MAURO CORONA FILOSOFO E POETA DELLA NATURA
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Gli alberi raccontano storie ma bisogna essere capaci di ascoltarle .
LUNARIO SENTIMENTALE
- MAURO E MATTEO CORONA
mondadori - 2024
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LE ALTALENE
Dal giorno in cui, sessant’anni fa,
piovve terra sulla terra, e terra nell’acqua, e terra su duemila
anime morte, di cui quattrocentottantasette bambini,
a Erto il tempo ha continuato a
oscillare tra dolore e speranza di rinascita, ricordi tragici e
difficili presenti, memoria di una povertà aspra e dura ma viva
e vitale che si riflette nel benessere vuoto e triste dell’oggi.
La voce narrante di
questo romanzo lirico, struggente, ferocemente intimo, conduce
il lettore in un continuo andare e venire su e giù nel tempo: il
vecchio ricorda e racconta il suo mondo com’era, prima che la
cieca avidità dell’uomo lo distruggesse, e insieme racconta la
sua vita, l’infanzia e la prima adolescenza, la spensieratezza
di tre fratelli che si alterna alla incomprensibile violenza
della vita famigliare, e che si deve misurare con il tormento di
una comunità stravolta dal dolore. E poi la
maturità e la vecchiaia, il presente,
che porta su di sé il peso di una vita intera: e il simbolo di
tutto questo sono le altalene del paese, che il narratore
ricorda nel loro oscillare gioioso tra le grida felici dei
bambini, e che vede oggi ferme, vuote, arrugginite. Un racconto
poetico e sentitissimo, in cui Corona lascia libero il flusso
dei ricordi e si concede ai suoi lettori con assoluta e generosa
sincerità. I suoi luoghi, Erto, la diga, la
montagna, così come le persone della sua vita, vengono filtrati
dal tempo passato, e forse perduto, in un romanzo-monologo dove
la profondità e il fascino del racconto sono impreziositi da una
voce narrante sempre più risolta e convincente.
...
In quel villaggio nascosto tra i monti, tutto era vecchio, secolare, silenzioso . Ma niente di obsoleto o fatiscente . La neve degli inverni invitava alla purezza, il gelo conservava la riconoscenza . Nel frigorifero della natura nulla si deteriora . I bambini erano canti, gli uomini lavoro, i vecchi storti e laconici . D’autunno, venti impetuosi e taglienti pulivano i pensieri levigandoli come rocce . I soli di primavera irrigavano la vita, assicurando buone partenze, lieti raccolti e speranze notturne . ... Il motivo di quei silenzi andava cercato altrove . Dalle esistenze antiche dei loro avi avevano ereditato miserie, disgrazie, sciagure, fatiche, patimenti, fame e sofferenze . Materiali che fanno amare la sospensione delle parole . ...
L’altalena della loro vita si muove
soltanto lì, sotto i cieli delle stagioni, sostenuta dal logoro
tronco pieno di ferite . Vi sono cicatrici
profonde, lunghe, e larghe, memorie lasciate da saette .
Altre sottili, segni di pennino a inchiostro rosso, tracce di
bisturi raffinati, proprio per questo più dolorosi .
Vi sono colpi d’asce e roncole, picconi e rasoi
.
...
nessuno scultore
della propria vita sa quel che troverà intagliandola .
nonostante disegno, bozzetto e progetto, uscirà quel che sarà
stato capace di cavare incontrando sassi, schegge e fil di
ferro .
.
Questo libro è
il mio testamento. Rischiavo di morire frainteso ...
Voglio intendere che per sopravvivere, non dico totalmente ma a
malapena, bisogna crearsi una corazza che in molti casi non ti
corrisponde ma serve a vivere in rapporto con gli altri .
Dopo 74 anni di questo non essere io ma di adattarmi a tutti e
anche a me stesso, ho recitato insomma la parte del duro, del
coraggioso che non sono, mi sono chiesto quanto mi restasse da
vivere . Così ho deciso che
dovevo rivelare chi sono, anche se non interessa a nessuno, ma a
me stesso, ai miei amici, ai miei familiari e ai miei figli
dovevo dirlo perchè ho recitato anche con loro, perché morire
frainteso e sentirsi dire dopo morto che ero uno poco di buono
non mi andava bene ...
.
LE CINQUE
PORTE -
MC AL SALONE INTERNAZIONALE DEL
LIBRO - TORINO - 19.5.2023
Anche se ormai
è vecio , anche se è un po' diffidente di fronte alla
modernità, il nonno ha un'infinità di cose da insegnare a Igor e
Neve, i suoi nipoti .
Ed è per questo che decide di
accompagnarli in quattro cammini in alta montagna con in spalla
uno zaino pieno di ciò che serve, la curiosità prima di tutto .
A ogni escursione Igor e Neve scoprono una stagione dell'anno, e
a ogni stagione varcano una porta fatta di nuove conoscenze :
quale saggezza
ci insegnano gli alberi ? Cosa possiamo
imparare da lepri, marmotte, rapaci ? Perché
il bosco è un mondo magico che va rispettato e amato fino al più
minuscolo insetto ?
Il nonu guida Igor e Neve alla scoperta
delle risposte a queste domande, ma soprattutto li conduce a
varcare la quinta porta, la più importante e misteriosa, quella
che comprende tutte le altre: la porta del futuro, della vita e
delle prove che, mentre cresciamo, la vita stessa ci pone
.
... Ma la vita separa chi si ama. E il mare cancella dalla sabbia i passi degli amanti divisi. Cioè, tradotto, facciamo baruffa, facciamo casino e poi, nel momento in cui ci colpisce la mancanza, capiamo che si stava bene . ...
Un diario di avventure
tra le cui righe scorre la testimonianza di una ricerca continua
: della cima, della pace con se stessi, del senso più profondo
delle cose.
MC PRESENTA IL LIBRO A TRENTO FILM FESTIVAL - 1.5.2023
Quattro
stagioni per vivere
Ecco lo stupore di questo
romanzo
aver ritrovato un uomo che non
conoscevo
Io
Corona non l’ho mai conosciuto
- mc
...
Sentivo la
tranquilla pace della Natura fasciarmi come un vestito nuovo,
infondermi coraggio, speranza e fiducia . Non negli uomini. In
me stesso e nell'ambiente che avevo intorno . Un mondo troppo
poco studiato, osservato, sentito e valutato . facebook.com/maurocoronaofficial/videos - 2022
facebook.com/watch
- fb/mc - 2022
facebook.com/MondadoriLibri/video -
il tempo - 2022 facebook.com/watch - fb/mc : vi leggo alcune righe ... la storia di una conversione umana in mezzo alla natura nella solitudine più estrema - 1.4.2022
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NON L'HO SENTITO PASSARE PERCHE VOLA SENZA
RUMORE MA HO SENTITO L'ARIA MUOVERSI ED HO CAPITO CHE ERA LUI .
DOPO UN PO SI E MESSO A CANTARE . POCHI SANNO
LA MALINCONIA CHE PRODUCE NELL'ANIMO QUEL CANTO DISPERATO .
LUNGO LE NOTTI SOLITARIE, NEL CUORE DELL'INVERNO, SENZA UN
AFFETTO NE UN FOCOLARE, NE UN TETTO SULLA TESTA, UN UOMO
DIFFICILMENTE REGGE IL PESO DI QUEL CANTO . COSI RAGIONAVO CORICATO SOTTO I RAMI DEL LARICE .
PRIMA DI APPISOLARMI, NOTAI PAPO
AVVICINARSI AL SACCO A PELO . NON PENSO AVESSE FREDDO .
UN SETTER DI BUONA STAZZA, PELO FOLTO E LUNGO, VICINO AL FUOCO
NON HA FREDDO . VOLEVA STARMI APPRESSO . ALLORA LASCIAI CHE
S'ACCOCCOLASSE ACCANTO ALLA MIA GAMBA E, PER NON SBAGLIARE, GLI
BUTTAI SOPRA UN LEMBO DI COPERTA . NESSUNO PUO
CONVINCERMI CHE I CANI NON PROVANO SENTIMENTI E NON S'ADAGIANO
NELLA DOLCEZZA . APPENA SENTI IL CONTATTO E IL MIO
RESPIRO, PAPO SI ADDORMENTO . LO SENTII
RUSSARE LEGGERMENTE E MI COMMOSSI . GLI POSAI UNA MANO
GUANTATA SULLA TESTA E PRESI SONNO CON LUI SOTTO IL LARICE
SECOLARE . MI SVEGLIAI NELLA STESSA POSIZIONE, IL CANE
LECCAVA LA MANO MEZZA INTORPIDITA . TRA I RAMI FISCHIAVA IL
CENTO . L'ANTICO VIOLINISTA MUOVEVA IL SUO ARCO SU QUELLE
BRACCIA CONGELATE . APRII GLI OCCHI, IL CIELO ERA
SERENO . DALL'ALBERO MI ARRIVARONO SUL VISO ALCUNI
GRANELLI DI NEVE . SEMBRARONO SCOTTATURE, GOCCE DI
CERA FUSA. PAPO SCROLLO VIA LA NOTTE ASSIEME AGLI AGHI CADUTI
COL VENTO .
Si crede che il vento sia tutto
uguale, una forza invisibile che muove e spinge tutto quello che
trova. Invece no. Il vento delle montagne non è quello del bosco
o delle radure. Così come quello che soffia sui campi non è
quello dei pascoli alti
... ...
Anche se tutto fosse finito nel
migliore dei modi, non ero convinto che sarei tornato a casa .
Solo l’idea mi avviliva . Mi sarebbe
piaciuto tornare nei boschi . Certo, non
tutto l’anno, ma parecchio sì . In questa nuova vita, la fretta non esiste più, e non dovrà più esistere . ...
Questo è il
mio libro più vulnerabile, diverso da tutti gli altri che ho
scritto, dove la mia insicurezza era mascherata e soffocata,
oppure imbellita e sublimata . Qui ho
raccontato una conversione .
.
Ci ho messo 72 anni e 30 libri per ammettere chi sono
...
nessuno esce indenne dalla vita
...
.
Fiorire tra le rocce
La via dell’equilibrio quando la vita si
fa ripida - di marianna corona - figlia di mauro
corona/illustratore e collaboratore
Per uscire
all’aperto, vedere luce, ritrovare speranza e sole bisogna farsi
largo, spostare sassi, aggirare pietre, scavalcare ostacoli. E
graffiarsi la pelle.
facebook.com/maurocoronaofficial/videos
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https://youtu.be/H4r6LWSli_c - legge mauro corona - 2021
OSPITI A PORDENONELEGGE 2021 - vita e montagna
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L'ULTIMO SORSO - vita di celio
- anche audiolibro -
facebook.com/maurocoronaofficial/videos
- nella casa dove sono nato e cresciuto - 2020
mi sono ripulito - ora sono insicuro come un bambino
... Avevo bisogno di un maestro e ho creato Celio
... - mc
presentato da mc a Soave,
Città del libro - Estate - verona
2021
Rocciatore, taglialegna, scalpellino, minatore, apicoltore: chi
è Celio ? “Un niente”
risponde lui, un semplice signor nessuno di un paesino sulle
Alpi che è terra di nascita dell’autore. È lui a far rivivere
Celio, a strapparlo all’oblio per renderlo personaggio vero,
sfuggente, pulsante di idiosincrasie e contraddizioni.
Insofferente alle persone fino alla misantropia, il protagonista
si rifugia in se stesso, nell’ermeticità
del dialetto ladino e nell’abbraccio ambiguo dell’alcol, che lo
stringerà per tutta la vita, fino al delirio e alla morte. In
Celio, conosciuto durante la problematica infanzia e
quarant’anni più vecchio di lui, l’autore troverà un inaspettato
mentore, una protezione dalle violenze perpetrate dal padre, una
via d’accesso privilegiata ai misteri e alla saggezza della
natura, rivelatasi solamente per lui. Nel racconto, Mauro Corona
si riscopre bambino, mettendo nero su bianco le parole – sempre
misurate, mai lasciate al caso – dell’anziano amico e compagno
di bevute, alla ricerca delle radici di un male di vivere sempre
scacciato e mai sopito, nel duro e apparentemente impenetrabile
cuore da montanaro. Una scrittura aspra, nervosa e autentica al
pari del protagonista di questo romanzo, dietro le cui
vicissitudini si legge in controluce l’autobiografia
dell’autore, vero alter ego di Celio e solo testimone di
un’esistenza che si fa simbolo di una terra sospesa nel tempo,
in cui la solitudine, portata su di sé come una croce, sembra
l’unico rimedio al contagio della miseria e del dolore. Le
uniche leggi e autorità riconosciute sono quelle della natura,
al contempo madre e matrigna. Come il vecchio accendino a
benzina, ereditato dal maestro, l’allievo tiene viva la fiamma
del ricordo e fa luce sul potere dell’amicizia, rara e
inafferrabile ma capace di farsi salvifica nell’ostilità e
nell’indifferenza del mondo.
Ho conosciuto tanti persone ai margini : ubriaconi, bracconieri,
cacciatori ... Hanno dato un indirizzo alla mia vita,
soprattutto nell'onestà, e anche nella sciaguratezza di
dissiparla, la vita .
mondadoistore.it - 2020
La scrittura, aspra, nervosa e autentica,
riflette la tempra del protagonista, dietro le cui vicissitudini
si legge in controluce l'autobiografia dell'autore, vero alter
ego di Celio e solo testimone di un'esistenza che si fa simbolo
di una terra sospesa nel tempo, in cui la solitudine sembra
l'unico rimedio al contagio della miseria e del dolore .
Le uniche leggi e autorità riconosciute sono quelle della
natura, al tempo stesso madre e matrigna.
.
NEL BENE E NEL MALE, CELIO DIVENTO' FIGLIO DELL'INTERO PAESE .
EBBE PADRI, MADRI, SORELLE, FRATELLI, NONNI E ZII .
PIU' DI COSI CHE PRETENDEVA UN BAMBINO ? VOGLIO
PENSARE CHE FORSE, PROPRIO PER QUESTO ECCESSO DI AFFETTI,
VOLEVA BENE A TUTTI SENZA AFFEZIONARSI A NESSUNO .
pagina 41
.
Celio non parlava, ascoltava, si arrampicava, camminava e
leggeva . Leggeva molto perché seppur
lontano dal resto del mondo, Celio nel mondo ci sapeva vivere
.
...
Celio visse solo, anche da grande . Non
legava con nessuno, né amici, né coetanei, zero confidenze o
chiacchere . Nonostante alcuni amori, volati
al capriccio del destino come soffioni al vento, la sua
esistenza fu un albero senza vicini . Rare
volte una fronda sfiorò la sua chioma .
.
Gli anni levigano l’anima come il vento raspa le montagne. Si
tende a dimenticare. Soprattutto per non vivere nello sconforto.
Ma vi sono persone che non si possono dimenticare. Esse tornano
a visitarci con cadenze regolari, come le stagioni. Non ci
portano dolore e tristezza come all’inizio, bensì la dolce
malinconia del ricordo.
...
Nel cuore di Celio non entrava nessuno .
Era uno che si bastava, non accettava ombra che non fosse la sua
.
...
Vedi, noi siamo come alberi. Siamo vicini e a volte non ci
tocchiamo, però le punte vanno a cercarsi .
Cioè i sentimenti .
...
Quando per un attimo spegnevano le lampe, e la notte profonda li
trangugiava facendoli sparire, Celio guardava le possenti gobbe
delle montagne che balzavano sopra il buio, disegnando remoti
profili .
...
Si chiamava così perchè era nato sotto i cieli dei prati della
Palazza . Celio .
...
Il problema di Celio fu il male di vivere che, credo, avvertì
fin da bambino . Era troppo sensibile, troppo avanti
col pensiero per sopportare le banalità di stare al mondo,
campare dentro al gregge . E così passò la
gioventù bruciandola con metodo . Anzi,
arrostendola sulle braci vive della ribellione, col soffietto
del destino che alitava sopra .
...
Cercò di non disturbare, farsi da parte e tacere .
Non immaginava che il suo silenzio avrebbe prodotto il clamore
degli invisibili .
...
Le case, tutte aggruppate insieme, stanno lì, circondate dai
monti, appese al bordo del ripido catino . Il
campanile, come ferro di antica meridiana, scandisce il tempo
allungando la sua ombra sulla calce scrostata degli intonaci .
...
Non devi mai guardare la cima ma il metro di terreno che ti
sta davanti al naso. Superato quello ne arriva un altro, e un
altro ancora . Avanti così, senza alzare gli occhi, finché ti
ritrovi a calpestare aria . Lì è la cima - così mi disse Celio .
...
Le montagne sono tutte uguali . Hanno una base e una
punta . Il dolore del mondo è
uguale alle montagne, ha una base di partenza e un vertice
massimo . Non vivremo abbastanza per
smaltire il dolore e per salire le montagne che abbiamo intorno
. Tanto vale rimanere qui .
...
Nelle ore libere, Celio curiosava . Entrava in
quei magici tuguri dove tutto si muoveva, girava,
batteva, macinava e cantava
spinto da una forza invisibile che brontolava all'esterno
.
...
Celio aveva un modo di parlare lento ed efficace .
Usava poche parole nitide e precise . Ti
entravano in testa come pallottole o picchiavano in testa come
pietre .
...
Celio fu talento sprecato, genio e
sregolatezza, sorriso e malinconia .
Fu grandioso rocciatore, ma non raccontava mai le imprese fatte
. Della gloria gl’importava zero . Di
lodi e complimenti non sapeva che farsene . Se ne
riceveva, faceva un gesto con la mano come a scacciare mosche
fastidiose . Avesse scritto libri e gli avessero
conferito il Nobel, non sarebbe manco uscito dall'osteria per
andarlo a prendere .
celio è ossessionato dalla madre. anche a
65 anni, quando la donna è morta da tempo, le parla, la chiama.
è un’ossessione che condivide?
il suo look cambia mai?
www.corriere.it/sette/mauro-corona
- intervista daniela monti - 2020
SIAMO FIGLI DI UNO STESSO BLOCCO
-
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Il passo del vento
- corona/matteo righetto
Tempi andati, poetica del lavoro
finita, virtuosismo dimenticato perché inutile .
Nella vecchia casa, quelle scuri sono rimaste . Stanno
appese ai muri anneriti da quattrocento anni di fuliggine .
Le slitte, invece, non ci sono più. Se le son divorate i tarli
.
...
Ho sempre dormito poco .
Fin da bambino ho sofferto di
insonnia . Avevo paura di qualcosa che,
alla soglia dei settanta, ancora non so .
Notti insonni accompagnate dall'orecchio teso, attento a ogni
rumore . Una luna congelata sbucava silenziosa
dai monti e avanzava radendo la neve con la sua falce d'oro .
Stelle tremolanti nel gelo la accompagnavano e mai saprò quel
che si dicevano . Quando dico inverno
penso a questo . Non riesco a dimenticare .
Nessuna nostalgia, sia chiaro . È che ogni tanto mi vien
da tornare a quei tempi .
...
A quei tempi, la vita sui monti era regolata dai
boschi .
Le nostre farmacie erano alberi, erbe, muschi, licheni e argille
. Non so quanto fossero efficaci quelle medicine .
Quanto guarissero quelle scie di miele amaro .
Ma noi ci credevamo e tante volte hanno dato ottimi risultat .
Siamo guariti . E non credo sia stato
solo un placebo .
...
Vi è un'orma più importante di quella
che imprimono gli animali .
È quella che lasciamo noi sul terreno
della vita . Bisognerebbe lasciare
traccia buona dal momento che qualcuno la seguirà .
Se non è buona, quello dietro rischia di finire fuori strada .
La nostra esistenza è un'orma che si chiama comportamento .
Non la si vede con gli occhi . La si
percepisce con l'anima, il cuore, la coscienza, il
giudizio . È segno senza forma, aria degli
anni che mutano, impronta priva di stampo, ma profonda e nitida
. Ogni umano lascia la sua .
.
NEL MURO
Nel fitto di un
bosco di uno dei monti dell’Italia settentrionale un uomo
ritrova una baita appartenuta ai suoi antenati. Decide di
ristrutturarla, per andarci a vivere e sfuggire così alla
crudeltà del mondo che lo circonda.
. I boschi circondavano la baita come un
abbraccio, una fitta, impenetrabile sciarpa tessuta con i fili
della tragedia. Quando le foglie cadevano, i rami spogli
vibravano al vento come corde di violino. Le tempeste li
facevano tintinnare con suono di vetri infranti. Quei suoni non
li capivo, li udivo soltanto. Eppure ero convinto contenessero
un messaggio. «Insisti» diceva il bosco in tono minaccioso.
Allora caparbio riprendevo a cercare quello che probabilmente
non avrei mai trovato.
maurocorona.it
come è nata l’idea di “Nel muro” ?
-
Romanzo
terrificante sulla violenza alle donne.
Ambientato centocinquant'anni fa, purtroppo risulta di
un'attualità sconcertante. Da leggere seduti
poichè c'è il rischio di cadere.
-mc
PRESENTATO A LIGNANO - INCONTRI CON L'AUTORE E CON IL VINO -
2019
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Gli bastava quello che aveva, pochissimo per non dire niente e non voleva affannarsi, o coltivare aspirazioni. Al è dut nue fantats, al è dut nue. È tutto niente ragazzi, è tutto niente. Pronunciava la frase sottovoce, quasi non volesse far fatica. quasi niente ...
si puo vivere con poco ... È solo attraverso fallimenti e sconfitte che s’impara a vivere che si cresce davvero ... le minoranze siamo noi a crearle, non è che uno nasca minoranza. le creiamo con i nostri atteggiamenti, le prese di posizione
quando escludiamo, quando
emarginiamo.
ma certo ... fin da piccolo ho sentito la povertà, la differenza sociale. i figli del notaio, del medico, dell'avvocato avevano tutto
non era certo
colpa loro, erano ricchi di famiglia e io vedevo la differenza.
la vita ti fa rotolare fino a levigarti come un sasso.
non e che ti
sollevi su un piedistallo e ti porti in trionfo.
devo dire che anch'io me la sono
costruita un po' da autodidatta una
filosofia filosofastra.
a partire dalla vita,
dalle esperienze e anche da questa nostra cultura di montagna.
quando sei solo, durante una scalata, magari di notte, o anche
mentre fai una passeggiata tra i boschi, puoi sentire qualcosa
intorno.
e' qualcosa di indefinibile, molto
presente.
l'energia dell'universo è potente ed eterna mentre la terra non
è eterna. la vita
sulla terra si spegnerà.
noi ce la stiamo mettendo tutta per accelerare questo
spegnimento.
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Abbiamo ore di sole la via del sole - 2016
non aveva fatto i conti con l'infanzia
la quale si risveglio' improvvisa e
brutale
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FAVOLA IN BIANCO
E NERO
La guerra siamo noi.
.
Quando la gente del paese si svegliò, quale non fu lo
sbalordimento nel constatare che le statuine dei pargoli santi
stavolta erano due. Uno di pelle bianca, candida come la neve che copriva il paese,
l’altro con la pelle color cioccolato.
Entrambi vicini, uno accanto all’altro, sulla paglia magra della
vita.
fb/mc - 2015
Senza grandi giri di parole Mauro Corona
ci inchioda alle nostre responsabilità. Ci invita a riflettere,
lanciandoci un monito che, alla luce dei recenti avvenimenti
legati agli sbarchi dei migranti, si fa ancora più severo e
urgente. www.facebook.com/maurocoronaofficial - video - intervista tv - fb/mc - 2016
i misteri della montagna - presentato a collisioni 2015
-
I sentieri sono quaderni riempiti di parole, suoni, profumi,
aliti .
Lunghi quaderni, sinuosi e ripidi -
mc
quali emozioni le
piacerebbe che provassero i suoi lettori nella lettura del suo
nuovo romanzo? Io dall’anzianità sono tornato indietro perché ho capito che mi stavo snaturando.
La mia montagna era
abbastanza tecnica, non ero più naturale. Mi sono detto che
dovevo recuperare le cose belle, la magia, i sogni, le
illusioni, le fantasticherie, le superstizioni, e per questo
sono tornato giù dalla cima e sono partito dall’inizio. Vorrei
che chi leggesse queste libro potesse provare quello che ho
provato io una volta quando ho sentito l’eco che mi parlava; le
mie emozioni da adolescente bastonato dalla vita, la fame, la
miseria, le botte ma era contento perché quando andava nel suo
giocattolo, la montagna, si divertiva.
È il mio libro più intimo
- una specie di corpo a corpo con i ricordi - a
partire da quelli degli amici che se ne sono andati per sempre
ma anche una resa dei conti con me stesso e con l’età che si fa
sentire e il 'giro vita' che si stringe sempre più. .
cosa ti ha insegnato la montagna?
La montagna mi emoziona.
.
Ascoltando si sta meglio . Quindi, porre attenzione ai rumori . L’orecchio è una cosa importantissima . Il ronzio di un calabrone o il vento in una radura possono suscitare emozioni nuove, stimolare la creatività, la poesia . In questo modo uno torna a casa la sera e scopre di stare bene, di essere più tranquillo . maurcorona.it 2002 . sapevano altresì che di amori speciali ce ne sono pochi nel mondo. Il resto sono parvenze d’amore in cui si dichiara di voler bene a qualcuno
premurandosi di voler bene a se stessi. .
Nessuno muore mai del tutto,
bambina .
qualcosa che se ascolti sentirai
bene, ma devi saper ascoltare . per farci compagnia . ...
Termino questo quaderno il 19 luglio 2007 .
L'avevo iniziato il 30
giugno . La storia va avanti,
l'ho tutta in testa, anche se a tratti un po' confusa .
Mi conforta il fatto che, fra quattro giorni, è un mese
che non bevo . Solo due birre
dopo una cima, ma siccome faccio una cima al giorno sono
due birre al giorno, che non è niente .
Non è mica facile smettere di bere, si va e si viene,
come una fisarmonica tirata dal destino, un volta tira
lui e una volta tiri tu. Ma devo farcela, soprattutto
per i miei figli . Che Dio
mi dia una mano, l'altra me la do io.
Pensieri e racconti di vita. Le CONFESSIONI ULTIME di Mauro
Corona sono il diario intimo di “un sognatore”.
Un autoritratto che richiama in alcuni passaggi
l’indimenticabile tradizione degli scritti morali, da Seneca al
filosofo e samurai Jōchō Yamamoto, e si trasforma con impennate
improvvise in un personalissimo sfogo sull’attualità e la
politica. Suoni e basta, le parole hanno perso consistenza,
volume, spessore, e con loro la vita. Le CONFESSIONI prendono
forma da queste parole ormai vuote. Libertà, silenzio, memoria,
corpo, fatica, invidia, orgoglio, competizione, amore, amicizia,
dolore, morte, Dio e la fede. Una rappresentazione laica
profonda e illuminante: “Sono un grande peccatore, ma per
tradizione e per educazione spero in Dio, e lo rispetto a modo
mio. Spero in Dio, però non so più dov’è finito ...
Diceva Zvi Kolitz Caro Dio, io credo in te
nonostante te. . Le
radici sono elastiche - mentre ti allontani si allungano -
diventano sottili come corde di violino ma appena molli la presa
ti riportano a casa .
Ultimamente e sempre più spesso, ho un desiderio impossibile, ma
forse chissà, potrebbe anche essere possibile, però non ci credo
molto, anzi non ci credo per nulla .
facebook/corona - 2013
.
Basta con le schiavitù se potessi
sparirei
.
Ma ahime io di
tacere non sono capace . dico cretino ai cretini e furbetti ai
furbi. . La fragilità è un bene assoluto, vuol dire che c'è una ricettività maggiore, e questa ricettività dobbiamo assecondarla e farla maturare, farcela amica senza resistenza, senza reagire con armi affilate. La fragilità è un dono dolcissimo, che rende umano l'uomo. Impariamo a dire "proviamo", invece che dire ' io vinco ' . fb/mc
.
.
Io ho ricevuto grandi lezioni di vita
da analfabeti . Mio nonno mi diceva :
quando incidi un albero per fare l'innesto devi mettere le mani
così, e faceva il gesto di stringerlo, perché prende paura
l'albero e gli viene la febbre . Era
analfabeta, ma la sua era una forma di poesia primitiva .
.
. . CRESCERE I FIGLI IN MODO DIVERSO
Come
si fa a creare una società nuova in cui poter vivere tranquilli,
senza distruggere tutto ciò che ci circonda? Uccidiamo la
montagna e stiamo uccidendo il mare. Ogni mamma deve iniziare a
tirare su in modo diverso i suoi piccoli. Non cambierà nulla
finché cresceremo bambini da 800 euro a vestito, avviati a
comprare una Audi da 80.000 euro. E che corrono verso la
cementificazione e si beano nel turismo di massa. La causa di
tutto è l’uomo, la sua cattiva educazione, sin da bambino. Un
genitore maldestro e sciagurato non deve poter imporre una
formula distruttiva a suo figlio.
Le parole non servono più ma vivono dentro di noi Parole praticate ma non dette
www.youtube.com/embed/Jb7q7i7z-tg - https://youtu.be/lAnrkUHzZWI - confessioni ultime - estratto film www.youtube.com/watch?v=tr2p8qP4qPE mondo storto https://youtu.be/52vISGW5XcM premio nonino 2012 https://youtu.be/A5ijzRmJoHU il sacro e la montagna .facebook.com/pordenonelegge.it/videos - FVG terra di scrittori - 2020
devo a rigoni stern la
mia rinascita
I premi fanno bene ma sono come l’aspirina Sono fiero di aver vinto il premio Rigoni Stern ma non è che uno deve darsi alla testa perché vi partecipa. Io continuerei a scrivere lo stesso. Certo, mi fa piacere pensare che ci sarò. Fa piacere soprattutto a uno come me, che viene dalle selve, che ha avuto la vita che ho avuto io, con problemi che vanno da genitori assenti e picchiatori a quelli legati all’alcolismo e che ha terminato solo la terza media; ho letto solo due camion a rimorchio di libri. Insomma, per me è un riscatto. Per me è un premio già essere arrivato qui, ma sia chiaro che io non sono un decoubertiniano, se si può vincere fa più piacere, ma non ho grandi aspettative. Io non sono uno scrittore, io sono un racconta storie. Non sono un intellettuale, ma uno che ha fatto tante esperienze. Ho lavorato nelle cave di marmo, ho fatto il manovale, il muratore, il bracconiere. Esco da un’esperienza che ormai anche il solo pensare che arrivo al Campiello, mi fa piacere. Ma se non mi ci fossi trovato non mi sarei sparato, avrei comunque continuato a scrivere e a fare la mia vita, perché scrivere mi aiuta solo a una cosa: a non spararmi. daniele duso - sulromanzo.it - 2014 . Un giorno le memorie aiuteranno a ricostruire universi scomparsi e dimenticati . La scrittura è una forma di sopravvivenza, una lotta contro l’oblio . La memoria va salvata in tutti i modi : con la scrittura, la scultura, la pittura, il cinema . Con qualsiasi mezzo che ferma un ricordo . maurocorona.it - 2018
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Non era mica secondo a nessuno, il vecchio, in fatto di esperienza nel bosco e nella vita . È un bosco anche la vita gli diceva, da curare, tagliare, pulire e proteggere, se no va in malora. Ma suo nonno era rigido, parlava poco, era sempre silenzioso, come un cane vecchio. Gli insegnava le robe sempre con una certa severità, come se il piccolo avesse qualche colpa, o dovesse imparare tutto in fretta perché il nonno non aveva più molto tempo . da il canto delle manere
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Nel tranquillo e ordinato branco sociale i ' diversi ' si notano immediatamente e irritano l'acuto senso estetico dei vigili custodi dell'armonia del mondo . Allora si provvede ad emarginarli, isolarli, abbatterli poiché essi emergono come fastidiose protuberanze nel piatto mondo degli arrivati .
E così l'uomo, orrendo essere
pensante e malvagio, s'arroga il diritto di decidere vita e
morte su tutto il creato . Le parole sono sculture, corpi tridimensionali . Nel pianeta assumono forme diverse ma ovunque raccontano la vita . A volte migrano . Sulla groppa del vento atterrano in paesi lontani . E parlano . Dicono che il cuore degli uomini batte di gioia e dolore in ogni continente. Poi tornano indietro, nella casa di chi le ha pronunciate, a dirgli ' missione compiuta '. fb/mc - il volo della martora tradotto in cinese - 2021
mostra di disegni e schizzi per raccontare la gente di montagna - maniago pn - 2014 www.facebook.com/maurocoronaofficial - L'arte è una magia. Perchè dobbiamo disperderla? - fb/mc - 17.2.2017
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dalla vetta non si va in nessun posto monte duranno - erto
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