josé saramago
. He aprendido a no intentar convencer a nadie
El trabajo de convencer es
una falta de respeto, es un intento de colonización del otro
Lo sforzo del convincere è una mancanza di rispetto, un tentativo di colonizzare l'altro ...
NON VIVIAMO IN DEMOCRAZIA
- le monde - intervista -- saggio sulla lucidita'
... ecco cos'hanno
di simpatico le parole semplici, non sanno ingannare
-js
Lo scrittore se appartiene al suo tempo se non è rimasto ancorato al passato deve conoscere i problemi del tempo in cui gli è capitato di vivere E quali sono questi problemi oggi ? Che non ci troviamo in un mondo accettabile anzi al contrario viviamo in un mondo che sta andando di male in peggio e che umanamente non serve
Disoccupazione, crimine contro l’umanità
nos gustaba decir que la derecha era estúpida pero hoy día no conozco nada más estúpido que la izquierda A sus 84 años, el escritor cree que ya ‘no queda mucho tiempo’ para tratar de cambiar el mundo.
'Estamos llegando al final de una civilización y se presentan tiempos de
oscuridad: el fascismo puede regresar’.
unire Portogallo e Spagna - JS LA CHIAMEREBBE iberia
La nascita di
una federazione della penisola iberica avrebbe il favore del 30% degli spagnoli
e del 40% dei portoghesi.
levi montalcini - 1909-2012
Quando for crescido quero ser como
Rita .
Os
fascistas do futuro não vão ter aquele estereótipo de Hitler ou Mussolini.
Não vão ter aquele jeito de militar durão. Vão ser homens falando tudo
aquilo que a maioria quer ouvir. Sobre bondade, família, bons costumes,
religião e ética. Nessa hora vai surgir o novo demônio, e tão poucos vão
perceber a história se repetindo .
- JS
JOSÉ SARAMAGO
I
was born in a family of landless peasants, in Azinhaga, a small village in the
province of Ribatejo, on the right bank of the Almonda River, around a hundred
kilometres north-east of Lisbon.
My parents were José de Sousa and Maria da
Piedade. José de Sousa would have been my own name had not the Registrar, on
his own inititiave added the nickname by which my father's family was known in
the village: Saramago. I should add that saramago is a wild herbaceous plant, whose leaves in those times served at need as nourishment for the
poor.
Not until the age of seven, when I had to present an identification document at
primary school, was it realised that my full name was José de Sousa Saramago... nobelprize.org comitatomst.it Nessuno li ha mai visti con una cordicella che tenesse legati i loro polsi certe cose non si vedono, ma esistono, forse neanche gli interessati riescono a spiegarle ... una terra chiamata alentejo
VIAGGIO IN PORTOGALLO - La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro nuova edizione 2023 con foto inedite scattate da JS
No es verdad. El viaje no acaba nunca. Sólo los viajeros
acaban. E incluso éstos pueden prolongarse en memoria, en recuerdo, en
relatos. Cuando el viajero se sentó en la arena de la playa y dijo: ”No
hay nada más que ver”, sabía que no era así. El fin de un viaje es sólo el
inicio de otro. Hay que ver lo que no se ha visto, ver otra vez lo que ya
se vio, ver en primavera lo que se había visto en verano, ver de día lo
que se vio de noche, con el sol lo que antes se vio bajo la lluvia, ver la
siembra verdeante, el fruto maduro, la piedra que ha cambiado de lugar, la
sombra que aquí no estaba. ... il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto 'non c'è altro da vedere' sapeva che non era vero. la fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. sempre. Il viaggiatore ritorna subito. . pag 457 La felicità, che il lettore lo sappia, ha molte facce. Viaggiare probabilmente, è una di queste. Affidi i fiori a chi sappia badarvi, e incominci. O ricominci. Nessun viaggio è definitivo. . viaggio in portogallo - 1981
*
Il racconto dell'isola sconosciuta
piacere è probabilmente il miglior modo di possedere
possedere dev'essere il peggior modo di piacere E i marinai, domandò lei, Non è venuto nessuno, come potete vedere, Ma li avete ingaggiati, almeno, insistette lei, Mi hanno detto che di isole sconosciute non ce ne sono più e che, anche se ci fossero, non hanno nessuna intenzione di lasciare la tranquillità delle loro case e la bella vita delle navi da crociera per imbarcarsi in avventure oceaniche, alla ricerca dell’impossibile, come se fossimo ancora al tempo del mare tenebroso, E voi, che cosa gli avete risposto, Che il mare è sempre tenebroso, E non gli avete parlato dell’isola sconosciuta, Come avrei potuto parlare di un’isola sconosciuta, se non la conosco, Ma siete sicuro che esiste, Tanto quanto è tenebroso il mare. ...
Se non esci da te stesso non puoi sapere chi sei. ... Ho sempre avuto l’idea che navigando ci siano soltanto due veri maestri, uno è il mare, e l’altro è la barca. E il cielo, state dimenticando il cielo, Si, chiaro, il cielo, I venti, Le nuvole, Il cielo, Si, il cielo. ... Bisogna allontanarsi dall'isola per vedere l'isola, non ci vediamo se non ci allontaniamo da noi, Se non ci allontaniamo da noi stessi, intendete dire, non è la medesima cosa .
... il racconto dell'isola sconosciuta - ri-pubblicato nel 2015
Raised from the Ground
-
postumo 2013
A Estátua e a Pedra - postumo 2013 é uma reflexão de José Saramago sobre os seus livros e sobre a importância decisiva que o facto de viver numa ilha de pedra e vulcões como Lanzarote teve para entender o seu estilo literário e de vida. Na verdade, este é um livro que não existiria sem Lanzarote. O livro apresentado na Feira Internacional do Livro de Bogotá juntamente com uma exposição sobre os 90 anos de José Saramago.
A obra resulta de reflexões feitas pelo Nobel
da Literatura numa conferência que deu na Universidade de
torino no norte de Itália, em maio de 1998,
no colóquio “Diálogos sobre a Cultura Portuguesa.
Literatura-Música-História”.
2009 - il quaderno einaudi rifiuta la pubblicazione e censura le opinioni sui politici italiani il libro verra pubblicato da Bollati Boringhieri prefazione di umberto eco
O Caderno
Il libro testimonia di un Saramago intellettualmente
vivo, vivissimo e, per certi versi e per la vis polemica sfoderata,
sorprendente. Siamo al cospetto di un grande scrittore che continua a scomodarci
dalla nostra passiva accettazione dei mali e delle ingiustizie globali. Di uno
«stoico pratico», come egli stesso si definisce, che non lascia spazio
all'indifferenza e che non desidera liberarsi delle sue passioni più profonde.
I Quaderni di Lanzarote sono una specie di diario che Saramago iniziò a scrivere quando si trasferì nell'isola delle Canarie nel 1993, in seguito alla censura posta dal governo portoghese al suo Vangelo secondo Gesù Cristo. Come dice lo stesso Saramago, tutto iniziò così: "A gennaio la casa non era ancora finita e i miei cognati Javier e Maria, con la partecipazione simbolica di Luis e Juan José, mi portarono da Arrecife un quaderno di carta riciclata. Pensavano che avrei dovuto scriverci le mie giornate a Lanzarote; un'idea che del resto già mi ronzava in testa". Poiché molti pensano che scrivere un diario (e pubblicarlo) sia "un esercizio di freddo narcisismo", Saramago rassicura tutti dicendo che "il Narciso che oggi si contempla nell'acqua l'indomani distrugge con la propria mano l'immagine che contempla". Questo volume raccoglie una scelta di testi provenienti dalle oltre mille pagine dei cinque Quaderni che a tutt'oggi sono stati pubblicati in Portogallo. feltrinelli - 2010
leggendo questi quaderni intimi, incontriamo un Josè
Saramago quotidiano alle prese con la
tinteggiatura artigianale delle fughe del pavimento
dipinte con un’infusione di te. Un piccolo gesto quotidiano che a tratti
potrebbe sembrare anche banale, ma che al suo termine lascerà nell’animo dello
scrittore un profondo senso di pace e tranquillità. Da non scordare la passione
dell’autore per gli amici a quattro zampe, un
affetto così grande che molti cani senza padrone videro in Saramago la persona
ideale alla quale affidarsi per sopravvivere. L’autore animato da un profondo
bene per gli animali non fece altro che accogliere a braccia aperte i tanti
trovatelli che si avvicinavano alla sua casa. Esemplare anche il rapporto e la
presenza di Pilar, non una semplice compagna di
vita (diventerà sua moglie nel 1998), ma un’ amica e una fidata confidente nella
quale lo scrittore trovava conforto e sostegno. I diari
sono una fucina di elementi dove si trova di tutto di Saramago, perché è lo
scrittore stesso che racconta in parole il suo vivere.
la memoria è anche una statua di argilla. il vento passa
e, a poco a poco, le porta via particelle, granelli, cristalli.
...
Giorno di pioggia. Alla fine
del pomeriggio il cielo si è socchiuso dal lato di ponente. Aveva un
colore verde pallido. Poi le nuvole diventarono rosse (una di queste era
come una bigornia incandescente) e tornarono viola il mare . . ULTIMO QUADERNO DI LANZAROTE - ULTIMO CADERNO DE LANZAROTE - INEDITO DEL 1998 NEL COMPUTER
TROVATO OTTO ANNI DOPO LA MORTE IL SESTO VOLUME DI QUADERNI DI LANZAROTE Pilar del Río : O último livro de José Saramago é um abraço aos leitores O livro que Pilar del Río descreve como um abraço de José Saramago aos leitores foi escrito há precisamente 20 anos mas ficou esquecido até agora no computador do autor português. O sexto e último volume do diário de José Saramago relata as suas experiências no ano em que conquistou o Nobel. tiago matos - revistaestante.fnac.pt - fb/fjs - 2018 .
turismo de qualidade é um turismo respeitdor que vai a um lugar que se
respeita a si mesmo .
Somos cuentos de cuentos contando cuentos,
nada". Siete palabras melancólicas y escépticas que definen al ser humano
y resumen la historia de la Humanidad. Pero, si es cierto que no pasamos
de cuentos ambulantes, cuentos hechos de cuentos, y que vamos por el mundo
contando el cuento que somos y los cuentos que aprendimos, igualmente me
parece claro que nunca podremos llegar a ser más que eso, seres hechos de
palabras, herederos de palabras y que van dejando, a lo largo del tiempo y
de los tiempos, un testamento de palabras, lo que tienen y lo que son.
El mundo se está convirtiendo
en una caverna igual que la de Platón : todos mirando imágenes
y creyendo que son la realidad . l'ultimo quaderno - 2010 . .
CAINO - Sono il signore sovrano di tutte le cose ibs - 2010 Più tardi o più presto le conseguenze cadranno sulle nostre teste - da questo, amici, nessuno scappa in questo mondo . ... Contrariamente a quello che si suole dire, il futuro è già scritto, quello che noi non sappiamo è leggere la sua pagina, disse caino mentre si domandava fra sé e sé dove mai fosse andato a prendere quell'idea rivoluzionaria . ... Meglio tardi che mai, rispose l’angelo con prosopopea, come se avesse appena enunciato una verità elementare, Ti sbagli, ma non è il contrario di tardi, il contrario di tardi è troppo tardi, rispose caino . ... Il dubbio è il privilegio di chi ha vissuto molto . .
Dios le dijo a Caín, Quise
ponerte a prueba, y Caín le respondió, Y quién eres para poner a prueba lo
que tú mismo has creado. . La storia degli uomini è la storia dei loro fraintendimenti con Dio, né lui capisce noi, né noi capiamo lui JS .
OGGETTO QUASI
Nell'immaginario di José Saramago gli
oggetti si distraggono spesso dalle loro funzioni
di oggetti per assumere
un'indipendenza pericolosa, come può esserlo la fantasia. In "Sedia" la
protagonista principale è appunto la sedia occupata da una vittima senza nome
che cade al rallentatore (ma non è difficile riconoscervi il dittatore
portoghese Antònio de Oliveira Salazar, poco eroicamente morto per una caduta
dalla sedia su cui riposava). In "Embargo" il protagonista non è tanto
l'impiegato che sta andando a lavorare in auto, ma l'auto stessa, sorta di
macchina infernale che si ribella all'embargo sul petrolio voluto dagli arabi e
porta alla morte il padrone conducente. Nei racconti di questo libro l'epidemia
di indipendenza si diffonde, l'elemento fantastico ci restituisce un mondo forse
meno funzionale, ma senz'altro più corrispondente al vero. Lo si può
attraversare come un nuovo territorio.
il viaggio DELL'ELEFANTE - tradotto anche in giapponese nel 2022 Un giorno, dal mare e dall'Oriente,
ritornano a Lisbona le navi cariche di spezie appartenenti al re del Portogallo
e dell'Algarve. Una di esse, però, questa volta trasporta qualcosa di speciale,
un gigantesco elefante indiano. Il sovrano ne rimane ammirato, ma decide di
inviarlo in regale omaggio a suo cugino Massimiliano I, imperatore d'Austria e
futuro imperatore del Messico (morì nel 1867 fucilato dai repubblicani messicani
tre anni dopo l'incarico). La carovana reale viaggerà per mesi e mesi lungo le
tormentate strade del vecchio continente da Lisbona a Vienna. È complicata, multicolore, multietnica e assai litigiosa. E volteggia intorno a quella specie
di biologico monolito, l'unico a emanare una comprensione e una saggezza
veramente umane. In un'Europa percorsa dalla riforma
luterana, l'elefante Salomone, dono di re João del Portogallo all'arciduca
Massimiliano, intraprende un incredibile viaggio che da Lisbona lo porterà,
attraverso la Spagna e l'Italia, fino a Vienna, capitale dell'Impero. È
accompagnato da Subhro, suo fedele amico e custode, e da una pittoresca carovana
di ufficiali, soldati, servitori, preti, cavalli e buoi.
. il tempo non è dei migliori, la neve continua a cadere e il vento non ha perso quel filo tagliente, ma, in confronto ai passi dell' isarco e del Brennero, questa strada si potrebbe benissimo paragonare al paradiso, ancorché sia dubbio che in quel luogo celeste ci siano delle strade, dato che le anime, non appena compiute le formalità di accesso, sono immediatamente dotate di un paio d' ali, unico mezzo di locomozione lì autorizzato . ... Come insegna la mai abbastanza lodata saggezza popolare, e come ancora una volta è stato dimostrato, Dio scrive diritto con righe storte, e sono proprio quelli che preferisce . ... ... Como ya deberíamos saber, la
representación más exacta, más precisa, del alma humana es el laberinto .
En ella todo es posible . … perché la vita se la ride delle
previsioni e mette parole dove noi abbiamo immaginato dei silenzi, e repentini
rientri quando pensavamo che non ci saremmo incontrati più . facebook.com/fjsaramago/videos - salomone
L’UOMO CHE GUIDA IL CAMIONCINO SI CHIAMA CIPRIANO ALGOR,
FA IL VASAIO DI MESTIERE E HA SESSANTAQUATTRO ANNI, ANCHE SE A VEDERLO
SEMBRA MENO ANZIANO. L’UOMO CHE
GLI STA SEDUTO ACCANTO È IL GENERO, SI CHIAMA MARÇAL GACHO, E ANCORA NON È
ARRIVATO AI TRENTA. IN OGNI MODO,
CON LA FACCIA CHE HA, NESSUNO GLIELI DAREBBE.
COME SI SARÀ NOTATO, SIA L’UNO CHE L’ALTRO HANNO
APPICCICATI AL NOME PROPRIO DEI COGNOMI INSOLITI DI CUI S’IGNORANO
L’ORIGINE, IL SIGNIFICATO E LA RAGIONE.
LA COSA PIÙ PROBABILE È CHE SI DISPIACEREBBERO SE MAI
GIUNGESSERO A SAPERE CHE ALGOR, ALGORE, SIGNIFICA FREDDO INTENSO DEL
CORPO, PREANNUNCIO DI FEBBRE, E CHE IL GACHO È NÉ PIÙ NÉ MENO CHE LA PARTE
DEL COLLO DEL BUE SU CUI POGGIA IL GIOGO. IL PIÙ GIOVANE VESTE L’UNIFORME,
MA NON È ARMATO. IL PIÙ
VECCHIO INDOSSA UNA GIACCA BORGHESE E UN PAIO DI PANTALONI PIÙ O MENO
DECOROSI, HA IL COLLETTO DELLA CAMICIA SOBRIAMENTE ABBOTTONATO, SENZA
CRAVATTA. LE MANI CHE MANOVRANO IL VOLANTE SONO GRANDI E FORTI, DA
CONTADINO, EPPURE, FORSE PER EFFETTO DEL QUOTIDIANO CONTATTO CON LA
MORBIDEZZA DELL’ARGILLA A CUI LE OBBLIGA IL MESTIERE, PROMETTONO UNA CERTA
SENSIBILITÀ. NELLA MANO DESTRA DI MARÇAL GACHO NON C’È NULLA DI
PARTICOLARE, MA IL DORSO DELLA MANO SINISTRA PRESENTA UNA CICATRICE CHE HA
L’ASPETTO DI UNA BRUCIATURA, UN SEGNO IN DIAGONALE CHE VA DALLA BASE DEL
POLLICE ALLA BASE DEL MIGNOLO. IL
CAMIONCINO NON MERITA UN TALE NOME, È SOLO UN FURGONE DI MEDIE DIMENSIONI,
UN VECCHIO MODELLO, ED È CARICO DI STOVIGLIE. QUANDO I DUE UOMINI SONO
USCITI DA CASA, VENTI CHILOMETRI FA, IL CIELO STAVA APPENA COMINCIANDO A
RISCHIARARE, MA ADESSO IL MATTINO HA ORMAI DIFFUSO NEL MONDO ABBASTANZA
LUCE PERCHÉ SI POSSA OSSERVARE LA CICATRICE DI MARÇAL GACHO E IMMAGINARE
LA SENSIBILITÀ DELLE MANI DI CIPRIANO ALGOR. STANNO VIAGGIANDO A VELOCITÀ
RIDOTTA PER VIA DELLA FRAGILITÀ DEL CARICO, E ANCHE PER L’IRREGOLARITÀ DEL
MANTO STRADALE. LA
CONSEGNA DI MERCI NON RITENUTE DI PRIMA O SECONDA NECESSITÀ, COME QUESTE
STOVIGLIE RUSTICHE, AVVIENE, SECONDO GLI ORARI FISSATI, A METÀ MATTINA, E
SE I DUE UOMINI HANNO FATTO UNA TALE ALZATACCIA È PERCHÉ MARÇAL GACHO DEVE
TIMBRARE ALMENO MEZZ’ORA PRIMA CHE LE PORTE DEL CENTRO SIANO APERTE AL
PUBBLICO. NEI GIORNI IN CUI NON ACCOMPAGNA IL GENERO, MA HA DELLE
STOVIGLIE DA TRASPORTARE, CIPRIANO ALGOR NON HA BISOGNO DI ALZARSI TANTO
PRESTO. TUTTAVIA, OGNI DIECI GIORNI, È SEMPRE LUI CHE S’INCARICA DI ANDARE
A PRENDERE MARÇAL GACHO AL LAVORO PER PASSARE CON LA FAMIGLIA LE QUARANTA
ORE DI RIPOSO A CUI HA DIRITTO, ED È LUI CHE, DOPO, CON O SENZA STOVIGLIE
NEL BAGAGLIAIO DEL FURGONE, PUNTUALMENTE LO RICONDUCE ALLE SUE
RESPONSABILITÀ E AI SUOI DOVERI DI GUARDIANO INTERNO. LA FIGLIA DI
CIPRIANO ALGOR, CHE SI CHIAMA MARTA DI NOME, E DI COGNOME ISASCA PER PARTE
DELLA DEFUNTA MADRE E ALGOR PER PARTE DI PADRE, GODE DELLA PRESENZA DI SUO
MARITO A CASA E NEL LETTO SOLO SEI NOTTI E TRE GIORNI AL MESE.
LA NOTTE PRECEDENTE A QUESTA È RIMASTA INCINTA, MA
LEI ANCORA NON LO SA. incipit C'è chi passa la vita a leggere senza mai riuscire ad andare al di là della lettura, restano appiccicati alla pagina, non percepiscono che le parole sono soltanto delle pietre messe di traverso nella corrente di un fiume, sono lì solo per farci arrivare all'altra sponda, quella che conta è l'altra sponda ... È come se stessimo camminando nel buio, il passo successivo può servire tanto ad avanzare come a cadere, avremo un’idea di cosa ci aspetta quando la prima ordinazione sarà in vendita, dopo di che potremo fare i conti del tempo che richiederanno, se tanto, se poco, se niente, sarà come sfogliare una margherita per vedere cosa viene fuori, La vita non è molto diversa, osservò Marta, Infatti no, ma quello che abbiamo fatto in anni ora va fatto in settimane o in giorni, all’improvviso il futuro si è accorciato, se non mi sbaglio devo aver già detto qualcosa di simile. ... Quante volte bisognerà rammentarvi che quello stesso amore che divora sta supplicando di essere divorato, è sempre stato così, sempre, ma ci sono occasioni in cui ce ne accorgiamo di più . ... Autoritarie, paralizzanti, circolari, a volte ellittiche le frasi a effetto, dette anche scherzosamente briciole d'oro, sono una piaga maligna, tra le peggiori che hanno infestato il mondo. Diciamo ai confusi, Conosci te stesso, come se conoscere se stessi non fosse la quinta e più difficile delle operazioni aritmetiche umane, diciamo agli abulici, Volere è potere, come se le realtà bestiali del mondo non si divertissero a invertire tutti i giorni la posizione relativa dei verbi, diciamo agli indecisi, Comincia dal principio, come se quel principio fosse il capo sempre visibile di un filo male arrotolato che bastasse tirare e continuare a tirare per giungere all'altro capo, quello della fine, e poi, tra il primo e il secondo, avessimo tra le mani una linea retta e continua dove non c'era stato bisogno di sciogliere nodi né di districare strozzature, cosa impossibile che accada nella vita dei gomitoli e, se ci è consentita un'altra frase ad effetto, nei gomitoli della vita. ... Fortunatamente ci sono i libri Possiamo dimenticarli su uno scaffale o in un baule, lasciarli in preda alla polvere e ai tarli, abbandonarli nel buio delle cantine, possiamo non posarvi lo sguardo sopra nè taroccarli per anni e anni, ma a loro non importa, aspettano tranquillamente, chiusi su se stessi perché nulla di ciò che contengono si perda.
...
...
da storia dell'assedio di lisbona
La differenza sta tra un pensiero attivo, che scava pozzi e gallerie a
partire da un fatto e tutt’intorno, e quell’altra forma di pensiero, ammesso che
meriti tale nome, inerte, estraneo, che quando guarda non si fissa e prosegue,
risoluto nella convinzione che tutto ciò che non è menzionato non esiste, come
il malato che si considera sano perché il nome della malattia non è stato ancora
pronunciato. Ma si sbaglia chi crede che questi sistemi difensivi durino sempre,
arriva il momento in cui la vacuità del pensare si trasforma in idea fissa, in
genere basta che faccia un po’ male. Fu questo che successe quando, mentre stava
lavando le poche stoviglie che aveva sporcato per cenare, gli si illuminò
nell’animo l’improvvisa evidenza ...
... C'era la luna
piena, di quelle che trasformano il mondo in fantasma, quando tutte le cose, le
animate e le inanimate, stanno sussurrando misteriose rivelazioni, ma ciascuna
dicendo la sua, e tutte discordanti, perciò non riusciamo a capire e patiamo
quest'angoscia di essere sul punto di conoscerle e di non conoscerle ... . E' vero che le cicale cantano ma è un canto che viene da un altro mondo . è lo stridore dell'invisibile sega che sta tagliando le fondamenta di questo. .
Chiaro che siamo in guerra, ed è una guerra di
accerchiamento, ognuno di noi assedia l'altro ed è assediato, vogliamo abbattere
le mura dell'altro e mantenere le nostre, l'amore verrà quando non ci saranno
più barriere, l'amore è la fine dell'assedio.
Manuale di pittura e calligrafia ... Rimango sempre di stucco davanti alla libertà delle donne. Noi le vediamo come esseri subalterni, ci divertiamo alle loro futilità, le cambiamo quando ormai sono sciupate, e ognuna di loro è capace di coglierci alla sprovvista, stendendoci davanti vastissimi campi di libertà, come se sotto alla loro obbedienza, un'obbedienza che sembra cercare se stessa, costruissero le mura di un'indipendenza rude e illimitata. Dinanzi a queste mura noi, che credevamo di sapere tutto dell'essere inferiore che a poco a poco abbiamo addomesticato o abbiamo trovato addomesticato, ci ritroviamo disarmati, inesperti e spaventati: quel cagnolino che tanto volenterosamente si rotolava per terra, sulla schiena, mostrando il ventre, d'un balzo si mette in piedi, fremente d'ira, e all'improvviso i suoi occhi ci sono estranei, occhi profondi, sfuggenti e ironicamente indifferenti. Quando i poeti romantici dicevano (o dicono ancora) che la donna è una sfinge, avevano ragione, che Dio li benedica.
La donna è la sfinge, e deve esserlo, perché l'uomo si è impadronito di ogni conoscenza, di ogni
sapere, di ogni potere. Ma tale è la fatuità dell'uomo che alla donna è
bastato erigere in silenzio i muri dell'ultimo rifiuto perché lui, sdraiato
all'ombra, quasi fosse sdraiato sotto una penombra di palpebre obbedienti,
potesse dire, convinto: 'Non c'è niente al di là di
questa parete'. non mi contraddico . Qualunque sia il numero degli anni che il futuro ci riserva, non c'è niente di più grande di quell'infinita preistoria che è la nostra. Non parlo di quella collettiva, ma di un'altra, semplice e individuale. Basta dire che nel giorno vi sono ottantaseimila e quattrocento secondi, e nel mese quasi due milioni e seicentomila, i quali non ci vengono scagliati addosso all'improvviso, ma a uno a uno, perché non si perda nulla e di tutto si profitti - lavoisier - vissuto cinquantun anni e non di più perchè lo ghigliottinarono - .
... Il tentativo è fallito e non c'è miglior prova di questa sconfitta, o fallimento, o impossibilità, del foglio di carta su cui mi accingo a scrivere: un giorno, prima o poi, mi volgerò dal primo quadro al secondo e infine a questo testo, o salterò la tappa intermedia, o troncherò la frase per correre a dare una pennellata sulla tela del ritratto che S. mi ha ordinato, o forse su quell'altro, parallelo, che S. non vedrà. Quel giorno non saprò niente di più di quanto non sappia oggi (che i ritratti sono entrambi inutili), ma potrò decidere se sia valsa la pena di farmi tentare da una forma di espressione che non mi appartiene, anche se proprio questa tentazione significa, in fin dei conti, che non era mia, in fondo, neppure la forma di espressione che ho finito per usare, per impiegare così meticolosamente, quasi obbedissi alle regole di un manuale.
Non voglio pensare, adesso, a che cosa farò se pure
questa mia scrittura sarà un fallimento, se, da allora in poi, le tele
bianche e le pagine bianche saranno per me un mondo in orbita a milioni di
anni-luce dove io non potrò vergare neppure il minimo segno. Se, dunque,
sarà un atto di disonestà il semplice gesto di prendere un pennello o una
matita, se una volta ancora, insomma (la prima non c'è mai stata veramente),
sarò costretto a ricusarmi il diritto di comunicare o di comunicarmi, perché
avrò tentato e fallito, e altre opportunità non ce ne saranno.
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