LUIGI LUCA CAVALLI SFORZA

 

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Le razze non esistono

il concetto di razza umana è totalmente arbitrario

detesto la parola razza perché viene identificata

con la superiorità o inferiorità dei popoli

che invece è culturale

non biologica
1992

La razza non esiste, è un dato incontrovertibile. Siamo tutti figli di un piccolo gruppo di africani

che 200 mila anni fa sono usciti dall'Africa e hanno continuato a incrociarsi
Carlo Alberto Redi - genetista 

2018

 Il termine razza si applica solo all’allevamento di animali e vegetali

per ottenere caratteristiche costanti e ripetibili nel corso del tempo

Nulla del genere è mai successo, fortunatamente, al genere umano

francesco cavalli sforza - genetista

2018

Luigi Luca Cavalli Sforza individuò i tre ceppi del popolo italiano: i celto-veneti, gli appenninici e i greci
prof valerio massimo manfredi - archeologo specialista topografia
dino messina - corriere.it - 2019

La tassonomia è la scienza che si occupa di catalogare gli esseri viventi in base alle loro somiglianze e parentele. I tassonomi, ad oggi, non sono ancora riusciti a trovare un accordo su quale sia la definizione di ' razza '.
...    Proprio gli studi del genetista
Luigi Luca Cavalli-Sforza, interessatosi alla tematica dell’evoluzione umana, proveranno definitivamente l’origine monofiletica della specie umana e l’insostenibilità biologica delle razze umane.
metropolitanmagazine.it - 2019

 

 

PRIMA BIOBANCA
La biobanca inaugurata a fine 2006 alla presenza del genetista Luca Cavalli Sforza. Unendo lo studio dei dati raccolti al momento della visita con le analisi che potranno essere svolte in futuro, anche in campo genetico, sarà possibile battere strade fortemente innovative, come l'ipotesi del "common soil", la possibilità che alla radice delle malattie cardiovascolari e tumorali possano esserci fattori comuni, un'idea che sta emergendo con sempre maggiore convinzione nel mondo scientifico.
repubblica.it

banca dati dei comportamenti
Cavalli Sforza propone di affiancare al Progetto Genoma Italia - attualmente in corso, con la collaborazione dell'AVIS e della societa' Biogenomic Technology Italia (BGT) di Porto Torres - lo studio sistematico dei comportamenti di un campione significativo della popolazione italiana. "I dati anamnestici raccolti nei vari ospedali - prosegue lo scienziato - sono troppo incompleti e diversi perche' ne possa fare un uso statistico, o anche a livello del singolo malato".

agi

 

i geni influenzano profondamente il pensiero e dunque il comportamento umano, ma l’evoluzione culturale è diventata tanto potente da modificare a sua volta il patrimonio genetico.

it.news.yahoo.com
 

 

progetto mappa del genoma degli italiani

annunciato da LCS a scienzabergamo nel 2006

Contro le infezioni arriva la genomica   -   Cavalli-Sforza spiega come lo studio del Dna dei batteri darà nuovi antibiotici e vaccini

repubblica.it - iena

Il progetto Genoma è finalizzato ad accrescere la conoscenza sulle alterazioni del Dna, responsabili dello sviluppo delle patologie genetiche nell’uomo, e la comprensione delle basi genetiche dell’evoluzione umana. 

2008

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista 'Science Advances' fornisce un quadro molto dettagliato dell’impatto che le diverse migrazioni del passato hanno avuto sul genoma 'tricolore' ... Oltre ai tre gruppi ancestrali comuni a tutti gli Europei - i cacciatori del Mesolitico, gli agricoltori neolitici di origine mediorientale e gli allevatori di cavalli dell'Età del Bronzo - nel genoma degli italiani sono state identificate tracce genetiche di un nuovo e precedentemente ignoto quarto gruppo ancestrale geneticamente simile alle popolazioni moderne della regione del Caucaso. Questa componente sarebbe giunta nella penisola italiana, passando dal Sud Italia, in un periodo compreso tra la fine del Neolitico e l'inizio dell'Età del Bronzo ...
Parte dei campioni utilizzati provengono dal
Progetto di studio del Genoma della popolazione italiana, ideato da Luigi Luca Cavalli Sforza, scomparso recentemente, e Alberto Piazza, realizzato grazie alla collaborazione delle sezioni provinciali dell'Avis ...  In prospettiva, questo studio apre nuovi scenari, che necessitano chiarimenti, in particolare per la scoperta della nuova quarta componente genetica identificata nel sud Italia.   A tal fine sarà di grande aiuto l'analisi del genoma delle popolazioni italiane del passato ora possibile grazie al nuovo laboratorio di Dna antico dell'Università di Pavia.
adnkronos - notizie.tiscali.it - 2019

 

Razza - parola di dubbia origine

inizia a essere usata nel XVI secolo e - paradossalmente - si connota negativamente nelle stesso periodo in cui nascono le idee moderne sulla dignità degli uomini sulla loro uguaglianza e i loro diritti.   Diventa utile quando - per pretese ragioni scientifiche - il più debole deve diventare inferiore.
La nozione di razza si applica bene ai cavalli e ai cani ma non può essere trasferita alla specie umana .
sullarte.it

il razzismo non ha fondamento scientifico
Il razzismo è l’intolleranza per le persone che sono un po’ diverse da noi. Certo, ci sono differenze visibili, poche e non importanti, come per esempio il colore della pelle, che aiutano a stabilire la diversità. Sopattutto però vi sono differenze di costumi, largamente superficiali, che sono il risultato dell’apprendimento, dipendono dalla società in cui viviamo. Il nostro aspetto del resto coinvolge una frazione relativamente piccola del codice genetico della razza umana. Ecco perché individui che discordano su pochi geni, relativi al colore della pelle per esempio, possono invece avere in comune caratteristiche genetiche molto più complesse, anche se non visibili.

trieste - 2009

Che razza di idea è l’idea di razza
Le dichiarazioni di
superiorità genetica di una razza sull’altra per ragioni intellettuali o morali non hanno alcuna base scientifica.    E’ vero che vi sono enormi differenze di diffusione della scolarità, della speranza di vita e della ricchezza fra le popolazioni di diverse nazioni e che tali differenze hanno importanti influenze.    Le diversità fra le popolazioni umane sono da attribuire non ai geni ma ad un ambiente ecologico e ad una storia politica che le hanno modellate negli ultimi millenni.

antonio migliorino - controcampus.it -
scienzainrete.it

L’ASSEMBLEA FRANCESE VORREBBE ELIMINARE DALLA COSTITUZIONE LA PAROLA RACE OMOLOGA DELLA NOSTRA RAZZA  .

NEL REGNO DI SICILIA GLI ANGIOINI AVEVANO INTRODOTTO PARTICOLARI ALLEVAMENTI EQUINI CHIAMATI NEI DOCUMENTI LATINI ARACIE, TERMINE CHE FU POCO DOPO ADATTATO NEL VOLGARE RAZZE. CON IL COMMERCIO DI CAVALLI LA PAROLA SI DIFFUSE ANCHE IN TOSCANA E NEL RESTO D’ITALIA E SEMPRE IN GROPPA AI CAVALLI SI DIFFUSE IN EUROPA.

ALLA FINE DEL ‘200 ERA UN ADATTAMENTO DELLA PAROLA FRANCESE HARAZ - ALLEVAMENTO DI CAVALLI  - DERIVATA A SUA VOLTA DA UNA PAROLA GERMANICA - CON LE TRADUZIONI ITALIANE ARAZZO, RAZZO E RAZZA.
francesco sabatini - pres on accad crusca - laricerca.loescher.it -corriere.it - 2013

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Il razzismo è una malattia sociale

dalla quale bisognerebbe imparare a guarire

21 MARZO - GIORNATA MONDIALE CONTRO IL RAZZISMO

 

 

Non è facile ricostruire in dettaglio la storia iniziale della diffusione della nostra specie al mondo.

Abbiamo solo un' idea piuttosto vaga dei tempi e luoghi in cui sono avvenuti i primi sviluppi di qualche importanza. Il fenomeno occupa l' ultimo milione di anni e diviene particolarmente acuto negli ultimi centomila, in cui l' uomo sviluppa la fisionomia che ci è familiare. Questa differenziazione è avvenuta soprattutto negli ultimi centomila anni, in cui i nostri antenati, sviluppatisi in Africa meridionale, si spargono prima in quella orientale e di qui a tutto il mondo. La prima diffusione dall' Africa meridionale è iniziata negli ultimi 50.000 anni, prima verso l' Africa orientale e di qui negli ultimi 15.000 anni al resto del mondo, attraverso Arabia e Medio Oriente. I dettagli della differenziazione razziale, le cui conseguenze odierne ci sono familiari, si stabiliscono negli ultimi 10.000”.
Chi si è occupato della storia delle teorie razziali e del razzismo – ha scritto lo storico e matematico Giorgio Israel - prova riconoscenza nei confronti di Luigi Luca Cavalli-Sforza per aver compiuto un’opera meritoria: aver demolito l’idea che il concetto di razza abbia fondamento scientifico. Non è un’operazione di poco conto, solo che si pensi quanto ancora resiste il pregiudizio che le razze esistono, e anche quello che esistano razze superiori e inferiori, che è poi l‘ideologia detta razzismo”.
9colonne.it - 2012

 
I gruppi etnici differiscono poco gli uni dagli altri geneticamente

Darwin non conosceva il DNA, e non regole di eredità ...
Oggi, sappiamo che l'evoluzione del DNA è il fattore più importante. Fatta eccezione per l'uomo.

Nell'uomo, l'evoluzione culturale è più importante che il cambiamento del suo patrimonio.
Perché?
ci rende umani non  solo il genoma ma anche l'ambiente
Come molti gruppi etnici vi sono, secondo le stime?
Ci sono probabilmente molte migliaia, ma abbiamo solo i dati provenienti da circa 50.
Ma "purE" razze non esistono.
Quali sono i vantaggi della vecchiaia?
Ora ho più tempo per pensare quindi credo di più invece di agire.
Anke Fossgreen - bernerzeitung.ch

 

 

 
  TUE ORIGINI E MIGRAZIONI   DNA 

è diventato facile ed economico fare un test del Dna, per scoprire le proprie origini genetiche e genealogiche. Costa meno di 100 euro. A offrire il servizio è il neonato sito web Genetree.com è americano ma si avvale della consulenza scientifica di numerosi genetisti italiani, come Antonio Torroni dell'Università di Pavia e Luigi Luca Cavalli Sforza, che è uno dei padri pionieri di questa scienza, 85enne e ora professore emerito di genetica all'università di Stanford (California).
Funziona così: "L'utente, anche italiano, si registra gratis al sito e può creare il proprio albero genealogico, pubblicare foto di famiglia, fare amicizia con altri iscritti, condividere con loro video, immagini e documenti del proprio passato. In più, può ordinare un test del Dna", spiega James Lee Sorenson, amministratore delegato di Genetree. Si riceve quindi a casa un kit per il test, dove bisognerà mettere la propria saliva, che poi sarà analizzata dai laboratori americani di Genetree.

alessandro longo  - espresso.repubblica.it

erede di Confucio con l’analisi del Dna
Le ricerche antropologiche con il DNA di Luigi Luca Cavalli-Sforza sono una pietra miliare in Cina, e cinesi hanno trovato DNA latino in alcuni abitanti di un villaggio dell’estremo occidente del Paese. Qui, secondo documentati libri di storia, si è stabilita una legione ROMANA nel 1° secolo Avanti Cristo.

lastampa.it

 

 

Siamo tutti uguali ma non troppo

 

le razze esistono o no?
«No. Esistono le popolazioni e i gruppi etnici».
«Le popolazioni si misurano in base a differenze statistiche e genetiche, i gruppi etnici a diversità culturali».
il dna, comunque, cambia: che cosa rivelano le diversità?

«Adattamenti ad ambienti diversi, dovuti ai climi e anche alle diete»
Per esempio?
«La pelle scura che si è schiarita, mentre l’uomo si spostava al Nord, o le narici pronunciate negli ambienti umidi e quelle sottili dove l’aria è secca. Sono esempi di come lavora il Genoma».
Lineamenti a parte, il tabù è l’intelligenza. Si troverà il gene - o i geni - dell’intelligenza?
«Sono tanti. Al momento non sappiamo trovarli, ma li troveremo».
Che cos’è l’intelligenza?
«In realtà esistono intelligenze specifiche: è probabile che Mozart fosse geneticamente diverso da un genio della matematica o della pittura».
Queste percentuali che cosa significano?
«Che è bassa l’importanza dell’ereditarietà. Quando si fecero i primi test sui giapponesi, si scoprì che erano di 11 punti più brillanti degli americani. La conclusione è che hanno scuole migliori».
Quante popolazioni ha individuato?
«Cinquantadue».
Che cosa si aspetta di ottenere dalle varietà genetiche che via via scoprite?
«Di migliorare i trattamenti terapeutici e tracciare la storia dell’umanità».
Non ci sono più dubbi che siamo tutti africani?
«No. La storia è cominciata là, poi ci siamo spostati, circa 50 mila anni fa».
Si costruiranno uomini perfetti?
«Prima di cambiare un po’ di geni dovremo pensarci bene e comunque ci vorranno decenni. Piuttosto penso che, se un bambino deve nascere con gravi malattie, è stupido metterlo al mondo».
E l’opposizione, soprattutto italiana, agli Ogm?
«È da 10 mila anni che manipoliamo piante e animali. Ci vogliono solo i giusti controlli, ma abolire gli Ogm sarebbe come abolire i farmaci e le farmacie»

gabriele beccaria lastampa.it - 2007

 

 

Ognuno di noi ha diritto a disporre della propria vita fino a quando questo non danneggia gli altri.  sono favorevole all'eutanasia.  Certo servirebbero sistemi di controllo rigorosi per evitare errori e resterebbe sempre la possibilità di abusi. è un prezzo da pagare per garantire i diritti

http://espresso.repubblica.it

 

 

intervista

... l’uomo potrà modificare anche i meccanismi dell’intelligenza Geni del cervello immutati da due milioni di anni Ma dalla Preistoria la massa cerebrale pesa il triplo.

Merito di linguaggio e Internet
E se in passato l’uomo di Neanderthal è stato spazzato via dal migratore Homo sapiens, oggi vi sono pericoli analoghi legati ai problemi di integrazione tra culture e religioni diverse?

Ho sentito parlare di muri. Gli unici muri che andrebbero innalzati devono essere quelli contro i criminali e l’ignoranza — dice il genetista Luigi Luca Cavalli Sforza, una delle autorità internazionali nel campo della genetica delle popolazioni —www.corriere.it

 

 

CHI SIAMO

storia della

diversità umana

PERCHE' LA SCIENZA ?

bilancio del suo percorso scientifico e s'interroga sul ruolo che lo sviluppo della conoscenza ha avuto nella storia dell'uomo. E in un'età in cui ancora troppo spesso ci si affida a teorie e credenze irrazionali e spiritualistiche per interpretare i grandi enigmi della nostra esistenza, ci invita a riflettere sull'importanza di ricondurre al sempre più ricco e ampio mondo del sapere scientifico tutte le grandi domande intorno alla vita e alla morte.

unilibro.it

 

Primo Premio Letterario Galileo per la divulgazione scientifica - Padova 2007


CHI SIAMO

riedizione 2013






https://youtu.be/U7kBhxuJfLw
https://youtu.be/2W9rWFhosfg

luca e francesco

cavalli sforza
PRESENTANO
chi siamo - DIVERSI MA UGUALI

2014


Chi siamo - La storia della diversità umana - riedizione 2013
Questo libro racconta com’è stato ricostruito il nostro passato, dai primi lontanissimi antenati fino alla vicenda di una minuscola popolazione umana, comparsa circa 100.000 anni fa, che si è diffusa sull’intero pianeta. La chiamiamo “uomo moderno”, e siamo noi.
Luca e Francesco Cavalli Sforza
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Nel 1993 Luca e Francesco Cavalli Sforza davano alle stampe Chi siamo. La storia della diversità umana, un grande classico della divulgazione scientifica che, dimostrando l’
origine comune africana dell’umanità moderna e smontando pezzo per pezzo il concetto di razza, portava con sé un messaggio di unità e tolleranza. Oggi, vent’anni dopo, quel messaggio è più attuale che mai, e Chi siamo ritorna in una nuova veste, rinnovata nei contenuti e nell’iconografia. Le illustrazioni e le numerose mappe a colori, ma soprattutto i numerosi scatti di Giovanni Porzio -giornalista, reporter e fotografo giramondo- diventano così l’ideale contrappunto visivo al racconto delle nostre origini, ma anche un omaggio al viaggio umano e professionale di uno dei più grandi scienziati del Novecento.

rai - codiceedizioni.it - 2013

Nel vostro saggio Chi siamo raccontate come siamo arrivati fin qui. Ma l'evoluzione finisce con Homo sapiens o ci sarà una nuova specie?
LLCS -
Perché compaia una nuova specie ci vuole un lungo periodo di isolamento riproduttivo, quindi oggi è pressoché impossibile per via del grande sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni: nessuna popolazione oggi è davvero isolata. In passato ci sono state popolazioni isolate per millenni, ma per far nascere una nuova specie servirebbero almeno 500 mila anni.
FCS -
Potrebbe sorgere una nuova specie umana solo se qualche catastrofe mondiale frazionasse l'umanità in zone della Terra del tutto isolate. O se una parte di noi colonizzasse un nuovo pianeta senza avere più scambi riproduttivi con i terrestri. Invece i miglioramenti bio-informatici di cui a volte si parla come di estensioni di memoria per il cervello non definirebbero una nuova specie, ma di certo ci renderebbero un meticcio naturale-culturale ancora più affascinante di ciò che già siamo.


La genetica è sempre più in grado di dirci chi siamo: tra un decennio ognuno potrà sequenziare il suo Dna con pochi euro e prevedere malattie e aspettativa di vita. Ma è un bene?
FCS -
Di sicuro ci sarà chi non vorrà conoscere le proprie vulnerabilità per non sentirsi condizionato, ma anche chi vorrà sapere tutto per poi condurre uno stile di vita che contrasti gli eventuali difetti genetici.
LLCS -
Per me voler restare all'oscuro di una cosa così importante è assurdo.

giugliano aluffi - ilmiolibro.kataweb.it - 2013

 

 

 

Genes Controlling Longevity in Centenarians
DR. CAVALLI-SFORZA proposes that centenarians may have a constellation of genes that give them resistance

to many causes of stress and disease, or may simply have one or more genes affecting the duration of their life. To detect new DNA polymorphisms, his group has used a special apparatus, DHPLC or Denaturing High Performance Liquid Chromatography, developed in his lab by Peter Oefner and Peter Underhill. Looking first at the gene that causes Werner disease, a disease of premature aging, they found a large set of polymorphisms not previously known, but none was found to lengthen lifespan. The group also looked at genes known to increase resistance to stress. For one of these stress genes, HSP70, the researchers found an allele that is unfavorable to longevity, but only in women. They also explored the male/female ratio among centenarians in Italy. In most studies around the world the male/female ratio ranges between 1:4 and 1:7. By contrast, a 1:2 ratio was observed in Calabria, a Southern Italian region. Using data of the Italian Institute of Statistics, Dr. Cavalli-Sforza and colleagues found that the centenarians' male/female ratio gradually decreases from South to North. This pattern significantly correlated with the genetic structure of the Italian population as outlined by principal component analysis, indicating the presence of potential genetic factors.
Luca Cavalli-Sforza, MD Stanford University School of Medicine

1998 Senior Scholar in Aging               

ellisonfoundation.org

 

 

 

Potere del comportamento - Congresso di psiconeuroendocrinoimmunologia

Il ruolo dei comportamenti è fondamentale: sono in grado di cambiare alcune delle condizioni su cui si esercita la selezione naturale.
geni - lattosio
È noto che soprattutto in Italia centro-meridionale molte persone sono intolleranti al lattosio, accusando numerosi disturbi. Il fatto è che nell'uomo, come in tutti i mammiferi, dopo il secondo anno di vita il gene smette di funzionare: l'enzima non viene più prodotto e il lattosio non viene digerito. Ma noi sappiamo che, per esempio, quasi il 100% degli abitanti della penisola scandinava ha l'enzima attivo anche in età adulta. "Questa circostanza è il frutto di una o più mutazioni in punti particolari del genoma che hanno consentito, in un'epoca relativamente antica (circa 13.000 anni fa) e in territori con scarsità cibo, di nutrirsi da un'abbondante fonte di calorie e nutrienti come il latte".....
Questo dimostra la validità della teoria della selezione naturale (solo gli individui con la mutazione favorevole sono sopravvissuti in ambienti con scarsità di cibo e abbondanza di latte) e anche che un comportamento (decidere di consumare il latte degli animali allevati) può dirigere l'evoluzione biologica.
adnkronos.com

 

 

NIENTE E GIA SCRITTO

A vostro avviso, quanto della nostra natura e del nostro futuro è ancora nascosto nel Dna?
Tra l’80% e il 90%. Questo è ciò che ancora ignoriamo del Dna.  Grossolanamente, il Dna inciderà in media per il 50% su salute e malattia,  Il resto dipende dall’ambiente fisico e sociale, cioè dalle nostre abitudini
La componente genetica è fondamentale. Quindi, decifrarlo conterà moltissimo nell'affrontare meglio numerose patologie.

luca vaglio - canali.libero.it

anche quando le malattie hanno una forte causa ereditaria sono comunque connesse a fattori ambientali e alla storia individuale della persona. Così «nessun uomo è figlio solo dei suoi geni», il nostro destino non è scritto una volta per sempre nel Dna
Giacomo Samek Lodovici - avvenire.it

 

 

FOXP2 L’EVOLUZIONE DELLA CULTURA
"La forza delle idee continua a trasformare il nostro patrimonio genetico. La scoperta del fuoco ha reso inutile il pelo e la scarsità di vitamina D ha sbiancato la pelle"

Lei teorizza che l’evoluzione culturale è determinata dalla somma delle innovazioni e dalla loro accettazione sociale, misurabile con cambiamenti statistici. Ma come si trasmettono i saperi?
«I geni si trasmettono dai genitori ai figli attraverso i gameti (gli spermatozoi e le cellule ovo), con leggi scoperte da Mendel. Le idee si trasmettono per via culturale, cioè attraverso l’imitazione o per comunicazione e insegnamento, attraverso alcune regole».
«Si deve distinguere chi trasmette e chi riceve l’informazione culturale. Semplificando, l’atto elementare di trasmissione può avvenire in tre modi.

Primo: da pochi a pochi individui, come nelle malattie contagiose o nella diffusione delle barzellette. Secondo: da uno solo, o pochissimi, a molti, come nell’insegnamento, con i giornali, la radio e la tv. I protagonisti sono persone di prestigio o autorità che devono essere obbedite. Terzo: da molti a pochi. Avviene con le influenze di tipo conformistico dell’ambiente sociale: tendono a sopprimere le novità e mantengono le tradizioni. La velocità di diffusione di una nuova idea è media nel primo caso, alta nel secondo e scarsa nel terzo. Ma da quando c’è Internet si deve aggiungere un quarto modo: da molti a molti. Qui la velocità è quasi istantanea».
«Per parlare all’uomo sono occorsi organi e funzioni nuove, che hanno una base biologica e hanno impiegato molto tempo a svilupparsi. FOXP2 è un indizio che potrebbero esserci stati sviluppi recenti nella capacità di complicare certi aspetti strutturali del linguaggio. Ma lo studio dell’evoluzione delle lingue è ancora troppo recente per dare risposte certe».

gabriele beccaria  lastampa.it

 

 

LA CULTURA ITALIANA
La trattazione racconta e descrive le peculiarità del nostro essere italiani e rende anche conto della specificità e della ricchezza delle singole culture e identità regionali che contribuiscono ad accrescere la grandezza e il fascino del nostro Paese.
L’approccio è scientifico/evolutivo e per questo, la direzione dell’opera è stata affidata alla voce più autorevole nel campo degli studi sull’evoluzione: il professor Luigi Luca Cavalli Sforza.

ma.gu. - riviera.24.it

Quali sono le conseguenze del passaggio dalla società solida dei produttori a quella liquida dei consumatori?
«In una società di produttori i profitti venivano generati dall’incontro tra il capitale e il lavoro, e in un certo senso il capitalismo era un fattore di risentimento collettivo. Nella società dei produttori, i profitti vengono dall’incontro tra la merce e il cliente; si tratta di un evento solitario, che promuove l’interesse personale piuttosto che la solidarietà e l’unione. Formati socialmente innanzitutto come consumatori e solo in secondo luogo come produttori, siamo addestrati a modellare le relazioni interumane sul modello della relazione del consumatore con i beni di consumo. Ciò porta alla fragilità e alla temporaneità dei legami interumani. Inoltre, per raggiungere il rango di consumatori, ognuno di noi deve trattare se stesso come una merce vendibile, il che intensifica la continua frammentazione e atomizzazione della società. Per finire, segue la fascinazione per il Pil (che misura soprattutto le attività di consumo): la società dei consumatori non conosce altro modo per “risolvere i problemi” e affrontare i problemi sociali che incoraggiare la “crescita economica”, ingrandendo all’infinito la pagnotta da affettare piuttosto che dividerla giudiziosamente ed equamente».
giuliano battiston - lettera22.it - unita.it - 2011

 

 

 


LCS  e il  figlio francesco

chi siamo - riedizione - 2013

RAZZISMO E NOISMO - 2013

HOMO SAPIENS - 2011

LA CULTURA  ITALIANA  - 2010

LA SPECIE PREPOTENTE - 2010

ITINERARI DI SCIENZA DELLA NATURA -  2 VOL - 2010

l'evoluzione della cultura   -   2009

Ragioni e limiti della diversità genetica  - 2008

Il caso e la necessità. Ragioni e limiti della diversità genetica  -  2007+2022

NATURA  -  2006   -  VOL 1-2  3-4

GALAPAGOS  -  2006
Perché la scienza? L'avventura di un ricercatore  -  2005

STORIA E GEOGRAFIA DEI GENI UMANI - 2000

CHI SIAMO - 1999

GENI POPOLI LINGUE - 1999
La scienza della felicità   -  1997
History and Geography of Human Genes   -  1996

ANALISI STATISTICA PER MEDICI E BIOLOGI - 1992

La transizione neolitica e la genetica di popolazioni in Europa - 1986

 

 

 

un programma informatico ricostruirà la storia dell'uomo

Il software, messo a punto sotto la guida del genetista italiano Luca Cavalli-Sforza, considera le migrazioni dei popoli tenendo conto della regole demografiche
Sarà un programma per computer a raccontarci la vera storia sull'origine dell'Uomo e sui suoi viaggi alla conquista del mondo. L'ha messo appunto l'equipe del massimo esperto in materia di genetica di popolazioni, Luca Cavalli-Sforza, che oggi è professore emerito alla Stanford University School of Medicine.
Il software, come riferito sulla rivista Proceedings of the National Academies of Science, è capace di scoprire il luogo, oltre che la data di nascita, di ogni cambiamento genetico intervenuto nel Dna umano.
Studiando la distribuzione geografica delle mutazioni genetiche avvenute nel tempo, i genetisti potranno ricostruire i flussi migratori dei primi uomini moderni e raccontarci come questi si sono incontrati e scambiati materiale genetico e cultura.
Ammettendo costante nel tempo la velocità con cui le mutazioni si accumulano sul Dna umano, finora i genetisti sapevano stimare la data di una certa mutazione, un'informazione buona sì, ma non completa, spiega Cavalli-Sforza precisando che 'se noi siamo in grado di conoscere anche il luogo in cui essa è comparsa allora sappiamo quasi tutto del nostro passato'.
E tanto ha fatto che ha raggiunto questo scopo progettando con l'aiuto di Christopher Edmonds, progettista di software, e di Anita Lillie, esperta di statistica, un programma che riproduce il mondo in miniatura, come una griglia di quadrati che rappresentano i diversi Paesi. Il programma ha messo in scena le migrazioni dei popoli tenendo conto di regole demografiche e, dopo che gli scienziati gli hanno fatto eseguire 64.000 simulazioni di espansioni geografiche di gruppi di individui, ha fornito loro un modello teorico per ricavare il luogo di nascita di ogni mutazione, una specie di formula matematica che produce notizie spaziali al posto di un risultato numerico.
Adesso quindi basterà solo mettere in moto i calcolatori e in un click il software potrà dare l'indicazione cercata dicendo 'noi eravamo qui' per ogni gruppo etnico di interesse e ricostruend
o così i movimenti di migliaia di anni fa dei nostri antenati umani.

2004

newton.corriere.it

 

 

 

CONOSLuca Cavalli SforzaCERE LA GENETICA PER SCONFIGGERE IL RAZZISMO
TU SEI STATO GENETISTA BATTERICO ALL'INIZIO DELLA TUA CARRIERA.
TI SEI OCCUPATO DEL SESSO DEI BATTERI. HAI SCOPERTO IL PRIMO EPISOMA, F, CHE INFETTA LE CELLULE BATTERICHE CHE NE SONO SPROVVISTE, GENERANDO LA CAPACITÀ DI SCAMBI GENETICI FRA DI LORO, ED È ANCHE CAPACE DI INTEGRARSI NEL CROMOSOMA BATTERICO. TI SEI ANCHE OCCUPATO DI RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI E HAI DIMOSTRATO CHE TUTTA LA RESISTENZA BATTERICA AD UN ANTIBIOTICO ORIGINA PER MUTAZIONI DEL DNA. COME MAI HAI ABBANDONATO LA GENETICA BATTERICA IN CUI AVEVI FATTO UN BUON INIZIO, PER PASSARE A QUELLA DELL'UOMO?

IO HO SCOPERTO LA GENETICA BATTERICA QUANDO ANCORA NON ESISTEVA, GRAZIE AD UN LIBRO CHE ADRIANO BUZZATI-TRAVERSO, PRIMA DI PARTIRE COME MILITARE PER LA GUERRA IN LIBIA, AVEVA LASCIATO AD EMILIO VERATTI, PROFESSORE DI PATOLOGIA GENERALE A PAVIA, PERCHÉ LO PASSASSE A UNO STUDENTE INTERESSATO. IL LIBRO ERA COSTITUITO DAGLI ATTI DI UN SIMPOSIO IN CUI UN GRUPPO DI MICROBIOLOGI DISCUTEVA LA POSSIBILITÀ DI STUDIARE LA GENETICA DEI MICROORGANISMI. IO AVEVO COMINCIATO IL QUARTO ANNO DI MEDICINA E, INSIEME CON IL MIO COMPAGNO E AMICO GIOVANNI MAGNI, MANCATO PURTROPPO PREMATURAMENTE ALLA FINE DELL'ANNO SCORSO, ABBIAMO STUDIATO ATTENTAMENTE IL LIBRO E DECISO DI DEDICARCI A QUESTO ARGOMENTO, COMINCIANDO AD OCCUPARCENE INSIEME IN LABORATORIO.
BUZZATI È TORNATO DALLA LIBIA PRIMA DELLA FINE DELLA GUERRA PERCHÉ SOFFRIVA DI ASMA. IO SONO DIVENTATO "ALLIEVO INTERNO" DEL SUO LABORATORIO E HO COMINCIATO A LAVORARE IN GENETICA DELLA DROSOFILA. ALLA FINE DELLA GUERRA NON VI ERANO POSSIBILITÀ DI LAVORO ALL'UNIVERSITÀ, MA TROVAI UN POSTO ALL'ISTITUTO SIEROTERAPICO MILANESE OVE POTEI OCCUPARMI DI GENETICA DEI BATTERI. FU DI QUESTO ARGOMENTO CHE CONTINUAI AD INTERESSARMI QUANDO TROVAI, E TENNI DAL 1948 AL 1950, UN POSTO DI ASSISTENTE AL DIPARTIMENTO DI GENETICA DELL'UNIVERSITÀ DI CAMBRIDGE, CON IL CELEBRE PROFESSORE R. A. FISHER. MA QUI EBBI ANCHE OCCASIONE DI RINFORZARE LE MIE CONOSCENZE DI STATISTICA E DI GENETICA DI POPOLAZIONI, CHE COLTIVAVO DA UN PO' DI TEMPO ACCANTO ALL'ATTIVITÀ SPERIMENTALE SUI BATTERI.
ANCHE IL LAVORO DI GENETICA BATTERICA ANDAVA, ALL'INIZIO, MOLTO BENE; PERÒ ERO CONSIDERATO, NON SOLO TRA I BATTERIOLOGI ITALIANI, MA ANCHE, ALL'INIZIO, TRA QUELLI INGLESI, PAZZO AD OCCUPARMI DI GENETICA BATTERICA (BISOGNA PENSARE CHE A QUELL'EPOCA MOLTI CREDEVANO ANCORA CHE I BATTERI NON AVESSERO NUCLEO). INTORNO AL 1953 LE RICERCHE SUL SESSO BATTERICO, CHE ERANO STATE INIZIATE DA LEDERBERG NEL 1946 E A CUI IO AVEVO COMINCIATO A DARE I MIEI PRIMI CONTRIBUTI NEL 1949, PROVOCARONO UNO SCOPPIO DI INTERESSE SULL'ARGOMENTO. I MIGLIORI LABORATORI E CERVELLI D'EUROPA E D'AMERICA SI LANCIARONO SULLA GENETICA DI ESCHERICHIA COLI E IL RITMO DELLE SCOPERTE SI FECE FRENETICO. INTANTO LA MIA SITUAZIONE AL SIEROTERAPICO MILANESE COMINCIÒ A PEGGIORARE CON UN NUOVO DIRETTORE, CHE SI INTERESSAVA SOLO DIAPPLICAZIONI DI SCARSO INTERESSE. LE MIE RICERCHE NON GLI PIACEVANO E PERCIÒ SCELSE DI RENDERMI LA VITA DIFFICILE. PROPRIO ALLORA COMINCIÒ LA DECADENZA DI QUESTO ISTITUTO LA CUI ATTIVITÀ SI CONCLUSE QUALCHE ANNO FA. DATA LA SITUAZIONE, ALL'INIZIO DEL 1957 DECISI DI ANDARMENE ED ASSOCIARMI ALL'INIZIATIVA DI BUZZATI CHE AVEVA COMINCIATO A PAVIA DEI CORSI PARAGONABILI AD UN PH. D. IN GENETICA. DIVISI COSÌ IL MIO TEMPO FRA PARMA E PAVIA, FINCHÉ DIVENNI PROFESSORE DI RUOLO A PAVIA NEL 1962. IN QUELL'EPOCA BUZZATI STAVA TRASPORTANDO IL SUO ISTITUTO A NAPOLI, FUORI DELL'UNIVERSITÀ, CREANDOVI QUEL LABORATORIO DEL CNR (LIGB) POI DIVENUTO ISTITUTO INTERNAZIONALE DI GENETICA EBIOFISICA (IIGB), CHE ACQUISTÒ BEN PRESTO FAMA INTERNAZIONALE. IO EREDITAI DA BUZZATI UN ISTITUTO DI GENETICA VUOTO DI APPARECCHI E CON POCHISSIMO PERSONALE, MA CON L'AIUTO VALIDISSIMO DI MAGNI FU POSSIBILE RIPORTARLO RAPIDAMENTE AD UN OTTIMO LIVELLO, CREANDO ANCHE UN LABORATORIO (POI ISTITUTO) DEL CNR CHE CONTINUA AD ESSERE ADIACENTE AL DIPARTIMENTO DI GENETICA, A CONDIVIDERNE LA BIBLIOTECA E MANTENERE UNA STRETTA COLLABORAZIONE, ANCHE DOPO IL TRASFERIMENTO DI AMBEDUE, LABORATORIO CNR E DIPARTIMENTO, NEL NUOVO CAMPUS DELL'UNIVERSITÀ DI PAVIA. IN QUELL'EPOCA COMINCIAI AD AVERE IMPEGNI DIDATTICI E AMMINISTRATIVI ABBASTANZA PESANTI ED USCII DAL CAMPO DELLA GENETICA BATTERICAPER CONCENTRARMI SU QUELLA DELLE POPOLAZIONI UMANE. LA RICERCA SUI DATI DI ARCHIVI CATTOLICIDIVENNE SEMPRE PIÙ IMPORTANTE; È CONTINUATA E NON È FINITA NEANCHE OGGI. STO ORA SCRIVENDO UN LIBRO DAL TITOLO INBREEDING, CONSAGUINEITY AND DRIFT IN ITALY, CHE RIASSUME LE RICERCHE CON MORONI E MOLTI ALTRI COLLABORATORI, TRA CUI GIANNA ZEI, ROSALBA GUGLIELMINO, ITALO BARRAI E FRANCO CONTERIO, E TERMINANDO LE ANALISI STATISTICHE COMINCIATE QUARANTAQUATTRO ANNI FA. IL MIO PRINCIPALE SVAGO SONO STATE NUMEROSE SPEDIZIONI CHE HO CONDOTTO QUASI OGNI ANNO IN AFRICA TRA IL 1966 E IL 1985, CON L'IDEA DI SPOSTARE LE MIE RICERCHE SUL CAMPO DELLA GENETICA DI POPOLAZIONI UMANE DALLA VALLE DEL PARMA, OVE LE AVEVO COMINCIATE, ALLA FORESTA TROPICALE AFRICANA. MOTIVO PRINCIPALE DI INTERESSE È CHE VI VIVONO ANCORA I PIGMEI, UNO DEI POCHI ESEMPI DI POPOLAZIONI CHE NON HANNO ANCORA COMPLETAMENTE ABBANDONATO LA VITA DI CACCIA E LA RACCOLTA DI VEGETALI. QUESTO È STATO, PER PIÙ DI UN MILIONE DI ANNI, IL MODO CORRENTE DI VITA DEI NOSTRI ANTENATI FINOALL'INVENZIONE DELL'AGRICOLTURA, AVVENUTA SOLO MENO DI DIECIMILA ANNI FA E DIFFUSASI LENTAMENTE A PARTIRE DA POCHI CENTRI DI ORIGINE.
QUANTO GRANDE È LA VARIAZIONE GENETICA E PERCHÉ È IMPORTANTE STUDIARLA?
SAPPIAMO CHE IL DNA PRESO A CASO DA INDIVIDUI DIVERSI PUÒ DIFFERIRE PER UN NUCLEOTIDE SU MILLECIRCA. OGNUNO DI NOI RICEVE DA OGNI GENITORE UN "GENOMA" FATTO DI TRE MILIARDI DI NUCLEOTIDI (PIÙ ESATTAMENTE, PAIA DI NUCLEOTIDI, MA IL CONTO NON CAMBIA, POICHÉ IN OGNI PAIO BASTA CONOSCERE UNO DEI DUE NUCLEOTIDI PER PREVEDERE L'ALTRO).
QUINDI TRA DUE INDIVIDUI CI SI ATTENDONO TRE MILIONI DI DIFFERENZE. UNA VARIAZIONE DI QUESTO GIGANTESCO ORDINE DI GRANDEZZA ASSICURA LAVORO PER UN TEMPO LUNGHISSIMO.
LO STUDIO DELLA VARIAZIONE GENETICA È INDISSOLUBILMENTE CONNESSO CON QUELLO DELL'EVOLUZIONE E PERMETTE DI RICOSTRUIRE LA STORIA BIOLOGICA DELLE POPOLAZIONI, AIUTANDO COSÌ ANCHE L'ARCHEOLOGIA, LA LINGUISTICA E LE ALTRE DISCIPLINE COINVOLTE NELLA STORIA DELL'UOMO. IL RAZZISMO È BASATO SULL'IGNORANZA DELLA GENETICA ED È PROPRIO LO STUDIO DELLA VARIAZIONE CHE FORNISCE LE ARMI PIÙ SICURE PER DISTRUGGERLO.
MOLTE MALATTIE SONO DOVUTE A VARIAZIONE GENETICA. I CONFINI TRA VARIAZIONE "NORMALE" E "PATOLOGICA" SONO VAGHI; CE NE STIAMO ACCORGENDO SOPRATTUTTO ORA CHE COMINCIAMO AD AVERE LE ARMI PER ATTACCARE LE MALATTIE GENETICHE PIÙ DIFFICILI DA STUDIARE (DETTE POLIGENICHE), AL CUI
DETERMINISMO CONTRIBUISCONO PARECCHI GENI, CHE DA SOLI NON HANNO ATTIVITÀ PATOGENA, MA IN CERTE COMBINAZIONI FRA LORO O CON EVENTI DI NATURA NON GENETICA, POSSONO DIVENIRE DELETERI.
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DETERMINISMO

 QUANDO L'APPRENDIMENTO PUO ESSERE TRASMESSO   .PDF 

 

 

 

L’albero genealogico del dna per capire la nostra storia

... Da questo ceppo, insediatosi 17mila anni fa in Toscana e Lunigiana, discenderebbero molti abitanti della costa mediterranea e dell’Europa Occidentale, quasi un europeo ogni dieci. Questa genealogia "estrema" praticata da Brian Sykes s’inserisce nella ricostruzione degli alberi genetici dei singoli popoli condotta sin dal 1977 dalla squadra di genetisti di Standford sotto la direzione di Luca Cavalli–Sforza, che ha proposto, una decina di anni fa, l’atlante storico e geografico dei geni dell’uomo. Una sorta di foto aerea delle popolazioni del mondo, un'immensa "analisi del sangue" fatta catalogando al computer centinaia di migliaia di campioni di dna di popolazioni diverse, che ricostruisce le nostre origine e le ondate migratori. Se la tesi delle "sette figlie di Eva" non svela nulla di rivoluzionario dal punto di vista scientifico sulla vicenda dell’evoluzione umana, la novità degli studi di Sykes sta nell'individuazione di un metodo per semplificare e rendere riproducibile l'identità e il tasso di variazione del dna mitocondriale. Ovvero il materiale genetico ereditato esclusivamente per via materna che rimane inalterato salvo errori di riproduzioni o legati all’ambiente  ... 

repubblica.it   patrizia feletig  

 

 

 

 

Cavalli-Sforza II: Seven Dumb Ideas about Race
Race is a topic of such enormous importance that it's essential to think clearly about it.

Yet much of the intelligentsia now attempts to deal with the problem by defining race as merely a mass hallucination afflicting the entire human race - other than we few members of the Great and the Good. As we saw in last week's column on the schizophrenic writings of the leading population geneticist, Luigi Luca Cavalli-Sforza, much of the professoriat now publicly deny the very reality of race. Prominent anthropologist C. Loring Brace asserts, "There is no such thing as a biological entity that warrants the term 'race.'" The American Association of Physical Anthropologists recently announced: "… old biological concepts of race no longer provide scientifically valid distinctions…" Similarly, the American Anthropological Association proclaimed " … differentiating species into biologically defined 'races' has proven meaningless and unscientific as a way of explaining variation…”
Well, wishing isn't going to make race vanish into thin air. Let's review some of the major myths about race.

If races exist, then one must be supreme.

Much of the Race Does Not Exist cant stems from the following logic (if you can call it logic): “If there really are different racial groups, then one must be The Master Race, which means -- oh my God – that Hitler Was Right! Therefore, we must promote whatever ideas most confuse the public about race. Otherwise, they will learn the horrible truth and they'll all vote Nazi.”

Look, this is one big non-sequiter: Of course, there are different racial groups. And of course their members tend to inherit certain different genes, on average, than the members of other racial groups. And that means racial groups will differ, on average, in various innate capabilities. But that also means that no group can be supreme at all jobs. To be excellent at one skill frequently implies being worse at something else. So, there can't be a Master Race. Sports fans can cite countless examples. Men of West African descent monopolize the Olympic 100m dash, but their explosive musculature, which is so helpful in sprinting, weighs them down in distance running, where they are also-rans. Similarly, there are far more Samoans in the National Football League than Chinese, simply because Samoans tend to be much, much bigger. But precisely because Samoans are so huge, they'll never do as well as the Chinese in gymnastics.

Every person falls into a single clear-cut racial group.

This one is so silly that I doubt that anybody who has thought about race in the real world for more than ten minutes believes this. Nobody can agree on how many racial groups there are, exactly who is in each one, or what to call them.

Since nobody can agree on how many racial groups there are, exactly who is in each one, or what to call them, then race does not exist.

This one's equally daft. Outside of mathematics, and of human inventions like the law, categories almost always fall across continuous dimensions. Where does "young" end and "old" begin? It all depends on the situation. For example, among female gymnasts, 18 is "old." Among architects, 45 is "young." Yet that does not mean that "age" is meaningless. Further, categories are typically fuzzy. Few people are 100% "sick" or 100% "well." But "health" is still a useful concept.

The best example of the fuzziness of natural categories is the concept of "extended family." All the criticisms made about the fuzziness of racial groups apply in spades to extended families. How many extended families do you belong to? Well, at least two: your mom's and your dad's. But they each belonged to their parents' two extended families, so maybe you belong to four. And your grandparents each belonged to two …

And what are the boundaries of your various extended families? If the question at hand is who you'd give a spare kidney to, you'd probably draw the limits rather narrowly. But, when making up your Christmas card list, you probably toss in the occasional third cousin, twice removed. And exactly what's the appropriate name for all these extended families anyway?

In fact, extended families are even less clear-cut than racial groups. Yet, nobody goes around smugly claiming that extended families don't exist.

But why is extended family such a perfect analogy for race? Because it's not an analogy. They are the same thing: kin, individuals united by common descent. There's no natural law defining where extended families end. A racial group is merely an extended family (often an extremely extended family) that inbreeds to some extent. It's this tendency to marry within the group that makes racial groups somewhat more coherent, cohesive, and longer lasting than smaller-scale extended families.

Genetic differences between the races can't exist because there hasn't been enough time for them to evolve in the 50,000 to 200,000 years since modern humans first emerged from Africa.

The popularity of this argument is bizarre, since genetic differences between the races are written on the faces of the people you see every day. If there wasn't enough time for these racially characteristic traits to evolve, how exactly did they come into existence? Magic? It's particularly amusing to hear paleontologist Stephen Jay Gould assert this since his one major contribution to science has been to document that evolution sometimes occurs at the speed of revolution.

In the History and Geography of Human Genes, Cavalli-Sforza calculates the surprisingly short time in which a version of a gene that leads to more offspring can spread from 1% to 99% of the population. If a rare variant of a gene produces just 1% more surviving offspring, it will become nearly universal in a human group in 11,500 years. But, if it provides 10% more "reproductive fitness it will come to dominate in just 1,150 years. A classic example is the gene for lactose-tolerance. It was almost nonexistent until humans started milking cattle about 10,000 years ago. Today, its prevalence ranges from negligible among East Asians to 97% among Danes.

Race is only skin deep.

I'm sure this bit of conventional wisdom is most comforting to Jews suffering from Tay-Sachs disease, to blacks enduring sickle cell anemia, and to American Indians battling alcoholism. In reality, there is absolutely nothing that restricts racial differences to "mere cosmetics." Races can differ in any of the ways that families can differ from each other.

Most variation is within racial groups, not between racial groups. Two members of the same race are likely to differ from each other more than the average member of their race differs from the average member of another race.

Sure, but so what? No single human category can account for a majority of all the many ways humans differ from each other. Try substituting other categories like "age:" "Most variation is within age groups, not between age groups." Yup, that's true, too. But, it doesn't mean that Age Does Not Exist.

You often hear that between-group racial differences only account for 15% of genetic variation. This number comes from a 1972 study by Richard Lewontin of 17 blood types, comparing variation between continental-scale races and between national-scale racial groups (e.g., Swedes vs. Italians). Now, blood types are, I suppose, important, but they hardly represent all we want to know about human genetic diversity. Certain other traits are known to be more racially determined -- the figure for skin color, not surprisingly, is 60%. What the overall number is for all the important genes remains unknown.

Still, let's assume that Lewontin's 15% solution is widely applicable. That's like going to a casino that has American Indian and African American croupiers, and 85% of the time the roulette spins are random, but 15% of the time the ball always comes up red for Indian croupiers and black for the black croupiers -- pretty useful information, huh?

Most of the human race's genetic variation is among black Africans.

This chestnut is true only for junk genes, the DNA that doesn't do anything. Junk genes are highly useful to population geneticists tracing the genealogies of racial groups, but they don't affect anything in the real world.

Then, are black Africans highly diverse physically? Well, that depends upon who you are lumping together. There are indeed some highly unusual peoples in Africa, but almost none of them were brought to America as slaves. The most genetically distinct people in sub-Saharan Africa are the Khoisan. These are the yellowish-brown, tongue-clicking Bushmen and Hottentots of the Southern African wastelands, the remnants of a great race that once dominated most of Africa before the blacks ethnically cleansed them from the more desirable lands. The most striking contrast in Africa is between the tiny Pygmies and the ultra-tall herding tribes of East Africa. But except for the 7'7", 190-pound basketball novelty Manute Bol, few of either group made it to America. In contrast, the West African tribes that did provide the vast majority of American slaves are relatively homogenous. Cavalli-Sforza sums up the situation on the ground like this, "… differences between most sub-Saharan Africans other than Khoisan and Pygmies seem rather small."

This does not exhaust the list of dumb ideas about race that I've collected. But it does give a taste of how anthropologists try to make race disappear by closing their eyes and wishing. Well, race won't go away, because it's an inevitable outgrowth of family. Our only hope to manage the problems of race is to study it honestly.

steve sailer - vdare.com

 

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