MAURO CORONA

FILOSOFO E POETA DELLA NATURA

        maurocorona.it      -     facebook.com        

 

 

pagina 1 - 2 - 3

 

Un libro deve aprire ferite vecchie e nuove - deve fare male     
Anche per questo la gente fa fatica a leggere
collisioni festival
- fb/mc - 2016

 

 

mauro corona

a fumetti

film 

 val MONTANAIA

 L'UOMO DI LEGNO 

VAJONT
VERTICAL MILES

considerato alpinista

e arrampicatore  di ottimo livello

 

' MC E UN UOMO leale  che scala montagne  in stile pulito .  scolpisce legno  seguendo la vena e la luna e scrive libri e storie  di persone vere e perciò rare  '

Erri De Luca       

.

https://youtu.be/VzGE3J2LHl4  -  STO CON EDL E I NO TAV 

https://youtu.be/A5ijzRmJoHU  -  il sacro e la montagna

.

Da lontano metto un suo libro sulle ginocchia e mentre leggo ascolto. Sto così alla sua tavola o su uno sgabello della sua stanza officina, imbottita di libri, scalpelli, sgorbie, motoseghe e l'indispensabile mola a acqua per affilare arnesi. La stanza è imbiondita dalla segatura del cirmolo, per me polvere d'oro.
erri de luca - fb/mc - 2015

Mauro Corona è nato nel 1950.
Da ragazzo ha lavorato come boscaiolo e cavatore. Fin da bambino ha cominciato a intagliare il legno. Lo scultore Augusto Murer ha intuito il suo talento e lo ha accolto nel suo studio di Falcade, dove Mauro Corona ha approfondito la tecnica e l'arte che gli ha permesso di diventare uno scultore ligneo conosciuto in tutta Europa.
Alpinista e arrampicatore, ha aperto numerosi itinerari sulle Dolomiti d'Oltre Piave e partecipato a diverse spedizioni internazionali.
Nel 1997 pubblica il suo primo libro "Il volo della martora". La scrittura diventa così un'altra delle sue grandi passioni, grazie alla quale è oggi annoverato tra gli scrittori più apprezzati in Italia.

fb/maurocorona


disegni di mauro corona   -  erto e la montagna

ALFABETO DI MAURO CORONA    .PDF

 

mauro corona ospite di moltissimi eventi   

e divenuto beniamino del pubblico COME

SCRITTORE     ORATORE    alpinista

 

www.youtube.com/watch?v=t-6EOSFM8VU&feature=youtu.be    valsusa
www.youtube.com/watch?v=lm7iz-BpcDs  -  kay rush intervista MC
www.youtube.com/watch?v=-94nlj6bj4g  -  premio libraio città di padova
www.youtube.com/watch?v=6L14PEamp_w  -  sasso nella corrente

www.facebook.com/Rai2ufficiale/videos  -  vivere nella natura

facebook.com/maurocoronaofficial/video   -  mc lo scalatore - 2021


arte a erto
www.facebook.com/simposiodisculturaerto
www.youtube.com/watch?v=2AZ78cURxPY&feature=youtu.be


Vivere è come scolpire
occorre togliere ..
tirare via il di più
per vedere dentro

nel legno e nella pietra - tradotto in cinese nel 2020

Erto vecchia :
Fantasmi di pietra, occhiaie vuote che aspettano una primavera che non verrà. Vivono i ricordi di chi fu testimone e ha una certa età. Ma sono sempre meno e spettano in silenzio il turno del buio.
fb/mc - 25.3.2022

2024

lunario sentimentale  :

 mauro e matteo corona

2023
LE ALTALENE

LE CINQUE PORTE

2022

ARRAMPICARE

QUATTRO STAGIONI PER VIVERE

2021

le voci del bosco - vol 2

Fiorire tra le rocce

di marianna e mauro corona

2020

L'ULTIMO SORSO - vita di celio

2019

IL PASSO DEL VENTO   - MC / M.RIGHETTO

2018

NEL MURO

2017

QUASI NIENTE - MC / L.MAIERON

2016

LA VIA DEL SOLE

2015

FAVOLA IN BIANCO E NERO

IL BOSCO RACCONTA

I MISTERI DELLA MONTAGNA

2014

UNA LACRIMA COLOR TURCHESE

2013

la voce degli uomini freddi
Guida poco che devi bere - per ragazzi

confessioni ultime

2012

BESTIARIO

LA CASA DEI SETTE PONTI

VENTI RACCONTI ALLEGRI E UNO TRISTE

2011

come sasso nella corrente + audiolibro

La ballata della donna ertana

le mani perdute

2010

TORNERANNO LE 4 STAGIONI - fiabe

2009

IL CANTO DELLE MANèRE

2008

fine del mondo storto

2007

cani camosci cuculi e un CORVO

STORIA DI NEVE

2006
Le Quattro stagioni di Erto

I FANTASMI DI PIETRA

I DIALOGHI DELLA MISERIA
Vajont: quelli del dopo

2005
Storie del bosco antico
L'ombra del bastone
 

+ graphic novel 2021 - matteo corona

facebook.com/maurocoronaofficial/video

2004
Aspro e dolce
2003
Nel legno e nella pietra

+ audiobook dal 2023

2002
La montagna. Con 2 CD Audio
2001
Gocce di resina
1999
Finché il cuculo canta
1998
Le voci del bosco - vol 1
1997
Il volo della martora

 

mondadori.it

MC RACCONTA  CHE E' GRAZIE A MARISA MADIERI SE HA INIZIATO A SCRIVERE

MARISA MADIERI - scrittrice  - 1938-1996

MOGLIE DI  CLAUDIO MAGRIS

.

 

.. 2008  Cardo d'argento - 37º Premio Itas del libro di montagna

.. 2010  premio bruno cavallini
.. 2011
 Premio Bancarella
.. 2011
 Christmas Film Festival - per il sconfinato amore per la natura

.. 2014  Premio  Mario Rigoni Stern per  letteratura multilingue delle Alpi - La voce degli uomini freddi - il libro rappresenta l'epopea delle genti di montagna, avvezze al pericolo e al sacrificio.

... Un'umanità costretta a vivere nel luogo freddo ma che da questa caratteristica non solo non è schiacciata ma la trasforma in elemento positivo .  ' Gente che aveva fatto della sfortuna la gioia di stare al mondo. L'unica gioia era quella. Gente che s'accontentava. Tutto qui ' ...

dalla motivazione giuria

..  2014  3° premio campiello 2014  per la voce degli uomini freddi

Sono senza parole. un ertano alla finale del Campiello. questo è il riscatto di una vita intera. La prima edizione del Campiello venne assegnato alla Tregua di Primo Levi .  inutile aggiungere qualsiasi altro commento . mc - erto/pn 2014

..  2014  premio Climbing Ambassador  - ARCO ROCK LEGENDS
Per la passione e le visioni che ha saputo donare al mondo dell’arrampicata per portarla nel mondo più vasto dell’arte e della cultura

..  2016 PREMIO AMBIENTE - 29° Tignano Festival Ambiente

.. 2017 targa  socio onorario associazione Letterappenninica  Salone del Libro  Torino

..  2018  premio pancrazi

..  2021  premio la tore

https://it.wikipedia.org/wiki/Mauro_Corona

..  2022  premio Bertiul tal Friul  - con le sue azioni porta in alto il nome del Friuli nel Mondo.

.

Il Paese delle Storie, Festival della letteratura Albosaggia - 2021

https://youtu.be/ex6N7XKenOk 

.

LE INQUIETUDINI DELLA SCRITTURA
incontro con mc a festivallibro muralto svizzera palazzo congressi  -  2024
.

A quel punto ricordò        e le lacrime gli rigarono il volto, che non era cambiato quasi niente in tutti quegli anni. Morì di lì a poco per stanchezza di esistere. Che non è il suicidio diretto ma un lasciarsi andare lentamente, giorno dopo giorno, guardando lontano verso chissà quale ricordo.
...

Viene un colpo di vento        come un lungo sospiro.     Non è un sospiro, è uno sbadiglio: un grande, pacifico sbadiglio.     Il paese vecchio s'è addormentato, lo sento respirare piano sotto la neve. Ha preferito dormire tra le braccia dell'inverno imminente, per non sentire, per non vedere, per non soffrire. Mentre dorme non assiste alla propria rovina.      Fino a primavera il letargo lo aiuterà a resistere. Poi, si vedrà.

...

Ormai è l’autunno       tutto torna a dormire, tutto scompare nella pace dell’inverno imminente. Anche i rumori vanno in letargo come ghiri nelle tane. Le case tacciono, ascoltano, sentono la neve depositarsi sui tetti .

...
Quando saremo vecchi      lungo le vie della Erto morta ci spierà la nostra infanzia, ci sorriderà la nostra adolescenza. Entrambe verranno a rammentarci i tempi felici, quando il paese era vivo e brulicava di gente, e si viveva in pace nel lavoro e nelle feste, e noi eravamo giovani, pieni di esuberanza e di entusiasmo. Cose che oggi non abbiamo più.     E non abbiamo più nemmeno il nostro paese.

fantasmi di pietra



MAURO CORONA &  L'ARMONICA
03/2013  -  fb/mc
facebook.com/omarpedriniofficial
  -  salone libro torino 2016

Gli alberi raccontano storie ma bisogna essere capaci di ascoltarle

.

 

 

 

 

LUNARIO SENTIMENTALE     -    MAURO E MATTEO CORONA
Ricordare un tempo che è stato e non tornerà è un esercizio pericoloso. Cantare la fine di un mondo porta con sé il rischio di cedere alla nostalgia. Ma non è il rimpianto a guidare il racconto di Mauro Corona, bensì il bisogno di farsi testimone di un passato che i ricordi vanno a stanare di continuo. Come nella sua infanzia ertana era il susseguirsi dei mesi e delle stagioni a dettare i ritmi della vita, anche in questo scritto è il calendario a scandire la memoria, in un moto circolare lungo un anno che, dalla neve di gennaio, a quel bianco ritorna, per iniziare un nuovo ciclo. Nel paese ripido la modernità ha ormai eroso tradizioni antiche, la fretta si è sostituita al tempo manuale, quello in cui si sapeva ascoltare la Natura e proteggerne i valori. Tornare indietro significa compiere un viaggio in una cultura contadina perduta, riscoprendo esistenze semplici e creative, innestate su riti ancestrali e credenze sospese tra fede e superstizione. Sarebbe tuttavia ingiusto cedere alla tentazione di idealizzare un’età in cui ogni cosa era fatica, sacrificio, in cui tutto si consumava sempre uguale, perché dove non c’è ricchezza, per campare bisogna fare sempre le stesse cose. Attraverso questo lunario, Corona, pur non rinnegando il presente, cui riserva lo sguardo dello spettatore curioso, ripercorre tra memorie personali e condivise un’epoca aspra e dolce. Nella certezza che ricordare sia anche un modo per insegnare la speranza.

mondadori - 2024

.

 

 

 

LE ALTALENE

Dal giorno in cui, sessant’anni fa, piovve terra sulla terra, e terra nell’acqua, e terra su duemila anime morte, di cui quattrocentottantasette bambini, a Erto il tempo ha continuato a oscillare tra dolore e speranza di rinascita, ricordi tragici e difficili presenti, memoria di una povertà aspra e dura ma viva e vitale che si riflette nel benessere vuoto e triste dell’oggi.    La voce narrante di questo romanzo lirico, struggente, ferocemente intimo, conduce il lettore in un continuo andare e venire su e giù nel tempo: il vecchio ricorda e racconta il suo mondo com’era, prima che la cieca avidità dell’uomo lo distruggesse, e insieme racconta la sua vita, l’infanzia e la prima adolescenza, la spensieratezza di tre fratelli che si alterna alla incomprensibile violenza della vita famigliare, e che si deve misurare con il tormento di una comunità stravolta dal dolore.   E poi la maturità e la vecchiaia, il presente, che porta su di sé il peso di una vita intera: e il simbolo di tutto questo sono le altalene del paese, che il narratore ricorda nel loro oscillare gioioso tra le grida felici dei bambini, e che vede oggi ferme, vuote, arrugginite. Un racconto poetico e sentitissimo, in cui Corona lascia libero il flusso dei ricordi e si concede ai suoi lettori con assoluta e generosa sincerità.    I suoi luoghi, Erto, la diga, la montagna, così come le persone della sua vita, vengono filtrati dal tempo passato, e forse perduto, in un romanzo-monologo dove la profondità e il fascino del racconto sono impreziositi da una voce narrante sempre più risolta e convincente.
amazon - 2023
Vi sono giorni nei quali tutto torna di colpo .   Il ricordo si fa acuto,  lucente,  incandescente .    Colpisce fulmineo come la brace lanciata dallo scoppio del ceppo .    Vi sono giorni,  invece,  che uno dopo l’altro compongono i mesi .     I mesi fanno gli anni,  il tempo s’accumula in date,   fatti,   gioie,   tragedie,   dolori   .  

...

In quel villaggio nascosto tra i monti, tutto era vecchio, secolare, silenzioso .     Ma niente di obsoleto o fatiscente .   La neve degli inverni invitava alla purezza, il gelo conservava la riconoscenza .    Nel frigorifero della natura nulla si deteriora .     I bambini erano canti, gli uomini lavoro, i vecchi storti e laconici .    D’autunno, venti impetuosi e taglienti pulivano i pensieri levigandoli come rocce .    I soli di primavera irrigavano la vita, assicurando buone partenze, lieti raccolti e speranze notturne  .

...

Il motivo di quei silenzi andava cercato altrove .    Dalle esistenze antiche dei loro avi avevano ereditato miserie, disgrazie, sciagure, fatiche, patimenti, fame e sofferenze .    Materiali che fanno amare la sospensione delle parole   .

...

L’altalena della loro vita si muove soltanto lì, sotto i cieli delle stagioni, sostenuta dal logoro tronco pieno di ferite .    Vi sono cicatrici profonde, lunghe, e larghe, memorie lasciate da saette .    Altre sottili, segni di pennino a inchiostro rosso, tracce di bisturi raffinati, proprio per questo più dolorosi .     Vi sono colpi d’asce e roncole, picconi e rasoi    .

...

nessuno scultore della propria vita sa quel che troverà intagliandola .   nonostante disegno, bozzetto e progetto, uscirà quel che sarà stato capace di cavare incontrando sassi, schegge e fil di ferro  . 
fb/mc - le altalene
.
... lui ... abituato a  ' vestire alla montanara ' .
- Per chiudere in un recinto timidezza, paure, insicurezze, fragilità faccio il duro :   così appare la recita dell’arroganza e della maleducazione .   Ma non sono così .   Io sono gentile,  anche educato .    E visto che spesso mi accompagna il pensiero della morte perché potrei cadere da una roccia, perché potrebbe venirmi un infarto, perché la vita è misteriosa, io in questo libro ho voluto raccontare chi sono davvero :   l’ho scritto per non morire frainteso .    E da quando l’ho finito, mi sento in pace .    Io non sono molto amato, neppure dai miei compaesani .

giuseppina buonanno - www.oggi.it/il-mio-amore-da-vecchio - 2023
.
Non mi definisco uno scrittore, sono quello che sono e so di aver suscitato un sacco di polemiche e anche delle invidie -mc
arianna ceschin - qdpnews.it - 2023 - presentazione di altalene - prealpi in festa_sapori-arti-tradizioni

.

Questo libro è il mio testamento. Rischiavo di morire frainteso   ...     Voglio intendere che per sopravvivere, non dico totalmente ma a malapena, bisogna crearsi una corazza che in molti casi non ti corrisponde ma serve a vivere in rapporto con gli altri .      Dopo 74 anni di questo non essere io ma di adattarmi a tutti e anche a me stesso, ho recitato insomma la parte del duro, del coraggioso che non sono, mi sono chiesto quanto mi restasse da vivere .       Così ho deciso che dovevo rivelare chi sono, anche se non interessa a nessuno, ma a me stesso, ai miei amici, ai miei familiari e ai miei figli dovevo dirlo perchè ho recitato anche con loro, perché morire frainteso e sentirsi dire dopo morto che ero uno poco di buono non mi andava bene ...
ladige.it_fabio de santi_intervista - maggio 2024

.

 

 

 

LE CINQUE PORTE  -   MC AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO - TORINO - 19.5.2023

Anche se ormai è vecio , anche se è un po' diffidente di fronte alla modernità, il nonno ha un'infinità di cose da insegnare a Igor e Neve, i suoi nipoti .

Ed è per questo che decide di accompagnarli in quattro cammini in alta montagna con in spalla uno zaino pieno di ciò che serve, la curiosità prima di tutto .   A ogni escursione Igor e Neve scoprono una stagione dell'anno, e a ogni stagione varcano una porta fatta di nuove conoscenze :

quale saggezza ci insegnano gli alberi ?     Cosa possiamo imparare da lepri, marmotte, rapaci  ?   Perché il bosco è un mondo magico che va rispettato e amato fino al più minuscolo insetto ?  

Il nonu guida Igor e Neve alla scoperta delle risposte a queste domande, ma soprattutto li conduce a varcare la quinta porta, la più importante e misteriosa, quella che comprende tutte le altre: la porta del futuro, della vita e delle prove che, mentre cresciamo, la vita stessa ci pone  .
amazon  - 2023
Il libro è: medicina, garza, farmacia, compagnia di pagine fruscianti, voci silenziose, curiosità, insegnamento .  Nelle solitudini degli esseri umani è un cane fedele privo di collare  .
fb/mc - 25.4.2023  -  facebook.com/watch  legge mc  -  2023

 

 

 


Arrampicare .   Una storia di rocce, di sfide e d'amore
Mi piace scalare il ghiaccio,    certo è più monotono rispetto alla roccia e quando si scioglie, poi, non rimane niente, non c’è traccia del tuo passaggio .    Ma c’è una poesia particolare nel salire su qualcosa che a primavera non ci sarà più,    come un amore che dura una stagione e poi finisce .    E sai che indicherai una parete e dirai  :    «Io sono andato lì»,    eppure «lì» non c’è più niente   .

...

Ma la vita separa chi si ama. E il mare cancella dalla sabbia i passi degli amanti divisi. Cioè, tradotto, facciamo baruffa, facciamo casino e poi, nel momento in cui ci colpisce la mancanza, capiamo che si stava bene  .

...

Un diario di avventure tra le cui righe scorre la testimonianza di una ricerca continua  : della cima, della pace con se stessi, del senso più profondo delle cose.
Mauro ha solo tredici anni e un'attrezzatura a dir poco inadeguata quando per la prima volta arrampica sul monte Duranno, ne ha diciotto quando apre la sua prima via sul monte Palazza, in Val Zemola. Il suo allenamento? La vita di montagna - in cui tutto è salita, dalla raccolta della frutta alle spedizioni per far legna - e i racconti degli alpinisti, in osteria. Spronato dall'audacia della giovinezza e dal talento, Mauro per decenni è in cordata con i più grandi. È tra i più assidui frequentatori del gruppo del Nuovo Mattino, che negli anni Settanta cambia il modo di vivere l'arrampicata in Italia. Partecipa a due spedizioni storiche: una in Groenlandia, dove perde la strada e rischia la vita, e una in California, insieme a Manolo, eccezionale scalatore e amico, in un clima di goliardia e scoperta (e qualche scontro con i ranger). Oggi, chiunque si cimenti con le cime tra cui Mauro ha passato tutta la vita può farlo anche grazie alle centinaia di vie che lui ha aperto, ai chiodi che ha piantato. Grazie alla sua passione, alle sue mani e alla sua storia. Questa storia. In pagine piene di sincerità, ironia, poesia, lo scrittore e alpinista racconta gli aneddoti di una vita di scalate, ma soprattutto ne restituisce con vividezza le emozioni: il tocco della roccia, la ruvida amicizia della cordata, ma anche il dono del legno e la filosofia semplice che accompagna le imprese e i giorni. Un diario di avventure tra le cui righe scorre la testimonianza di una ricerca continua: della cima, della pace con se stessi, del senso più profondo delle cose.
ibs - hoepli - podcast corriere della sera -  maremosso.lafeltrinelli - 2022

MC PRESENTA IL LIBRO A TRENTO FILM FESTIVAL - 1.5.2023

 

 

 

 

 

Quattro stagioni per vivere
Per sostentare la madre malata, Osvaldo ha bisogno di carne, e parte a caccia di camosci. Si prepara a passare parecchio tempo nel freddo del bosco, quando si imbatte in quello che sembra un enorme colpo di fortuna. Un camoscio appena ucciso, e sepolto nella neve dai cacciatori, che verranno a riprenderselo.      Osvaldo cede alla tentazione, e prende il camoscio.     Non ci vorrà molto perché i legittimi proprietari, i gemelli Legnole, due brutte persone, di corpo e di anima, e per di più stupide, vengano a sapere chi ha rubato il loro camoscio.      E decidono che il colpevole dovrà pagare con la morte. Inizia così per Osvaldo un anno di vita in mezzo ai boschi e alle montagne, tra agguati, pedinamenti, rischi mortali, in fuga dalla ottusa follia dei gemelli, fino al sorprendente finale.      Mauro Corona, ispiratissimo, ci regala un romanzo travolgente, ricco di colpi di scena, e animato da personaggi tanto realistici quanto archetipici.    Attraverso la fuga di Osvaldo, Corona racconta lo scorrere delle stagioni, costruisce un romanzo di colori (il bianco della neve, il rosso dell'autunno, il giallo dell'estate) e riflette sul potere salvifico della natura: Osvaldo, anche se in fuga, anche se braccato, anche se affamato, sarà felice in mezzo ai suoi boschi.
amazon -   mc/twitter     -    2022
.

Ecco lo stupore di questo romanzo  

aver ritrovato un uomo che non conoscevo

Io Corona non l’ho mai conosciuto   -  mc

... 

Sentivo la tranquilla pace della Natura fasciarmi come un vestito nuovo, infondermi coraggio, speranza e fiducia . Non negli uomini. In me stesso e nell'ambiente che avevo intorno . Un mondo troppo poco studiato, osservato, sentito e valutato .
fb/mc -  books.google  -  2022

facebook.com/maurocoronaofficial/videos - 2022

facebook.com/watch - fb/mc - 2022

facebook.com/MondadoriLibri/video - il tempo -  2022
facebook.com/watch - fb/mc - la primavera -  2022

facebook.com/watch -  fb/mc : vi leggo alcune righe ... la storia di una conversione umana in mezzo alla natura nella solitudine più estrema -  1.4.2022

.

.
SUL LARICE QUI ACCANTO SI E POGGIATO IL GUFO REALE  .

NON L'HO SENTITO PASSARE PERCHE VOLA SENZA RUMORE MA HO SENTITO L'ARIA MUOVERSI ED HO CAPITO CHE ERA LUI .     DOPO UN PO SI E MESSO A CANTARE .    POCHI SANNO LA MALINCONIA CHE PRODUCE NELL'ANIMO QUEL CANTO DISPERATO .    LUNGO LE NOTTI SOLITARIE, NEL CUORE DELL'INVERNO, SENZA UN AFFETTO NE UN FOCOLARE, NE UN TETTO SULLA TESTA, UN UOMO DIFFICILMENTE REGGE IL PESO DI QUEL CANTO .
...

COSI RAGIONAVO CORICATO SOTTO I RAMI DEL LARICE  .

PRIMA DI APPISOLARMI, NOTAI PAPO AVVICINARSI AL SACCO A PELO .  NON PENSO AVESSE FREDDO .   UN SETTER DI BUONA STAZZA, PELO FOLTO E LUNGO, VICINO AL FUOCO NON HA FREDDO . VOLEVA STARMI APPRESSO . ALLORA LASCIAI CHE S'ACCOCCOLASSE ACCANTO ALLA MIA GAMBA E, PER NON SBAGLIARE, GLI BUTTAI SOPRA UN LEMBO DI COPERTA .   NESSUNO PUO CONVINCERMI CHE I CANI NON PROVANO SENTIMENTI E NON S'ADAGIANO NELLA DOLCEZZA .  APPENA SENTI IL CONTATTO E IL MIO RESPIRO,  PAPO SI ADDORMENTO .   LO SENTII RUSSARE LEGGERMENTE E MI COMMOSSI .  GLI POSAI UNA MANO GUANTATA SULLA TESTA E PRESI SONNO CON LUI SOTTO IL LARICE SECOLARE .  MI SVEGLIAI NELLA STESSA POSIZIONE, IL CANE LECCAVA LA MANO MEZZA INTORPIDITA . TRA I RAMI FISCHIAVA IL CENTO .  L'ANTICO VIOLINISTA MUOVEVA IL SUO ARCO SU QUELLE BRACCIA CONGELATE  .  APRII GLI OCCHI, IL CIELO ERA SERENO .  DALL'ALBERO MI ARRIVARONO SUL VISO ALCUNI GRANELLI DI NEVE .   SEMBRARONO SCOTTATURE, GOCCE DI CERA FUSA. PAPO SCROLLO VIA LA NOTTE ASSIEME AGLI AGHI CADUTI COL VENTO  .
...

Si crede che il vento sia tutto uguale, una forza invisibile che muove e spinge tutto quello che trova. Invece no. Il vento delle montagne non è quello del bosco o delle radure. Così come quello che soffia sui campi non è quello dei pascoli alti

...
Ci vuole tempo per osservare le cose, metterle e fuoco, a volte addirittura scoprirne di nuove .   Correvo troppo, i fratelli Legnole mi hanno rallentato e aperto gli occhi .

...

Anche se tutto fosse finito nel migliore dei modi, non ero convinto che sarei tornato a casa .    Solo l’idea mi avviliva .     Mi sarebbe piaciuto tornare nei boschi .     Certo, non tutto l’anno, ma parecchio sì    .
...

In questa nuova vita, la fretta non esiste più,   e non dovrà più esistere  .

...

Questo è il mio libro più vulnerabile, diverso da tutti gli altri che ho scritto, dove la mia insicurezza era mascherata e soffocata, oppure imbellita e sublimata .    Qui ho raccontato una conversione  .
fb/mc - 2022
La mia vita di uomo fragile  .    Il successo ? Non mi importa niente .
intervista simonetta scandivasci_lastampa.it -  2022

.

         Ci ho messo 72 anni e 30 libri per ammettere chi sono

...

nessuno esce indenne dalla vita

...

 

.

 

 

Fiorire tra le rocce

La via dell’equilibrio quando la vita si fa ripida  - di marianna corona - figlia di  mauro corona/illustratore e collaboratore
... una giovane donna coraggiosa racconta la sua infanzia in una famiglia molto speciale, l’incanto e la durezza del crescere tra le montagne, l’avvicinamento allo yoga e il suo grande respiro, la malattia come momento doloroso, ma al tempo stesso capace di rivelare cosa conta davvero.
...
mauro corona : Fiorire tra le rocce e arte difficile. Richiede sforzi di pazienza, tenacia e passione.

Per uscire all’aperto, vedere luce, ritrovare speranza e sole bisogna farsi largo, spostare sassi, aggirare pietre, scavalcare ostacoli. E graffiarsi la pelle.
illibraio.it - 2021

facebook.com/maurocoronaofficial/videos - https://youtu.be/H4r6LWSli_c  -  legge mauro corona - 2021

OSPITI A PORDENONELEGGE 2021 - vita e montagna

.

 

 

 

 

L'ULTIMO SORSO - vita di celio  -  anche audiolibro -  facebook.com/maurocoronaofficial/videos - nella casa dove sono nato e cresciuto - 2020

mi sono ripulito - ora sono insicuro come un bambino   ...   Avevo bisogno di un maestro e ho creato Celio   ...     - mc

presentato da mc  a Soave, Città del libro - Estate - verona 2021

Rocciatore, taglialegna, scalpellino, minatore, apicoltore: chi è Celio ?  “Un niente”  risponde lui, un semplice signor nessuno di un paesino sulle Alpi che è terra di nascita dell’autore. È lui a far rivivere Celio, a strapparlo all’oblio per renderlo personaggio vero, sfuggente, pulsante di idiosincrasie e contraddizioni. Insofferente alle persone fino alla misantropia, il protagonista si rifugia in se stesso, nell’ermeticità del dialetto ladino e nell’abbraccio ambiguo dell’alcol, che lo stringerà per tutta la vita, fino al delirio e alla morte. In Celio, conosciuto durante la problematica infanzia e quarant’anni più vecchio di lui, l’autore troverà un inaspettato mentore, una protezione dalle violenze perpetrate dal padre, una via d’accesso privilegiata ai misteri e alla saggezza della natura, rivelatasi solamente per lui. Nel racconto, Mauro Corona si riscopre bambino, mettendo nero su bianco le parole – sempre misurate, mai lasciate al caso – dell’anziano amico e compagno di bevute, alla ricerca delle radici di un male di vivere sempre scacciato e mai sopito, nel duro e apparentemente impenetrabile cuore da montanaro. Una scrittura aspra, nervosa e autentica al pari del protagonista di questo romanzo, dietro le cui vicissitudini si legge in controluce l’autobiografia dell’autore, vero alter ego di Celio e solo testimone di un’esistenza che si fa simbolo di una terra sospesa nel tempo, in cui la solitudine, portata su di sé come una croce, sembra l’unico rimedio al contagio della miseria e del dolore. Le uniche leggi e autorità riconosciute sono quelle della natura, al contempo madre e matrigna. Come il vecchio accendino a benzina, ereditato dal maestro, l’allievo tiene viva la fiamma del ricordo e fa luce sul potere dell’amicizia, rara e inafferrabile ma capace di farsi salvifica nell’ostilità e nell’indifferenza del mondo.

Ho conosciuto tanti persone ai margini : ubriaconi, bracconieri, cacciatori ...  Hanno dato un indirizzo alla mia vita, soprattutto nell'onestà, e anche nella sciaguratezza di dissiparla, la vita .

mondadoistore.it - 2020

La scrittura, aspra, nervosa e autentica, riflette la tempra del protagonista, dietro le cui vicissitudini si legge in controluce l'autobiografia dell'autore, vero alter ego di Celio e solo testimone di un'esistenza che si fa simbolo di una terra sospesa nel tempo, in cui la solitudine sembra l'unico rimedio al contagio della miseria e del dolore .     Le uniche leggi e autorità riconosciute sono quelle della natura, al tempo stesso madre e matrigna.
tgcom24.mediaset.it - 2020

.

NEL BENE E NEL MALE, CELIO DIVENTO' FIGLIO DELL'INTERO PAESE .   EBBE PADRI, MADRI, SORELLE, FRATELLI, NONNI E ZII .   PIU' DI COSI CHE PRETENDEVA UN BAMBINO ?   VOGLIO PENSARE CHE FORSE,  PROPRIO PER QUESTO ECCESSO DI AFFETTI,  VOLEVA BENE A TUTTI SENZA AFFEZIONARSI A NESSUNO  .

pagina 41

.

Celio non parlava, ascoltava, si arrampicava, camminava e leggeva .    Leggeva molto perché seppur lontano dal resto del mondo, Celio nel mondo ci sapeva vivere  .

...

Celio visse solo, anche da grande .    Non legava con nessuno, né amici, né coetanei, zero confidenze o chiacchere .    Nonostante alcuni amori, volati al capriccio del destino come soffioni al vento, la sua esistenza fu un albero senza vicini .    Rare volte una fronda sfiorò la sua chioma  .
fb/mc - 12.11.2020

.

Gli anni levigano l’anima come il vento raspa le montagne. Si tende a dimenticare. Soprattutto per non vivere nello sconforto. Ma vi sono persone che non si possono dimenticare. Esse tornano a visitarci con cadenze regolari, come le stagioni. Non ci portano dolore e tristezza come all’inizio, bensì la dolce malinconia del ricordo.

...

Nel cuore di Celio non entrava nessuno .     Era uno che si bastava, non accettava ombra che non fosse la sua  .

...

Vedi, noi siamo come alberi. Siamo vicini e a volte non ci tocchiamo, però le punte vanno a cercarsi .    Cioè i sentimenti .

...

Quando per un attimo spegnevano le lampe, e la notte profonda li trangugiava facendoli sparire, Celio guardava le possenti gobbe delle montagne che balzavano sopra il buio, disegnando remoti profili .

...

Si chiamava così perchè era nato sotto i cieli dei prati della Palazza .    Celio  .

...

Il problema di Celio fu il male di vivere che, credo, avvertì fin da bambino .   Era troppo sensibile, troppo avanti col pensiero per sopportare le banalità di stare al mondo, campare dentro al gregge .    E così passò la gioventù bruciandola con metodo .    Anzi, arrostendola sulle braci vive della ribellione, col soffietto del destino che alitava sopra   .

...

Cercò di non disturbare, farsi da parte e tacere .   Non immaginava che il suo silenzio avrebbe prodotto il clamore degli invisibili .

...

Le case, tutte aggruppate insieme, stanno lì, circondate dai monti, appese al bordo del ripido catino .    Il campanile, come ferro di antica meridiana, scandisce il tempo allungando la sua ombra sulla calce scrostata degli intonaci .

...

Non devi mai guardare la cima ma il metro di terreno che ti sta davanti al naso. Superato quello ne arriva un altro, e un altro ancora .   Avanti così, senza alzare gli occhi, finché ti ritrovi a calpestare aria .    Lì è la cima - così mi disse Celio .

...

Le montagne sono tutte uguali .   Hanno una base e una punta .  Il dolore del mondo è uguale alle montagne, ha una base di partenza e un vertice massimo .   Non vivremo abbastanza per smaltire il dolore e per salire le montagne che abbiamo intorno .  Tanto vale rimanere qui .

...

Nelle ore libere, Celio curiosava .    Entrava in quei magici tuguri dove tutto si muoveva,  girava,  batteva,  macinava   e cantava    spinto da una forza invisibile che brontolava all'esterno   .

...

Celio aveva un modo di parlare lento ed efficace .    Usava poche parole nitide e precise .    Ti entravano in testa come pallottole o picchiavano in testa come pietre    .

...

Celio fu talento sprecato, genio e sregolatezza, sorriso e malinconia .   Fu grandioso rocciatore, ma non raccontava mai le imprese fatte .   Della gloria gl’importava zero .   Di lodi e complimenti non sapeva che farsene .   Se ne riceveva, faceva un gesto con la mano come a scacciare mosche fastidiose .   Avesse scritto libri e gli avessero conferito il Nobel, non sarebbe manco uscito dall'osteria per andarlo a prendere  .
fb/mc

celio è ossessionato dalla madre. anche a 65 anni, quando la donna è morta da tempo, le parla, la chiama.   è un’ossessione che condivide?
I miei personaggi sono complicati, difficili, in fondo dei falliti che hanno rinunciato ad avere una vita propria, una famiglia, perché per loro la madre è tutto .   Avrei voluto avere mia madre vicino, a costo di fare la fine di Celio .    È una mancanza che mi ha sempre fatto male, ma ormai la vedo come una nostalgia buona, una malinconia del passato    .

il suo look cambia mai?
Ho capito fin da giovane l’importanza delle apparenze .    Per dire una certa cosa, soprattutto in pubblico, bisogna vestirsi bene .    Tutta questa perfezione non mi andava così ho scelto la ribellione perché detesto la finzione :   magari a casa ne succedono di cotte e di crude ma fuori bisogna essere come l’upupa, con il ciuffo tirato  .    Adesso, con un po’ di saggezza in più, poca per la verità, certe cose le eviterei  .

www.corriere.it/sette/mauro-corona - intervista daniela monti  -  2020

SIAMO FIGLI DI UNO STESSO BLOCCO  -  facebook.com/maurocoronaofficial/videos  -  facebook.com/MondadoriLibri/videos  - mondadori https://twitter.com/CoronaMauro  :  siamo nati qui celio e io

.

 

 

 

 

Il passo del vento - corona/matteo righetto
Sillabario alpino: La narrativa potente di due grandi scrittori in un libro che si legge con la facilità e la soddisfazione con cui si raccolgono i mirtilli, grazie alla struttura classica e accattivante del sillabario | Parlare di montagna equivale a parlare dell’intera esistenza, e di come in essa si intende prendere posto. E amare la montagna significa stare al mondo con franchezza, desiderio di avventura, accortezza e spirito di solidarietà, rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni. Mauro Corona e Matteo Righetto, gli scrittori italiani più autorevoli sull’argomento, danno voce a ciò che per loro la montagna rappresenta, attingendo a un ricchissimo tesoro di esperienze personali, qui condensate in brevi racconti, epigrammi fulminanti, descrizioni di paesaggi naturali di bellezza inesprimibile. In queste pagine troviamo l’asprezza della roccia e la sfida delle vette, ma anche la carezza accogliente dei boschi, il ritmo lento del passeggiare; i ricordi vivissimi di un tempo che non esiste più e la consapevolezza urgente delle responsabilità da assumersi perché gli ambienti naturali possano sopravvivere ed essere il futuro dei nostri figli. I sedici milioni di abeti distrutti dal ciclone che si è abbattuto sulle Dolomiti alla fine del 2018 evocano i caduti della Prima guerra mondiale, perché “gli alberi sono come le persone, e le foreste sono intere comunità”. La descrizione di un camoscio, che con abilità di equilibrista si muove tra i picchi più impervi, sfocia in una riflessione sul cambiamento del ruolo del padre nella società contemporanea, una figura ormai così priva di spigoli da rendere difficile assumerla come riferimento e appoggio. E invece, dal momento che gli esseri umani sono alpinisti inconsapevoli e chi “guarda il cielo sente la vertigine della bellezza ma anche il vuoto del precipizio”, l’appiglio è cruciale, nell’arrampicata come nella vita.
unilibro - 2019

Tempi andati, poetica del lavoro finita, virtuosismo dimenticato perché inutile  .   Nella vecchia casa, quelle scuri sono rimaste  . Stanno appese ai muri anneriti da quattrocento anni di fuliggine .   Le slitte, invece, non ci sono più. Se le son divorate i tarli  .

...

Ho sempre dormito poco .   

Fin da bambino ho sofferto di insonnia .     Avevo paura di qualcosa che, alla soglia dei settanta, ancora non so .    Notti insonni accompagnate dall'orecchio teso, attento a ogni rumore .    Una luna congelata sbucava silenziosa dai monti e avanzava radendo la neve con la sua falce d'oro .     Stelle tremolanti nel gelo la accompagnavano e mai saprò quel che si dicevano .     Quando dico inverno penso a questo .    Non riesco a dimenticare .    Nessuna nostalgia, sia chiaro .  È che ogni tanto mi vien da tornare a quei tempi  .

...

A quei tempi, la vita sui monti era regolata dai boschi .

Le nostre farmacie erano alberi, erbe, muschi, licheni e argille .   Non so quanto fossero efficaci quelle medicine .   Quanto guarissero quelle scie di miele amaro .    Ma noi ci credevamo e tante volte hanno dato ottimi risultat .    Siamo guariti .     E non credo sia stato solo un placebo .
Ps -  Mia nonna soleva dire che tutto viene buono e utile, se immerso nella grappa o nel vino  .

...

Vi è un'orma più importante di quella che imprimono gli animali .   

È quella che lasciamo noi sul terreno della vita .     Bisognerebbe lasciare traccia buona dal momento che qualcuno la seguirà .     Se non è buona, quello dietro rischia di finire fuori strada .     La nostra esistenza è un'orma che si chiama comportamento .    Non la si vede con gli occhi .     La si percepisce con l'anima, il cuore,  la coscienza,  il giudizio .    È segno senza forma, aria degli anni che mutano, impronta priva di stampo, ma profonda e nitida .   Ogni umano lascia la sua  .
#ilpassodelvento
fb/mc

.

 

 

NEL MURO

Nel fitto di un bosco di uno dei monti dell’Italia settentrionale un uomo ritrova una baita appartenuta ai suoi antenati. Decide di ristrutturarla, per andarci a vivere e sfuggire così alla crudeltà del mondo che lo circonda.
Ma, mentre lavora, un colpo di piccone bene assestato cambia per sempre la sua vita. Dietro la calce, in un’intercapedine del muro, trova i corpi mummificati di tre donne. E si accorge che sulla loro carne sono stati incisi dei segni, quasi lettere dell’alfabeto di una lingua misteriosa e sconosciuta. Qual è la storia delle tre donne? Chi le ha nascoste lì? Qual è il terribile messaggio che quelle lettere vogliono comunicare? Ed è possibile che la cerva dagli occhi buoni che sbuca ogni sera dal bosco voglia davvero proteggere l’uomo e rivelargli qualcosa?
Mentre le tre mummie cominciano a infestare i suoi pensieri e i suoi sogni, trasformandoli in incubi e allucinazioni, l’uomo si mette alla ricerca della verità, una ricerca che può portarlo alla perdizione definitiva o alla salvezza. O forse a entrambe.
Mauro Corona, dopo anni in cui si era dedicato a forme più brevi, torna al romanzo vero e proprio. E lo fa con un libro di eccezionale forza letteraria, intenso, appassionante, commovente, un libro che racconta la maestosità della natura e la cattiveria degli uomini, denso di immagini indimenticabili – per esempio quella del pivason, l’uccello-vampiro, e del suo spaventoso verso, presagio di morte – e di momenti di straordinario lirismo, come la scena in cui il protagonista scende in una foiba e dentro una pozza d’acqua scopre un piccolo essere di cui si sente improvvisamente e inaspettatamente fratello.
Con Nel muro, Corona torna a raccontare i boschi, gli animali e gli uomini della sua terra, e rivela ancora una volta il suo talento narrativo, quella scrittura sorgiva che sa arrivare dritta al cuore del lettore, la sua capacità di unire un’immaginazione gotica e tenebrosa all’accuratezza realistica delle situazioni e dei luoghi, di scrivere pagine terribili e dolci al tempo stesso.
In una frase, Nel muro segna il ritorno al romanzo di uno dei più grandi scrittori italiani.
mondadori.it - 2018
Per sfuggire alla crudeltà del mondo un uomo si ritira nei boschi ristrutturando una vecchia baita che era appartenuta ai suoi antenati. Ma un colpo di piccone nel muro cambierà per sempre la sua vita. Dietro la calce trova i corpi mummificati di tre donne. Sulla loro pelle sono incisi dei segni, quasi lettere di una lingua misteriosa e sconosciuta.
Qual è la storia delle tre donne? Chi ha nascosto là i loro corpi? Qual è il terribile messaggio che quelle incisioni vogliono comunicare? Ed è possibile che la cerva dagli occhi buoni che sbuca ogni sera dal bosco voglia davvero rivelare qualcosa al protagonista?
Mentre le tre mummie cominciano a infestare i sogni dell'uomo, trasformandoli in incubi e allucinazioni, lui intraprende una ricerca di conoscenza, destinata a portarlo alla perdizione definitiva o alla salvezza.
Mauro Corona scrive un romanzo meraviglioso sulla maestosità della natura e la cattiveria degli uomini, denso di immagini indimenticabili e di momenti di straordinario lirismo.
macrolibrarsi - 2018

. I boschi circondavano la baita come un abbraccio, una fitta, impenetrabile sciarpa tessuta con i fili della tragedia. Quando le foglie cadevano, i rami spogli vibravano al vento come corde di violino. Le tempeste li facevano tintinnare con suono di vetri infranti. Quei suoni non li capivo, li udivo soltanto. Eppure ero convinto contenessero un messaggio. «Insisti» diceva il bosco in tono minaccioso. Allora caparbio riprendevo a cercare quello che probabilmente non avrei mai trovato.
. La natura dormiva nell’abbraccio dell’inverno. Quel soffiare di vento non era altro che il suo respiro. Ciò che agli uomini sembra enorme e pericoloso, per la natura è pulviscolo.
. Da oriente, la luce del primo mattino pioveva come una polvere d’oro a carezzare il silenzio di quelle rovine. Un secolo e mezzo prima, tra quei muri batteva il cuore dei dimenticati. Anime dissolte nel nulla. Chi erano? Com’erano scomparsi? Che fine avevano fatto ?
. Se penso che tutto iniziò con quel maledetto colpo di piccone nel muro della baita, mi vengono i brividi. Certe cose non stanno né in cielo né in terra. E neanche nelle più truci storie dell’orrore. Spero di avere la forza per andare avanti.

maurocorona.it

come è nata l’idea di “Nel muro” ?
Ho trovato veramente una mummia nell’ intercapedine di un rudere.   Ero insieme a un mio amico, un vecchio bracconiere e quando ho detto di avvertire i Carabinieri, lui non ha voluto.    Così siamo andati a comprare della malta e abbiamo chiuso nuovamente la mummia dentro al suo muro.     E lì resterà finchè qualcuno non la troverà.
daniela mimmi - altoadige.it - 2018

- Romanzo terrificante sulla violenza alle donne.     Ambientato centocinquant'anni fa, purtroppo risulta di un'attualità sconcertante.    Da leggere seduti poichè c'è il rischio di cadere.     -mc
fb/mc - 14.5.2019 - salone del libro torino 2019

PRESENTATO A LIGNANO - INCONTRI CON L'AUTORE E CON IL VINO - 2019

 

 

|||

 

Gli bastava quello che aveva, pochissimo per non dire niente

e non voleva affannarsi, o coltivare aspirazioni.

Al è dut nue fantats, al è dut nue. È tutto niente ragazzi, è tutto niente.

Pronunciava la frase sottovoce, quasi non volesse far fatica.

quasi niente

...

si puo vivere con poco
quasi niente
considerando quel poco
quasi troppo

 ...

È solo attraverso fallimenti e sconfitte che s’impara a vivere

che si cresce davvero

...

le minoranze siamo noi a crearle, non è che uno nasca minoranza.

le creiamo con i nostri atteggiamenti, le prese di posizione

quando escludiamo, quando emarginiamo.
pag 153

 

ma certo ... fin da piccolo ho sentito la povertà, la differenza sociale.   

i figli del notaio, del medico, dell'avvocato avevano tutto

non era certo colpa loro, erano ricchi di famiglia e io vedevo la differenza.
pag 160

 

la vita ti fa rotolare fino a levigarti come un sasso.

non e che ti sollevi su un piedistallo e ti porti in trionfo.
pag 109

 

devo dire che anch'io me la sono costruita un po' da autodidatta una filosofia filosofastra    a partire dalla vita, dalle esperienze e anche da questa nostra cultura di montagna.    quando sei solo, durante una scalata, magari di notte, o anche mentre fai una passeggiata tra i boschi, puoi sentire qualcosa intorno. e' qualcosa di indefinibile, molto presente.    l'energia dell'universo è potente ed eterna mentre la terra non è eterna.   la vita sulla terra si spegnerà.    noi ce la stiamo mettendo tutta per accelerare questo spegnimento.
pagg 104 - 105  - quasi niente

 

|||

 

Abbiamo ore di sole
impariamo a godere di quelle
senza cercarne altre

la via del sole  - 2016

 

non aveva fatto i conti con l'infanzia

la quale si risveglio' improvvisa e brutale
pag 51 - la via del sole

 

|||

 

 

FAVOLA IN BIANCO E NERO

La guerra siamo noi.
Che tentiamo di prevaricare sul nostro prossimo, sul nostro vicino, sul nostro compagno di banco e di lavoro. Che godiamo delle disgrazie altrui, sornioni e finto contriti, mentre ci freghiamo le mani. Che consideriamo fortuna i buoni risultati e le capacità degli altri, mentre imputiamo a nemici e detrattori i nostri fallimenti.
Si fallisce da soli, come soli si crepa, senza bisogno di spinte esterne.
Eppure le riceviamo.

pagg 13 e 14

.

Quando la gente del paese si svegliò, quale non fu lo sbalordimento nel constatare che le statuine dei pargoli santi stavolta erano due.    Uno di pelle bianca, candida come la neve che copriva il paese, l’altro con la pelle color cioccolato.     Entrambi vicini, uno accanto all’altro, sulla paglia magra della vita.
Tutti e due con le braccine aperte, pareva si tenessero per mano.

fb/mc - 2015

Senza grandi giri di parole Mauro Corona ci inchioda alle nostre responsabilità. Ci invita a riflettere, lanciandoci un monito che, alla luce dei recenti avvenimenti legati agli sbarchi dei migranti, si fa ancora più severo e urgente.
Nel poetico e tenebroso mondo boschivo di Mauro Corona, non è raro imbattersi in una favola. Ma non è scontato che si tratti di una favola idilliaca, perché è proprio quando la narrazione si avventura nel fantastico che l'autore trova l'occasione per far emergere con forza la sua vena più caustica e dissacrante. E questa volta è chiaro più che mai: "Ho scritto una fiaba cattiva sul Natale, perché il Natale è una festa cattiva dove si scoprono i cattivi che fanno i buoni". Se con Una lacrima color turchese ci aveva portato ad accettare lo straordinario, ovvero l'eccezionale scomparsa del Bambin Gesù, fuggito dai presepi di tutto il mondo per provocazione, in questo suo ideale seguito si spinge ancora più in là, sfidandoci ad accogliere il diverso. Favola in bianco e nero si apre, infatti, con la prodigiosa apparizione di due statuine del Bambin Gesù, una con la pelle bianca e l'altra con la pelle nera, che si materializzano, inaspettatamente, allo scoccare della mezzanotte in tutte le case del mondo. La reazione che si scatena, però, è piuttosto prevedibile, perché tutti cercano di rimuovere la statuina di colore; del resto, la tradizione vuole che Gesù abbia la pelle bianca, nessuno è in grado di tollerare una simile anomalia.

ibs - 2015

www.facebook.com/maurocoronaofficial   -  video -  intervista tv  -  fb/mc - 2016

 

 

 

i misteri della montagna - presentato a collisioni 2015

- I sentieri sono quaderni riempiti di parole, suoni, profumi, aliti .   Lunghi quaderni, sinuosi e ripidi -  mc
Mauro Corona ci accompagna, ancora una volta, a scoprire i segreti della montagna, tendendoci la mano, aiutandoci a salire.
Non tutti hanno la fortuna di comprendere fino in fondo i segreti della natura. Vedono le montagne come, blocchi turriti, pilastri di roccia scabri e senza valore, ammassi di pietre inutili sorti qua e là per capriccio del tempo. Ma basta alzare lo sguardo ed essere sovrastati dall'imponenza del mare verticale, con i suoi milioni di granelli di sabbia, per sentire nascere lo stupore. Lo stupore che genera domande. Le domande che generano misteri: chi ci sarà lassù? Vi abita qualcuno? E, se esiste, come sarà fatto? Nei boschi, tra le rocce, dentro l'alba, sotto le foglie, sulle cime. Lì dormono i segreti della montagna. E Mauro Corona ci accompagna ancora una volta a scoprirli, tendendoci la mano, aiutandoci a salire. Ci esorta a giocare con il rimbalzo dell'eco, che vuole sempre l'ultima parola, ad ascoltare la voce del vento, che non sapremo mai da dove nasce. Ci conduce lungo i ruscelli per spiare le ninfe dai lunghi capelli d'acqua, ci indica il sentiero per raggiungere il grande abete bianco - adagiando l'orecchio al tronco, sentiremo il suo cuore battere. E se, in solitudine, saremo capaci di avvertire le presenze nascoste nel buio, avremo fatto il passo decisivo per capire che inseguire i segreti della montagna non vuol dire nient'altro che ricercare se stessi, andando alle origini delle proprie paure. Il tempo delle curiosità non ha scadenza, dobbiamo solo farci trovare pronti per questa nuova, indimenticabile, avventura.

ibs - 2015

https://youtu.be/mLqWri6ge-Q

quali emozioni le piacerebbe che provassero i suoi lettori nella lettura del suo nuovo romanzo?
Mi piacerebbe che il lettore provasse quello che ho provato io nella mia infanzia.

Io dall’anzianità sono tornato indietro perché ho capito che mi stavo snaturando.

La mia montagna era abbastanza tecnica, non ero più naturale. Mi sono detto che dovevo recuperare le cose belle, la magia, i sogni, le illusioni, le fantasticherie, le superstizioni, e per questo sono tornato giù dalla cima e sono partito dall’inizio. Vorrei che chi leggesse queste libro potesse provare quello che ho provato io una volta quando ho sentito l’eco che mi parlava; le mie emozioni da adolescente bastonato dalla vita, la fame, la miseria, le botte ma era contento perché quando andava nel suo giocattolo, la montagna, si divertiva.
riccardo barbagallo - gliamantideilibri.it - 2015

È il mio libro più intimo -  una specie di corpo a corpo con i ricordi -  a partire da quelli degli amici che se ne sono andati per sempre ma anche una resa dei conti con me stesso e con l’età che si fa sentire e il 'giro vita' che si stringe sempre più.
https://youtu.be/jnO7mTRT4GQ  - 63° film festival trento - 2015

.

cosa ti ha insegnato la montagna?
.   fondamentalmente la montagna non insegna niente.  una montagna non insegna ad un bambino a non dire le parolacce ma sono i genitori a farlo .  è la famiglia che sentendo dire una brutta parola dal figlio gli tira un ceffone … non la montagna.

La montagna mi emoziona.
.   oggi siamo tutti moralisti ...
.   un vero etico non mangia nulla, nemmeno l’insalata perché anche lei sente male! Ed’è vero !  L’hanno provato i Giapponesi !

taargatocn.it - collisioni 2015

.

 

 

 

Ascoltando si sta meglio .   Quindi, porre attenzione ai rumori .     L’orecchio è una cosa importantissima .    Il ronzio di un calabrone o il vento in una radura possono suscitare emozioni nuove, stimolare la creatività, la poesia .    In questo modo uno torna a casa la sera e scopre di stare bene, di essere più tranquillo  .

maurcorona.it  2002

.

sapevano altresì che di amori speciali ce ne sono pochi nel mondo.

Il resto sono parvenze d’amore in cui si dichiara di voler bene a qualcuno

premurandosi di voler bene a se stessi.
la voce degli uomini freddi

.

Nessuno muore mai del tutto, bambina .
Di uomini, animali, uccelli, alberi, resta sempre qualcosa di vivo

qualcosa che se ascolti sentirai bene, ma devi saper ascoltare .
La morte non esiste del tutto: non vedi più la gente, è vero, ma la senti .
Nessuno muore del tutto, resta qualcosa di vivo che sta vicino a noi

per farci compagnia .

...

Termino questo quaderno il 19 luglio 2007 .     L'avevo iniziato il 30 giugno .     La storia va avanti, l'ho tutta in testa, anche se a tratti un po' confusa .     Mi conforta il fatto che, fra quattro giorni, è un mese che non bevo .     Solo due birre dopo una cima, ma siccome faccio una cima al giorno sono due birre al giorno, che non è niente  .      Non è mica facile smettere di bere, si va e si viene, come una fisarmonica tirata dal destino, un volta tira lui e una volta tiri tu. Ma devo farcela, soprattutto per i miei figli  .     Che Dio mi dia una mano, l'altra me la do io.
storia di neve
fb/raicultura

 



confessioni ultime - italiano e spagnolo
LIBRO E DVD CON FILM DI GIORGIO FORNONI -  PREMIO SAT  trento film festival 
Le uniche parole che meritano di esistere sono quelle migliori del silenzio, diceva Juan Carlos Onetti. Le parole di questo libro sono lontane anni luce dall’essere migliori del silenzio.     Stare zitti sarebbe stato ideale ma io di tacere non sono capace e tantomeno uso parole migliori del silenzio.    Questo è tutto, tutto qui dentro.   Amen.

Pensieri e racconti di vita. Le CONFESSIONI ULTIME di Mauro Corona sono il diario intimo di “un sognatore”.    Un autoritratto che richiama in alcuni passaggi l’indimenticabile tradizione degli scritti morali, da Seneca al filosofo e samurai Jōchō Yamamoto, e si trasforma con impennate improvvise in un personalissimo sfogo sull’attualità e la politica. Suoni e basta, le parole hanno perso consistenza, volume, spessore, e con loro la vita. Le CONFESSIONI prendono forma da queste parole ormai vuote. Libertà, silenzio, memoria, corpo, fatica, invidia, orgoglio, competizione, amore, amicizia, dolore, morte, Dio e la fede. Una rappresentazione laica profonda e illuminante: “Sono un grande peccatore, ma per tradizione e per educazione spero in Dio, e lo rispetto a modo mio. Spero in Dio, però non so più dov’è finito ...     Diceva Zvi Kolitz   Caro Dio, io credo in te nonostante te.
Con un videoreportage di Giorgio Fornoni. Le splendide musiche di Nick Cave e Warren Ellis, tratte dal film “The Assassination of Jesse James”, accompagnano Mauro Corona in un viaggio a Erto, “paese di crolli e di dolore”, cinquant’anni dopo la tragedia del Vajont. Dalla tana rifugio in cui vive e lavora ai luoghi della sua quotidianità, 44 minuti che raccontano in presa diretta uno tra gli scrittori italiani più letti e amati.

facebook/corona -  illibraio.it 

.

Le radici sono elastiche   -   mentre ti allontani si allungano   -   diventano sottili come corde di violino ma appena molli la presa ti riportano a casa .  Ultimamente e sempre più spesso, ho un desiderio impossibile, ma forse chissà, potrebbe anche essere possibile, però non ci credo molto, anzi non ci credo per nulla .

facebook/corona - 2013

.

Basta con le schiavitù se potessi sparirei
mi do un orizzonte di dieci anni. Per cui le conseguenze delle cose che dico non dureranno tanto a lungo
vorrei smetterla di stare in mezzo alla gente. Mi piacerebbe ritirarmi in una baita. Meglio ancora in un manicomio, se ce ne fossero ancora.
luciano santin - messaggeroveneto.gelocal.it - 2013
Un desiderio strano, quello di poter vedere la propria effigie nella quiete della morte, ritrovare un volto a volte «impaurito amareggiato, sconfitto, rassegnato, irato», altre «contuso, tumefatto, sporco», rasserenato e «tranquillo come acqua». Un desiderio impossibile prima ancora che assurdo; e allora, forse, si può provare a fare qualcos’altro, una confessione, con incluso l’atto di dolore, in cui si gioca in anticipo la pacificazione finale. Un «testamento di chiacchiere», magari, perché si è consci «di non avere parole migliori del silenzio», ma il tentativo è da farsi, quanto meno per «cercare di non morire frainteso».
prefazione

.

Ma ahime io di tacere non sono capace . dico cretino ai cretini e furbetti ai furbi.
E tanto meno uso parole migliori del silenzio.
Questo è tutto - tutto qui dentro .

introduzione

.

La fragilità è un bene assoluto, vuol dire che c'è una ricettività maggiore, e questa ricettività dobbiamo assecondarla e farla maturare, farcela amica senza resistenza, senza reagire con armi affilate. La fragilità è un dono dolcissimo, che rende umano l'uomo. Impariamo a dire "proviamo", invece che dire ' io vinco ' .   fb/mc

.
un uomo arrogante per paura . anche antipatico orgoglioso vanitoso .
ho fatto di tutto per emergere lavorando approfittando atteggiandomi.

.
La timidezza non è altro che sensibilità portata al suo limite estremo
sensibilità che fa provare mille volte più forti le emozioni
si arriva perfino a cambiare colore in volto. La timidezza è un dono.

da confessioni ultime

.

Io ho ricevuto grandi lezioni di vita da analfabeti .    Mio nonno mi diceva :   quando incidi un albero per fare l'innesto devi mettere le mani così, e faceva il gesto di stringerlo, perché prende paura l'albero e gli viene la febbre .     Era analfabeta, ma la sua era una forma di poesia primitiva .
dal libro 'confessioni ultime'
fb/mc - 1.10.2020

.
quale parola detesti di più?
La parola felicità. E' una parola che per Corona Mauro non esiste. L’ho tagliata con una lametta dal vocabolario.  Roba da diciassettenni innamorati.
di cosa vai più orgoglioso?
Dei miei figli .  Ci accompagnano per mano. Mi aiutano, cercano la mia presenza.
dei tuoi libri sei soddisfatto o ci rimetteresti mano?
Solo gli sciocchi sono soddisfatti. No: io non lo sono mai.
e tu che rapporto hai con la morte?
Ho il terrore. È per quello che vivo.
corona perer - giornalesentire.it -  ed.chiarelettere -  facebook/corona - 2013

.
i figli sono gli unici affetti che non ti dicono ti amo per farselo ridire e poi ti rendono la vita un inferno come fanno tutte.  come fanno tutti. anche gli amici. per questo sto da solo. mi basto. l'amore che presa per ...  e ci credono tutti e credono agli esperti ... il mito dell'amore è un disastro peggiore del vajont.
irene soave - vanity fair -  ed.chiarelettere -  facebook/corona - 2013

.

CRESCERE I FIGLI IN MODO DIVERSO

Come si fa a creare una società nuova in cui poter vivere tranquilli, senza distruggere tutto ciò che ci circonda? Uccidiamo la montagna e stiamo uccidendo il mare. Ogni mamma deve iniziare a tirare su in modo diverso i suoi piccoli. Non cambierà nulla finché cresceremo bambini da 800 euro a vestito, avviati a comprare una Audi da 80.000 euro. E che corrono verso la cementificazione e si beano nel turismo di massa. La causa di tutto è l’uomo, la sua cattiva educazione, sin da bambino. Un genitore maldestro e sciagurato non deve poter imporre una formula distruttiva a suo figlio.
r.m.grosselli - ladige.it - 2014

 

 

 

Le parole non servono più   ma vivono dentro di noi

Parole praticate    ma non dette


www.youtube.com/embed/Jb7q7i7z-tg  - https://youtu.be/lAnrkUHzZWI  - confessioni ultime - estratto film

  www.youtube.com/watch?v=tr2p8qP4qPE        mondo storto   

https://youtu.be/52vISGW5XcM      premio nonino 2012

https://youtu.be/A5ijzRmJoHU        il sacro e la montagna

pordenonelegge 2016

.facebook.com/pordenonelegge.it/videos  -  FVG terra di scrittori  - 2020

 

 

devo a rigoni stern la mia rinascita
è stato il padre che non ho avuto
i giovani dovrebbero imparare ad imitarlo
fb/mc 2014

 

 

 

 

I premi fanno bene ma sono come l’aspirina

Sono fiero di aver vinto il premio Rigoni Stern ma non è che uno deve darsi alla testa perché vi partecipa. Io continuerei a scrivere lo stesso. Certo, mi fa piacere pensare che ci sarò. Fa piacere soprattutto a uno come me, che viene dalle selve, che ha avuto la vita che ho avuto io, con problemi che vanno da genitori assenti e picchiatori a quelli legati all’alcolismo e che ha terminato solo la terza media; ho letto solo due camion a rimorchio di libri. Insomma, per me è un riscatto. Per me è un premio già essere arrivato qui, ma sia chiaro che io non sono un decoubertiniano, se si può vincere fa più piacere, ma non ho grandi aspettative. Io non sono uno scrittore, io sono un racconta storie. Non sono un intellettuale, ma uno che ha fatto tante esperienze. Ho lavorato nelle cave di marmo, ho fatto il manovale, il muratore, il bracconiere. Esco da un’esperienza che ormai anche il solo pensare che arrivo al Campiello, mi fa piacere. Ma se non mi ci fossi trovato non mi sarei sparato, avrei comunque continuato a scrivere e a fare la mia vita, perché scrivere mi aiuta solo a una cosa: a non spararmi.

daniele duso - sulromanzo.it - 2014

.

Un giorno le memorie aiuteranno a ricostruire universi scomparsi e dimenticati .    La scrittura è una forma di sopravvivenza, una lotta contro l’oblio .    La memoria va salvata in tutti i modi :  con la scrittura, la scultura, la pittura, il cinema .    Con qualsiasi mezzo che ferma un ricordo  .

maurocorona.it - 2018

 

 

***

 

Non era mica secondo a nessuno, il vecchio, in fatto di esperienza nel bosco e nella vita .     È un bosco anche la vita gli diceva, da curare, tagliare, pulire e proteggere, se no va in malora. Ma suo nonno era rigido, parlava poco, era sempre silenzioso, come un cane vecchio. Gli insegnava le robe sempre con una certa severità, come se il piccolo avesse qualche colpa, o dovesse imparare tutto in fretta perché il nonno non aveva più molto tempo  .

da il canto delle manere

 

 

***

 

Nel tranquillo e ordinato branco sociale i ' diversi '  si notano immediatamente e irritano l'acuto senso estetico dei vigili custodi dell'armonia del mondo .    Allora si provvede ad emarginarli, isolarli, abbatterli poiché essi emergono come fastidiose protuberanze nel piatto mondo degli arrivati  .

E così l'uomo, orrendo essere pensante e malvagio, s'arroga il diritto di decidere vita e morte su tutto il creato  .
il volo della martora

Le parole sono sculture, corpi tridimensionali .    Nel pianeta assumono forme diverse ma ovunque raccontano la vita .    A volte migrano .   Sulla groppa del vento atterrano in paesi lontani .   E parlano .    Dicono che il cuore degli uomini batte di gioia e dolore in ogni continente. Poi tornano indietro, nella casa di chi le ha pronunciate, a dirgli ' missione compiuta  '.  

fb/mc - il volo della martora  tradotto in cinese - 2021

 

 

 

 

mostra di disegni e schizzi per raccontare la gente di montagna  -  maniago pn - 2014

www.facebook.com/maurocoronaofficial - L'arte è una magia. Perchè dobbiamo disperderla? - fb/mc - 17.2.2017

 

***

dalla vetta non si va in nessun posto
si puo solo scendere

monte duranno - erto

  
NON SEMPRE LA VECCHIAIA PORTA CONSIGLIO
 facebook.com/maurocoronaofficial/videos -
 fb/mc - 18.5.2017

.

 

 

 

 

pagina 1 - 2 - 3

altri autori              home

PRIVACY