HANS
MAGNUS
ENZENSBERGER
Il contare degli scienziati
e il raccontare dei letterati
sono figli dello stesso verbo latino
...
computare
Viviamo nel
timore di essere stupidi, o troppo intelligenti
Ma la
possibilità di misurare l'intelligenza è solo una chimera
La verità è
che non siamo abbastanza intelligenti per capire cos'è l'intelligenza
nel labirinto dell'intelligenza
Gli intellettuali non sono più intelligenti delle
altre persone
spesso non hanno idee ma
dispensano la loro opinione su tutto
intervista closer look
*
Enzensberger quarto autore ad aggiudicarsi il Nobel
… per l'insieme dell'opera poetica che fa di lui una
delle voci più alte e una delle coscienze critiche più esemplari della
Germania contemporanea. La sua poesia eccelle nell'equilibrio tra la forza
linguistica e una vivace impronta saggistica e politica, tra la intonazione
satirica e quella epica .
www.iltempo.it
Pasolini
era una geniale bomba radicale, un esplosivo miscuglio di autentica fede
cattolica più marxismo eterodosso più omosessualità. A cui si aggiunga la
miccia del suo estremo gusto per la provocazione. Pasolini era un vero poeta
che ha tentato, visto i tempi in cui ha vissuto, di appigliarsi e
appropriarsi in fretta della terminologia marxista dell'epoca. Ma che certo
non poteva che travisare sia la natura della tecnica che delle scienze
moderne. Al vero marxista esse appaiono come meraviglioso sviluppo delle
forze produttive. Agli occhi di un poeta come Pasolini, invece, alla ricerca
della lingua e del paradiso perduti, non potevano che apparire come l'ultimo
'genocidio' -
http://espresso.repubblica.it
Intervista
In Germania c'è il precedente nazista che infama la biogenetica. Non ne
saremo per sempre condizionati?
Naturalmente questo è un fattore molto
forte, specialmente in tutti i dibattiti sull'eutanasia. È un tema molto
sensibile in Germania, ma non dobbiamo esagerare: i problemi di oggi non
sono gli stessi degli anni Trenta. Bisogna distinguere. Io non ce l'ho
con tutti gli scienziati ma con i "golpisti in laboratorio". Penso che
la scienza debba essere protetta nei confronti di una parte della
comunità scientifica che è andata oltre i limiti, e non solo in senso
morale. Voglio difendere il progetto scientifico contro questi
"oltranzisti" che fanno promesse che non si possono mantenere:
guardate
la morte precoce di Dolly: gli effetti della clonazione non sono
conosciuti. E pensiamo ai pazienti morti nei tentativi di terapia
genetica.
larepubblica
CLONAZIONE DEL GATTO COPYCAT
+ vivisezione
la provincia è dappertutto
perché il centro del mondo non è più da nessuna parte: un luogo
qualsiasi può essere omphalòs/ombelico
del mondo… con l’alterigia delle capitali si dissolve anche il senso
peggiorativo del termine “provincia”. il suo opposto non è più parigi ma
universalità.
provincia e mutamento - il quaderno
BOLOGNA
LA NEW YORK DEL MEDIOEVO
gennaio
2006 - HME
E' indubbio che James Bond
personaggio noto alle masse che
accorrono in questi templi laici della modernità noti come sale
cinematografiche, non è altro che una metafora, non troppo sottile per
non turbare le masse, della capacità del capitale moderno di reificarsi
attraverso una struttura di potere neohobsiana. Dunque il suo essere
tramite dialettico tra quello che il mio amico Max Weber definiva potere
istituzionalizzato e quello che il mio amico Adorno chiamava substrato
popolare al fine di deviare le istanze neopopuliste verso la
soddisfazione di bassi istinti animali. Questo uso che dunque viene
fatto del signor Bond è oltremodo sottolineato dalla sua capacità di non
generare sconcerto quando negli ultimi trent'anni ha cambiato varie
volte il volto, mi si permetta l'involontario gioco di parole, ed
assurgere quindi a quello che i giovani studiosi di oggi chiamerebbero
un'icona. Un'icona, esattamente come l'arte russa, e dunque ecco il
nemico di ieri combattuto con le sue stesse armi. Il mio amico Malevic
ne sarebbe entusiasta.
clarence.com
Premio letterario Merck Serono
unico premio internazionale che si propone di indagare e
sviluppare gli intrecci tra Scienza e Letteratura.
“Si, perché in altri tempi le relazioni fra
letteratura e scienza erano diverse - Tra scrittori come Lucrezio e
scienziati come Galileo non c'era una separazione: è stata la
specializzazione a crearla”.
vita.it - 2007
|
riconoscimenti
1963 Georg-Büchner-Preis
1985 Heinrich-Böll-Preis
1993 Erich-Maria-Remarque-Friedenspreis per la pace
1998 Heinrich-Heine-Preis
2002 Premio Lerici Pea
2002 Premio Principe delle Asturie
2007 Premio letterario Merck Serono
2008 cittadinanza onoraria citta di parma
2009 cavaliere ordine arti lettere spagna
2010 Premio Sonning
2010
sigillo citta di
pordenone
2012 laurea honoris causa
Bard College New York 2017 Premio Internazionale Poesia e
Persone
http://it.wikipedia.org/wiki/Hans_Magnus_Enzensberger#Onorificenze
|
ALIASES DI HME
-
Andreas Thalmayr - Linda Quilt - Elizabeth Ambras
- Serenus M. Brezengang
Linda Quilt = HANS MAGNUS
ENZENSBERGER
Conviene subito mettere in
guardia i lettori - i sette protagonisti di questo libro non sono dei
piccoli Mozart, il bambino prodigio per antonomasia. Le loro vite sono però
prodigiose perché, come dicono i dizionari, escono «dal corso ordinario
delle cose naturali».
Di Linda Quilt sappiamo solo che
forse è nata intorno al 1950 in un villaggio vicino a Stratford-upon-Avon
einaudi.it
Linda Quilt ist ein Pseudonym des Schriftstellers Hans Magnus Enzensberger.
www.perlentaucher.de
ALIASES DI HME -
Andreas Thalmayr, Linda Quilt, Elizabeth Ambras and
Serenus M. Brezengang
eichborn.de
“chicca” letteraria che tutti i
fan di Hans Magnus Enzensberger non devono perdersi. Sì perché dietro lo
pseudonimo di Linda Quilt
c’è proprio l’autore del “Mago dei numeri” ..
booksblog.it
Storie raccapriccianti di bambini prodigio
Gli eroi di queste storie non sono dei bambini
prodigio nel senso convenzionale. Sono, piuttosto, dei casi speciali. Alla
dolce Melinda, per esempio, spunta un rospo dalla bocca ogni volta che dice
una bugia. Deve quindi impegnarsi parecchio quando si rivolge alle grasse
zie che mangiano troppa torta alla crema, o con i ragazzetti foruncolosi che
le fanno dichiarazioni d’amore. Il timido Sparish, d’altra parte, un giorno
si rende conto che può far sparire per sempre una persona semplicemente
proferendo il proprio nome ad alta voce: è meglio non pensare quale sinistro
destino attende alcuni dei suoi insegnanti. E che dire di Norm? Il poveretto
è cosí irrimediabilmente normale che nessuno può ricordarselo, neppure i
suoi genitori. Ogni giorno non riescono a identificarlo per riportarlo a
casa da scuola. C’è poi Balthazar che, nonostante sia cicciottello, ha un
peso specifico ridotto ed è costretto a zavorrare scarpe e giubbotti;
diventa un celebre restauratore (non ha bisogno di impalcature!), ma mentre
amoreggia in un prato una folata di vento gli è fatale. Questi sono soltanto
alcuni dei bambini prodigio, e ognuna delle loro singolari storie mette un
brivido. Ma cos’è esattamente che li rende cosí interessanti? Forse il fatto
che le particolari «doti» di questi bambini entrano sempre in collisione con
il mondo degli adulti e ne svelano ipocrisie e perbenismi.
hoepli - feltrinelli - liberonweb - kaboodle.com
biblio
2022
ARTISTI DELLA
SOPRAVVIVENZA
cosi anche noi in un'eco -
hme + fortini
2019
Panopticon - Venti saggi da leggere in
dieci minuti
2017
PARLI SEMPRE DI SOLDI -
EBOOK
mausoleum - RIPUBBLICATO
CON TESTO A FRONTE
2016
tumulto
2015
CONSIDERAZIONI
DEL SIGNOR ZETA
2013
chiosco/kiosk
- bilingue
IL MOSTRO
BUONO DI BRUXELLES
2012
I MIEI FALLIMENTI PIU
RIUSCITI - flop preferiti
2011
questioni di dettaglio
bibs
2010
JOSEFINE E IO
THE HISTORY OF CLOUDS
TRA LETTERATURAS E GIORNALISMO
2008
Hammerstein o dell’ostinazione
KOSMOS HOTEL E UNA POESIA
NEL LABIRINTO DELL'INTELLIGENZA
2007
Storie raccapriccianti di bambini prodigio
CON LO PSEUDONIMO DI Linda Quilt
La breve estate dell'anarchia. Buenaventura Durruti
IL PERDENTE RADICALE
2006
che noia la poesia
2004
Dialoghi tra
immortali, morti e viventi
Gli elisir della scienza
|
2002
Esterhazy. Storia
di un coniglio
La breve estate dell'anarchia
Il teatro dell'intelligenza
2001
Più leggeri
dell'aria
1999
La fine del Titanic 1973
Zig zag. Saggi sul
tempo, il potere e lo stile
1998
Questioni di
dettaglio.
Politica e crimine. Nove saggi
Ma dove sono finito?
Poesia, politica e industria della cultura
1997
Musica del futuro
La breve estate dell'anarchia
Vita e morte di Buenaventura Durruti
Il mago dei numeri
1996
Abbasso Goethe
1994
Prospettive sulla
guerra civile
In difesa della normalità e altri scritti
1993
La grande
migrazione
1991
Mediocrità e
follia. Considerazioni sparse
1990
Per non morire di
televisione
1989
Ah, Europa!
Aspetti della
produzione documentaria
1977
Colloqui con Marx
ed Engels
1976
Tourists of the Revolution
1975
MAUSOLEUM
unilibro - amazon
bol - girodivite
- feltrinelli
einaudi
|
ARTISTI
DELLA SOPRAVVIVENZA
Innumerevoli sono gli scrittori che, nel corso del
Novecento, sono sopravvissuti a terrore di Stato ed
epurazioni, con tutte le ambivalenze morali e politiche che questo ha
comportato . Ma come sono andate davvero le cose
? Erano forse troppo saldi per capitolare di fronte al
potere? Devono la sopravvivenza alla loro accortezza o piuttosto alla
loro intelligenza, alle loro conoscenze o alla loro abilità tattica
? Sono scampati alla prigione, al campo di
concentramento o alla morte per via di fortunate coincidenze che
rasentano il portentoso o grazie a strategie che spaziano dalla
ruffianeria al camuffamento ?
einaudi - 2022
Così
anche noi in un'eco - Carteggio
1961-1968 - Franco Fortini - Hans Magnus
Enzensberger È il 1961
quando Enrico Filippini, allora responsabile della letteratura straniera
per Feltrinelli, propone a Franco Fortini di curare un'antologia del
poeta tedesco Hans Magnus Enzensberger. A sua volta, Enzensberger si
impegna a tradurre Fortini per Suhrkamp. Il progetto è all'origine di un
carteggio portato avanti dagli autori fino al 1968.
Ai suggerimenti scambiati in vista della traduzione
reciproca, Fortini ed Enzensberger accompagnano una serie di riflessioni
sulla metrica, sulle sorti delle due Germanie, sull'industria culturale
degli anni Sessanta e su Brecht, l'autore che del loro dialogo
rappresenta una fondamentale premessa.
Le lettere che compongono il carteggio, conservate
presso l'Archivio Fortini dell'Università di Siena, sono qui presentate
in ordine cronologico, annotate e affiancate dalla traduzione dei testi
in lingua. lafeltrinelli.it - 2022
Panopticon.
Venti saggi da leggere in dieci minuti
Sull'efficacia del saggio breve Hans Magnus
Enzensberger sembra non avere alcun dubbio. Con uno sguardo a Michel de
Montaigne, precursore del genere letterario, accompagna il lettore in un
percorso eterogeneo, fitto di contenuti messi in relazione da
accostamenti inaspettati. Proponendo nel medesimo volume le radici sia
della filologia che dell'informazione sessuale, cosí come le inevitabili
implicazioni dei privilegi e le analogie tra scienza e religione,
l'autore non si limita a sfiorare superficialmente diversi aspetti
dell'attualità, ma entra nel vivo per affrontarli con sagacia.
L'intenzione è costantemente supportata da citazioni di esperti, da lui
definiti «i miei santi protettori e garanti». Enzensberger tiene a
sottolineare che il titolo trae ispirazione dal Panoptikum realizzato
dal comico tedesco Karl Valentin a metà degli anni Trenta, un insolito
gabinetto degli orrori e delle curiosità cui avvicinarsi senza porsi
troppe domande. È proprio questo l'atteggiamento richiesto al lettore
nell'accostarsi all'opera. libreriauniversitaria.it -
eprice.it - 2019
amazon.it/Panopticon-Venti-saggi-leggere-minuti
- estratto
PARLI SEMPRE DI SOLDI !
Enzensberger
possiede il raro dono di saper spiegare in modo semplice anche argomenti
complicati. Il suo Mago dei numeri ha fatto amare la matematica persino
a chi l'ha sempre detestata. E in questo nuovo romanzo, impreziosito
dalle illustrazioni di Riccardo Guasco, ci mostra l'economia sotto una
nuova luce: raccontando storie che non vorremmo mai smettere di leggere.
. Ogni volta che zia Fé arriva in
visita a Monaco, la tranquilla quotidianità dei Federmann finisce
bruscamente. È molto anziana, anche se nessuno sa con precisione quanti
anni abbia; vive ufficialmente in una grande villa sul lago di Ginevra,
ma in realtà è sempre in giro per il mondo; e infine, considerando la
vita che conduce, deve anche essere molto ricca. A Monaco ad esempio
alloggia al Vier Jahreszeiten, l'albergo piú elegante e costoso della
città. Ed è qui che i suoi tre nipoti - Felicitas, Fabian e Fanny -
vanno a trovarla, affascinati, a seconda dell'età, ora dal suo stile di
vita e dai misteri che la circondano, ora dalle meravigliose coppe di
gelato e da altre leccornie che come per prodigio appaiono nella camera.
Il che naturalmente fa riflettere i tre ragazzi, visto che i Federmann -
i genitori peraltro non sono mai invitati - non navigano proprio
nell'oro. E cosí iniziano a fare domande: da dove vengono i soldi, i
soldi in generale, non quelli della zia? Perché non bastano mai, anche
se in giro ci sono fantastiliardi di banconote? Chi li ha inventati e
chi li stampa? E perché esistono l'inflazione, i fallimenti, il mercato
nero, il lavoro nero, i pagamenti in nero, la divisione del lavoro, la
svalutazione, i cartelli, la congiuntura (tutte cose, sostiene la
stravagante zia, piú importanti di quelle che vengono insegnate a
scuola)? E cosa significano quelle strane parole che usa sempre il mondo
della finanza: private equity, hedge fund, global player e chi piú ne ha
piú ne metta? E per quale motivo, infine, il denaro, l'essenza del
materialismo, è qualcosa in cui in ultima analisi bisogna credere? Tutti
interrogativi ai quali zia Fé, pescando dal vasto repertorio della sua
lunga e avventurosa esistenza, fornisce le adeguate e il piú delle volte
non scontate risposte. Dopo avere reso, con il celeberrimo Mago dei
numeri, piú appetibile la matematica, materia incubo per tanti studenti,
in questo nuovo romanzo Hans Magnus Enzensberger affronta, con tono
ingenuo, ironico e acuto, un argomento assai piú inquietante e
decisamente piú difficile da capire: il denaro. einaudi - 2017
Enzensberger non si ferma proprio davanti a
niente e adesso ha scritto un breve libro su un grande tema: i soldi.
frankfurter allgemeine zeitung - 2017
Il punto non è cosa farò dei soldi, bensì cosa faranno i soldi di me
- hME
.
.
MAUSOLEUM
Strappa a un gatto dopo il pasto
lo stomaco, cuci l’organo
mettilo a bagno in acqua calda
e dimostra quindi sul tavolo
la digestione dei cadaveri. Nulla
di piú bello e di piú nuovo.
Un secolo illuminato. Eppure
lo infestano i mosconi.
L’abate è un maniaco. Copula rospi
con salamandre:
mostruose congiunzioni. Dalla femmina
squartata estrae le uova
indi ammazza i maschi, ne stilla
lo sperma e fa procreare i morti.
Alla vista di cotanto spettacolo s’invola
la mia fantasia.
Enzensberger è autore poliedrico: saggista,
pamphlettista, romanziere, scrittore per l’infanzia, memorialista. Però
forse i suoi libri entrati piú vigorosamente fra i classici del
Novecento sono quelli di poesia. E Mausoleum, uscito in Germania nel
1975, è una pietra miliare del suo itinerario poetico. È un libro
costituito da trentasette ballate dedicate ad altrettanti personaggi che
hanno fatto, come dice il sottotitolo, «la storia del progresso »: da
Giovanni de’ Dondi che nel Trecento costruí l’orologio di Padova a un
altro italiano, Ugo Cerletti, che sei secoli dopo inventò
l’elettroshock. In mezzo: Campanella, Leibnitz, Linneo e tanti altri
pensatori e scienziati. Se
già Leopardi diffidava delle «magnifiche sorti e progressive» del mondo,
Enzensberger ha uno sguardo ancora piú perplesso sulla modernità. Per
lui l’aspirazione al dominio totale della natura ha creato un modello
destinato a portare l’umanità al disastro. E a volte ha forgiato un tipo
di scienziato squilibrato, sadico, dai deliri onnipotenti, come quello
della ballata dedicata a Lazzaro Spallanzani che si eccitava compiendo
mostruosità sugli animali «a fini di studio».
mondadoristore.it - einaudireggioemilia.it - 2017
tumulto
Con le sue riviste, i suoi libri, le
sue prese di posizione, Enzensberger fu uno dei principali protagonisti
degli anni Sessanta, il decennio del grande Tumulto.
"Un sublime godimento letterario e un capolavoro di
ironia !" - Frankfurter Allgemeine Zeitung
Non si può certo dire che nel corso della sua esistenza Hans Magnus
Enzensberger si sia tirato indietro, abbia evitato, spaziando da una forma
letteraria all'altra, di dire la sua su una straordinaria varietà di temi:
dalla letteratura alla politica, dalla storia alla sociologia. Senza
dimenticare la matematica. Su un argomento era però stato molto prudente,
per non dire latitante: sugli anni Sessanta e sul ruolo da lui avuto in
quella fase così ricca di suggestioni e stimoli.
Fortunamente però esistono
le cantine. Nella sua, Enzensberger ha infatti ritrovato - del tutto
casualmente, afferma - una serie di diari e appunti redatti a partire dal
1963 quando una inaspettata e un po' misteriosa lettera proveniente
dall'Italia lo invitava a partecipare, con la crème dell'intellighenzia
occidentale-orientale (fra cui Sartre e De Beauvoir,
Ungaretti, Golding,
Richter, Evtusenko), a un congresso di scrittori a Leningrado: in piena
Guerra fredda, è vero, ma anche nella fase di apertura dell'Unione
Sovietica, allora guidata da Nikita Chruscev che (come ci raccontano le note diaristiche) si rivelerà un padrone di casa pacioso e assai alla mano. A
quel primo soggiorno, ne seguì un altro, molto più lungo, tre anni dopo. E
questo segnò l'inizio del Tumulto. Dapprima privato, con l'accendersi della
passione per Marija Aleksandrovna Makarova, detta Masa, che sarà la
protagonista di "un travolgente romanzo russo"...
ibs - 2016
Tumulto
un affascinante ed eterogeneo racconto
in cui lo scrittore accosta annotazioni sui suoi
viaggi in Unione Sovietica e su un lungo soggiorno a Cuba con la
giovane moglie russa Maša, al vivacissimo dialogo con un sosia, cioè
l’intellettuale di allora che faceva il suo ingresso nel jet-set della
cultura e della politica internazionali, diventando al tempo stesso un punto
di riferimento per l’opposizione extraparlamentare.
Il poeta veste i panni del globe trotter e i
suoi appunti, sottratti casualmente all’oblio, si trasformano in un
appassionante itinerario attraverso momenti cruciali del dopoguerra, dal
revisionismo di Kruscev ai postumi della rivoluzione cubana, dal Sessantotto
alle degenerazioni del terrorismo. Già nel 1963, a Leningrado per un
convegno sul romanzo contemporaneo, conosce illustri autori, da Sartre a
Simone de Beauvoir, da Ungaretti a Erenburg e all’imprevedibile Evtušenko
che lo introduce nei locali giovanili dove si balla fino al mattino al ritmo
del twist. Con flash fulminanti Enzensberger fissa atmosfere e personaggi
come l’interprete Kostja che ha conosciuto il gulag e cita a memoria le
poesie di Rilke o lo stesso Sartre travolto dal fiume di vodka dei troppi
brindisi.
lastampa.it - 2016
Conviene provare a riavvolgere il
nastro. Erano gli anni del tumulto, dice Hans Magnus Enzesberger, e
naturalmente, aggiunge, «io non c’ero». Tipico
suo: stava «sempre da un’altra parte», sempre altrove. Tumult, tumulto. C’è
sempre un libro dentro ogni libro, e un sottotesto. In questa sua quasi
autobiografia (più scettica che sincera, più ironica che convinta, tutto
sommato), Enzensberger si racconta e non si racconta,
tipico suo, ma la è la storia nascosta a sorprendere e appassionare, a
lasciare il segno. Ecco, in Tumulto (Einaudi, pp. 240, euro, 19, traduzione
di Daniela Idra) c’è anche l’epopea di una tragicommedia … immobiliare.
vittorio giacopini - repubblica.it - 2016
Dei viaggi,
degli incontri, degli amori, delle delusioni, dei tumulti privati non meno
che di quelli politici, Enzensberger rende conto, mezzo secolo dopo, questo
insolito libro di memorie, costruito sulla base di pagine diaristiche, di
riflessioni attuali, di dialoghi fittizi fra l'autore anziano e quello
giovane, e permeato da quel distacco critico e da quell'understatement che
da sempre sono segni distintivi dello scrittore.
einaudi.it - 2016
Enzensberger ci fornisce l’occasione, lo spazio e il
tempo, in cui si è sviluppata la sua visione del mondo, in un’opera che
contamina romanzo amoroso, autobiografia, diario, saggio politico e, infine,
saggio socioletterario. Scandito in cinque sezioni, ma suddivisibile in tre
parti, l’opera inizia con gli appunti sparsi tratti da un diario scritto nel
1963, anno del soggiorno in Unione Sovietica dell’autore; continua con un
dialogo tra il sé di ora e il sé di allora, in
cui ci si concentra sugli anni 67-70; e si conclude con dei Postscritti,
redatti nel presente, che guardano al passato con lo scopo di fare
chiarezza, come quando gli operatori subacquei vanno ad ispezionare un
relitto nel fondo del mare.
luciano mazziotta - poetarumsilva.com - 2016
CONSIDERAZIONI DEL SIGNOR ZETA
Anche solo per motivi
igienici lui, Z, cambiava le opinioni piú spesso della camicia. Non appena
mostravano i primi bordi neri, le metteva nel bucato.
«Tutte le cose intelligenti sono già
state pensate, bisogna solo ripensarle», ha scritto Goethe. In questo senso
il libretto di Enzensberger si inserisce in una tradizione che da Epicuro
conduce a Montaigne, Lichtenberg, Nietzsche, e infine a Brecht e Adorno. Le
Considerazioni del signor Zeta non sono quindi una costruzione
hegelianamente strutturata, ma pensieri «in libertà» che non intendono
necessariamente presentarsi come originali e rivoluzionari, e nemmeno
mascherare eventuali contraddizioni (coercizioni queste, dalle quali
l'autore ha preso allegramente le distanze ormai da molti anni). Zeta è un
signore grassottello, vestito in modo antiquato (porta una bombetta
marrone!), abituato a una vita di agi (di nuovo Epicuro?), che ogni
pomeriggio prende posto sulla panchina di un parco e coinvolge i passanti in
allegre discussioni. Sul suo conto il pubblico, e con esso anche i curatori
che si sono presi la briga di annotare quanto andava dicendo, ha opinioni
discordanti: alcuni lo considerano un saggio, altri uno sputasentenze, una
«persona poco seria», un clown, un polemico filosofo. Molti scuotono la
testa e tirano via, alcuni si fermano. Per quanto differenziati siano i
giudizi, è comunque indubbio che si tratta di un oratore fuori dagli schemi,
che può dire cose che altri preferiscono tenere per sé, mettere in
discussione pregiudizi e verità acquisite. Una sola volta lo abbandona la
sua tranquillità, la sua pacatezza: quando uno studente di filosofia lo
accusa di essere un aforista. Perché l'aforisma ha in sé un che di definito,
di apodittico, qualità dalle quali il signor Zeta rifugge: le contraddizioni
non lo turbano piú di tanto, l'esistenza umana ne è piena, e lui preferisce
relativizzare e appunto contraddire (anche se stesso). E cosí, pomeriggio
dopo pomeriggio, questo insolito pensatore riflette sulla storia,
sull'intelligenza umana (considera sopravvalutata
quella dei contemporanei), sulla scienza (l'inutilità delle missioni nello
spazio con uomini a bordo), la tecnica, la collettività, i designer (il cui
obiettivo primario sembra quello di rendere «inutilizzabili tutti gli
oggetti di uso comune»), ma anche sulla politica e gli uomini politici (Che
Guevara in primis). Non mancano, nel
repertorio del signor Zeta - che dice di essere un dilettante privo di
ambizioni: «ho le mie idee e sono contento quando qualcuno mi fa ricredere
su qualcosa» -, i consigli su come migliorare la vita: ad esempio visitare
un orto botanico - un'operazione sana per il corpo e per la mente - dove ci
accoglie una grande varietà di nomi scientifici che sono infinitamente
superiori alla transitorietà del linguaggio cui siamo costretti a
confrontarci ogni giorno nei media. Il tempo passa, inizia a fare freddo,
arriva l'inverno e il signor Zeta si ritira, scompare dal microcosmo del
parco. Di lui restano le briciole che ha lasciato cadere e che qualcuno ha
raccolto.
einaudi.it - 2015
Zeta è un signore grassottello, che ama gli
agi e gli abiti un po' antiquati. Senza mai separarsi dalla sua bombetta
marrone, trascorre i pomeriggi al parco, dove
coinvolge i passanti in animate discussioni. Sul suo conto il pubblico e con
esso anche i curatori che si sono presi la briga di annotare quanto andava
dicendo - ha opinioni assai discordanti: molti scuotono la testa e tirano
dritto, altri si fermano e non riescono a smettere di ascoltare. Per quanto
differenziati i giudizi, è comunque indubbio che si tratti di un oratore
fuori dagli schemi, che può dire cose che altri preferiscono tenere per sé,
demolendo senza tentennare verità acquisite e pregiudizi. E cosi, pomeriggio
dopo pomeriggio, questo insolito pensatore riflette sulla storia,
sull'intelligenza umana, sulla scienza, la tecnica, la collettività, la
politica... Ai primi freddi, però, il signor Zeta si ritira, ma non per
questo smetterà di rivolgersi alla folla dei suoi ascoltatori. Lo
ritroveranno in questo libricino, una specie di giostra delle contraddizioni
in cui la rilassatezza buddista va di pari passo con il desiderio di
protestare e di ribellarsi.
mondadoristore.it - 2015
Il signor Zeta dice che la valanga di informazioni svanirà. E aggiunge che
"c'è vita oltre i mezzi di comunicazione".
"Anch'io dico che in questo momento tutti i media
parlano della digitalizzazione e prevedono che tutto dovrà essere digitale.
Abbasso la carta, è troppo analogica! Non sono d'accordo: io mangio
analogicamente, dormo analogicamente... Questo è un sistema analogico. Il
ginocchio è analogico, la lingua non è un computer. Non bisogna esagerare
con il digitale, non è la soluzione di tutto. E inoltre, non ti sembra che
si muore analogicamente e non digitalmente?".
Nelle sue poesie ha scritto che l'iceberg avanza inesorabilmente verso di
noi. Siamo metaforicamente in un tempo in cui è possibile un iceberg contro
il quale potremmo fatalmente schiantarci?
"Il crash economico è sempre possibile, domani
mattina vai in banca e non ci sono i soldi, cala il reddito, diminuiscono le
possibilità, e ti ci adatti come se il destino imponesse le sue regole.
Accadde in Germania dopo la guerra, arrivò la fame, ci abituammo. Adesso si
è verificato un calo del tenore di vita in Europa, e guarda come si stiamo
abituando. Dobbiamo abituarci: potrebbe arrivare l'iceberg".
juan cruz - repubblica.it - 2015
- se vi riesce di trovare qualcosa che meriti la
vostra ammirazione - disse Z. - non lesinate su questo piacevole moto
dell'animo . - Z. disse :
dovete contraddirmi ma doprattutto dovete contraddire voi stessi.
bisognerebbe restare sempre fedeli soltanto a ciò che non si dice .
einaudi
.
CHIOSCO - KIOSK
È vietato dar fuoco a persone
È vietato dar fuoco a persone
che siano in possesso di un permesso
di soggiorno valido
È vietato dar fuoco a persone
che si attengano alle disposizioni
di legge e siano in possesso
di un permesso di soggiorno valido
È vietato dar fuoco a persone
che col loro comportamento
non ne abbiano offerto motivo
È disdicevole
È inconsueto
Non dovrebbe diventare una regola
Una raccolta poetica
che alterna interni ed esterni, situazioni piú intime -
come una bellissima poesia sul padre - e
quadretti sociali che illuminano le trasformazioni della realtà
contemporanea piú di cento discorsi. Ma nel libro c'è un terzo polo che
intreccia interiorità e politica in una chiave straniante, biologica: è la
sezione intitolata «Divertimenti sotto la
calotta cranica», dove lo sguardo sull'uomo è
dato dal punto di vista dei meccanismi neurocerebrali, della macchina umana,
in un incrocio di cultura umanistica e scientifica che altre volte ha
caratterizzato la poesia e le riflessioni di Enzensberger, ma che mai come
in questo caso è riuscito a far affiorare in maniera cosí icastica quella
«giungla interna arcaica» che si cela «sotto il
tumulto degli organi».
Tra reminiscenze dei due grandi maestri della poesia novecentesca tedesca,
Brecht e Benn, Enzensberger ha elaborato un libro-conversazione segnato da
una grande felicità linguistica e da uno
spiccato sense of humour. Fra paradossi della
mente, dei corpi e della vita, questa raccolta procede per continui scatti
di intelligenza che un po' divertono e un po' atterriscono, e dopo i quali
qualsiasi problema diventa diverso da come sembrava prima.
einaudi.it - 2013
Chiosco» deriva dal turco
«Kös¸k e indica sia un
piccolo edificio adibito alla vendita di bibite e
giornali, che un padiglione all’interno di
giardini o terrazze: piú angusto e chiuso il primo, piú ampio e destinato
alla socialità il secondo. È in questa duplice accezione che vanno lette le
poesie della nuova raccolta di Enzensberger: da un lato le sempre piú
accecanti contraddizioni di una civiltà ormai
avviata verso il declino, dall’altro la
meditazione piú intima e raccolta. Se l’autore mostra ancora il suo consueto
interesse verso Brecht, e verso lo stupore per le bellezze del quotidiano
che il drammaturgo tedesco evocava, adesso lo accompagna ad un corrosivo
umorismo come in «È vietato dar fuoco a persone», nella parte intitolata
Divertimenti sotto la calotta cranica - e si avvicina ai meccanismi
neurocerebrali, dimostrando – in un modo decisamente originale – come la
cultura umanistica e quella scientifica
possano incrociarsi e finire per influenzarsi a vicenda, nella ricerca di
uno scampolo di verità.
lafeltrinelli.it - 2013
TRADUZIONE ANNA
MARIA CARPI
IL
MOSTRO BUONO DI BRUXELLES
Quello di Hans Magnus Enzensberger sembra un attacco frontale all'Unione
europea. Una mossa apparentemente inspiegabile da parte di uno degli
scrittori e intellettuali più spiccatamente europeisti del panorama
continentale. Tuttavia non è una provocazione, la sua, ma un grido di
allarme. Un dito puntato contro la burocrazia di Bruxelles, il mostro
"buono" che, con la pretesa di armonizzare le differenze, sta erodendo gli
ideali su cui l'Unione si fonda. Il "deficit democratico" che da più parti
viene diagnosticato alle istituzioni comunitarie è solo un pietoso eufemismo
per celare una vera e propria messa sotto tutela dei cittadini europei. La
conseguenza del fiorire di istituzioni nascoste dietro sigle e acronimi
misteriosi, o del proliferare di leggi sulla curvatura media dei cetrioli o
sui conti correnti da trentaquattro cifre, è la progressiva erosione del
senso civico degli abitanti di "Eurolandia". E, potenzialmente, la resa di
tutti noi a uno spirito antidemocratico.
ibs - wuz - 2013
violento pamphlet
di HME suscita polemiche in Germania
La tesi: la
burocrazia di Bruxelles è un mostro che sta instaurando un regime
autoritario. E qui lo scrittore spiega le sue ragioni.
Nel suo saggio Enzensberger, in nove capitoli, seziona "il Mostro" di
Bruxelles. Si parte dalle cose positive: i pregi della Unione europea,
nonostante tutto. Grazie ad essa abbiamo vissuto "decenni di pace. Un'intera
epoca senza guerra: anomalia di cui il Continente può esser fiero!". Altro
pregio sono le sovvenzioni (con cui iniziano, però, le "mostruosità" ): "Per
la politica agraria vi sono nel budget di Bruxelles circa 59 miliardi. Al
secondo posto con 49 miliardi, ci sono 455 "programmi" per lo sviluppo
regionale. Secondo la Corte dei Conti però il 36 per cento di questi
progetti non è sovvenzionato in modo corretto". I burocrati di Bruxelles
lamentano di non esser ascoltati dai loro sudditi. Ma il "Mostro" paga
milioni per la sua inconfondibile "Voce del padrone": "Con cinque milioni di
euro all'anno sovvenziona l'emittente Euronews; e con sei Euranet, la sua
sconosciuta stazione radio.
Anche il Parlamento europeo ha un suo canale tv di nome "EuroparlTv", cui
vanno altri 10 milioni sebbene abbia pochi spettatori. Molto di ciò che in
quei canali si dice, ricorda bollettini di Corte: l'autocritica non è la
virtù dei nostri controllori".
l'espresso – cultura - ilmiolibro.kataweb.it - 2013
RECESSIONE ? - LA GRANDE BUGIA
Crisi? Ma quale crisi! I caffè, i ristoranti, i
bar sono strapieni. Negli aereoporti si accalcano i turisti. Ovunque si
sente parlare di fatturati record nelle esportazioni e della disoccupazione
che diminuisce. Come se la realtà dell'Unione europea sia davvero quel che
ne dice la tv. Con i telespettatori che seguono ormai sbadigliando gli
ultimi vertici scalati, settimana dopo settimana, dai politici, e le sempre
più confuse diatribe degli esperti di turno. E tutto ciò sembra aver luogo
in una retorica "terra di nessuno" piena zeppa di incomprensibili formule
linguistiche, che con i cosiddetti mondi della nostra vita quotidiana non
hanno proprio più nulla a che fare.
Evidentemente, non sorprende più nessuno che, da un bel po' di tempo in qua,
i paesi europei non sono più governati da istituzioni legittimamente
democratiche. Ma da tutta una serie di sigle che ne hanno preso il posto.
Sono sigle come Efsf, Efsm, Bce, Eba o Fmi che ormai determinano qui in
Europa il corso degli eventi. Solo alcuni esperti sono in grado di
decrittare tutti questi acronimi. D'altronde, anche chi, come e che cosa si
decide all'interno della Commissione europea o nella Eurozona sono solo
degli adepti ad intuirlo. Quel che tutte queste istituzioni e decisioni
hanno in comune è di non esser previste in nessuna costituzione del mondo. E
che nessuno di noi normali elettori può mai esprimere la sua riguardo alle
loro decisioni. L' unico vero attore a cui queste istituzioni prestano
ancora ascolto sono i cosiddetti "mercati", il cui potere si esprime nelle
oscillazioni dei tassi d'interesse e dei corsi delle valute come nei rating
di alcune agenzie americane ...
hme - espresso.repubblica.it - 2013
I MIEI
FALLIMENTI PIU RIUSCITI - flop preferiti
Dopo la pubblicazione nel 1957 di "Verteidigung der
Wólfe" ("Difesa dei lupi"), la sua prima raccolta di poesie, Hans Magnus
Enzensberger divenne ben presto un punto di riferimento per numerosissimi
lettori, dapprima in Germania e poi via via in molti altri paesi. Anche
perché Enzensberger non si è mai sentito solo " poeta": come dimenticare le
raccolte di saggi sui temi più disparati (politica, antropologia,
sociologia, scienze), i libri per ragazzi, i romanzi, le traduzioni, le
riviste ("Kursbuch" oltre che un successo commerciale, fu la rivista forse
più importante del '68 tedesco ed europeo), l'attività di editore, le
installazioni poetiche. Inevitabile che in oltre cinquant'anni di poliedrica
attività qualcosa non sia andato per il verso giusto: riviste concepite e
mai pubblicate, altre andate in edicola ma dalla vita assai breve (forse
perché troppo innovative per il gusto dei lettori), promettenti iniziative
editoriali abbandonate per l'intervento degli avvocati, opere liriche,
drammi e commedie, sceneggiature cinematografiche, libri per ragazzi,
fontane creatrici di poesia. Ai "tonfi" - ora non privi di una loro intima
grandezza, ora più dimessi e silenziosi - e ai progetti mai usciti dal loro
stato embrionale, Enzensberger dedica questa affettuosa e ironica
retrospettiva: perché a differenza dei trionfi, gli insuccessi favoriscono
in vari modi l'intelligenza, aiutandoci anche a capire come funziona il
complesso universo dell'industria culturale.
unilibro - ibs - libreriauniversitaria - 2012
Sono un figlio della crisi. Potrei rinunciare subito
alla buona metà di ciò che possiedo
nato 83 anni fa in Germania pare sia una persona molto viva e allegra
La mia vita dimostra che i cliché che circolano
su noi tedeschi - arcigni chiusi e sempre un po' nazisti - sono fasulli.
Così come lo sono le idee che molti giovani si
fanno sulla vita intellettuale.
a quali idee si riferisce?
Oggi ognuno pretende di essere artista. Tutti
in Occidente sfornano poesie romanzi producono
installazioni film e musica. E ognuno vuole vivere i suoi trionfi artistici.
Questi giovani hanno dimenticato che la cultura è un'industria come ogni
altra . oggi anzi il settore più importante
dell'economia globale. Nell'economia però non regna l'altruismo ma le dure
leggi della competizione e di mercato. In economia come in cultura per
l'appunto vale la lezione di Beckett: " Impara a
fallire meglio ! '' .
ilmiolibro.kataweb.it - espresso - 2012
Nozioni più
precise su un albero
La betulla bianca
laggiù, macchiata di sole .
Non ti muovere.
Osserva
le varianti: da
verde a verde
da opaco a
lucido, la foglia
nella lamina
fogliare è più scura che di sotto
in alto. Nulla si
ripete .
Ogni nervo un
rivolo come la brezza
sulla pelle.
L’insieme traballa
si rizza,
immutato
sì ma non del
tutto .
Oscilla, danza,
traballa,
' quantità
patologiche '
funzioni senza
derivazione
percorsi
instabili durante le fasi.
Vincere il vento
che le piega
le foglie,
ammaestrarlo
a produrre
fantastici vortici
che tu non vedi.
Lascia
che il tuo debole
cervello faccia calcoli
finché non trema,
non stride, non crolla
non s’arrende al
vortice dei fenomeni
e non si rizza di
nuovo
come la betulla
bianca
sotto i tuoi
occhi, immutato
si ma non del
tutto .
traduzione anna
maria carpi
|
errore
Dai vicini un
bimbo suona Per Elisa .
Sempre da capo,
sempre quell’errore .
Il dogma
dell’infallibilità
è stato un passo
falso. È un fatale capitombolo
del parassita
quello di uccidere l’ospite .
Detto altrimenti
globalizzazione .
Pudico si occulta
l’errore decisivo
in una duna di
sbagli di poco conto
e ci sprofonda.
Mai finora sono mancate
voci che
avvertivano :
il mondo è
l’Incorreggibile .
Patetici sforzi
per riparare, rammendare
otturare,
riformare, migliorare
con inchiostro
rosso e pentimenti
portano a nuovi
errori ancor piú grossi .
Certo, difetti
congeniti e aborti
sono due paia di
maniche .
Però anche
l’esecuzione fallisce
il colore,
l’invito, l’avvio
l’accensione e il
passo .
Una via lattea di
confusioni
che c’è da
stupirsi. Considerando il complesso
ne risulta un
miracolo .
Evitare errori a
ogni costo
sarebbe un errore
.
Si confessa, si
ammette
che si è
sbagliato il gesto
la direzione di
marcia e anche a scrivere .
Certe poesie per
esempio
sarebbero
perfette
se non le avesse
preservate da questa sorte
un errorino da
nulla .
È per svista che
si è felici
talvolta, per un
momento
per svista .
Ma qualcosa non va .
più leggeri
dell'aria - trad anna maria carpi
|
Ordine del giorno
Telefonare consulente fiscale, lavorare un po'.
meditare sulla foto di una donna
che si è ammazzata .
Andare a vedere quando si è cominciata a usare
l'espressione immagine del nemico.
Dopo il tuono osservare le bolle
che il nubifragio forma sul lastrico
e bere l'aria bagnata .
Fumare e guardare un po' di televisione senz'audio.
Chiedersi di dove viene il prurito del sesso
durante una squallida riunione .
Pensare per sette minuti all'Algeria .
Dar fuori in bestemmie come un dodicenne
su un'unghia che si è spezzata.
Ricordarsi di una precisa sera
ventun anni fa, era di giugno
un pianista nero suonava il cha cha cha
e qualcuno piangeva di rabbia .
Non dimenticare di comprare il dentifricio .
Cercar di capire perché
perché Dio non lascia mai
in pace gli uomini, e neanche il contrario .
Cambiare la lampadina in cucina .
Ritirare dal balcone, con cautela
la cornacchia fradicia, arruffata, inanimata .
Contemplare le nuvole, le nuvole .
Ma anche dormire, dormire .
Più leggeri dell'aria -
trad
Anna Maria Carpi
|
Classe Media Blues
Non possiamo
lamentarci . Abbiamo da fare . Siamo
sazi . Mangiamo .
Cresce l’erba
il prodotto sociale
l’unghia delle dita il passato .
Le strade sono vuote .
Le chiusure sono
perfette . Le sirene tacciono . Questo
passa . I
morti hanno fatto il loro testamento .
La pioggia è cessata .
La guerra non è stata dichiarata . Questo
non è urgente .
Noi mangiamo l’erba .
Noi mangiamo il
prodotto sociale . Noi mangiamo le unghie
. Noi mangiamo il passato .
Non abbiamo nulla da
nascondere .
Non abbiamo nulla da
perdere . Non abbiamo nulla da dire .
Abbiamo .
L’orologio è caricato .
La vita è regolata .
I piatti sono lavati . L’ultimo autobus
sta passando .
È vuoto.
Non possiamo lamentarci .
Cosa aspettiamo ancora
?
|
TANGO FINLANDESE
Ciò che ieri sera fu è e non è
La barchetta che si allontana
e la barchetta che si accosta
I capelli così vicini erano capelli
stranieri
Questo è facile a dirsi E’ sempre così
Il lago grigio è proprio il lago grigio
Il pane fresco di ieri sera è indurito
Nessuno balla Nessuno bisbiglia Nessuno
piange
Il fumo è dissolto e non dissolto
Il lago grigio adesso è azzurro Qualcuno
chiama
Qualcuno ride Qualcuno se n’è andato
C’è molta luce Era mezzo buio
La barchetta non sempre ritorna
E’ la stessa cosa e non è la stessa
Qui non c’è nessuno La roccia è roccia
La roccia cessa di essere roccia
La roccia ridiventa roccia
E’ sempre così Nulla scompare
e nulla rimane Ciò che fu
è e non è ed è Questo
nessuno lo capisce Ciò che ieri sera
fu è facile a dirsi Com’è luminosa
qui l’estate e com’è breve .
la furia
della caducità
|
In memoriam
Dunque
per quanto concerne gli anni Settanta
me la sbrigo in due parole .
Il servizio informazioni dava sempre
occupato .
La miracolosa moltiplicazione dei pani
si limitò a Dusseldorf e dintorni .
La notizia spaventosa corse su nastro
venne registrata e archiviata .
Senza opporre resistenza
tutto sommato
gli anni Settanta si sono ingozzati
e gli è andata di traverso
nessuna garanzia per i posteri
turchi e disoccupati .
Che qualcuno li ricordi con indulgenza
sarebbe pretendere troppo .
|
GLI ANIMALI LOTTANO MA NON FANNO LA GUERRA
Animals
fight, but they don’t wage war
Only
man—unique among the primates practises the large-scale
deliberate and enthusiastic destruction of his fellow creatures
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