GIORGIO GABERščik

il signor g

 

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com'e bella la  citta
la città di Milano ha una struttura tipicamente concentrica. I nostri interventi tendono a razionalizzare dov'è possibile tutto ciò che riguarda la viabilità, i servizi, le strutture primarie, le infrastrutture. Si deve dare al cittadino uno spazio vitale, abitabile, confortevole, soprattutto congeniale alla sua natura intima e al tempo stesso operosa.  In questo contesto, in questo contesto, in questo contesto ...

https://youtu.be/HaWTpsy4YmQ
Vieni, vieni in città
che stai a fare in campagna ?
Se tu vuoi farti una vita
devi venire in città.
Com'è bella la città
com'è grande la città
com'è viva la città
com'è allegra la città.
Piena di strade e di negozi
e di vetrine piene di luce
con tanta gente che lavora
con tanta gente che produce.
Con le réclames sempre più grandi
coi magazzini le scale mobili
coi grattacieli sempre più alti
e tante macchine sempre di più.
Com'è bella la città
com'è grande la città
com'è viva la città
com'è allegra la città.
Vieni, vieni in città
che stai a fare in campagna ?
Se tu vuoi farti una vita
devi venire in città.
Com'è bella la città
com'è grande la città
com'è viva la città
com'è allegra la città.
Piena di strade e di negozi
e di vetrine piene di luce
con tanta gente che lavora
con tanta gente che produce.
Con le réclames sempre più grandi
coi magazzini le scale mobili
coi grattacieli sempre più alti
e tante macchine sempre di più.
Com'è bella la città
com'è grande la città
com'è viva la città
com'è...
Vieni, vieni in città
che stai a fare in campagna
se tu vuoi farti una vita
devi venire in città.
Com'è bella la città
com'è grande la città
com'è viva la città
com'è allegra la città.
Piena di strade e di negozi
e di vetrine piene di luce
con tanta gente che lavora
con tanta gente che produce.
Con le réclames sempre più grandi
coi magazzini le scale mobili
coi grattacieli sempre più alti
e tante macchine sempre di più.
Com'è bella la città
com'è grande la città
com'è viva la città
com'è allegra la città.
Com'è bella la città
com'è grande la città
com'è viva la città
com'è allegra la città.
Piena di strade e di negozi
e di vetrine piene di luce
con tanta gente che lavora
con tanta gente che produce.
Con le réclames sempre più grandi
coi magazzini le scale mobili
coi grattacieli sempre più alti
e tante macchine sempre di più
sempre di più, sempre di più, sempre di più !
giorgio gaber


.
non si è mai abbastanza
coraggiosi

da diventare vigliacchi
definitivamente

dal testo : la paura - 1991-1992


Quando sarò capace d'amare
probabilmente non avrò bisogno
di assassinare in segreto mio padre
né di far l'amore con mia madre in sogno.

Quando sarò capace d'amare
con la mia donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità
di un uomo bambino.

Quando sarò capace d'amare
vorrò una donna che ci sia davvero
che non affolli la mia esistenza
ma non mi stia lontana neanche col pensiero.

Vorrò una donna che se io accarezzo
una poltrona, un libro o una rosa
lei avrebbe voglia di essere solo
quella cosa.

Quando sarò capace d'amare
vorrò una donna che non cambi mai
ma dalle grandi alle piccole cose
tutto avrà un senso perché esiste lei.

Potrò guardare dentro al suo cuore
e avvicinarmi al suo mistero
non come quando io ragiono
ma come quando respiro.

Quando sarò capace d'amare
farò l'amore come mi viene
senza la smania di dimostrare
senza chiedere mai se siamo stati bene.

E nel silenzio delle notti
con gli occhi stanchi e l'animo gioioso
percepire che anche il sonno è vita
e non riposo.

Quando sarò capace d'amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento
col dovere

un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume
che fa il suo corso.

Senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.

Così vorrei amare.

*
e non lo so se sia il destino oppure il caso
ma in questi tempi così ostili e incerti
mi prende l’innocente e un po’ ambizioso
proposito di amarti

perché senza due corpi e
due pensieri differenti
finisce il mondo

proposito di amare - giorgiogaber.it

Secondo me la donna
e l’uomo, sono destinati a diventare, uguali. In questa nostra epoca, la civiltà si è data un gran da fare, per attenuare certe differenze che erano causa di profonda ingiustizia.    C’è stato un graduale avvicinamento, nel modo, di comportarsi, di sentire, di pensare.      Insomma, di vivere.
Fino alla tanto sospirata parità. Però, secondo me all'inizio di tutto, c'è sempre una donna.

Secondo me, la donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo.
A volte mai.

un'idiozia conquistata a fatica - 1996- fb/gg - 2017

 

 

 

milano wall art  - artisti ORTICANOODLES - PAO - IVAN   

murales di milanesi  illustri

come Giorgio Gaber  - Enzo Jannacci - Franca Rame - Luchino Visconti - Alda Merini - Giò Ponti - Gianfranco Ferrè - Marco Ferreri - Carlo Emilio Gadda - Gian Maria Volontè - dario fo

2014

MA MI intervento di arte pubblica condivisa
realizzato da Orticanoodles insieme a studenti e riferito alla musica

2016

murale pza card ferrari e ortica


GABER-BREL - DIALOGO

parole - canzoni - immagini
DAL 28 marzo 2019
Bilingue con testo francese a fronte

. Mi fa male il mondo  … Giorgio Gaber 1973
. Un artiste c’est quelqu’un qui a mal aux autres …  Un artista è qualcuno che ha male agli altri - Jacques Brel 1973
fb/giorgiogaber.org - 2019
.

io, noi e gaber - DOCUFILM 2023  -  RAI3 1.1.2024 - raiplay.it/programmi/ionoiegaber 
 facebook.com/watch  gaber jannacci
Attraverso la voce di familiari e amici, Riccardo Milani traccia un ritratto intimo e appassionato di Gaber, un viaggio esclusivo che attraversa tutte le fasi della sua carriera artistica, dalla popolarità televisiva al Teatro Canzone.
fb/gg - 2023
nella cinquina finalista dei Nastri d'Argento - sezione Cinema, spettacolo, cultura - 2024
.
chiedimi chi era gaber - ombretta colli - paolo dal bon
CI RIVEDEMMO A UNA DI QUELLE FESTE MONDANE TIPICHE DELLA CAPITALE, NELL'ATTICO DI UN NOTO PRODUTTORE CINEMATOGRAFICO... QUANDO MI ACCORSI DELLA PRESENZA DI GIORGIO GABER TRA GLI OSPITI NON POTEI FARE A MENO DI CHIEDERMI COSA CI FACESSE UN UOMO COME LUI IN UN AMBIENTE SIMILE: IO, PER QUANTO POCO ENTUSIASTA, MI TROVAVO PERFETTAMENTE A MIO AGIO, MENTRE LUI SEMBRAVA DEL TUTTO IN DIFFICOLTÀ. ERA SOSPESO TRA LA TIMIDEZZA E UN ATTEGGIAMENTO DI SUFFICIENZA: SCAMBIAVA POCHE PAROLE COI PRESENTI, DISPENSAVA SORRISI INCERTI, FUMAVA SEMPRE MOLTISSIMO E, NE SONO SICURA, AVREBBE PAGATO PER ESSERE TRASFORMATO IN UN ELEMENTO DELL'ARREDO". SONO GLI ANNI SESSANTA, E QUELL'INCONTRO DARÀ INIZIO ALLA STORIA D'AMORE TRA OMBRETTA COLLI E GIORGIO GABER. ENTRAMBI AI LORO PRIMI PASSI NEL MONDO DELLO SPETTACOLO, LEI ATTRICE, LUI CANTANTE. LEI BELLA, ESTROVERSA, SICURA DI SÉ, LUI TIMIDO, IMPACCIATO, E SICURO SOLO DEL SUO TALENTO. QUESTO LIBRO È LA STORIA DI TUTTO CIÒ CHE AVVENNE DOPO QUELL'INCONTRO: UN AMORE, UN MATRIMONIO, UNA FIGLIA, UNA COMPLICITÀ DURATA TUTTA LA VITA. E IL RACCONTO DELLE RISPETTIVE CARRIERE, CHE PROCEDEVANO IN PARALLELO E A VOLTE SI INCROCIAVANO. TUTTI E DUE VENIVANO DALLA POVERTÀ, TUTTI E DUE SI ERANO RISCATTATI GRAZIE AL LORO TALENTO. DUE CARATTERI MOLTO DIVERSI MA COMPATIBILI, SE RIUSCIRONO A VIVERE IN ARMONIA ANCHE IL MOMENTO IN CUI LEI DECISE DI CANDIDARSI PER FORZA ITALIA, E LUI DI RISPETTARE LA SUA SCELTA.
"PENSO CHE L'AMORE TRA UN UOMO E UNA DONNA DIVENTI REALE SE E QUANDO ARRIVA IL MOMENTO DI CONDIVIDERE LE FERITE, SPESSO PROFONDE, CHE LA VITA E IL DESTINO HANNO VOLUTO INFLIGGERCI E CHE CIASCUNO DI NOI SI PORTA DENTRO . DI SOLITO NE PARLIAMO MALVOLENTIERI, MA SE TRA DUE PERSONE SI STABILISCE LA GIUSTA COMPLICITÀ È NATURALE APRIRSI, AFFRONTARE IL GROVIGLIO DI SOFFERENZA, PAURA E SMARRIMENTO CHE CI PORTIAMO DENTRO, E IL DOLORE DI UNO DIVENTA IL DOLORE DELL'ALTRO . "
mondadoristore.it - 2020

GUARDATEMI BENE

 

eccomi davanti a voi
non per fare strani mischiamenti
non per stare insieme
non mi va la vostra scuola, la vostra famiglia
e di rispettarvi non ho nessuna voglia.

Guardatemi bene
non credo più a niente
non voglio più lavorare
come un deficiente.

Non ho più speranze
mi sono fregato
ma ormai me ne fotto.
Avete visto come sono ridotto.

Guardatemi bene
ora non ne posso più
non ho più problemi di coscienza
ne ho le palle piene.

Me ne frego dei partiti
me ne frego dei gruppi
tentativi disperati
ne ho fatto già troppi.

E ora andiamo a ballare
tanto per consolarci
su quello che rimane
sui circoli ARCI.

Arriva la febbre
del sabato sera
e io mi ci butto.
Avete visto come sono ridotto.

Guardatemi bene
eccomi davanti a voi
con lo stile arguto
di un giullare gaio, originale
eccomi che mi esibisco e vi rido sul muso
fiero dei miei orecchini e degli spilli nel naso.

Guardatemi bene
mi fa schifo la gente
quando vi mostro il culo
è un segnale importante

sono un vostro figlio
una vostra creazione
un vostro prodotto.
Avete visto come sono ridotto.

Guardatemi bene
eccomi davanti a voi
questa volta senza recitare
senza fare scene

eccomi davanti a voi
come fossi a un processo
fiero dei miei vent'anni
buttati nel cesso.

Guardatemi bene
sono distrutto e impotente
sono la degradazione
non sono più niente.

Guardatemi bene
ho gli occhi nel vuoto
drogati e corrotti.
Avete visto come siete ridotti
avete visto come siete ridotti.

La Libertà

 


Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.

Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un’avventura.
Sempre libero e vitale
fa l’amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un’opinione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza
con addosso l’entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un’invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

dialogo tra un impegnato e un non so 1972

facebook.com/watch

 

 

 

udinetoday.it/cronaca/udine-citta-poesia  - video 2018

 

                                    

non insegnate

ai bambini

www.youtube.com/watch?v=VCEY50KcKYc

 
Non insegnate ai bambini
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male
forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza.
Non elogiate il pensiero
che è sempre più raro
non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita
Giro giro tondo cambia il mondo.
Non insegnate ai bambini
non divulgate illusioni sociali
non gli riempite il futuro
di vecchi ideali
l'unica cosa sicura è tenerli lontano
dalla nostra cultura.

Non esaltate il talento
che è sempre più spento
non li avviate al bel canto,
al teatro, alla danza
ma se proprio volete
raccontategli il sogno
di un'antica speranza.
Non insegnate ai bambini
ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
stategli sempre vicini
date fiducia all'amore il resto è niente.
Giro giro tondo cambia il mondo
Giro giro tondo cambia il mondo

https://youtu.be/_2IkxdMDTwQ  - arisa 2013

 

 

 

L'uomo che sto seguendo

è troppo vile per dedicarsi al male
è troppo altero

troppo intelligente per affidarsi a dio
l'uomo che sto seguendo è un uomo normale
L'UOMO CHE STO SEGUENDO SONO IO

80.117.202.20/librizzi

 

 




' Qui nacque nel 1939 GIORGIO GABER  -  Inventore del Teatro - Canzone  -  La sua opera accompagna vecchie e nuove generazioni sulla strada della libertà di pensiero e dell'onestà intellettuale '

targa sulla facciata della casa di via Londonio  a Milano per gli ottant'anni della nascita del Signor G.
iniziativa del condominio e accettazione della Fondazione Gaber
2019

Milano  intitola a Giorgio Gaber il Teatro Lirico
sindaco PISAPIA -  Un teatro amato dai milanesi come lo e' stato il grande cantautore che alla nostra citta' e ai suoi quartieri ha dedicato canzoni bellissime .   Il Lirico è pronto a rinascere come lo vogliamo .  il Teatro dei Milanesi .  il teatro di tutti  -  2014
inaugurazione ufficiale 22.12.2021 -  facebook.com/teatroliricogaber

 

 

 

FESTIVAL MILANO PER GABER
dal 200
3 organizzato dalla Fondazione Gaber con il sostegno della Regione Toscana e numerose provincie e comuni
Per la
prima volta ad un cantautore - nel caso di Gaber anche attore e drammaturgo - viene riservato dal MIUR e dalle scuole italiane quella importante attenzione, che solitamente riscontriamo solo per i classici della cultura ...  oltre alla lombardia si estendono   le Lezioni gaberiane  anche alle  provincie toscane che hanno aderito al Festival .
giorgiogaber.it - 2014
.

GABER 2003 - 2018 - a 15 anni dalla scomparsa esce Le donne di ora - Ideato e prodotto da Ivano Fossati.    L’album si apre con l’inedita title track Le donne di ora Scritta nella primavera del 2002 - POCO TEMPO PRIMA DI MORIRE -  visione ironica e disincantata secondo Gaber e Luporini e sembra un brano scritto oggi.
giorgiogaber.it -  fondazione giorgio gaber - 2018 - https://youtu.be/XdY7Tm9w8o0   -   facebook.com/GiorgioGaberOfficial/videos

.

2003 - 2023 -  20 anni senza gaber

www.facebook.com/watch
https://sprea.it/rivista/37858-vinile-dossier-n1  - gaber racconta se stesso - rivista monografica
.
il signor g nelle universita
L'obiettivo, insieme ad alcuni docenti delle facoltà umanistiche, è quello non solo di far conoscere il Teatro-Canzone, ma anche quello di mostrare l'attualità del pensiero di Gaber e la sua valenza formativa.
fb/gb - 2023
.
piazza giorgio gaber - omaggio del comune di bergamo - 20.4.2024
.

 

 

Mi piaceva di Gaber il suo cinismo ma in senso positivo 

nel suo essere molto composto e asciutto

sia nei movimenti che nel pensiero.
monicelli - viareggio 2009
ansa.it

FERNANDA PIVANO su GIORGIO GABER
"Ci sono personaggi, artisti, amici, per i quali tutto si vorrebbe fare piuttosto che commemorarli, e Giorgio Gaber per me era uno di questi.
Ricordo come fosse ieri l’emozione ancora intatta di quando ascoltavo le sue proteste, le sue disperazioni, le sue vane speranze, senza mai una delusione, sempre aspettando con trepidazione la prossima rivelazione che ci avrebbe fatto dei suoi sogni, dei suoi scontri con la realtà.
Si usciva da teatro muti di ammirazione, ed un po’ delusi. Perché sapevamo che le sue confessioni erano troppo intime perché le potessimo ricordare, e perché pensavamo a quando l’avremmo incontrato in case sofisticate che si gloriavano di avere solo per sé qualche sua ora privilegiata.
E lì lo avremmo ascoltato parlare come un intellettuale raffinato, più che come un provocatore o un confidente. Come un intellettuale che per un minuto smetteva il suo pianto segreto, la sua rabbia, il suo sogno, e parlava intonato ai sorrisi delle belle signore.
Pochi sapevano la storia di Giorgio.
Gli anni Sessanta che non sono stati in realtà facili per nessuno, e quasi per tutti hanno significato disperazione e impegno, rigore, amorosa protesta. Poi gli anni Sessanta sono finiti, le loro cicatrici no: e per quarant’anni, per troppi Giorgio Gaber è rimasto il diciannovenne cantante della tv. Anche se era figlio del jazz, del rock, del Santa Tecla. Degli orrori della guerra, delle cantine segrete.
Gaber, ragazzo incendiario ed incendiato.
Poi gli anni sono passati anche per lui e nella sua vita è entrato Sandro Luporini, il grande complice.
Per nuovi anni in cui la parola chiave è diventata “impegno”. Ed in cui però Gaber avrebbe fatto la parte del “non so”, mettendo in crisi le certezze sempre meno certe dell’“impegnato”.
E proprio lì è nato il problema chiave dell’opera di Gaber, che ha appassionato tanti di noi. Il problema della libertà, che ha creato comunicazione assoluta tra lui e il pubblico.
Dopo, Gaber e Luporini hanno affrontato il riflusso. Hanno provato a rispondere ad un mondo che si vantava della mancanza di ogni morale con l’offerta di una morale che risolvesse il potere e l’antipotere in un’attesa da realizzare in silenzio.
Ma noi eravamo troppo egoisti. E Gaber ha finito per offrirci il suo sarcasmo. In cui nascondeva la soluzione che sembrava la più facile, mentre è la più impegnativa: il sentimento.
Chi lo sa se è vero che la sua generazione ha poi perso. Ma chi ha creduto in Gaber non si è lasciato fermare dalla crisi, e sa che la sfiducia di quel suo “Io non mi sento italiano” è stata sconfitta dal suo gesto d’addio, da quel verso immortale: “Date fiducia all’amore / il resto è niente”.
Ah, Gaber, chissà se ti abbiamo ringraziato abbastanza.
fb/giorgiogaber - 2014 

La mia generazione ha perso
Chiunque ascolti questo disco può constatare che la testimonianza di Gaber non concede nulla alla futilità dell’autobiografismo depositato nelle microstorie personali o di gruppo; essa va sùbito al nòcciolo della questione, valorizzando il radicalismo di una generazione che ha osato sfidare i poteri costituiti e scontrarsi con essi non solo nelle famiglie, ma anche nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università, nei quartieri, nelle caserme e nelle piazze: La mia generazione ha visto  le strade le piazze gremite di gente appassionata sicura di ridare un senso alla propria vita … La mia generazione ha visto migliaia di ragazzi pronti a tutto  che  STAVANO CERCANDO  di cambiare il mondo  .  possiamo raccontarlo ai figli  senza alcun rimorso .
...   varesenews.it

in un tempo di rassegnata decadenza
serpeggia la paura nascosta dall'indifferenza
da 'io come persona'

provaci ancora, giorgio 

di massimo bernardini      giorgiogaber.org

La mia generazione ha perso è stato avvertito da molti come un giudizio implacabile sull’Italia del 2001.

Che effetto le fa oggi il nostro Paese  ?
Più tristezza che orrore. Il mondo occidentale in generale mi suscita orrore, l’Italia invece mi suscita tristezza.

La sento travolta da un’inarrestabile decadenza. Le faccio un esempio attraverso la televisione. Ho contribuito alla prima fase della tv italiana: noi che la facevamo eravamo sorpresi e intimiditi dalla forza del mezzo (in 45 secondi diventavi qualcuno in tutto il Paese). La sorpresa era nell’effetto unificante, la Tv era un luogo che intimoriva all’interno e suscitava entusiasmi all’esterno. Adesso è tutto alla rovescia: sono allegri quelli che la fanno e annoiati quelli che la vedono. Quanto poi al tema de La mia generazione ha perso, è stato certamente giusto lottare per una consapevolezza nuova, ma poco alla volta ci siamo accorti che qualcosa si rompeva, che il nostro era sempre più uno «sviluppo senza progresso», come avvertì Pasolini. L’individuo è ormai travolto dal mercato e dal consumo, non abbiamo saputo dare un senso  al superfluo. Ci siamo allontanati da chi lo subiva lasciando che corrompesse il popolo. Il difficile dopoguerra dei nostri genitori ci aveva messo davanti un mondo in cui avanzare verso il meglio; noi invece lasceremo ai nostri figli solo incertezza sul futuro.

Oggi si fa un gran dire: i genitori devono parlare coi figli. Sì, ma di cosa, se non hanno più niente da dire  ?

In questo senso la nostra generazione ha perso, è passata dall’opposizione ai padri autoritari  al nostro niente, a una autorevolezza mancata.

Vengo dalla guerra, da una città distrutta: noi avevamo davanti un mondo tutto ancora da conquistare.

Nei ragazzi di oggi, invece, sento il rischio della mancanza di un futuro da conquistare, che li fa oscillare fra il velleitarismo e la depressione.

Nel disco c’è una canzone molto intensa che mi pare contenga anche un riferimento autobiografico, o almeno generazionale, Quando sarò capace di amare. Lei, dopo trentasei anni di matrimonio, ci è riuscito  ??GIORGIO GABER
No, non sono riuscito a imparare. Con Ombretta, mia moglie, c’è un grande patto, un noi molto presente per cui abbiamo molto resistito, senza che mai abbia prevalso l’idea di dividersi. Anche nei momenti difficili è come se avessi sempre pensato che quella era la mia vita, una scelta definitiva. Non c’era il poi vediamo come va, mi è sempre sembrato per sempre.

 

giorgio gaber - GABERSCIK

milano 25 gennaio 1939 - 1 gennaio 2003

padre sloveno - madre veneta

morto a Montemagno a 63 anni dopo una lunga malattia nella casa in provincia di Lucca -  dove si era recato per trascorrere il Natale con la moglie e la figlia Dalia.  POSTUMO L'ultimo disco  'Io non mi sento italiano' .
giorgiogaber.org

.

 

vita e opere del signor g

Non poteva mancare, nella bella collana “Parole e canzoni” curata da Vincenzo Mollica, una ricognizione nell’ormai lunga carriera artistica di Giorgio Gaberscik, in arte Gaber. Milanese, classe 1939, egli debutta giovanissimo al Santa Tecla, un locale di Milano dove si esibisce con Celentano, i Rocky Mountains ed Enzo Jannacci. Inizialmente, il suo repertorio prevede canzoni fragili e garbate (“Non arrossire”, il brano più celebre del periodo); ma, poco alla volta, i suoi interessi prendono a spostarsi verso argomenti e tematiche differenti. 
Già nel ‘69, con “Suona chitarra”, cerca di spiegare al pubblico che la musica può non essere solo evasione; l’anno dopo, il suo discorso vieppiù si precisa con “Il signor G”, che ne segna il debutto al Piccolo Teatro di Milano e dà pure il via alla fortunata collaborazione artistica con Sandro Luporini, un pittore viareggino assieme al quale firmerà in seguito tutti i propri spettacoli. Inventore del teatro-canzone, mescolanza ardita di brani recitati e cantati da un individuo solo al centro della scena, Gaber porterà dipoi detta formula alla perfezione attraverso lavori straordinari quali “Dialogo tra un impegnato e un non so” (1972), “Far finta di essere sani” (1973), “Libertà obbligatoria” (1976), “Polli d’allevamento” (1978), sino ad “Un’idiozia conquistata a fatica” (1997) ed al recente ritorno alla forma-disco de “La mia generazione ha perso” (2001).
Come d’uso, il cofanetto contiene un libro ed una cassetta: il volume, dall’appropriato titolo “La libertà non è star sopra un albero”, presenta - dopo un’interessante prefazione di Gad Lerner ed una introduzione di Massimo Bernardini - un’ampia scelta di canzoni e monologhi teatrali suoi; il vhs allinea invece, in poco più di 70 minuti, una eccelsa sintesi dell’intero percorso musicale del Nostro, dalle prime apparizioni televisive (“Ciao, ti dirò”, nel 1959 al “Musichiere”) sino alle più recenti (come quella in “Pinocchio” del 1998, con l’esecuzione della commovente “Qualcuno era comunista”). E’ l’occasione, insomma, per accostarsi a un protagonista della vita culturale nostrana dell’ultimo mezzo secolo, attraverso un’antologia ragionata ch’è quasi una summa dell’arte sua.

rai
Giorgio Gaber spiega a Vincenzo Mollica nella trasmissione     ' Ricordando il signor G del 2003  i motivi dell’abbinare nei suoi spettacoli monologhi e canzoni che ha portato a costruire un genere di canzone in forma di teatro.

www.facebook.com/watch  - fb/rai cultura

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Credo che il pubblico mi riconosca una certa onesta' intellettuale.

Non sono ne' un filosofo ne' un politico ma una persona che si sforza di restituire - sotto forma di spettacolo -  le percezioni, gli umori, i segnali che avverte nell'aria.

-gg

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Gaber è stato forse l’unico
ad essere contemporaneamente rivoluzionario, politico, innovatore, ed anche comunicatore. Nonché poeta.      Un poeta che però ci si era presentato con un biglietto da visita sconvolgente.     Le prime volte che andammo a vederlo eravamo infatti legatissimi al fare politica del mondo studentesco: un mondo rigido, ideologico. Mentre lui parlava di personale, di privato.   Argomenti di cui noi ragazzi sentivamo confusamente l’esigenza, ma che non avevamo mai considerato sino in fondo. Almeno, prima che Gaber col suo teatro li portasse in primo piano.        Con quella sua proposta così diversa dalle altre crediamo che Gaber abbia fatto crescere un’intera generazione di giovani. Ed insieme ai suoi colleghi anche una città.
Fo   infatti aveva innervato la cultura milanese di un senso religioso della vita, anche se per lo più vissuto criticando una certa Chiesa. Jannacci vi aveva importato emozioni nuove,   diverse,   profonde con quel suo guardare la Milano dei poveri. E Gaber accese una luce sulle problematiche personali.    Quelle legate alla vita  :  e dunque ben oltre quanto era legato alla sola politica.    Anche se in fondo potremmo anche dire che ci restituì prospettive che alla partenza del Sessantotto c’erano sì state, ma poi erano uscite dall’orizzonte di noi ragazzi.     Però il fatto è che fu lui che ce le fece riabbracciare. E facendocele riabbracciare ci aiutò a crescere come persone, prima di offrirci mille spunti per imparare il mestiere dell’artista.
Gino e Michele
il signor g - raccontato da intellettuali, amici, artisti
fb/gb - 12.12.2018

Giorgio Gaber aveva visto lontano,    i suoi brani sono ancora attualissimi, perché affrontava delle tematiche che riguardavano tutti .    Io credo che andrebbe studiato nelle scuole .   Penso sia giusta questa riscoperta di un cantante che è riuscito a fotografare un’epoca complicata .    Il suo era un pubblico di sinistra, acculturato, con cui doveva fare i conti. Ma era molto amato ...
Oggi credo che Gaber sarebbe un cane sciolto, assolutamente critico e perdente, i suoi ideali non sono stati realizzati, sarebbe un deluso della società ...

renzo arbore
francesca de sanctis - https://espresso.repubblica.it/giorgio_gaber_renzo_arbore - 2023

 

I nostri occhi l'avevano capito e si davano già del tu
dopo la prima sera

 

.

 

 
A MEZZOGIORNO
A MEZZOGIORNO SUONA LA SIRENA E LEI
COME OGNI GIORNO È LÌ CHE ASPETTA LUI
FRA QUALCHE ATTIMO SON TUTTI FUORI GIÀ
TRE QUARTI D'ORA E SI RIPRENDERÀ  .
SUONA UNA RADIO LÌ VICINO
QUALCUNO CHIAMA UN RAGAZZINO
LA STRADA É VUOTA C’È UN PO’ DI SOLE
TUTTO SI FERMA PER UN PO’   .
SEI QUI DA MOLTO
NO SONO APPENA ARRIVATA
SEI COSÌ BELLA
MA DAI SONO COSÌ CONCIATA
COS’HAI PORTATO
COS’HO PORTATO NON SI SA
HAI PROPRIO FAME
VIENI METTIAMOCI PIÙ IN LÀ  .
A MEZZOGIORNO SUONA LA SIRENA E LEI
COME OGNI GIORNO SIEDE ACCANTO A LUI
LUI L'ACCAREZZA E POI LA STRINGE FORTE A SÉ
APRE LA BORSA E GUARDA COSA C'È  .
INSIEME MANGIANO SUL PRATO
QUELLO CHE LEI GLI HA PREPARATO
POCO LONTANO UN AEROPLANO
LASCIA UNA STRISCIA E SE NE VA  .
COME MI PIACI SAI COSA MI VIENE IN MENTE
MA DAI STAI BUONO NON VEDI CHE C’É GENTE
MA NON CAPISCI CHE SE NE INFISCHIANO DI NOI
TI ASPETTO A CASA MA TORNA SUBITO SE PUOI  .
ANCORA UN ATTIMO
UN BACIO E SE NE ANDRÀ
E LA SIRENA ANCORA SUONERÀ  .
ALCUNI GIOCANO A PALLONE
MANGIANDO L’ULTIMO BOCCONE
SUL PRATO VERDE
QUALCHE GIORNALE
CHE ORA IL VENTO MUOVE UN PO’
1971

.

 

 

Benvenuto il luogo dove
non si prende niente sul serio
dove forse c'è il superfluo
e non il necessario
il luogo dove il sentire è più importante
dove malgrado l'ignoranza
tutto è intelligente.
Benvenuto il luogo dove
se un tuo pensiero trova compagnia
probabilmente è già il momento

di cambiare idea
dove fascismo e comunismo

sono vecchi soprannomi per anziani
dove neanche gli indovini pensano al domani

https://youtu.be/G_fcn1qA1w4  - io se fossi gaber

 



Chissà dove te ne vai
quando ti addormenti
Chissà che sorrisi fai
che poi non ti rammenti
Non so quali strade
conducano ai tuoi sogni
e quali cieli si aprono per te
Ogni notte ti perdo
e mi si ferma il cuore
Ogni giorno ti trovo
e sei un altro Amore
Chissà dove te ne vai
quando hai gli occhi chiusi
lo so ed anche tu lo sai
la vita ci ha delusi
Il nostro orizzonte
è sempre più sfumato
e il tempo corre e frena su di noi
Ogni notte ti perdo
e mi si ferma il cuore
Ogni giorno ti trovo
e sei un altro Amore
Ogni giorno ti trovo
e sei un altro Amore ...

1969
https://youtu.be/Gyc8j4lAMB4

 

 

 

 

NON ARROSSIRE
QUANDO TI GUARDO
MA FERMA IL TUO CUORE
CHE TREMA PER ME
NON AVER PAURA
DI DARMI UN BACIO
MA STAMMI VICINO
E SCACCIA I TIMOR
IL NOSTRO AMOR
NON POTRÀ MAI FINIRE
STRINGITI A ME
E POI LASCIATI ANDAR
NO NON TEMERE
NON INDUGIARE
NON SI FA DEL MALE
SE PURO È L’AMOR
NON ARROSSIRE
QUANDO TI GUARDO
MA FERMA IL TUO CUORE
CHE TREMA D’AMOR

.

 

 

la solitudine non è mica una follia

è indispensabile per star bene in compagnia

da la solitudine

 

 

 

 via giorgio gaber a milano

 

dal 2 ottobre 2019 - valore 1,10 euro

800.000 esemplari

poste italiane_ministero sviluppo economico


 




avrebbe compiuto 83 anni - doodle google - 2022

 

 

 

 

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