marburgo 11 febbraio 1900 -
Heidelberg 14 marzo 2002
I think, then, that the chief task of philosophy is to justify this way
of reason and to defend practical and political reason against
the domination
of technology based science. That is the point
of philosophical
hermeneutic. It corrects the peculiar falsehood of
modern consciousness: the
idolatry of scientific method and the anonymous authority of the sciences and
it vindicates again the
noblest task of the citizen - decision-making
according to one's
own responsibility - instead of conceding that task to
the expert.
In this respect, hermeneutic philosophy is the heir of the older
tradition of practical philosophy.
mythosandlogos.com
2008 ultimo
libro - la musica nel commento al ' Filebo '
Hans-Georg Gadamer
is best known for his important contribution
to hermeneutics through his major work, Wahrheit und Methode (Truth
and Method). His system of philosophical hermeneutics is a
response, through an exploration of historicity, language, and
art, to Wilhelm Dilthey, Edmund Husserl, and Martin Heidegger.
As Gadamer himself tells us
As I was attempting to develop a philosophical hermeneutic,
it followed from the previous history of hermeneutics that the
interpretive (verstehenden) sciences provided my starting point.
But to these was added a hitherto neglected supplement. I am
referring to the experience of art. For both art and the
historical sciences are modes of experiencing in which our own
understanding of existence comes directly into play..... My
starting point was thus the critique of Idealism and its ROMANtic
traditions. It was clear to me that the forms of consciousness of
our inherited and acquired historical education--aesthetic
consciousness and historical consciousness--presented alienated
forms of our true historical being. The primordial experiences
that are transmitted through art and history are not to be
grasped from the points of view of these forms of consciousness (Philosophical
Apprenticeships, 1977).
Gadamer is the son of a chemistry professor
(who had hopes of Gadamer following in his footsteps). In
1918, he began his university studies at Breslau, moving on to
Marburg in 1919 where he earned his first doctorate at the age of
22 under the Plato scholar, Paul Natorp. During this time, he
also "stood under the influence" of Nicolai Hartmann. After
meeting Martin Heidegger in 1923, he served as Heidegger's
assistant while continuing course work in philosophy and
philology. In 1928 he completed a second doctorate (again on
Plato) under Heidegger's direction. He remained in Marburg as a
Privatdozent [part-time member with little salary] teaching
classical philosophy until he got his call to Kiel. After a brief stint at Kiel (1934-35), he returned to Marburg where he was honored as
"extraordinary professor" in 1937.
In 1939 he moved on to Leipzig, serving as rector in 1946-47. In
the fall of 1947 he returned to teaching and research by
accepting a call to Frankfurt am Main. In 1949 he was asked to
take on Karl Jasper's chair in Heidelberg where he remained until
becoming professor emeritus in 1968. It was while at Heidelberg
that his teaching and research "reached a first conclusion in
Truth and Method." Upon retirement he was invited to spend
semesters in residence at major universities in the United States
including Vanderbilt, Catholic University of America, University
of Dallas, Boston College, as well as McMaster University in
Hamilton, Ontario,Canada.
During the decades after his retirement
he has continued, until recently, to lecture widely in the United
States, Canada, and other countries.
The first book-length definitive biography of Hans-Georg Gadamer
has just been published. By Jean Grondin, it is entitled
Hans-Georg Gadamer: Eine Biographie (Tuebingen: Mohr Siebeck,
1999.). Another good source is Gadamer's own intellectual
autobiography, Philosophical Apprenticeships (translated by
Robert R. Sullivan. Cambridge: MIT Press, 1985). He also has a
shorter autobiography ("Reflections on My Philosophical Journey
translated by Richard E. Palmer) in The Philosophy of Hans-Georg
Gadamer (The Library of Living Philosophers Volume XXIV, Peru,
IL: Open Court Publishing Co., 1997).
the short quotes in the above text are from "reflections" - svcc.edu/us
Hans Georg Gadamer papà dell'ermeneutica e cittadino
onorario di Napoli fino all'ultimo è stato uno dei docenti illustri
dell'istituto italiano per gli studi filosofici
ilvelino.it 2012
VERITA' O METODO: TERTIUM NON DATUR L’arte non ha davvero nulla a che fare con la conoscenza? Non c’è
nell’esperienza dell’arte una rivendicazione
di verità,
diversa certo da quella della scienza, ma altrettanto certamente non
subordinabile ad essa?
E il compito
dell’estetica non è proprio quello di fondare teoricamente il fatto che
l’esperienza dell’arte è un modo di conoscenza
‘sui generis’, diversa beninteso da quella conoscenza sensibile che fornisce
alla scienza i dati sulla
cui base essa costruisce la conoscenza della natura, diversa altresì da ogni
conoscenza morale della ragione e in
generale da ogni conoscenza concettuale, ma tuttavia pur sempre conoscenza, cioè partecipazione
di verità? Ciò è difficile da riconoscere se si continua a seguire Kant nel
misurare la verità della conoscenza in
base al concetto di conoscenza e di realtà proprio delle scienze della natura.
E’ necessariopensare il
concetto di esperienza in maniera più ampia di quanto abbia fatto Kant, in
maniera che anche l’esperienza
dell’opera d’arte possa venir intesa come esperienza. Per tale operazione
possiamo rifarci alle ammirevoli
lezioni di estetica di Hegel. In esse il contenuto di verità che si trova in
ogni esperienza d'arte viene magistralmente riconosciuto e messo in rapporto con
la coscienza storica. L’estetica diventa così una storia delle
Weltanschauungen, cioè una storia della verità come essa si rivela nello
specchio dell’arte. In tale modo viene
riconosciuto in maniera radicale il compito che abbiamo indicato, cioè quello di
giustificare teoricamente l’esperienza della verità anche nell’arte.
filosofico.net
...
Si dice che Talete sarebbe caduto in un pozzo e che una servetta tracia lo
avrebbe aiutato ad uscirne, visto che non ci riusciva da solo. La storia si
sviluppa in un contesto teorico di critica ad un'esistenza assurdamente
teoretica. Gli uomini pratici raccontano sempre volentieri strani aneddoti sugli
uomini di pensiero e, com'è noto, appunto anche sui professori. Ma che cosa
accadde realmente?
Oggi lo sappiamo abbastanza precisamente. Naturalmente Talete non cadde nel
pozzo, ma si calò in un pozzo secco perché questo era l'antico cannocchiale.
Infatti grazie all'effetto di oscuramento e di schermaggio, reso possibile dalle
pareti del pozzo, si può registrare con grande precisione l'orbita delle stelle
che si trovano nella direzione di osservazione e si può inoltre vedere molto di
più che non ad occhio nudo - una specie di vero e proprio cannocchiale greco.
Quindi non si tratta affatto di un distratto caduto nel pozzo: sarà vero
piuttosto - e allora questo evento è un aneddoto di gran lunga migliore per
celebrare l'audacia teoretica - che ci si serve di un tale scomodo azzardo -
come quello di calarsi in un pozzo - per poi rimettersi all'aiuto di qualcun
altro per riuscirne
ivirgil.it verità e metodo
.
TRUTH AND METHOD
It was
during this time that he completed his magnum opus Truth and Method (in
1960) and engaged in his famous debate with Jürgen Habermas over the possibility
of transcending history and culture in order to find a truly objective position
to criticize society from. The debate was inconclusive, but marked the beginning
of warm relations between the two men. It was Gadamer who secured Habermas's
first professorship in Heidelberg. Another attempt to engage Jacques Derrida
proved less enlightening because the two thinkers had so little in common that
it proved impossible to find common ground, but after Gadamer's death,
Derrida has called this one of the worst debacles of his life and expressed,
in the main obituary for Gadamer, his great personal and philosophical respect. https://en.wikipedia.org/wiki/Truth_and_Method The single most important study of the origin,
development, and nature of the concept and meaning of ‘hermeneutical
consciousness’ extant.
erraticimpact.com
Ogni dialogo presuppone un linguaggio comune, o meglio lo costituisce. C'è
qualcosa che sta in mezzo, come dicevano i Greci, di cui gli interlocutori
partecipano e su cui vengono a uno scambio. L'intesa sull'oggetto, che deve realizzarsi nel
dialogo non significa perciò necessariamente che nel dialogo viene elaborato un
linguaggio comune. Non è l'esteriore messa a punto di uno strumento, e anzi non
è nemmeno giusto dire che gli interlocutori si adattano l'uno all'altro;
piuttosto, nel dialogo riuscito, essi giungono a
collocarsi entrambi nella verità dell'oggetto, ed è
questo che li unisce in una nuova comunanza. Il comprendersi nel dialogo non è
un puro mettere in gioco per far trionfare il proprio punto di vista, ma un
trasformarsi in ciò che si ha in comune,
trasformazione nella quale non si resta quello che si era.
educational.rai.it
good
will
to
power
Jackie Élie Derrida
JACQUES DERRIDA15
luglio 1930 - 9 ottobre 2004
Pensatore controverso e nel
medesimo tempo brillantissimo, Jacques derrida è uno dei più
importanti filosofi della nostra epoca; la sua opera,
distribuita in centinaia di articoli e pubblicazioni, di
libri e conferenze e lezioni, ha condizionato e modificato
in misura significativa molta parte del pensiero
contemporaneo.
Muore a 74 anni, a causa di un tumore al pancreas,
il filosofo del "Decostruzionismo", corrente di pensiero da
lui stesso organizzata come ricerca di un'elaborazione nuova
delle categorie principali dello spirito occidentale. Il suo
lavoro si articola in una vastissima serie di scritti di
retorica, linguistIca e filosofia, e prende in esame i temi
principali della metafisica occidentale: la "presenza", la
"fede", la "responsabilità", la posizione dell'uomo come
soggetto dotato di un'identità che la modernità rende sempre
più imprecisa e indefinibile.
Nato da una famiglia ebrea ad Algeri nel 1930 ed emigrato a
Parigi nell'adolescenza, Derrida seguì studi di filosofia,
linguistica e letteratura, diplomandosi presso l'École
Normale Superiéure per poi percorrere una brillantissima
carriera di insegnante presso le più prestigiose istituzioni
univeristarie europee e statunitensi: Sorbonne, Ecole
Normale Superieure, Ecole des Hautes Etudes en Sciences
Sociales, Johns Hopkins University, Yale, The New School,
NYU, UC Irvine. derrida con il suo gatto -
rainews24.it
No one gets angry at a mathematician or a
physicist whom he or she doesn't understand at all, or at someone who
speaks a foreign language, but rather at someone who tampers with your
own language ...
points 1995 - e.weber - interviews 1974-1004
Scrivere, significa ritrarsi ... dalla
scrittura .
Arenarsi lontano dal proprio linguaggio, emanciparsi o sconcertarlo,
lasciarlo procedere solo e privo di ogni scorta .
Lasciare la parola ... lasciarla parlare da sola, il che essa può fare solo
nello scritto .
culturacattolica.it
Ce qu'on ne peut pas
dire, il ne faut surtout pas le taire mais
l'écrire
monologo e dialogo nei mass media secondo una celebre distinzione
di bachtin la forma del discorso filosofico e scientifico dominante in europa è
monologica, cioè nega la presenza fuori di sé di una coscienza dotata di pari
diritti, da cui possa venire una risposta capace di trasformare il mondo della
coscienza interrogante. a questo modo di pensare egli oppone la pratica del
dialogo inaugurata da socrate e aperta alla dimensione dell'alterità. come si
collocano i mezzi della comunicazione sociale tra queste opposte tendenze?
Certamente, è proprio dell'egemonia della cultura
scientifica basarsi sul monologo. Rispetto alle altre culture noi tutti abbiamo
dimenticato che non è il monologo e l'impiego delle autorevoli competenze degli
esperti scientifici a promuovere la vita, ma lo scambio dialogico, lo scambio
che avviene nel dialogo, nella disputa e nella lotta fra le opinioni. Dobbiamo
pensare alla retorica, ma non nel senso di un'arma nelle mani dei potenti, bensì
come capacità persuasiva delle idee. Ecco perché guardo ai Greci con tanta
ammirazione. Per questo popolo era naturale discutere in modo sentito, vivace
per le strade e nelle piazze di Atene o di altre città. Dobbiamo ritornare alla
dimensione del dialogo e sviluppare, completare in questo senso la nostra
cultura, divenuta eccessivamente letteraria; dobbiamo cioè tendere ad un dialogo
reale all'interno di tutta la cultura dell'umanità. Questo è l'impegno, il
compito che riguarda tutti noi. E i nuovi strumenti tecnici, come la radio e la
televisione, devono essere impiegati in questa direzione favorendo la diffusione
del dialogo. Cosa, del resto, molto difficile poiché si tratta di istituzioni
basate sul monologo.
I privilegi delle stazioni radio e degli
enti televisivi dipendono dal potere di coloro che di volta in volta lo
detengono. Ogni rivoluzione del mondo attuale è legata in primo luogo alle
stazioni radio e televisive perché l'opinione pubblica trae le sue tendenze di
fondo da questi mezzi di divulgazione. Il dialogo dunque, cui pian piano si deve
giungere, non è il dialogo degli esperti. Dovrebbero invece essere i popoli, nel
loro reciproco scambio e rapporto, a prendere la parola.
what kind of life does hermeneutics make possible? gadamer never says
- a fact that makes his own life
a matter of some curiosity.
did he live the life he wished
others to discover? could one take gadamer’s life as an object lesson
in hermeneutics? firstthings.com
GADAMER the possibility of
Interpretation
In his book Truth and Method, Hans-Georg Gadamer
examines the human understanding. He begins his analysis with
Martin Heidegger’s concept of the circularity of human
understanding. Gadamer’s writing in Truth and Method seems to go
back and forth between normative suggestions and ontological
analysis. While he does not openly attempt to convince us of what
we should do as far as interpreting situations or texts, and even
denies that to be what he is doing, normative language creeps
into his writing in various places throughout the text. He also
seems in some places to be saying that we get better
interpretations through time and in others explicitly stating
that this is not what he is suggesting. I will show that while
Gadamer's theory at least allows for bigger, i.e., more inclusive
interpretations—an idea which in itself has normative undertones—, there are teleological problems. As a result of the
aforementioned problems, Gadamer’s theory does not tell us which
of two or more competing interpretations or methods of
interpreting is better than another. As there is no proper
beginning to a circle, I will begin where Gadamer does, with
Heidegger.
philo.8m.com
cento anni non ho elisir
Ho
cercato e cerco di evitare medici e medicine - ho un grande vantaggio
non
soffro d'insonnia anzi riesco a dormire la mattina anche fino alle nove uniba.it
I felt I had to do something. I
have always been hugely interested in Gadamer, despite the fact that my field is
Anthropology, not Philosophy. I have been consistently disappointed with the
quality of the information about Gadamer available on the web. While there is
some good stuff out there, a lot of it is out of date. Frankly, many of the
essays available on-line do not demonstrate a full grasp of the intricacies of
Gadamer's work.
http://alex.golub.name/gadamer
. nothing exists except through language
. i basically only read books that are over
2000 years old
. history does not belong to us; but
we belong to it. l ong before we understand ourselves through the
process of self-examination, we understand ourselves in a
self-evident way in the family society and state in which we
live. the focus of subjectivity is a distorting mirror. the self-awareness of the individual is only a flickering in the
closed circuits of historical life. that is why the predjudices [pre-judgements
(vorurteil)] of the individual, far more than his judgements,
constitute the historical reality of his being.
. the more language is a living operation,
the less we are aware of it. thus it follows from the
self-forgetfulness of language that its real being consists in
what is said in it . what is said in it constitutes the common
world in which we live and to which the whole great chain of
tradition reaching us from the literature of foreign languages,
living as well as dead. the real being of language is that into
which we are taken up when we hear it -- what is said.
. che cosa esattamente si ammazza
ammazzando il tempo? non è forse il tempo che passa? non si
tratta forse del tempo in sé nella sua vuota durata che in quanto
durata risulta troppo lunga e si presenta come dolorosa noia?
filosofia della noia lars fr h
svendsen guanda 2004
. la televisione è la catena a cui l’uomo
moderno è legato dalla testa ai piedi.
chi ha le chiavi di questa catena è la
moderna élite delle informazioni. una élite che esiste solo per schiavizzare l’umanità con le immagini
. il
buon gusto deve abbracciare tutte le opere d'arte che sono fornite di
qualità
quindi senz'altro quelle prodotte con genio
corriere di como 2005
. per
entrare in SINTONIA con IL PROSSIMO dovremmo sapere esattamente chi
siamo noi
. è un errore molto diffuso quello di ritenere che la
tolleranza consista nel rinunciare alla propria peculiarità, cancellandosi di
fronte all’altro
.
La cultura è l'unico bene dell'umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire
diventa più grande
.
In The Enigma of Health- 1996
- Hans George Gadamer ci
consiglia di portare di nuovo i risultati della società moderna, con tutto il
suo apparato automatizzato, burocratico e tecnologico,
al servizio del ritmo che
sostiene adeguatamente la vita corporea. Nove pagine prima, Gadamer osserva che
è proprio quest'apparato di oggettivazione quello che produce il nostro violento
allontanamento da noi stessi.
peacelink.org
Vivere con l'Altro, vivere come l'Altro
dell'Altro è il principale compito dell'uomo, al livello più basso così come a
quello più elevato … Di qui forse il vantaggio peculiare dell'Europa, che poteva
e doveva imparare l'arte di vivere insieme agli altri ... quell’arte tutta
nostra di saper parlare all'altro -
Zygmunt Bauman/ per tutti i gusti -
reset.it