Il tratto del mio carattere che mi piace di più è il senso dell'avventura
quando inizio una
cosa non mi chiedo mai come va a finire
...
Di fronte all'opera compiuta sogno il lampo dell'inizio
...
La poesia è scritta nel destino dell'uomo
e solo finché ci sarà la sua musica potremo sperare nella
sensibilità
nell'umanità, nella generosità, del nostro prossimo
Come ha detto 'qualcuno'
solo la poesia sarà in grado di salvare il mondo orizzonti - giugno-luglio 2001
...
Sono sincera ma non per
questo devi credere che io dica la verità
...
Parigi dorme
Un enorme silenzio
è sceso ad occupare ogni interstizio
di tegole e di muri. Gatti e uccelli
tacciono. Sono io di sentinella .
Agosto senza clacson . Sopravvivo
unica, forse. Tengo fra le braccia
come Sainte Geneviève la mia città
che spunta dal mantello
in fondo al quadro . viaggio
verona-parigi
SONO VENUTA A PARIGI
Sono venuta a Parigi per dimenticarti .
ma tu ostinato me ne intridi ogni spazio sei la chimera
orrida delle gronde di Notre-Dame Sei l'angelo che
invincibile sorride . Veniamo a patti (il contadino e il
diavolo) : Lasciami il giorno per guardare leggere
sprecare il tempo divertirmi escluderti. Notti e sogni
d'accordo sono tuoi.
' Poetessa '
è un termine
che andrebbe cancellato . Se uno dice “Saffo è stata la più grande poetessa
greca” afferma una cosa vera. Poi però se chiedono di elencare i più grandi
poeti greci a Saffo si pensa per ultima. Invece non ci sono categorie diverse
ferme restando tutte le possibilità tutti i valori di genere - io chiedo che mi
si giudichi non in quanto donna ma perché ho scritto delle poesie e queste
poesie mi rendono poeta. marianna natale -
gazzettadasti.it - premio asti d'appello - 2012
Luna d’inverno
che dal melograno
per i vetri di casa filtri lenta
sui miei sonni veloci
di ladro
sempre inseguito e sempre per partire.
Come un velo di lacrime t’appanna
e presto l’ora suonerà …
Lontano
oltre le nostre sponde
oltre le magre
stagioni che con moto di marea
mortalmente stancandoci ci esaltano
E ci umiliano poi
splenderai lieta
tu
insegna d’oro all’ultima locanda
lampada sopra il desco incorruttibile
al cui chiarore ad uno ad uno
i visi in cerchio rivedrò
che un turbine
vuoto e crudele mi cancella le acque del sabato
E INTANTO
SCRIVO La vita è breve e l’arte lunga, pure
può esser breve l’arte e interminata.
Questa treccia di luce che si annoda
tra stella e stella in cerca del suo porto.
So che ho vissuto già più di cent’anni
e sto sull’alto della torre e scruto
ogni giorno l’arrivo del messia.
Di dove non lo so né chi egli sia
so che giro all’intorno la lanterna
quando fa notte e intanto scrivo e scrivo
in ogni pausa per scaldarmi la mano.
Venne un giorno un profeta mussulmano
e mi disse una cosa amara e strana
che proprio qui fra queste oziose carte
il mio messia s’è fatto la tana.
la luna è già alta
APRILE
Il più crudele d’ogni mese, aprile travaglia il grembo della terra, esplode in geyser e profezie nei meandri che la storia non sfiora, e smuove e morde il sonno cristallino
Febbraio di cristallo
tutto brilla volano i passeri con piume d’argento.
Celeste fisarmonica anche l’anima
oltre i monti si espande.
BILANCI CONSUNTIVI Ma tutta quella tristezza che hai
vissuto - guarda, che strano - dall'alto
del monte
non ti sembra un’azzurra mascherata?
E quando vedi i dadi che riposano
sopra il loro responso di numeri
giureresti che si trattava di un gioco? geometria del disordine 1981
Lo spazio magico Ecco lo spazio magico in cui niente si è detto
ma il senso affiora da nebbie di preistoria .
Dormiamo in case lontane chilometri
ma i nostri sogni si congiungono in alto .
È così perfetta l'attesa - o l'intesa
che sarà peccato trasformarla in parole .
Dovremmo preferire alla vita il silenzio
anche se questo silenzio
è quintessenza della vita ?
Chi ritorna
da un viaggio
lunghissimo non è più la stessa persona . Ha raccolto colori, paesaggi temperature, odori, inverni e sole . Pare che una cicogna sia passata ieri sul centro storico. Saliva dal Vittoriano, sfiorava la mia casa e puntava laggiù verso San Pietro . Anche lei, a ogni viaggio, è diversa ? Ma io stessa lo sono, sembra strano da quella che scriveva poco fa sì, dieci versi fa . la luna è già alta
L'INCLEMENZA DEL
TEMPO è
vertigine
amore
primavera
sfida
pianto di gioia
verità. ed
è subito ' era '
SCATOLA NERA
La
memoria è un formaggio con i buchi
la mastichi insieme ai suoi vuoti
è la luna nel massimo fulgore
nei falcetti o nel buio novilunio –
è la scatola nera in cui si pigia
tutto ciò che realmente è accaduto…
- Si celano all’interno benedetti
fantasiosi infedeli scrivani . poesie 2000
Nessuno dice mai
Nei miei vent'anni non ero felice
e non vorrei che il tempo s'invertisse.
Un salice d'argento mi consolava a volte
a volte ci riusciva con presagi e promesse.
QUant'è difficile
la giovinezza.
Giunti in cima al cammino
teneramente la guardiamo.
In due
forse la prima volta. la giovinezza
Nell’angoscia del troppo, la nostalgia del poco
Giovanna d’Arco scritto “con passione e
inesplicabile furia” di getto nel novembre 1988 dopo anni di ricerche
storiche sulla figura dell’eroina.
“È una favola se si vuole, dalla quale però la Giovanna d’Arco storica esce
intatta con la sua fede, il suo slancio, la sua genialità, la sua verità, il suo
assoluto disinteresse, la sua travolgente simpatia”. teatrailer.it - rappresentato al teatro stabile
napoli - 2011
Quando ho scoperto che è esistita una donna come Giovanna
d’Arco ho scoperto il mondo stesso. E’ stata la mia grande educazione incontrare
in un’unica persona dei valori così straordinari, le punte estreme della
semplicità contadina, l’alta illuminazione morale e religiosa, la capacità di
incarnare un’azione pratica, l’amore di patria, in un carisma straordinario
. Giovanna d’Arco è semplicemente la poesia; è la donna come dovrebbe essere
dopo ogni femminismo riuscito, e cioè una creatura che abbia le stesse
potenzialità di un uomo ma che agisce autonomamente, secondo il suo personale
destino, secondo i suoi gusti, le sue scelte, in stretta simbiosi con l’universo
maschile.
- mls
nat fe - corrieredelmezzogiorno.corriere.it - 2011
GIOVANNA D'ARCO A TEATRO
- itinerante
intervista ad elisabetta pozzi - che personaggio è quello
della Spaziani? È interessante, mi piace molto come è costruito con otto
classici endecasillabi sciolti in una ballata popolare. Lo spettacolo vorrebbe
ricordare le narrazioni delle gesta degli antichi crociati con la vicenda del
personaggio di Giovanna d’Arco.
Una storia interessante fatta di tanti elementi chiaramente di ispirazione
religiosa che ha dentro di sé una sorta di divisione e che sente le voci. Una
storia che giunge nitida, chiara e forte al pubblico e lo interpella. Una
vicenda che nel finale differisce da quella che si conosce.
In che senso? Giovanna d’Arco sfugge al rogo dopo il processo
d’inquisizione per eresia. Salvata senza rendersene conto è come depauperata del
suo destino di vittima. Ma capisce che la sua fine deve essere quella della
fiamma, continuando a chiedere a Dio cosa deve fare, va incontro alle fiamme per
riunirsi al suo destino.
laprovinciadivarese.it
-
2013 - 2014
TUTTE LE Poesie 1954 - 2006 Dopo l’esordio, illuminato dalla parola pura simbolista ed
ermetica, la Spaziani si è mossa alla conquista di un’originale misura, capace
di ridare spessore alle occasioni e agli oggetti, mantenendoli tuttavia nella
tensione rivelatrice di una lingua nitida, cristallina e potente.
Da Utilità della memoria (1966) a Transito con catene (1977), da Geometria del
disordine (1981) a I fasti dell’ortica (1996), da La traversata dell’Oasi (2002)
a La luna è già alta (2006), è il disegno misericordioso della vita, nel suo
moto inesausto di grazia e miracoloso ricominciamento, a occupare la voce
dell’autrice, giunta con le ultime raccolte a declinare in versi una
personalissima e assai femminile sapienza del cuore.
informazione.it
Io amo amare . Tutta la mia vita brillò di stelle a sfida d’ogni buio . Furono pianetini soli ardenti meteoriti lune astri comete .
Di sei uomini il nome mi accompagna soavi nomi esotici o di casa . Astronomi famosi: quale gloria poter dare dei nomi alle stelle .
la luna è già alta - poesie
1954-2006 PREMIO FRONTINO MONTEFELTRO 2013
II Meridiano
presenta tutte le raccolte poetiche della Spaziani. Dopo la
raccolta d'esordio, "Le acque del sabato" (1954), caratterizzata da una spiccata
tensione lirico autobiografica e dalle suggestioni delle avanguardie europee, in
"Luna lombarda" (1959), "Il gong" (1962), "Utilità della memoria" (1966),
"L'occhio del ciclone" (1970) nel dettato poetico della Spaziani si stagliano
passioni costanti; le cose concrete, i volti e i paesaggi del mondo, la gioia
dei sensi e dei sentimenti, degli amori e dei disamori si fondono in un impasto
caldo e affabile con le tessere della sua prolifica memoria letteraria - che
attinge sia alla letteratura classica che a quella moderna, alla grande poesia
europea (Montale su tutti), al teatro francese dal Rinascimento al Novecento. Le
ultime raccolte - da "Geometria del disordine" (1981, Premio Viareggio) a "La
stella del libero arbitrio" (1986) alle recenti "Poesie della mano sinistra" -
testimoniano il passaggio a una scrittura via via più diaristica, "impura" e
aforistica, il lato insomma più sapienziale e ironico della sua ispirazione.
ibs - 2012
Quando ero ancora una ragazzina mio padre
ogni sera leggeva alcune poesie. Una sera pensai peccando di una presunzione
spaventosa che non fosse poi così difficile scrivere in versi e così iniziai. Da
quel momento ogni giorno mi siedo davanti a una pagina bianca che alla fine si
anima. gazzettadiparma.it - 2012
les femmes de l'aristocratie ne
posaient pas leurs gants sur leur verre michel
tournier
-
Je suis un grand ami de Maria Luisa Spaziani. C'est une
grande poétesse romaine ...
...Elle a traduit mon ROMAN Les
Météores, et un jour elle me téléphone de Rome. J'étais chez moi, et j'avais
avec moi ma mère qui avait 95 ans. Ma mère est morte auprès de cent ans.
Maria Luisa me téléphone et me dit "Je suis en train de traduire Madame
Bovary de Flaubert et il y a une chose que je ne comprend pas. Madame
Bovary, qui est une petite bourgeoise, est invitée chez les aristocrates,
c'est la première fois de sa vie, et Flaubert dit "Elle remarqua que les
femmes de l'aristocratie ne posaient pas leurs gants sur leur verre."
Qu'est-ce que ça veut dire?" Je lui dit "Je ne sais pas". Alors je dit ça à
ma mère...et elle m'a dit mais moi j'ai été élevée
chez les soeurs et on nous apprenait, on apprenait aux filles que, quand
nous étions invitées dans le monde, nous ne devions pas boire une goutte
pendant tout le repas. C'était grossier, la femme ne devait pas boire
pendant le repas. Alors, elle s'asseyait, elle avait devant son assiette
trois ou quatre verres, elle devait prendre ses gants, enfoncer chaque bout
dans un verre de l'extrémité et couvrir les verres, de façon à ce que les
serveurs qui versent du vin ne la/les servent pas. Ma mère savait ça, mais
elle avait 95 ans. J'ai retéléphoné tout de suite à Maria Luisa pour lui
donner l'explication.
leonella prato caruso - erewhon.ticonuno.it
Maria Luisa Spazianicandidata tre volte al nobel
- grande amica di Eugenio Montale e sposa di Elémire Zolla
è uno dei nomi più giustamente noti della nostra
poesia contemporanea. Ha già alle spalle numerosi libri, da Le acque del sabato,
che uscì nel '54, fino a I fasti dell'ortica, del '96. Ricordiamo inoltre
il suo poema-ROMANZo Giovanna d'Arco (1990). Oggi, nonostante l'età non più
verde, si propone in modo decisamente sorprendente con un vitalissimo
libro di poesie d'amore, La traversata dell'oasi . Sono poesie d'amore frutto di
un'esperienza autentica, quasi tutte composte di due quartine, nello stile
riconoscibilissimo della Spaziani, nell'eleganza sicura della sua mano.
La vivacità del
sentimento, dunque, non le impedisce il pieno controllo del mezzo, i modi
classici e nobili della sua forma. Ma è la grande energia che attraversa
queste poesie a conferire al libro un pieno sapore di novità, consentendo
tra l'altro all'autrice di muoversi su strade e registri diversi, con la
presenza del comico e dell'ironico, con la frequentazione di circostanze
quotidiane, ben più che in altre sue raccolte.
La traversata dell'oasi si offre dunque come UN ROMANZo per frammenti, per
accumuli successivi, o come un diario d'amore, dove quest'ultimo è
passione, erotismo, tensione dell'anima, gioia e sofferenza, inquietudine.
Un libro che oltre a essere bello è anche
piacevolmente leggibile, perché sa coinvolgere con la limpidezza
della lingua, con
l'impeccabile compiutezza ariosa della pronuncia di Maria Luisa Spaziani. Sono
quasi duecento le poesie del libro, ecco quella che appare in quarta di
copertina, nella grafia dell'autrice:
alias.iobloggo.com
A GIORNI ALTERNI A giorni alterni sono io la luna
e tu l'immensa terra che mi attira,
e questa notte tu, sei la luna
-io ti tengo al guinzaglio-
So che mi stai sognando, mi accarezzi,
i globuli lo sanno del mio sangue,
ogni mio nervo teso come un arco
o un'arpa eolia che vibra al respiro.
l'indifferenza
Aspetta la tua impronta L’indifferenza
è inferno senza fiamme.
Ricordalo scegliendo fra mille tinte
il tuo fatale grigio.
Se il mondo è senza senso
tua è la vera colpa.
Aspetta la tua impronta
questa palla di cera. la stella del libero
arbitrio
https://youtu.be/bXLsba8k13k
- da 15.25 - legge MLS
UNA BARCHETTA PAZZA Il
primo verso è una barchetta pazza
che potrebbe arenarsi fra gli scogli.
E' un ragazzino zingaro ti prende
per mano verso un viaggio sconosciuto.
E solo al quinto verso tu cominci
a capire qualcosa se lo segui.
confusamente dice: nel germoglio
È già scritta la gloria del fiore. i fasti dell'ortica
Se
Se mentre dormi
un'ape ti sfiora le labbra
non sono io nemmeno con il desiderio.
Non ti voglio incosciente preso in altri
sogni
ti voglio mentre pronunci il mio nome.
L'amore è un corpo-a-corpo: così nel verso
si stringono e s'intrecciano musica e
parola.
Non esiste un confine tra le due
né fra di noi un impalpabile muro.
Quest'amore quest'oasi fiorita
sarà presto un’immensa maceria.
Già i bocci s’intristiscono, le foglie
non puntano più al sole.
Accogliere, accettare quel destino
è strappo acuto, è bruciatura, è taglio.
Colossei, Partenoni avranno pianto
alla caduta della prima pietra?
A sipario abbassato Quando ti amavo sognavo i tuoi sogni
ti guardavo le palpebre dormire
le ciglia in lieve tremito.
Talvolta
è a sipario abbassato che si snoda
con inauditi attori e luminarie
– la meraviglia. la stella del libero arbitrio https://youtu.be/x-chr8BVl4c
UNA ROSA CHE SBOCCIA Ibernati incoscienti inesistenti
proveniamo da infiniti deserti.
Fra poco altri infiniti ci apriranno
ali voraci per l'eternità.
Ma qui ora c'è l'oasi, catena
di delizie e tormenti. Le stagioni
colorate ci avvolgono, le mani
amate ci accarezzano.
Un punto infinitesimo nel vortice
che cieco ci avviluppa. C'è la musica
altrove sconosciuta, c'è il miracolo
della rosa che sboccia, e c'è il mio cuore. traversata dell’oasi
- poesie d’amore 1998-2001
Lo spirito ha bisogno del finito per incarnare slanci d’infinito.
Parlo con l’angelo, e le tue braccia d’uomo
soltanto lo traducono ai miei sensi.
Dove comincia l’ala? Dove nascono
musiche di tamburi di tempesta?
Amarti è sprofondare, è una foresta
sfumante in cieli altissimi. la traversata dell’oasi
Le parole
sono come spiriti A sentire Maria Luisa Spaziani i cassetti della sua casa romana
tracimerebbero a dir poco di versi impazienti e sconosciuti, silenziosi ma
determinati.
Per l’appunto, mai dati alle stampe. Avviata verso le novanta primavere, la
volitiva signora dimostra così una vitalità e una creatività davvero
inesauribili, accresciute dalla naturale predisposizione alla parola e sostenute
da quella fattiva, affettuosa laboriosità sempre iniettata d’entusiasmo. «Fra i
pochi orgogli della mia vita c’è anche quello di convincere e trascinare
qualcuno in luoghi dove non sarebbe mai andato spontaneamente, a prendere
coscienza di altre dimensioni della sensibilità e dello spirito», ammette
rischiarandosi. Il segreto, sembra farci intendere, sta però nel saper
dischiudere con grazia tutta femminile la sorridente geometria che ogni
vocabolo, persino il più recalcitrante, tiene ben nascosta dentro sé. Anche le parole hanno un peso? Quali, in base alla sua
esperienza di poeta, pesano – o hanno pesato – più delle altre? «Le parole sono volatili o pneumatiche, per certi
versi puri spiriti. Ma altrettanto vale il titolo di Carlo Levi,
Le parole sono pietre. Non c’è contraddizione: un
raggio invisibile può uccidere se va a colpire un punto condannabile secondo le
leggi della verità. Nella mia poesia c’è una decina di parole fondamentali, come
destino, avventura, amore e memoria». alessandro bottelli - avvenire.it - 2012 la poesia è un
grande dono che viene dall’alto
Amo la parola - mi accompagna e a volte mi
perseguita
Sì, la parola per me è il più alto punto sacrale della poesia. Non può andare
più alto di così, con la verità assoluta. La poesia è come la preghiera, è
contemplazione perché si crea un senso di solitudine verso le cose che si
guardano. allora, tu credi a una poesia
che viene dall’alto? come un dono di Dio? Senz’altro è un dono. Un grande dono che viene
dall’alto. Ripeto, trovo che il massimo della poesia ispirata sia la preghiera.
Ogni poesia è, a suo modo, una preghiera, in grado di distogliere lo sguardo
dall’orizzontalità del nostro vivere e guardare un po’ al di sopra. ma l’ispirazione ha ancora un ruolo
in poesia? Sì, l’ispirazione ha ancora un ruolo decisivo in
poesia, anche se oggi ispira ironia o senso di inferiorità. Credo, invece, abbia
una radice orfica, nel senso che prende radici dal nostro profondo. admin -
patrialetteratura.com - 2014
definizione di poesia
Il segno della croce è precristiano, significa l'incontro fra
l'orizzontale della nostra esperienza quotidiana, sentimenti compresi, con il
verticale, lo spirituale. La poesia nasce quando il pratico, il segnaletico, il
fenomenico, viene spaccato dall'alto in basso da un significato simbolico. Se
una poesia non rispetta questa forma non esiste. Se fosse tutto orizzontale
sarebbe "La vispa Teresa", se fosse tutto verticale non potrebbe comunicare
niente. La poesia comincia a lievitare e levitare se la parte fenomenica si
incontra con quella simbolica. da intervista 2011 a rimini
isabella leardini - parco poesia rimini - 2014
INEDITO Lo so, lo so,
inutilmente cerchi
nella nebbia d’autunno le violette.
Foglie brunite cadono, e ciascuna
è un foglio del vissuto calendario.
Se dovessi rivivere vorrei
essere papa, astronomo o pirata.
Perché la sorte che mi fu concessa
rifiuterà di essere copiata.
Le parole oggi non
bastano Non chiedermi
parole oggi non bastano.
Stanno nei dizionari: sia pure imprevedibili
nei loro incastri, sono consunte voci.
È sempre un prevedibile dejà vu.
Vorrei parlare con te - è lo stesso con Dio
-
tramite segni umbratili di nervi
elettrici messaggi che la psiche
trae dal cuore dell'universo.
Un fremere d'antenne, un disegno di danza
un infinitesimo battere di ciglia
la musica-ultrasuono che nemmeno
immaginava Bach. traversata dell’oasi
- poesie
d’amore 1998-2001
Tu, realtà e metafora Tu, realtà e metafora, luminoso
corpo dal doppio segno. Tu moneta
d'inscindibile faccia, bianco cigno
che ingloba il suo riflesso.
Penso all'abbraccio, e all'improvviso scende
in acque buie il mio vascello ebbro.
Confluiscono oceani. L'energia
duraturo arabesco di fulmine. la traversata
dell'oasi - tutte le poesie 2012
L’onda degli anni belli Cicale: quale fondo di un’estate
limacciosa per voi si esprime in luce?
Autunni, sì, verranno. Ma li attende
un’alba intatta, l’oro del passato.
Dio ci vede, lo senti? E ti dibatti
invano contro l’alta che rosseggia
onda degli anni belli. Rinasceranno un giorno, fiori eterni i baci persi come foglie al vento.
Sospeso fra il non essere e l’evento,
perplesso il cuore appena ha respirato
...
Ora scandisce un tempo inebriato
libero d’ombre, paradisi e inferni.
Innocente, mortale, disperato.
2012 il gong - tutte le poesie
La corolla del
papavero Mi culla la
corolla del papavero
il mio sonno è lunghissimo. La strada
si agita laggiù da quattro ore.
Solo un tuo squillo potrebbe svegliarmi.
Non mi somiglia quest'inerzia, sono
da quando amo, tutt'altra persona.
Mi culli a lungo, mi culli il papavero
se sarà lungo il mio sogno di te.
se ti guardo Se ti guardo
negli occhi che mi guardano
il mondo si fa lago in cui s'immergono
anima e corpo. O è piuttosto un fiume
che ci porta lontano.
Il lago è fermo, vuole dire amarsi
sopra fondali conosciuti. Il fiume
più ci somiglia, specchia nuove sponde
va per anni a morire nel mare.
UN
FRESCO CASTAGNETO Sarebbe, il
mondo, un fresco castagneto se tutto mi
guardasse coi tuoi occhi. Marroni,
intensi, laghetti dorati ai raggi
dolcemente declinanti. Così gli occhi
degli angeli, castagne che hanno perso il
riccio. Il Paradiso è quella svestizione,
ogni segreto è arrivare al cuore.
Follia
non è sapere che di tutti quei trentamila giorni che viviamo
ne restano forse dieci o venti
ben vivi nella memoria. Ma è pensare
che per qualche disordine o disguido
o inframettenza di diavoli scaltri
quei dieci o venti giorni a cui si affida
la nostra vera storia
non sono quelli, ma altri. transito con catene
1977 - poesie 1954-2006
Il presente Allegri e mesti erano i ricordi
nebbiosa, misera trama della vita .
Sul futuro si aprivano finestre
ora buie, ora azzurre di palmizi .
Ma qui il tempo fu vivo, fu presente
fu il tanghero che impone
il pagamento immediato .
L'imprecisione delle ore
si fece allucinante chiarezza
e il tormento mi rose
instancabile, come una marea .
Ora so cos'è vivere: un gioco crudele
che inchioda profonda
ogni fibra alla ruota del tempo .
E mentre il sogno corre
sulle sue pianure sconfinate
noi, come un giovane frutto
sentiamo la linfa salire
e placata al meriggio fermarsi
mentre il tragico peso cresce
fino a staccarsi dal ramo . la
traversata dell'oasi
I
Il roseto respira leggero accanto
alla finestra degli addii.
Ignora, da innocente, il tradimento.
È in vendita la casa.
Non si trasportano altrove radici.
Nemmeno, forse, l’anima.
Nove boccioli nuovi si preparano
rossi, per il nuovo padrone.
II
Nell’ultima notte della casa
il
tronco dell'abete è puro argento .
Eppure non c’è luna, non c’è luna .
Di forza interna le scaglie scintillano .
Anche il Soratte sembra puro argento .
Fra gli ultimi gigli e le fiorenti ortiche
io sola opaca, fiore mancato
fantasma con valigie . l'ultima notte di
soratte
da la stella del libero arbitrio
Nulla di nulla Strappami dal sospetto
di essere nulla, più nulla di nulla .
Non esiste nemmeno la memoria .
Non esistono cieli .
Davanti agli occhi un pianoro di neve
giorni non numerabili, cristalli
di una neve che sfuma all’orizzonte -
- e non c’è l’orizzonte -
Io
sono il fiume di lenta rapina uno specchio per nulla oggettivo
porto riversi alberi e dieci fronte amate
volti di sette case, sei libri, cinque cani
. Non chiedere consigli alla mia voce .
Non chiedere se al fondo c’è la foce . Io
sono un fiume che scorre per scorrere .
COME IN UNA CATTEDRALE
Entro in questo amore
come in una cattedrale
come in un ventre oscuro di balena .
Mi risucchia un’eco di mare
e dalle grandi volte
scende un corale antico
che è fuso alla mia voce .
Tu, scelto a caso dalla sorte
ora sei l’unico
il padre, il figlio
l’angelo e il demonio .
Mi immergo a fondo in te
il più essenziale abbraccio
e le tue labbra
restano evanescenti sogni . Prima di entrare
nella grande navata
vivevo lieta
ero contenta di poco .
Ma il tuo fascio di luce
come un’immensa spada
relega nel nulla
tutto quanto non sei .
Nel tuo emblema mi sono battezzata
con versi che non passano .
Accaniti
discuteranno un giorno i paleografi
su un nome ignoto alle liste dei re ...
Ti amavo prima d'incontrarti
il resto
sia preda un giorno
degli archeologi ...
Non ti amerò di più
non ti amerò di meno
sono lassù una luna senza quarti .
Il lume splende intatto nel sereno
non ti amerò di meno
non ti amerò di più .
Lettera
1951 Natale altro non è che
quest’immenso silenzio che dilaga per le
strade dove platani ciechi ridono con
la neve altro non è che fondere a
distanza le nostre solitudini sopra i
molli sargassi stendere nella notte un
ponte d’oro . Sono qui, col tuo dono che
m’illumina di dieci stelle-lune
trasognata guidandomi per mano dove vibra
un riverbero di fuochi e di lanterne (
verde e viola ) di girandole e insegne di
caffè . Van Gogh, Parigi azzurra … Un
pino a destra per appendervi quattro
nostalgie e la mia fede in te, bianca
cometa in cima . le acque del sabato
1954 - l’incanto di natale 2012
Umbratile e vibrante il primo autunno ti propone: giochiamo alla morte.
Pericolosamente sta scherzando nel tonfo
dei marroni. Settembre in agonia. Si
concentra nel suo declino ogni dolcezza
andata. Non è un vecchio, è un soave
adolescente che assurdamente sta dicendo
addio. .
Vallon des Gardes Ti penso
in un paese che di vele e di ulivi
fiorisce alla tua ombra che risucchia dal
cielo una crudele bellezza di
inquietudine profonda che ambiguamente un
turbine alle rive scompiglia nelle chiome
dolciamare e i deliranti vortici
sprofonda nel silenzio del mare se il
tuo sguardo - o la luce ? - la saggezza
d’ogni radice beve ( oro, violette, neve
) . le acque
del sabato .
Parigi era la mia città
La percorrevo al volo da un capo all’altro, l’ho amata follemente la
sapevo la sentivo. Adesso cammino male. Ma non perché sia invecchiata - è
che ho preso a calci una radice rompendomi tre dita dopo aver scritto una
poesia sugli alberi.
Sono vendicativi gli alberi.
marianna natale - intervista - gazzettadasti.it
- 2012
a mia madre Eri un roseto. Il fiato
che si smorza
fu il tuo dono più tuo, estrema rosa.
Chi scrisse su una tomba "qui riposa"
non sa dove comincia la tua forza. transito con catene 1977
il cerchio
quattro amori
finiti
fanno una vita
la testa addenta la coda, bel
serpente di mare zero perfetto, cerchio, emblema
primordiale suggello, essenza, chiave, polena
incenerita
transito con catene
Lo spirito
del fieno
impregna
l’anima L’addio dell’estate . Si
raccolgono le rondini sui fili e sulle
antenne
anomali migranti verso l’Africa . Le nuvole non più rosa si
scaglionano a isterici plotoni nel vento che
le opprime . Già si arrende il roseto e batte
ai vetri con raffiche di petali e di spine. pallottoliere celeste
fb/poesiamondadori
NOSTRA PASQUA più antico della Croce, è
lui l’eletto
il simbolo dei simboli, lui, l’Uovo.
Palla del rugby, palla al cioccolato
lui vittoria o delizia.
Sei polpastrelli dèlega il credente
a carezzare i grani del rosario.
Più di cinquanta ovetti, la scalata
di primavera al cielo. avvenire.it - 2013
venerdi
santo Lei credeva
di stringere in quel corpo disincarnato, esangue, il suo
ragazzo
morto a trentatré anni per oscure trame di tribunali. Se le avessero detto che stringeva a sé l'intero mondo e la sua
Storia
non l'avrebbe capito. Erano solo un figlio con sua madre.
.
Se giri in
tondo
fissandoti la coda inutile
offrirti
orizzonti
.
Vienimi in
sogno
e stringimi le mani con quel tepore a nessun altro uguale. Non dormo. È quasi l’alba per la
prima
volta tu manchi a una promessa.
Il sogno giusto Se faccio un sogno,
e poi
me ne nascono versi
quei versi sono il sogno
che sognate con me. Attenti ad incarnarvi nel sogno giusto. Nascono
da una pagina scritta, in fitta schiera
mostri, presagi o angeli.
Aspetterò il
futuro Aspetterò il futuro quando avrò novant’anni. Chi non lo fa si rassegna alla morte.
Mordo il tempo
questa albicocca matura
oh, docile creta per il genio dello scultore. La morte è molto offesa
vedendo che non le credo. Per me il suo passaporto non è valido
ho troppo da fare qui
vorrà lasciarmi in pace.
Sciuperei sottoterra
troppo tempo prezioso.
La morte l’ha inventata
qualcuno che ci ama.
Vuole che lavoriamo fingendoci scadenze
ma dalla finestra si aprono
praterie infinite dove i miei cavallini
galoppano a briglia sciolta. Aspetterò … l'opera poetica - 2005
Quella
freccia Si tende tutto l'essere in un urlo
di desiderio. Voglio la parola lancinante, assoluta, che
cancelli
scialbature di sempre. Quella freccia che infilza
dritta il cuore
mentre sorride l'Angelo, tremenda
voglio quella parola (la pronuncia
l'Angelo, ma oltre una vetrata) -
l'ha sentita Teresa? Ogni parola
al di qua della freccia è un'eresia.
È assoluta la rosa se si fonde
alla tua pelle - e le spine sul cuore.
.
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Gian Giacomo Della Porta Editore
presenta il bando del primo
Premio letterario Maria Luisa Spaziani - torino -
in occasione del centenario dalla nascita . giangiacomodellaportaeditore.com
- 2022 .
7 dicembre 2012
-
90 anni
Avrei voluto tanto che ci fosse Montale
il poeta sara' presente nel ricordo di quelle tre profumate gardenie