno ? oggi, oggi che il vento balza, corre nell’allegria dei monti e a quell’annuncio di vino e di freddi la furbizia dei vecchi scintilla tra le
grinze ? Quel
che verrà, verrà da questa pena. Altra sorte non spero mai, neppure sotto il cielo di questo mese arcano che il colore dell’uva si diffonde e l’autunno ci spinge a viva forza fino ai Cessati Spiriti o al Domine quo
vadis ?
GELO Il giorno schietto
d’inverno inasprisce le carraie aguzza il taglio della pietra
sopra i poggi pelati brucia i pochi fili d’erba . Chi
affastella legna, chi sciorina panni s’affretta;
sgretola la crosta con le scarpe chiodate, con gli
zoccoli spranga l’uscio di casa . È un tempo che fa
bruschi i conciliaboli ruvide le parole ed i commiati . …
Antenne e nervature d’alberi, di rovi graffiano i venti
del tramonto …
Primavera
onnipresente verde fiume, verde
erba verde quasi
turchese dell’aria
sulle ultime poggiate a filo d’orizzonte strapazzato dal nembo dal sole rinverdito e acceso nella sua offesa grazia : Dov’è? – impossibile ubicarlo non ha sede, anima però non gli vien meno - c’è sottile un lavorio nel mondo che diviene ed è . E io arte e sono un po’ l’oscura, un po’ la luminosa parte . Oh pena, oh grazia .
Prima notte di primavera Che muore, che nasce ora che un brontolio di tuono sgretola l'altezza della notte, annunzio improvviso di primavera che rompe il sonno
... Generazioni
su generazioni
d'uomini chi vinto chi levato nella fierezza dei suoi mali, età profonde con dolore una nell'altra in una sofferenza, in un sol punto premono, fanno tutte ressa, e geme e cigola da pila a pila il ponte oscuro verso l'ultima campata e la pianta protesa dalla radice al
frutto. Porto la
mano sulla fitta, ascolto. Prima notte di primavera, gonfia e lacera tra l'avvenire e l'essere. dal fondo delle campagne 1955-1961
in
tutte le poesie 1988
OSSO Che fai, terra, ti celi o ti riveli ti neghi o ti concedi all’uomo ai suoi pensieri ai suoi imprendibili desideri ? oppure li ignori e anche lui ti ignora, e non lo crede, vedi, ti chiede i suoi piaceri ti strappa i tuoi tesori, è vero però ti disconosce e non gli pari né amica né consorte solo avara depositaria dei suoi averi solo arcigna e vorace custode dei suoi ieri . Ed ecco li rivuole lui i suoi cimeli le sue memorie : poi di nuovo ti usa e ti affida le sue ceneri sempre trascura i tuoi misteri . E io osso sepolto e dissepolto di chi sono dell’uomo o tuo, terra, che umile e ingorda m’hai pulito e custodito o dell’unico umoroso pathos - Si scisse ad opera del male questo e della pena e anela forse alla ricongiunzione piena . Venga oh venga presto
irreversibilmente . .
Fiume da fiume Si pasce di se il
fiume, bruca
serpeggiando le sue quasi essiccate sgorature visita le sue quasi aride pozzanghere si trascina ai suoi già putridi ristagni finche, poco più oltre un poco lo confortano misteriosi trasudamenti lo irrorano frescure umori, vene dal più profondo del suo cuore sotterraneo ed eccolo rinasce esso dalle secche ora, si lascia
dietro la sassaia
della sua quasi estinzione per il suo nuovo cammino . si muove verso se stesso il fiume si sposta dentro il suo cangiante bruco ed entra, fiume nuovo uscito dalle sue ceneri nei luoghi dove opera la primavera e non c’è fiore né gemma, non c’è ancora ma c’è quella radiosa incandescenza di luce e opacità nel bianco dell’aria c’è, ed ecco si diffonde, quella trepidante
animula e quel
chiaro sopra la linea degli alberi quel già più festoso scintillamento delle
acque . C’è
tutto 'quello' . E c’è lui fiume ne vibra intimamente il senso .
C’è questo, c’è prodigiosamente .
.
Nella casa
di N. compagna di infanzia Il vento è un aspro vento di quaresima geme dentro le crepe, sotto gli usci sibila nelle stanze invase, e fugge fuori lacera a brano a brano i nastri delle stelle filanti, se qualcuna impigliata nei fili fiotta e vibra l'incalza, la rapisce nella briga . Io sono qui, persona in una stanza uomo nel fondo di una casa, ascolto lo stridere che fa la fiamma, il cuore che accelera i suoi moti, siedo, attendo . Tu dove sei? sparita anche la traccia ... Se guardo qui la furia e se più oltre l'erba, la povertà grigia dei monti . primizie del deserto 1952
il fiume Quando si è
giovani e uno
per avventatezza o incuria segna senza badarvi il suo destino molti anni o pochi giorni di vita irredimibile pagata tutta o più tardi quando l’uomo non è più lui e come dimesso da un giudizio si regge con moti cauti in una sopravvivenza minuziosa in un tempo o nell’altro in cui meno forte stride, meno crepita questo fuoco greco il fiume sceso giù dal giogo non ha più tutte le voci che oggi mi feriscono festose e cupe in vetta a questo ponte aguzzo. Il fiume allora ha una voce sola o vitale o mortale. Chi l’ascolta ha un cuore solo o greve o tempestoso. “Tu che tieni stretto il filo di refe del labirinto dove sei che ti scinde in tante voci la voce che mi guida” esclamo io non si sa bene a chi compagno fedele o ombra. Sotto pruni di luce, oltre le pile fiammeggia a scaglia a scaglia
un’acqua ambigua tra moto ed immobilità. Fa freddo, pure scendono in molti per le ripe alle barche legate ai pali, in molti tentano il fiume e la sua primavera su e giù con i remi e le pagaie. ' Felici voi nel movimento ' dico mentre fisso dal ponte chi naviga con abbandono o lena e guardo come crea nel molteplice l’unità la vita; la vita
stessa. .
Ridotto a me
stesso ? Morto
l'interlocutore ? O morto io l'altro su di me padrone del campo, l'altro universo, parificatore ... o no niente di questo : il silenzio raggiante dell'amore pieno della piena incarnazione anticipato da un lampo ?
penso se è pensare questo e non opera di sonno nella pausa solare del tumulto di adesso ...
GEMMA Che ti mormora il sangue negli
orecchi e alle tempie quando è là di febbraio che nel bosco
ancora risecchito corre voce d'una vita che ricomincia e
oscura geme negli animali insonni, s'agita nel mare ed
oltre il mare nei paesi ricchi e strani ove a tempo il
fachiro nella bara di vetro tra vipere si sveglia?
Nei
mesi alterni, nella primavera scontrosa un vento cupo chiama
alla fatica per la notte piovigginosa i semi e le radici
esauste e le ceppaie. È il tempo che soffia nelle ceneri,
ravviva le faville sopite, dalle antiche ferite spiccia
sangue. Tutt'intorno gli alberi consueti mettono fiori
strani.
Rivedo le mie donne, i miei cari, tra l'uno e
l'altro il tempo, il vento, l'uggia. primizie
del deserto 1952
AI
CAMPIONI DEL TORINO QUI, A QUESTA RUPE NERA, QUI PIEGAVA LA MANOVRA LEGGERA DELLE ALI I TRIANGOLI IN FUGA CONIUGATI IL GUIZZO BREVE, IL FULMINE LEGGIADRO
? MAI LA MORTE FU VERAMENTE MORTE COSÌ, MAI CORSE RAPIDA ALL’ESSENZA COME QUESTA CHE VI ABOLISCE, SQUADRA ANCHE CONTRO LA MORTE, ANCORA
SQUADRA. NIENTE C’È PIÙ, NÉ GRAZIA
TRASCORRENTE NÉ SCIENZA FINE E RAPIDA SULL’ERBA NIENTE CHE VI PROTEGGA E VI DISTINGUA DAL TUTTO GRIGIO E VILE IN CUI
RIENTRASTE ? NIENTE, NÉ RITMO CELERE NÉ PIANO CHE VI SEPARI PIÙ DAL MOTO OSCURO TEMPO RUBATO AL TEMPO NON C’È PIÙ CHE VI SALVI DAL TEMPO CHE V’INVADE ? 1949 4 maggio 1949 - l'aereo che
trasportava la squadra del torino si abbatte contro la
basilica di superga_torino tutti i passeggeri muoiono
.
Una fiammata - i papaveri sotto il cielo di giugno i poeti - le stagioni .
dove non può
giungere l’umanesimo può giungere l’amore
nella sua specie più alta e gratuita di carità
che forse dell’umanesimo è la cima svettante 1986 m.luzi - in occasione della visita di wojtyla a firenze
*
locandina per inaugurazione centro studi - 30 maggio 2015
Centro Studi Mario Luzi per la Poesia e le Arti Contemporanee
l'avverso, il negativo i ciechi, gli ignoranti, i barbari non solo, ma anche la loro opera: tutto ciò che devi combattere devi anche portare su di te accoglierlo nel tuo cuore e lì dentro vincerlo. Perché io sono anche là.
.