5 novembre 1926 Stoke Newington Regno Unito -
2 gennaio 2017 Antony Francia
guardare la realtà
non esiste contraddizione tra realtà e immaginazione.
la realtà è il senso che la nostra immaginazione dà alla
realtà
è ciò che dal nostro dentro riusciamo a vedere del
fuori.
è la relazione con il reale e non solo qualcosa che è al di
fuori di noi.
le storie ogni storia che riguarda la vita non è mai una
piccola storia e per scriverla occorre fare qualcosa di quasi
contraddittorio. avvicinarsi il più possibile alla
verità della storia e non metterla sotto il cielo ma
nell'insieme delle storie di tutte le storie del mondo. l'umanità è cominciata con le storie.
un'immagine che si unisce ad
un'altra apparentemente dissimile può diventare
l'inizio di una storia.
le parole
ci
sono scrittori che vengono aiutati dalle parole. io devo
combattere con loro - come i diavoli con gli angeli - mentre
fai questo qualcosa nella totalità del linguaggio - questa
lingua madre grandissimo continente senza fine - è
accanto a te e ne sei cosciente. la lotta è per
trovare il modo che può interferire di
meno con l'esperienza che viene descritta. è un po'
come il principio dell'
indeterminismo di heisenberg. l'osservatore
dell’esperimento spesso modifica le condizioni
dell’esperimento stesso. così per la scrittura. le parole
possono davvero interferire con la verità dell'esperienza.
la lotta è per trovare parole che
generino il minimo di interferenza: se è così le parole
saranno accolte con la massima ospitalità dal lettore.
rainews24
incontri
johnberger.org
I can't
tell you what art does and how it does it, but I know that art has often judged the judges,
pleaded revenge to the innocent and shown to the future what the past has
suffered, so that it
has never been forgotten.
I know too that the powerful fear art, whatever its form, when it does this, and that
amongst the people such art sometimes runs like a rumour and a legend because it makes
sense of what life's brutalities cannot, a sense that unites us, for it is
inseparable from a
justice at last. Art, when it functions like this, becomes a meeting-place of
the invisible, the
irreducible, the enduring, guts and honour.
When John
Berger wonBooker Pricein
1972 for his novel G
he used his acceptance speech to run down
literary prizes. "The competitiveness of prizes, I find distasteful. And in the
case of the prize the publication of the shortlist, the deliberately publicised
suspense, the speculation of writers concerned as if they were horses,
the whole
emphasis on winners or losers is false and out of place in the context of
literature." hindu.com
Premio
Itas del Libro di Montagna - Cardo d’Oro 2005 - una volta in europa
Premio
Internazionale per la letteratura di viaggio D. H. Lawrence 2007
sezione narrativa il premio a John Berger sardegnaoggi.it
se fossi parola - john berger - su nazim hikmet ...quando aspettava, seduto sul palco,
prima di alzarsi per prendere la parola, si intuiva che era un uomo
straordinariamente alto e solido. Non per nulla il suo soprannome era «l'albero dagli occhi blu».
Quando si
alzava in piedi si aveva anche l'impressione che fosse molto leggero, così
leggero da rischiare di volar via. ____Nazim, voglio descriverti il tavolo su cui sto scrivendo. Si tratta di un
tavolo da giardino bianco, di metallo, di quelli che si possono trovare nei
giardini di un yali sul Bosforo. Si trova nella veranda coperta di una casetta
alla periferia sud-est di Parigi. La casa è stata costruita nel 1938, come tante
altre case costruite qui nella stessa epoca per gli artigiani, i commercianti e
gli operai qualificati.
Nel 1938 tu eri in carcere. Un orologio era appeso a un chiodo al di sopra del
tuo letto. Nella cella al di sopra della tua, tre banditi in catene aspettavano
la loro condanna a morte.
monde-diplomatique.it
LINGUA MADRE - John berger - su
NOAM CHOMSKY
Within one mother tongue
are all mother tongues. Or to put it another way – every mother tongue is universal.
Noam Chomskyhas brilliantly demonstrated that all languages – not only
verbal ones – have certain structures and procedures in common. And so a mother
tongue is related to - rhymes with? -
non-verbal languages – such as the languages
of signs, of behaviour, of spatial accommodation. When I’m drawing, I try to
unravel and transcribe a text of appearances, which already has, I know, its
indescribable but assured place in my mother tongue. john berger-
the guardian
- fb/nc - 2015
et nos visages mon coeur
fugaces comme des photos
Si l’art y est mêlé, à travers
des incursions brillantes dans l’œuvre de Van Gogh, Rembrandt
et Le Caravage, le livre est largement poétique et
philosophique, tendu par des questions et des expériences si
simples — l’amour, le déracinement, le temps, l’absence — que
nous ne savons presque plus les «voir» dans nos propres vies.
champ-vallon.com
The
storyteller is in the story and outside it
All
art perhaps involves moving between one or two or several "places." You're
inside what you're drawing, and you are outside the drawing, watching it.
Simultaneously in two places. The artist is never in a single place--and in
this he's like a foreigner, trying maybe to create a temporary home.
alan_sundberg.tripod.com
riding a bike
'One is all the time surrounded by risk,'
says Berger the next day. 'The thing about riding a bike is
that you ride the risk, so it's no longer unknown or shadowy.
Another thing is that when you're riding a bike the time
between a decision and the effect of that decision - and both
depend on your whole body - is the briefest possible. You
decide something, and it happens, and at that moment you're
touching something which is very close to existential freedom.'...
ncf.carleton.ca
duo
ON NO CITY PLAN
I look at the faces
around me and it's not exactly hope I see. Nor anything else
which can be measured on the crass thermometer which goes
from pessimism to optimism. I see men and women, familiar
with loss, expressing love. If you want to picture their
particular faces, you have to remember Berlin, or go there to
walk in the streets towards the east--for these faces could
come from nowhere else but Berlin.
In Berlin
my companions walked as they might walk across the
kitchen to the tap in the sink to fetch a glass of water
early in the morning. No theatre, no cosmetics. The faces
were only themselves, alone as they walked along a ribbon
length which extended like a jetty far into the sea. All had
their heads inclined ...
the speed
of motorbikes is often thought of as brutal
but it can also
whisper of an extraordinary tenderness
alan_sundberg.tripod.com
dei disegni e delle moto
è
un'esperienza molto fisica e metafisica perché la morte è
sempre presente e c'è anche la volontà perchè esiste una
connessione tra il tuo guardare mentre disegni e guardare mentre
guidi. quando guidi tu vai e tutta la
macchina va nella direzione dove tu guardi. se guardi qualcosa
che vuoi evitare la prendi. se guardi oltre la eviti.
... il suo
carattere lo portava a essere unpilota
deciso, anche irruente, con gioia ascoltava la voce della sua
moto, senza timori. Negli ultimi anni soffriva di mal di schiena, solo
quand’era sulla moto spariva. Alla sua Honda, più nota come
Blackbird, cioè merlo, aveva
inserito al portachiavi una tartaruga, quasi a compensare la lentezza
della tartaruga col volo scattante del merlo ...
... Per anni sono stato affascinato da un
certo parallelismo tra l’atto di pilotare una moto e l’atto del
disegnare. È un parallelo che mi affascina, perché può rivelare un
segreto. A proposito di movimento e visione. Guardare avvicina. Una
moto la piloti con gli occhi, con i polsi, e con l’inclinazione del
corpo. Gli occhi sono i più importanti dei tre. La moto segue e vira
verso tutto ciò su cui si fissano. Segue il tuo sguardo, non le tue
idee. -JB
gianluigi colin -
corriere.it -
ilsole24ore - books.google.it_il taccuino di bento tratto da :
sulla motocicletta - 2019
Quando si scrive una poesia si ascolta
tutto tranne quel che succede in quel momento . come il
vestito, la scarpa scalciata dal piede e la spazzola per capelli, esse
parlano di quello che non c’è . O, piuttosto, di quello
che non è davanti a noi . sulla
motocicletta
parlando di picasso
... l’apparizione della figura conta molto più dell’atto di
disegnare
È lei che insiste, non il
disegnatore, e insiste proprio attraverso la sua esitazione pag 61 - sul disegnare - 2007
.
Noi che disegniamo
non lo facciamo solo per rendere visibile
qualcosa agli altri
ma anche per accompagnare qualcosa di
invisibile alla sua incalcolabile destinazione ... Lascio che il carboncino, stretto tra il
pollice e due dita
disegni
come se leggessi con i polpastrelli una
specie di braille
Il disegno s’interrompe
irishtimes
passione per la moto
- i disegni di john berger
il suo disegno, dai tratti
veloci, dai segni accennati e decisi, rievoca e propone allo
sguardo le sensazioni emotive che colorano e compongono uno dei
suoi infiniti mondi. "Avere un mondo è
qualcosa di più del semplice essere al mondo. Tutte le cose
sono al mondo. Ma il corpo è al mondo come colui che ha un mondo;
come colui per il quale il mondo non è solo il luogo che lo
ospita, ma anche e soprattutto il luogo in cui si proietta”'..... I suoi disegni, lontano
dall’essere didascalie visive di un mondo da rappresentare,
nascono dalla volontà di restituirne la stessa esperienza fisica,
stato primo di una passione che accomuna l’universo così vasto ed
eterogeneo delle due ruote.
"Credo che la più intensa e aperta attività degli occhi, dello
sguardo, si svolga nel disegnare. Davanti a noi c'è qualcosa e
noi, con gli occhi, interroghiamo il suo manifestarsi. In genere
si crede che la cosa guardata sia passiva e che siamo noi,
nell'osservarla, ad essere attivi. In realtà quel che succede
quando si disegna veramente - e sono sicuro che chiunque abbia
provato a disegnare in modo non meccanico ne convenga - è che, ad
un certo punto, dalla cosa si sprigiona un'energia che è lì per
incontrarsi con l'energia contenuta nello sguardo di chi osserva"
la povertà del nostro secolo non è
confrontabile con nessun'altra. Non è, come è accaduto a volte, il risultato
naturale di carestie, ma di un insieme di priorità imposte dai ricchi al resto
del mondo.
cada vez que decimos
adiós 1997ilmanifesto.it
- carta.org
The poverty of our century is
unlike that of any other.
It is not, as poverty was before, the result of
natural scarcity, but of a set of priorities imposed upon the rest of the world
by the rich. Consequently, the modern poor are not pitied... but written off as
trash.
The twentieth-century consumer economy has produced the first culture for
which a beggar is a reminder of nothing.
THE SHAPE
OF A POCKET HOW DID YOU
BECOME WHAT YOU VISIBLY ARE? ASKS THE PAINTER.
I AM AS I AM. I'M WAITING, REPLIES THE MOUNTAIN
OR THE MOUSE OR
THE CHILD.
WHAT FOR?
FOR YOU, IF YOU ABANDON EVERYTHING ELSE.
FOR HOW LONG?
FOR AS LONG AS IT TAKES.
THERE ARE OTHER THINGS IN LIFE.
FIND THEM AND BE MORE NORMAL.
freewilliamsburg.com
GUARDARE
E'
ESSERE CONTINUAMENTE SORPRESI
DA
QUALCOSA
nessuno COME LUI
capace di tanta
attenzione e nello stare attento di
tanta intensità. A tutti e a tutto John Berger dedica una capacità di ascolto
che si manifesta non solo negli occhi ma in tutto il viso e ancora più in là
nell’atteggiamento e nella tensione del
corpo. Se un’antenna ricevente avesse una forma umana potrebbe essere
rappresentata da lui.
Anche lui ogni tanto guarda nel vuoto ma solo quando a parlare tocca a lui e
lo fa per cercare da qualche parte nello spazio intorno a sé le parole più
giuste per ascoltare ancora l’eco dell’altro e per trovare dentro di sé il modo
di esprimersi e farsi capire al meglio.
Per nulla turbato dal silenzio o
dall’esitazione o dal mostrare quella ricerca e quella fatica del discorso di
cui parla anche nell'intervista.
Qual è
invece il suo rapporto più fattivo col cinema? Innanzi tutto io non sono un filmaker. Di tanto in
tanto io parlo con dei filmaker e talvolta lavoriamo insieme. Ma voglio dire due
cose a proposito del fare film: la prima è che fare cinema costa un’enormità di
denaro, anche se meno che in passato grazie alle nuove tecnologie; la seconda è
che il cinema è sempre un complessissimo processo di collaborazione. Io cerco di
essere uno storyteller, il che non vuol dire che inventi molto ma che
semplicemente prendo le storie che vengono dalla vita e le trasporto come un
facchino ad altre persone, in altri
luoghi.
La parola greca per dire ‘facchino’ è ‘metafora’, e non ci possono
essere storie senza metafore. Così io sono un facchino.
http://cinema.dada.net
debo aclarar la diferencia
que yo veo entre un contador de historias (story teller) y un novelista al uso,
digamos... La novela moderna es un género que nace como tal a finales del siglo
XVIII, principios del XIX. En Inglaterra, por ejemplo, con escritores como las
Brönte, Austen, etc. Pero la tradición de los contadores de historias se remonta
hasta a Homero... Xoán Abeleira - rebelion.org
Autobiography begins with a sense
of being alone
It is an orphan
form
Every city has a sex and an age
which have nothing to do with demography.
Rome is
feminine. So is Odessa
London is a teenager an urchin
and in this
hasn't changed since the time of Dickens
Paris I believe
is a man in his twenties in love
with an older woman
Men act and women appear Men look at women
Women watch themselves being looked at
Publicity is the life of this
culture
in so far as without publicity capitalism
could not survive
and at the same time publicity is its
dream
The camera relieves us of the
burden of memory
It surveys us like God and it surveys for
us
Yet no other god has been so cynical
for the camera records in order to forget
The past grows gradually around
one
like a placenta for dying
quando leggiamo una storia
la abitiamo .
le copertine dei libri
sono come i tetti e le mura .
When we read a story we inhabit it
The covers of the book are like a
roof and four walls
What
is to happen next will take place
within the four walls of the
story
And this is possible because the story's voice
makes everything its own
brainyquote.com
It’s absolute balls
to talk about drawing as creative
It’s a question of being receptive
Self-Portrait 1914-18 It seems now that I was so near to that war.
I was born eight years after it ended
When the General Strike had been defeated.
Yet I was born by Very Light and shrapnel
On duck boards
Among limbs without bodies.
I was born of the look of the dead
Swaddled in mustard gas
And fed in a dugout.
I was the groundless hope of survival
With mud between finger and thumb
Born near Abbeville.
I lived the first year of my life
Between the leaves of a pocket bible
Stuffed in a khaki haversack.
I lived the second year of my life
With three photos of a woman
Kept in a standard issue army paybook.
In the third year of my life
At 11 a.m. on November 11th 1918
I became all that was conceivable.
Before I could see
Before I could cry out
Before I could go hungry
Rembrandt, autoritratto Dal volto gli occhi
due notti che guardano il giorno
l’universo della sua mente
raddoppiato dalla pietà
nient’altro può bastare.
Davanti a uno specchio
silenzioso come una strada senza cavalli
ci ha immaginato
sordomuti
che attraversano il paese
per guardarlo
al buio. 1975 ... Rembrandt Self-portrait
The eyes from the face
two nights looking at the day
the universe of his mind
doubled by pity
nothing else can suffice.
Before a mirror
silent as a horseless road
he envisaged us
deaf dumb
returning overland
to look at him
in the dark.
Parole migranti In una sacca di terra
ho sepolto tutti gli accenti
della mia lingua madre
riposano lì
come aghi di pino
raccolti da formiche
un giorno il grido malfermo
di un altro vagabondo
potrebbe incendiarli
allora caldo e confortato
tutta la notte sentirà
la verità come una ninnananna 1980
A Viva Voce Uno che fa sogni profondi
di montagne
il giorno dopo parla
con voce di burocrate
Un altro che nessuno osa disturbare
mentre dorme come un carro armato
parcheggiato in piazza
giurerà con la voce da bambino
di non aver mai disobbedito
Un terzo per superare l’insonnia
s’immagina castoro
e abbaierà nelle assemblee
in nome della necessità
Quello con l’incubo
che la storia sia immodificabile
spiegherà come un maestro
di cosa c’è esattamente bisogno
per avere progresso
Nell’orecchio della poesia
scrivo questi enigmi
mai pronunciati
a viva voce anni ‘70
La Storia Cielo privo di volta
regolare come il sole
millenni polverizzati in azzurro
cielo di tutti i momenti vissuti
cielo verso cui tendo il collo
per guardarci dentro
cielo di quello che diventerò
in questo cielo
due poiane
immobili
col collo chino
le teste intente
come quelle di tartarughe
sul dorso
punte d’ali sfrangiate - siccome le ali permettono il volo
le immaginiamo immacolate -
scomposte
arruffate
con penne mancanti
letargiche
ali pesanti
per sostenere la testa intenta
il becco giallo
le viscere che reclamano cibo
gli artigli prensili
laceranti come giudici
le 'testeditartarughesuldorso'
dei due uccelli
girano lente come la storia
rifiutano di muoversi
predatorie
nel cielo privo di volta dei momenti vissuti
dei millenni polverizzati in azzurro jura
1973
Somiglianza Chi è che mi ritrae
tra carta e matita?
Un giorno valuterò la somiglianza
ma la donna che la valuterà
non sarà la stessa che ora
è in trepidante posa.
Sono quel che sono.
Somiglio a come mi vedi tu. anni ‘60 ... Likeness
Who is drawing me
between pencil and paper?
One day I shall judge the likeness
but she who judges
will not be the woman who now
so expectantly poses.
I am what I am.
What I am like is how you see me.
Parole II La lingua
è la prima foglia della spina dorsale
la circondano foreste di linguaggio
Come una talpa
la lingua
si rintana nella terra del discorso
Come un uccello
la lingua
vola tra gli archi della parola scritta
La lingua se ne sta impastoiata
e sola nella propria bocca 1980
Trillo Il canarino canta dentro
l’aquila
ed è furioso.
Il canarino canta dentro la gabbia
toracica dell’aquila.
Il ritmo lento delle ali dell’aquila
accelerato
scorre musicale
come una risatina senza fine
dal becco vibrante del canarino.
Il canarino trilla più acuto
quando l’aquila uccide. 1972 ... Trilling
The canary sings inside the eagle
and is mad.
The canary sings inside the cage
of the eagle’s breast.
The slow beat of the eagle’s wings
accelerated
flows like an incessant giggle
musically
from the canary’s quivering beak.
The canary trills highest
when the eagle kills.
Soave Lei costeggia in bici
un canale morto
recitando i versi di Carducci
che ha imparato a scuola
la settimana scorsa
su questo canale quando ero giovane
le chiatte passavano così vicine
che era come un bacio
...
Pagine Parola per parola io
descrivo
tu accetti ogni fatto
e ti chiedi:
che cosa vuole veramente dire?
Un in quarto dopo l’altro di cielo
di cielo sale
di cielo della lacrima placida
impresso dall’altro cielo
trapunto di stelle.
Pagine stese ad asciugare.
Uccelli volano via come lettere
Oh sì voliamo via
volteggiamo e posiamoci sull’acqua
vicino alla fortezza dell’illeggibile. 1972
Narratori Scriviamo
accucciati ai piedi della morte
siamo i suoi segretari
Leggiamo al lume della vita
e ne compiliamo i libri mastri di pietra
Dove lei finisce,
colleghi miei,
cominciamo noi, ai lati della salma
E quando la nominiamo
è perché ormai
si sa che la storia è quasi finita. 1984