simone adolphine weil due 3 febbraio 1909 - 24 agosto 1943
Occorre essere sempre disposti a cambiare di parte per seguire la giustizia eterna fuggiasca dal campo dei vincitori | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Il male immaginario è romantico e vario il vero male è cupo, monotono, arido, noioso Il bene immaginario è noioso il vero bene è sempre nuovo, meraviglioso ... Quando si compie il male, non lo si conosce perché il male fugge la luce ... Desiderare di sfuggire alla solitudine è una viltà L'amicizia non la si cerca, non la si sogna, non la si desidera la si esercita - è una virtù - To wish to escape from solitude is cowardice Friendship is not to be sought, not to be dreamed, not to be desired it is to be exercised - it is a virtue - ...
... Che per te la vita può e deve essere più reale, più
piena e gioiosa di quanto forse non lo è mai stato per nessun essere
umano . Non la mutilare in anticipo con una qualsiasi rinuncia .
Non ti lasciare imprigionare da nessun affetto . Preserva la
tua solitudine . Il giorno, se mai verrà, che una vera
amicizia ti sia concessa, non esisterà opposizione fra la solitudine
interiore e l’amicia; anzi è da questo segno infallibile che
la riconoscerai . ...
... Chiarire i concetti, screditare le parole congenitamente
vuote, definire l’uso di altre attraverso analisi precise,
per quanto possa sembrare strano, servirebbe a salvare delle vite umane
.
In ogni ambito sembriamo aver perduto le nozioni essenziali
dell’intelletto , quelle di limite, misura,
grado, proporzione, relazione, rapporto, condizione, legame necessario,
connessione tra mezzo e risultato . rhadrix.com - it.linkedin.com - ...
La forza fa di chiunque le è sottomesso una cosa. Quando è esercitata fino in fondo fa dell’uomo una cosa nel senso più letterale, perché ne fa un cadavere. Ma la forza che uccide è una forma sommaria, grossolana della forza. Ben più varia nei suoi procedimenti, ben più sorprendente nei suoi effetti è l’altra forza, quella che non uccide; quella cioè che non uccide ancora. Sicuramente ucciderà, o forse ucciderà, oppure è soltanto sospesa sull’essere che a ogni momento può uccidere; in ogni caso muta l’uomo in pietra. Dal potere di trasformare un uomo in cosa facendolo morire deriva un altro potere, ben altrimenti prodigioso, quello di fare una cosa di un uomo che resta vivo. Egli è vivo, ha un’anima; tuttavia è una cosa. Strano essere una cosa che ha un’anima; strano stato per l’anima. Chi può dire quanto ad ogni istante, per adattarvisi, deve torcersi e ripiegarsi su se stessa?
L’anima non è fatta per abitare una cosa; quando
vi è costretta, non c’è nulla in lei che non soffra violenza. Un uomo
disarmato e nudo sul quale si punti un’arma diventa cadavere prima di
essere colpito. pubblicato sotto lo pseudonimo anagrammato Émile Novis . Senza pensiero libero vince la forza * L’uomo che sogna è soprattutto un essere vivente e tutto ciò che egli vede acquista vita E’ il regno di Proteo, ovvero della cosa che si trasforma per un’interiore forza * La vita moderna è in balia della dismisura La dismisura invade tutto, azione e pensiero, vita pubblica e privata * tutte le decisioni che impegnano delle vite umane sono prese da coloro che non rischiano niente *
Ho una specie di certezza interiore crescente che
esiste in me
* pour les uns antireligieuse révolutionnaire pour d'autres philosophe militante mystique ou encore rebelle intellectuelle voire communiste agnostique ? la.margelle.waika9.com
* Ma per spingere gli uomini verso le catastrofi più assurde non c’è bisogno né di dei né di congiure segrete
La
natura umana basta
Simone Weil era affascinata
dalla fotosintesi
un fenomeno che lega la
nostra vita materiale alla luce; le piante, infatti, catturano l’energia solare
incapsulandola in molecole, che poi liberano la loro energia nei nostri muscoli
e nelle strutture degli altri esseri viventi. La fotosintesi trasforma la
materia inerte in cibo.
I grandi artisti – diceva la Weil –
catturano la luce spirituale incapsulandola nei loro capolavori, che sono il
nostro cibo spirituale, di cui abbiamo altrettanto bisogno.
La metafora ritrovata miti e simboli nella filosofia di Simone Weil Dalla formazione alla piena maturità intellettuale, l’intera vicenda culturale di Simone Weil appare caratterizzata da un vivo e profondo interesse per i miti. Creatore dell’universo, Dio manifesta attraverso i miti l’origine trascendente del cosmo e pertanto, secondo la Weil, questi, pur nell’appartenenza a tradizioni, culture, civiltà diverse, sono intermediari della relazione tra Dio e l’uomo. Ad oggi in ambito italiano non si è ancora pienamente rilevata la centralità e l’originalità della dimensione mitica nel pensiero della Weil e non esistono studi specifici sull’argomento. cittànuovaeditrice
* ufficialmente costituiti in maniera tale da uccidere nelle anime il senso della verità e della giustizia
* . La politica non è quasi mai considerata come un’arte di qualità tanto elevata . Ma questo avviene perché si è presa l’abitudine, da secoli, di considerarla solo e prevalentemente come la tecnica per l’acquisto e la conservazione del potere. . . Dovunque ci sono partiti politici la democrazia è morta
Non resta altra soluzione pratica
che la vita politica senza partiti
Non c'è nulla di più confortevole del non pensare
.
Immaginiamo il membro di un partito – deputato,
candidato al Parlamento o semplice militante – che prenda in pubblico il
seguente impegno: Ogniqualvolta esaminerò un qualunque problema politico o
sociale, mi impegno a scordare completamente il fatto che sono membro del
mio gruppo di appartenenza, e a preoccuparmi esclusivamente di discernere il
bene pubblico e la giustizia .
. L’intelligenza può essere guidata solo dal desiderio. Perché ci sia desiderio, occorre che ci siano piacere e gioia. L’intelligenza cresce e porta frutto solo nella gioia. La gioia di imparare e indispensabile agli studi, come la respirazione ai corridori. Dove essa è assente non ci sono studenti, ma povere caricature di apprendisti che al termine del loro apprendistato non avranno neppure un mestiere . . perché è un bene che ci sia anch'io e non soltanto Dio ? simone weil citata da ersilio tonini - 2006 brainyquote.com/quotes/authors
https://en.wikiquote.org/wiki/Simone_Weil#Quotes_about_Weil
http://it.wikiquote.org/wiki/Simone_Weil#Citazioni_di_Simone_Weil
. Niente è meno istruttivo delle macchine * Nessuno ha amore più grande di colui che sa rispettare la libertà dell'altro * Amarsi al punto che l'unione regga anche se divisi da mezzo mondo * Sfumature anarchiche in Simone Weil I miei contemporanei hanno preferito giudicarmi in mille modi diversi ma bastava semplicemente che ammettessero che l'oggetto della mia ricerca era l'umanità e l'oggetto del mio amore
erano gli ultimi, i diseredati
Perché non appena un potere oltrepassa i limiti che gli
sono imposti dalla natura delle cose, restringe le fondamenta sulle quali
poggia, rende questi limiti stessi sempre più ristretti . Estendendosi al di là
di ciò che può controllare, genera un parassitismo, uno spreco, un disordine
che, una volta apparsi, si accrescono automaticamente .
Viviamo in un'epoca priva di avvenire .
L'attesa di ciò che verrà non è più speranza ma angoscia .
Affannosamente
piena la vita di Simone Weil, pensatrice, militante (im)politica, mistica.
Davvero uno dei più suggestivi itinerari intellettuali del Novecento. Anche
perché Simone non scommise solo sulla mente, ma anche sul corpo. Non si chiuse
in uno studio a elaborare teorie, ma cercò un rapporto carnale con la storia.
Visse quel che scrisse e viceversa. Certo, gli ardui camminamenti dello spirito,
di libro in libro e di esperienza in esperienza, ma anche l’insonne battaglia
sovversiva. Trentaquattro anni di vita e di febbre, per tirar fuori la
provocazione della verità.
Sempre sincera. Spesso irritante. Era il suo
destino, evidentemente. E in questo destino c’è anche l’attenzione che da sempre
le rivolgono gli spiriti liberi. Di destra e di sinistra in disordine sparso.
SIMONE WEIL L’UMILTA’ DEL PENSIERO marcella tassinari franchi La complessa personalità di Simone Weil, quasi impossibile da riferire senza correre il rischio di sacrificarla, dai numerosi scritti ci si rivela multiforme e gigantesca, sia per profondità e vastità culturale, sia per passione ed impeto. La sua eccezionalità scaturisce da due carismi complementari fra di loro e che ella possedeva in misura straordinaria: intelligenza e amore. L’uomo, la sua esistenza sia nel bene sia nella sofferenza, sono l’interesse fondamentale nel quale la scrittrice si muove e cui dedicherà con passione la sua attività di pensiero e di azione ... Vivere per Simone Weil significa lottare per arrivare alla consapevolezza e quindi alla capacità di esprimere e comunicare. La sua breve esistenza, consumatasi senza risparmio intellettuale, psichico e fisico esprime, più ancora delle sue eloquenti osservazioni, quanto fosse grande il disagio spirituale di fronte ad una umanità che sembrava conformarsi in misura crescente all’idolatria di razza. ... Padre Perrin, al quale per anni si rivolse come ad un sicuro riferimento della religione cattolica e al quale più volte chiese di poter ricevere il Battesimo, ancora nell’ultimo incontro, prima che Simone partisse per l’America con i genitori, ritenne opportuno rinviare l’avvenimento; forse lo preoccupava più la libertà di pensiero di Simone, di quanto non fosse convinto della sua appassionata volontà di adesione alla Chiesa ... Simone Weil rientrò in Europa, e precisamente a Londra, nell’agosto 1943, ormai irreparabilmente malata e tuttavia ancora partecipe, attraverso gli amici, dei dolorosi avvenimenti che avevano coinvolto il mondo. La sera del 24 agosto Simone si spegneva. Troppo presto per riuscire a trasmettere in modo compiuto quei doni preziosi che la sua riflessione aveva raccolto e la sua sensibilità aveva drammaticamente vissuto. uniba.it
Filantropia e
fede di una filosofa
SIMONE WEIL E CRISTO
La filosofa attribuisce all’idea di religione un ruolo
basilare per la vita umana, in quanto è convinta che abbia il compito di
completare e realizzare il "soggiorno" di ogni persona sulla terra. Per la Weil
gli elementi essenziali sono sostanzialmente tre: la perfezione di Dio, la
sventura degli uomini ed il legame indissolubile tra Dio e gli uomini; pertanto
la religione che reputa a lei più congeniale è senz’ombra di dubbio il
cristianesimo, considerato la sintesi, il frutto dell’unione della spiritualità
greca e di quella dell’Antico Testamento.
Il cammino che l’autrice compie verso la religione
cristiana è lento ma graduale, e di fondamentale importanza sono i tre contatti
con il cristianesimo, avvenuti nel ’35 in Portogallo, nel ’37 ad Assisi e nel
’38 a Solesmes, nei quali si rende conto rispettivamente che il cristianesimo è
la religione degli "schiavi", e a loro, in seguito all’esperienza particolare
vissuta per circa un anno in fabbrica, sente di appartenere; che tuttavia Dio è
percepibile anche attraverso la "strada" della bellezza, ovvero che una miriade
di elementi semplici e puri possono esser anch’essi la prova dell’esistenza e
dell’amore di Dio; e infine che esiste una valenza soprannaturale dei
sacramenti. Il coronamento di questi tre contatti è rappresentato
dall’esperienza mistica, ovvero un avvenimento rivoluzionario in cui
concretamente ed effettivamente Cristo in persona le si è manifestato. Simone
Weil infatti con molta poesia descrive il suo contatto con il Cristo, avvenuto
in una mansarda, in cui ha mangiato, ha dormito, ha dialogato con il Cristo come
se fosse un amico. Il Cristo tuttavia un giorno l’ha cacciata e lei, con il
dolore nel cuore per non essere accanto a lui, con il dubbio di non essere degna
del suo amore, ma con la speranza di poterlo incontrare di nuovo, si mette alla
ricerca di Cristo stesso, ossia di quell’"uomo" che le ha mostrato il suo amore.
Simone Weil, in seguito a questo avvenimento eccezionale, si sente
effettivamente cristiana, ovvero, come lei stesso afferma, prigioniera di
Cristo, e inizia per lei un nuovo cammino spirituale alla ricerca di Dio.
il-margine.it
Nei pensieri raccolti sotto il titolo L’amore di Dio (scritti tra il 1940 e il
1942), Weil svela il suo misticismo :
non tocca all’uomo cercare Dio e credere in lui : egli deve semplicemente
rifiutarsi di amare quelle cose che non sono Dio. Un tale rifiuto
non presuppone alcuna fede. Si basa semplicemente sulla constatazione di un
fatto evidente: che tutti i beni della terra …sono finiti e limitati,
radicalmente incapaci di soddisfare quel desiderio di un bene infinito e
perfetto che brucia perpetuamente in noi
filosofiaedintorni.net
LA
MORTE DEL PENSIERO UMANO E' EQUIVALENTE ALLA MORTE DI DIO
uniba.it padre nostro
Simone Weil
osserva che 'Il padre nostro' inizia con la parola 'Padre', e termina con la
parola 'male', passando dalla fiducia al timore. Ella nota anche come ciascuna
domanda è connessa alle altre. E conclude osservando:
Il
Padre nostro è il compendio di tutte le possibili domande, non possiamo
pensare a nessun altra preghiera che non sia contenuta in esso. E' per la
preghiera ciò che Cristo è per l'umanità. E' impossibile recitarlo una sola
volta tutto, prestando la più piena attenzione ad ogni singola parola, senza
che produca nell'anima un cambiamento, forse infinitesimale ma reale.
umilta.net/padrenostro.html
Per me personalmente
lavorare in fabbrica ha voluto dire che
tutte le ragioni esterne sulle quali si
fondavano la coscienza della mia dignità
e il rispetto di me stessa sono state
radicalmente spezzate in due o tre
settimane sotto i colpi di una
costrizione brutale e quotidiana
Alla Weil il concetto di proporzione è molto caro ella è sempre tesa a individuare i termini medi che possano mettere in relazione ciò che di per sé è infinitamente distante, e a riconoscerein questa media proporzionale una figura dell’incarnazione, estremo simbolo di un rapporto fra ciò che appare inavvicinabile: l’uomo e Dio. Per questo considera preziosi gli studi che i pitagorici conducevano intorno al medio proporzionale fra due numeri incommensurabili. Inoltre l’esigenza di mediazione fra umano e divino si fa sentire nei pitagorici nella ricerca di armonia, sia in senso musicale sia nel tema dell’amicizia: la formula pitagorica secondo cui «l’amicizia è un’eguaglianza fatta di armonia», dovendosi intendere armonia come proporzione e come unità dei contrari, viene interpretata dalla Weil come indicazione della necessità di una mediazione fra uomo e Dio e come anticipazione del mistero trinitario. Infatti l’autrice, accostando questa formula ad un’altra definizione pitagorica dell’armonia, «il pensiero comune dei pensanti separati», ne ricava un riferimento alla Trinità per il fatto che, in tale formula, se riferita a Dio, Dio è presentato come pensiero pensante e non come una cosa, come l’unità di persone che pensano ciascuna separatamente. La definizione pitagorica dell’amicizia fa capire che il modello, per ogni amicizia umana deve essere la Trinità, la quale è l’amicizia per eccellenza: «La Trinità è la suprema armonia e la suprema amicizia»uniba.it
il coraggio eroico del pensiero e dell'operaL’esegesi di Simone Weil deve rifarsi necessariamente alla sua biografia, perché pensiero e vita costituiscono il fascino e l'originalità della sua esistenza. Figura irrequieta dalla vita breve e intensissima (Parigi 1909 - Ashford 1943), segnata da eventi che hanno attraversato i primi anni del ‘900 e che hanno riguardato, compenetrandola, ogni più piccola cellula del suo corpo. Simone Weil rappresenta la storia degli intellettuali francesi tra le due guerre e soprattutto la testimonianza della tragedia del suo paese. Militante e normalista bramosa di certezze, sindacalista in perenne movimento tra quartiere latino, camera del lavoro e scuola popolare, collaboratrice di fogli politico-sindacali e insegnante di filosofia, operaia solidale e partecipante alla guerra civile spagnola, Weil si avvicinò al pensiero cristiano e mistico in contrastante dualità con la sua origine ebraica, e con l’intrigo del grido errante tra riflessione e azione. E di rigorosa, scintillante e appassionata partecipazione si parla quando si racconta della sua fuga da Parigi, città aperta su cui incalzano le ombre minacciose e nefaste delle leggi razziali e del nazismo dilagante. L'opposizione al regime la porta a Marsiglia, "una sorta di patria dello spirito - dirà Canciani nel suo intervento - un trovare nella luce del Mediterraneo il luogo ideale per compiere il suo ritorno verso il passato".... L'intervento di Gabriella Fiori - sua biografa - appare immediatamente compreso di una partecipazione che ha uno spiccato carattere amicale. "Intendo portare il messaggio della sua coerenza e della sua concentrazione - dice -. Simone Weil ha una vocazione morale che ha la capacità di nutrirsi di luce. La ricerca interiore dell'uomo nella storia ha trovato in lei la chiave di una saggezza che può essere applicata alla vita quotidiana di ognuno sia sul piano individuale che sociale. Simone Weil è un genio donna in quanto il suo pensiero si nutre di tutto il suo amore fecondo per il mondo, per l'umanità, di tutta la potenza del suo eros femminile... Nomadica operaia e bracciante, intellettuale finissima, mistica penitente di sofferte e consapevoli anoressie, Weil infligge al suo corpo lo sfinimento del digiuno come partecipazione e mezzo dell’'incontro con Cristo: visionario trionfo nel silenzio pulsante della sua atroce emicrania, incontro decisivo e solenne in cui s'inscriverà il successivo cammino, e che troverà momenti di tregua nelle figure eroiche delle infermiere in prima linea: espressioni del bello come esempio, pioniere dell'anima e delle trasformazioni del rapporto tra uomo e universo, le quali, per sua fremente necessità, rappresentano l'incarnazione della religione attiva... "Il pensiero di Simone Weil sulla differenza sessuale si presenta spartito tra una riflessione teorica piuttosto gracile ed un travaglio personale profondo e drammatico, con una sfaldatura che pur appartenendo al paesaggio weiliano ha un rapporto con il fatto stesso della differenza. Il suo nata donna rappresenta la mancanza che la mette in contatto con Dio. La sua rivolta va vista anche e soprattutto alla luce del titanico rifiuto della condizione assegnata al sesso femminile dalla civiltà". Suggestive considerazioni che richiamerebbero a una qualche scelta di tipo femminista, ma che nel percorso politico, sociale e di vita attiva della filosofa francese, non trovano corrispondenza. Questa donna consapevole e coltissima non ha scelto l’analisi del suo essere donna, ha scelto il rischio di una vita votata all’amore per il mondo e per "l’uomo" nella sua accezione più neutra. ... maria pia giordano - mclink.it .
no human being escapes the necessity of
conceiving
some good outside himself towards which his thought
turns in a movement of desire, supplication, and hope ...
consequently, the only choice is between worshipping
the true god or an idol. every atheist is an idolater ---
unless he isworshipping the true god in his
impersonal aspect. last notebook 1942 .
SULLA SCIENZA - lettera ad un collega
Caro collega, http://matematica.unibocconi.it/articoli/sullinsegnamento-della-matematica
opere di simone weil tutti i volumi di Simone Weil in realtà consistono di raccolte di scritti pubblicate postume - in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici - e sotto pseudonimo_Émile Novis nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti le persecuzioni antiebraiche. Tra le raccolte più importanti in edizione italiana : L’ombra e la grazia La condizione operaia La prima radice Attesa di Dio La Grecia e le intuizioni precristiane Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale Sulla Germania totalitaria Lettera a un religioso Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni curatI da Giancarlo Gaeta. web.peacelink.it
. Quando qualcosa sembra impossibile ad ottenersi, per quanto ci si sforzi, ciò indica un limite insuperabile al livello in cui siamo e la necessità di un cambiamento di livello, di una rottura del nostro soffitto. Esaurirsi in sforzi a questo livello ci degrada. Meglio accettare il limite, contemplarlo e assaporarne tutta l’amarezza. ...
Una persona amata che delude. Gli ho scritto .
Impossibile che non mi risponda quel che ho detto a me stessa in nome
suo . Gli uomini ci debbono quel che noi immaginiamo ci daranno .
Rimetter loro questo debito . Accettare che essi siano diversi
dalle creature della nostra immaginazione, vuol dire imitare la rinuncia
di Dio. l'ombra e la grazia - la pesanteur et la grace .
1909 - 2009 centenario della nascita
members.aol.com
... La primaverile pioggia fiorentina è deliziosa,
non c’è bisogno del sole per indugiare nella Cappella Medicea e non vedo alcun
motivo per non passarci delle giornate . Vi ho già passato
delle ore . Ero ben lontana dall’attendermi ciò che vi ho provato .
Quest’arte è troppo commovente, come la Terza Sinfonia ...
.
simone weil 1909-1943 French philosopher, activist, and religious searcher, whose death in 1943 was hastened by starvation. Weil published during her lifetime only a few poems and articles. With her posthumous works - 16 volumes, edited by André A. Devaux and Florence de Lussy - Weil has earned reputation as one of the most original thinkers of her era. T.S. Eliot called her as "a woman of genius, of a kind of genius akin to that of the saints." "What a country calls its vital economic interests are not the things which enable its citizens to live, but the things which enable it to make war. Gasoline is much more likely than wheat to be a cause of international conflict." (from The Need for Roots, 1949) Simone Weil was born in Paris in her parents' apartment on the Rue de Strasbourg. Later the family moved to a larger flat on the Boulevard Saint-Michel. Simone was raised in an agnostic Jewish family. Her father, Bernard Weil, was an Alsation physician and her mother (née Salomea Reinherz), was Austrian-Galician. Salomea - or Selma - came from a wealthy family of Jewish businessmen. She had desired to become a doctor but her father denied it. For her amazing children she wanted the best education available. Weil's brother Andrè solved mathematical problems beyond the doctoral level at the age of twelve; he became a distinguished mathematician. Selma Weil's solicitude had also an excessive side - she had a phobic dread of microbes and imposed on her children compulsive hand-washing. Mme Weil ruled, that outside the immediate family, nobody else was allowed to kiss the children. Throughout her life, Simone avoided most forms of physical contact. She had also problems with food. At the age of six she refused to eat sugar, because it was not rationed to French soldiers in the war. Possibly due to her malnutrition, she had in the late 1930s mystical experiences. In her early teens, Weil mastered Greek and several modern languages. With André, she sometimes communicated in ancient Greek ... "'I knew her very well,' Trotsky wrote in a letter of July 30, 1936, to his comrade Victor Serge. 'I have had long discussions with her. For a period of time she was more or less in sympathy with our cause, but then she lost faith in the proletariat and in Marxism. It's possible that she will turn toward the left again. But is it wort the trouble to talk about this any longer?'" from the left hand of god by adolf holl - 1997 "Two forces prevail in the universe: light and gravity." Weil's political philosophy is best expressed in the The Need for Roots (1953). The great problem of society is 'déracinement', its 'uprootedness'; its cure is a social order grounded in a 'spiritual core' of physical labor. kirjasto.sci.fi/weil.htm
L'ARTE DELLA
MATEMATICA - simone e andré weil «Visto che di tempo ne hai anche troppo,» scrive all'inizio di febbraio 1940 Simone Weil all'amatissimo fratello maggiore, detenuto nel carcere civile di Le Havre per renitenza alla leva (André riteneva suo dovere «fare il matematico e non la guerra») «un'altra buona occupazione potrebbe essere metterti a riflettere sul modo di far intravedere a profani come me in che cosa consistano esattamente l'interesse e la portata dei tuoi lavori»; e una decina di giorni dopo insiste: «Cosa ti costerebbe tentare? Ne sarei entusiasta». André, che a caldo le aveva risposto: «Tanto varrebbe spiegare una sinfonia a dei sordi», di fronte alle questioni che lei continua a sottoporgli alla sua maniera fervida e acutissima finisce per cedere. Comincia così uno scambio che è un concentrato di passione intellettuale e affetto – e li induce anche a scontrarsi su punti capitali, come la scoperta degli incommensurabili e il carattere della scienza greca. E i due fratelli sono ugualmente capaci di parlare di Pitagora e dell'Odissea, di cardinali abili nelle strategie di corte e dell'importanza del sanscrito, di Dedekind e di Gauss ... adelphi.it - 2018
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https://youtu.be/xmBwVgOirPM
https://youtu.be/YkMBcRf9_1w - lettera a joë bousquet 13.4.1942
Una barca strumento per afferrare interamente il mare interamente il vento e le stelle ... So bene che non mi ama . Come potrebbe amarmi ? E tuttavia in fondo a me qualcosa, un punto di me non può impedirsi di pensare tremando di paura che forse malgrado tutto, mi ama prologo ... Il segreto della condizione umana è che l'equilibrio tra l'uomo e le forze della natura circostanti che lo superano infinitamente non è nell'inazione bensì soltanto nell'azione con la quale l'uomo ricrea la sua vita : il lavoro quaderni
In ogni ambito sembriamo aver perduto le nozioni essenziali dell'intelletto quelle di limite, misura, grado, proporzione, relazione, rapporto
condizione, legame necessario, connessione
tra mezzi e risultati
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