italo calvino PAGINA 1 - 2 - 3 - 4 - 5 Italo Giovanni Calvino Mameli
SCRIVO PER IMPARARE QUALCOSA CHE NON SO ... Io sono la pecora nera - l'unico letterato della famiglia
La letteratura nasce dalla difficoltà di scrivere, non dalla facilità Dove la penna ti si inceppa, dove non riesci a esprimerti, da lì e solo da lì potrai cominciare a fare letteratura Scava in quel punto, lavoraci, rosicchia il tuo osso con pazienza Tutto il resto puoi lasciarlo perdere : dove la penna scorre facile non nasce niente di buono . Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto lafeltrinelli.it - 15.10.2013 - i 90 anni mai compiuti di ic
La poesia è l'arte di far
entrare il mare in un bicchiere Faccio lo scrittore Cioè scrivo delle cose che alle volte diventano dei libri che vengono pubblicati e venduti nelle principali librerie fb/prof piero dorfles - per un pugno di libri - rai3
Perché scrivo
- fb/raicultura :
facebook.com/watch
.
Posso dire che scrivo per
comunicare
perché la scrittura è il modo in
cui riesco a far passare delle cose attraverso di me, delle cose che magari
vengono a me dalla cultura che mi circonda, dalla vita, dall’esperienza, dalla
letteratura che mi ha preceduto, a cui do quel tanto di personale che hanno
tutte le esperienze che passano attraverso una persona umana e poi tornano in
circolazione. È per questo che scrivo. Per farmi strumento di qualcosa che è
certamente più grande di me e che è il modo in cui gli uomini guardano,
commentano, giudicano, esprimono il mondo: farlo passare attraverso di me e
rimetterlo in circolazione. Questo è uno dei tanti modi con cui una civiltà, una
cultura, una società vive assimilando esperienze e rimettendole in circolazione.
Scrivo perché leggendo X - un X antico o contemporaneo - mi viene da pensare: “Ah, come mi piacerebbe scrivere come X! Peccato che ciò sia completamente al di là delle mie possibilità!”. Allora cerco di immaginarmi questa impresa impossibile, penso al libro che non scriverò mai ma che mi piacerebbe poter leggere, poter affiancare ad altri libri amati in uno scaffale ideale. Ed ecco che già qualche parola, qualche frase si presentano alla mia mente … Da quel momento in poi non sto più pensando a X, né ad alcun altro modello possibile. È a quel libro che penso, a quel libro che non è stato ancora scritto e che potrebbe essere il mio libro ! Provo a scriverlo …
. . Nella mia esperienza la spinta a scrivere è sempre legata alla mancanza di qualcosa che si vorrebbe conoscere e possedere, qualcosa che ci sfugge. E siccome conosco bene questo tipo di spinta, mi sembra di poterla riconoscere anche nei grandi scrittori le cui voci sembrano giungerci dalla cima d’una esperienza assoluta. Quello che essi ci trasmettono è il senso dell’approccio all’esperienza, più che il senso dell’esperienza raggiunta; il loro segreto è il saper conservare intatta la forza del desiderio .
In un certo senso, credo
che sempre scriviamo di qualcosa che non sappiamo :
scriviamo
per rendere possibile al mondo non scritto di esprimersi attraverso di noi. Nel
momento in cui la mia attenzione si sposta dall’ordine regolare delle righe
scritte e segue la mobile complessità che nessuna frase può contenere o
esaurire, mi sento vicino a capire che dall’altro lato delle parole c’è qualcosa che cerca d’uscire
dal silenzio, di significare attraverso il
linguaggio, come battendo colpi su un muro di prigione . . Ci si mette a scrivere di lena ma c'è un'ora in cui la penna non gratta che polveroso inchiostro e non vi scorre più una goccia di vita e la vita è tutta fuori, fuori dalla finestra, fuori di te, e ti sembra che mai più potrai rifugiarti nella pagina che scrivi, aprire un altro mondo, fare il salto. Forse è meglio così: forse quando scrivevi con gioia non era miracolo né grazia: era peccato, idolatria, superbia. Ne sono fuori, allora? No, scrivendo non mi sono cambiata in bene: ho solo consumato un po' d'ansiosa incosciente giovinezza. Che mi varranno queste pagine scontente? Il libro, il voto, non varrà più di quanto tu vali. Che ci si salvi l'anima scrivendo non è detto. Scrivi, scrivi, e già la tua anima è persa. la scrittura - il cavaliere inesistente
*
'' le date, i nomi, i titoli. Poi si può iniziare,
sapendo però che il cammino per arrivare a un testo appena accettabile è lungo e
tortuoso. Parti dal poco, basta una piccola idea, ma netta, precisa, che
s’accampi sulla pagina. Su quella bava di ragno potrai sviluppare la ragnatela
delle parole. Togli tutti gli affari in ente, prediligi l’aggettivo nitido e
lavora di bulino soprattutto sui verbi. Limare non significa cambiare
l’impostazione generale, bensì rendere ogni frase il più possibile coerente con
il tutto '' .
davico bonino . leggere vuol dire
Per questa donna … leggere vuol
dire spogliarsi d’ogni intenzione e d’ogni partito preso, per essere
pronta a cogliere una voce che si fa sentire quando meno ci s’aspetta, una voce
che viene non si sa da dove, da qualche parte al di là del libro, al di là
dell’autore, al di là delle convenzioni della scrittura: dal non detto, da
quello che il mondo non ha ancora detto di sé e non ha ancora le parole per
dire. . Penso che la lettura non sia paragonabile
con nessun altro mezzo d’apprendimento e
di comunicazione, perché la lettura ha un suo ritmo che è governato
dalla volontà del lettore; la lettura apre spazi
di interrogazione e di meditazione e di esame critico, insomma di
libertà; la lettura è un rapporto con noi
stessi e non solo col libro, col nostro mondo interiore attraverso
il mondo che il libro ci apre. . Un libro - io credo - è qualcosa con un principio e una fine anche se non è un romanzo in senso stretto. è uno spazio in cui il lettore deve entrare, girare, magari perdersi ma a un certo punto deve trovare un’uscita o magari parecchie uscite. la possibilità d’aprirsi una strada per venirne fuori. .
Il Buon Lettore aspetta le vacanze con
impazienza. Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria
località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno
a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all'ombra, il fruscio
delle pagine, l'abbandono al fascino di altri mondi trasmesso dalle
fitte righe dei capitoli. Nell'approssimarsi delle ferie, il Buon
Lettore gira i negozi dei librai, sfoglia, annusa, ci ripensa,
ritorna il giorno dopo a comprare; a casa toglie dallo scaffale
volumi ancora intonsi e li allinea tra i fermalibro della sua
scrivania. il buon lettore
*
sono nato in America
- Interviste 1951-1985
Penso che l’autoironia sia l’aspetto decisivo dell’umorismo -
sapere che in qualsiasi momento potrei dire il contrario di quello che dico e riuscire a mettere continuamente in discussione le proprie opinioni -
è questa a mio avviso la condizione prima dell’intelligenza.
lafeltrinelli.it pag 297 - oblio III 9-10 - sono nato in america - da intervista 1979 * La fantasia è come la marmellata. Se la mangi col cucchiaio ti senti male per il troppo zucchero, ma se la metti su una bella fetta di pane è deliziosa'. E così è per me UN ROMANZo storico: i fatti realmente accaduti sono il pane e quello che fai nell'immaginare i personaggi è la marmellata. gaynews *
LA SFIDA AL LABIRINTO 1962 mclink.it quella del labirinto. Questo edificio, caratterizzato da un intrico di stanze e corridoi, rappresenta infatti perfettamente la complessità e la magmaticità del mondo contemporaneo. La reazione degli individui che prendono coscienza di questa realtà si manifesta in due opposti atteggiamenti: la "resa al labirinto" e la "sfida al labirinto". Il primo caratterizza sia coloro che vivono la problematicità del reale come l’unica condizione possibile, arrivando a provare una sorta di compiacimento per l’impossibilità di comprenderlo e controllarlo, sia coloro che , fingendo che il labirinto non esista, ne restano fuori, rifiutando il confronto con qualsiasi difficoltà. Il secondo atteggiamento, quello di "sfida", consiste nell’assumere un ruolo attivo all’interno del labirinto, cercando di analizzarlo razionalmente. E’ quest’ultimo che Calvino ritiene più opportuno e utile e che, secondo lo scrittore, deve caratterizzare l’attività letteraria.
E’ necessario sottolineare, tuttavia, che la "sfida al
labirinto" non presuppone necessariamente una vittoria. Qualunque via d’uscita
rintracciata, infatti, non rappresenta altro che la via d’accesso ad un nuovo
labirinto; non è possibile infatti eliminare la magmaticità del reale, ma ciò
non preclude la possibilità di affrontarla attivamente. .
RITRATTI di tullio pericoli e graziano origa
L'amavo insomma Ed ero infelice perché hanno avuto un dolore una sfortuna ma ci sono anche quelli che lo fanno perché hanno avuto più fortuna
di quella che si sentivano di reggere
*
È il 7 agosto 1957. Italo Calvino si dimette dal Pci.
Cari compagni devo comunicarvi la
mia decisione ponderata e dolorosa di dimettermi dal partito
*
il barone rampante compie 60 anni
1957 - 2017
Qui giace il Barone Cosimo Piovasco di Rondò
Visse sugli
alberi - Amò sempre la terra - Salì in cielo
...
LA MIA CASA E' DAPPERTUTTO, DOVE POSSO
SALIRE ANDANDO INSU'
IL BARONE RAMPANTE
1957 -
diventa fumetto ad opera di claire
martin - le baron perche - 2021 https://youtu.be/NfbnHqxWKo0 - un libro in 5 minuti - proposta di direzione itaca - 2020 studenti.it/il-barone-rampante-riassunto - RIASSUNTO www.lacittadiisaura.it/lo-scrittore-sugli-alberi-un-film-rai - FILM RAI - LO SCRITTORE SUGLI ALBERI - 2023 .
incipit .
Cosa sai di come sono io, eh, cosa sai ?
Si conobbero
Lui conobbe lei e se stesso perché in verità non s’era mai
saputo.
E lei conobbe lui e
se stessa perché pur essendosi saputa sempre mai s’era potuta riconoscere così
... cap XXI pag 713 Cosimo tutti i giorni era sul frassino a guardare il prato come se in esso potesse leggere qualcosa che da tempo lo struggeva dentro: l’idea stessa della lontananza, dell’incolmabilità, dell’attesa che può prolungarsi oltre la vita. Un giorno Cosimo guardava dal frassino. Brillò il sole, un raggio corse sul prato che da verde pisello diventò verde smeraldo. Laggiù nel nero del bosco di querce qualche fronda si mosse e ne balzò un cavallo. Il cavallo aveva in sella un cavaliere, nerovestito, con un mantello, no: una gonna; non era un cavaliere, era un’amazzone, correva a briglia sciolta ed era bionda. A Cosimo cominciò a battere il cuore e lo prese la speranza che quell’amazzone si sarebbe avvicinata fino a poterla veder bene in viso, e che quel viso si sarebbe rivelato bellissimo. Ma oltre a quest’attesa del suo avvicinarsi e della sua bellezza c’era una terza attesa, un terzo ramo di speranza che s’intrecciava agli altri due ed era il desiderio che questa sempre più luminosa bellezza rispondesse a un bisogno di riconoscere un’impressione nota e quasi dimenticata, un ricordo di cui è rimasta solo una linea, un colore e si vorrebbe far riemergere tutto il resto o meglio ritrovarlo in qualcosa di presente. E con quest’animo non vedeva l’ora che ella s’avvicinasse al margine del prato vicino a lui, dove torreggiavano i due pilastri dei leoni; ma quest’attesa cominciò a diventare dolorosa, perché s’era accorto che l’amazzone non tagliava il prato in linea retta verso i leoni, ma diagonalmente, cosicché sarebbe presto scomparsa di nuovo nel bosco. Già stava per perderla di vista, quand’ella voltò bruscamente il cavallo e adesso tagliava il prato in un’altra diagonale, che gliel’avrebbe portata certo un po’ più vicina, ma l’avrebbe ugualmente fatta scomparire dalla parte opposta del prato. In quel mentre Cosimo s’avvide con fastidio che dal bosco erano sbucati sul prato due cavalli marrone, montati da cavalieri, ma cercò di eliminare subito questo pensiero, decise che quei cavalieri non contavano nulla, bastava vedere come sbatacchiavano qua e là dietro di lei, certo non erano da tenere in nessuna considerazione, eppure, doveva ammettere, gli davano fastidio . sintesi Gli olivi, per il loro andar torcendosi, sono a Cosimo vie comode e piane, piante pazienti e amiche, nella ruvida scorza, per passarci e per fermarcisi, sebbene i rami grossi siano pochi e non ci sia gran varietà di movimenti. Su un fico, invece, stando attento che regga il peso, non s’è mai finito di girare; Cosimo sta sotto il padiglione delle foglie, vede in mezzo alle nervature trasparire il sole, i frutti verdi gonfiare poco a poco, odora il lattice che geme nel collo dei peduncoli . Il fico ti fa suo, t’impregna del suo umore gommoso, dei ronzii dei calabroni; dopo poco a Cosimo pareva di stare diventando un fico lui stesso e, messo a disagio, se ne andava. Sul duro sorbo o sul gelso da more, si sta bene; peccato siano rari . Così i noci, che anche a me che è tutto dire, alle volte vedendo mio fratello perdersi in un vecchio noce sterminato, come in un palazzo di molti piani e innumerevoli stanze, veniva voglia d’imitarlo, d’andare a star lassù; tant’è la forza e la certezza che quell’albero mette a essere albero, l’ostinazione a esser pesante e duro, che gli s’esprime persino nelle foglie . incipit cap X - 1957
. raistoria.rai.it/calvino-lo-scrittore-rampante - studenti.it/il-barone-rampante .
vivi sugli alberi
e hai la mentalità d'un notaio con la gotta. ... Ecco perché aveva scelto gli alberi . Gli dava piacere vedere il mondo da lassù e sentirsi libero di scendere quando voleva .
...
Cosimo aveva preso una smisurata passione per
la lettura e per lo studio, che gli restò poi per la vita .
L’atteggiamento abituale in cui lo s’incontrava adesso, era con un
libro aperto in mano, seduto a cavalcioni d’un ramo comodo, oppure
appoggiato a una forcella come a un banco da scuola, un foglio
posato su una tavoletta, il calamaio in un buco dell’albero,
scrivendo con una lunga penna d’oca .
...
l'abate, si sa, aveva quella disposizione
remissiva e accomodante che gli veniva da una superiore coscienza
della vanità del tutto; e cosimo se ne approfittava.
...
S’accorgeva
che tante cose non gli importavano più, che senza Viola la vita non gli
prendeva più sapore, che il suo pensiero
correva sempre a lei. Più cercava, fuori dal turbine della presenza di Viola, di
ripadroneggiare le passioni e i piaceri in una saggia economia dell’animo, più
sentiva il vuoto da lei lasciato o la febbre d’attenderla.
...
Quando lui restava solo un velo di
malinconia passava sul suo viso, come le nuvole passano sul sole
.
...
...
MA IN TUTTA QUELLA SMANIA C’ERA UN’INSODDISFAZIONE PIÙ
PROFONDA, UNA MANCANZA, IN QUEL CERCARE GENTE CHE L’ASCOLTASSE C’ERA UNA RICERCA
DIVERSA. COSIMO NON CONOSCEVA ANCORA L’AMORE, E OGNI ESPERIENZA, SENZA QUELLA,
CHE È? CHE VALE AVER RISCHIATO LA VITA, QUANDO ANCORA DELLA VITA NON CONOSCI IL
SAPORE?
...
Un gentiluomo, signor padre, è tale stando in
terra come stando in cima agli alberi, – rispose Cosimo, e subito aggiunse: –
se si comporta rettamente.
...
insomma c'erano anche da
noi tutte le cause della rivoluzione francese. solo che non eravamo in francia e
la rivoluzione non ci fu. viviamo in un paese dove si verificano sempre le cause
e non gli effetti.
...
E lei : Tu credi che l'amore sia
dedizione assoluta, rinuncia di sé
e sarebbe stata di nuovo felicità per lui, la felicità insieme senza
ombre . Invece disse : Non ci può essere
amore se non si è sé stessi con tutte le proprie forze .
...
Anche per chi ha passato tutta la vita in mare c'è un'età in cui si
sbarca .
.
L'avvertì il padre e si fece più stringente: —
La
ribellione non si misura a metri, — disse. — Anche quando pare di poche spanne,
un viaggio può restare senza ritorno.
...
Ecco, in men che Cosimo s'aspettasse,
la donna a cavallo era giunta al margine del prato vicino a lui, ora
passava tra i due pilastri sormontati dai leoni quasi fossero stati
messi per farle onore, e si voltava verso il prato e tutto quello
che v'era al di là del prato con un largo gesto come d'addio, e
galoppava avanti, passava sotto il frassino, e Cosimo ora l'aveva
vista bene in viso e nella persona, eretta in sella, il viso di
donna altera e insieme di fanciulla, la fronte felice di stare su
quegli occhi, gli occhi felici di stare su quel viso, il naso la
bocca il mento il collo ogni cosa di lei felice d'ogni altra cosa di
lei, e tutto tutto tutto ricordava la ragazzina vista a dodici anni
sull'altalena il primo giorno che passò sull'albero: Sofonisba Viola
Violante di Ondariva.
cap 21
...
A Cosimo, comprendere il carattere di
Enea Silvio Carrega giovò in questo: che capì molte cose sullo star
soli che poi nella vita gli servirono. Direi che si portò sempre
dietro l’immagine stranita del Cavalier Avvocato, ad avvertimento di
un modo come può diventare l’uomo che separa la sua sorte da quella
degli altri, e riuscì a non somigliargli mai, riuscì, pur stando
solo, a sentirsi sempre dalla parte del prossimo.
...
Cosimo salì fino alla
forcella d’un grosso ramo dove poteva stare comodo, e si sedette lì, a gambe
penzoloni, a braccia incrociate con le mani sotto le ascelle, la testa insaccata
nelle spalle, il tricorno calcato sulla fronte.
...
– Tu ragioni troppo. Perché mai l'amore va
ragionato ?
. pag 192
...
Chi vuole
guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria
cap 20
...
- PERCHE MI FAI SOFFRIRE ?
...
Pareva la sola che riuscisse ad accettarlo
com'era, forse perché non tentava di darsene una spiegazione.
...
E mi amerai sempre - assolutamente - sopra ogni cosa ?
e sapresti fare qualsiasi cosa per me ?
.
La disobbedienza acquista un senso solo
quando diventa una disciplina morale più rigorosa e ardua di quella
a cui si ribella.
.
Si guardarono con cortesia
come due persone
di riguardo che s'incontrano per caso e sono contente di non essere sconosciute
l'una all'altra.
...
Di rado tanta bellezza s’è accompagnata a tanta
irrequietudine, - disse il mio amico. – I pettegoli vogliono che a Parigi ella
passi da un amante all’altro, in una giostra così continua da non permettere a
nessuno di dirla sua e dirsi privilegiato. Ma ogni tanto sparisce per mesi e
mesi e dicono si ritiri in un convento, a macerarsi nelle penitenze.
...
Era il tempo
in cui andavano scoprendosi, raccontandosi le loro vite,
interrogandosi .
.
Dovendo passare la vita sugli alberi
Cosimo decide di esplorare il territorio al di
fuori della sua città e si inoltra nella foresta
.
Se alzi un
muro pensa a ciò che resta fuori.
...
L’amore riprendeva con una furia pari a quella del litigio .
Era difatti la stessa
cosa, ma Cosimo non ne capiva niente .
...
Ai lutti succedono presto o tardi eventi lieti, è legge della vita.
...
Perché la
pazzia è una forza della natura, nel male o nel
bene, mentre la minchioneria è una debolezza della natura, senza contropartita.
Stavano venendo dei tempi magari più tolleranti
ma più ipocriti
... La mia casa è dappertutto dove posso salire andando in su .
COSIMO
- in immagini una sola riga di testo ... :
Dedicato a Italo Calvino e a tutti coloro che sono fedeli a sé stessi . .
Casa Italiana Zerilli-Marimò NYU -
trilogia i nostri antenati - legge richard gere - presente giovanna
figlia di italo calvino
.
*
Il Castello dei Destini Incrociati Quando le carte affiancate a caso mi davano una storia in cui riconoscevo un senso, mi mettevo a scriverla; accumulai così parecchio materiale; posso dire che gran parte della Taverna dei destini incrociati è stata scritta in questa fase; ma non riuscivo a disporre le carte in un ordine che contenesse e comandasse la pluralità dei racconti; cambiavo continuamente le regole del gioco, la struttura generale, le soluzioni narrative. Stavo per arrendermi, quando l'editore Franco Maria Ricci m'invitò a scrivere un testo per il volume sui tarocchi viscontei. Dapprincipio pensavo d'utilizzare le pagine che avevo già scritto, ma mi resi conto subito che il mondo delle miniature quattrocentesche era completamente diverso da quello delle stampe popolari marsigliesi ... Provai subito a comporre con i tarocchi viscontei sequenze ispirate all' Orlando Furioso; mi fu facile così costruire l'incrocio centrale dei racconti del mio "quadrato magico". Intorno, bastava lasciare che prendessero forma altre storie che s'incrociavano tra loro, e ottenni così una specie di cruciverba fatto di figure anziché di lettere, in cui per di più ogni sequenza si può leggere nei due sensi . . È in cielo che tu devi salire, Astolfo, su nei campi pallidi della luna, dove uno sterminato deposito conserva dentro ampolle messe in fila, le storie che gli uomini non vivono, i pensieri che bussano una volta alla soglia della coscienza e svaniscono per sempre, le particelle del possibile scartate nel gioco delle combinazioni, le soluzioni a cui si potrebbe arrivare e non si arriva. . ogni scelta ha un rovescio cioè una rinuncia e così non c’è differenza tra l’atto di scegliere e l’atto di rinunciare . . Così ho messo tutto a posto. Sulla pagina, almeno. Dentro di me tutto resta come prima. . Stiamo tutti col fiato sospeso, sul punto di comprendere che il drago non è solo il nemico, il diverso, l’altro, ma siamo noi, è una parte di noi stessi che dobbiamo giudicare. . C’è un modo colpevole di abitare la città accettare le condizioni della bestia feroce dandogli in pasto i nostri figli. C’è un modo colpevole di abitare la solitudine: credersi tranquillo perché la bestia feroce è resa inoffensiva da una spina nella zampa. L’eroe della storia è colui che nella città punta la lancia nella gola del drago, e nella solitudine tiene con sé il leone nel pieno delle sue forze, accettandolo come custode e genio domestico, ma senza nascondersi la sua natura di belva.
1973
.
Dovevo cercare un terzo mazzo di tarocchi
abbastanza diverso dagli altri due? A un certo momento sopravvenne
in me un senso di fastidio per la prolungata frequentazione di
questo repertorio iconografico medieval - rinascimentale che
obbligava il mio discorso a svolgersi entro certi binari. Sentii il
bisogno di creare un brusco contrasto ripetendo un’operazione
analoga con materiale visuale moderno. Ma qual è l’equivalente
contemporaneo dei tarocchi come rappresentazione dell’inconscio
collettivo? Pensai ai fumetti: non a quelli comici ma a quelli
drammatici, avventurosi, paurosi : gangsters, donne
terrorizzate, astronavi, vamps, guerra aerea, scienziati pazzi.
Pensai di affiancare alla Taverna e al Castello, entro una cornice
analoga, il Motel dei destini incrociati. Alcune persone scampate ad
una catastrofe misteriosa trovano rifugio in un motel semidistrutto,
dove è rimasto solo un foglio di giornale bruciato: la pagina dei
fumetti. I sopravvissuti, che hanno perso la parola per lo
spavento, raccontano le loro storie indicando le vignette, ma non
seguendo l’ordine di ogni strip: passando da una strip all’altra in
colonne verticali o in diagonale. Non sono andato più in là della
formulazione dell’idea così come l’ho esposta ora. Il mio interesse
teorico ed espressivo per questo tipo d’esperimenti si è esaurito. È
tempo (da ogni punto di vista) di passare ad altro. Lasciatemi così Ho fatto tutto il giro e ho capito Il mondo si legge all’incontrario
Tutto è chiaro E finalmente ecco il suo viso diventato sereno e luminoso, l’occhio limpido
come neppure
nell’esercizio delle sue ragioni passate. Il mondo si legge all’incontrario . Tutto e chiaro . il castello dei destini incrociati - 1973
e' con questo zig zag tracciato dai cavalli al galoppo e
dalle intermittenze del cuore umano che veniamo introdotti nello spirito del
poema; il piacere della rapidità dell'azione si mescola subito a un senso di
larghezza nella disponibilità dello spazio e del tempo. studenti.it/orlando-furioso-raccontato-italo-calvino
*
LA PECORA NERA - da
prima che tu dica pronto
ilpotereelagloria.com www.newyorker.com/contributors/italo-calvino - testi in inglese
ITALO CALVINO FU IL PRIMO GRANDE TRADUTTORE DI RAYMOND QUENEAU - I FIORI BLU
*
L’arte di scriver storie . Per questo la mia penna
a un certo punto s'è messa a correre. Incontro a
lui, correva; sapeva che non avrebbe tardato ad arrivare.
La pagina ha
il suo bene solo quando la volti e c'è
la vita dietro che spinge e scompiglia tutti i fogli del libro. La
penna corre spinta dallo stesso piacere che ti fa correre le strade.
. Così sempre corre il giovane verso la donna ma è davvero amore per lei a spingerlo ? O non è amore soprattutto di sé, ricerca d’una certezza d’esserci che solo la donna gli può dare ? . FERMAVA IL CAVALLO
A OGNI UFFICIALE E SI VOLTAVA A GUARDARLO DAL SU INGIÚ . - E
CHI SIETE VOI, PALADINO DI FRANCIA ? . Cos’è questa furia che mi spinge questa smania di battaglia e d’amori, vista dal punto donde guardano i tuoi occhi sbarrati, la tua testa riversa che sbatacchia sulle pietre ? Ci penso, o morto, mi ci fai pensare; ma cosa cambia? Nulla . Non ci sono altri giorni che quei nostri giorni prima della tomba, per noi vivi e anche per voi morti . Che mi sia dato di non sprecarli, di no sprecare nulla di ciò che sono e di ciò che potrei essere. Di compiere azioni egregie per l’esercito franco .
. Forse non è stata scelta male questa mia penitenza, dalla madre badessa: ogni tanto mi accorgo che la penna ha preso a correre sul foglio come da sola, e io a correrle dietro. È verso la verità che corriamo, la penna e io, la verità che aspetto sempre che mi venga incontro, dal fondo d'una pagina bianca, e che potrò raggiungere soltanto quando a colpi di penna sarò riuscita a seppellire tutte le accidie, le insoddisfazioni, l'astio che sono qui chiusa a scontare. . Questa storia che ho intrapreso a scrivere
è ancora più difficile di quanto io non pensassi. Ecco che mi tocca
rappresentare la più gran follia dei mortali, la passione amorosa,
dalla quale il voto, il chiostro e il naturale pudore m’hanno fin
qui scampata …
Dunque anche dell’amore come della guerra dirò alla buona quel che
riesco a immaginarn e :
l’arte di scriver storie sta nel saper tirar
fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma
finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si
sapeva è proprio un nulla .
ma è davvero amore per lei a spingerlo? o non è amore soprattutto di
sé, ricerca d'una certezza d'esserci che solo la donna gli può dare?
Corre e s'innamora il giovane, insicuro di sé, felice e disperato, e
per lui la donna è quella che certamente c'è, e lei sola può dargli
quella prova. Ma la donna anche lei c'è e non c'è: eccola di fronte
a lui, trepidante anch'essa, insicura, come fa il giovane a non
capirlo? Cosa importa chi trai due è il forte e chi il debole? Sono
pari. Ma il giovane non lo sa perché non vuole saperlo: quella di
cui ha fame è la donna che c'è, la donna certa. Lei invece sa più
cose; o meno; comunque sa cose diverse; ora è un diverso modo
d'essere che cerca.E così imperversa e non si dà ragione e a un
certo punto l'innamoramento di lei è pure innamoramento di sé, di sé
innamorato di lei, è innamoramento di quel che potrebbero essere
loro due insieme, e non sono. Anche ad essere si impara ... E così imperversa e non si dà ragione e a un certo punto l’innamoramento di lei è pure innamoramento di sé, di sé innamorato di lei, è innamoramento di quel che potrebbero essere loro due insieme, e non sono. E in questa furia Rambaldo correva alla sua tenda, preparava cavallo armi bisacce, partiva anch’egli, perché la guerra la combatti bene solo se tra le punte delle lance intravedi una bocca di donna, e tutto, le ferite il polverone l’odore dei cavalli, non ha sapore che di quel sorriso. cap VII
. prese a battere il bosco sentiero per sentiero, e fuor dei sentieri per dirupi e torrenti, chiamando, tendendo l'orecchio, cercando un segno, una traccia . Ecco un’impronta di ferri di cavallo . In un punto appaiono marcate più fonde come se l’animale vi si fosse fermato . . Dovrò considerare pari a me
questo scudiero, Gurdulù, che non sa nemmeno se c’è o non c’è? . Non ti accorgi
che anch’io sono uno che si muove
maldestro, che ogni mio gesto tradisce il desiderio, l’insoddisfazione,
l’inquietudine ?
* In un’epoca e in un paese in cui tutti si fanno in quattro per proclamare opinioni o giudizi, il signor Palomar ha preso l'abitudine di mordersi la lingua tre volte prima di fare qualsiasi affermazione.
Se al terzo morso di lingua è ancora convinto della cosa che stava
per dire, la dice; se no sta zitto. Di fatto, passa settimane e mesi
interi in silenzio. . Il signor Palomar è in piedi sulla riva e guarda un’onda . Non che egli sia assorto nella contemplazione delle onde. Non è assorto, perché sa bene quello che fa: vuole guardare un’onda e la guarda. Non sta contemplando, perché per la contemplazione ci vuole un temperamento adatto, uno stato d’animo adatto e un concorso di circostanze esterne adatto: e per quanto il signor Palomar non abbia nulla contro la contemplazione in linea di principio, tuttavia nessuna di quelle tre condizioni si verifica per lui. Infine non sono “le onde” che lui intende guardare, ma un’onda singola e basta : volendo evitare le sensazioni vaghe, egli si prefigge per ogni suo atto un oggetto limitato e preciso . . Non possiamo conoscere nulla di esterno a noi scavalcando noi stessi, – egli pensa ora, – l’universo è lo specchio in cui possiamo contemplare solo ciò che abbiamo imparato a conoscere in noi . . la vita di una persona consiste in un insieme di avvenimenti di cui l'ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l'insieme, non perché conti di più dei precedenti ma perché inclusi in una vita gli avvenimenti si dispongono in un ordine che non è cronologico, ma risponde a un'architettura interna. .
Se proprio vuoi sapere
chi ti ama davvero, ma davvero, guardati
intorno e cerca uno che spegne la luce del suo giardino, perché tu
possa veder le stelle più lontane che puoi, nel cielo
. . Neanche il signor Palomar sa staccarsi di lì. Resta a fissarlo. Non c’è tregua su cui si possa contare. Anche a riaccendere la televisione, non si fa che estendere la contemplazione dei massacri. La farfalla, fragile Euridice, sprofonda lentamente nel suo Ade. Ecco vola un moscerino, sta per posarsi sul vetro. E la lingua del geco si scaglia. da la pancia del geco
. È così fragile e pallida e sottile; solo da una parte comincia ad acquistare un contorno netto come un arco di falce, e il resto è ancora tutto imbevuto di celeste ... Non c'è dubbio che quella che ora comincia è una splendida notte di plenilunio d'inverno. A questo punto, assicuratosi che la luna non ha più bisogno di lui, il signor Palomar torna a casa. da la luna di pomeriggio . La conoscenza del prossimo ha questo di speciale . passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stesso . . Un silenzio in apparenza uguale a un altro silenzio, potrebbe esprimere cento intenzioni diverse; anche un fischio, d'altronde; parlarsi tacendo, o fischiando, è sempre possibile; il problema è capirsi. Oppure nessuno può capire nessuno: ogni merlo crede d'aver messo nel fischio un significato fondamentale per lui, ma che solo lui intende; l'altro gli ribatte qualcosa che non ha nessuna relazione con quello che lui ha detto; è un dialogo fra sordi, una conversazione senza capo né coda. Ma i dialoghi umani sono forse qualcosa di diverso? . Non interpretare è impossibile, come è impossibile trattenersi dal pensare . . Infatti anche il silenzio può essere considerato un discorso, in quanto rifiuto dell'uso che altri fanno della parola; ma il senso di questo silenzio-discorso sta nelle sue interruzioni, cioè in ciò che di tanto in tanto si dice e che dà un senso a ciò che si tace. . Quando c’è una bella notte stellata il signor Palomar dice : - Devo andare a guardare le stelle -. Dice proprio : - Devo - perchè odia gli sprechi e pensa che non sia giusto sprecare tutta quella quantità di stelle che gli viene messa a disposizione. Dice 'Devo' anche perchè non ha molta pratica di come si guardano le stelle e questo semplice atto gli costa sempre un certo sforzo . da la contemplazione delle stelle
. ...
Il signor Palomar
decide che d’ora in poi farà
come se fosse morto per vedere come va il mondo senza di lui. Da un
po’ di tempo s’è accorto che tra lui e il mondo le cose non vanno
più come prima; se prima gli pareva che s’aspettassero qualcosa
l’uno dall’altro, lui e il mondo, adesso non ricorda più cosa ci
fosse da aspettarsi, in male o in bene, né perché questa attesa lo
tenesse in una perpetua agitazione ansiosa. Dunque ora il signor
Palomar dovrebbe provare una sensazione di sollievo, non avendo più
da chiedersi cosa il mondo gli prepara, e dovrebbe anche avvertire
il sollievo del mondo, che non ha più da preoccuparsi di lui. Ma
proprio l’attesa di assaporare questa calma basta a rendere ansioso
il signor Palomar. Se il tempo deve finire lo si può descrivere, istante per istante – pensa Palomar – e ogni istante, a descriverlo, si dilata tanto che non se ne vede più la fine. Decide che si metterà a descrivere ogni istante della sua vita, e finché non li avrà descritti tutti non penserà più di essere morto. In quel momento muore. i silenzi - le meditazioni di palomar - come imparare ad essere morto . Palomar, non amandosi ha sempre fatto in modo di non incontrarsi con se stesso faccia a faccia; è per questo che ha preferito rifugiarsi tra le galassie. . solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose - conclude - ci si può spingere a cercare quel che c’è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile .
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da seno nudo *
Italo Giovanni Calvino Mameli - Santiago de Las Vegas PRESSO L'AVANA 15 ottobre 1923 – Siena 19 settembre 1985 è stato uno scrittore italiano. Intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, è stato forse il narratore italiano più importante del secondo novecento. Ne ha frequentato tutte le principali tendenze letterarie, dal Neorealismo al Postmoderno ma restando sempre ad una certa distanza da esse e svolgendo un proprio coerente percorso di ricerca. Di qui l'impressione contraddittoria che offrono la sua opera e la sua personalità: da un lato una grande varietà di atteggiamenti che riflette il vario succedersi delle poetiche e degli indirizzi culturali nel quarantennio fra il 1945 e il 1985; dall'altro, invece, una sostanziale unità determinata da un atteggiamento ispirato a un razionalismo più metodologico che ideologico, dal gusto dell'ironia, dall'interesse per le scienze e per i tentativi di spiegazione del mondo, nonché, sul piano stilistico da una scrittura sempre cristallina e a volte, si direbbe, classica . I numerosi campi d'interesse toccati dal suo percorso letterario, sono meditati e raccontati attraverso capolavori quali la trilogia de I nostri antenati, il Marcovaldo, Le cosmicomiche, Se una notte d'inverno un viaggiatore, uniti dal filo conduttore della riflessione sulla storia e la società contemporanea ... DURANTE L'INFANZIA VISSE dentro un grande bungalow del colorato giardino botanico tropicale diretto dai genitori. Il padre Giacomo Calvino, detto Mario, fu un agronomo italiano originario di Sanremo (in provincia di Imperia), mentre la madre, Eva Mameli, originaria di Sassari, laureata sia in matematica che in scienze naturali, lavorò come assistente di botanica all'Università di Pavia prima e come docente di botanica all'Università di Cagliari poi. Dopo che un uragano nel 1925 distrugge quasi la loro casa-bungalow, i coniugi Calvino (dopo una sosta di lavoro a Santiago de Cuba) decisero nel 1926 di ritornare in Italia.
Calvino mori' a 61 anni per un ictus/emorragia
cerebrale il 19 settembre 1985
mentre era ricoverato all'ospedale senese Santa Maria della Scala.
Eva Mameli - Sassari 1886 - sanremo
1978 - madre dello scrittore Italo Calvino è stata una studiosa di botanica.
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Un mondo che pretenda di sviluppare unicamente una letteratura fantastica finisce per produrre una letteratura senza scintilla di fantasia, basata sulla ripetizione di formule, perché senza l’alimento della realtà la fantasia non vive. E d’altra parte, un mondo che pretenda di avere soltanto una letteratura realista finisce per perdere il senso della realtà e la sua letteratura sembrerà realista e sarà astratta; perché senza il fermento dell’immaginazione non si arrivano a vedere le cose come sono. -ic IC a ' casa de las américas ' - siemprerevolucion.over-blog.it
Io cammino
per un bosco di larici * Il massimo del tempo della mia vita l'ho dedicato ai libri degli altri, non ai miei. Ne sono contento, perché l’editoria è una cosa importante nell’Italia in cui viviamo e l’aver lavorato in un ambiente editoriale che è stato di modello per il resto dell’editoria italiana, non è cosa da poco. -ic
Le cose che la letteratura
può ricercare e insegnare sono poche ma insostituibili : il modo di guardare il
prossimo e se stessi, di porre in relazione fatti personali e fatti generali, di
attribuire valore a piccole cose o a grandi, di considerare i propri limiti e
vizi e gli altrui, di trovare le proporzioni della vita, e il posto dell’amore
in essa, e la sua forza e il suo ritmo, e il posto della morte, il modo di
pensarci o non pensarci; la letteratura può insegnare la durezza, la pietà, la
tristezza, l’ironia, l’umorismo, e tante altre di queste cose necessarie e
difficili . Il resto lo si vada a imparare altrove, dalla scienza, dalla storia,
dalla vita, come tutti noi dobbiamo continuamente andare
ad impararlo .
quello cui io tendo , l'unica cosa che vorrei insegnare è un modo di guardare, cioè di essere in mezzo al mondo. In fondo la letteratura non può insegnare altro.-IC - lettera a François Wahl - 1960
* links http://it.wikipedia.org/wiki/Le_cosmicomiche www.fantasticfiction.co.uk/c/italo-calvino http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=307&biografia=Italo+Calvino http://en.wikipedia.org/wiki/Italo_Calvino unilibro.it
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FIABA DEI GATTI___CONTADINO ASTROLOGO
SE UNA NOTTE D'INVERNO UN VIAGGIATORE
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