Un sogno fatto a Mantova 1979
L’Improbabile 1982
L’impossibile e la libertà. Rimbaud 1988
QUEL
CHE FU SENZA LUCE. INIZIO E FINE DELLA NEVE 1991
Shakespeare :
théâtre et poésie 1998
Lo sguardo per iscritto. arte del Novecento 2000
Trattato del pianista 2000
Seguendo un fuoco. Poesie scelte 1953-2001 2003
Osservazioni sullo sguardo 2003
Il disordine. Frammenti 2004
L’Entroterra 2004
Ieri deserto regnante seguito da Pietra scritta 2005
La civiltà delle immagini. Pittori e poeti d’Italia 2005
La comunità dei traduttori 2005
Terre intraviste. Poesie 1953-2006 2006
Goya, le pitture nere 2006
Poesia e Università 2006
Rome: 1630 2006
Le assi curve 2007
IL GRANDE SPAZIO 2008
Art et nature 2009
Edward Hopper - fotosintesi dell'essere 2009
Farhad Ostovani 2009
Il poeta e il fluire ondeggiante delle moltitudini 2009
RIMBAUD - SPERANZA E LUCIDITA 2010
L'ALLEANZA TRA LA POESIA E LA MUSICA 2010
L'ARBRE DE ALEXANDRE HOLLAN 2010
L'OPERA POETICA 2010
sotto il
segno di baudelaire - 2011
le
photographe dans le train 2012
bonnefoy traduce pascoli + CD - 2012
l'ora presente 2013
l'autre
langue a portee de voix 2013
orlando furioso guarito - 2014
Il Digamma e altri scritti
- 2014
miro' - 2014
POESIA E FOTOGRAFIA - 2015
SULL'HAIKU - 2015
ENSEMBLE ENCORE - 2016
IL SECOLO DI BAUDELAIRE - 2016
LUOGHI DESTINI dell'IMMAGINE - 2018
NELL'INGANNO DELLA SOGLIA - 2021
LA SCIARPA ROSSA - 2021
insieme ancora - 2022 - postumo
festivaletteratura.it
ibs.it unilibro.it
zam.it
RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
PRIX DE L'EXPRESS 1958 L'EXPRESS PRIZE
FOR ESSAYS 1959 PRIX DES CRITIQUES 1971 CECIL HEMLEY PRIZE
1977 MONTAIGNE PRIZE 1978 ACADÉMIE FRANÇAISE GRAND POETRY
PRIZE 1981 SOCIÉTE DES GENS DE LETTRES GRAND PRIZE 1987
PRIX GONCOURT-HUDSON REVIEW'S BENNETT AWARD '88 PREMIO BALZAN
1995 PREMIO GRINZANE CAVOUR 1997 PREMIO LERICI 2001
PREMIO PIER PAOLO PASOLINI 2005 PREMIO FRANZ KAFKA 2007
PREMIO POESIA PIERRETTE MICHELOUD 2011 PREMIO INTERNAZIONALE
NONINO 2015 CATTEDRA INT. POESIA CENTRO INT. SCRITTORI
CALABRIA_CIS 2019
LAUREA HONORIS CAUSA
. UNIVERSITÉ NEUCHÂTEL
. AMERICAN COLLEGE PARIGI
. UNIVERSITÀ DI CHICAGO
. TRINITY COLLEGE DUBLINO
. UNIVERSITÀ DI EDIMBURGO
. UNIVERSITA ROMA TRE
. UNIVERSITA OXFORD
. UNIVERSITA SIENA
. UNIVERSITA NAPOLI L'ORIENTALE
Qui, è il
luogo chiaro . Non è più l’alba È già la giornata dei desideri
esprimibili . Dei miraggi di un canto nel tuo sogno
non resta Che questo scintillio di pietre future
.
Qui, e fino a sera . La rosa
di ombre Si girerà sopra i muri . La
rosa di ore Sfiorirà senza rumore .
Le chiare lastre di pietra Condurranno a lor grado questi passi
invaghiti del giorno .
Qui, sempre
qui. Pietra su pietra Hanno costruito il paese dettato dal
ricordo . A malapena se il rumore dei semplici
frutti che cadono In te ancora infebbra il tempo che sta
guarendo .
poesia francese del novecento
ICI, TOUJOURS
ICI Ici, dans le lieu
clair . Ce n'est plus l'aube C'est déjà la journée aux dicibles
désirs . Des mirages d'un chant dans ton rêve
il ne reste Que ce scintillement de pierres à
venir .
Ici, et jusqu'au soir . La
rose d'ombres Tournera sur les murs . La rose
d'heures Défleurira sans bruit .
Les dalles claires Mèneront à leur gré ces pas épris du
jour.
Ici, toujours ici .
Pierres sur pierres Ont bâti le pays dit par le souvenir . A peine si le bruit de fruits simples
qui tombent Enfièvre encore en toi le temps qui va
guérir .
La voix de ce
qui détruit Sonne encor dans l’arbre de pierre . Le
pas risqué sur la porte Peut encore vaincre la nuit .
D’où vient l’Œdipe qui passe ? Vois, pourtant, il a gagné
. Une sagesse immobile Dès qu’il répond se dissipe .
Le Sphinx qui se tait demeure Dans le sable de
l’Idée . Mais le sphinx parle, et succombe .
Pourquoi des mots ? Par confiance Et pour qu’un feu
retraverse La voix d’Œdipe sauvé .
il mirto Eri la terra, a volte lo
sapevo sulle tue
labbra bevevo l’angoscia delle fontane sgorgante da pietre calde, e l’estate dominava lassù pietra felice e bevitore .
Ti dicevo di mirto, a, volte, e bruciavamo un giorno intero l’albero dei tuoi gesti . Grandi fiammate rapide di luce vestale . cosi t’inventavo fra i tuoi capelli chiari
.
Grande e nulla un’estate ci aveva arso i
sogni arrochita la
voce, cresciuto il corpo, disfatte le catene . A volte il letto vorticava, una barca alla
deriva che si
avvia lentissima verso il centro del mare .
LE MYRTE Parfois je te savais la terre, je buvais Sur tes lèvres l’angoisse des fontaines Quand elle sourd des pierres chaudes, et
l’été Dominait
haut la pierre heureuse et le buveur .
Parfois je te disais de
myrte et nous brûlions L’arbre de tous tes gestes tout un jour . C’étaient de grands feux brefs de lumière
vestale . Ainsi je
t’inventais parmi tes cheveux clairs .
Tout un grand été nul
avait séché nos rêves Rouillé nos voix, accru nos corps, défait
nos fers . Parfois
le lit tournait comme une barque libre Qui gagne lentement le plus haut de la mer
.
PER SOPRAVVIVERE CI VUOLE POESIA
PREMIO INTERNAZIONALE
NONINO 2015 LA POESIA DI YVES BONNEFOY È UNA LIRICA DI
PRESENZA CHE ALBERGA NEGLI INTERROGATIVI SUSCITATI DAL MONDO. SOLLEVANDO TALI
QUESITI ED ELEVANDOLI AL MASSIMO LIVELLO, ESSA ILLUMINA IL CAMMINO E DISPIEGA
VASTI ORIZZONTI PER RINNOVARE LA VISIONE DEL MONDO, LA RICERCA E IL CONFRONTO -
CON I SUOI VERSI RISVEGLIA L’ENERGIA UMANA PIÚ CREATIVA, TRASCENDENDO L’ASSENZA
DEL MONDO D’OGGI. NELLA NEBBIA UNIVERSALE SOLLEVATA DALLA GLOBALIZZAZIONE APRE
ORIZZONTI PER RINNOVARE LA VISIONE DELLA REALTÀ.
ADONIS- MEMBRO DELLA GIURIA librimondadori.it - 2015
OGNI FORMULAZIONE LINGUISTICA, PUÒ ESERCITARE UN POTERE SOTTILE
E FEROCE, CHE CONSISTE NEL FAR SPARIRE 'CE QUI EST' - CIÒ CHE È - NELLA PAROLA
CHE LO NOMINA, NELLA CONCATENAZIONE DEI CONCETTI.
MA È PROPRIO A QUESTO PUNTO
CHE INIZIA IL COMPITO DELLA POESIA, NEL METTERE IN DISCUSSIONE IL SUO STESSO
STRUMENTO, LA LINGUA, CON LO SCOPO DI RIGENERARE LE PAROLE, DI TRASFORMARE
L'ASSENZA DELL’OGGETTO NOMINATO IN PRESENZA. LA POESIA SI OPPONE COSÌ ALLA
CONCETTUALIZZAZIONE, LA QUALE SLEGA L’IDEA DAL CORPO CHE LA ESPRIME. lorena zaccagnino -
mondodomani.org -
2015
NEI FRANGENTI PEGGIORI DOBBIAMO INSISTERE PER LA
LIBERTÀ DELLA PAROLA, PERCHÉ ESSA È L'ORIGINE DI TUTTE LE ALTRE, CHE
RAPPRESENTANO IL FERMENTO ESSENZIALE NELLA MATURAZIONE DI CIASCUN
COMPITO - SENZA ECCEZIONI - CHE L'ANIMO DEVE DARSI. LA POESIA, ESERCIZIO
DI LIBERTÀ, NON È UN DIVERTISSEMENT. È CIÒ CHE CI PERMETTERÀ DI CHANGER
LA VIE.
lucia aviani - messaggeroveneto.gelocal.it -
2015
.
LA LETTERATURA È UNA POSSIBILITÀ DEL LINGUAGGIO - LA POESIA È UN
MODO DI RISVEGLIARE LA PAROLA .
...
La poesia sgorga da profondità inconsce e non da fatti
contingenti : è sempre un gesto del tutto imprevisto e
imprevedibile .
.
ENSEMBLE ENCORE
car c'est vrai que rien n'est réel, de cette salle
où nous somme ensemble, vous et nous,
a-t-elle des cloisons, elles s'effacent
dès que je m'en approche. je ne sais
si c'est dedans, dehors, cette nuit claire
je prend la coupe, je l'élève, elle n'est plus. ensemble encore - 45 esemplari numerati - 2016
.
INSIEME ANCORA
... edizione per la prima volta al pubblico italiano
.
postumo .
Questo
sole nella stanza vuota, è la notte Accetta di brancolare nella luce Entra, perché i tuoi occhi s’aprano
di più Perfino perché dardeggino .
Bella la luce
Che avvolge, a sera Questi mandorli
che avevamo piantato Ah, amica mia Credo, quasi so Che
la bellezza esiste e significa . Credo Che abbia ancora
senso far nascere Attesto che le parole hanno diritto al
senso Comunque quando è difficile Fare di questa fede un
pensiero Quanto sembra naturale averne vergogna !
.
Amici miei, amate
mie Vi
lego i doni che mi faceste Questa terra vicina al cielo, ad esso
avvinta Da queste innumerevoli mani,
l’orizzonte . Vi lego il fuoco che guardavamo Ardere nel fumo delle foglie secche Che un giardiniere dell’invisibile
aveva spinto Contro uno dei muri della casa
perduta .
.
Si erano scorti da lontano tra la
folla
Si conoscevano solo di vista Si sedettero uno accanto all'altra
per ascoltare La musica sublime di quella sera .
L'opera sapeva molto dell'uno e dell'altra Parlava a ciò che non osavano essere Prese loro le mani, affinché farne Riconoscenza e condivisione e
desiderio . Di mani che s'uniscono s'accresce lo
spirito E ancor più penetrante è la musica . Ancor più essa è il vero che è il
semplice . Una barca i loro corpi avvinti che
solleva L'ardore che farà nascere, e vicina è
l'alba Quasi già sorto il loro secondo
giorno .
Ciascuno dei testi raccolti
nella silloge riflette l’esigenza di rivolgersi a qualcosa o a qualcuno
: una luce, un amico, una donna amata, un luogo custode di
ricordi, il cielo stellato . Ma il dire che il poeta
sperimenta non si riduce a una ricostruzione di sensazioni o memorie,
non costituisce un mero significato; Bonnefoy rintraccia innanzitutto un
suono, un ritmo, una dimensione in cui il senso profondo della sua
stessa esistenza, del suo lavoro, divenga armonico e, in accordo con
l’universo, si faccia musica . Una musica che,
nonostante la mortalità a cui ogni cosa è soggetta, non si estingue e
continua ancora a farsi legame e «lascito», come sottolinea Fabio Scotto
nell’Introduzione, per le future generazioni dell’umanità . ilsaggiatore.com - ibs - hoepli -
maremosso.lafeltrinelli.it - 2022
glistatigenerali.com/questa-terra-vicina-al-cielo
L’écharpe rouge - LA SCIARPA ROSSA un'idea di racconto Ciò di cui avevo disposto, fin dai
primi giorni, era una poesia, di un centinaio di versi. La mia idea di
racconto stava in parole portate, per non dire prodotte, dalle esigenze
di un ritmo. Ma quando avevo constatato di non saperla interamente
comprendere, per eliminare l’ostacolo avevo immaginato di darmi a una
scrittura in prosa. ... L’ampia sciarpa rossa che portavate
! Me ne sono ricordato in certi momenti della mia vita .
La paura, ah, di più ancora ! Un brivido Lo spavento che
nasce Da un passo udito in una casa vuota . ... ibs - liminarivista.it/sciarpa-rossa - 2021
NELL'INGANNO DELLA SOGLIA
Io grido, Ascolta Una musica è cessata . Ovunque, in quel che è S’alza il vento e scioglie . Oggi la distanza tra le maglie Esiste più delle maglie Noi buttiamo una rete che non pesca . Finire, ordinare Più non lo sappiamo . Tra l’occhio che s’accresce e la parola più
vera Si strappa la
fodera del terminabile . tratto da 'la terra'
Pace, sull’onda
che va. Il tempo scintilla . Si direbbe che la barca si sia
fermata . Si sente solo il lanciarsi, il
frangersi Contro il fianco deserto, dell’acqua
infinita .
Ogni poesia scalfisce una
resistenza, eleva il linguaggio, ripudia la banalità, si misura con la
vita. È questo l’insegnamento di Nell’inganno della soglia, raccolta che
ha segnato la poesia del Novecento e un capitolo straordinario della
vicenda artistica di Yves Bonnefoy, il quale qui più che mai piega il
linguaggio e si getta nella materia che lo nutre: l’esperienza sempre
tesa del vivere. Nell’inganno della soglia è una riflessione sulla
natura, sulla memoria e sullo scorrere del tempo: la parola di Bonnefoy
non può esistere senza un accordo con il paesaggio, con gli umani e gli
oggetti che lo abitano, e fa i conti con la condanna della nostra
mortalità. Pubblicato per la prima volta nel 1975 e qui presentato in
nuova traduzione, Nell’inganno della soglia raccoglie il frutto di
decenni di sperimentazione poetica e conserva ancora tutta la sua
potenza, mostrando, come scrive Fabio Scotto nell’introduzione, che
«scrivere è varcare una soglia, quella dell’indicibile, scontrarsi a una
porta coriacea, ingannevole, chiusa». saggiatore - 2021 - nuoviargomenti.net/nellinganno-della-soglia
Luoghi
e destini dell'immagine -
Un corso di poetica al Collège de France 1981-1993 Yves Bonnefoy propone in questo libro i riassunti
delle lezioni tenute dal 1981 al 1993 presso la cattedra di "Études
comparées de la Fonction poétique" al prestigioso Collège de France. Già
dalla lezione inaugurale "La presenza e l'immagine" si delinea il vasto
e suggestivo itinerario di pensiero che lo conduce, attraverso un
costante confronto fra la poesia, l'arte e la filosofia, da Giacometti a
Shakespeare, da Carracci e Caravaggio a Laforgue, da Baudelaire a
Mallarmé. Ne risulta un percorso illuminante capace di levare uno
sguardo lucido e acutissimo sulle questioni nodali della poesia in
rapporto all'immagine e agli inganni della rappresentazione, alla
ricerca di quel «vero luogo», che è la terra, e della «verità di parola»
cui è legato il senso stesso della «presenza» come unico modo di vivere
pienamente l'essere nel mondo e la relazione con la natura e con gli
altri esseri. Lezione di un grande maestro, da meditare e sempre
rivivificare nel tempo. IV di copertina
- amazon - 2018
IL SECOLO DI BAUDELAIRE
In questo libro Bonnefoy racconta un suo personale viaggio
nell’Ottocento, cogliendo quanto di più profondo in questo secolo la
poesia, la letteratura e la filosofia hanno saputo esprimere. In tale
viaggio gli fa compagnia Baudelaire, l’autore che per primo ha avuto
l’intuizione della pienezza della letteratura, considerata come un
“lavoro” da portare avanti fin nell’oscurità della psiche. Non solo:
fino a misurarsi con la scomparsa del divino, oltre che con l’intricata
morale del tempo. Cosa che lo avrebbe condannato all’incomprensione di
chi lo circondava e all’infelicità.
lafeltrinelli.it - 2016 Nel XIX secolo nasce la poesia della
modernità e Yves Bonnefoy ne traccia in questo libro il profilo. Lo
delinea dialogando con i testi poetici di alcuni tra gli autori più
significativi dell'Ottocento: da Poe a Baudelaire, da Mallarmé a
Rimbaud, da Laforgue a Valéry, fino a Hofmannsthal. La grande
innovazione di questi poeti consiste nell'aver compreso che la scomparsa
del divino dai significati e dalle figure della struttura linguistica
non può determinare che vada anche perduto il senso della trascendenza.
Ecco perché nei loro testi mantengono vivi entrambi questi aspetti
conferendo alla poesia una natura completamente nuova, assolutamente
inedita: una natura in grado di connettere l'infinitezza all'esistenza
ordinaria. Il compito al quale questi poeti non si sottraggono è di
percepire nelle più semplici parole un residuo dell'originaria
atemporalità, dell'infanzia del mondo, quando l'invisibile era ancora
visibile. 'Quant'è difficile' esclama Bonnefoy 'condurre questa
battaglia!'. E non si può non concordare con lui osservando come nel XX
secolo la poesia dell'Ottocento non abbia avuto molti eredi, avendo
preferito strade meno ardue, più familiari. L'invito è chiaro: torniamo
a fare attenzione a ciò che hanno scritto autori come Baudelaire e
Rimbaud. 'È in gioco la poesia' avverte Bonnefoy.
dalla postfazione di Flavio Ermini ibs - 2016
SULL'HAIKU Sono qui raccolti per la prima volta quattro saggi
fondamentali del poeta e critico francese Yves Bonnefoy, che
costituiscono la summa della sua riflessione intorno agli haiku portata
avanti nel corso degli anni.
Rileggendo l’opera del poeta giapponese
Bashō, Bonnefoy ci conduce
direttamente al cuore dell’irriducibile differenza tra la poesia
occidentale e quella orientale, tra la volontà di concettualizzare il
reale attraverso la lingua della prima e la ricerca di un’esperienza
immediata e transitoria della seconda. Esistono forme brevi analoghe a
quelle degli haiku nelle nostre letterature? La traduzione nelle lingue
occidentali può restituire la sintesi e il gesto contenuti nelle
diciassette sillabe dell’haiku? Attraverso un approccio linguistico e filosofico, Bonnefoy espone alcune questioni essenziali che pongono il pensiero
occidentale di fronte a un diverso essere al mondo poetico. obarrao.com - 2015
POESIA E FOTOGRAFIA
In queste pagine, Yves Bonnefoy indaga gli effetti dell'introduzione del
processo fotografico sulla società, e in particolare sulle opere e il
pensiero degli artisti che per primi, spesso inconsciamente, ne subirono
la fascinazione. E lo fa a partire da un'attenta rilettura di testi
quali "Igitur" di Mallarmé e "La notte" di Maupassant. Come rileva
Antonio Prete nell'introduzione, tutti i grandi temi che attraversano la
scrittura di Bonnefoy, "l'assenza e la presenza, la parola e l'immagine,
lo sguardo e il visibile, la singolarità irripetibile del vivente e il
caso, l'istante e il fuggitivo", vengono qui dispiegati per far luce su
un passaggio chiave nella formazione della sensibilità moderna e
cogliere, attraverso la lente della poesia, i pericoli e le potenzialità
insite nell'invenzione di Daguerre.
obarrao.com - 2015
Nelle immagini dei fotografi affiora cioè l'inconscio del poeta,
trasfigurato nella materia stessa che si proponeva di superare. E più in
generale un livello inconscio collettivo: distogliendo la mente da ciò
che esprime la composizione, il caso mostra che le cose esistono in
quanto tali, "in una materialità irriducibile allo spirito". Come il
poeta, conclude Bonnefoy, solo il fotografo è colui che accoglie e
custodisce la presenza, dialogando con il tempo e lo spazio,
presentificando anche il nulla, allontanando l'orrore attraverso lo
sguardo meravigliato del primo giorno, strappando al non senso un
frammento di senso. michele lauro - panorama.it - 2015
MIRO'
ripubblicato dopo la
prima edizione degli anni sessanta
Miró, come la maggior parte dei
grandi pittori, non lavora per esprimere un modo di essere, felice o
angoscioso che sia, ma per capire e superare un conflitto. Il sole della
vita fisica e l'inquietante luna che presiede alle metamorfosi
dell'inconscio vengono nella sua opera a mescolare le loro luci, e Miró
dipinge per poter sfociare nella pura luce del giorno. Tenterò dunque di
rivivere e di interpretare per sommi capi una storia, quella di uno
spirito che lotta contro il turbamento che è in lui e che chiede
all'arte di soccorrerlo. ibs - 2014
L'ORA PRESENTE
Un grande poeta, una delle voci in assoluto maggiori della poesia del
Novecento e contemporanea, giunto al traguardo dei novantanni, prosegue
la sua straordinaria avventura intellettuale con un nuovo libro che apre
alla meditazione, che coinvolge una serie impressionante di immagini,
brandelli di immagini e simboli, che lavora con intatto vigore sulla
realtà cangiante della forma e sull'essenzialità di una parola sempre
più asciutta e potente, in un tono al tempo stesso solenne e discreto,
controllatissimo. Yves Bonnefoy, in "L'ora presente", compone un testo
articolato in una serie di componimenti in versi (con prevalenza di
sonetti) e di prose poetiche (o veri e propri microracconti lirici)
nelle quali sembra veder riaffiorare - o voler recuperare - quelle
impressioni o quei bagliori misteriosi, onirici (e rivelatori), che la
mente reprime o allontana nel normale tempo di veglia. Il pensiero del
poeta si muove liberamente in un intrico di visioni, oscillanti tra
ricordo e invenzione, o contemplazione, poiché infatti "la memoria non
la smette di rialzarsi", e dove il problema e l'equivoco dell'essere e
del non-essere, del senso e del non-senso, che assalgono la nostra
epoca, risulta sempre più pervasivo e stringente. Bonnefoy introduce le
figure di Amore e Psiche, di Eros e della morte, che diviene,
quest'ultima, un'ombra ricorrente, un'immagine di strenua vigilanza, più
che di minaccia, che si rinnova quasi di pagina in pagina.
ibs - 2013
QUELLE MANI
CHE SI AVVINGHIAVANO A LEI DI NOTTE LE SENTIVA INNUMEREVOLI, NON CERCAVA DI DAR LORO UN VOLTO. LE OCCORREVA NON SAPERE, DESIDERANDO NON ESSERE. ANIMA E CORPO, PER STRINGERE LE
VOSTRE DITA
UNIRE LE VOSTRE LABBRA DAVVERO OCCORRE L’APPROVAZIONE DEGLI
OCCHI ? PENSANO I NOSTRI OCCHI, CHE IL
LINGUAGGIO OBBLIGA A SVENTARE SENZA POSA TROPPI INGANNI
!
PSICHE AVEVA AMATO CHE IL NON VEDERE FOSSE COME IL FUOCO QUANDO AVVOLGE L’ALBERO DI QUI DEGLI ALTRI MONDI
DELLA FOLGORE. EROS, LUI DESIDERAVA TENERE TUTTO
QUEL VOLTO TRA LE MANI, NON L’ABBANDONAVA CHE CON VIVO RAMMARICO AI CAPRICCI
DEL GIORNO. trad. f. scotto
LA SCIARPA ROSSA IN ALTO UN ATRIO NEL CIELO. IL
SOLE, AL DI LÀ. IL COMANDANTE DEL VECCHIO MERCANTILE RICEVE
UN VIAGGIATORE. UN OBLÒ È APERTO, LE ONDE SONO VICINE. E
LUI CHE FA? SI È ALZATO, LANCIA DA QUESTO OBLÒ UNA COSA, POI
ALTRE. COSÌ: PERCHÉ, MI DICE, QUESTA SCIARPA MIO PADRE ME
LA DONÒ, ALLA MIA PARTENZA PER IL PRIMO DI TANTI VIAGGI.
L’HO AMATA, MI È PARSO CHE MI DICESSE, L’HO SERBATA PER
QUESTO GIORNO IN CUI MUOIO. LA SPINGE FUORI, ESSA SI RIPIEGA
SULLA SUA MANO, E SI RIGONFIA, POI SI DISPIEGA. PER UN
ISTANTE SU NOI DUE TUTTO IL CIELO È ROSSO.
è un libro di inquietudine, ma anche di speranza
aperta. Vi si affronta il problema dell'essere e del non essere, del
senso e della mancanza di senso, in rapporto alla realtà del nostro
tempo. È un libro che prosegue, senza il minimo cedimento e con nuove
acquisizioni, la ricchissima avventura di pensiero poetico dell'autore. lafeltrinelli.it - 2013
Avec L'heure
présente, proses et poèmes alternent
également : les proses pour remuer le sol de la conscience qu'on prend
du monde, où restent vives des impressions et des intuitions que la
pensée diurne réprime, les poèmes pour tenter d'employer les mots ainsi
rénovés et mieux poser les problèmes de l'être, du non-être, du sens et
du non-sens, comme ils assaillent notre époque, à «l'heure présente».
Poèmes qui sont des questions, mais se laissent pénétrer par des
fragments de réponse. Parmi eux le plus important est celui qui donne
son titre à l'ensemble, l'auteur y reconnaît ses inquiétudes et ses
espérances.
franceculture.fr - 2014
DUE
TORRI E’
ACCADUTO COSÌ IN FRETTA! IMMAGINATE!
UNA TORRE, E DI FRONTE SE NE INNALZA UN’ALTRA,
E DUE UOMINI, A DUE FINESTRE,
CHE S’INTRAVEDONO, PRIMA E ULTIMA VOLTA!
E PER ANGOSCIA, IMMAGINATE! PER PAURA,
PER DESIDERIO DI GIUSTIZIA E D’ASSOLUTO,
L’UNO HA BRANDITO UN’ARMA! L’ALTRO È FERITO,
LA STESSA FIAMMA HA CINTO I DUE VOLTI.
CESSA D’ESSERE SPERANZA CIÒ CHE NON HA POTUTO
ANNIENTARE L’ABISSO TRA DUE TORRI.
CIÒ CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE NON SARÀ.
CHE L’UNO VIVA; E CHE L’ALTRO, DI MATTINA,
RACCOLGA LA SUA FATICA, I SUOI ATTREZZI,
E S’ALLONTANI LUNGO LE VIE, NEL SUO SILENZIO! l'ora presente - 2013
IL
CUORE
L'ACQUA NON INTORBIDITA SEI ALLEGRA O TRISTE?
– COME SAPERLO
SALVO CHE NULLA PESA
AL CUORE SENZA RITORNO.
NESSUN PASSO D'UCCELLO
SU QUESTA VETRATA
DEL CUORE ATTRAVERSATO
DA GIARDINI ED OMBRA.
UN PENSIERO DI TE
CHE HA BEVUTO LA MIA VITA
MA TRA QUESTE FOGLIE
NESSUN RICORDO.
SONO L'ORA SEMPLICE
E L'ACQUA NON INTORBIDITA.
HO SAPUTO AMARTI,
NON SAPENDO MORIRE ?
pietra scritta 1965
UN SOUVENIR IL SEMBLAIT TRÈS
ÂGÉ, PRESQUE UN ENFANT, IL ALLAIT LENTEMENT, LA MAIN CRISPÉE SUR UN LAMBEAU D´ÉTOFFE TREMPÉE DE BOUE. SES YEUX FERMÉS, POURTANT. AH, N´EST-CE PAS
QUE CROIRE SE SOUVENIR
EST LE PIRE LEURRE, LA MAIN QUI PREND LA NÔTRE POUR NOUS PERDRE ? IL ME PARUT POURTANT QU´IL SOURIAIT LORSQUE BIENTÔT L´ENVELOPPA LA NUIT.
IL ME PARUT ? NON,
CERTES, JE ME TROMPE, LE SOUVENIR EST UNE VOIX BRISÉE, ON L´ENTEND MAL, MÊME SI ON SE PENCHE.
ET POURTANT ON ÉCOUTE,
ET SI LONGTEMPS
QUE PARFOIS LA VIE PASSE. ET QUE LA MORT DÉJÀ DIT NON À TOUTE MÉTAPHORE. raturer outre - 2010
. UN RICORDO SEMBRAVA MOLTO ANZIANO,
QUASI UN BAMBINO, SE
NE ANDAVA LENTAMENTE, LA MANO SERRATA S’UN LEMBO DI STOFFA ZUPPO DI FANGO. GLI OCCHI CHIUSI, PERÒ. AH, CREDER DI
RICORDARSI NON È FORSE
IL PEGGIOR DEGLI INGANNI, LA MANO CHE PRENDE LA NOSTRA PER PERDERCI? MI PARVE PERÒ CHE SORRIDESSE GIÀ QUASI INGHIOTTITO DALLA NOTTE. MI PARVE? NO DI CERTO, MI SBAGLIO, IL RICORDO È UNA VOCE SPEZZATA, LO SI SENTE MALE, ANCHE CHINANDOSI E PERÒ ASCOLTIAMO, E COSÌ A LUNGO CHE TALORA LA VITA PASSA. E LA MORTE GIÀ NEGA OGNI METAFORA.
cancellare oltre - l’ora
presente tours / francia - 24.6.1923
GUARDA ! UN LAMPO INVADE IL CIELO STASERA ANCORA
PRENDE LA TERRA NELLE SUE MANI MA ESITA
QUASI SI IMMOBILIZZA .
SI È CREDUTO .
UNA FRASE - UNA FIRMA - NO - VACILLA
LO VEDIAMO CHE CADE ILLUMINANTE
NELLE BRACCIA L’UNO DELL’ALTRA
SONNO E MORTE .
IL LAMPO UN’ILLUSIONE
ANCHE IL LAMPO.
UN’ILLUSIONE LA FORMA
CHE SI DISPIEGA UN SOGNO
CHE ABBRACCIA LA FORMA
E CADRÀ
CON ESSA SPEZZATA
SPOSSATA DI SE STESSA
A QUEI CONFINI
LAGGIÙ LA NOSTRA NOTTE DI QUI
L’ORA PRESENTE .
GUARDA
VEDI
...
l'ora presente
IL
FULMINE QUESTA NOTTE È
PIOVUTO. IL SENTIERO HA ODORE DI ERBA BAGNATA POI NUOVAMENTE
LA MANO DEL CALORE SULLA NOSTRA SPALLA, COME PER DIRE CHE IL
TEMPO NON CI PORTERÀ VIA NIENTE. MA LÀ DOVE IL CAMPO INCIAMPA
NEL MANDORLO ECCO, UN ANIMALE È BALZATO DA IERI A OGGI
ATTRAVERSO LE FOGLIE. E NOI CI FERMIAMO, AL DI FUORI DEL MONDO.
E IO TI VENGO VICINO FINISCO DI STRAPPARTI DAL TRONCO ANNERITO,
RAMO, ESTATE NEL FULMINE DA CUI LA LINFA DI IERI, DIVINA ANCORA,
SCORRE. . LA
FOUDRE IL A PLU, CETTE NUIT. LE
CHEMIN A L'ODEUR DE L'HERBE MOUILLÉE PUIS, À NOUVEAU, LA MAIN DE
LA CHALEUR SUR NOTRE ÉPAULE, COMME POUR DIRE QUE LE TEMPS NE
VA RIEN NOUS PRENDRE. MAIS LÀ OÙ LE CHAMP VIENT BUTER CONTRE
L'AMANDIER VOIS, UN FAUVE A BONDI D'HIER À AUJOURD'HUI À
TRAVERS LES FEUILLES. ET NOUS NOUS ARRÊTONS, C'EST HORS DU MONDE.
ET JE VIENS PRÈS DE TOI J'ACHÈVE DE T'ARRACHER DU TRONC NOIRCI
BRANCHE, ÉTÉ FOUDROYÉ DE QUOI LA SÈVE D'HIER, DIVINE ENCORE,
COULE. ce
qui fut sans lumière 1987
NON AVEVAMO FORSE L’ESTATE
DA
VALICARE COME UN LARGO OCEANO IMMOTO, E
IO SEMPLICE, STESO SUGLI OCCHI E LA BOCCA E L’ANIMA DELLA PRUA
AMANDO L’ESTATE, BEVENDO I TUOI OCCHI SENZA RICORDI
NON ERO
FORSE IL SOGNO DALLE PUPILLE ASSENTI CHE PRENDE E NON PRENDE, E
SOLO VUOL SERBARE DEL TUO COLORE D’ESTATE L’AZZURRO DI UNA PIETRA
DIVERSA PER UN’ESTATE PIÙ VASTA, DOVE NIENTE HA FINE ? . N’AVIONS-NOUS PAS
L’ÉTÉ À FRANCHIR COMME UN LARGE
OCÉAN IMMOBILE, ET MOI SIMPLE, COUCHÉ SUR LES YEUX ET LA BOUCHE
ET L’ÂME DE L’ÉTRAVE AIMANT L’ÉTÉ, BUVANT TES YEUX SANS SOUVENIRS
N’ÉTAIS-JE PAS LE RÊVE AUX PRUNELLES ABSENTES QUI PREND ET NE
PREND PAS, ET NE VEUT RETENIR DE TA COULEUR D’ÉTÉ QU’UN BLEU
D’UNE AUTRE PIERRE POUR UN ÉTÉ PLUS GRAND, OÙ RIEN NE PEUT FINIR
? trad diana grange
fiori
E GUARDA QUESTI OCCHI ! GLI OCCHI SONO L’ENIGMA DEL MONDO . PERCHÉ È UNO SGUARDO CIÒ
CHE VEDI IN QUESTA VITA CHE TIENI TRA LE MANI COMINCIANDO A CHIEDERTI QUEL CHE NE FARAI SÌ, RENDERLE LA LIBERTÀ, MA INNANZITUTTO
COS’ALTRO ? TANTO
NÉ TU NÉ IO SAPPIAMO DARLE UN NOME . la bestia spaventata - l’ora presente
SPIEGAMI COSA SONO QUESTI GRANDI RAGGI ROSSI CHE SI
URTANO RADENTI AL CIELO, A PETTO IN FUORI COME UN ALTRO
AVVENIRE PER LA LUCE. AMICO MIO, È IL FONDO D’IMPENETRABILE
INDIFFERENZA DELLA NOTTE. IL PITTORE HA CAVALCATO QUESTI OCCHI
CIECHI LI LANCIA SU DI NOI. E CON LA SUA FRUSTA INFIAMMA LE
LORO SCHIENE. PER LA PITTURA VI È VIRTÙ DIVERSA DALLA VERITÀ ?
QUESTO PITTORE CHE NON ESISTE ANCORA CI PROTEGGE. E COSA FA?
DIPINGE UN PAESAGGIO. QUI FUOCO, ALTROVE NOTTE, E PER NOI
QUESTA BELLEZZA, QUESTE MANI CHE CI ACCOLGONO. per capire meglio - l’ora presente
ON DIT QUE LA LUMIÈRE EST UN ENFANT QUI JOUE, QUI NE VEUT RIEN, QUI RÊVE OU
CHANTE. SI ELLE VIENT À NOUS C’EST PAR JEU ENCORE TOUCHANT LE
SOL D’UN PIED DISTRAIT, QUI SERAIT L’AUBE.
l’ora presente
Una mano che s’arrischia, anelante Nei vortici di un’acqua sia chiara sia cupa
La sua immagine si sbriciola, si potrebbe credere Che non abbia
più la forza di trattenere . E quest’altra, nello specchio? Si
avvicina Alla tua, che le va incontro, le loro dita si toccano
Quasi, ma nel nulla di questa distanza S’apre l’abisso tra essere
e apparenza. Queste dita, almeno, che scuotono corde .
Un’altra mano salirà, dal fondo dei suoni A prenderli nei suoi,
per guidarli ? Ma verso cosa? Io non so se è amore O miraggio,
e nient’altro che sogno, le parole Che non hanno che acqua o
specchio, o suono,
per tentare d’essere . l’ora presente
*****
Une parole, qui ait magistralement faire la place
du sens et du chant, s'élève, à la fois affirmée et fragile, inquiète et
souveraine. Les planches courbes auxquelles le titre se réfère sont
celles de la
barque du passeur qui tente encore une avancée entre les
deux rives du fleuve, les deux rives du rêve,
les deux rives de la vie.
evene.fr
- artic.ac-besancon.fr -
terresdefemmes.blogs.com
i sentieri dei papaveri Ogni dolcezza ogni
ironia si riunivano
Per un addio di cristallo e di bruma.
I colpi del ferro quasi tacevano
La luce della spada si era offuscata. Io celebro la voce venata di grigio Che indugia nelle lontananze del canto
perduto
Come se al di là di ogni forma pura
Tremasse un altro canto e il solo assoluto. Oh luce e nulla della luce, oh lacrime Sorridenti più in alto dell’angoscia o
della speranza.
Oh cigno, luogo reale nell’irreale acqua cupa
Oh fonte, quando fu profondamente sera! Sembra che tu conosca le due rive L’estrema gioia e l’estremo dolore.
Laggiù, tra quei giunchi grigi nella luce
Sembra che tu attinga all’eterno. *** Il semble
que tu connaisses les deux rives
L’extrême joie et l’extrême douleur.
Là-bas, parmi ces roseaux gris dans la lumière
Il semble que tu puises de l’éternel. hier régnant désert 1958
- la poésie la présence 1986 - seguendo un fuoco 2003
NE CESSE PAS -
VOIX DANSANTE - PAROLE DE TOUJOURS MURMUREE - AME DES MOTS
QUI COLORE ET DISSIPE LES CHOSES
LES SOIRS D'ETE OU IL N'EST PLUS DE NUIT les planches
courbes - le assi curve
- https://youtu.be/4NT40J-iQpo
- voce YB
Douve
è l'agente di trasgressione che ha il compito di
liberare la parola poetica dalla trappola dell'immagine
dalla fissità a cui questa la costringe. Le immagini
sono per il poeta l'equivalente di ciò che è la figura per l'artista:
l'esempio di Giacometti, al quale Bonnefoy
ha dedicato molti anni di studio, dimostra come le figure debbano essere
pressate, scavate, assottigliate, affinché ciò che esse nascondono abbia
la speranza di apparire
lorena zaccagnino - mondodomani.org
Le dessin c'est tout
disait Giacometti qui fut
aussi un grand peintre. Il avait connu la maîtrise, dès l'enfance, il y
renonça, il se sut alors, et enfin, un dessinateur au degré d'intensité
qu'il fallait, il ne cessa plus de chercher, de déchirer, de recommencer,
de vivre son absolu dans quelques lignes presque détruites à coups de
gomme. Et il dessinait encore, "des yeux", rapporte son frère, quelques
heures à peine avant la fin.yb
remarques sur le dessin-
portesurletoit.canalblog.com
Douve même morte
sera lumière encore
n’étant rien
.
Je me réveille, il pleut
LE VENT TE PENETRE, DOUVE, LANDE RESINEUSE ENDORMIE
PRES DE MOI JE SUIS SUR UNE TERRASSE, DANS UN TROU DE LA MORT
DE GRANDS CHIENS DE FEUILLAGES TREMBLENT LE BRAS QUE TU
SOULEVES, SOUDAIN, SUR UNE PORTE, M'ILLUMINE A TRAVERS LES AGES
VILLAGE DE BRAISE, A CHAQUE INSTANT JE TE VOIS NAITRE, DOUVE À
CHAQUE INSTANT MOURIR
douve
Mi
sveglio, piove. Il vento ti penetra, Douve, landa resinosa sopita
accanto a me.
Sono
sulla terrazza, in una buca della morte. Grandi cani di foglie tremano.
Il braccio che tu sollevi, subitaneo, su una porta, m’illumina
attraverso i tempi.
Villaggio
di brace, ad ogni istante ti vedo nascere, Douve, Ad ogni istante
morire
.
c
olloque
Yves Bonnefoy Écrits récents 2001-2009 - Université Zürich Or les quelques colloques récents et importants
consacrés à l'oeuvre d'Yves Bonnefoy, qui ont donné lieu à des
volumes d'actes : Lumière et nuit des images (M. Gagnebin dir., 2005) ou
Yves Bonnefoy. Poésie, recherche et savoirs (P. Née et D. Lançon dir.,
2007), n'avaient pas centré leur objet d'étude sur les livres d'Yves
Bonnefoy les plus récents, mais sur la problématique générale de son
oeuvre, considérée dans son ensemble et de manière achronique. C'est le
cas aussi du Cahier de l'Herne en préparation sous la direction d'Odile
Bombarde (co-organisatrice du colloque Yves Bonnefoy. Écrits récents) et
de Jean-Paul Avice. Les références utilisées par les spécialistes de
l'oeuvre qui ont participé à ces rencontres et à ces volumes vont, le
plus naturellement et le plus normalement du monde, à des textes
essentiels d'Yves Bonnefoy, mais souvent de préférence aux textes les
plus anciens, qui ont été les premiers à impressionner ses lecteurs,
mais ne sont pas ceux qui peuvent le mieux rendre compte de la capacité
propre à Yves Bonnefoy – capacité étonnante et paradoxale – de fidélité
à soi-même et de régénération. Pour ne prendre qu'un exemple, Plotin est
un auteur qui a beaucoup compté dans l'oeuvre de Bonnefoy jeune, à
l'époque de Du mouvement et de l'immobilité de Douve et des essais
réunis dans L'Improbable. Mais il serait trompeur de rapporter à Plotin
ses livres récents, car ses lectures, ses références philosophiques et
ses points d'appel ont considérablement changé en quarante ans. De même
Shakespeare, qui a été et qui demeure un auteur central, n'est ni
traduit, ni lu par Bonnefoy selon des axes semblables à ceux qu'il
suivait dans les années soixante, période d'intense activité de
traduction.
Pour saisir le dynamisme de cette oeuvre incroyablement vivante et
protéiforme, qui refuse de se cantonner à des positions autrefois
adoptées, tout en mettant toujours au premier plan l'acte poétique, avec
une fidélité et une constance stimulantes en notre époque à laquelle
fait défaut l'espérance, il nous paraît important de réunir des
chercheurs de plusieurs pays – où la relève scientifique suisse figure
également – qui se donneront pour règle de centrer leur réflexion sur
les oeuvres publiées depuis une dizaine d'années, afin de mesurer à la
fois la richesse de cet ensemble considéré en lui-même, et la distance
qu'il prend avec son propre passé : dans l'oeuvre du poète, dans celle
du critique, et dans celle du traducteur. Florian Pennanech - Dagmar Wieser - fabula.org - rose.uzh.ch
Che cos'è poesia? Che cosa è per lei che la pratica da tanto tempo? Ha
sempre fede nella poesia lei che ha scritto che essa libera la realtà
dalle forme che la imprigionano e la distruggono e restituisce
all'essere umano una piena presenza e una piena dignità?
«Cos'è la
poesia? È dare alle parole la loro capacità
di descrivere la pienezza delle cose, la loro luce, la loro vita e
questo accade solo quando noi riusciamo a divenire un corpo unico con il
luogo e l'istante della nostra esistenza. Per me è il modo di dare senso
alla mia vita e questo significa che ho fede in lei, perché non vedo
motivo di dubitare del fatto che la poesia riesca ad essere insieme
verità e bellezza e di questo sono ogni giorno più convinto».
Dove va la poesia? Si parla spesso di morte della poesia. Ma lei allude
ad un sorta di suo valore salvifico, in un tempo che troppo spesso,
magari colpevolmente, se ne allontana. «Credo che con l'andare del tempo la poesia
si avvicinerà sempre più ad una sorta di riflessione filosofica e
insieme psicanalitica. Ovviamente non per dare vita a dei poemi farciti
di pensieri e di idee, perché questo è proprio quello che va
assolutamente evitato, bensì perché la conoscenza di sé stessi è ciò che
permette di destrutturare le visioni stereotipate del mondo, che sono
quanto di più soffocante possa esistere per la poesia stessa. Deve fare
apparire la realtà come la cosa fondamentale, la più semplice, ma per
fare ciò deve passare attraverso una prova, quella di vivere fino in
fondo il pensiero della propria epoca. Baudelaire lo sapeva bene e
Leopardi ancora prima di lui».
ilmessaggero.it
ANDRE BRETON "Je n'ai pas rompu avec André Breton. J'ai
simplement refusé, à un moment donné, de signer un manifeste qui me
semblait entraîner le surréalisme dans une certaine direction ésotérique
et pseudo-mystique qui me paressait dangereuse pour la poésie.
Mais ce n'était pas pour autant une façon de rompre avec André Breton
pour lequel j'ai toujours gardé la plus grande sympathie et j'ai même
fini par écrire, il y a trois ou quatre ans, un petit livre sur lui qui
montre, je crois, d'une façon tout à fait claire mon profond attachement
à son oeuvre. " Václav Richter - radio.cz/fr
WE
THE VOICE DRIVEN BACK
BY THE WIND OF WORDS.
WE
THE WORK TORN APART
BY THEIR WHIRLING.
FOR
IF I COME TO YOU WHO HAVE SPOKEN
RUBBLE STREAMINGS
ECHOES THE ROOM IS EMPTY.
IS IT 'ANOTHER' THIS CALL THAT ANSWERS ME
OR AGAIN MYSELF ?
AND MULTIPLIED UNDER THE ECHO’S ARCH
AM I NO MORE
THAN ONE OF ITS ARROWS
SHOT INTO THINGS ? the
lure of
the threshold
*
Laurea Honoris Causa
Fondazione Premio Napoli - Premio Speciale per la
Letteratura Straniera
TU VAI
E TI SEMBRA ANCORA CHE
DILAGHI IL FIUME DELLA LUNA SUGLI ALBERI. FORSE UNA
VITA SUSSULTA, NELLO SPECCHIO DELLA FORESTA CHE RIFLETTE
I MONDI ? MA NO, ASTRI E RAMI SI CONFONDONO E SOGNI E
SENTIERI. LA NOTTE È UNA PIETRA CHE SCINTILLANTE SBARRA
IL CORSO DEL FIUME. ALLE QUATTRO IL GIORNO GIÀ SI LEVA.
. TU VAS, ET IL TE
SEMBLE ENCORE QUE S'ÉLARGIT LE FLEUVE DE LA LUNE SUR LES
ARBRES. PEUT-ÊTRE QU'UNE VIE TRESSAILLE, DANS LE MIROIR
DE LA FORÊT QUI REFLÈTE LES MONDES ? MAIS NON,
ASTRES ET BRANCHES SE CONFONDENT ET RÊVES ET CHEMINS.
LA NUIT EST UNE PIERRE QUI BARRE ÉTINCELANTE LE
COURS DU FLEUVE. À QUATRE HEURES DÉJÀ LE JOUR SE LÈVE.
la nuit d'été
una pietra Le nostre ombre davanti a noi, sul
sentiero
Avevano colore per la grazia dell’erba Esse rimbalzarono contro delle
pietre. E
ombre d’uccelli le sfioravano Gridando, oppure indugiavano qui dove le
nostre fronti Si chinavano l’una verso l’altra
quasi
toccandosi Per via di parole che volevamo dirci. le assi curve 2001
.
UNE PIERRE Nos ombres devant nous, sur le chemin Avaient couleur, par la grâce de
l'herbe Elles
eurent rebond, contre des pierres. Et des ombres d'oiseaux les
effleuraient
En criant, ou bien s'attardaient, là où nos fronts Se penchaient l'un vers l'autre, se
touchant presque Du fait de mots que nous n'osions dire. LA PIOGGIA D'ESTATE
I MA IL PIÙ CARO, MA
NON IL MENO CRUDELE DI TUTTI I NOSTRI RICORDI, LA
PIOGGIA D’ESTATE IMPROVVISA, BREVE. ANDAVAMO, ED ERA
IN UN ALTRO MONDO LE NOSTRE BOCCHE S’INEBRIAVANO
DELL’ODORE DELL’ERBA. TERRA LA STOFFA DELLA PIOGGIA
S’INCOLLAVA SU DI TE. ERA COME IL SENO CHE UN PITTORE
AVREBBE SOGNATO. II E SUBITO DOPO IL CIELO
CI ACCORDAVA QUELL’ORO CHE L’ALCHIMIA AVEVA TANTO
CERCATO. LO TOCCAVAMO, BRILLANTE SUI RAMI BASSI NE
AMAVAMO IL GUSTO D’ACQUA SULLE NOSTRE LABBRA. E QUANDO
RACCOGLIEVAMO RAMI E FOGLIE CADUTE QUEL FUMO LA SERA,
DI COLPO, QUEL FUOCO ERA ANCORA L‘ORO. la pioggia d’estate - 1999
GLI ALBERI GUARDAVAMO I NOSTRI ALBERI, ERA
DALL’ALTO DELLA TERRAZZA CHE CI FU CARA, IL SOLE SI
TENEVA VICINO NOI QUELLA VOLTA ANCORA MA RITIRANDOSI,
OSPITE SILENZIOSO SULLA SOGLIA DELLA CASA IN ROVINA
CHE GLI LASCIAVAMO IMMENSA, ILLUMINATA.
VEDI, TI
DICEVO, FA SCIVOLARE SULLA PIETRA DISUGUALE,
INCOMPRENSIBILE, DOVE SIAMO APPOGGIATI L’OMBRA DELLE
NOSTRE SPALLE CONFUSE QUELLA DEI MANDORLI VICINI E
QUELLA DELL’ALTO DEI MURI CHE SI UNISCE ALLE ALTRE
BUCATA, BARCA BRUCIATA, PRUA CHE VA ALLA DERIVA COME UN
SOVRAPPIÙ DI SOGNO O DI FUMO.
MA LAGGIÙ LE QUERCE
SONO IMMOBILI NEPPURE L’OMBRA SI MUOVE, NELLA LUCE
SONO LE RIVE DEL TEMPO CHE SCORRE QUI DOVE NOI SIAMO E IL
SUOLO È INAVVICINABILE TANTO È RAPIDA LA CORRENTE GONFIA
DI SPERANZA DELLA MORTE.
ABBIAMO GUARDATO GLI ALBERI
UN’ORA INTERA. IL SOLE ASPETTAVA TRA LE PIETRE POI
DISTESE PIETOSAMENTE VERSO GLI ALBERI, PIÙ GIÙ NEL
BURRONE LE NOSTRE OMBRE CHE SEMBRAVANO RAGGIUNGERLI
COME ALLUNGANDO LE BRACCIA SI PUÒ TOCCARE A VOLTE, NELLA
DISTANZA TRA DUE PERSONE UN ISTANTE DEL SOGNO DELL’ALTRA,
CHE NON HA FINE. trad mario benedetti
ESTATE DI NOTTE A MI SEMBRA, STASERA, CHE PIÙ
VASTO IL CIELO STELLATO A NOI SI AVVICINI; E LA NOTTE
SIA DIETRO TANTI FUOCHI MENO OSCURA . SPLENDONO ANCHE LE
FRONDE SOTTO LE FRONDE SI È RAVVIVATO IL VERDE, E
L’ARANCIO DEI FRUTTI MATURI LUME D’ANGELO PROSSIMO; UN
BÀTTITO D’OCCULTA LUCE COGLIE L’ALBERO UNIVERSALE. A
ME SEMBRA, STASERA CHE SIAMO ENTRATI NEL GIARDINO, E
L’ANGELO NE HA RICHIUSO LE PORTE SENZA RITORNO. . L’ETE DE NUIT IL ME SEMBLE, CE SOIR QUE LE CIEL
ETOILE, S’ELARGISSANT SE RAPPROCHE DE NOUS; ET QUE LA
NUIT DERRIERE TANT DE FEUX, EST MOINS OBSCURE . ET LE
FEUILLAGE AUSSI BRILLE SOUS LE FEUILLAGE LE VERT, ET
L’ORANGE DES FRUITS MURS, S’EST ACCRU LAMPE D’UN ANGE
PROCHE; UN BATTEMENT DE LUMIERE CACHEE PREND L’ARBRE
UNIVERSEL. IL ME SEMBLE, CE SOIR QUE NOUS SOMMES
ENTRES
DANS LE JARDIN, DONT L’ANGE A
REFERME LES PORTES SANS RETOUR. pierre écrite
1965 - poèmes 1945-1974 trad diana grange fiori
AVEVO PER MARIO LUZI TANTA
AMICIZIA E ALTRETTANTA AMMIRAZIONE ERA PER ME UNO
DEI PIÙ BEI VOLTI D'ITALIA LA POESIA EUROPEA HA SUBITO
UNA GRANDE PERDITA MA CI RESTA LA SUA OPERA così lo ricordano - poesia - aprile 2005