Aldo Nove

viggiu - varese - 12 luglio 1967

 

poeta cannibale

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Antonello Satta Centanin

Aldo Nove pseudonimo di Antonello Satta Centanin è laureato in filosofia morale e con il suo vero nome ha pubblicato due raccolte di poesie.  Nato a Viggiù - al confine con la svizzera - il 12/07/1967  -   Madre sarda - nonni veneto-friulani e padre di Viggiù   .    

si occupa da sempre di poesia ed è stato redattore della rivista Poesia/Crocetti Ed -  e di Testo a fronte/Marcos y Marcos.
Ha curato per  Bompiani con elisabetta sgarbi  la collana
Inversi-poesia informale .  E' UNO DEGLI AUTORI de LA NAVE DI TESEO FONDATA DALLA STESSA SGARBI - 2015

dal 2006 è direttore della collana Neon delle edizioni Tea .

Scrive per il teatro e il cinema e collabora a diversi quotidiani e settimanali.

giuria di qualita festival di sanremo 2014

TRADOTTo  IN INGLESE e spagnolo 

poetilandia.it

Aldo Nove era un bambino molto timido e tartagliava fino a quando la maestra lesse in classe un suo racconto a proposito di un gattino trovatello. Il modo migliore di stare al centro dell`attenzione senza alcun imbarazzo  che lo ha convinto a diventare uno scrittore.
raistoria.rai.it

Aldo Nove pseudonimo di Antonio Centanin  - Viggiù 12 luglio 1967 -  scrittore e poeta .

esordisce  con Gioventù Cannibale - 1996 - raccolta di racconti di giovani autori .
si è affermato non solo come scrittore pulp o spletter  come quella ‘covata’ era stata definita dai critici ma come uno dei più significativi poeti contemporanei anche se non ha mai abbandonato la prosa.

Lo pseudonimo trae origine da una frase '' ALDO DICE 26 X 1 ''  presente nel telegramma diffuso dal Comitato Nazionale di Liberazione Alta Italia - CLNAI - nell'aprile del 1945 per comunicare il giorno  - 26 -  e l'ora  - 1 di notte -  in cui dare inizio all'insurrezione dei partigiani a Torino nella guerra di liberazione dall'occupazione nazista.   Aldo è appunto il nome presente nel messaggio mentre Nove è dato dalla somma delle tre cifre 2, 6 e 1.
http://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Nove
   -  http://biografieonline.it/biografiaAldo+Nove

www.rollingstone.it/ti-fanno-il-tso  -   intervista  - ott 2020   -   internationalwebpost.org
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cosa non ti piace della predicazione ecologista?
Che sia una religione. L’ecologismo trasformato in culto estremo.
http://cavevisioni.it/la-neolingua-viviamo-gia-un-paramondo  - intervista 2023
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GLI ESORDI LETTERARI
Quando scrissi i miei primi racconti, nel 1993, li mandai a Marcello Baraghini - Stampa alternativa - e a Renato Curcio - Sensibili alle foglie - . Allora mi sembrava potessero essere gli interlocutori adatti. Baraghini mi rispose con due righe a penna, su un foglio di quaderno strappato: Ti do un solo consiglio: smetti di scrivere, non fa per te. Marcello Baraghini. Curcio mi mandò 2 pagine fitte, su carta intestata della sua casa editrice, in cui analizzava i miei testi, facendomi i complimenti ma dicendomi che lui pubblicava solo testi sociologici mentre la mia era vera letteratura. Due rifiuti quindi, per quanto assai diversi. Poi nulla per due anni. Due anni dopo, Castelvecchi decise di pubblicarmi. Una settimana prima che mi chiamasse l'Einaudi - 2 giorni dopo che avevo firmato per Castelvecchi - facendomi un'offerta ben più interessante - e che oramai non potevo più accettare.

fb/an - 2014
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La scrittura è la vampirizzazione

della propria esperienza 

 reale - possibile - desiderata

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La questione è comunicare

la lingua che si usa per farlo

è irrilevante

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concessa la legge Bacchelli ad aldo nove
agi.it/cultura/news/2022-06-06/concessa-legge-bacchelli-scrittore-aldo-nove

2022

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IL  PROFESSORE DI VIGGIU'

Non lo presenterò a Torino. Non lo presenterò da nessuna parte. Non sta propriamente su questa Terra, non fa parte del Sistema. Racconta una storia. Una fiaba che parla della possibilità di un altro mondo. Lo fa da solo... Ringrazio Bompiani per avere avuto il coraggio di pubblicarlo malgrado la sempre più evidente ingombranza dell'autore. Ringrazio chi avrà il coraggio di leggerlo. Contro tutto. Per tutti. Con disperato amore.
fb/an - 11.5.2018

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... La vita è ricerca infinita:  nessuno "status quo".   Rimettersi in gioco.   Sbagliando. Imparando.  Tutti i giorni.  A tutte le età.
fb/an - 19.5.2018

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Arrivato da lontano, saggio, elegante, il Professore suscita rispetto e ammirazione in tutti. È una figura venerabile, un maestro, in un tempo che i maestri non li sa riconoscere. Di lui si sa poco, o forse tantissimo. Un giorno il Professore annuncia la sua scomparsa a tutti gli abitanti del paese, e quello che rimane di lui è un quaderno lasciato nelle mani del panettiere Matteo e da lui consegnato al narratore. Il taccuino contiene, in forma di dialogo semifilosofico, la summa della visione del mondo del Professore: di più, una vera e propria storia dell'universo fino ai nostri giorni ...
bompiani - fb/an - 2018

. tutto di te esiste dall'inizio dei tempi - disse il professore di viggiu' a matteo - e si è aggregato in tribu' di idrogeno ed elio, di ossigeno e carbonio e poi stelle, galassie e mondi e culture che hai ereditato .  sono il romanzo : tu sei la prima e l'ultima pagina del romanzo . in mezzo c'è l'universo, che si scrive da sè .   questo è il solo mistero .   null'altro è vero .
IV di copertina

Non sono perplesso e spaventato per ciò che sta accadendo, che è sotto gli occhi di tutti. Ma per la velocità con cui accade. È l' accelerazione dei fatti che fa paura. Come se fossimo su un tapis roulant diventato troppo veloce, tanto da travolgerci a vicenda. -AN
m.dagospia.com - 2018

Quando ero un bambino, stavo in giro per il paese a giocare tutto il giorno; oggi se vedono due bimbi da soli in un prato chiamano la polizia e denunciano i genitori.    Quando ero ragazzo andavo ai concerti per divertirmi, oggi rischi un attentato.     Venti anni fa il precariato era una questione sindacale-contrattuale, oggi è una questione ontologica.    Quando ho cominciato a lavorare, il telefonino e internet erano un aiuto straordinario.     Ora l'iPhone e il tablet sono diventati un'estensione inquietante del nostro corpo ...    Io non ho paura del cambiamento, ma di un cambiamento così veloce, ingestibile, disumano.    Di fronte a questo transumanesimo mi sento conservatore.    -AN
luigi mascheroni - ilgiornale.it - 2018

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PULSAR

Questa la nuova attuale immagine di copertina del sito de ilSaggiatore, che si propone di ristampare tutti i miei libri in prosa e ogni anno proporne uno nuovo, di prosa o saggistica. Dopo che l'Einaudi ha sabotato tutti i miei libri per spettacolari divergenze tra il sottoscitto e la loro linea editoriale (diciamo quella degli ultimi anni), torneranno così accessibili i miei vecchi libri e le nuove uscite (per la poesia, a cadenza irregolare, usciranno testi editi e oggi introvabili presso Crocetti/Feltrinelli).

In questo caso, "Pulsar" è un "nonromanzo" prossimo a una sorta di autobiografia che negli anni si "disfa" nel caos odierno, come puntando un telescopio verso di sé... E' il mio modo per raccontare, filtrato da un io sempre più frammentato, il presente e gli ultimi cinquant'anni dal punto di vista prima di un bambino di un piccolo paese del Nord, poi di quello di un adolescente e adulto in una metropoli che progressivamente si perde in un mondo che è solo memoria e ricombinazione, ed esplode infine, cercando infine di raccogliere i cocci (linguistici?) di qualcosa che non c'è più eppure unica ci motiva: L'UMANITA'  ...
fb/an - 19.1.24 - facebook.com/watch  intervista
hpulplibri.it/aldo-nove-linizio-della-notte-e-comune-a-tutti

... "Pulsar" non è un romanzo. Non è un saggio .   E' un grido, un appello disperato a riabbracciare l'umano, destrutturando tutto ciò che oggi passa ancora per "letteratura" .    Nessun giornale o televisione se ne occuperà anche perché il sottoscritto si è troppo impegnato a denunciare quanto abbiano sostituito non dico il buonsenso, ma il senso, qualsivoglia senso, con una valanga infame di c@zzate criminali ...
fb/an - 29.1.2024
Gli adulti sono dei bambini marci  .    Progressivamente sempre più lo diventano, e chi è appena stato bambino fa confusione, vuole diventare adulto in modo bambino, vuole diventare bambino in modo adulto .     Insomma è un ragazzo. O una ragazza .    Ma quello che è sicuro è che a un cverto punto capisci che la fantasia è un mondo, e devi traslocare in un altro .   Quel mondo lo hai abitato ed era pieno di storie .  Le storie hanno tempo, e continenti e stelle del tutto speciali, e tu che sei un bambino sei una stella, e tu che sei un ragazzo cominci a capire che non lo sei più, forse non lo sei stato, forse lo diventerai .   dopo .  Tutto il resto è cercare senza che faccia troppo rumore  .

books.google.it  -   fb/an  -  fb/e.deangelis  -   2024

Pulsar comincia nel 1967. In quell’anno nasce la voce che racconta questa storia.      Una voce che racconta dell’amore per sua madre, per i suoi nonni; che parla di Viggiù e della sua infanzia.    L’infanzia è infatti la stella pulsante nelle vite di ciascuno di noi, le cui onde influenzano chi siamo e soprattutto chi saremo. Il racconto di questa voce si forma anno dopo anno, perché nella vita di un bambino ogni anno è un secolo e una rivoluzione, ogni anno è un'esplosione di vita incontrollabile.    Poi, a un certo punto, si interrompe: l’infanzia finisce, e la voce capisce che anche lei deve trasformarsi. Deve farsi storia di tutti, deve raccontare il percorso di un’umanità verso un futuro sempre più incomprensibile e pieno di violenza. Allora si passa dall'«io» al «noi», dalla storia individuale alla narrazione per decadi, con le loro catastrofi.      Si passa alla speranza di continuare a sentire l’eco della stella che pulsa, alla speranza che l'infanzia non finisca e che, anzi, possa cambiare la collettività, la storia e l’avvenire. L’infanzia che è il gesto d’amore supremo.    La stella che non muore.
ilsaggiatore.com - 2024

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Anteprima mondiale  -  Woobinda 2016 testi inediti   -     riedizione 2024

La nostra realtà irreale non è cambiata granché siamo solo più poveri, più volgari e più spaventati .

Venti anni dopo il successo di Woobinda 1996, Aldo Nove ritorna con "Anteprima mondiale". Un decennale in cui tutto è cambiato senza tradire le profetiche premesse che infiammarono allora pubblico e critica.    

Nove illustra un mondo cambiato per sempre, giunto oggi a un punto di saturazione, e gioca la carta più difficile: la compresenza di cinismo e compassione nei confronti di una deriva che non salva nessuno, se non un residuale senso umanistico a cui ancorare le proprie speranze. "Anteprima mondiale" fa ridere e spaventa allo stesso tempo. È horror e, paradossalmente, costantemente comico.
unilibro 2016

Tengo infinitamente a questo libro. Perché è la mia dichiarazione di guerra. A un mondo in cui immaginazione psicotica e realtà non hanno più confini.
fb/an - 5.5.2016

.. Ho voluto coinvolgere in questa nuova avventura vecchi e nuovi compagni di viaggio. Per due motivi. Per dare testimonianza reale di quanto ogni libro è somma di altri libri, di altre influenze. Ho voluto metterlo in luce nel modo più eclatante, ossia con la partecipazione diretta.
Ogni libro, nel suo profondo, non è mai opera del solo autore, che è piuttosto un’antenna del suo tempo e della sua capacità di cogliere l’umanità e le sue contraddizioni.     Che è poi il senso primo della cultura umanistica ..

fb/an - 11.5.2016

auralcrave.com/letteratura-cannibale

... Woobinda ... dopo un quarto di secolo è un piccolo  'classico'   Ma anche il segno di una creatività oggi del tutto negata perché non ortodossa ... Amen .
fb/an - 28.12.2023

 

c'è in giro moltissima realtà.
ovunque ti giri c'è realtà !
a destra, a sinistra ce n'è.
ce n'è a
bizzeffe, non sai più
dove voltarti.
quarta di copertina - fb/an - 6.5.2016

 

Per chi è stato woobindiano da giovane come me una lettura imperdibile

Grazie di averlo scritto
MARIO DESIATI - commento fb per a.nove - 2016

 

 

UN BAMBINO PIANGEVA
Aldo Nove ha trascorso tutte le estati, dall'infanzia alla prima adolescenza, in Sardegna, un'isola che nel suo immaginario poetico si è trasformata in una terra magica e misteriosa, popolata dalle presenze ancestrali di antichi isolani. Il racconto di Nove segue un doppio registro narrativo, realistico e fantastico allo stesso tempo.

Da un lato il giovanissimo Antonello, bambino alla scoperta di una terra lontana e in parte sconosciuta, dall'altro il piccolo Sartàlo, giovane di una tribù indigena perennemente in lotta per la sopravvivenza.
Una vicinanza curiosa e inaspettata legherà per sempre le esistenze fragili dei due protagonisti, separati dal tempo, ma non dal destino.

Il nonno di Antonello e un vecchio Sikh, Giò, faranno da guida al piccolo.
Un romanzo poetico ed evocativo, fantastico e almeno in parte autobiografico.

note editore
C'è un filo conduttore che lega tutte le opere di Aldo Nove, una spiritualità costante e mutevole: la preghiera, a volte sussurrata, a volte atrocemente urlata, che tutto non sia soltanto evidenza e realtà, che ci sia qualcosa, qualcosa di profondo, che ci unisce tutti, nei secoli, per sempre. C'è Woobinda, il tragico Woobinda, e c'è "Un bambino piangeva", il lieve e malinconico. Antonello, piccolo Aldo Nove, passa le estati su un'isola magica, lunghe estati da sogno; perché quell'isola, la Sardegna, lontana e arcaica, magica lo è per davvero. Qui nessuno muore in via definitiva e il passato, se si hanno occhi abbastanza attenti per vederlo, fa capolino nel presente. Sull'isola è vissuto anche il piccolo Saltaro, figlio di una stirpe antica, che ha abitato la Sardegna prima dell'arrivo dei Fenici, violenti e ciechi come tutti i colonizzatori. È la paura del presente ad accomunare il piccolo Antonello e Saltaro, in un girotondo a occhi chiusi, mentre le vicende del mondo scorrono inesorabili per entrambi. Ad accompagnare Antonello ci saranno le presenze rassicuranti di nonno Giuseppino e di Giò, numi tutelari perennemente in contatto con la spiritualità che pervade l'isola. Antonello, grazie a loro, sentirà il richiamo di Saltaro e, inconsapevole, percorrerà il lungo pellegrinaggio dalla piccola Viggiù fino al cuore misterioso della Sardegna. Il viaggio, come di frequente accade, sarà l'occasione per affrontare paure, sconfiggere incertezze e ritrovare ciò che pareva perduto.

hoepli.it - 2015

. Mi chiedono di cosa parla il mio libro e lo faccio (anche) qui. La collana "Madeleines", è dedicata, come si intuisce, ai ricordi. Io ho vissuto l'infanzia in un paese in provincia di Varese, e dunque al nord, mentre passavo le estati in Sardegna, da mio nonno. Una Sardegna arcaica, dove non c'erano i gabinetti (perché il letame serve per i campi) e il principale mezzo di locomozione era l'asino. L'unico telefono del paese era quello a gettoni del bar. Ho raccontato quell'infanzia mischiandola alla storia di un bambino nuragico, testimonianza immaginaria di un passato mitico e muto (non ci sono testimonianze scritte antecedenti all'invasione fenicia) ma visibile ovunque: i Nuraghi "emersi", oggi, sono più di quattromila. Le storie dei due bambini (io e quello immaginario, che si chiama Saltaro) sono unite in qualche modo da una figura che ho conosciuto veramente, e che si chiama Giò. Giò è un anziano indiano sikh che dopo essere scappato dall'India durante la guerra è stato in Amazzonia (dove è diventato sciamano) e poi in tanti posti del mondo, fino a approdare in Sardegna dove oggi, a 75 anni, fa il pastore e insieme lo studioso dei rapporti tra il sanscrito e il sardo arcaico. Una figura meravigliosa. In qualche modo, grazie a Giò, io da bambino e Saltaro "ci incontriamo"...  -AN
fb/an - 5.5.2015

QUELL'ACQUA UN GIORNO VENNE DA ME E MI PARLÒ.
' CI SIAMO GIÀ CONOSCIUTI ' ...
ERA TUTTA L'ACQUA DEL MONDO E SEMBRAVA UNA MADRE.
IO NON AVEVO PAROLE DA DIRLE.
TACEVO.
ERA L'UNIVERSO.
' CI SIAMO GIÀ CONOSCIUTI ' ... HA RIPETUTO ...
' MILLENNI FA ' ...

acqua internazionale - pag 45

 

 

 

tutta la luce del mondo - san francesco

Nato da una ricca famiglia di mercanti, incerto se essere un commerciante di successo o un cavaliere alla ricerca della fama mondana, Francesco di Bernardone vive con radicalità la sua condizione di uomo, fino a compierla del tutto, trasfigurandosi in un canto universale. Francesco di Bernardone è un bambino che scopre ogni giorno il mondo, un mondo che è segno di una realtà più alta ma immediata: la realtà dello slancio dei fiori verso il sole, e della luce del sole che discende su tutte le creature. Come un equilibrista tra terra e cielo, san Francesco ha attraversato i secoli incarnando il più alto ideale umano nella concretezza del quotidiano, senza paura di scontrarsi con l'ottusità del mondo. Con un linguaggio semplice e volutamente infantile, Aldo Nove ripercorre le tappe di un'esistenza che attraverso i secoli non smette di stupire, di sconcertare ed esaltare chiunque sappia andare al cuore dello scandalo di una purezza assoluta, quella di un santo che ha reinventato la vita.

http://video.corriere.it/aldo-nove-ecco-mio-san-francesco

salone del libro torino 2014

https://youtu.be/0IMzg1ZNrbM

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Nel Medioevo tutto era stupendo. Nel senso che era pieno di stupore. E c'erano i miracoli, e le cose non erano semplicemente cose, e l'acqua non era acqua solamente, e il cielo era un po' più del cielo. Tutto recava segno d'antiche battaglie, il male e il bene andavano alla guerra, c'era un torneo infinito che le stelle guardavano dall'alto dei cieli, che sapevano i segreti oscuri delle persone ...
sono gli occhi di Francesco che Nove vuole dotare di parole    quegli occhi stupiti, meravigliati dalla grandiosità dell'universo, da quel "carnevale dell'universo" straboccante di luce che prende forme diverse sotto la volta celeste in un "conflitto festoso". Francesco si priva di tutto e si veste di fede, parla con la natura e la ama incondizionatamente.
ansa.it - 2014

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Suo zio non si poteva capire … suo zio era incontenibile. Era troppo. Troppo diverso. Troppo pazzo. Troppo santo. Troppo tutto.

E questo avrebbe fatto fuggire chiunque. Oppure avrebbe avvicinato fatalmente i pochi che ne avessero accettato il gesto. Quel gesto continuo. Come una danza. Allora avrebbe danzato con lui, qualcuno. Spesso lo aveva immaginato mentre danzava. Danzava sempre, gli dicevano. Danzava e cantava. Invece a lui, a Piccardo, i preti dicevano sempre di stare fermo, di stare buono.

I santi non fanno così.
fb/an - 2014

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In un Medioevo "pieno di stupore", teatro di battaglie, custode di segreti, terra di avventure e di viaggi, di amori e paure estreme, dispensatore di attimi sottratti a un'eternità di cui pareva si cibasse ogni cosa, sorse un uomo, Giovanni di Bernardone, poi conosciuto come Francesco. L'uomo di Assisi, colui che vedeva la luce e la bellezza del suo Maestro Gesù in ogni volto di persona ma anche di animale, e non solo in essi ma pure nel sole, nella luna, nella terra su cui camminava insieme agli altri. San Francesco, il "poverello" per antonomasia, il folle di Dio. Aldo Nove in questo suo nuovo libro non si limita a ricostruire la storia di Francesco. Lo fa dal punto di vista del nipote Piccardo, un ragazzino dapprima spaurito di fronte alle scelte radicali dello zio, ma poi gradualmente pervaso di una ammirazione giocata sullo stacco fra il riconoscimento della Verità e la coscienza di non poter essere come Francesco, di non poter seguire il suo cammino nello stesso modo. Sullo sfondo, le forti emozioni e gli sconvolgimenti di un'epoca che non fu affatto buia come talora si crede, ma viva come lo sono i linguaggi infantili, forse i soli a cogliere il momento indicibile in cui la vita di un testimone del Regno come Francesco si trasforma in esperienza condivisibile di santità.

libreriauniversitaria.it -  wuz.it - unilibro.it -  ansa  - 2014

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dà così per scontato Dio, che Nove può raccontarci di lui senza alcun misticismo.
Questo dio è un dio perfettamente incarnato, è anche un dio spiritoso, giocoso come solo una divinità immanente può essere. Come solo un bambino può immaginare: quando ha bisogno sempre di un correlativo oggettivo (per dire una parola, per quanta magia essa contenga, deve poter indicare con il dito dove quella parola si concretizza nel mondo). E infatti Nove racconta la storia di Francesco a partire da suo nipote Piccardo, che bambino irriverente gioca nelle strade a fare il verso alle processioni, che vede nei genitali di un orso da circo il diavolo, e nei racconti serali di sua madre la vita.

valeria parrella - giugenna.com - 2014

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da un post di jovanotti - grande amico di aldo nove
E' una storia di amore e di ribellione.
Aldo Nove, che ogni volta scrive un libro completamente diverso dagli altri suoi, stavolta ha scritto un romanzo che invece è uguale identico a quello che avrei voluto scrivere io se sapessi scrivere un romanzo, e meno male che l'ha scritto lui, così non mi devo nemmeno sforzare e faccio il lettore, che è un gran bel ruolo, a volte.

fb/an - 2014

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di Francesco, che cosa ti ha affascinato?
Potrebbe essere considerato il più grande poeta italiano, ma non era un poeta. O meglio, lo era a un livello tale che la poesia era altro da quella dei grandi, del canone: che so, Pascoli o Carducci... Ha scritto lettere bellissime, potenti: «Antonio, vescovo mio, salute. Sono contento che studi le scritture e le insegni agli altri. Non dimenticarti però di vivere l'insegnamento del Santo Vangelo. Francesco». Era inviata ad Antonio da Padova. Altro che tweet... Ma mi colpisce il fatto che non voleva fare elaborazione culturale: quella è arrivata dopo, con i teologi. Lui non leggeva i libri perché continuava a leggere il libro del mondo. E il libro era uno.
Cosa pensi dell’“altro” Francesco, il Papa?
Mi piace molto. Mi piace il fatto che sia un gesuita e insieme si ispiri proprio a Francesco. Mi piace la fecondità del contrasto tra queste due anime del cattolicesimo. Mi piace che venga da Buenos Aires e abbia vissuto quella storia, quelle vicende. Che sia arrivato dov’è, nella consapevolezza di quale grande lavoro ci sia da fare. E mi piace la storia, come si è svolta: con Benedetto XVI, questo grande teologo che si ritrova lì, scelto, chiamato, ma che a un certo punto capisce che gli è chiesto altro... Mi colpisce molto Joseph Ratzinger. È uno dei maggiori intellettuali contemporanei e credo che sia una persona che abbia vissuto molto intensamente. Se esiste papa Francesco è perché è esistito Ratzinger. Lo Spirito Santo si è mosso molto bene.
davide perillo - tracce.it - 2014

COSE DI PAPI.

Ho iniziato a leggere l'enciclica "Fratelli tutti" di Bergoglio ieri sera alle 11.30. L'ho finita alle 4. Malgrado il sonno. Dovevo finirla. L'ho trovata un'intensa, appassionata e al giorno d'oggi quanto mai non facile ricerca di equilibrio sapienziale su parecchie questioni mondiali, politiche, sociali e, di nuovo, ambientali. Papa Francesco, secondo il mio modestissimo parere, sto lavorando a una realistica concezione di un mondo in cui immettere un senso, cattolico per i cattolici, ateo per gli atei, agnostico per gli agnostici, e comunque in comune tra chi professa le più disparate religioni e chi alle religioni non è interessato. Nello spirito del dialogo che non significa appiattimento ma, anzi, confronto. Il confronto è un'immane ricchezza.
P.s.: Già ho letto polemiche anteriori all'uscita del libro. Consiglierei invece di cuore a tutti di leggerlo, e poi di parlarne, liberamente. Ma prima di parlarne di leggerlo.
fb/an - 15.10.2020

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quant’è stato difficile calarsi in un personaggio e in un mondo come quello di San Francesco? Hai avvertito, approcciandoti ad esso, un qualche tipo di timore reverenziale?
Sicuramente avvertivo un timore reverenziale nei confronti di San Francesco, infatti l’idea era quella di scrivere il libro in prima persona, come se io fossi San Francesco, ma poi l’idea è fallita e ho trovato questo escamotage che mi è piaciuto molto, l’idea del possibile punto di vista del nipote di San Francesco, un personaggio reale che ho scoperto in documenti notarili del tredicesimo secolo. Quindi, San Francesco visto attraverso gli occhi di un bambino che è anche suo parente, perché è il figlio del fratello. Si tratta sempre di interpretare, di interpretare quello che vediamo e sentiamo. Ci siamo sempre noi come filtro.

Sono io, io come scrittore, che filtro quello che vedo nel contemporaneo, ma è stato così anche per il Medioevo. Alla fine, siamo sempre noi stessi a dover interpretare le cose.
iacopo barison - minimaetmoralia.it - 2014

 

MITO
Quando ero piccolo
c’era una fontana nel mio cortile
da cui usciva acqua

che era stata in tutto il mondo
e mi assomigliava tantissimo
la facevo schizzare intorno alla casa
che rimaneva ferma di giorno
e rimaneva ugualmente la notte
in un paese

con me e la mia famiglia.
E a volte

l’acqua scendeva
dal cielo e ci bagnava
tutti

era fatta come quella

della fontana nel mio cortile
quell’acqua
era stata nelle nuvole e scendeva
nel mio paese
e nel mio cortile

poi di nuovo
pioveva

su una fontana che era nel  cortile di viggiù


i re

tutti da bambini sono re
possono esserlo
basta decidano di esserlo
in un momento


*

Più che un mio libro
per me, oggi, è un mantra.
Il titolo.
Perché il buio non sa
che non esiste
che è solo assenza di luce.
Che è solo mancanza.

fb/an - 2015

 

***

 

ADDIO MIO NOVECENTO
Con questo nuovo volume di versi, Aldo Nove affronta la fine della memoria: dunque non la fine di un secolo, ma la fine del senso del passato, di una continuità rassicurante. E con la fine della memoria, con la progressiva scomparsa del passato, diventa sempre più flebile anche la nostalgia. Dunque, una riflessione sul tempo. Il tempo privato e storico da un lato, il tempo cosmico e geologico dall'altro. Il residuo nostalgico in dissolvimento  - "il fuoco del tramonto / non ha fine per chi lo abita"  -  e un'entità ritmica, puro movimento, con cui fare i conti. I due fuochi si lambiscono nel flusso alternato dei versi, divisi in due serie parallele che si rincorrono. I due fuochi si toccano soprattutto nel gusto e nelle capacità (dove Nove è inarrivabile) di far collidere l'immensamente grande con il molto piccolo. In questo libro di Aldo Nove, non può non esserci autobiografia, luoghi e stupori d'infanzia. Ma sono ricordi come svaporati nell'universo, senza più un senso identitario, apparizioni fantasmatiche che si mescolano con concrezioni materiche di ere passate. Il rimpianto dell'io-ieri diventa evocazione del tutto-sempre.

libreriauniversitaria.it - 2014

PREMIO CESARE PAVESE 2015 E FINALISTA PREMIO VIAREGGIO - Frascati e Camaiore 2015 - fb/an

PREMIO XVI Gorgone d'Oro - GELA - 2016

https://youtu.be/_AHBQVQBWAU    -    poesia festival 2015  -  legge AN

 

 

 

IL TEMPO
UN'altra ora e ce ne sono state
ce ne saranno ancora
forse meno di prima
contenute nelle case
costrette nelle cose
e forse troppe ne restano
di ore da riempire
di ore gia passate
non aggregate
pezzi di giornate a farne uno
un giorno per intero almeno uno
un giorno che sia vero
ci basterebbe credo
nel frastuono iniquo d'ore
un giorno solamenTE
E' QUESTO IL NOSTRO TEMPO  ?

*

C'era
prima di prima
Un giardino pieno di luce
Pieno di muri da scavalcare
E noi li scavalcavamo
E tutto questo aveva un senso
E il giardino era immenso
E i muri erano veri.
Non soltanto pensieri

*

 

 

 

 

lo spazio

abbiamo tutti un tremendo
bisogno di parlare ovvero scrivere
che non sappiamo più di cosa parlare
nè di cosa scrivere ovunque
e senza sosta perchè il silenzio
è lo spazio bianco in cui cade residuo
il senso in eccesso ma tanto
ma troppo presente ed ovunque.
quello che rimane del mondo
è la prosa che brucia enunciando
la propria sintassi
soltanto o neanche .

è questo normale spavento

 

 

 

 

Fiaba
L’eterno era una festa di paese
e io ero bambino da millenni.
Non lo sapevo che
non ero nato
né morto, né vissuto
. Solamente
scrivevo su un quaderno a righe che
tu eri proprio bella, a quella festa
che respirava ovunque .

il mondo
è una tragedia
senza pubblico
perche
solo chi recita
partecipa

.

Il tempo
Vedo un fiume di gente
scorrere verso la storia.
Il fiume è la memoria
di ognuno.
Il resto è il Niente
che lo contiene.

 

IL SOLE

Perché c’erano strade su cui andare
e il cielo da guardare che incombeva
si rovesciava e il sole si scioglieva
al suolo, prorompeva dalle piante
incolte, arbusti prossimi all’asfalto
tra i gas dei camion si faceva largo
il sole .  Dentro un concavo di voci
piú piccole, a miriadi di colori
piú nuvole le voci
in un intreccio
ci scivolavo dentro .
Erano gli anni .

 

***

 


nord
un orologio ch'è contro i teroni
l'ho comperato venerdì a gurone
è tutto digitale è molto bello
è l'orologio che piace alla gente
sono molto felice che ce l'ho
e adesso che ce l'ho lo porto in giro
è digitalizzato lui ogni volta
che si avvicina uno che è siciliano
ogni volta che c'è un terone in giro
il mio orologio che l'ho comperato
a gurone la scorsa settimana
vicino all'ipercoop c'è quel negozio
che vendono orologi che io compro
coi soldi che guadagno vi dicevo
che se per caso si avvicina un
mangia mangia di roma il mio orologio
ne avverte la presenza anche nel raggio
di un chilometro e mezzo e allora inizia
a suonare ed inoltre ha le ore scritte
in dialetto lombardo come me
che sono nato nel rione corgnana
di viggiù cioè nel centro andando verso
il colle sant'elia che sta vicino alla svizzera
dove c'è la gente
che non butta per terra le stronzate
in svizzera se butti anche soltanto
un pacchetto di marlboro per terra
invece in puglia ed in basilicata
col mio orologio con il centurino
in plastica lombarda con le ore
scritte in dialetto che è la nostra lingua
ho il cellulare in dialetto lombardo
appaiono le scritte in varesotto
se arriva una chiamata non c'è scritto
in italiano chiamata in arrivo
è scritto in varesotto la mia lingua
non c'entro un cazzo con i mangia mangia
guadagno due milioni e mezzo al mese
lavoro io non abito in teronia
con tutti i soldi che guadagno esco
la sera con i miei amici del nord
andiamo in giro non sporchiamo niente
se comperiamo i mars non li buttiamo
per terra come fanno i siciliani
che se comprano i mars buttano via
la carta in terra buttano le cicche
al mio paese in posta ce n'è dieci
non fanno un cazzo tutto il giorno stanno
a leggere stop rakam oggi gente
i siciliani leggono i giornali
i libri sono degli intellettuali
hanno la casa come il leoncavallo
i siciliani non mettono mica
la tovaglia sul tavolo essi hanno
quegli affari di carta che hanno a roma
che vendono negli autogrill teroni
che non costano un cazzo e sono brutti
non guardo mai o. k. il prezzo è giusto
perché iva zanicchi è una terona
o almeno così sembra
così parla




E quanto ancora
in questa vita
e il cielo
Quotidianamente prendendole dal mobile
Mettendole nello stereo sento
Il rumore della plastica delle
Custodie dei CD che contengono la musica che
Ascolto nel mio appartamento dove
Ne ho accumulati circa un migliaio nel corso
Del tempo e che adesso
Non so più dove mettere perché
I due porta CD che ho comperato
All’Ikea uno nel 1999
L’altro lo scorso anno sono pieni
Da marzo e adesso è ormai dicembre
2001 ed è come se non me ne fossi accorto
Di tutto questo tempo che è passato due
Anni e prima ancora trentadue,
in totale trentaquattro da quando sono nato e questo
vuol dire una cosa come diecimila giorni più o meno
Comunque di più e mille
CD di musica per un totale di
Undicimila tra giorni e CD e
Aggiungendoci le scatole di pasta che ho mangiato
Non lo so facciamo una cifra complessiva di
Diciassettemila tra CD giorni e scatole di pasta
E quanto ancora in questa vita e il cielo





Classic & Television
Questa che architettai fiorita schiera
de' versi acconci a la maniera antica
il giorno e l'anno in cui sì tanta fica
ristette sullo schermo i' non spera
Più degnamente de' predecessori
illustri ch'i' abbia avuto nel mostrare
il Vero tu, lettor, possa stimare;
che non di Lesbia gli infelici amori
Canto, ne dell'etTerne rote, o il mare
in cui è naufragato: Canto delle
ragazze di Non è la Rai (Tra quelle
lodo le più famose, a me più care).



6.320 LIRE
Qualcosa di
completamente nuovo, come il wurstel
ripieno di formaggio americano,
che addomesticato dall'acquisto
riposa nello spazio
rimasto tra il prosciutto e gli assorbenti
inerte come il docile stupore
del peso che si scava l'interstizio :
un tonfo sordo. Quattromila lire .
Qualcosa di
tradizionale come
il petto di tacchino, messo sopra
la confezione d'acqua minerale
in bilico. Seimila
trecentoventi lire .




BAGHDAD
Fiumi di figa e di bandiere a stelle
E strisce e di cheeseburger e cartoni
Animati di morti col sorriso
Hollywoodiano e musica carina,
è questo il nuovo ordine mondiale
Tutti disciplinati, non c’è più
Regime adesso ma soltanto fiumi
Di figa e di bandiere a stelle e strisce
E di cheeseburger, cartoni animati
Di morti col sorriso hollywoodiano.



***


Ci vediamo
Ci vediamo il 2
E poi ci rivediamo
Ci rivediamo ancora dopo il 2
E poi così. Per sempre
Per sempre fino alla morte
E dopo ancora vedrai ci rivedremo

m
a non sappiamo in che forma
e neanche esattamente chi.
Ma anche allora ci rivedremo. Per sempre
Per sempre
Per sempre, Amore
fb/an - 2014


www.sparajurij.com/tapes/deviazioni/AldoNove

- poesie


Madre di dio
Madre di Clivio e di Gerusalemme,
Madre di Betsabea e Baranzate,
Madre delle Bustecche e di Betlemme,
Madre del Monte Nero e di Tradate;
Madre del Crocifisso e della strada
che va dal tabaccaio a Primaticcio,
dove alle sei la sera si dirada
al primato di nuvole rossiccio,
Al primato del sole che si slaccia
dal cielo tra le nuvole di mille
colori ombreggiando della Tua faccia
Tra i gas dei camion gli occhi, la scintilla
degli occhi tuoi, Madre, prima che taccia
la sera madre abbracciami...




CHEESBURGER II
Al cinema biologico dei corpi
Trasmessi alla memoria di nessuno
Gli spettatori vengono abbattuti
Direttamente sulle sedie mentre
Sognano di mangiare dei Cheesburger



MINISTRO
Dice il ministro che si è commosso
Guardando alla TV quattro straccioni
Morti di fame per decreto U
SA che inneggiano al nuovo padrone
Lo stesso che li ha condannati a morte
Per anni con gli embarghi e adesso li
Ha mezzi liberati e mezzi uccisi,
io a quel ministro spaccherei la faccia



BOLLETTA DELL'ENEL
Adesso è questa
bolletta dell'Enel. Luglio
millenovecentottantotto, il due. Sull'
orologio le
diciannove e quarantacinque
 non sono una ragione
per nessuno, oltre
le mani che stringono
senza capire il foglio
del conguaglio, rosse
le linee che contengono le cifre.
E alla storia
consegno questo. Né
testimone di me o del mio tempo
vedo inerpicarsi nello stretto dovere
che ancora sgretola tempo e tempo
dalle persiane,
dove il deserto è una goccia
che dall'infanzia prorompe
in questa cucina



MIO ZIO LITIGA SEMPRE
CON MIA ZIA
Mio zio litiga sempre con mia zia;
mia zia litiga sempre con mio zio,
perocché in fondo in fondo esiste Dio,
e tutto torna sulla retta via.
Mio zio lavora in Svizzera, a Mendrisio,
non sa nulla di Kant né di Platone,
ma non è deficiente né coglione,
e nell'Olimpo opta per Dionisio
(infatti beve): troppo descrittivo?
Come poesia, però, non è scadente:
almeno testimonia che son vivo
e che ragiono, o forse no (la gente
capisce poco di quello che scrivo
ma quello che capisce è sufficiente).




PERLANA AMMORBIDENTE
Ricordo che ogni punto dello specchio
si dilatava. Ed io che avevo preso
il rasoio guardavo me che vecchio
mi guardavo, ventiseienne obeso
nonché bambino acuto in italiano,
o innamorato di una di Malnate
nove anni fa. Strinsi forte la mano,
mi recisi la gola. E abbandonate
la schiuma e la salvietta scivolai
per terra. Andando a sbattere la testa
sul detersivo, tutto riversai
tra gli additivi il flusso che si arresta
della mia vita. Mi stupì la strana
ultima sensazione di chi muore
con forte in bocca il novello sapore
del proprio sangue misto col Perlana.




Bye-bye cari suicidi
Chi non riescono a andare
avanti in questo lussurioso mare
di governi e lattine bye-bye cari
suicidi che ogni tanto
la metro si interrompe nella tratta
Bisceglie-Wagner, cara
vita del mio ritardo
in ufficio che stride sui binari,
sogni, polmoni, mutande Roberta .
Chi devono imparare
a collegare la fresa del 2
prima che suoni radio madre fm :
vagine liste figli dell'Ikea
che il cielo resta lì come un massacro
di auto che c'è dentro
il bacio che declinavo intervallo
mia moglie ha questa scatola di chiodi .
Chi cercano l'edicola
coi prezzi della Tipo colorata
di oro colato a intermittenza mista
di scimmie in Guatemala e Audiocassette
di Anna Falchi nuda questo mondo .




anniversario
dello sgancio dell'Enola Gay su Hiroshima

Gli uomini che si fanno bellini
per venire a ammazzarti. Accelerati
come dei Ridolini, su elicotteri
di celluloide salutano prima
di sganciare la bomba. E di tornare
a casa, dalle mogli. E questo è l'uomo
lo vedi come a scatti si traduce
in memoria odorosa d'esplosioni
fa ciao con la manina. L'obiettivo
inquadra questa storia, gli ettogrammi
le tonnellate che tornano terra
che si sono baciate, sangue e luna.





Dentro il pulsare
del cuore abbandonato le galassie
crescono a dismisura, si slacciano in un suono
impercepibile da sempre .
Dentro un suono impercepibile
da sempre un seme. Dentro quel seme il futuro
imprevisto
come neve d’estate
erompe.

 

 

COME SI DIVENTA

Sono ormai anni che non sopporto più alcuna lettura che non mi trascini nella Verità. Non saprei dire con precisione cosa sia, la Verità e il suo filtrare da un testo, ma la 'sento' benissimo, la 'annuso' nelle prime pagine.     Non ha a che fare con l'intrattenimento - parola odiosa -  la bella scrittura, l'affabulazione mirata a colpire il lettore, l'ostentazione narcisistica dell'ego dell'autore. Non me ne frega più nulla dei libri ben fatti, di quelli 'divertenti' o ammiccanti. Credo che per me la letteratura sia una questione di vita o di morte.

E non voglio sprecare la mia vita.
fb/an 2014

.

Riuscire a vivere ogni giorno, anche solo per un istante, nell'attimo in cui si sta vivendo, semplicemente, senza pensare a come dovrebbe essere o come sarebbe bello che fosse, quell'attimo che ci scappa, per sempre, mentre lo giudichiamo perdendolo...

fb/an 2014

.

Per uno come me che ha appena finito una dieta micidiale per dimagrire di 24 chili rimane un sogno proibito: la parmigiana deve essere grassa e unta, parecchio croccante e molto ben cotta, altrimenti meglio evitare di mangiarla …
Viggiu' - un paese di immigrati veneti, siciliani, calabresi, napoletani, dove sin da piccolo, attraverso gli amici, ho potuto conoscere le varie cucine regionali italiane '.

fb/an - cucina.corriere.it - 2014

.

TELEVISIONE NELLA PROSA

La televisione sta rientrando nel suo ruolo di elettrodomestico.       Quello di Orwell è un ciclo concluso … Lo stesso credo si possa dire in scala ovviamente minore per il pulp come suo riflesso letterario critico.
gabriella macri - http://cei.revues.org/105

 

 

 

 

 

Scrivere versi non fa rima con Facebook

La poesia, nei social

ci sta come i cavoli a merenda. E la lapidaria, proverbiale sentenza non è per nulla snobistica, ma semplicemente strutturale, e per più motivi. Dunque. Ci sono migliaia, probabilmente milioni, in tutto il mondo, di blog e pagine Facebook dedicate, appunto, alla poesia. Nella stragrande maggioranza, sono più che altro “sfogatoi” in cui chiunque può pubblicare ciò che personalmente ritiene poesia.
l'espresso - fb/an 2.2.2017_14.5.2019 - espresso.repubblica.it
.

UNA RIFLESSIONE SULLA POESIA OGGI  .     Chi scrive ha sempre avuto e ha una forte passione per la poesia .    C’è chi è appassionato di formula 1, chi di tatuaggi … A me è toccata la poesia .     Ormai una quarantina di anni fa, quando la scoprii, c’erano ben precisi “presidi culturali” (l’autorevolezza di certe figure su certi giornali, determinate collane editoriali) che ti indirizzavano alla sua comprensione e al suo godimento. Negli ultimi anni la poesia si è invece trasformata in un gioco di autopromozione sui social e ha come forte componente la propria capacità “imprenditoriale” di “vendere” il proprio “prodotto” “fidelizzando” un pubblico, più di “utenti” che non di effettivi lettori. A ciò si aggiunge un caos editoriale che vede la comparsa, su un mercato fantasma, di diverse centinaia di titoli al giorno che nessuno leggerà mai a parte i parenti degli autori. C’è quindi un grosso, complesso e delicato lavoro da fare per ridare consistenza a quella “anomalia linguistica”, la poesia appunto, che da millenni ci accompagna ma che mai come oggi sta perdendo la propria peculiarità, la propria bellezza e infine il proprio motivo di essere.

fb/an - 12.7.2021
.
mai COME OGGI LA POESIA .       La meno commerciale delle arti e proprio per questo fuori dalle regole del mercato ossia da Tutto, mai come oggi ci bacia d’amore e ci riempie di benefici .      La poesia è libera, si dà a tutti, non chiede nulla .     LA POESIA È FUORI DA QUALUNQUE NARRAZIONE .      Ovviamente diffidare da chi ne usurpa il nome scrivendo narrazioni e le   spaccia  per  poesia  andando  a  capo .     La poesia non ha ragione né torto .      Chiede e da amore, gratis e quindi, come da etimo,    PER GRAZIA    .
fb/an - 2.9.2021

.

HA TENUTO CORSI DI    ' POESIA  ATTIVA '     ALLA SCUOLA BELVILLE DI MILANO - 2021

.

*

 

immagini : web - fb/an

 

Quando scrissi Superwoobinda

volevo delineare una generazione priva di futuro

Il  futuro   purtroppo   è   arrivato



   


 
PROFUMI
Buongiorno giorno! Anche oggi inizierò la giornata cercando di rendermi utile al mondo. Dopo anni di richieste, svelerò i miei dieci profumi di Alessandro Gualtieri preferiti (scelti sia tra quelli di Nasomatto che tra quelli di Orto Parisi):

1) Black Afghano
2) Duro
3) Boccanera
4) Blamage
5) Stercus
6) Nuda
7) Hindu Grass
8) Viride
9) Pardon
10) Absinth

Mi dispiace che "Nuda" sia oggi fuori commercio per il costo eccessivo del tipo di essenza di tuberosa usata. Io l'ho trovato due volte su Ebay. Domani, dopo forti pressioni, lo farò con Tom Ford, domenica con le figure del Nuovo Testamento e lunedì con le merendine.
W! Buon venerdì !

fb/an - 23.10.2015

.

 

Ho un banale tumore maligno e sono in attesa (“ peggioramento allarme covid permettendo”, mi è stato specificato con estrema chiarezza) di un’asportazione totale di un rene .    Da malato di serie b non sono neanche più tanto interessato alle mie sorti, che sono poi quelle che riguardano gli accidenti del percorso esistenziale di ogni individuo (morte compresa) ma all’uniforme, monotono, incessante bailamme intorno a un unico argomento, un’unica ossessione, un unico oggetto di attenzione .   Quello che in campo scientifico di chiama “unicità” (il Big Bang, ad esempio) e, trasposto nella Storia umana, quanto sta avvenendo in questo 2020 .   Osservo. Stupefatto. O meglio tra lo stupore la noia, questa unicità sociale, a livello mondiale .    Il resto non lo so .    Né mi è dato ipotizzarlo  .
fb/an - 8.11.2020

.

... io NON sono un intellettuale, NON sono uno scrittore, NON sono un poeta :   sono un cinquantaseienne che cerca di potersi guardare, al mattino, allo specchio, senza farsi troppo schifo .    Uno che cerca di essere, e non solo perché me lo dice la carta d'identità o il fisco, un uomo  .    STOP .
fb/an - 22.5.2023

.

 

LETTERA A GESU' BAMBINO
Caro Gesù bambino .
tu che sei tanto buono .
liberaci da questo frastuono
da questo ammasso di dati contrastanti
dall'obbligo di essere distanti
col corpo e con il cuore
insegnaci come nelle statischiche non vi sia amore
come l'amore sia altro rispetto agli affari
ai nuovi incubi mondiali
o anche soltanto a una vita d'animali .
Gesù, nostra speranza sommersa da dpcm
tu che un giorno nascesti a Betlemme
sapevi di questo orrore in cui viviamo :
Gesù ti chiedo, un solo dono
e perdono se siamo arrivati
tutti responsabili
fino a qua :
donaci soltanto, di nuovo

la REALTA'.
fb/an -23.11.2020

 

 

 

 

 

PERCHÈ IO DICO CHE
PERCHÉ IO HO CAPITO CHE

Ciascuno è misura di se stesso
se stesso è la misura della meschinità
nell’inferno del si salvi chi può
ciascuno è giudice di se stesso
ciascuno salva se stesso, condanna
gli altri, spergiura senza
Altro che non sia giustificare
la propria inconsistenza
di fronte allo specchio opaco
- unico orizzonte -
che per un istante tiene assieme
carne e pregiudizio
nell’insignificante lampo
di un’esistenza. La propria
solo la
propria già dimenticata ombra
fb/an - 26.12.2020

I REDUCI
Sarà che sono morto da un bel po’
( diciamo almeno dal 2013 )
e mi aggiro assieme ad altri reduci
dove, sinceramente, non lo so

qua tutto finge di essere normale
dove normalità è la scossa elettrica
che ti risveglia nell’eterna, eclettica
mattina che non c’è ma è funzionale

a fingere quest’istituzionale
animico boh. Non lo sapevamo
pensavamo che fosse un naturale

processo biologico e sbagliavamo .
La morte è questa caricaturale
giacenza dove siamo ma non siamo
.
P.s.: Scusino gli esperti ma secondo e terzo verso sono in assonanza e non in rima. Una rima con "tredici" non l'ho trovata (meglio, l'ho trovata con altri numeri, ad esempio "sedici"), e mi piaceva assai "reduci". Comunque rimare le sdrucciole (a parte aggettivi in -"abile", -"ibile" etc. o i superlativi, es. -"issimo") è molto difficile.
fb/an - 6.4.2021
.
.



BUON NATALE a chi accarezza ancora l'idea di non vergognarsi di sognare  .    BUON NATALE a chi ancora non ha paura di accarezzare la testa di un anziano, di un bambino, di uno sconosciuto  .    BUON NATALE a chi è stato bambino o bambina, e a chi lo è ancora. BUON NATALE a chi anche per un istante ha atteso il mistero .    BUON NATALE a chi antepone la magia, l'incanto dell'amore al cinismo della rurocrazia di una razionalità che è macchina automatica, senz'anima .      BUON NATALE a chi ama .    BUON NATALE a chi se ne sbatte il c... delle disposizioni per la morte dell'umanità .   BUON NATALE a chi ama.
BUON NATALE A CHI AMA .
BUON NATALE A CHI AMA .
BUON NTALE A CHI AMA .
BUON NATALE ALL'AMORE .
BUON NATALE a chi soffre .
BUON NATALE a chi non c'entra con quest'incubo di m ...
BUON NATALE NEI SECOLI .
BUON NATALE a chi nasce .
BUON NATALE a chi è femmina .
BUON NATALE a chi è maschio .
BUON NATALE, Gesù Bambino .

fb/an - 24.12.2021

 

 

.

ALDA MERINI

AMOROSA - PREFAZIONE DI ALDO NOVE

.

GEORGE ORWELL

BASTA ORWELL .    Appena si accenna a un tentativo di comprensione o comunque di lettura degli strani tempi in cui viviamo si produce automaticamente l'associazione con Orwell o, meglio, con i suoi scritti più noti e, spesso, non letti . Categoria che oggi si definisce anche con il termine "meme". George Orwell, questo "papà" del distopico e le sue "bibbie" ("La fattoria degli animali" e "1984") sono propriamente un blocco .
" E' come diceva Orwell ! " ...
" Sembra di essere in 1984 " etc .
Queste frasi, ripetute (e riscritte) a macchinetta (con l'unica variante, per i più colti, del "Mondo nuovo" di Huxley, che certo ci dice assai di più sul presente del più popolare Orwell) sono, più che lapidarie, lapidi. Del pensiero .
Forse bisognerebbe fare uno sforzo maggiore d'immaginazione e di elaborazione di ciò che realmente accade invece di rifarsi, pigramente, al "vangelo" orwelliano .
Stop .
Ah, dimenticavo .
Buona domenica

fb/an - 28.1.2024

.

 

Quale etichetta prendermi
o affibbiare oggi ?
Ha ancora senso parlare, scrivere ?
Questo post serve a qualcosa
che non sia la propaggine
di vuoto concessa
a chi non ha il potere di scannare
davvero chi vuole
l'illusione
il brivido di scannare Il nulla
nel nulla
dimenticato
subito dimenticabile ?

fb/an - 15.7.24

.

 

 

12 LUGLIO .. AUGURI !

 

 

NOVE   1   -   2

 

 

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