MARIO
DESIATI
pagina
1
- 2 -
3
Coscoletto - operetta
'napoletana' di Offenbach eseguita nel 1865 a bad ems .
Coscoletto o Il
lazzarone in versione semiscenica nella nuova versione ritmica
italiana sulla traduzione del libretto - dal
tedesco - di Mario Desiati .
parma - arena shakespeare - 2019 connessiallopera.it
#
www.facebook.com/MarioDesiatiPage

A volte saper aspettare è una forma
d'amore
fb/md - 2013
Nella mia terra i cimiteri
sono rosa, le nuvole viola
le morti bianche, il lavoro
nero
gli arcobaleni crescono al
contrario
fb/md - 15.6.2015
Il
problema non è correre con 32 gradi
Il
problema è correre con 32 gradi
mentre da qualsiasi casa esce odore di
ragù
fb/md - 21.7.2019

Essere provinciali non è un difetto
fb/md - 2013
#
ROMANZO_HAIKU DI MARIO DESIATI
SU FB
Oggi ho scoperto che esiste la
smartphone-fobia e si manifesta in modo pittoresco. Ero sul tram 8
in direzione Trastevere. Dopo aver passato un'allegra mezzora
sull'80B ricolmo di gente imbestiata dove si calpestava ogni
principio di dignità umana, mi ritrovo sudato e stordito sul tram.
Miracolo! Trovo tre posti tutti liberi. Ho di fronte una signora con
due grandi buste di plastica da cui escono strani ingranaggi, e tra
questi noto due fili di ferro come se fossero le antenne dei vecchi
televisori in bianconero. Ho imparato a non stupirmi più nulla di
quello che accade su i bus romani. Al ché commetto un gravissimo
errore. Estraggo il telefono e leggo un messaggio che provoca la
reazione della signora delle antenne.
"Eccolo, lei non sa ma è pericolosissimo, c'è una connessione aliena
in corso e con quel telefono farà esplodere tutto."
Questa complessa frase di cui vi riporto il senso viene detta ad
altissima voce.
Oso sorridere.
"Che ridi, non vedi che sei morto? Ormai gli alieni ci stanno
togliendo tutto, sono arrivati da Plutone."
A quel punto inizia un delirio che parte da Roswell e arriva agli
alieni che ci stanno colonizzando hanno le fattezze dei cinesi, che
molti dei cinesi a Roma sono alieni. Poi ho pensato a quel mio amico
fidanzato con una ragazza cinese e ho pensato che forse lui non lo
sa, ma potrebbe stare con un'aliena.
Era opportuno finire di leggere i messaggi sul telefono in momenti
migliori. Non appena ho messo da parte il mio piccolo blackbarry lei
si è silenziata.
Dopo un po' di minuti di silenzio e un paio di fermate in cui
nessuno saliva mi stavo iniziando a preoccupare. Finché si è seduta
accanto a me una ragazza.
Ha estratto dalla sua borsa un telefonino un po' più grande del mio
con un auricolare.
La signora ha iniziato a urlarle "Scimmia, morirai, anzi no, sei già
morta".
La ragazza impaurita ha rimesso il telefonino nella borsa, ha fatto
una smorfia. Si è voltata verso di me.
"Non la contraddica."
"E voi morti non potete parlare." Mi rimprovera.
Intanto, con fare giocondo dalle retrovie del tram è appena salito
un signore che è l'identica riproduzione di Urbano Cairo, ha una
giacca amaranto, dei pantaloni di flanella nonostante settembre e
dei capelli neri e folti come di chi non lesina con la tintura.
Questo si siede accanto alla signora.
Appena prende posto vedo la sua mano che scende lungo la tasca e
quella tasca è proprio accanto al braccio della signora delle
antenne.
"Non lo faccia" vorrei dire, ma non riesco a pronunciare verbo.
La mano dell'uomo fruga nella tasca. A quel punto emerge il più
grande smartphone che io abbia visto, un citofono dotato di schermo
a 14 pollici.
La signora delle antenne ha emanato un rantolo ed è scappata come se
avesse visto l'ammiraglio della navicella aliena in persona.
Mi sono rivolto all'uomo in giacca amaranto.
"Con quel telefono la stava uccidendo!"
fb/md - 2013
Vi racconto una piccola storia
forse vera forse no
Quando ero povero entravo in
libreria e sfogliavo i libri che sognavo di
avere e poter leggere a casa. Solo che non avevo una casa dove
tenere quei libri. Inoltre non avevo i soldi per poterli comprare.
Così entravo e mi sedevo in un angolo su un pouf che serviva ai
bambini che però in quella libreria non venivano mai. In fondo un
adulto è un po' un bambino quando legge un libro perché inizia a
credere a tutto quello che gli viene raccontato. Poiché non potevo
comprare i libri che leggevo, speravo che nessuno li comprasse. E
così li nascondevo negli scaffali dietro i libri meno interessanti.
Il libraio non si accorgeva di questo, non era
un amico, ma neanche un nemico e aveva imparato a tollerarmi. Un
giorno però esagerai e composi la pila di tutti i miei libri
preferiti nello scaffale della poesia; tanto nessuno la guardava
tranne me. Ma era talmente in vista che il libraio se ne accorse,
smise di tollerarmi e mi chiese di andare via.
Quando tornai in quella libreria anni dopo scoprii che lo scaffale
di poesia era ancora lì, ma miei libri non c'erano più. Ero
diventato ricco. Avevo vinto una lotteria e avevo i soldi per
comprarli, ma loro non c'erano più.
Mentre stavo uscendo sentii la voce familiare
del libraio che mi chiamava per mostrarmi la pila dei libri che
tanti anni prima avevo nascosto nella sua libreria. "Li ho messi da
parte per te" mi disse con gli occhi che brillavano di
un'accogliente contentezza.
fb/md - 12.3.2016
NAZIONALITA
L'autobus che porta da Fiumicino a Roma
Ostiense è ricolmo di ogni nazionalità. Lo guida un ragazzo
napoletano scortato da un amico giovanissimo affetto da una lieve
zoppia. Ci sono arabi, giapponesi, australiani, sudamericani, e una
ragazza iraniana che si è seduta accanto a me. Ci parliamo un po', i
genitori sono venuti a trovarla da Teheran perché lei studia in
America, hanno individuato Roma come ideale luogo di incontro. Poi
scendo a Ostiense, e attraverso il lunghissimo sottopassaggio che
porta da Eataly alla fermata della metro. Ci sono decine di uomini e
donne avvolti nei sacchi a pelo, alcuni dormono già e altri si
preparano alla notte, posizionano i cartoni, costruendosi il
giaciglio per la notte imminente contro il muro o il tappeto mobile
(rotto). C'è un odore fortissimo di uomo, è l'odore
dell'accattonaggio che ancora oggi è uno dei fantasmi della città.
Ancora oggi le stazioni di Roma sono attraversate dal londoniano
Popolo degli Abissi. A Ostiense colpisce particolarmente che questa
folla si fa scudo del freddo e si accuccia contro i pannelli che
reclamizzano l'eccellenza del cibo italiano. Una fetta di pane con
l'olio toscano, una tazza di caffè napoletano, una burrata pugliese.
Uno degli uomini distesi a terra mi dice qualcosa, forse ci siamo
conosciuti anni prima, mi saluta, forse è solo cortesia. Mi avvicino
e l'odore è più forte, vedo il vino da 70 centesimi, del cibo
indefinito nella stagnola. No, niente soldi, voleva solo che
qualcuno gli dicesse Buonanotte.
fb/md - 26.3.2016
.
ITALIANI
Non è l'Alba, ma sono le 9 del mattino quasi,
quando fotografo il mio solito cielo berlinese. Penso a tutti gli
Italiani che hanno lasciato la luce delle nostre città e i nostri
mari per vivere in Nord Europa. Non basta la luce, non basta il
clima, non basta il tepore per tenere a bada l'inquietudine oppure
la fame. Ci sono mille ragioni per cui si va via, forse gli italiani
sono un popolo che deve camminare sempre, e se si ferma
s'impigrisce. Non parlo di singole vite, ma di intere generazioni.
Poi in qualche modo si torna sempre, anche solo per un Natale o un
matrimonio. E il ritorno è sempre un viaggio, altrettanto complicato
come le partenze. Perché cambia radicalmente ancora una volta la
luce delle cose. fb/md - 28.11.2016
.
tedeschi
Ebbene la montagna sacra per i tedeschi è il nostro promontorio del
Gargano. Sfogliando un vecchio numero della rivista di viaggi
Merien, ho scoperto perché amano questo pezzo di Puglia. Merien
raccontò la Puglia con vari articoli e foto rare (era il 1975), tra
questi un saggio sul Gargano, la terra di San Michele, il protettore
della Germania, santo evocato e pregato durante tutti i grandi bivi
della vita. Non solo. Il Gargano viene descritto anche come meta
ideale per unire le due grandi passioni germaniche, i boschi e le
montagne con l'esotismo del mare. "Nulla potrà accadervi perché o
prussiani, qui regna sovrano il mistero profondo di San Michele
Arcangelo" scrivevano nel gran tour i giovani viaggiatori tedeschi
che raggiungevano la suggestiva grotta di Monte S.Angelo.
fb/md - 29.8.2017
.
.
I confini
sono labili tra il pomeriggio e la sera,
la
metro C che
ti sperde verso la periferia è uno di questi confini. Non sale
nessuno. Non scende nessuno. Poi diventi nessuno.
fb/md - 3.2.2016
.
.
Ogni giorno
sembra essere più iniquo e violento, più pericoloso e gretto.
Ho tanta rabbia e paura a vivere in un posto così insicuro per le
donne e per le anime più libere . fb/md -
13.9.2017
.
.
BERLINO
Questo piccolo frammento
di normalissima vita quotidiana berlinese
mi accadde esattamente tre anni fa mentre
prendevo servizio in un/a… “OMISSIS”.
Il primo giorno di lavoro mi presentai con una
vassoio di paste secche comprate al Centro
Italia per apparire nel migliore dei modi possibile ai nuovi
colleghi. L’accettazione era una stanza a vetri al centro
della hall, dentro spuntava la testa piccola della receptionist, con
capelli sottili, biondi e slavati sulla fronte disse che portare
cibo da fuori per i dipendenti era contro il regolamento, ma che
avrebbe comunicato a tutti il gentile pensiero e il vassoio sarebbe
rimasto in accettazione, ma sigillato. Replicai che nella pausa
avremmo potuto consumare quella paste fuori dall’ufficio. Ma la
giovane receptionist che si soffiava i capelli sulla faccia, replicò
che le pause dei dipendenti sono scaglionate in modo diverso,
aggiungendo che alla mia pausa corrispondeva la pausa di solo due
altri dipendenti. Sempre con lo stesso tono glaciale come di chi sta
leggendo gli annunci disse che avrei potuto consumare quelle paste
con loro in quella pausa oppure scrivere una comunicazione e
lasciarla all’ingresso in modo che i dipendenti in pausa sarebbero
potuti venire a conoscenza della presenza di un vassoio di paste e
di prelevarne una e consumarla. La ragazza con lo stesso tono di
voce monocorde aggiunse che tale momento conviviale sarebbe dovuto
avvenire nel giardino. Abbozzai.
A fine giornata attraversai la hall e
affacciandomi al vetro dell’Accettazione notai
la confezione intonsa posata lì dove l’aveva lasciata la
giovane receptionist al mattino. Bussai con le nocche al vetro
dell’accettazione ma non c’era nessuno.
“Posso aiutarti?” Era l’Hausmeister,
idraulico, elettricista, tecnico e factotum.
“Sono Mario, il nuovo … oggi avevo portato dei
dolci, ma sono catturati in reception.” Avrei voluto dire
sequestrati ma la parola tedesca non mi venne. Gli
strinsi la mano mi apparve calda e accogliente. Indugiai
qualche attimo prima di lasciarla andare come a memorizzare ogni
piega e ogni linea della pelle disegnata sul palmo. Non
capii come si chiamava, qualcosa come Ulrich. Poi tirò fuori un
mazzo di chiavi da una delle sue infinite tasche nella salopette e
con un movimento poco convenzionale aprì la reception.
"Un segreto, non dirlo a
nessuno” Mi fece con un sorriso in cerca di complicità. Aveva un
accento familiare, forse sudamericano.
“L’hai aperto con un passpartout?” chiesi.
“Ich bin Hausmeister” rispose.
In pochi minuti ci ritrovammo per terra nella
reception a mangiare quei dolci.
“Ma come ti chiami, non ho capito” gli
domandai per la seconda volta.
“Luis.”
“Sud America?”
“Grecia, ma mia madre era italiana,
Bisceglie.”
Morale . C’è sempre un italiano che a un certo punto vi aprirà le porte di
qualcosa che è rimasto chiuso dall’ottusa applicazione dei
regolamenti .
Ps.
Il giorno dopo Luis ebbe un richiamo e io non
ebbi il contratto .
Morale 2 . C’è sempre un italiano che ti metterà nei guai .
fb/md - 12.12.2018
.
Ieri è stato il
giorno in cui ho sentito più caldo della mia vita .
No, il bagno nel mio Weissensee non me lo faccio .
fb/md - 1.7.2019
.
.
MILANO
A Torino consigliano di far
sedere i bambini. A Milano non ho trovato questo
messaggio, ma il bambino che è in me non lo ha mai dimenticato. Il
primo vagone della metropolitana accorcia le distanze tra una
stazione e l'altra, illude sulla qualità del tempo.
Guardi il buio che si interrompe con minuscole luci somiglianti a
creature notturne, poi si aprono le porte. Vedi i neon e
macchie lilla da seguire per rivedere il sole che oggi a Milano è
bellissimo.
fb/md - 5.11.2015
Oltre la feritoia della
stazione centrale di Milano dicono ci sia un grattacielo. Ma la
nebbia provvidenziale ci permette di non dare nulla per scontato. La
nebbia è un velo che complotta con la nuda apparenza, una veste
sotto la quale l'immaginazione intravede il suo sogno di bellezza.
3.12.2015
La memoria rende gli uomini migliori
Nei libri ci sono tante chiavi ad aprire i
portali dell'anima e della storia. Leggendo questo
libro di una decina d'anni fa viene voglia di riprendere le storie
che i vecchi ti raccontavano e non hanno finito di fare, ti viene
voglia di tornare alle tue origini e scoprire
da dove vieni, perché hai quel nome perché sei nato in Puglia e non
a Berlino o Rabat. La memoria non è facile da esercitare.
Bisogna leggere studiare cercare interrogare e tenere le braccia
aperte come la mente. Quando
si scopre una verità va tenuta in vita come un piccolo fuoco nelle
notti dei nostri avi senza luce. gli scomparsi -
daniel mendelsohn fb/md - 3.7.2018
Mi onora tanto ricevere
manoscritti non richiesti
Vuol
dire che la mia attività editoriale del passato è stata apprezzata e
ancora qualcuno la ricorda. Ma resto fedele a queste righe scritte
anni fa quando ero già fuori da quel mondo. Oggi lo sono ancora di
più. Perdonatemi la 'poracciata' dell'autocondivisione.
fb/md - 13.9.2017
Leggere manoscritti è un lavoro
All’obiezione di chi dice che è come leggere un libro, va fatta una
contro obiezione, i libri da leggere si scelgono per svago o studio
e sono già lavorati, impaginati, editati e soprattutto non implicano
la formazione e l’eventuale espressione di un giudizio o parere.
Per leggere
accuratamente un manoscritto di cento pagine, un addetto ai lavori
impiega circa due ore. I manoscritti a volte sono lunghi il doppio e
non sempre sono scorrevoli, molto spesso sono in formato digitale e
risultano più faticosi per gli occhi che soffrono la luminosità
degli schermi del computer. I tempi vanno valutati da testo a testo.
La semplicità di allegare un file non corrisponde alla stessa nel
leggerlo. Un parere
può essere dato per iscritto o oralmente, e qui sta all’abilità e le
modalità di un lettore professionale che a volte impiega un format
ben preciso, oppure si limita a una mail con alcuni commenti.
Le case editrici serie
(SERIE) pagano la lettura di un manoscritto circa 50 euro lorde che
vengono liquidate a seguito della formulazione di una scheda
sinottica che prevede titolo, trama e parere del lettore sul
manoscritto. Quando
si manda un testo non richiesto - con frasi del tipo “Dagli
un’occhiata quando hai tempo”, “Dimmi che te ne pare senza impegno”
ecc. - si manca di rispetto innanzitutto per il proprio libro
inedito. In
conclusione:
1) Non leggo manoscritti perché non lavoro più
nell’editoria; 2)
Non esprimo pareri senza impegno, perché non conosco cose senza
impegno nella vita;
3) Ci sono ovviamente regolari eccezioni per le persone care;
4) Non apro gli allegati neanche se sul file è
scritto gangbangsashagrey.mov;
5) Infine, dare una
propria cosa inedita a uno sconosciuto o un amico, o un lettore
qualunque, è sempre un dono, ma è altrettanto un dono, il tempo che
lo sconosciuto, l’amico o il lettore qualunque dedica alla
lettura. Dunque ricambiare sempre con gentilezza e riconoscenza, a
volte basta un grazie detto con sincerità. fb/md -
6.11.2014
.
La fine dell'estate ha per me il colore di una rinascita
Ogni volta che qualcosa finisce ne inizia una nuova
Con speranza aspetto il meglio dietro il
sole che si porta appresso la calda stagione
fb/md - 6.9.2019
.
A German series discovers Italy : an interview with Mario Desiati
in addition to puglia, basilicata and tuscany, do you have new
projects for this series? . Judith and I
are currently working on Milan, a city she knows very well, having
lived there for a long time
newitalianbooks.it/a-german-series-discovers-italy-an-interview-with-mario-desiati
- fb/md - 14.7.2020
.
|