GIORGIO BASSANI
IL ROMANZO DI FERRARA
The Novel of Ferrara__ Dentro le Mura - gli Occhiali d’Oro - Il Giardino dei Finzi-Contini - Dietro la Porta - l'Airone - l'Odore del Fieno
tradotto in inglese da Jamie McKendrick - pubblicato in un
unicum per la prima volta presso norton & company.
l'airone - fondazionegiorgiobassani.it/intervista-Bassani - raicultura.it/Lairone-di-Giorgio-Bassani
Una
tragedia moderna scandita in quattro tempi
nella suggestiva scelta di un impianto narrativo articolato su
unità di luogo, di tempo. d'azione; lo sfondo nebbioso ed
incerto della bassa padana in una giornata dell'inverno del
'47; un lento viaggio nello spazio, nell'interna ed esterna
cadenza temporale (o
ssessivo il richiamo dell'orologio) a
verificare ogni volta una fatale "difficulté d'etre", una
genetica e storica estraneità, l'impossibilità a vivere:
questi alcuni temi dell'Airone, libro che suggella la
complessa unità DEL ROMANZo di Ferrara. La borghesia
israelitica ferrarese, da sempre al centro del narrare di Bassani,
trova in Edgardo Limentani l'ultimo dei suoi
disincantati protagonisti, venuto anch'egli, al pari di tutti
gli altri, come da lontano, dal pozzo di un passato che ha
cangiato ogni normalità in paradosso e in grottesco squallore.
La distanza tra sé e le cose (che sono pure desolato
correlativo della crisi d'identità, dell'angoscia) si acuisce
nel 'freddo" atmosferico e sentimentale di un viaggio, di un
distacco destinato a trovare nella morte l'unico salvataggio
possibile della vitalità perduta. Alla fine del ,' lungo
corridoio ', (trasposta metafora della vita, della coscienza),
nell'immobile e sicura eternità mortuaria, Edgardo potrà
identificarsi con l'Airone, buffa, splendida bestia, inutile,
irrilevante e leggera che acquista senso solo al di là del
cristallo di una bottega di impagliatore d'uccelli. Cosi,
appoggiando la fronte al vetro, rompendo ogni diaframma
separante, sognando di trovarsi tra i morti, Edgardo potrà per
un attimo essere felice. Intorno taceranno i fastidiosi rumori
della vita, e avrà decisione, gesto (la ferma idea del
suicidio), quel dirsi interno de
l protagonista che sempre,
comunque, sia pur in forme diverse, aveva sovrastato ogni
altro clamore. lì monologo silenzioso porta inesorabile verso
il colpo di fucile significativamente evaso nella battuta di
caccia, in quella palude dove la vita era passata accanto con
disperata violenza o con patetica fragilità, proprio sul punto
di perdersi. romanzo del dolore definitivo
di un malessere esistenziale
onnicomprensivo che pervade ogni aspetto della realtà: l’individuo, i suoi
affetti, le cose, la natura. Soltanto dopo essere scesi nell’abisso più profondo
sarà possibile risalire e progettare di nuovo. Il critico e Professore Ermanno Paccagnini ci ricorda in questa anteprima a Cultbook che Giorgio Bassani stesso
dichiarò di essersi sentito liberato dopo aver concluso quest’opera in cui il
protagonista, Edgardo Limentani, sembra riassumere su di sé le caratteristiche
dei precedenti personaggi bassaniani, portate a una dimensione esistenziale non
rimediabile. Romanzo cupo e meraviglioso, “L’airone” dà voce a un malessere
insinuante e profondo, che trova una catarsi nel finale, come se l’autore avesse
riversato nella scrittura tutto il suo male di vivere per liberarsene, per
oggettivarlo e poi allontanarlo da sé e aprire la strada a nuove creazioni
artistiche. E' con questo romanzo che si chiude l'opera di Bassani raccolta
sotto il nome di "Romanzo di Ferrara": dopo "L'airone" troviamo infatti una
raccolta di brevi racconti, appunti e testi inediti, frammenti che lentamente
conducono all'ultima parola dell'opera, la parola "io". l'airone . Targa in onore di Giorgio Bassani e del suo romanzo L'airone sulla facciata della Casa del Vescovo che ospitava la Fondazione Giorgio Bassani - poi trasferita nella casa di ludovico ariosto ottobre 2010 - codigoro - fb/gb - 2015 .
l'airone - Lascito Prebys dal 2014
a portia prebys ex compagna dello scrittore e curatrice onoraria del centro studi dal 2014 - viene consegnato il ' Premio Città di Ferrara Ippogrifo d’oro ' - attribuito a chi valorizza la citta - maggio 2019 .
IL DELTA DEL PO
.
DIETRO LA PORTA
Gli anni non sono
riusciti a medicare un dolore che è rimasto là come una ferita segreta
Sono
stato molte volte infelice, nella mia vita, da bambino, da ragazzo, da giovane,
da uomo fatto; molte volte, se ci ripenso, ho toccato quel che si dice il fondo
della disperazione. E tuttavia ricordo pochi periodi piú neri, per me, dei mesi
di scuola fra l'ottobre del 1929 e il giugno del '30, quando facevo la prima
liceo
… Fin
dai primi giorni mi ero sentito spaesato … Non mi piaceva l’aula dove ci
avevano messi, posta a termine di un tetro corridoio … Non mi piacevano i
nuovi insegnanti, dai modi distaccati e ironici che scoraggiavano ogni
confidenza […]. Non mi piacevano i nuovi compagni provenienti dalla quinta A ai
quali noi della B eravamo stati aggiunti, diversissimi da noi, mi pareva, forse
più bravi, più belli, appartenenti forse a famiglie miglior delle nostre:
estranei, insomma, irrimediabilmente.” Incomincia così Dietro la
porta il quarto libro DEL ROMANZo di Ferrara, quello in cui si racconta un
intero anno scolastico, dall’inizio alla fine: il titolo si riferisce al dialogo
che l’io narrante (lo stesso Bassani) ascolta, non visto, mentre i suoi migliori
amici ne dicono di cotte di crude sul suo conto. Ed ecco
spiegata la malinconia, il disagio, l’insofferenza illustrata con le prime
battute DEL ROMANZo , scritto in flashback, insieme a tutte le altre circostanze
che segnano in negativo l’inizio di questo anno scolastico: fra le altre, la
perdita del compagno di banco ed amico-complice-sostegno di sempre: Otello,
bocciato curiosamente in una sola materia, la lingua inglese, che per quei tempi
e per un liceo classico non rivestiva certo un ruolo di primissimo piano.
gli occhiali d'oro
thanatos.it
Andare da
Fatigati costituì ben presto, più che una
moda, una vera e propria risorsa. Specie nelle sere
d'inverno, quando il vento gelido si infilava fischiando da Piazza
Cattedrale giù per Via Gorgadello
...
pag 5 - fb/fond_gb
DELILIERS
NON SOPRAGGIUNGEVA MAI PRIMA DELLE UNDICI .
Col suo bel passo da belva pigra, reso anche
più elegante dal leggero impedimento degli zoccoli, eccolo che attraversava
senza affrettarsi lo spazio di sabbia infuocata tra i capanni e le tende. Era
quasi nudo, lui. Le braghette bianche che finiva di allacciarsi sull’anca
sinistra giusto in quel momento, la stessa catenina d’oro che portava al collo e
da cui pendeva, in cima al torace, il ciondolo della Madonna, accentuavano in
qualche modo la sua nudità.
.
Dopo una
intensa giornata di lavoro gli piaceva certo sentirsi tra la folla allegra,
vociante, indifferenziata. Alto, grosso col cappello a lobbia,
i guanti gialli,nonchè, se era inverno, col pastrano foderato di
opossum e col bastone infilato nella tasca destra, dalla parte del manico,
fra le otto e le nove di sera poteva essere visto in qualsiasi punto della
città.Ogni tanto si aveva la sorpresa di scorgerlo fermo,di fronte alla
vetrina di qualche negozio di Via Mazzini e di Via Saraceno, che guardava,
attento, sopra la spalla di chi gli stava davanti.Spesso sostava accanto
alle bancarelle di chincaglierie e di dolciumi disposte a decine lungo il
fianco meridionale del Duomo o in Piazza Travaglio o in via Garibaldi,
fissando senza dir motto l'umile merce esposta.In ogni caso, erano gli
angusti e gremiti marciapiedi di Via San Romano quelli che Fadigati batteva
di preferenza. A incrociarsi con lui sotto quei portici bassi,
dove stagnava un acre sentore di pesce fritto, di salumi, di
vini e di filati di poco prezzo ma pieni sopratutto di folla, donnette,
soldati, ragazzi, contadini ammantellati, eccetera, faceva meraviglia
il suo occhio vivo, allegro, soddisfatto, il vago sorriso che
gli spianava il volto.
GLI OCCHIALI D'ORO
Gli occhiali d'oro svolgono in questo iter d'autore un ruolo essenziale.
E non solo perché Bassani, per la prima volta, pensò a una storia che avesse
lo spazio, il respiro, l'autonomia DEL ROMANZo , ma perché con l'apparizione dell'io
protagonista - novità dominante del libro - il " ROMANZo di Ferrara" cominciò a fondersi, a
prospettare la propria durata, a configurarsi non solo come entità narrativa ma lirica. Dentro le
mura aveva offerto della città padana soprattutto l'ambiente, la scena, le vicende; l'autore aveva osservato
dall'esterno i personaggi muoversi su un palcoscenico ove la vita era ricostruita dal suo rigore di
storico capace di conoscere e accettare l'impenetrabilità dei sentimenti umani ma non l'imprevidibilità,
l'intima contraddittorietà del destino. Gli occhiali d'oro proprio in quest'ultima
direzione andranno più avanti: l'introduzione dell'io muta le distanze, intreccia le prospettive, il
tempo si incontra e divarica significativamente da quello della biografia, la coralità e il raccontare
oggettivo lasciano luogo a un esplicito coinvolgimento di lettura. Si intensificano allora i dialoghi,
il libro lascia spazio anche ai piccoli momenti presenti, mentre si scopre il volto borghese,
conformista della città e dei suoi abitanti e il motivo dell'esclusione, già altrove
felicemente esperito, si fonde e si riversa, sullo sfondo di tragedie individuali e storiche, nei
due grandi temi decadenti dell'omosessualità e dell'ebraismo, utilizzati da Bassani,
senza partecipazione politico-ideologica, solo come strumenti per qualificare in una realtà
storica precisa le modalità diverse dall'emarginazione,
i confini convenzionali e sociali della normalità, l'oscillazione e
il dramma di un'identità che può
acquietarsi e riconoscersi soltanto nella fusione e
nell'inserimento nel mondo, pur crudele, degli altri.
Racconto di clamorose e sofferte
diversità. "Gli occhiali d'oro" sono la storia di una ricerca e di un tentativo di uguaglianza destinati a fallire, l'invito a una tolleranza
successiva che nasca dall'aver visto dovunque responsabilità l'intermittente parabola di un'ansia
di normalità vissuta proprio nel periodo fascista, quando sugli echi della musica, del Tristano wagneriano, più volte
ricorrenti nel libro, già si profilavano il clamore e il silenzio dell'eccidio bellico.
http://baruffi.ceva.infosys.it/5b/bassani/occhiali.htm
.
Recensione Gli occhiali d'oro
Protagonista
della sua narrazione è un otorinolaringoiatra nato a Venezia e poi trasferitosi
a Ferrara, dove in breve tempo riuscì ad affermarsi sia professionalmente sia
socialmente; Athos Fadigati, questo il nome del medico, aveva conquistato la
fiducia e il rispetto di tutta la società ferrarese, dalla nobiltà alla
borghesia, dal ceto imprenditoriale a quello operaio, partecipando più o meno
attivamente alla vita mondana della città, con estremo contegno e riservatezza.
Uomo alto e molto robusto, era però scapolo, e presto questo suo disinteresse
nella possibilità di trovarsi una consorte fece sorgere strane voci a proposito
dei suoi gusti sessuali: la stoltezza popolare fece il resto, dichiarando la
vita molto riservata, che aveva sempre condotto Fadigati, un'ammissione di
diversità, di colpevolezza, seppur ammirevolmente celata.
Terminata la
descrizione del medico e soprattutto della società ferrarese, dei suoi
pregiudizi e della sua meschinità nel giudicare e nel condannare in base a
questi giudizi, spesso guidati da infondate dicerie, il narratore da il via alla
seconda parte di questo romanzo, in cui egli entra in scena in prima persona,
narrando del proprio incontro con Fadigati, e dando un'indiretta descrizione di
sé attraverso i propri pensieri, i propri comportamenti e, inevitabilmente, i
propri giudizi. Nel 1936 il narratore, ora nuovo protagonista, era un ragazzo
ebreo che frequentava gli studi universitari a Bologna, come molti altri suoi
coetanei, e insieme a questi aveva creato una sorta di microcosmo all'interno di
un vagone di terza classe che ogni mattina li portava appunto nel capoluogo
emiliano.
Il dottor Fadigati cominciò a prendere lo stesso treno ogni martedì e
venerdì mattina e, spinto dal suo interesse nel conoscere e studiare le persone,
cercò di allacciare una sorta d'amicizia con questi ragazzi. La narrazione delle
vicende e le riflessioni interiori del narratore s'intersecano poi sempre di
più, fino a diventare l'una parte dell'altra: questi ricorda come due dei suoi
amici, Nino Bottecchiari ed Eraldo Delilieris, vanificassero continuamente ogni
tentativo
.
occhiali d'oro
.
Presentazione del manoscritto Gli occhiali d'oro
donato al Comune - Centro Studi Bassaniani ferrara - Casa
Minerbi
ferraraitalia.it - nell'immagine: pagina finale del romanzo
.
mondadori
capitolo 2
non lo sai ? mi risulta che il
dottor fadigati è ...
capitolo 18
noto professionista ferrarese annegato
nelle acque del po presso pontelagoscuro
... non parlava affatto di suicidio ma secondo
lo stile dei tempi soltanto di disgrazia ...
2006
- MORTO PHILIPPE NOIRET - MAGISTRALE DR. FADIGATI DE GLI
OCCHIALI D'ORO - 1987
1940 Giacomo Marchi
dal cognome nonna materna emma marchi
pseudonimo di Giorgio Bassani
durante la vigenza delle leggi razziali
facebook.com/fondazionegiorgiobassani/videos
- GB legge : le leggi razziali
FINZI CONTINI
-
FILM
Il giardino dei Finzi
Contini - 1970 -
film diretto da Vittorio
De Sica ottenne
l'Oscar 1972 come "miglior straniero
".
presenti tra gli altri l'assessore alle Attività Culturali della Comunità
Ebraica di Roma, Gianni Ascarelli e la direttrice del Museo Ebraico ...
https://youtu.be/WMihXwNU6f4
-
https://youtu.be/VnM1St7wQwY
-
omaggio al film di v.de sica
- finale film
youtube.com/watch?v=Y5PPGcwyMI0
FILM RESTAURATO NEL 2015 - ANTEPRIMA
CASA DEL CINEMA - ROMA -
www.museoferrara.it/resources/pdf/books/24/index.html#1
www.rainews.it/tgr/anniversario-finzi-continim
- omaggio a 60 anni dalla prima
pubblicazione
.
A Writer’s 'Tomb of
Words' and the People Who Took It Personally
michael z. wise - newyorker.com - 2015
.
IL SETTIMO
COMMENSALE
Recensione - Il giardino dei Finzi
Contini
.
.
Fummo veramente molto fortunati con la stagione .
Per dieci o dodici giorni il tempo si mantenne perfetto, fermo in quella
specie di magica sospensione, di immobilità dolcemente vitrea e luminosa che
è particolare di certi nostri autunni . Faceva caldo, nel
giardino: quasi come se si fosse d’estate . Chi ne aveva
voglia, poteva tirare avanti a giocare a tennis fino alle cinque e mezzo e
oltre, senza timore che l’umidità della sera danneggiasse le corde delle
racchette . A quell’ora, naturalmente, sul campo non ci si
vedeva quasi più . Però quell’ultima luce invitava a
continuare, a insistere in palleggi non importa se ormai quasi ciechi
.
.
Quando ci incontravamo sulla soglia del portone del Tempio, in genere
all’imbrunire, finiva quasi sempre che salissimo in gruppo anche le ripide
scale che portavano al secondo piano ... a un dato punto ci si
trovava immersi in una specie di nebbia d’oro.
.
Lo intuiva benissimo : per me, non meno che per lei, più
del possesso delle cose contava la memoria di esse, la memoria di fronte
alla quale ogni possesso, in sé, non può apparire che delusivo, banale,
insufficiente . Come mi capiva ! La mia ansia
che il presente diventasse subito passato, perché potessi amarlo e
vagheggiarlo a mio agio, era anche sua, tale e quale .
Era il nostro vizio, questo : d’andare avanti con la
testa sempre voltata all’indietro .
.
La tomba era grande, massiccia, davvero imponente:
una specie di tempio tra l’antico e l’orientale, come se ne vedeva nelle
scenografie dell’Aida e del Nabucco in voga nei nostri teatri d’opera fino a
pochi anni fa. In qualsiasi altro cimitero, l’attiguo Camposanto
Comunale compreso, un sepolcro di tali pretese non avrebbe affatto stupito,
ed anzi, confuso nella massa, sarebbe forse passato inosservato.
Ma nel nostro era l’unico. E così, sebbene sorgesse assai lontano dal
cancello d’ingresso, in fondo a un campo abbandonato dove da oltre mezzo
secolo non veniva sepolto più nessuno, faceva spicco, saltava subito agli
occhi.
.
Eh, sì, tagliare la corda è facile: ma a cosa porta,
quasi sempre, specie in materia di «situazioni morbide»? Novantanove volte su
cento la brace continua a covare sotto la cenere: col magnifico risultato che
dopo, quando due si rivedono, parlarsi tranquillamente, da buoni amici, è
diventato difficilissimo, pressoché impossibile.
.
.
corso Ercole I d’Este
è così bello, tale è il suo
richiamo turistico, che l’amministrazione social-comunista, responsabile del
Comune di Ferrara da più di quindici anni, si è resa conto della necessità
di non toccarlo, di difenderlo con ogni rigore da qualsiasi speculazione
edilizia o bottegaia, insomma di conservarne integro l’originario carattere
aristocratico.
.
Che cosa c'è stato, fra loro due ? Niente
? Chissà. Certo è che, quasi presaga della prossima
morte, sua e di tutti i suoi, Micòl ripeteva di continuo anche a Malnate che
a lei, del suo futuro democratico e sociale, non gliene importava nulla, che
il suo futuro, in sé, lei lo abborriva, ad esso preferendo di gran lunga 'le
vierge, le vivace et le bel aujourd’hui', e il passato, ancora di più, il
caro, il dolce, il pio passato. E siccome queste, lo so, non erano che
parole, le solite parole ingannevoli e disperate che soltanto un vero bacio
avrebbe potuto impedirle di proferire: di esse, appunto, e non di altre, sia
suggellato qui quel poco che il cuore ha saputo ricordare.
il giardino dei finzi contini
.
Essendo il giardino grande «un» dieci ettari, e i
viali, tra maggiori e minori, sviluppando nel loro insieme una dozzina di
chilometri, la bicicletta era a dir poco indispensabile - aveva prontamente
decretato la mia accompagnatrice …
il giardino dei finzi-contini - 1962
.
La verità è che a furia di far collezioni, di cose, di piante, di tutto
si finisce a poco a poco col voler farle anche con le
persone
.
presto o tardi la pioggia sarebbe finita
e allora la nebbia, di mattina, trafitta dai deboli
raggi del sole
si sarebbe trasformata in un che di prezioso, di
delicatamente opalescente
.
MA I FINZI CONTINI NON SONO MAI ESISTITI
.PDF
- INTERVISTA 1998 A GB - fb/giorgiobassani
- 2015
una parte di quella zona verde è ancora esistente.
Percorrendo le Mura degli Angeli a nord di Piazzale San Giovanni, a metà
strada si scende dal terrapieno e ci si inoltra per un sentiero che passa
fra alcuni prati e la verde cortina del Cimitero Ebraico. Giunti in Via
delle Vigne, attraverso un portoncino si accede a un secondo sentiero che
fra il verde dei frutteti conduce in Via delle Erbe.
ferraraterraeacqua.it -
https://slideplayer.it/slide/965185
.
IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI
- E_BOOK
- traccia esami maturita 2018
.
Eravamo i suoi consulenti, solo quando
era soddisfatto batteva a macchina - paola bassani
.
Il giardino dei Finzi Contini
.
Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi-Contini – di
Micòl e di Alberto, del professor Ermanno
e della signora Olga – e di quanti
altri abitavano o come me frequentavano la casa di corso Ercole I d'Este, a
Ferrara, poco prima che scoppiasse l'ultima guerra. Ma l'impulso, la spinta a
farlo veramente, li ebbi soltanto un anno fa, una domenica d'aprile del 1957.
-gb
www.teche.rai.it/2016/poesia-dal-carcere
-1979
- legge GB
.
nel centenario trovato il manoscritto
- DONATO AL COMUNE
DI FERRARA IL 16 MAGGIO 2016
dedica di bassani a teresa nella
contro-copertina:
Cara Teresa,
senza il tuo aiuto Il giardino dei Finzi-Contini non sarebbe mai stato scritto.
Desidero che questi quaderni restino per sempre con te.
Premio
'città di ferrara' a Ferigo Foscari Widmann Rezzonico, per aver
donato alla città il manoscritto de "Il Giardino dei Finzi Contini"
attualmente custodito alla biblioteca Ariostea.
.
GIORGIO BASSANI IN REDAZIONE - IL CARTEGGIO CON
ITALO CALVINO 1951-1966 -
pdf
Nell'ambito delle iniziative per il centenario
della nascita di Giorgio Bassani, sotto l'egida della Fondazione Giorgio
Bassani e sotto la direzione scientifica di Paola Italia, vengono proposti
all'attenzione dei lettori alcuni dei più importanti carteggi emersi
dall'Archivio dello scrittore ferrarese. Si tratta di interlocutori
importanti che saranno via via pubblicati in questa collana, come Giuseppe
Dessí, Italo Calvino, Franco Fortini, Attilio Bertolucci e l'amico e critico
Claudio Varese, con cui Bassani intesse uno scambio vivace e profondo, che
lo porta a rivelare molti aspetti di sé e della sua opera finora
sconosciuti.
giorgiopozzieditore.it - 2019
Quanti anni sono passati da quel remoto pomeriggio di giugno
?
Più di trenta
Eppure se chiudo gli occhi Micòl Finzi-Contini sta
ancora là
affacciata al muro di cinta del suo giardino che mi
guarda e mi parla
giardino finzi-contini
...
1916-2016 - centenario della nascita
FERRARA -
Molti i ricordi su
Bassani, collegati al mondo della scuola. “In quarta Ginnasio, Bassani
viene rimandato il matematica. Questo avvenimento viene riportato anche nel
Giardino dei Finzi Contini, ma il suo 4 diventa un 5” racconta Silvana Onofri,
presidente dell’associazione Arch’è e organizzatrice del progetto ‘Giorgio
Bassani archeologo dell’immaginario’.
Continua la figlia Paola Bassani: “senza
l’Officina Ferrarese, senza il suo professore universitario Roberto Longhi non
sarebbe mai diventato lo scrittore che ora conosciamo” ricordando il padre nel
suo rapporto con la scuola, prima da studente e poi da docente.
“È
giusto che si riparta dalla scuola – conclude Paola Bassani -, il suo luogo del
cuore. Per lui l’insegnamento si creava insieme agli alunni, nel dibattito e
nello scambio continuo. Mio padre ne sarebbe stato contento”.
“Questo progetto, che racchiude in alcune fotografie gli spazi dell’abitazione
di Bassani – spiega il fotografo - vuole dire qualcosa ai ragazzi.
La fotografia stessa deve servire a dire
qualcosa, creando delle atmosfere che ricordano le poesie di Giorgio Bassani
che, rispetto alla prosa, sono ancora da indagare e rivelano
l’uomo Bassani e non solo lo scrittore”
.
anja rossi - estense.com
-
facebook.com/fondazionegiorgiobassani/videos
cento anni
- fb/gb
www.corriere.it/extra-per-voi/2016/02/28/
gli-amici-nemici-giorgio-bassani
teche.rai.it/giorgio-bassani-1916-2016
.
THE GARDEN OF BOOKS
i due sangui
la madre dora - la figlia paola - e anne-marie stelhein
fb/gb_unitalianoebreo
*
RITROVATA SCENEGGIATURA FILM PROMESSI SPOSI
L'inedito lavoro dello scrittore
ferrarese, che poi non divenne mai un film, e' stato recentemente ritrovato
dalla figlia Paola .... La sceneggiatura cinematografica finora considerata
dispersa e percio' diventata leggendaria, e' stata ora pubblicata con il
titolo ''I Promessi Sposi. Un esperimento'' ..
Diventa un libro la storia del
film sui Promessi sposi che non si fece mai
.
.
«Certo mio padre era molto ironico, a volte
tagliente, quasi crudele. Tutta la sua opera è pervasa da questa dimensione.
Gli permetteva una distanza lucida nella scrittura, ma anche di
relativizzare le situazioni emotive estreme. In tal senso il suo carattere
mi è stato molto di conforto in momenti di smarrimento, come sempre capita
nella vita».
.
A Casa Minerbi lo studio di Bassani
.
CARO BAS.
Scambi di lettere tra Giorgio Bassani e gli amici - TRA I QUALI Elsa
Morante -
italo calvino - Alberto
Moravia -
Federico Fellini -
Pier Paolo Pasolini - Niccolò Gallo -
fb/fondGB - 2018
.
L’EVENTO È IL DONO
IL MANOSCRITTO INEDITO DI POESIE - che GIORGIO BASSANI
aveva dapprima affidato ad un'amica che lo consegno' al poeta
carlo antonio gobbato - dopo anni di custodia
VIENE DONATO ALLA FONDAZIONE GIORGIO BASSANI
- 2017
. Ero a Palazzo Fava a Bologna per una conferenza
quando mi ha raggiunto un uomo di mezza età con il quaderno in questione tra
le mani. Diceva di fare l’insegnante e mi ha raccontato di averlo acquistato
su una bancarella bolognese. In realtà, sperava di riuscire a venderlo
a qualche editore per arrotondare la sua situazione, ma temeva di essere
interdetto dagli eredi - vittorio
sgarbi - 2016
Orfeo
quanto.
***
***
Giorgio Bassani era un uomo riservato, timido, schivo, un uomo discreto.
Lo definirei un uomo di buone maniere.
Queste buone maniere non erano casuali,
erano buone maniere che affondavano in un profondo
senso civile e nella cultura.
Giornate bassaniane 'per una memoria viva'
rose 'Bella Ciao'
in ricordo della lotta comune che uomini di azione e di cultura
sostennero per l’affermazione di eguaglianza giustizia e pace
. Bella Ciao rosa hybrid tea stelo lungo dal fiore turbinato profumato color
rosso porpora ibrido di Giulio Pántoli partigiano e coltivatore
di rose ad onore del canto omonimo evocatore di libertà
speciale
annullo postale
su richiesta di ARCH’è
Associazione Culturale Nereo Alfieri
premio nazionale giorgio bassani
dal 2011
facebook.com/pages/Giorgio-Bassani
.
iniziativa nata negli anni 2004-2005
con eventi a
codigoro - cento - velletri -
grenoble - new york
.
Centro Studi
Bassaniani
ha assegnato al Centro
il
riconoscimento legato al marchio
' Case e studi delle
persone illustri dell’Emilia-Romagna '
.
COMITATO NAZIONALE BASSANI
Il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo Dario Franceschini ha firmato il decreto per la costituzione del 'Comitato
Nazionale Bassani'
PER
promuovere, preparare e attuare tutte le manifestazioni per celebrare il
centenario della nascita di Giorgio Bassani che ricorrerà nel 2016.
Meditare, studiare, scrivere
Il carteggio
Giorgio Bassani-Giuseppe Dessì 1936-1959 vince
la prima sezione della XX edizione del Premio Vittoria Aganoor Pompilj
riservata a “opere in lingua italiana nelle quali vengano pubblicati
carteggi e/o corrispondenze epistolari di figure eminenti in ambito
artistico, culturale, letterario o scientifico della società italiana.
55 lettere - 27 di Bassani e 28 di Dessì - che i due
scrittori si scambiarono in modo discontinuo per un quarto di secolo.
umbriadomani.it - 2018
fa che io bruci
brace
persa nel sonno della luce.
CIELO IN ME SI RIPOSA.
GB
lezioni a casa bassani - via cisterna del follo 1 - ferrara
paolo ravenna - ferraraitalia.it -
festa libro ebraico - 26.5.2009
.
la casa di Gb
- Una piccola lapide apposta sulla facciata della casa ricorda che Bassani
l'ha abitata, ma l'interno, profondamente modificato dopo la vendita
avvenuta nel 1993, non è aperto al pubblico e solo le parole di Bassani,
alcune sequenze del film di Vittorio De Sica, gli ormai storici scatti di
Paolo Zappaterra del 1989 e le istantanee di famiglia con gli arredi dalla
casa, permettono di conoscere un luogo bassaniano spesso sottovalutato o
frainteso.
Scordami qui,
disteso coi più vecchi assopito nel campo
tutto arreso a uno sguardo infinito
testamento olografo - 13 luglio 1997 -
facebook.com/fondazionegiorgiobassani/photos
https://youtu.be/7h8T8PKUrpE
- cimitero ebraico ferrara
.
.
La Porta Rosa
dovresti ricordarti della nostra gita
dell’estate scorsa
alle rovine di
Velia
scritta nel 1973 e dedicata ad anne marie -
https://youtu.be/Sy4GQO2jY4Y
facebook.com/fondazionegiorgiobassani/videos
- legge GB
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