josé de sousa saramago
chiamato ' zezito '
DA BAMBINO
De Sousa was his family name, but when he presented
his birth certificate on his first day of school, it was discovered that the
clerk in his home village had registered him as José Saramago. The word means
“wild radish”, something that country people fell back on to eat in hard times
and the nickname by which the novelist’s father was known.
azinhaga - GOLEGÃ SANTARÉM -
ribatejo - lisbona 16 novembre 1922 - LANZAROTE
CANARIE 18 GIUGNO 2010
welcome saramago
100 > 1922 - 2022
centenario
:
www.pnl2027.gov.pt/centenario
-
www.timeout.pt/um-ano-para-celebrar-o-centenario
https://youtu.be/GKnKVImp6yo - rai intervista pilar del rio -
2022
https://youtu.be/KkFt3zI3ghs
-
www.facebook.com/watch
: fb/rai - vivere e abitare di js
:
omaggio centenario
>>>
Olga Tokarczuk
presente alla celebrazione
- fb/fjs 4.10.2022
>>>
'mulheres saramaguianas' - inaugurazione mostra serigrafie
incisioni e testi inediti di artisti portoghesi - BILBAO 2022
>>> inaugurata una piazza in suo onore a citta
del messico - 2022
>>> Os outros (d)e José Saramago -
roma 2022 incontro
dell'universita roma tre per un dialogo costante e profondo con
scrittori e artisti non solo contemporanei e non soltanto portoghesi |
Palavras de
Pilar del Río
sobre as comemorações do Centenário de Saramago100 :
' ... a
sociedade é generosa quando se trata de agradecer a um homem que
compartilhou o que tinha, as suas reflexões, a
sua capacidade de efabular, o seu olhar e até a sua casa
... '
fb/fund.js - 2022 |
In occasione del
centenario della nascita di José
Samarago, arriva in Italia l’inedita traduzione de
La Vedova, il primo
romanzo
dell'autore, pubblicato in Portogallo nel
1947. Tra follia,
peccato e ossessione, un libro da leggere e rileggere .
fb/feltrinelli - 2022
LA VEDOVA
In seguito alla morte del marito,
Maria Leonor, madre di due figli, è sopraffatta dalla difficile gestione
della fattoria di famiglia in Alentejo e dallo stretto controllo del suo
ambiente. Dopo mesi di profonda depressione decide di
affrontare i suoi doveri di proprietaria terriera, ma il suo cuore
continua a essere tormentato da un desiderio inestinguibile.
Tra riflessioni sull'essenza dell'amore, sullo scorrere del tempo e
sulle stupefacenti mutazioni della natura, la giovane vedova trascorre
le notti insonne, spiando gli amori delle cameriere e soffrendo di
solitudine fino a quando due uomini molto diversi irrompono nella sua
vita e il suo destino inaspettatamente sembra prendere una nuova piega.
Uscito nel 1947, La vedova è il primo
romanzo di Saramago, pubblicato in
Portogallo con il titolo Terra del
peccato. Oggi,
in occasione del centenario della sua nascita, quest'opera, scritta ad
appena ventiquattro anni, viene pubblicata per la prima volta in
italiano con il titolo originale. Ne
La vedova ritroviamo il suo peculiare
modo di guardare il mondo, la sua straordinaria forza narrativa e un
personaggio femminile indimenticabile: c'è già tutto il grande scrittore
che conosciamo. La
follia, il peccato e l'ossessione
della giovane vedova Maria Leonor, dilaniata tra passioni indomabili e
obblighi sociali.
feltrinelli - 2022 |
SARAMAGO - I suoi NOMI - OS SEUS NOMES
Nell'anno che celebra il centenario
della nascita dell'autore, Porto Editora e la Fondazione José Saramago
presentano Saramago, i loro nomi,
un album biografico che rivisita i luoghi, le persone e gli eventi più
importanti della vita dell'unico premio Nobel per la letteratura di
lingua portoghese .
josesaramago.org - 2022 |
INEDITO
Nel giugno 1989, José Saramago scrisse per il quotidiano spagnolo El
País una cronaca che racconta di un viaggio che aveva fatto ad Amburgo,
in Germania, e delle riflessioni che quel paesaggio gli aveva provocato.
Il testo, inedito in portoghese, è ora recuperato in questo numero di
Blimunda.
https://blimunda.josesaramago.org/os-insectos-felizes-de-hamburgo
- 2022 |
www.josesaramago.org
-
il quaderno di JS
- fundação
josé saramago
BLIMUNDA
nome della nuova rivista letteraria digitale della fondazione jose saramago
LA CASA DOS BICOS OGGETTO DI VANDALISMO
IN APRILE 2013
.
ulivo che accoglie le ceneri
di JS -
https://amensagem.pt/jardineiro-oliveira
.
The head office of the José Saramago Foundation was
recently inaugurated at
Casa dos Bicos that now hosts the Portuguese Literature
Nobel collection. In this new cultural venue of the Portuguese capital you can
view a permanent exhibition dedicated to the writer, entitled "Jose Saramago.
The seed and the fruits."
The Foundation will be financed by the copyright of the author's work and the
work that is being developed at this institution which is governed by the
Universal Declaration of Human Rights, and whose mission is to give special
attention to issues such as the environment and global warming.
lisboainside.net/en/noticias/149-fundacao-jose-saramago
www.facebook.com/#!/fjsaramago
|
dentro di noi c'è una cosa che non ha nome
quella cosa è cio' che siamo
cecita' 1995 - pag 262 - i gradini della casa dos bicos parlano
con noi - fundação josé saramago - 2013
|
16 novembre ' giorno dell'inquietudine '
in suo omaggio
iniziativa della fondazione in occasione dei 90 anni dello
scrittore - 2012
l’inquietudine è un sentimento che Saramago ha espresso in
molti suoi testi
vivo desassosegado - Escrevo para desassossegar os meus leitores
revistas.usp.br
|
2,5 euro commemorativo - argento -
nichel rame - oro - da maggio 2013
|
Blimundas em cerâmica
disponíveis
na livraria/loja da Fundação
José Saramago na Casa dos Bicos
www.facebook.com/fjsaramago
da marzo 2015
|
alabardas
- rOMANZO INCOMPIUTO
PUBBLICATO nel 2014 - CARTACEO E DIGITALE
Romance inacabado de
José Saramago será publicado em outubro
Alabardas, alabardas, Espingardas, espingardas
o romance inacabado de José Saramago, será publicado em outubro.
A publicação do texto 'será
mais uma forma de repúdio à violência'
escreveu Pilar del Río, presidenta da Fundação . 'São
poucos capítulos, mas o tema fica claro, o texto tem unidade'
explica a tradutora espanhola.
Acompanham os primeiros
capítulos do romance as notas do autor, feitas quando começou a
escreve-lo. Neles, José Saramago antecipa o andamento e o desenlace da
história que pretendia contar.
Alabardas, alabardas,
Espingardas, espingardas título emprestado
de versos do poeta Gil Vicente, tem como protagonista o funcionário de
uma fábrica de armas que vive um conflito moral decorrente de seu
trabalho.
O último livro do Prémio Nobel de Literatura será publicado
simultaneamente em português, italiano,
espanhol e catalão, na Europa e na América.
fb/js - 2014
Vai a cagare!
Così, secondo José Saramago, doveva terminare
questo romanzo. La morte gli ha impedito di
scrivere la fine ma non ha portato via l’ultimo suo libro, un racconto
stupendo e necessario per non lasciarsi spezzare da questi tempi
disperati.
roberto saviano
Artur Paz Semedo, impiegato di una storica
fabbrica d’armi, le Produzioni Bellona S.A., e intenditore di film
bellici, viene profondamente colpito da alcune commoventi immagini de L’Espoir,
di André Malraux, cui assiste casualmente. La successiva lettura del
libro, che pare già provocare un’impercettibile incrinatura nelle sue
certezze di amante appassionato delle armi da fuoco, e, poco dopo, il
suggerimento della ex moglie Felícia, una pacifista convinta, di
investigare negli archivi dell’azienda per scoprire se le Produzioni
Bellona S.A. abbiano mai venduto armamenti ai fascisti lo avviano verso
un’avventura che purtroppo non sapremo, pur potendolo immaginare da
fedeli lettori di José Saramago, fin dove lo avrebbe condotto.
Alabarde alabarde prometteva di essere un romanzo
bellissimo e di grande attualità. Le armi, la guerra, l’economia,
l’individuo, la politica sono i temi che il Nobel portoghese aveva
urgenza di affrontare. Trama e personaggi erano strumenti che
padroneggiava con magistrale destrezza. Tutto è lì, in queste pagine che
ci ha lasciato c’è già tutto, tracciato con impeccabile perfezione, ma
incompiuto.
feltrinellieditore.it - 2014
prefazione
L'uomo si chiama artur paz semedo e lavora da quasi vent'anni nei
servizi di fatturazione di armamento leggero e munizioni di una storica
fabbrica d'armi conosciuta con la ragione sociale di produzioni bellona
s.a., nome che, conviene chiarirlo giacché sono ormai pochissime le
persone che s'interessano di queste inutili conoscenze, era quello della
dèa romana della guerra. Niente di più appropriato, bisogna
riconoscerlo.
hoepli.it - 2014
SEGUE
|
who with parables sustained by imagination
compassion and irony
continually enables us
once again to apprehend an elusory reality
commenti di Jose' Saramago al Nobel
le
parole sono l'unica cosa immortale
quando uno è morto ai posteri
rimangono solo loro
José Saramago fissa in una frase il perché del proprio scrivere.
Probabilmente ora il futuro ricordErA' di lui anche l'appartenenza alla lista
d'oro dell'Accademia di Svezia. Ma lui non vede il premio in chiave di fama universale:"Una grande responsabilità, ecco cos'è. Sono il primo
portoghese a vincerlo e ne sento l'importanza. Ora la mia lingua raggiungerà più
persone, più lettori. La letteratura del mio Paese, non solo per i miei libri,
potrà occupare uno spazio più considerevole nella cosciEnza culturale dei
popoli. Non smetterò mai di dire che una cultura della periferia non è cultura
perifericA".
Assediato da centinaia di giornalisti e di fotografi, nel recinto della Fiera
del Libro di Francoforte, ve da una dichiarazione all'altra senza dimenticare i
suoi punti fermi: il comunismo, il non europeismo, l'amore per la Lusitania di
mare e di viaggi che trova sintesi nella vecchia Lisbona, terra delle radici e,
insieme, luogo mitico, simbolo, riferimento costante.
"Io cosa sono se non uno scrittore Portoghese? Scrivo in portoghese,
penso in portoghese, sento in portoghese. Le traduzioni non mi hanno trasformato
in cosmopolita.". Ha quindi ringraziato "tutti i traduttori, validi
interpreti del mio pensiero" e così sintetizzato la sua poetica:
L'importante è non credere all'apparenza delle cose. Chi è da tutte le parti
non è da nessuna parte."
Poi, una coda semipolemica: a chi gli chiede come spenderà i denari del premio,
ha risposto: "Non giocando al Casino, né comprando macchine di lusso o
televisioni. Siamo così abituati al fatto che gli scrittori debbano essere
poveri che ogni volta che uno scrittore dispone di più soldi del normale gli
chiedono cosa intenda farne. Ma perché queste domande non le fate mai a
tennisti e calciatori?".
Torna poi a parlare del suo antieuropeismo. "L'unione Europea, ho detto
spesso, terrà in pochissimo conto i rapporti di potere fra i diversi Paesi che
la compongono. Ci saranno Paesi forti e Paesi deboli che dovranno obbedire. In
Europa si sta consolidando un potere che riduce i cittadini a consumatori. In
una cornice mondiale che, tra l'indifferenza generale, sta distruggendo
sistematicamente volontà, ideologie, coscienze".
Tutto ciò nel contesto della bandiera rossa che ha sempre avvolto la poetica
di José: "Resterò fino alla fine dei miei giorni un comunista, ma non mi
parlate di stalinismo: l'ho sempre condannato".
citinv.it
L'uomo più saggio che ho conosciuto in tutta la
mia vita non sapeva né leggere né scrivere .
o homem mais sábio que conheci em toda a minha vida
não sabia ler nem escreve
discorso js premio nobel - fb/fundjs
Sim, tenho o Prémio Nobel, e o quê ? Nada mudou
. -
Sì, ho il Premio
Nobel e cosa ? Nulla è cambiato .
fb/fundjs
Le parole
Le parole sono buone. Le parole sono cattive. Le
parole offendono. Le parole chiedono scusa. Le parole bruciano. Le parole
accarezzano. Le parole sono date, scambiate, offerte, vendute e inventate. Le
parole sono assenti. Alcune parole ci succhiano, non ci mollano; sono come
zecche: si annidano nei libri, nei giornali, nelle carte e nei cartelloni. Le
parole consigliano, suggeriscono, insinuano, ordinano, impongono, segregano,
eliminano. Sono melliflue o aspre. Il mondo gira sulle parole lubrificate con
l’olio della pazienza. I cervelli sono pieni di parole che vivono in santa pace
con le loro contrarie e nemiche. Per questo le persone fanno il contrario di
quel che pensano, credendo di pensare quel che fanno.
Ci sono molte parole.
E ci sono i discorsi, che sono parole accostate le
une alle altre, in equilibrio instabile grazie a una sintassi precaria, fino
alla conclusione del “Dissi” o “Ho detto”. Con i discorsi si commemora, si
inaugura, si aprono e chiudono riunioni, si lanciano cortine fumogene o si
dispongono tende di velluto. Sono brindisi, orazioni, conferenze, dissertazioni.
Attraverso i discorsi si trasmettono lodi, ringraziamenti, programmi e fantasie.
E poi le parole dei discorsi appaiono delineati su dei fogli, dipinte con
l’inchiostro tipografico-e per questa via entrano nell’immortalità del Verbo.
Accanto a Socrate, il presidente dell’assemblea affigge il discorso che ha
aperto il rubinetto della fontana. E le parole scorrono, fluide come il
“prezioso liquido”. Scorrono interminabili, allagano il pavimento, salgono le
ginocchia, arrivano alla vita, alle spalle , al collo. E’ il diluvio universale,
un coro stonato che sgorga a milioni di bocche. La terra prosegue il suo cammino
avvolta in un clamore di pazzi che gridano, che urlano, avvolta anche in un
mormorio docile, sereno e conciliatore. C’è di tutto nel coro:tenori e tenori
leggeri, bassi, soprani dal do di petto facile, baritoni trasbordanti,
mezzocontralti. Negli intervalli si ode il suggeritore. E tutto ciò stordisce le
stelle e perturba le comunicazioni, come le tempeste solari.
Perchè le parole hanno cessato di comunicare. Ogni parola è detta perchè non se
ne oda un altra. La parola non risponde nè domanda: accumula. La parola è l’erba
fresca e verde che copre la superficie dello stagno. La parola è polvere negli
occhi e occhi bucati. La parola non mostra. La parola dissimula.
Per questo urge mondare le parole perchè la semina si muti in raccolto. Perchè
le parole siano strumento di morte – o di salvezza. Perchè la parola valga solo
ciò che vale il silenzio dell’atto. C’ è anche il silenzio. Il silenzio per
definizione, è ciò che non si ode. Il silenzio ascolta, esamina, osserva, pesa e
analizza. Il silenzio è fecondo.
Il silenzio è terra nera e fertile,
l’humus
dell’essere, la tacita melodia sotto la luce solare . Cadono su di esso le
parole . Quelle buone e quelle cattive . Il grano e il loglio . Ma solo il grano dà
il pane ...
E’ questo il difetto delle parole.
Stabiliamo che non c’è altro mezzo d’intenderci e di spiegarci, e finiamo con lo
scoprire che restiamo a metà della spiegazione e così lontani dal comprenderci
che sarebbe stato molto meglio lasciare agli occhi e al gesto il loro peso di
silenzio. Forse anche il gesto è un di più. In fin dei conti, non è altro che il
disegno di una parola, il muoversi di una frase nello spazio. Ci restano gli
occhi e il loro accesso privilegiato alle apparizioni.
...
Non so che cosa unisca di più, se le
grandi catastrofi o le grandi gioie
.
Le catastrofi sono una buona marea
per far venire a galla l’istinto di conservazione, l’egoismo istintivo (
le gioie, a pensarci bene, hanno
anch’esse i loro peccati
). Ma almeno, dopo una catastrofe, quando
ci ritroviamo alla luce del giorno, ancora non del tutto ripresi dallo
spavento, forse vergognosi delle fughe dissennate, della ferocia del
'si
salvi chi può'
- ci
guardiamo l’un l’altro negli occhi e ci vediamo uguali, un po’ fratelli e
amici. Perciò parliamo tanto di quel che ci è accaduto, con queto, con
quello, con lo sconosciuto che ci è capitato davanti per caso
.
C’è un bisogno impellente di
abbandonarci, di comunicare. Come se tutti insieme acquistassimo forza per
far fronte a quel che ancora potrebbe succedere
.
...
Se fisso i miei ricordi
sulla carta è
soprattutto perché non si perdano - in me - minuti d’oro, ore che
risplendono come soli nel cielo tumultuoso e immenso che è la memoria. Cose che
sono anche, come il resto, la mia vita .
...
Non conviene guardare al passato.
Il passato è quell'armadio pieno di scheletri di cui parlano gli inglesi,
gente discreta, di poco sole e di ancor meno emozioni.
di questo mondo e degli altri
.
E’ dall'infanzia che i maestri ci parlano di
martiri, che diedero esempi di civiltà e di morale a loro spese, ma non ci
dicono quanto doloroso fu il martirio, la tortura .
Tutto rimane in astratto, filtrato come se guardassimo, a Roma, la scena
attraverso spesse pareti di vetro che ammortizzano i suoni, e le immagini
perdessero la violenza del gesto per opera, grazia e potere di rifrazione
. E allora possiamo dirci tranquillamente l’un l’altro
che Giordano Bruno fu bruciato. Se gridò, non lo sentiamo .
E se non lo sentiamo, dove sta il dolore ? Ma gridò,
amici miei. E continua a gridare . le grida di giordano
bruno_di questo mondo e degli altri
.
IL MESTIERE DI SCRIVERE
-
https://youtu.be/eFEls-wsIac -
intervista 2010
.
Scriviamo perché non vogliamo morire
questa la ragione profonda dell'atto di scrivere
.
.
l'uomo
duplicato - the double
Tutti i dizionari
insieme non contengono la metà
dei termini di cui avremmo bisogno per capirci gli uni con gli altri
.
Per esempio non so quale parola potrebbe esprimere la sovrapposizione e
confusione di sentimenti che sto notando dentro di me in questo istante.
Sentimenti rispetto a
che, Non a che, a chi, A me, Si, a te, Spero non sia niente di molto cattivo,
C’è di tutto, come in farmacia, ma stai tranquillo,
non riuscirei a spiegarlo per quanto provassi .
...
cosa si augura che rimanga al lettore, una
volta finito il romanzo?
PENSO A UN LETTORE INQUIETO, CHE ARRIVI A DUBITARE
DI SE STESSO, CHE ARRIVI A CAPIRE CHE QUESTA ESIGENZA, QUELLA DI CONOSCERE
IL NUCLEO DURO DI SE STESSO, NON HA SOLUZIONE .
SAPERE DOVE È L'IDENTITÀ È UNA DOMANDA
SENZA RISPOSTA .
MA DESIDERARE ANCHE CHE SI DIVERTA, CHE LO LEGGA COME UN BEL GIALLO .
bia sarasini – intervista - il secolo
XIX - 2003
...
Il miglior cammino per una decolpevolizzazione universale
è giungere alla conclusione che, siccome tutti hanno colpa, nessuno è colpevole
...
pag 36
...
Tale è il bisogno
di scaricare le colpe su qualcosa di distante quando la verità è
che ci è mancato il coraggio di affrontare quel che avevamo davanti
.
...
A volte ci domandiamo
perché la felicità abbia tardato tanto ad
arrivare, perché non sia venuta prima, ma se ci spunta davanti all’improvviso,
come in questo caso, quando ormai non l’aspettavamo, allora è molto probabile
che non sappiamo cosa farcene, e non è tanto questione di scelta fra il ridere e
il piangere,
è la segreta angoscia di pensare che forse non riusciamo a esserne all’altezza.
josé saramago - l uomo duplicato
.
PAROLE DI
LIBERTA
Pen Italia -
50° anniversario di "Writers in prison"
scrittori che hanno perduto la libertà e sono finiti in carcere spesso torturati
o esiliati.
testimonianze di
Adonis,
Aguilera, Cacho, Chi Thien, Cuadra, Dobrovolskaja, Jahanbegloo, Kadare, Kire
Iralu, Mapanje, Pas’ko, Zhou Qing,
Saramago, Skif,Tawfik.
hanno chiesto, come
Azar
Nafisi, «la Repubblica dell’immaginazione, il terzo occhio per
guardare a noi stessi e al mondo in modo critico».
ilmessaggero.it - 2010
ISTITUITO DAL 2012 Club di letture latino-americane
e lusitane - napoli - omaggio a Josè saramago
interviste
José Saramago Dr. Honoris Causa e
Nobel
a vida
é cheia de incoerências
todas juntas formam uma notável coerência
paginas.terra.com.br
intervista di
ODIFREDDI
Se si facesse la globalizzazione del pane
starei dalla parte dei globalizzatori
Ma non fino a quando ci sarà una persona al mondo
condannata a morir di fame
Il comunismo per me è di natura ormonale. Oltre all'ipofisi, io ho nel cervello
una ghiandola che secerne ragioni affinchè io sia stato e continui a essere
comunista. Quelle ragioni le ho trovate, un giorno, condensate in un motto de
"La Sacra Famiglia" di Marx e Engels: "Se l'uomo è formato dalle circostanze,
bisogna formare le circostanze umanamente''. Le circostanze non le ha formate
umanamente il socialismo pervertito, e tanto meno le formerà mai il capitalismo,
che è pervertito per definizione. Dunque, il mio cervello continua a secernere
ormoni ...
piergiorgioodifreddi.it
lanzarote canarie
vivo in quest’isola ed è come sentissi la mia musica
ognuno di noi ha una musica sua
qui mi sento tutt’uno con ciò che mi circonda
rainews 24 luglio 2004
intervista
sono parte dei miei libri perchè sono un essere umano.
non capisco niente di quello che succede nel mondo e spero nei miei lettori per
creare una forza comune. viviamo in un deserto di idee. dovremmo ridare
alle parole il loro significato profondo per esprimere verità o
u n a verità.
siamo pieni di paure ma da un insieme di
vigliaccherie non si ottiene coraggio.
un atto di coraggio è la parola per come
e a che scopo la usiamo.
rainews24 - incontri
Nessuna delle opere teatrali che ho scritto fino a oggi è
scaturita da una mia imperiosa necessità creativa, bensì da qualcosa che mi
permetterei di designare come “commesse sociali” e cioè da sollecitazioni
dirette di singole persone o istituzioni
amnesiavivace.it
|
Carta amica delle foreste
"Scrittori per le foreste" l'Associazione ambientalista Greenpeace ha lanciato
lo slogan "Foglie, non fogli". Gli autori ed editori che hanno preso parte
all'evento si sono distinti per aver scelto di pubblicare le loro opere su carta
da riciclo e comunque non derivata dalla distruzione delle
foreste ... All'iniziativa ha aderito anche il Premio Nobel per la letteratura
1998, Jose Saramago ... Lo scrittore ha assicurato che "Le intermittenze
della morte" nell'edizione italiana, spagnola, brasiliana, portoghese, francese
e catalana sarà stampata su carta ecologica.
helpconsumatori.it
solo gli uccelli
volano
gli angeli
e gli uomini
quando sognano
foto sebastião salgado
|
vengano infine
le alte allegrie
le ardenti aurore
le notti calme
venga la pace agognata
le armonie
e il riscatto del frutto
e il fiore delle anime
che vengano amor mio
perché questi giorni
sono di stanchezza mortale
di rabbia e agonia
e nulla
probabilmente allegria - poesie
|
Dev’esserci un colore da scoprire
un recondito accordo di parole
Dev’esserci una chiave per aprire
nel muro smisurato questa porta
Dev’esserci un’isola più a sud
una corda più tesa e vibrante
Un altro mare che nuota in un altro blu
Un’altra intonazione più cantante
Poesia tardiva che non riesci a dire
la metà di quel che sai
Non taci quando puoi
non sconfessi questo corpo
casuale e inadeguato
|
Giro le spalle al mare
Giro le spalle al mare che conosco
al mio essere umano me ne torno
e quanto c’è nel mare lo sorprendo
nella pochezza mia di cui son conscio
Di naufragi ne so più del mare
dagli abissi che sondo torno esangue
e perché da me nulla lo separi
vive annegato un corpo nel mio sangue
|
Intimità
In fondo alla miniera più segreta
all' interno del frutto più distante
nel vibrare della nota più discreta
nella conchiglia più ritorta e risonante
nello strato più denso di pittura
nella vena che nel corpo più ci sonda
nella parola che dica più dolcezza
nella radice che più scende più nasconde
nel silenzio più fondo della pausa
in cui la vita si è fatta eternità
cerco la tua mano decifro la causa
di non credere e volere infine intimità
|
Donne
E' la lunga interminabile
conversazione delle donne
sembra una cosa da niente
questo pensano gli uomini
neanche loro immaginano
che è questa conversazione
che trattiene il mondo nella sua orbita
Se non ci fossero le donne
che parlano tra loro
gli uomini avrebbero già perso
il senso della casa e del pianeta
.
Oltre alla conversazione delle donne
sono i sogni che trattengono il mondo
nella sua orbita
-JS
memoriale
del convento
|
CREAZIONE
Dio non esiste ancora
e non so quando Almeno un suo abbozzo
del colore si affermerà
Nel disegno confuso del paesaggio
Di infinite generazioni su questa sfera
Nessun gesto si perde nessuna traccia
Poiché il senso della vita è proprio questo
Fare dalla terra un Dio che ci meriti
E dare all'Universo il Dio che si aspetta
|
Storia antica
Impegni non avevo ma mancai
giuramenti non feci ma tradii
che ci si senta rei non dipende
dal giudizio degli altri ma di sé
E' facile compagna la coscienza
se accetta docilmente e viene a patti
difficile è tacitarla quando siamo
più retti infine di quello che si crede
Un giorno tornerò al triste mondo
alla lotta che ormai più non m'aspetta
ma prima sia diversa un'altra donna
compagna non catena che m'incatena
|
Silenzi
Oggi non era giorno di parole
con mire di poesie o di discorsi
né c’era strada che fosse nostra.
A definirci bastava solo un atto
e visto che a parole non mi salvo
parla per me silenzio
ch’io non posso.
|
Si dice che
Si dice che
ogni persona è un'isola
e non è vero
ogni persona è un silenzio
questo sì
un silenzio
ciascuna con il proprio silenzio
ciascuna con il silenzio che è.
|
IMPARIAMO AMORE
Impariamo amore da questi monti
Che così distanti dal mare sanno il gesto
Di bagnare nell'azzurro gli orizzonti
Facciamo ciò che è giusto e diretto
Da desideri occulti altre fonti
E scendiamo al mare dal nostro letto
|
Traccio un solco
Traccio un solco per terra
in riva al mare
e la marea subito lo spiana
Così è la poesia
La stessa sorte
tocca alla sabbia e tocca alla poesia
al viavai della marea
al vien-vieni della morte
|
Passato presente e futuro
Io fui. Ma quel che fui più non ricordo:
polvere a strati, veli, mi camuffano
questi quaranta volti disuguali,
logorati da tempo e mareggiate.
Io sono. E quel che sono è così poco:
rana fuor dello stagno che saltò,
e nel salto, alto quanto più si può,
l’aria di un altro mondo la schiattò.
C’è da vedere, se c’è, quel che sarò:
un viso ricomposto innanzi fine,
un canto di batraci, pure roco,
una vita che scorre bene o male.
Autunno
Non è adesso estate, e non ritornano
i giorni indifferenti del passato.
La primavera errata si è nascosta
nelle pieghe del tempo stropicciato.
E' tutto quello che ho, un frutto solo,
al caldo dell'autunno maturato.
|
come il mare
Cos’è il mare? Distanza
smisurata di larghi movimenti e di maree come un corpo
assopito che respira ? O questo che da sotto ci raggiunge
battito blu su spiaggia scintillante dove l’acqua si fa aerea
spuma ? L’amore è forse la scossa che percorre turgide vene
nel rossor del sangue e tende i nervi come fosse lama ? O
forse questo gesto indefinibile che il mio corpo trasporta verso
il tuo quanto il tempo ritorna al suo principio ? Come il
mare, l’amore è pace e guerra ardente agitazione, calma profonda
lieve sfiorar di pelle, unghia che segna .
|
E' così fondo il silenzio
E' così fondo il silenzio tra le stelle.
Non suono di parola si propaga,
nè canto di uccelli prodigiosi.
Ma lassù, tra le stelle, dove siamo
un astro ricreato, è che si ode
l'intimo fruscìo che apre le rose.
|
Ora
Vado per strade estese, alla luce
diffusa del lungo albeggiare:
il sole non manca
all'incontro fissato nel silenzio
della notte che dilegua.
La certezza del sole, l'aurora,
il mio corpo di terra, riscoperto
in questa rosa dorata che alla morte
tanto avvicina la vita.
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FINO AL MIDOLLO
Altri diranno, in versi, altre ragioni,
forse ancora più utili, più urgenti.
Quanto a questi, non muta ancor l'essenza,
in bilico tra due negazioni.
Inventiamo, però, modo e maniera
di coniugare il caso e la certezza,
che questo costi, o no, la vita intera.
Come chi l'unghie a sangue si rosicchia.
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Tramonto
Che puoi ancora dirmi che non sappia,
vena di sole esangue sulla terra,
lieve garza di nebbia che si sfrange
tra l’azzurro del mare e il cielo ardente?
Ormai tanti tramonti nel ricordo,
tante dita di fuoco sulle acque,
che tutto si confonde quando, a notte,
calato il sol, si chiudono i tuoi occhi.
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labirinto In me ti perdo, notturna
apparizione nel bosco degl’inganni, nell’assenza nel nebbioso
grigior della distanza nel lungo corridoio di porte false .
Dal tutto si fa il nulla, e questo nulla di un corpo vivo subito
si popola come isole che fluttuano nel sogno brumose, nel
ricordo rinnovato . In me ti perdo, dico, se la notte sulla
mia bocca colloca il suggello dell’enigma che, detto, si ravviva
e s’avvolge in spire di segreto . Nei giri e nei rigiri che
m’adombrano nell’andare a tentoni a occhi aperti qual è del
labirinto l’ampia porta dove il raggio di sole, i passi certi ?
In me ti perdo, insisto, in me ti sfuggo in me fonde il cristallo
e si frantuma ma quando il corpo cede alla stanchezza in te mi
vinco e salvo, in te mi trovo .
trad fernanda toriello - da in
quest'angolo del tempo - 2002
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E’ così che muoiono le infanzie
quando i ritorni non sono più possibili
perché i ponti tagliati inclinano
verso l’instancabile acqua
le travi sconnesse
nello spazio estraneo
Non c’è allora altro rimedio
che quello del serpente
abbandonare la pelle
nella quale non entriamo più
lasciarla a terra tra i cespugli
e passare all’età successiva
La vita è breve
ma in essa entra più
di quel che siamo in grado di vivere.
di questo mondo e degli altri
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Dimissione
Questo mondo non serve, ne venga un altro
Già da troppo tempo siamo qua
A fingere ragioni sufficienti.
Diventiamo cani dei cani: sappiamo tutto
del mordere i più deboli, se al comando
del leccare le mani, se ubbidiamo.
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Fratellanza
Chi di noi due inganno se fratello
ti chiamo in questi versi?
Non son sorelle le foglie che da terra
guardano l’altre sui rami.
Meglio accettare questa solitudine,
viver rabbiosamente come un cane
che azzanna la museruola.
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Como meu gato diria
:
todas as horas são boas para dormir
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ARTE POÉTICA
Vem de quê o poema?
De quanto serve
A traçar a esquadria da semente:
Flor ou erva, floresta e fruto.
Mas avançar um pé não é fazer jornada,
Nem pintura será a cor que não se inscreve
Em acerto rigoroso e harmonia.
Amor, se o há, com pouco se conforma
Se, por lazeres de alma acompanhada,
Do corpo lhe bastar a presciência.
Não se esquece o poema, não se adia,
Se o corpo da palavra for moldado
Em ritmo, segurança e consciência
da poesie possibili
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E se verrà
E se verrà, che porti il cuore
al suo luogo di pace. Diremo arnore,
che nome piú appropriato non si trova.
Sol la vita non dice quel che sappiamo.
probabilmente allegria - 2002
E se vier que
traga o coração
No seu lugar de paz. Amor
diremos,
Que outro nome melhor se não descobre.
Só a vida não diz quanto sabemos.
provavelmente alegria - 1970
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Se non ho altra voce per
sdoppiare in echi d'altri suoni il mio silenzio parlerò,
parlerò, finché non esca la parola nascosta di ciò che penso .
E la dirò, sfinito, tra deviazioni di
freccia che avvelena anche se stessa o altro mare addensato di
vascelli dove il braccio annegato ci fa cenno .
E spingerò in fondo una radice se la
pietra miliare la va sbarra e lancerò in alto quanto dice che più
albero è il tronco che è più solo . E lei
dirà, parola ora scoperta tutti i detti del vivere consueto :
quest'ora che sconforta e che conforta il non vedere, il non avere,
il quasi essere . le poesie possibili |
Quattordici giugno
Chiudiamo questa porta . Pian pianino,
i vestiti cadono Come gli dei si spoglierebbero da se stessi E noi
lo siamo, dacchè siamo così umani . È quanto ci è stato dato : niente
. Restiamo in silenzio, sospiriamo e basta
Perché il tempo ci osserva . Qualcuno prima di te avrà creato
il sole E la luna e la cometa, lo spazio nero Le stelle infinite .
Insieme, cosa faremmo ? Sia il mondo
Come una barca sul mare, o il pane a tavola O un letto rumoroso .
Il tempo persiste. Guarda e vuole . E già il tuo sguardo acuto chiede
Alla prima parola che diciamo : Tutto .
trad rocío bolaños e viviani
bevilacqua |
poesie
La raccolta comprende tutta l'opera in versi dello scrittore portoghese
vincitore del premio Nobel. Due sono i libri di poesie della sua ampia
produzione : "Le poesie possibili" e "Probabilmente
allegria".
José Saramago è un poeta aspro e epigrammatico, quasi rabbioso e
sicuramente disincantato. Eppure, quà e là l'irrompere dei temi umani
dell'amore ammorbidisce la durezza degli endecasillabi. Come le rose che
spesso ritornano e legano la sua poesia alla tradizione greca e a quella
oraziana, che Saramago dice di aver scoperto in anni giovanili
nell'opera di un poeta di nome
Ricardo Reis.
hoepli.it
OGGETTO QUASI
Nell'immaginario di José Saramago gli oggetti si distraggono spesso
dalle loro funzioni di oggetti per assumere un'indipendenza pericolosa,
come può esserlo la fantasia. In "Sedia" la protagonista principale è
appunto la sedia occupata da una vittima senza nome che cade al
rallentatore (ma non è difficile riconoscervi il dittatore portoghese
Antònio de Oliveira Salazar, poco eroicamente morto per una caduta dalla
sedia su cui riposava). In "Embargo" il protagonista non è tanto
l'impiegato che sta andando a lavorare in auto, ma l'auto stessa, sorta
di macchina infernale che si ribella all'embargo sul petrolio voluto
dagli arabi e porta alla morte il padrone conducente. Nei racconti di
questo libro l'epidemia di indipendenza si diffonde, l'elemento
fantastico ci restituisce un mondo forse meno funzionale, ma senz'altro
più corrispondente al vero. Lo si può attraversare come un nuovo
territorio.
hoepli.it
bol.it
La sedia cominciò a cadere
ad andare giù, a cascare, ma non a rigor di
termine, a crollare o, come si dice in portoghese, a desabar. In senso
stretto, desabar significa "abbassare le falde". Ebbene, di una sedia
non si dirà certo che abbia le falde, e se le avesse, per esempio dei
sostegni laterali per le braccia, si direbbe che stanno cadendo i
braccioli della sedia e non che si abbassano le falde. Ma è pur vero che
desabar si usa per desabar bátegas, come a dire "piovere a rovesci",
dico io, anzi, mi viene in mente ora, perché non mi accade di cadere
nelle mie stesse trappole: quindi, se "piove a catinelle", che è solo un
altro modo di dire la stessa cosa, non potrebbero alla fin fine anche le
sedie abbassare le falde, pur non avendole? Almeno per libertà poetica?
Almeno per singolare artificio di un modo di parlare che si proclama
stile? Si accetti allora che le sedie crollino, anche se sarebbe
preferibile che si limitassero a cadere, a cascare, ad andar giù. E
crolli pure, allora, colui che si è seduto sulla sedia, o che non è più
seduto, ma sta cadendo, come in questo caso, e lo stile si avvantaggerà
della varietà delle parole, le quali in fin dei conti non dicono mai la
stessa cosa, per quanto lo si voglia. Se dicessero la stessa cosa, se si
riunissero a gruppi per omologia, allora la vita potrebbe essere molto
più semplice, per via di una riduzione successiva, addirittura fino
all'onomatopea, anch'essa non tanto semplice, e così via di seguito,
probabilmente fino al silenzio che definiremmo il sinonimo generale
oppure onnivalente. Ma non si tratta neppure di onomatopea, o non la si
può formare partendo da questo suono inarticolato (perché la voce umana
non possiede suoni puri e quindi inarticolati, tranne forse nel canto, e
comunque bisognerebbe ascoltarlo da molto vicino), che si forma nella
gola del cascante o del cadente, anche se non è una stella, parole di
risonanza araldica che adesso stanno a designare colui che crolla,
perché non si è ritenuto corretto aggiungere a questo verbo la desinenza
parallela (ante) che concluderebbe la scelta e completerebbe il cerchio.
Ecco dunque provato che il mondo non è perfetto.
wuz.it
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Quante volte, per cambiare vita, abbiamo bisogno della vita intera,
pensiamo lungamente, prendiamo la rincorsa e poi esitiamo, poi
ricominciamo da capo, pensiamo e ripensiamo, ci spostiamo nei solchi del
tempo con un movimento circolare, come quei mulinelli di vento che sui
campi sollevano polvere, foglie secche, quisquilie, che per molto di più
non gli bastano le forze, sarebbe molto meglio se vivessimo in un paese
di tifoni.
Ma certe volte una parola basta, Andiamo a vedere
lo scoglio che passa e immediatamente si sono alzati in piedi.
...
Gli uomini nascono ogni giorno, dipende solo da loro se
continuare a vivere il giorno di ieri o cominciare di sana pianta il nuovo
giorno, l’oggi.
la zattera di pietra
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UTOPIA DEL FARE
Se
potessi, cancellerei la parola utopia dai dizionari. Credo che i giovani
siano molto sensibili al concetto di utopia . L'origine del termine lo dice in
maniera chiara: U più TOPOS. Dunque,
l'utopia è qualcosa che non si sa dov'è.
Presumiamo la sua esistenza ma non sappiamo
dov'è ubicata O meglio: c'è una contraddizione interna all'idea di utopia,
soprattutto nell'uso che se ne fa ...
Trovo che non abbiamo bisogno di un'utopia ... cancellerei
la parola utopia dai dizionari ... se potessi la sostituirei con una parola che
già esiste: questa parola è semplicementedomani. È per il domani tutto il
lavoro che si fa oggi. Pertanto, all'utopia,
al concetto di utopia, non diamo
alcun posto. Diamogli un tempo, non un luogo. Perchè il domani è l'unica utopia .
carta.org -
itaca.coopsoc.it
Mi hanno chiesto
lei è in favore della liberalizzazione delle droghe ?
Ho risposto
prima cominciamo con la liberalizzazione del pane .
E' soggetto a proibizionismo feroce in metà del mondo !
***
HO AVUTO INFANZIA TRISTE E VIOLENTA
Lisbona 20 nov -
Lo scrittore
portoghese Jose' Saramago.. ha deciso di
festeggiare i suoi 84 anni
con il lancio in Portogallo del suo nuovo ROMANZO,
''Piccole memorie'',
che mette in scena i ricordi di un ragazzino degli anni Venti e Trenta. Azinhaga,
la piccola localita' del Portogallo centro-meridionale dove nacque nel 1922, e'
stata scelta da Saramago per presentare il libro ''pieno di nostalgia'' anche
come un omaggio alla terra in cui trascorse la sua infanzia e la sua
adolescenza, cresciuto in compagnia di nonni contadini analfabeti
-
adnkronos
.
... mi sono ritrovato ad essere
uno scrittore
quando all'improvviso ho
scoperto di avere dei lettori ...
fb/people - da la strada dei miei
libri_dialoghi con JS -
facebook.com/watch :
perchè scrivi ? .
Não sou triste, mas sou melancólico
fb/fjs - 2015
*
Yo no soy pesimista
Es el mundo el que es pésimo
.
https://youtu.be/Nw5xLwWbZTw - caim
- 2009
www.facebook.com/PeruculturalHD/videos
-
intervista
- no creo - fb/js
teche.rai.it/jose-saramago-incontri
- 2016 - intervista
di luciano minerva
facebook.com/jumpcutpt/videos
- 16.11.2021 anniversario
***
g.g.marquez GABO E
JOSE SARAMAGO - CUBA 1999
***
ogni definizione
è una forma di riduzione
definire è uccidere
links
www.josesaramago.org
- Premio
letterario jose
saramago
www.facebook.com/José-Saramago
https://fundaciongabo.org/es
https://maremosso.lafeltrinelli.it/approfondimenti/jose-saramago-biografia-libri-romanzi
www.lanuovafrontiera.it/cinque-domande-a-giorgio-de-marchis-su-lezioni-italiane
http://biografieonline.it/biografia.biografiaSaramago
https://lemuseinquiete.it/saramago-la-letteratura-come-umanesimo
www.girodivite.it/antenati/xx3sec/_saramag.htm
https://blimunda.josesaramago.org/jose-saramago-o-homem-do-nao
l'uomo del no
https://thevision.com/cultura/cecita-saramago
http://iannozzigiuseppe.wordpress.com/jose-saramago
doppiozero.com/materiali/jose-saramago-o-prima-le-voci
josesaramago.blogs.sapo.pt -
privato - fundação josé saramago -
www.youtube.com/watch
http://issuu.com/blimunda_fjs/docs/blimunda
-
OMAGGIO DI BLIMUNDA
FONDAZIONE J.S. A
GABRIEL GARCIA MARQUEZ
-
lettera di
js
a sepulveda
- 2001
altri autori
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