george orwell

 

 

 

blaircowl.com

 

 

.

Letter to Gleb Struve 

London: February 2, 1944
Gleb Struve papers

Hoover Institution Library

and Archives

hoover.org    

ingrandire      

 ingrandisci

 

All the war-propaganda

all the screaming and lies and hatred

comes invariably from people who are not fighting
homage to catalonia - 1938

.

guerra fredda - cold war
termine di George Orwell che predisse un periodo di 'orribile stabilità' e 'ansia nucleare' .
tribune 'you and the atomic bomb' 9.10.45 - observer 10.3.1946
vanillamagazine.it - it.alphahistory.com - ticinolive.ch

.

 

 

.

WHY I WRITE

Ogni riga di ogni lavoro serio che ho scritto dal 1936 a questa parte

è stata scritta direttamente o indirettamente

contro il totalitarismo e a favore del socialismo democratico. per come lo vedo io.
perché scrivo - 1946

Ciò che soprattutto ho cercato di fare negli ultimi dieci anni è stato trasformare la scrittura politica in arte.      Il mio punto di partenza è sempre un senso di partigianeria, un senso d'ingiustizia.     Quando mi accingo a scrivere un libro io non mi dico    'Voglio produrre un'opera d'arte' .     Io scrivo perché c'è qualche bugia che voglio smascherare, qualche fatto su cui voglio attirare l'attenzione, e il mio primo pensiero è quello di farmi ascoltare.
oscarmondadori.it/orwell-letteratura-palestra-di-liberta

 

 

 

  ingrandisci

orwell's domestic diary 1939-40 - fb/go

 

George Orwel

Il regime che impedisce le libere comunicazioni e le relazioni tra i cittadini azzera la creatività individuale. Solo quando si è liberi si può dire la verità e la vita può essere onesta e dignitosa. Il potere burocratico consegna “a una minoranza tirannica poteri tali che gli inquisitori spagnoli non si sono mai sognati”. Così l’uguaglianza viene uccisa da chi si sente più uguale degli altri e il principale piacere umano consiste nel vincere e nel calpestare un nemico disarmato.

Damiano Mazzotti - italiacittadini.net  -     agoravox.it
La forza dei bisogni e le ragioni della libertà - Franco Sbarberi
   -    2009

 

 

Political language

-- and with variations this is true of all political parties

from Conservatives to Anarchists --

is designed to make lies sound truthful

and murder respectable and to give an appearance of solidity to pure wind
GO - politics and the english language - 1946

 

 

 

verso una società orwelliana
Nuove minacce alla sfera privata  -   Presto, gli USA registreranno le impronte digitali di tutti coloro che intendono entrare nel paese (Keystone)  La lotta contro il terrorismo e la cyber-amministrazione sono dei potenziali pericoli per la protezione dei dati personali. Nel suo rapporto annuale, l’Incaricato federale per la protezione dei dati critica le misure di sicurezza decise dagli USA e chiede più vigilanza alle autorità svizzere.     

info.org

progetto grande fratello - 2008
Orwell e le sue previsioni diventano realtà. E non solo sul piccolo schermo attraverso l'invasione di reality-show ispirati al suo Big Brother. Nel Regno Unito potrebbe partire un’operazione Grande Fratello, in grado di ascoltare ogni telefonata, di leggere ogni sms o mail e di controllare ogni sito visitato su internet dai sudditi della Corona.

quomedia.diesis.it

 

 

Londra -  appaiono i manifesti previsti da Orwell
Desta sensazione l'affissione nella metropolitana londinese di una serie di poster che promuovono la sicurezza che sarebbe garantita dal tecnocontrollo sulle persone. Manifesti che a qualcuno mettono i brividi
George Orwell ne aveva parlato nel SUO ROMANZo più celebre: manifesti e slogan piazzati un po' ovunque dal Governo, per ricordare ai cittadini ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e che il controllo continuativo di un grande occhio, quello di un grande fratello, è cosa buona e sana, e fa sentire tutti più sicuri. Questo hanno pensato molti di coloro che si sono imbattuti in una nuova serie di poster affissi sui muri della metropolitana londinese

punto-informatico.it   

 

 


Hanspeter Thür

ritiene che la tecnologia attuale permetta ormai una sorveglianza simile a quella descritta da George Orwell nel SUO ROMANZo «1984»  

Hanspeter Thür 1949 - avvocato svizzero - dal 2006 federale della protezione dei dati e della trasparenza.

rcsmediagroup.it  

 

       

mostra fotografica di Vernon Richards

 

Half-Life 2. Il videogioco
Ambientato nella futuristica City 17, capitale di un mondo nel quale vige uno stato di polizia voluto da Wallace Breen, ex Direttore di Black Mesa, Half-Life 2 trasporta il giocatore in un universo alternativo che omaggia in maniera evidente 1984, IL ROMANZo capolavoro di George Orwell. Qui, vestendo ancora una volta i panni di Gordon Freeman, il giocatore deve scoprire da sé l’evoluzione della trama ...   

pcprofessionale.it   -  2010

 

 

 

1984  Nella Londra del 1984 non vi può essere spinta al consumismo perché di fatto non c’è molto da consumare. La dittatura presentata nel libro di Orwell è una dittatura il cui unico scopo è quello di distruggere la memoria storica condannando i cittadini a vivere in una sorta di eterno presente.     

fantasymagazine.it

 

 

1984 - 2004  chronique de 20 années orwelliennes

Les 20 années qui nous séparent de la référence mythique de 1984 valent bien le demi-siècle  qui nous sépare de la mort de Eric Blair dit George Orwell. En cette année du centenaire de  sa naissance, il nous apparaît tentant, avec toute la modestie qui sied à une telle entreprise,  de prolonger quelque peu les images qu'il a introduites dans la vision collective de  nombre d'entre nous.

arenotech.org

Will George Orwell's 1984 Become A Reality In 2004?
It seems that the American people have foolishly bought into the notion that any abridgement of freedom is justified as long as the goal is "security." They obviously have forgotten that a bird in a cage is secure, but it is hardly free.

covenantnews.com

 

because 2004 is 20 years too late

 

ORWELL DIVENTA REALTA'
George Orwell sarebbe soddisfatto di fronte allo stato di video sorveglianza e di controllo informatico raggiunto dall'Inghilterra negli ultimi tempi. Le sue preveggenze sul possibile Grande Fratello del futuro, fino a qualche decennio fa invocate come ancora futuribili, sembrano infatti divenute realtà in questa grande isola oceanica. Se i dati sono attendibili - e non c'è motivo di dubitarne - la Gran Bretagna attualmente può vantare la presenza del 20% di tutte le telecamere a circuito chiuso installate nel mondo. Un monitoraggio massivo capace di spiare al meno 300 volte al giorno i cittadini di sua maestà, le cui scelte in materia di viaggi e di acquisti vengono controllati e conosciuti, mentre il Paese si appresta ad introdurre scanner facciali negli aeroporti e nelle stazioni. ...
marzia bonacci -   aprileonline.info

 

Grande Fratello in ufficio ?       Microsoft minimizza

Il brevetto di un software presentato da Microsoft metterebbe a rischio la privacy dei dipendenti in azienda. Il colosso di Redmond però si difende

L'occhio di Microsoft spierà i dipendenti in ufficio? Microsoft contesta quanto scritto dal Times e afferma di avere a cuore la difesa della privacy dei dipendenti.

Tuttavia un brevetto depositato da Microsoft fa pensare proprio al Grande Fratello di George Orwell in 1984: la tecnologia potrebbe monitorare come un occhio elettronica i dipendenti sul posto di lavoro. Tuttavia Microsoft prende le distanze: il sistema di monitoraggio, che sfrutta il controllo del battito cardiaco, della temperatura corporea, dei movimenti, delle espressioni facciali e dela pressione del sangue (attraverso sensori senza fili connessi tra Pc e utenti), non è affatto creato per tenere sotto controllo i lavoratori. Il sistema di software è in grado di monitorare capacità, produttività e benessere psicofisico,

ma non si tratta di un Grande Fratello in ufficio.

VNUnet.it 17-01-2008

George Orwell «spiato» dal Grande Fratello Dagli archivi di stato britannici: lo scrittore fu sotto osservazione dei servizi britannici fino al 1948
COMBATTENTE -
I documenti datati 1937 registrano che lo scrittore era partito per la Spagna per combattere al fianco del Poum, il partito operaio di unificazione marxista spagnolo. Ma furono le sue attività durante il periodo di lavoro presso la Bbc nel 1942 che allarmarono maggiormente le autorità. Orwell, che per la Bbc curava il servizio in inglese rivolto all'India aveva tentato di far assumere presso l'emittente un rinomato scrittore indiano marxista, Mulk Raj Anand. Secondo i documenti degli archivi, Orwell era in quegli anni praticamente senza soldi e «vestiva in uno stile bohemien sia al lavoro che nel tempo libero». Orwell lasciò il suo posto alla Bbc nel 1943 e rimase sotto osservazione dei servizi fino al 1948..... anno in cui fu dato alle stampe «1984», l'opera orwelliana più nota e più preveggente.      

corriere.it 

La casa di Orwell spiata dal Grande Fratello - 32 telecamere nello spazio di 180 metri dall'abitazione.
Decine di telecamere a circuito chiuso posizionate nel quartiere  di Londra dove viveva il celebre ROMANZIere
«Il Grande Fratello vi guarda» scriveva George Orwell nel 1948, immaginando una società governata da un unico partito guidato – appunto – dal Big Brother, capo supremo in grado di monitorare e spiare costantemente la vita di ogni singolo cittadino. E oggi, a circa 60 anni di distanza dalla pubblicazione DEL ROMANZo 1984, l'incubo del ROMANZIere inglese è diventato realtà, perché proprio il suo vecchio quartiere londinese è finito nel mirino di alcune delle numerose telecamere a circuito chiuso cctv che sono state posizionate sul territorio britannico in nome della sicurezza nazionale .

corriere.it

 

 

1984, George odifreddi, orwell, Penguin, 1984, published in 1949

If you want a picture of the future  imagine a boot stamping on a human face -- for ever  

1984 is one of the most famous dystopias ever written (along with a predecessor like Brave New World or a successor like The Handmaid's Tale). And with good reason -- this book is incredibly intense. Orwell's picture of the future describes the boot and its stamping of a human face in all the detail necessary to frighten everyone from the pessimistic misanthropes to the idealistic optimists. Which camp would Orwell himself belong to? Perhaps both. The book could only be written from the most profound conviction that such a future could indeed happen, a conviction motivated by societies where Big Brother already existed in large part when Orwell wrote the book. But 1984 has become a touchstone of our culture in the way that it functions as a warning. Can we prove the optimist in Orwell correct, and proceed to take the book's warning as a corrective for certain tendencies in our own society? We have survived the bloodiest century in human history without the final annihilation of nuclear war, and without the kind of Big Brother society envisioned by Orwell (although that is debatable). Frankly, that's not much of an accomplishment to brag about, and a fresh re-reading of 1984 for everyone on the eve of the new millennium might just help make a few things turn out differently.

home.golden.net

 

 

Critical Essays on George Orwell's Stories

 

In his landmark novel entitled "1984 George Orwell narrated grimly that "Ignorance is Strength."  Of course, students of the information age know only the opposite to be true: Knowledge is not only  strength, it is power. Unfortunately, it is this very idea that leaves those students who have little  knowledge or understanding of Orwell's fiction ... powerless to complete worthwhile term papers and  essays on their own. George-Orwell-Essays.Com comes to the rescue with DOZENS of examples of  papers and reports critically analyzing such classic works as 1984, Animal Farm, Shooting an  Elephant, and more! 

Concept of War  -  1984 & Animal Farm  -  Similarities  -  Honesty & Conflict Shooting an Elephant  -  1984  -  The Future Is Now   -   Is It Here ?

george-orwell-essays.com

www.writework.com/essay/critical-analysis-george-orwell-s-essay-shooting-elephant

.

For at that time I had already made up my mind          that imperialism was an evil thing and the sooner I chucked up my job and got out of it the better. Theoretically – and secretly, of course – I was all for the Burmese and all against their oppressors, the British. As for the job I was doing, I hated it more bitterly than I can perhaps make clear. In a job like that you see the dirty work of Empire at close quarters. The wretched prisoners huddling in the stinking cages of the lock-ups, the grey, cowed faces of the long-term convicts, the scarred buttocks of the men who had been Bogged with bamboos – all these oppressed me with an intolerable sense of guilt. But I could get nothing into perspective.

.

That is invariably the case in the East         a story always sounds clear enough at a distance, but the nearer you get to the scene of events the vaguer it becomes. Some of the people said that the elephant had gone in one direction, , some said that he had gone in another, some professed not even to have heard of any elephant.

.

When the white man turns tyrant, it is his own freedom that he destroys
e allora capii che, quando diventa tiranno, l'uomo bianco distrugge la sua stessa libertà
.

And it is a great thing to die in your own bed, though it is better still to die in your boots

.

In a Society in which there is no law      and in theory no compulsion, the only arbiter of behaviour is public opinion. But public opinion, because of the tremendous urge to conformity in gregarious animals, is less tolerant than any system of law.   When human beings are governed by ‘thou shalt not’, the individual can practise a certain amount of eccentricity: when they are supposedly governed by ‘love’ or ‘reason’, he is under continuous pressure to make him behave and think in exactly the same way as everyone else .

.
He wears a mask, and his face grows to fit it

shooting an elephant - 1936

.

I should have to shoot the elephant after all        The people expected it of me and I had got to do it.   I could feel their two thousand wills pressing me forward.   Irresistibly.    For every writer, there comes a moment when the will of the world presses you forward, so close that you can feel their breath and words and sweat, tempting you to shoot.    -GO
jiayang fan - fb/thenewyorker - 2018

 

fb/go

 

 

21.1.1950 - 46 anni

acceptance

For the ordinary man is passive. Within a narrow circle (home life, and perhaps the trade unions or local politics) he feels himself master of his fate, but against major events he  is as helpless as against the elements. So far from endeavoring to influence the future,  he simply lies down and lets things happen to him. Language ought to be the joint creation of poets and manual workers.

cyber-nation.com    -     george-orwell.com

www.quotationspage.com/quotes/George_Orwell

 

 

men can only be happy when they do not assume

that the object of life is happiness

 

 

the quickest way to end a war is to lose it

 

 

thoughtcrime

was not a thing that could be concealed forever.

You might dodge successfully for a while

even for years

but sooner or later  they were bound to get you

1984

 

 

a humanitarian is always a hypocrite

 cp-tel.net   -   netcharles.com

Orwell dice che molti libri, per quanto tu li legga con calma e pazienza, non ti danno niente. Di questi libri, dice Orwell, il recensore dovrebbe scrivere: “questo libro non mi interessa in alcun modo, e non ci scriverei sopra se non fossi pagato per farlo”.
filter - caminadella.wordpress.com

Confessions of a Book Reviewer  -  george orwell
In a cold but stuffy bed-sitting room littered with cigarette ends and half-empty cups of tea, a man in a moth-eaten dressing-grown sits at a rickety table, trying to find room for his typewriter among the piles of dusty papers that surround it. He cannot throw the papers away because the wastepaper basket is already overflowing, and besides, somewhere among the unanswered letters and unpaid bills it is possible that there is a cheque for two guineas which he is nearly certain he forgot to pay into the bank. There are also letters with addresses which ought to be entered in his address book. He has lost this address book, and the thought of looking for it, or indeed of looking for anything, afflicts him with acute suicidal impulses.

He is a man of thirty-five, but looks fifty. He is bald, has varicose veins and wears spectacles, or would wear them if his only pair were not chronically lost. If things are normal with him he will be suffering from malnutrition, but if he has recently had a lucky streak he will be suffering from a hangover. At present it is half past eleven in the morning, and according to his schedule he should have started work two hours ago; but even if he had made any serious effort to start he would have been frustrated by the almost continuous ringing of the telephone bell, the yells of the baby, the rattle of an electric drill out in the street, and the heavy boots of his creditors clumping up and down the stairs. The most recent interruption was the arrival of the second post, which brought him two circulars and an income-tax demand printed in red.

Needless to say this person is a writer. He might be a poet, a novelist, or a writer of film scripts or radio features, for all literary people are very much alike, but let us say that he is a book reviewer. Half hidden among the pile of papers is a bulky parcel containing five volumes which his editor has sent with a note suggesting that they ‘ought to go well together’. They arrived four days ago, but for forty-eight hours the reviewer was prevented by moral paralysis from opening the parcel. Yesterday in a resolute moment he ripped the string off it and found the five volumes to be Palestine at the Cross Roads, Scientific Dairy Farming, A Short History of European Democracy (this one 680 pages and weighs four pounds), Tribal Customs in Portuguese East Africa, and a novel, It’s Nicer Lying Down, probably included by mistake. His review — 800 words, say — has got to be ‘in’ by midday tomorrow.

Three of these books deal with subjects of which he is so ignorant that he will have to read at least fifty pages if he is to avoid making some howler which will betray him not merely to the author (who of course knows all about the habits of book reviewers), but even to the general reader. By four in the afternoon he will have taken the books out of their wrapping paper but will still be suffering from a nervous inability to open them. The prospect of having to read them, and even the smell of the paper, affects him like the prospect of eating cold ground-rice pudding flavoured with castor oil. And yet curiously enough his copy will get to the office in time. Somehow it always does get there in time. At about nine p.m. his mind will grow relatively clear, and until the small hours he will sit in a room which grows colder and colder, while the cigarette smoke grows thicker and thicker, skipping expertly through one book after another and laying each down with a final comment, ‘God, what tripe!’ In the morning, blear-eyed, surly and unshaven, he will gaze for an hour or two at a blank sheet of paper until the menacing finger of the clock frightens him into action. Then suddenly he will snap into it. All the stale old phrases — ‘a book that no one should miss’, ‘something memorable on every page’, ‘of special value are the chapters dealing with, etc. etc.’ — will jump into their places like iron filings obeying the magnet, and the review will end up at exactly the right length and with just about three minutes to go. Meanwhile another wad of ill-assorted, unappetizing books will have arrived by post. So it goes on. And yet with what high hopes this downtrodden, nerve-racked creature started his career, only a few years ago.

Do I seem to exaggerate? I ask any regular reviewer — anyone who reviews, say, a minimum of a hundred books a year — whether he can deny in honesty that his habits and character are such as I have described. Every writer, in any case, is rather that kind of person, but the prolonged, indiscriminate reviewing of books is a quite exceptionally thankless, irritating and exhausting job. It not only involves praising trash — though it does involve that, as I will show in a moment — but constantly inventing reactions towards books about which one has no spontaneous feelings whatever. The reviewer, jaded though he may be, is professionally interested in books, and out of the thousands that appear annually, there are probably fifty or a hundred that he would enjoy writing about. If he is a top-notcher in his profession he may get hold of ten or twenty of them: more probably he gets hold of two or three. The rest of his work, however conscientious he may be in praising or damning, is in essence humbug. He is pouring his immortal spirit down the drain, half a pint at a time.

The great majority of reviews give an inadequate or misleading account of the book that is dealt with. Since the war publishers have been less able than before to twist the tails of literary editors and evoke a paean of praise for every book that they produce, but on the other hand the standard of reviewing has gone down owing to lack of space and other inconveniences. Seeing the results, people sometimes suggest that the solution lies in getting book reviewing out of the hands of hacks. Books on specialized subjects ought to be dealt with by experts, and on the other hand a good deal of reviewing, especially of novels, might well be done by amateurs. Nearly every book is capable of arousing passionate feeling, if it is only a passionate dislike, in some or other reader, whose ideas about it would surely be worth more than those of a bored professional. But, unfortunately, as every editor knows, that kind of thing is very difficult to organize. In practice the editor always finds himself reverting to his team of hacks — his ‘regulars’, as he calls them.

None of this is remediable so long as it is taken for granted that every book deserves to be reviewed. It is almost impossible to mention books in bulk without grossly overpricing the great majority of them. Until one has some kind of professional relationship with books one does not discover how bad the majority of them are. In much more than nine cases out of ten the only objectively truthful criticism would be ‘This book is worthless’, while the truth about the reviewer’s own reaction would probably be ‘This book does not interest me in any way, and I would not write about it unless I were paid to.’ But the public will not pay to read that kind of thing. Why should they? They want some kind of guide to the books they are asked to read, and they want some kind of evaluation. But as soon as values are mentioned, standards collapse. For if one says — and nearly every reviewer says this kind of thing at least once a week — that King Lear is a good play and The Four Just Men is a good thriller, what meaning is there in the word ‘good’?

The best practice, it has always seemed to me, would be simply to ignore the great majority of books and to give very long reviews — 1,000 words is a bare minimum — to the few that seem to matter. Short notes of a line or two on forthcoming books can be useful, but the usual middle-length review of about 600 words is bound to be worthless even if the reviewer genuinely wants to write it. Normally he doesn’t want to write it, and the week-in, week-out production of snippets soon reduces him to the crushed figure in a dressing-grown whom I described at the beginning of this article. However, everyone in this world has someone else whom he can look down on, and I must say, from experience of both trades, that the book reviewer is better off than the film critic, who cannot even do his work at home, but has to attend trade shows at eleven in the morning and, with one or two notable exceptions, is expected to sell his honour for a glass of inferior sherry
1946
george-orwell.org/Confessions_of_a_Book_Reviewer/0.htm
orwell.ru

 

Nessuno è patriottico quando si tratta di pagare le tasse
Towards the government I feel no scruples and would dodge paying the -income- tax if I could. Yet I would give my life for England readily enough, if I thought it necessary. No one is patriotic about taxes.
wartime diary 8.9.1940

 

ORWELL 1984   l’ultimo uomo in europa

'   Se si elimina la libertà di parola  le facoltà creative inaridiscono  '

Il mondo del 1984 è diviso in tre superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Londra fa parte di Oceania, ed è sottoposta alla dittatura del SOCING (Socialismo inglese), il  Partito unico guidato dal Grande Fratello.

La popolazione è divisa in tre gruppi: i membri del Partito Interno (il centro del potere 2%), i membri del Partito Esterno (addetti ai servizî 13%) ed i prolet (85% della popolazione), ma questi non contano.

La realtà non esiste: è continuamente modificata secondo le esigenze del Partito.I membri del Partito Esterno, sono costantemente controllati da uno schermo -  sempre presente nelle loro abitazioni - che mentre mostra immagini di guerra, comunicati  sociali e politici, simultaneamente trasmette alla Psicopolizia qualsiasi suono e gesto.  Manca lo zucchero, il pane, il caffè, le lamette da barba, il sapone.  C’è la tubercolosi, il vaiolo, il rachitismo. Tutti I membri del Partito si chiamano fratelli, indossano uniformi uguali ed hanno un incubo comune: lo psicoreato, il delitto di pensiero. In questo mondo, dove le sole cose in cui rifugiare la propria disperazione sono sigarette e gin marca Victory, due membri del Partito Esterno, Winston e Julia, la cui unica colpa è l’amarsi, sperano di poter sfuggire all’onnipresente controllo della psicopolizia.

nemesi.net  -  heytherewildflower.wordpress.com

http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=193&biografia=George+Orwell

DORMIVA CON UNA PISTOLA SOTTO IL CUSCINo

Animal Farm had been a huge success and was hated by the left because it exposed their terror tactics.   They wanted to know what Orwell was writing about next.    If Orwell was paranoid about being assassinated who could blame him? He feared for his safety to the extent that he slept with a loaded Luger Parabellum pistol under his pillow at Barnhill .
mike - merritt -
sundaypost.com/fp/1984  - 2019


incerto sul titolo     -    '1984' ?   -   'l'ultimo uomo in europa' ?    -     vedi letterA ALL'EDITORE  

        1984 - grande fratello - divento film proprio nel 1984      

      2012 - Noah Oppenheim - FILM - nuovo adattamento di 1984     

     1984 diventa un nuovo film - regista Paul Greengrass   

 

Il vizio del fumo contribuì probabilmente alla sua costituzione e al suo aspetto scarno ed esangue. Forse a causa proprio delle malattie respiratorie infantili, Orwell sviluppò una bronchiettasia, una condizione patologica caratterizzata dalla dilazione perpetua dei bronchi con conseguenti, ripetuti attacchi di tosse. Dopo il 1938 gli fu diagnosticata la tubercolosi, che lo portò alla morte nel 1950. Secondo John Ross, lo scrittore potrebbe essere stato infettato in gioventù nel Sud-Est asiatico, sotto le armi in Spagna (dove militò nelle armate repubblicane contro le falangi di Franco e fu corrispondente per l'Observer) oppure durante gli anni di vagabondaggio e povertà in Francia e in Inghilterra.
La sua cattiva salute e la sua presunta sterilità (testimoniata dalle sue lettere e da alcuni referti medici) contribuirono forse allo sconforto persistente delle sue opere, dominate da un'atmosfera tetra e opprimente.

Orwell stesso disse ai suoi amici che 1984 sarebbe stato meno cupo se lui non fosse stato così malato

giovanni de matteo - fantascienza.com

 

NASCE IN INDIA UN MUSEO IN ONORE DI GEORGE ORWELL
Lo scrittore britannico George Orwell visse solo il primo anno della sua vita in India, ma la cittadina che lo ha visto nascere intende adesso dedicare un museo all’ autore del profetico ‘1984’ e della ‘ Fattoria degli animali’. In realtà, come sottolinea la stampa locale, fino a poco tempo fa i 150.000 abitanti di Motihari, sperduta nello Stato del Bihar e a circa 19 ore di viaggio in treno da New Delhi, erano in buona parte all’oscuro di essere concittadini di Orwell (vero nome: Eric Arthur Blair), nato ‘in loco’ il 25 giugno 1903 da un funzionario del Servizio coloniale britannico. La ‘scoperta’ è stata fatta un anno fa, quando studiosi e giornalisti si sono riversati a frotte a Motihari in occasione del centenario della nascita dello scrittore. Da allora i residenti hanno pensato di poter sfruttare, anche dal punto di vista turistico, il legame con Orwell e di restaurare con finanziamenti locali la casa dove nacque, andata quasi completamente in rovina, per insediarvi un museo. È un tributo a un grande scrittore del XX secolo, anche se Orwell lasciò l’India nel 1904 per non ritornarvi mai più fino alla morte, avvenuta nel 1950. Una sola volta provò a rientrare nel Paese di nascita, nel 1921, chiedendo di essere arruolato nella polizia imperiale indiana, ma la richiesta fu respinta, forse a causa delle sue simpatie per il Congresso, partito politico di sinistra.
misna     -     spiritualsearch  - 2004

 


Orwell ... ! ... but why  ?    -   short  film - special tribute to orwell
The short film is the first ever documentary made on the writer’s birthplace.
For many years this part of his life was not known to the local residents until renowned British journalist Ian Jan discovered the birthplace in 1983.

rahi gaikwad - thehindu.com - photo ranjeet kumar - 2014

George Orwell's birthplace in India set to become a museum

"The people of Motihari do not realise that even if Orwell was an Englishman, he was anti-imperialist and wrote against colonial exploitation," said Bishwajeet Mookherjee. "I made the film to educate Biharis about Orwell, to tell them that a great writer was born in my home town. It's only right that we should honour his memory."

maseeh rahman/guardian.com - fb/go - 2014

La casa natale in India sarà restaurata e trasformata in un museo dedicato alla vita e all'opera dello scrittore inglese.
Orwell vide la luce in bungalow coloniale nella remota cittadina di Motihari, nello stato del Bihar, nel nord dell'India, dove il padre del futuro romanziere lavorava per conto del governo britannico al controllo della produzione di oppio. Oggi quell'edificio fatiscente è in rovina e rischia di crollare, ragion per cui il governo del Bihar ha deciso di intervenire rapidamente per salvare questo luogo narrato dallo stesso Orwell nei suoi libri.
Le tre stanze del bungalow ospiteranno manoscritti, lettere, diari e fotografie che saranno fornite dal George Orwell Archive dell'University College di Londra, che conserva gli originali. La notizia è stata salutata con "grande piacere ed emozione" dal figlio, Richard Blair.
"
Sono felice che la casa natale di mio padre sia restaurata e poi trasformata in un museo, un museo che sarà l'unico del genere nel mondo", ha detto il figlio dello scrittore alla stampa inglese. "Per decenni la casa ha versato in pessime condizioni e ora posso solo applaudire il sostegno che il governo del Bihair fornirà al progetto del museo".

adnkronos - 2014
- www.thecitizen.in/George-Orwells-Birthplace-in-Motihari-to-Turn-Museum

.

Richard Blair

the adopted son of George Orwell - unveiling a new plaque in Canonbury Square where he lived for three years - 1945-1947 .
morris - islingtongazette.co.uk - 2016





 

.

 

 

 

 

Southwold - Montague House in High Street was the family home of George Orwell from 1932 to 1939 .

The Grade II-Listed house, which is privately owned, already has a plaque in place to recognise his residence there, but the Orwell Society has now submitted an application for a fresh plaque because the old one is crumbling.
jason noble - eadt.co.uk - 2018

.

murale dell'artista pure evil del 2014 a southwold

.

 

 

.

L'esperienza mi aveva insegnato molto presto  che possiamo commettere degli errori

indipendentemente dalla nostra volontà e poco tempo dopo imparai anche

che possiamo commettere degli errori senza neanche capire cosa abbiamo fatto

e perché siano errori

.

 




PAGINA    welcome    1    1a    2    3    4    5    6  

 

 

altri autori             home

PRIVACY