SERGE LATOUCHE maitre a penser
globalizzazione& pluriversalismo
roy arundhati hans magnus enzensberger noam chomsky zygmunt bauman
MEGAMACCHINA NOI NON SIAMO CHE INGRANAGGI MA LA NOSTRA ANIMA E' SOVVERSIVA E PREVALE IL NOSTRO ESSERE UOMINI rainews24
L'altra
Africa - Tra dono e mercato
Sugli altopiani della Nuova Guinea si può
sentire uscire da un transistor l’ultimo successo di New York, nel pieno
della giungla del Sudest asiatico si può vedere un contadino che beve una
Coca-Cola… Serge Latouche, il noto sociologo francese dice che nelle società dell'Africa occidentale in cui ha lavorato non esisteva la parola "povertà" e la più vicina approssimazione era la parola "orfano" cioè qualcuno senza sostegno sociale. peacelink.org
Mondializzazione e decrescita.
L'alternativa africana
l’alternativa africana è un’utopia?
È letteralmente osceno che la somma dei redditi degli 84 individui più ricchi del mondo sia superiore al prodotto interno lordo della Cina che ha un miliardo e trecento milioni di abitanti. Il modello di sviluppo economico che le economie occidentali hanno applicato ed esportato non è sostenibile per il nostro pianeta romagnaoggi.it
Quello che sosteniamo noi è che la crescita oggi non è più possibile non è più auspicabile Il nostro pianeta non può sopportare altra crescita Abbiamo compromesso tutto l’aria l’acqua la terra 2013
decrescitA_ACRESCITA non è il termine simmetrico di crescita ma uno slogan politico con implicazioni teoriche . è una parola d’ordine che significa abbandonare radicalmente l’obiettivo della crescita per la crescita . un obiettivo il cui motore non è altro che la ricerca del profitto da parte dei detentori del capitale e le cui conseguenze sono disastrose per l’ambiente .
la parola
DECRESCITA nacque nel 1922 stefano baldolini - huffington post
ACRESCITA 2001 - si è cominciato a parlare della teoria della decrescita un concetto che un gruppo di studiosi con preoccupazioni ecologiche ha ripreso dal titolo di una raccolta di saggi del matematico rumeno Nicholas Georgescu-Roegen. Decrescita è stata la parola scelta per provocare - Per sensibilizzare l’opinione pubblica. «Abbiamo dovuto abbandonare la religione della crescita – dice Latouche nel suo studio di Parigi che si trova vicino al leggendario Boulevard Saint Germain – In un mondo dominato dai media – spiega – non ci si può limitare a costruire una teoria solida, seria e razionale, dobbiamo avere uno slogan, si deve promuovere una teoria come si promuove una nuova lavastoviglie» La crisi che stiamo vivendo oggi si è aggiunta a molte altre, e tutte si sono intrecciate. Non è più solo una crisi finanziaria ed economica, ma è una crisi ecologica, sociale, culturale… cioè, una crisi di civiltà. C’è chi parla di crisi antropologica. unimondo.org Se ho la bronchite è colpa del Pil
il consumismo sfrenato, la
produzione famelica di beni materiali, provoca l’inquinamento e
l’inquinamento ci fa ammalare.
.
Su una
popolazione mondiale di quasi 7 miliardi di persone è una piccola
percentuale quella che può permettersi di viaggiare. Per quanto riguarda
Venezia deve prima di tutto finire lo scempio delle Grandi Navi in
laguna, i cui passeggeri low-cost non portano alcun beneficio reale
all’economia della città. E poi chi vuole godere delle bellezze di
Venezia deve essere disposto a pagare tanti soldi: serviranno anche per
pagare i danni provocati dal turismo stesso. .
decrescita è diventata una parola di moda ... oggi lei
parla più di a-crescita... DECRESCITA - torino 2018
Il capoluogo piemontese può affrontare la
sfida energetica e la fine delle relazioni economiche, puntando su
un’autonomia energetica e alimentare. Il punto è capire come potrà
sopravvivere in un mondo immerso nel caos, come accade in questo
momento. Ecco perché penso ad una città sostenibile ... sul
piano educativo secondo la concezione della decrescita è necessario
resistere al monopolizzazione e alla colonizzazione dell’immaginario
delle giovani generazioni. I figli sono diseducati a causa del
bombardamento pubblicitario della televisione, che rapisce la loro
attenzione per troppe ore. Non è un problema di scuola, quindi, ma di
ciò che viene loro inculcato dai medium. Qualcosa si può cominciare a
fare, come ad esempio la contropubblicità . -sl
l’espressione 'decrescita felice' non è di Latouche
anche se gli viene attribuita, bensì di Maurizio Pallante, esperto di
politiche energetiche ... Latouche
precisa di non amare la locuzione 'decrescita felice' primo perché lui
non parla di discesa del Pil, né tantomeno ama ricorrere al termine
'felicità' che considera concetto borghese e individualista, legato al
consumo. www.facebook.com/lineaitaliapiemonte/videos - intervista - decrescita - fiom torino 2019 https://youtu.be/8HTJiCRD-oY - DECRESCITA - UNIVERSITA STUDI TRIESTE 2019 OSPITE ON LINE DEL CIRCOLO DEI LETTORI - decrescita - SETTEMBRE 2021
. pubblicità : un mezzo studiato per rendervi scontenti di ciò che avete e farvi desiderare ciò che non avete .
Lavorare meno, lavorare
diversamente o non lavorare affatto
L'abbondanza frugale come arte di vivere - Felicità, gastronomia e decrescita
Il desiderio di felicità sembra essere un tratto
congenito alla natura umana : è comune a ogni epoca e a
tutte le culture. Ma se le parole ci
permettono di comunicare e di comprenderci, sono al tempo stesso fonte
di malintesi. La parola «felicità», infatti,
nasconde una trappola semantica. Da
un lato ha avuto per lungo tempo - dagli antichi greci al Medioevo e
alla prima modernità - un connotato etico : di armonia civile,
indissolubilmente legata alla sfera pubblica e al buon governo, o di
beatitudine spirituale, inscindibile dal divino e dal sacro. Dall'altro
lato, prima con la Rivoluzione francese e poi con l'emergere del
liberalismo, la felicità diviene invece un obiettivo dell'individuo,
materiale e «quantificabile» attraverso merci e denaro: qualcosa,
dunque, di neutro dal punto di vista etico.
La felicità moderna ha quindi sempre meno a che fare con una vita
«buona» - in armonia con gli altri, con se stessi e con il proprio
ambiente. Si identifica invece sempre più con il guadagno e la
ricchezza. A questa «felicità»
deviante e in ultima analisi tossica, scrive Latouche in queste pagine,
è oggi indispensabile contrapporre una frugalità sobria e serena,
un'autolimitazione conviviale e gioiosa, veicolata, in maniera decisiva,
dal nostro rapporto con il cibo e con l'alimentazione.
Contro gli eccessi dell'iperconsumo e dello spreco promossi
dall'agricoltura produttivista e dalla grande distribuzione, ma anche
contro il cibo spazzatura tipico dell'alimentazione globalizzata che con
essa va di pari passo, Latouche sostiene il ritorno a un'agricoltura
rispettosa del suolo e della vita, alle gastronomie tradizionali -
legate agli ingredienti locali - e a una fruizione del cibo integrata,
in armonia con l'ambiente circostante. L'obesità, la fame, la
malnutrizione, le carestie raccontano infatti una stessa contraddizione:
quella di una società intossicata dalla crescita e che sta fagocitando
la vita. A tutto ciò è necessario
rispondere rallentando, riducendo e ridistribuendo, attraverso la
costruzione di una società dell'abbondanza che sia al contempo felice e
frugale.
LA DECRESCITA PRIMA DELLA DECRESCITA
Un inedito album di famiglia
degli obiettori di crescita. Una nuova storia delle idee.
Con questo ultimo libro: LA DECRESCITA PRIMA DELLA
DECRESCITA PRECURSORI E COMPAGNI DI STRADA, Latouche si prefigge di dare
profondità storica e ampiezza di respiro alla sua teorizzazione,
dimostrando con facilità che non si tratta della bizzarra proposta di un
critico prevenuto nei confronti della moderna società dei consumi ma di
un’alternativa molto solida, che ha radici profonde mentre costituisce
una risposta alle urgenze del presente. Sono filosofi, poeti,
economisti, romanzieri, politici e teologi tenuti insieme dal filo di un
umanesimo comunitario opposto all’individualismo che crea una società
dove tutto è commercio .
Usa e getta
La società cosiddetta
sviluppata si fonda sulla produzione di massa del deperimento, cioè
sulla perdita di valore e il degrado generalizzati tanto delle merci
quanto degli uomini ovvero sullo schiacciamento del tempo e il trionfo
dell'effimero.
s. latouche
...
La fine del petrolio coinciderà con la fine delle fibre
sintetiche e dell’agricoltura produttivista perché i concimi chimici sono
petrolio così come i pesticidi .
LE OTTO ERRE DELLA SFIDA
DELLA DECRESCITA
- achille rossi - megachip.info .
1 Rivalutare i valori in base ai quali organizziamo la nostra vita .
durante una conferenza a roma ne avrebbe aggiunta un'altra - ritrovare il tempo per la vita contemplativa - 2012
L’Ue è sbagliata sin dalle fondamenta:
prima bisogna fare un’unione politica e culturale e solo poi economica. Però
la fiscalità deve essere unica e anche la legislazione. Sennò ci troviamo di
fronte ad un’unione finta come la Jugoslavia di Tito. L’allargamento senza
una base solida è impossibile e l’Europa sta diventando un mostro
ingestibile. Di certo la moneta unica era l’ ultima cosa da fare. Ora
l’Unione può esplodere da un momento all’altro. Un’alternativa potrebbe
essere rappresentata dalla creazione di un’Europa Latina.
Sembra che l’uscita della Grecia sia
l’inizio di una fine, ma direi una fine auspicabile perché questa Europa
costruita nel senso contrario al buon senso è meglio che crepi.
LA CRISI SARA LUNGA E PROFONDA
Credo che la crisi sia un problema per tutto il mondo non solo dell'Europa - gli Stati Uniti non sono messi molto meglio. Purtroppo l'Europa per come la conosciamo ora credo che fallirà ma al suo posto potrebbe nascere un'altra Europa. I giorni dell'euro sono contati. Tra due o tre anni la moneta unica sarà finita . PER L'ITALIA SERVE LA BANCAROTTA 2012 .
Non credo che l’euro abbia un futuro.
L’Europa non può mantenere una moneta comune avendo un diverso fisco,
diversi welfare, diverse leggi sull’ecologia.
L'INVENZIONE
DELL'ECONOMIA
Di fronte a questa crisi i governi occidentali continuano ad affermare,
l’ultimo vertice europeo di Bruxelles ne è la conferma, che bisogna puntare
sulla crescita (specialmente per economie gravate da un forte debito
pubblico come quella italiana). Quali sono i limiti di questo paradigma?
Come si può resistere in un paese che è stato definito “assurdistan”, come bisogna educare i propri figli?
La missione dell’educatore deve essere quella di opporsi
alla colonizzazione dell’immaginario collettivo, difendere e trasmettere i
veri saperi, allontanando il più possibile i giovani dallo studio delle “3
i” : inglese, informatica e impresa che secondo Latouche sono sinonimo di
ignoranza, inciviltà e incultura.
siamo su un’auto senza freni lanciata contro un muro
se scegliamo la “crescita con crescita”, cioè “salvando”
l’attuale economia con una spettacolare “ripresa”, ci schiantiamo a trecento chilometri
orari. E se invece restiamo nella “crescita senza crescita”? «Andiamo lo
stesso a sbattere, magari solo a duecento all’ora». La salvezza? Cambiare
tutto, abbandonare il capitalismo suicida. Perché «è inutile cambiare il
software se non si cambia anche l’hardware». Siamo al centro di un triangolo i cui tre vertici sono: la sopravvivenza, la resistenza e la dissidenza.
Non dobbiamo dimenticare né privilegiare nessuna di queste tre dimensioni.
Prima di tutto dobbiamo sopravvivere. E' ovvio, senza cio' nessuna
resistenza ne' dissidenza sarebbe possibile ...Sopravvivere significa
adattarsi al mondo, ma non significa che dobbiamo approvarlo né aiutarlo a
funzionare, al di là del necessario. Dobbiamo accettare dei compromessi
nell'azione concreta e quotidiana, ma senza accettare le compromissioni nel
pensiero. Già questa è una forma di resistenza.
La resistenza mentale all'impresa del "lavaggio del cervello" da parte dei
media e il dominio devastatore del "pensiero unico". Dunque dobbiamo
resistere ....se pensiamo che siamo imbarcati in una megamacchina che fila a
gran velocità senza pilota e quindi condannata a fracassarsi contro un muro.
Resistere significa allora, tentare di frenare, tentare di cambiare la
direzione se è ancora possibile. edscuola.it
Coltivare la capacità alla rinuncia
per favorire una maggiore convivialità globale, secondo
Latouche, è l’unica strada percorribile sui sentieri della sostenibilità.
Problemi come quelli dei rifiuti o delle emissioni di anidride carbonica,
non solo non concepiscono soluzioni locali, ma necessitano di una
consapevolezza globale. Per cui, il miglior rifiuto o il miglior gas
inquinante è, senza dubbio, quello non prodotto.
Time to De-Grow
Io sono un ateo Credo, comunque, di essere attraversato dalla fede, ma non so che cosa sia la fede, in me. Io sono un ateo, un pagano che ha la fede. Credo che sia molto importante, trasmettere ai giovani una fede. Non una religione, né un modello. Per fare questo non ci sono ricette: chi possiede una fede la trasmette automaticamente a chi lo circonda, senza deciderlo. E' come una lampada che diffonde la sua luce. Il dramma della maggior parte dei giovani d'oggi è che la vita per loro non ha più "senso" perché non hanno fede.
Ma non è
questione di religione.
.
coronavirus - La
Terra ci sta mandando segnali sempre più inequivocabili e pressanti ...
Siamo vicini al collasso ma non c’è ancora in chi ci guida la consapevolezza
necessaria per un’inversione di rotta ... ci troveremo di fronte
a una scelta obbligata ... -sl
Mi ha colpito molto la facilità con la quale il
popolo ha accettato delle cose incredibili, da un giorno all’altro non ci
abbracciamo più, non ci prendiamo la mano, la socialità è quasi interrotta.
La gente ha accettato tutto. Questo vuol dire che l’uomo ha una capacità di
adattarsi incredibile. La cosa buona è che potremmo adattarci a una società
di non crescita, di frugalità, ma con la stessa facilità potremmo adattarci
con altrettanta facilità a un eco-fascismo, come in 2022: i sopravvissuti,
il film di Richard Fleischer degli Anni Settanta. .
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