MahmOud
Darwish
pagina
1
- 2
*
sono il messaggio
e il
messaggero
. . un giorno sarò ciò che voglio . .
. . forse sono un altro o sono colui
che ha visto . .
READING
-
Identità & nomadismo
lettura a due voci in cui si intrecciano la
lingua araba e la lingua italiana, le loro diverse cadenze e
sonorità, i loro particolari ritmi e melodie.
Murale
è uno
straordinario monologo interiore in cui il protagonista, partendo
dall’occasione di una malattia reale, ingaggia un corpo a corpo con
l’immagine della morte. Alla ricchezza metaforica tipica della
tradizionale poesia araba si affiancano immagini del quotidiano in
una convivenza tanto stridente quanto capace di allestire un teatro
interiore inedito e sorprendente.
http://h1.ath.cx
agenziaaise.it
MURALE
L'autore affronta in questo
libro il mistero della morte. Il deperimento delle creature e il
loro desiderio di eternità, la lotta corpo a corpo con la morte sono
esplorati sotto tre angolazioni: il rapporto del poeta con la donna,
con il linguaggio e con la storia, in un fiorire di immagini e di
riferimenti religiosi, mitologici, letteari e filosofici. Tutti
questi elementi si fondono in un canto fluido e coinvolgente che
ricorda gli inni eterni dell'antico Oriente.
ibs.it
SUQ a
Genova 2008 - dieci anni di Festival delle Culture - 38 paesi - 60.000 visitatori
ospite M. Darwish
E MIO IL MIO NOME ANCHE SE NE SBAGLIASSI LA PRONUNCIA ...
MIO QUESTO MIO NOME ...
E DEGLI AMICI OVUNQUE SIANO
E MIO IL MIO CORPO PROVVISORIO PRESENTE O ASSENTE ...
pagina 95
books.google.it -
murale
*****
NECESSARIO
L'OMAGGIO A QUELLA CHE PER ME E' LA CITTA' DELLA POESIA
2005
FIRENZE
www.festivaletteratura.it
Let me return to paradise
and I'll
let out
Nazim Hikmet's
scream
Oh my country !
Mahmoud
Darwish 1973
L’AQUILA 2006 - riconoscimento
a Mahmud Darwish per la sua
POESIA CHE SVEGLIA LE
COSCIENZE SOPITE E ALIMENTA VERO AMORE PATRIO
primadanoi.it
In italia sono
conosciuto come poeta PALESTINESE CHE COME POETA tout-court . . esiste un interesse
PER LA
musicalità IL RITMO E LA metafora . . . tra quello che unisce
la poesia araba e quella universale . . . Questo punto d’incontro
che si trova nell’ estetica della poesia e la sua capacità di
descrivere la dimensione spirituale dell’ essere umano è il vero
nodo che fa della poesia uno degli strumenti più efficaci per
avvicinare le persone e le culture tra di loro.
IL POETA fa
emergere la bellezzA . .
ma oggi esiste una
frattura tra testo e lettore . . . i giovani moderni hanno
eliminato ritmo musicalità e metafora allontanandosi così
dalla realtà e dal lettore stesso creando circoli chiusi . . .
IL dialogo COME principio
. . .
rainews24.it
.
Se gli ulivi conoscessero le mani che li hanno piantati
il loro olio diverrebbe lacrime !
.
È possibile che i muri della prigione scompaiano E la cella
diventi una terra lontana Senza frontiere
.
Was ist Inspiration ?
Nicht einmal die Poesie kann das in Worte fassen. Aber sie ist
spürbar
Man weiß dann plötzlich, wie man etwas klar ausdrücken kann
Norman Ohler www.sayheykey.com
qu'est ce que c'est l'inspiration?
La Poesie ne peut
pas saisir cela dans les mots. Mais elle est tangible.
On sait alors tout à coup comment on peut exprimer légèrement
clairement.
Quando le mie parole
erano grano
io ero terra
Quando le mie parole
erano collera
io ero uragano
Quando le mie parole
erano pietra
Io ero fiume
Quando le mie parole si
sono trasformate in miele
di mosche si sono
coperte le mie labbra
CITATO DA
JOHN BERGER
poesia tratta da
Words - Sand and Other Poems - 1986 - girodivite.it
Mahmoud Darwish
è indubbiamente uno dei più rappresentativi poeti palestinesi del
nostro tempo, la voce più importante nella lotta per l’indipendenza
palestinese. Da oltre quarant’anni i suoi versi ritraggono
profondamente la tragica esperienza della Palestina.
Mahmud Darwish
nasce a Birwa nel 1941, un villaggio della Galilea (Palestina), dove
trascorre l’infanzia fino al 1948, data in cui la famiglia è
costretta all’esilio in Libano. Quando un anno dopo i genitori
tentano di tornare in patria, constatano che il loro villaggio è
stato raso al suolo e rimpiazzato da una colonia ebraica. Allora
raggiungono Dayral-Assad, dove vivranno in semi-clandestinità. A
causa delle sue poesie, Darwish sarà imprigionato cinque volte tra
il 1961 e il 1967. Lavora come giornalista a Haifa, poi si esilia in
Libano dal 1971 al 1982 e infine raggiunge Tunisi. È stato detenuto
nelle carceri israeliane, e molte volte costretto agli arresti
domiciliari, a causa dei suoi scritti e della sua attività
patriottica. Per questi motivi non ha potuto frequentare
l’Università. Nel 1970 inizia così a studiare a Mosca, e da qui, nel
1971, si trasferisce al Cairo. Mahmud Darwish è stato a capo del
Centro di ricerca Palestinese, editore del giornale Palestinian
Affaire Magazine, direttore dell’Associazione degli Scrittori e
Giornalisti Palestinesi, fondatore del giornale dell’Associazione,
Al Karmil Magazine e, più tardi, membro della Commissione Esecutiva
dell’OLP, da cui si è dimesso nel 1993. Nel 1996, dopo 26 anni di
esilio, è tornato in Palestina e si è stabilito a Ramallah.
rainews24.it
www.festivaletteratura.it
Mahmud
Darwish è nato a Birwa nel 1941, un villaggio della Galilea, in Palestina,
dove trascorre l’infanzia fino al 1948, quando la famiglia è
costretta a riparare in Libano. Dal 1996, dopo ventisei anni di
esilio, è tornato a vivere in Palestina, stabilendosi a Ramallah.
notizie.parma.it
È direttore della rivista “al
Karmel”, da lui fondata a Beirut negli anni Settanta e che ora ha
sede a Ramallah, presso il più importante polo culturale della
Cisgiordania, il centro Sakakini. Considerato unanimemente uno dei
più grandi poeti contemporanei, Mahmud Darwish è tra le voci più
limpide della cultura e della storia palestinesi.
sestopotere.com
Remember! I am Arab
Sajal! Ana Arabi
Hawiyya
Identità
CARTA D'IDENTITA'
- Bitaqat
huwiyya
1964
|
Prendi nota
sono arabo
carta di identità numero 50.000
bambini otto
un altro nascerà l’estate prossima.
Ti secca?
Prendi nota
sono arabo
taglio pietre alla cava
spacco pietre per i miei figli
per il pane, i vestiti, i libri
solo per loro
non verrò mai a mendicare alla tua porta.
Ti secca?
Prendi nota
sono arabo
mi chiamo arabo non ho altro nome
sto fermo dove ogni altra cosa
trema di rabbia
ho messo radici qui
prima ancora degli ulivi e dei cedri
discendo da quelli
che spingevano l’aratro
mio padre era povero contadino
senza terra né titoli
la mia casa una capanna di sterco.
Ti fa invidia?
Prendi nota
sono arabo
capelli neri
occhi scuri
segni particolari
fame atavica
il mio cibo
olio e origano
quando c’è
ma ho imparato a cucinarmi
anche i serpenti del deserto
il mio indirizzo
un villaggio non segnato sulla mappa
con strade senza nome, senza luce
ma gli uomini della cava amano il comunismo.
Prendi nota
sono arabo e comunista
Ti dà fastidio?
Hai rubato le mie vigne
e la terra che avevo da dissodare
non hai lasciato nulla per i miei figli
soltanto i sassi
e ho sentito che il tuo governo
esproprierà anche i sassi
ebbene allora prendi nota
che prima di tutto
non odio nessuno e neppure rubo
ma quando mi affamano
mangio la carne del mio oppressore
attento alla mia fame
attento alla mia rabbia.
|
remember !
I am an Arab
And my identity card is number fifty thousand
I have eight children
And the nineth is coming after a summer
Will you be angry ?
remember !
I am an Arab
Employed with fellow workers at a quarry
I have eight children
I get them bread
Garments and books
from the rocks..
I do not supplicate charity at your doors
Nor do I belittle myself at the
footsteps
of your chamber
So will you be angry ?
remember !
I am an Arab
I have a name without a title
Patient in a country
Where people are enraged
My roots
Were entrenched before the
birth of time
And before the opening of the eras
Before the pines, and the olive trees
And before the grass grew
My father.. descends from the family of the plow
Not from a privileged class
And my grandfather..was a farmer
Neither well-bred, nor
well-born !
Teaches me the pride of the sun
Before teaching me how to read
And my house is like a watchman's hut
Made of branches and cane
Are you satisfied with my status ?
I have a name without a title !
remember !
I am an Arab
You have stolen the orchards of
my ancestors
And the land which I cultivated
Along with my children
And you left nothing for us
Except for these rocks..
So will the State take them
As it has been said ?!
Therefore !
Record on the top of the first page:
I do not hate poeple
Nor do I encroach
But if I become hungry
The usurper's flesh will be my food
Beware..
Beware..
Of my hunger
And my anger !
|
forum.rai.it arabcomint.com
barghouti.com mediamonitors.net
en.wikipedia.org
www.nazioneindiana.com/un-altro-giorno-verra
- un altro giorno verra
https://youtu.be/XHeJKlPAzXE
- write down i am an arab
film nel 2014
|
Chiude Epochè -
la casa editrice che pubblicava le poesie in italiano del celebre
poeta palestinese scomparso nel 2008
.
D’ora in poi si potrà leggerle solo in arabo o
in francese .
La vita di Mahmoud Darwish è la vita della
sua terra. Aveva poco più di sette anni quando fu costretto a
lasciare il villaggio di al-Birwa insieme con la famiglia.
L’esercito israeliano l’aveva distrutto. A diciannove anni pubblicò
il primo libro di poesie, fra cui “Carta
d’identità”, un manifesto della lotta
del popolo palestinese. Non si è mai più fermato fino al 2008 quando
è morto e soltanto per lui e Arafat i palestinesi hanno celebrato i
funerali di Stato.
flavia amabile -
lastampa.it - 2013
|
...
Then I wondered
How can a place become a reflection
of its image in myths?
Or an adjective in speech?
Is the object’s image more powerful
than the object itself?
Were it not for my imagination,
my other would have said:
You are not here !
....
banipal.co.uk
I Come From There
I come from there and I have memories
Born as mortals are, I have a mother
And a house with many windows,
I have brothers, friends,
And a prison cell with a cold window.
Mine is the wave, snatched by sea-gulls,
I have my own view,
And an extra blade of grass.
Mine is the moon at the far edge of the words,
And the bounty of birds,
And the immortal olive tree.
I walked this land before the swords
Turned its living body into a laden table.
I come from there. I render the sky unto her mother
When the sky weeps for her mother.
And I weep to make myself known
To a returning cloud.
I learnt all the words worthy of the court of blood
So that I could break the rule.
I learnt all the words and broke them up
To make a single word: Homeland.....
poemhunter.com
|
RIEN NE ME PLAÎT
Rien ne me plaît,
dit le passager de l’autobus, ni la radio
ni les journaux du matin,
ni les fortins sur les collines.
J’ai envie de pleurer.
Le conducteur dit : Attends le prochain arrêt
et pleure seul tout ton saoul.
Une dame dit : Moi non plus. Moi non plus,
rien ne me plaît. J’ai guidé mon fils
jusqu’à ma tombe.
Elle lui a plu et il s’y est endormi
sans me dire adieu.
L’universitaire dit : Moi non plus, rien
ne me plaît. J’ai fait des études d’archéologie mais
je n’ai pas trouvé mon identité dans les pierres.
Suis-je vraiment moi ?
Un soldat dit : Moi non plus. Moi non plus,
rien ne me plaît. J’assiège sans cesse un fantôme
qui m’assiège.
Le conducteur dit, énervé : Nous approchons
notre dernière station, préparez-vous
à descendre …
Mais ils crient :
Nous voulons l’après-dernière station,
roule !
Quant à moi, je dis : Dépose-moi là. Comme eux,
rien ne me plaît,
mais je suis las de voyager.
mahmoud-darwich.chez-alice.fr
I thought
poetry could change everything
could change history
and could humanise ...
but now I think that poetry
changes only the poet
al-bab.com/arab
|
In Palestina vi e' un conflitto
tra la spada e l'anima
arabcomint.com
Il cuore di tutti gli uomini ho
quale mia nazione
notes.provincia.napoli.it
Uccelli senza ali
Foglie di ulivi
Un innamorato dalla Palestina
La fine della notte
Muoiono gli uccelli in Galilea
L’amata risorge dal sonno
Una pioggia tenera in un lontano autunno
Ti amo o non ti amo
Il tentativo numero 7
Quella è la sua immagine e questo è il suicidio dell’amato
Feste nuziali
Passanti tra parole fugaci
L’elogio dell’ombra sublime
LA MIA FERITA E LAMPADA A OLIO
Il divano di Darwish 2 vol
Una cosa sulla patria
Addio o guerra, Addio o pace
Le normali afflizioni quotidiane
La descrizione del nostro stato
Le epistole - corrispondenza Darwish/Samiĥ el-Qasim
Memoria per l’oblio
1996
Perché hai lasciato il cavallo alla sua solitudine
2001
Murale
2005
PRESENZA D'ASSENZA - 2006
OLTRE L'ULTIMO CIELO
2007
IL
LETTO DELLA STRANIERA ED ALTRE POESIE D'AMORE
- 2008
edizioni postume :
il giocatore
d'azzardo
- 2009
TRILOGIA PALESTINESE
- 2014
UNDICI PIANETI - 2018
La saggezza del
condannato a morte e altre poesie - 2022
non scusarti per quel che hai fatto -
2024
ibs.it - unilibro.it
- feltrinelli.it
FESTIVAL DELLA LETTERATURA PALESTINESE 2008
DM non ha partecipasto per motivi di salute
la sola immunità sta nella diversità
nel
mantenimento della nostra umanità
Perché hai lasciato il cavallo alla
sua solitudine?
L'immagine del cavallo abbandonato è tratta da una delle poesie che
si presenta in forma di dialogo fra un bambino e il padre: il
cavallo è simbolo del radicamento,
del sogno e della speranza indomabile del ritorno, mentre la poesia
rimane oggi l’unica patria possibile:
“Abbiamo una patria di parole”,
scrive il poeta. “Quando l’uomo perde tutto – dice -, proprio tutto,
persino l’esilio in cui annientarsi, resta il canto che si ripeterà
e s’innalzerà fino agli abissi dei mari. E’ un altro miracolo nel
racconto a episodi della storia del popolo palestinese.
novena.it
OLTRE L'ULTIMO CIELO
Cerco di umanizzare il testo palestinese.
Non sempre il mito è avversario
dell'uomo. Non sempre. Non è che
un aspetto dello scontro culturale per scrivere di uno stesso luogo.
Noi poeti palestinesi scriviamo in prossimità del libro della
Genesi. A portata di voce di un mito compiuto definitivo consacrato.
Forse troveremo la nostra strada nell'estetica del quotidiano,nelle
interrogazioni umane più semplici. Non ci vedo nessuna
contraddizione. Il nostro lirismo può muoversi nello spazio del
mito,cioè dell'epopea. Oggi ci troviamo in un luogo ibrido in un
punto intermedio tra lo storico e il mitico. Poiché la nostra
situazione la nostra stessa esistenza racchiudono l'uno e l'altro
.
ciao.it - 2007
- Ho scoperto che la terra è fragile e il mare, leggero: ho imparato
che lingua e metafora non bastano più a dare un luogo al luogo.
La
parte geografica della Storia è più forte della parte storica della
geografia. Non avendo potuto trovare il mio posto sulla terra, ho
tentato di trovarlo nella Storia. E la Storia non può ridursi a un
risarcimento per la geografia perduta.
È anche
un punto d'osservazione delle ombre di sé e dell'Altro,
colte entro un'evoluzione umana più complessa .
In questi incontri-interviste tra il 1995 e il 2004 - Mahmud Darwish
traccia il proprio itinerario poetico che l'ha reso celebre nel
mondo e al contempo ci consegna una testimonianza di grande
attualità sulle molteplici sfaccettature dell'identità palestinese.
ibs - libreriauniversitaria.it
Questa terra è mia con le sue
molteplici culture.
Cananea ebraica
greca romana persiana
egiziana araba ottomana inglese
francese.
Voglio viverle tutte.
È un mio diritto
identificarmi con tutte le voci che sono risuonate su questa
terra.
Perché qui io non sono né un
intruso né un passante .
incontro tra Mahmoud Darwish e il poeta libanese Abbas
Baydoun - rivista al-wasat - londra 1995
epochè - oltre l'ultimo cielo - la palestina come metafora
fb/md - 2014
Para mí
la poesía
está ligada
a la paz
talingo.com
|
Sister there are tears in my throat
and there is fire in my eyes
I am free .
No more shall I protest
at the Sultan's Gate .
All who have died
all who shall
die at the Gate of Day
have embraced me .
have made of me a weapon .
diary of a palestinian
wound
Pensavo che la poesia potesse cambiare ogni cosa
cambiare la storia e umanizzare -
Ora invece penso che la poesia cambi soltanto il poeta
- intervista
2002 |
Poetry and beauty are always making peace
When you read something beautiful you find coexistence
it breaks walls down
|
Je ne refuse pas de parler de politique
mais je refuse toutes certitudes dans un présent si agité Je suis certain de ma propre vision. La complexité, je l’intègre à mon travail de poète. … Pour un
palestinien, la politique est existentielle.
Mais la poésie est plus rusée - elle permet de circuler entre plusieurs probabilités. … Mais les
poètes ne conduisent pas le monde
le monde feb 2006 - franco rizzi -
dall'introduzione di ' Rive - incontri tra le civiltà del
Mediterraneo ' - arabnews.it - il chiosco
I DID NOT DREAM
We are captives of what we love, what we desire, and what
we are.
Noticing how many of my dreams are lost, I stop myself
demanding too much water from the mirage. I confess I have grown
tired of long dreams that take me back to the point where they
begin and I end, without us ever meeting in the morning. I will
make my dreams from my daily bread to avoid disappointment. For
dreaming is not seeing the unseen, in the form of an object of
desire, but not knowing you are dreaming. However, you have to
know how to wake up. Waking up is when the real arises from the
imaginary in a revised version, when poetry returns safely from
the heavenly realms of elevated language to an earth that doesn't
resemble its poetic image. Can I choose my dreams, so that I do
not dream of the unattainable, so that I become a different
person who dreams that he can tell the difference between a live
man who thinks he is dead and a dead man who thinks he is alive?
I am alive, and when I'm not dreaming I say:
I didn't dream, and it did me no harm
.
The central
question of Unfortunately, It Was Paradise lies in
continuously reworking the question "Who am I?" Darwish
may not always envision himself as the "I" of the poems–it
could be Palestine, it could be the voice of the refugee,
and it could be you. Sometimes the "I" resides in the
riddle of a non-place, a no person's land: "I am from
here, I am from there, yet I'm neither here; nor there."
Sometimes we find the "I" in that which may be realized
in some future time somewhere else:
I am another .
Fig groves, with their beautifully
dressed girls are not
yet ripe .
The phoenix has not yet
given birth to me
No one is waiting there .
I came before time and also after time .
But there is no one to share what I see .
I am what I see . I am the distant one .
|
Often
Darwish sees the "I" uneasily reflected in someone else;
he alludes to the future of yesterday and Heraclitus:
Am I another
you, and you another I ?
–This is not the path to the land
of my
freedom .
I will not be an "I" twice .
When yesterday has taken the place
of
my tomorrow
And I have become two women .
I will be neither eastern nor western...
blesok.com.mk |
Tornare nel luogo deve sei cresciuto e non
trovarlo più o trovarlo stravolto ti dà una
sensazione di grande perdita e di delusione per la memoria.
Ti fa capire che non vi potrà più essere un ritorno a ciò che è
stato. Non ritrovando più quei luoghi ho
fatto fatica a ritrovare me stesso.
Il tempo si prende burla delle tue emozioni».
I luoghi in genere sono più persistenti del tempo -
il tempo scorre - ma il luogo resta fermo e
immobile - Nel mio caso si sono spezzati sia il
tempo sia il luogo. Quello che faccio è ricostruirli continuamente
con la poesia .
ilsecoloxix.it
Anche se fossi l’ultimo
troverei le parole necessarie
Ogni poesia è un disegno
adesso alle rondini
traccerò la mappa della primavera
i tigli a chi passa per la via
e i lapislazzuli alle donne.
Ed io
la strada mi porterà
e io la porterò in spalla
finché ogni cosa recuperi il suo volto
così com’è
poi il nome originario.
Ogni poesia è madre
nella nube cerca suo fratello.
io
anche se fossi l'ultimo - 2006
|
LA TUA NOTTE DI
LILLÀ
LA NOTTE SI ACCOMODA DOVE SEI TU.
LA TUA NOTTE È DI LILLÀ. OGNI TANTO UN
SEGNO SCAPPA DAI RAGGI DELLE TUE FOSSETTE, INFRANGE LA COPPA
DI VINO E ACCENDE LA LUCE DELLE STELLE.
LA TUA NOTTE È LA TUA OMBRA, UNA TERRA LEGGENDARIA PER
L’UGUAGLIANZA TRA I NOSTRI SOGNI. IO NON SONO IL VIAGGIATORE NÉ
IL RESIDENTE DELLA TUA NOTTE DI LILLÀ,
SONO COLUI CHE UN GIORNO FU ME. OGNI VOLTA CHE LA NOTTE SI
DISSIPA IN TE, INTUISCO IL VACILLARE DEL TUO CUORE: NON SE NE
SODDISFA L’ESSERE, NÉ L’ANIMA. E NEI NOSTRI CORPI UN CIELO
ABBRACCIA UNA TERRA. E SEI TUTTA LA TUA NOTTE
… UNA NOTTE CHE RISPLENDE COME L’INCHIOSTRO DEI PIANETI.
UNA NOTTE, A DETTA DELLA NOTTE, CHE STRISCIA NEL MIO CORPO
INDOLENTE COME LA SONNOLENZA DELLE VOLPI. UNA NOTTE CHE TRASUDA
UN MISTERO LUMINOSO SULLA MIA LINGUA. E PIÙ SI PRECISA, PIÙ TEMO
IL DOMANI NEL PUGNO DELLA MANO. UNA NOTTE CHE SCRUTA SE STESSA,
SICURA E RASSICURATA DALLA PROPRIA INFINITEZZA, APPENA SFIORATA
DAL SUO SPECCHIO E DAI CANTI DEGLI ANTICHI PASTORI PER L’ESTATE
DI IMPERATORI MALATI D’AMORE.
il
letto della straniera -
2009
|
STATO D’ASSEDIO
QUI, SUI
PENDII DELLE COLLINE, DINANZI AL CREPUSCOLO
E ALLA LEGGE DEL TEMPO
VICINO AI GIARDINI DALLE OMBRE SPEZZATE
FACCIAMO COME FANNO I PRIGIONIERI
FACCIAMO COME FANNO I DISOCCUPATI
COLTIVIAMO LA SPERANZA.
UN PAESE CHE SI PREPARA ALL'ALBA. DIVENTIAMO
MENO INTELLIGENTI
PERCHÉ SPIAMO L'ORA DELLA VITTORIA:
NON C'È NOTTE NELLA NOSTRA NOTTE ILLUMINATA
DA UNA PIOGGIA DI BOMBE.
I NOSTRI NEMICI VEGLIANO
I NOSTRI NEMICI ACCENDONO PER NOI LA LUCE
NELL'OSCURITÀ DEI SOTTERRANEI.
QUI, NESSUN ‘IO’.
QUI, ADAMO SI RICORDA CHE LA SUA ARGILLA
È FATTA DI POLVERE.
IN PUNTO DI MORTE, DICE
NON POSSO PIÙ SMARRIRE IL SENTIERO
LIBERO SONO A UN PASSO DALLA MIA LIBERTÀ.
IL MIO FUTURO È NELLA MIA MANO.
BEN PRESTO PENETRERÒ NELLA MIA VITA
NASCERÒ LIBERO, SENZA MADRE NÉ PADRE,
E MI SCEGLIERÒ UN NOME DI LETTERE D'AZZURRO
...
QUI, FRA SPIRALI DI FUMO, SUI GRADINI DI CASA
NON C'È TEMPO PER IL TEMPO.
COME CHI S'INNALZA VERSO DIO
DIMENTICHIAMO IL DOLORE.
NULLA QUI RIECHEGGIA OMERO.
I MITI BUSSANO ALLA NOSTRA PORTA, SE VOGLIONO.
NULLA RIECHEGGIA OMERO. QUI, UN GENERALE
SCAVA ALLA RICERCA DI UNO STATO ADDORMENTATO
SOTTO LE ROVINE DI UNA TROIA CHE VERRÀ.
VOI, RITTI IN PIEDI SULLA SOGLIA, ENTRATE
BEVETE CON NOI IL CAFFÈ ARABO.
SENTIRETE CHE SIETE UOMINI COME NOI.
VOI, RITTI IN PIEDI SULLA SOGLIA DELLE CASE
USCITE DALLA NOSTRA ALBA.
CI SENTIREMO SICURI DI ESSERE
UOMINI COME VOI !
QUANDO GLI AEREI SCOMPAIONO, SPICCANO
IL VOLO LE COLOMBE
BIANCHISSIME, LAVANO LA GOTA DEL CIELO
CON ALI LIBERE, RIPRENDONO IL BAGLIORE E IL POSSESSO
DELL'ETERE E DEL GIOCO. IN ALTO, ANCORA
PIÙ IN ALTO VOLANO VIA
LE COLOMBE BIANCHISSIME. AH, SE IL CIELO
FOSSE VERO... - MI HA DETTO UN UOMO CORRENDO
FRA DUE BOMBE - .
I CIPRESSI, DIETRO I SOLDATI, MINARETI CHE S'INNALZANO
PER NON FAR CROLLARE IL CIELO. DIETRO LA SIEPE DI FERRO
PISCIANO I SOLDATI - AL RIPARO
DI UN TANK -
E LA GIORNATA AUTUNNALE
CONCLUDE LA SUA TRAIETTORIA
DORATA
IN UNA STRADA VASTA COME
UNA CHIESA DOPO LA MESSA
DOMENICALE ...
- A UN ASSASSINO - SE AVESSI
CONTEMPLATO IL VOLTO
DELLA VITTIMA
E RIFLETTUTO, TI SARESTI RICORDATO
DI TUA MADRE NELLA CAMERA
A GAS, AVRESTI BUTTATO VIA
LE RAGIONI DEL FUCILE
E AVRESTI CAMBIATO IDEA
NON È COSÌ CHE SI
RITROVA UN'IDENTITÀ.
L'ASSEDIO È ATTESA
ATTESA SU UNA SCALA INCLINATA
DOVE PIÙ INFURIA L'URAGANO.
SOLI, SIAMO SOLI A BERE L'AMARO CALICE
SE NON FOSSE PER LE VISITE DELL'ARCOBALENO.
ABBIAMO DEI FRATELLI DIETRO QUELLA SPIANATA
FRATELLI BUONI, CHE CI AMANO. CI GUARDANO E PIANGONO.
POI SI DICONO IN SEGRETO
«AH! SE QUEST'ASSEDIO VENISSE DICHIARATO ...»
LASCIANO LA FRASE INCOMPIUTA:
«NON LASCIATECI SOLI, NON ABBANDONATECI.»
LE NOSTRE PERDITE: DA DUE A OTTO MARTIRI
GIORNO DOPO GIORNO.
E DIECI FERITI.
E VENTI CASE.
E CINQUANTA ULIVI...
AGGIUNGETECI LA PERDITA INTRINSECA
CHE SARÀ IL POEMA, L'OPERA TEATRALE
LA TELA INCOMPIUTA.
UNA DONNA HA DETTO ALLA NUBE: COPRI IL MIO AMATO
PERCHÉ HO LE VESTI GRONDANTI DEL SUO SANGUE.
SE NON SEI PIOGGIA, AMOR MIO
SII ALBERO
COLMO DI FERTILITÀ, SII ALBERO
SE NON SEI ALBERO, AMOR MIO
SII PIETRA SATURA D'UMIDITÀ, SII PIETRA
SE NON SEI PIETRA, AMOR MIO
SII LUNA
NEL SOGNO DELL'AMATA, SII LUNA
- COSÌ UNA DONNA CHE DAVA SEPOLTURA
AL FIGLIO -
O RONDE DELLA NOTTE!
NON SIETE STANCHE
DI SPIARE LA LUCE NEL NOSTRO SALE
E L'INCANDESCENZA DELLA ROSA
NELLA NOSTRA FERITA
NON SIETE STANCHE, RONDE DELLA NOTTE?
UN LEMBO DI QUESTO INFINITO ASSOLUTO AZZURRO
BASTEREBBE
AD ALLEVIARE IL FARDELLO DI QUESTO TEMPO
E A SPAZZAR VIA LA MELMA DI QUESTO LUOGO.
CHE L'ANIMA SCENDA DALLA SUA CAVALCATURA
E CAMMINI CON PASSI DI SETA
AL MIO FIANCO, MANO NELLA MANO, COME DUE AMICI
DI
VECCHIA DATA CHE CONDIVIDONO IL PANE SECCO
E UN BICCHIERE DI VINO DELLA VECCHIA VIGNA
PER POTER ATTRAVERSARE INSIEME QUESTA STRADA.
POI I NOSTRI GIORNI SEGUIRANNO SENTIERI DIVERSI:
IO AL DI LÀ DELLA NATURA, E LEI
LEI PREFERIRÀ INERPICARSI SU UN'ALTA VETTA.
SIAMO LONTANI DAL NOSTRO DESTINO COME GLI UCCELLI
CHE FANNO IL NIDO NEGLI ANFRATTI DELLE STATUE
O NELLA CAPPA DEL CAMINO, O NELLE TENDE
DOVE RIPOSAVA IL PRINCIPE ANDANDO A CACCIA.
SULLE MIE MACERIE SPUNTA VERDE L'OMBRA
E IL LUPO SONNECCHIA SULLA PELLE DELLA MIA CAPRA.
SOGNA COME ME, COME L'ANGELO
CHE LA VITA SIA QUI ... NON LAGGIÙ.
QUANDO SI È ASSEDIATI, IL TEMPO DIVENTA SPAZIO
PIETRIFICATO NELLA SUA ETERNITÀ
QUANDO SI È ASSEDIATI, LO SPAZIO DIVENTA TEMPO
CHE HA FALLITO IL SUO IERI E IL SUO DOMANI.
QUESTO MARTIRE MI ASSEDIA OGNI VOLTA
CHE VEDO SPUNTARE UN NUOVO GIORNO
E MI CHIEDE: DOV'ERI? ANNOTA SUI DIZIONARI
TUTTE LE PAROLE CHE MI HAI OFFERTO
E LIBERA I DORMIENTI DAL RONZIO DELL'ECO.
IL MARTIRE MI SPIEGA: NON HO CERCATO AL DI LÀ
DELLA SPIANATA
LE VERGINI DELL'IMMORTALITÀ, PERCHÉ AMO LA VITA
SULLA TERRA, FRA I PINI E GLI ALBERI DI FICO,
MA ERA INACCESSIBILE, COSÌ HO PRESO LA MIRA
CON L'ULTIMA COSA CHE MI APPARTIENE: IL SANGUE
NEL CORPO DELL'AZZURRO.
IL MARTIRE MI AVVERTE: NON CREDERE
ALLE LORO STORIE
CREDI A ME, PADRE, QUANDO OSSERVI LA MIA FOTO
E CHIEDI PIANGENDO
COME HAI POTUTO SCAMBIARE LE NOSTRE VITE
FIGLIO MIO
PERCHÉ MI HAI PRECEDUTO? C'ERO IO
'ERO PRIMA IO!
IL MARTIRE NON MI DÀ TREGUA: MI SONO
SOLO SPOSTATO
CON I MIEI MOBILI CONSUNTI.
HO POSATO UNA GAZZELLA
SUL MIO LETTO
E UNA FALCE DI LUNA
SUL MIO DITO,
PER ALLEVIARE LA MIA PENA.
L'ASSEDIO CONTINUERÀ, PER CONVINCERCI A SCEGLIERE
UNA SCHIAVITÙ CHE NON FA MALE
IN PIENA LIBERTÀ!
RESISTERE SIGNIFICA: ACCERTARSI DELLA FORZA
DEL CUORE E DEI TESTICOLI, E DEL TUO MALE TENACE
IL MALE DELLA SPERANZA.
IN QUEL CHE RESTA DELL'ALBA, CAMMINO
VERSO IL MIO INVOLUCRO ESTERNO
IN QUEL CHE RESTA DELLA NOTTE, ASCOLTO IL RUMORE DEI PASSI
RIMBOMBARE AL MIO INTERNO
SALUTO CHI COME ME INSEGUE
L'EBBREZZA DELLA LUCE, LO SPLENDORE DELLA FARFALLA
NELL'OSCURITÀ DI QUESTO TUNNEL.
SALUTO CHI BEVE CON ME DAL MIO BICCHIERE
NELLE TENEBRE DI UNA NOTTE CHE ENTRAMBI CI AVVOLGE
SALUTO IL MIO SPETTRO.
PER ME I MIEI AMICI PREPARANO SEMPRE UNA FESTA
D'ADDIO, UNA SEPOLTURA SERENA ALL'OMBRA DELLE QUERCE
UN EPITAFFIO INCISO NEL MARMO DEL TEMPO
E SEMPRE AI FUNERALI LI PRECEDO CORRENDO
CHI È MORTO... CHI?
LA SCRITTURA, UN CUCCIOLO CHE MORDE IL NULLA
LA SCRITTURA FERISCE SENZA LASCIAR TRACCE DI SANGUE.
LE NOSTRE TAZZE DI CAFFÈ. GLI UCCELLI, GLI ALBERI VERDI
NELL'OMBRA AZZURRINA, IL SOLE CHE SCIVOLA DI MURO
IN MURO CON BALZI DI GAZZELLA
L'ACQUA NELLE NUBI DALLA FORMA ILLIMITATA
- TUTTO QUEL CHE CI RESTA.
IL CIELO. E ALTRE COSE DAI RICORDI SOSPESI
RIVELANO CHE QUESTO MATTINO È POTENTE SPLENDORE
E CHE NOI SIAMO I CONVITATI DELL'ETERNITÀ.
.
inedito
parziale
scritto dal poeta a
ramallah
- gennaio 2002
da le monde diplomatique - versione italiana
- aprile 2002
.
casadellapoesia.org - perchisuonalacampanella.blogspot.it
autunnodelpatriarca.blogspot.com - vicoacitillo.it
rebstein.wordpress.com - ism-italia.org
.
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Che faremo dell'amore ? hai detto
mentre mettevamo i nostri vestiti nelle valigie .
Lo portiamo con noi o lo chiudiamo nell’armadio
?
Ho detto : Che vada dove gli pare
poiché è cresciuto e si è diffuso .
forse perchè l'inverno è in ritardo -
il letto della straniera - 2009
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l'artiste plasticien Ernest Pignon Ernest
a rendu hommage au poète en collant des portraits en Cisjordanie,
Israël et sur les ruines du village de naissance, Birwé.
gilles paris -
france-palestine.org - 2014
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Cantando per le strade
per i campi
il nostro sguardo osserverà
dal posto più lontano
dal posto più profondo
dal posto più bello
là dove non si vede che l’aurora
e non si sente che la vittoria .
Usciremo dai nostri campi
Usciremo dai nostri rifugi in esilio
Usciremo dai nostri nascondigli
non avremo più vergogna
se il nemico ci
offende . Non
arrossiremo :
sappiamo maneggiare una falce
sappiamo come si difende un uomo
disarmato .
Sappiamo anche costruire
Una fabbrica moderna
una casa
un ospedale
una scuola
una bomba
un missile .
E sappiamo
scrivere le poesie più belle .
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Il giocatore d’azzardo
Chi sono io per
dirvi
quel che vi dico ?
...
Io sono un giocatore d’azzardo
a volte vinco
a volte perdo
sono come voi
o poco meno
...
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Non scusarti per quel che hai fatto
testo arabo
a fronte
L’opera di
Mahmud Darwish, allo stesso tempo artistica e politica, è
caratterizzata dalla transizione dalla fase rivoluzionaria e
patriottica degli esordi (la “poesia della resistenza”) alla
rielaborazione del dramma palestinese “attraverso una ricerca
estetica che si appropria di motivi sia simbolisti sia epici”
(Simone Sibilio). È un passaggio graduale, che ha allontanato
Darwish dall’immagine del poeta-militante e gli ha spesso attirato
critiche da parte dei lettori, infine persuasi che anche un “poeta
nazionale” debba essere soprattutto un poeta.
Nell’ultima produzione di Darwish la scrittura è incentrata sulla
complessità dell’esistenza, sul dialogo tra il sé e l’altro e
sull’osservazione dell’umanità attraverso la descrizione di luoghi
storici, mitici e del quotidiano. A questa fase appartiene la
raccolta Non scusarti per quel che hai fatto, pubblicata nel 2004,
pochi anni prima della morte del poeta . È un’opera
densa di meditazioni sulla vita e sulla fine, sui temi, da sempre
centrali nella scrittura di Darwish, della memoria e dell’esilio,
del tempo e dell’assenza, della perdita e dell’identità,
dell’appartenenza e della nostalgia. I testi, colmi di profumi, di
immagini, di oggetti quotidiani e azioni minime, di metafore e
mistero, sono modulati su toni a volte più meditativi e tendenti
alla prosa a volte spiccatamente lirici : vi si avverte
chiaramente il ritmo da cui il poeta, “l’indeciso tra prosa e
poesia” (In presenza d’assenza, 2006), si sente da sempre abitato
. crocettieditore.it -
2024
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