george orwell
1984
- prima pubblicazione 8 giugno 1949
- anche audiolibro dal 2021
. adattamento a fumetti di xavier coste dal 2021
. Oscar Mondadori porta in Italia la graphic novel di 1984 -
adattato e illustrato da Fido Testi 2021
but the thought of
being a lunatic did not greatly trouble him
the horror was that he might also be wrong
...
Se vuoi un'immagine del futuro
immagina uno stivale che calpesta un volto umano - per sempre
...
Nulla vi apparteneva se non quei pochi centimetri cubi che avevate
dentro il cranio
Nothing was your own except the few cubic centimetres inside your
skull
--
La stupidità era indispensabile quanto l'intelligenza
ed era altrettanto difficile ad acquisirsi
...
Until they become conscious they will
never rebel
and until after they have rebelled they
cannot become conscious Finché
non diverranno coscienti della loro forza non si ribelleranno
e finché non si ribelleranno non diverranno coscienti
della loro forza
.
All'infuori del lavoro tutto era vietato .
camminare per strada, distrarsi, cantare, ballare, riunirsi ...
...
Controlliamo la materia perché controlliamo la
mente .
La realtà è all’interno del cranio. Imparerai
per gradi, Winston . Non c’è nulla che non possiamo
ottenere. L’invisibilità, la levitazione – qualunque cosa. Se
volessi, potrei sollevarmi da questo pavimento come una bolla di
sapone . ma non voglio, perchè il partito non lo vuole.
devi abbandonare quelle idee ottocentesche sulle leggi naturali. le
leggi naturali le facciamo noi .
...
Non si tratta di stabilire se la guerra sia
legittima o se invece non lo sia.
La vittoria non è possibile.
La guerra non è fatta per essere vinta
- è fatta per non finire mai.
Una società gerarchica è possibile solo se si basa su povertà e
ignoranza. Questa nuova giustificazione della guerra attiene al passato,
ma il passato, non può essere che uno e uno soltanto.
Di norma lo sforzo bellico persegue sempre lo scopo di tenere la società
al limite della sopravvivenza.
La guerra viene combattuta dalla classe dominante contro le classi
subalterne e non ha per oggetto la vittoria sull'Eurasia o sull'Asia
orientale, ma la conservazione dell'ordinamento
sociale.
...
Giù in strada piccoli mulinelli di vento facevano
roteare spirali di polvere e di carta straccia e, sebbene splendesse
il sole e il cielo fosse di un azzurro vivo, sembrava che non vi
fosse colore nelle cose, se si eccettuavano i manifesti incollati
per ogni dove.
...
Era un po' curioso pensare che il cielo era lo stesso per tutti, in
Eurasia, in Estasia, e anche lì. E la gente sotto il cielo, anche, era
sempre la stessa gente ... dovunque, in tutto il mondo, centinaia o
migliaia di milioni di individui, tutti uguali, ignari dell'esistenza di
altri individui, tenuti separati da mura di odio e di bugie, eppure
quasi gli stessi .
...
Spacciare deliberate menzogne e credervi con purezza di cuore;
dimenticare ogni avvenimento che è divenuto sconveniente e quindi,
allorché ridiventa necessario, trarlo dall'oblio per tutto quel
tempo che abbisogna; negare l'esistenza della
realtà obiettiva e nello stesso tempo trar vantaggio dalla realtà
che viene negata ... tutto ciò è indispensabile, in modo
assoluto .
...
Tutto si confondeva in una nebbia . Il passato era
cancellato, la cancellatura era stata dimenticata e la menzogna era
diventata verità .
...
Hai mai pensato, Winston, che entro il 2050 al massimo nessun essere
umano potrebbe capire una conversazione come quella che stiamo
tenendo noi due adesso ?
...
Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea e non si ribellano
perché sono oppresse. In realtà, fino a quando non
si consente loro di poter fare confronti, non acquisiscono neanche
coscienza di essere oppresse.
...
Egli era un fantasma isolato, che proclamava una verità che nessuno
avrebbe mai udito, ma finché avesse continuato a proclamarla, in un
qualche misterioso modo l'umana catena non si sarebbe spezzata. Non era
facendosi udire che si salvaguardava il retaggio degli uomini, ma
conservando la propria integrità mentale. Tornò al tavolo, intinse la
penna nell'inchiostro e scrisse: « Al futuro o al passato, a un tempo in
cui il pensiero sia libero, gli uomini siano gli uni diversi dagli altri
e non vivano in solitudine ... a un tempo in cui la verità esista e non
sia possibile disfare ciò che è stato fatto: Dall'età dell'uniformità,
dall'età della solitudine, dall'età del Grande Fratello, dall'età del bipensiero ... Salve
» .
Era un solitario fantasma che proclamava una verità che nessuno
avrebbe mai udita. Ma per tutto il tempo impiegato a proclamarla, in
un qualche misterioso modo la continuità non sarebbe stata
interrotta. Non era col farsi udire, ma col resistere alla stupidità
che si sarebbe potuto portare innanzi la propria eredità d'uomo.
...
Winston conclude che ciò che conta non è restare vivi,
ma restare umani .
L'importante è il non tradirsi a vicenda, il
mantenere qualcosa di puro e di intatto dentro di sé
: ma Julia è sicura che questo non è possibile da
evitare perché non esistono alternative, e tutti prima o poi
confessano. Ma secondo Winston confessare non è tradire
: ciò che Winston teme è che trovino il modo di
imporgli di cambiare i suoi sentimenti. Ma Julia invece su questo
punto è sicura che non sia possibile :
possono torturarti e farti dire quello che vogliono, ma non possono
obbligarti a crederci .
Non possono arrivare al cuore delle persone
.
...
Winston smise di leggere, soprattutto per poter meglio
rendersi conto del fatto che stava leggendo, comodamente e al
sicuro. Era solo: nessun teleschermo, nessun orecchio al buco della
serratura, nessun impulso di guardarsi alle spalle ovvero di coprire
la pagina con la mano. La dolce aria estiva gli carezzava le gote.
Da qualche luogo lontano venivano deboli grida di bambini: nella
stanza non c'era altro suono all'infuori della voce dell'orologio.
Si accomodò meglio nella poltrona e appoggiò i piedi alla sbarra di
ferro dinanzi al caminetto. Era la felicità, era l'eternità. Poi,
tutt'a un tratto come si fa talvolta con un libro che sappiamo di
dover leggere e rileggere più volte, Winston aprì quello che aveva
sulle ginocchia a una pagina diversa, e cominciò a leggere
...
...
Avrebbero potuto analizzare e mettere su carta, nei minimi
particolari, tutto quello che s'era fatto, s'era detto e s'era
pensato ma l'intimità del cuore, il cui lavorio è in gran parte un
mistero anche per chi lo possiede, restava imprendibile
.
...
Si chiese, come aveva fatto parecchie volte in passato, se per caso
non fosse pazzo. Forse, a ben pensarci, un pazzo non era che una
minoranza formata da una sola persona. Un tempo era segno di follia
credere che la terra girasse intorno al sole, oggi lo era il
ritenere che il passato fosse immutabile. Poteva darsi che lui fosse
il solo ad avere una simile convinzione, ed essendo il solo doveva
per forza di cose essere pazzo. Tuttavia non lo disturbava granché
il pensiero di essere pazzo: più orribile ancora era la possibilità
che non lo fosse.
...
Era una persona con cui si poteva parlare.
Forse
non si desiderava tanto essere amati quanto essere capiti .
Perhaps one did not want to be loved so much as to be understood .
o'brien lo aveva torturato fino a condurlo sull'orlo della pazzia e
fra non molto - era un fatto certo - lo avrebbe mandato a morire, ma
non importava.
In un certo senso avevano raggiunto qualcosa di più profondo
dell'amicizia: l'intimità.
...
e sotto il cielo tutti erano uguali - ovunque nel mondo intero,
centinaia di migliaia di milioni di individui così, individui ignari
gli uni degli altri, divisi da muri di odio e di menzogne, eppure
perfettamente uguali - individui che non avevano mai imparato a
pensare ma che accumulavano nel cuore, nella pancia, nei muscoli il
potere che un giorno avrebbe rovesciato il mondo .
...
Ogni disco è stato distrutto o falsificato, ogni libro è stato
riscritto, ogni immagine è stata ridipinta, ogni statua e ogni
edificio è stato rinominato, ogni data è stata modificata .
E il processo continua giorno per giorno e minuto per minuto .
La storia si è fermata . Nulla esiste tranne il presente
senza fine in cui il Partito ha sempre ragione .
...
Il libro lo affascinava o, per dir meglio, lo rassicurava.
In un certo senso non gli raccontava nulla di nuovo, ma proprio questo
costituiva parte della sua attrattiva. Diceva quelle cose che avrebbe
scritto lui se fosse stato capace di riordinare i frammenti dei suoi
pensieri. Era il prodotto di una mente simile alla sua, ma immensamente
più poderosa, più sistematica, meno condizionata dalla paura.
I libri
migliori, pensò, sono quelli che vi dicono ciò che sapete già.
...
È bella - mormorò Winston
. Ha i fianchi larghi almeno un metro -
disse Julia . È il
suo modo di essere bella .
...
INCIPIT
Era una luminosa e fredda giornata d'aprile, e gli orologi battevano
tredici colpi. Winston Smith, tentando di evitare le terribili
raffiche di vento col mento affondato nel petto, scivolò in fretta
dietro le porte di vetro degli Appartamenti Vittoria: non così in
fretta tuttavia, da impedire che una folata di polvere sabbiosa
entrasse con lui. L'ingresso emanava un lezzo di cavolo bollito e di
vecchi e logori stoini. A una delle estremità era attaccato un
manifesto a colori, troppo grande per poter essere messo
all'interno. Vi era raffigurato solo un volto enorme, grande più di
un metro, il volto di un uomo di circa quarantacinque anni, con
folti baffi neri e lineamenti severi ma belli. Winston si diresse
verso le scale. Tentare con l'ascensore, infatti, era inutile.
Perfino nei giorni migliori funzionava raramente e al momento, in
ossequio alla campagna economica in preparazione della Settimana
dell'Odio, durante le ore diurne l'erogazione della corrente
elettrica veniva interrotta. trad
stefano manferlotti - wikiquote - 2000
GO - 1984
1984
SCRITTO NEL 1948 - PUBBLICATO NEL 1949
il titolo LO OTTENNE invertendo le due ultime cifre di 1948 - anno
dell'ultima stesura
.
14 cose su 1984
mentalfloss.com/14-things-you-might-not-know-about-nineteen-eighty-four
- 2021
George Orwell
Reviews
We,
the Russian
Dystopian Novel That Noam Chomsky Considers 'More Perceptive' Than
Brave New World & 1984
https://youtu.be/hRcWkFwcpDg
-
noam chomsky - openculture.com/george-orwell-reviews-we
.
*
I enjoy talking to you
Your mind appeals to me
It resembles my own mind
except that you happen
to be
insane
Your mind appeals to me
It resembles my own mind
except
that you happen
to be
insane
1984
*
ANALISI E
RIASSUNTO
condensato di
un classico della letteratura mondiale: 1984
odifreddi orwell Echelon
tutti noi
La legge italiana sulla privacy
una delle più compendiose mai approvate, è un
denso fumo negli occhi, dal malcelato proposito di tutelare le
quisquilie di una privacy oramai in stato avanzato di
decomposizione.
La quasi totalità della popolazione mondiale ignora di essere
spiata, controllata, manipolata. La nostra vita è sempre più nel
mirino delle telecamere: nei centri commerciali, nelle banche, negli
uffici pubblici, nei negozi, negli autogrill, per la strada. I
nostri movimenti sorvegliati, tutte le comunicazioni telefoniche
ascoltate, i fax, le e-mail, il conto in banca, persino i file del
nostro computer sono setacciati - da vent'anni a questa parte - dal
grande orecchio telematico chiamato Echelon.
Echelon è un sistema d'intercetta-zione delle telecomunicazioni
mondiali con sedi negli Stati Uniti ed in Inghilterra; 14 ettari di
computer sotterranei che controllano tutto ciò che si fa e si dice
nel mondo. Chi pronuncia al telefono, o scrive in un fax o in una
e-mail una delle centinaia di parole chiave (es. Presidente, bomba,
attentato, Islam, rivoluzione, eversione, ecc...) è immediatamente
segnalato da Echelon ai sistemi di intelligence e la sua vita è
spogliata e vivisezionata al microscopio (lavoro, conto in banca,
abitudini di vita, amicizie, hobbies e quant'altro).
Come se tutto questo non bastasse, il dispotismo "illuminato"
dell'elite che governa il pianeta ha mandato in orbita centinaia di
satelliti-spia che osservano ogni movimento degli uomini sul pianeta
con una precisione tale da riuscire a fotografare ad altissima
risoluzione anche un francobollo posato per terra.
Siamo noi allora gli insetti sotto la lente d'ingrandimento del
potere, spiati quotidianamente da molteplici "teleschermi"
orwelliani e sottoposti a controllo sociale attraverso il
condizionamento del pensiero.
Nell'era del trionfo dell'informazione, l'uomo della strada non è
mai stato così ignorante e confuso ("l'ignoranza è forza");
l'appiattimento linguistico, dovuto alla contrazione della quantità
di vocaboli utilizzati per formulare un pensiero, così pronunciato
(la neolingua); la tendenza a ridurre a zero lo spazio espressivo
della coscienza, stritolata dalla morsa del conformismo sociale,
così preoccupante ("stopreato").
Per dare
scacco matto al Grande Fratello
¸
Ridimensionare lo spazio fisico e mentale che ciascuno concede
all'universo teleschermo.
¸ Conquistare ogni giorno nuovi spazi alle praterie d'ignoranza
personale e sociale. Leggere libri con costanza, innamorarsi della
lettura, arricchire il proprio vocabolario.
¸ Ridurre la soglia di credulità individuale esercitandosi, in ogni
circostanza, a pensare con la propria testa per sviluppare il senso
critico. Non seguire il gregge, perché quasi sempre è nell'errore.
¸ Non abboccare ai "Due minuti d'odio" propinati periodicamente dai
telegiornali, dove, ad esempio, Bin Laden figura nel ruolo di
Emmanuel Goldstein e Al Queda in quello della Confraternita
orwelliana.
¸ Avere consapevolezza che più tecnologia si adopera, più si è
controllabili. *
matteo della torre - peacelink.org - viviana vivarelli -
fuoriradio.com
1984
"Ad un'estremità dell'ingresso
dell'appartamento di Winston Smith era attaccato un manifesto a
colori, troppo grande per poter essere messo all'interno. Vi era
raffigurato un volto enorme, grande più di un metro, il volto di un
uomo di circa 45 anni dai lineamenti severi ma belli. Winston, che
aveva trentanove anni, salendo le scale, procedeva lentamente,
fermandosi di tanto in tanto per riprendere fiato. Su ogni
pianerottolo, di fronte al pozzo dell'ascensore, il manifesto con
quel volto enorme guardava dalla parete. Era uno di quei ritratti
fatti in modo che, quando vi muovete, gli occhi vi seguono.
IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA, diceva la scritta in basso.
All'interno dell'appartamento una voce pastosa proveniva da una
placca di metallo oblunga, simile ad uno specchio oscurato,
incastrata nella parete di destra. Winston girò un interruttore e la
voce si abbassò notevolmente, anche se le parole si potevano ancora
distinguere. Il volume dell'apparecchio (si chiamava teleschermo)
poteva essere abbassato, ma non vi era modo di spegnerlo. Winston si
avvicinò alla finestra: era una figura minuscola, fragile, la
magrezza del corpo appena accentuata dalla tuta azzurra che
costituiva l'uniforme del Partito, il socing (socialismo inglese).
Giù in strada i manifesti incollati per ogni dove. IL GRANDE
FRATELLO VI GUARDA. Il suo volto guardava fisso da ogni cantone.
Il teleschermo riceveva e trasmetteva contemporaneamente. Se Winston
avesse emesso un suono appena più forte di un bisbiglio, il
teleschermo lo avrebbe captato; inoltre, finché fosse rimasto nel
campo visivo controllato dalla placca metallica, avrebbe potuto
essere sia visto che sentito. Naturalmente, non era possibile sapere
se e quando si era sotto osservazione della Psicopolizia. Si
presumeva che osservasse tutti continuamente. Qualsiasi movimento
era attentamente scrutato.
A un chilometro di distanza si ergeva il Ministero della Verità
(Minver, in neolingua), il luogo dove lui lavorava: questa era
Londra, la principale città di Pista Uno, a sua volta la terza
provincia più popolosa dell'Oceania. Il Ministero della Verità era
un'enorme struttura piramidale di cemento bianco che s'innalzava
fino ad un'altezza di trecento metri. Da dove si trovava Winston era
possibile leggere, ben stampati sulla bianca facciata i tre slogan
del Partito: LA GUERRA E' PACE - LA LIBERTA'
E' SCHIAVITU' - L'IGNORANZA E' FORZA.
L'apparato governativo era strutturato in quattro ministeri: il
Ministero della Verità si occupava dell'informazione,
dell'istruzione, dei divertimenti e delle belle arti; il Ministero
della Pace si occupava della guerra; il Ministero dell'Abbondanza
era responsabile degli affari economici; il Ministero dell'Amore,
manteneva la legge e l'ordine pubblico ed incuteva un autentico
terrore.
Winston si girò di scatto. Il suo volto aveva assunto
quell'espressione di sereno ottimismo che era consigliabile mostrare
davanti al teleschermo.
(Winston, utilizzando un angolo della stanza non coperto dal raggio
visivo del teleschermo, comincia a scrivere un diario segreto per
raccogliere i suoi più intimi pensieri di contestazione del partito.
Scrivere qualsiasi cosa personale era considerato dal Partito un
reato gravissimo. Il diario di Winston iniziava così: "4 aprile
1984").
Nell'Archivio dove lavorava Winston stavano tirando le sedie fuori
dai cubicoli per raggrupparle al centro della sala, di fronte al
grande teleschermo, in preparazione dei Due Minuti d'Odio. Un attimo
dopo, dal teleschermo in fondo alla sala, esplose uno stridio
lacerante, terribile, come se a produrlo fosse stata una qualche
mostruosa macchina mal lubrificata. L'Odio era cominciato. Come al
solito era apparso sullo schermo il volto di Emmanuel Goldstein, il
Nemico del Popolo.
Goldstein era l'apostata, il traditore che tanto, tanto tempo fa era
stato una personalità fra le più insigni del Partito, addirittura
quasi allo stesso livello del Grande Fratello, ma poi si era
impegnato in attività controrivoluzionarie ed era stato condannato a
morte. Dopodiché era evaso e misteriosamente scomparso. Il programma
dei Due Minuti d'Odio cambiava ogni giorno, ma Goldstein era sempre
l'interprete principale. Era il traditore per antonomasia. Tutti i
crimini commessi successivamente contro il Partito, tutti i
tradimenti, gli atti di sabotaggio, le eresie, le deviazioni, erano
emanazioni del suo credo. Egli era tuttora vivo in qualche parte del
mondo, a tramare le sue cospirazioni.
Ora Goldstein stava rivolgendo il solito attacco velenoso alle
dottrine del Partito, un attacco così eccessivo e iniquo che non
avrebbe tratto in inganno neanche un bambino e purtuttavia
plausibile quanto bastava a trasmettere l'allarmante sensazione che
potesse far presa su persone sufficientemente credule e ingenue.
Insultava il Grande Fratello, denunciava la dittatura del partito.
Nel frattempo sul teleschermo alle sue spalle, per sciogliere ogni
dubbio sui fini reconditi del suo capzioso sproloquio, marciavano le
sterminate colonne dell'esercito eurasiatico: una fila dopo l'altra
di uomini massicci, con inespressive facce asiatiche. Il passo
battuto dagli stivali dei soldati, monotono e ritmato, faceva da
sfondo sonoro alla voce belante di Goldstein. L'Odio era iniziato da
meno di trenta secondi e già una buona metà dei presenti
prorompevano con incontrollabili manifestazioni di collera. Il solo
pensare a lui, produceva automaticamente sentimenti di paura e di
rabbia. Goldstein costituiva un oggetto costante d'odio, anche più
dell'Eurasia o dell'Estasia, perché quando l'Oceania era in guerra
con una di queste potenze in genere era in pace con l'altra.
Vi erano sempre dei gonzi pronti ad essere sedotti da Goldstein, né
passava giorno senza che la Psicopolizia smascherasse spie,
sabotatori che agivano sotto le sue direttive. Era il comandante in
capo di un enorme esercito ombra, di una rete sotterranea di
cospiratori votati al sovvertimento dello Stato. Pare che si
chiamasse la Confraternita. Nel secondo minuto l'Odio raggiunse il
parossismo. I presenti si sedevano e balzavano in piedi di continuo,
urlando "Porco! Porco! Porco!". In un momento di lucidità Winston si
rese conto che stava gridando come tutti gli altri. La cosa orribile
dei Due Minuti d'Odio era che nessuno veniva obbligato a recitare.
Evitare di farsi coinvolgere era infatti impossibile. L'Odio
raggiunse il suo culmine. Il volto di Goldstein si dissolse nella
figura di un soldato eurasiatico, per poi lasciare il posto al volto
del Grande Fratello, irraggiante forza e una misteriosa serenità.
Nessuno udì le parole del Grande Fratello. Erano parole
d'incoraggiamento, di quelle che si dicono nel fragore della
battaglia. Poi anche il suo volto si dissolse, per lasciare il posto
ai tre slogan del Partito: LA GUERRA E' PACE - LA LIBERTA' E'
SCHIAVITU' - L'IGNORANZA E' FORZA. In quel momento in un atto di
autoipnosi, di un volontario ottundimento della coscienza, tutti
intonarono una sorta di salmodia lenta, ritmata, solenne:
"G.F.!...G.F.!...G.F.!...". Durante i Due Minuti d'Odio Winston non
poteva sottrarsi al delirio generale, ma questo canto primitivo,
"G.F.!...G.F.!...", lo riempiva sempre di orrore. Naturalmente,
cantava come tutti gli altri, era impossibile fare altrimenti:
dissimulare i propri sentimenti, controllare i movimenti del volto,
fare quello che facevano gli altri, era una reazione istintiva. Far
trapelare un qualsiasi sentimento spontaneo sarebbe stato
pericolosissimo. Lo chiamavano Psicoreato. Era un delitto che non si
poteva tenere celato per sempre. La Psicopolizia lo avrebbe scoperto
e lo avrebbe preso. Accadeva sempre di notte. Gli arresti venivano
eseguiti sempre di notte: il risveglio improvviso e violento, la
luce delle torce elettriche che abbagliava gli occhi, il cerchio di
facce dure intorno al letto. Non si celebravano processi, né si
stendevano resoconti dell'arresto. La gente semplicemente spariva.
Il nome dell'arrestato veniva cancellato dagli archivi, ogni traccia
di quello che aveva fatto nel corso della sua vita veniva rimossa,
la sua stessa esistenza di un tempo veniva prima negata, quindi
dimenticata. L'arrestato era eliminato, annientato. La parola giusta
era vaporizzato.
Winston non riusciva assolutamente a ricordare un periodo in cui il
paese non fosse stato in guerra, anche se a voler essere precisi non
si era trattato della medesima guerra. In questo momento, nel 1984,
l'Oceania era in guerra con l'Eurasia e alleata con l'Estasia. In
nessun discorso pubblico o privato si faceva riferimento a momenti
in cui le tre potenze fossero state allineate diversamente, eppure
Winston sapeva bene che appena quattro anni prima l'Oceania era
stata in guerra con l'Estasia e alleata dell'Eurasia. A livello
ufficiale, il cambiamento non si era mai verificato: L'Oceania era
in guerra con l'Eurasia, quindi l'Oceania era sempre in guerra con
l'Eurasia. Il nemico contingente incarnava sempre il male assoluto;
ne conseguiva che qualsiasi intesa con lui fosse impossibile, tanto
nel passato che nel futuro. Se il Partito poteva ficcare le mani nel
passato e dire di questo o quell'avvenimento che non era mai
accaduto, ciò non era forse ancora più terribile della tortura o
della morte? Il Partito diceva che l'Oceania non era mai stata
alleata dell'Eurasia. Winston sapeva che appena quattro anni prima
l'Oceania era stata alleata dell'Eurasia. E se tutti quanti
accettavano la menzogna imposta dal Partito, se tutti i documenti
raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un
fatto storico, quindi vera. "Chi controlla il passato" diceva lo
slogan del Partito "controlla il futuro. Chi controlla il presente
controlla il passato". Lo chiamavano "controllo della realtà".
Parola che in neolingua era:
"bipensiero".
Il passato, riflettè Winston, non era stato solo modificato, era
stato distrutto completamente.
Nelle pareti del cubicolo dove lavorava Winston, intento ad alterare
le cronache del passato, si aprivano tre orifizi: a destra del
parlascrivi, un piccolo tubo pneumatico per i messaggi scritti, a
sinistra un tubo più grande per i giornali e al centro un'ampia
feritoia protetta da una grata: era il "buco della memoria" dove si
lasciavano cadere i testi censurati che un vortice di aria calda
avrebbe trasportato nelle enormi fornaci nascoste da qualche parte
nei recessi del Ministero della Verità.
Winston esaminò un ritaglio di carta che aveva srotolato. Il
messaggio era il seguente:
Times 3.12.83 relaz. Ordinegiorno granfrat arcipiùsbuono rifer at
nonpersone riscrivere totalm anteregistr sottoporre autsup.
[traduzione del testo in neolingua: La riproduzione dell'Ordine del
giorno del Grande Fratello nel "Times" del 3 dicembre 1983 è
estremamente insoddisfacente e fa riferimento a persone inesistenti.
Riscrivere da cima a fondo e prima di archiviare sottoporre la bozza
all'autorità superiore].
Una volta che un particolare numero del "Times" fosse stato
corretto, il numero in questione veniva ristampato, mentre la copia
originale veniva distrutta e sostituita negli archivi con quella
nuova. Un simile processo di alterazione continua non era applicato
solo ai giornali, ma anche a libri, periodici, manifesti, film,
fotografie, insomma a ogni scritto o documento passibili di avere
una qualche rilevanza politica o ideologica. Giorno dopo giorno, il
passato veniva aggiornato. Non si permetteva che restasse traccia di
notizie o opinioni in contrasto con le esigenze del momento. Anche i
libri venivano ritirati e riscritti in continuazione, poi ristampati
senza ammettere che vi fosse stato apportato un qualsiasi
cambiamento. Le linee politiche o le profezie errate del Grande
Fratello non potevano così essere in alcun modo contraddette.
Winston sgobbava tutti i santi giorni a rintracciare e cancellare
dai giornali i nomi di quelli che erano stati vaporizzati e che
perciò si teneva per fermo che non fossero mai esistiti.
All'Archivio vi erano eserciti di addetti alla consultazione, il cui
compito consisteva semplicemente nel compilare liste di libri e
riviste da sequestrare. Da qualche parte c'erano i cervelli
pensanti, rigorosamente anonimi, che coordinavano il tutto e
fissavano le linee politiche del Partito.
A sua volta, poi, l'Archivio non era che un ramo del Ministero della
Verità, il cui scopo primario non consisteva nel rifabbricare il
passato, ma nel fornire ai cittadini dell'Oceania giornali, libri,
film, programmi televisivi, opere teatrali, ROMANZI , insomma nel
fornire loro informazione e divertimenti di ogni genere:
giornali-spazzatura che contenevano solo sport, fatti di cronaca
nera, oroscopi, ROMANzetti rosa, film stracolmi di violenza, sesso e
canzonette.
Nella mensa, ubicata nei sotterranei dell'edificio, Winston incontrò
Syme, un filologo specialista in neolingua. Faceva parte di
un'enorme squadra di esperti impegnati nella messa a punto dell'11a
Edizione del Dizionario della Neolingua. Syme era di un'ortodossia
maligna, come sanno esserlo solo gli intellettuali. "L'Undicesima
Edizione è quella definitiva", disse. "Stiamo dando alla lingua la
sua forma finale, quella che avrà quando sarà l'unica ad essere
usata. Tu credi, immagino, che il nostro compito principale consista
nell'inventare nuove parole. Neanche per idea! Noi le parole le
distruggiamo, a dozzine, a centinaia. Giorno per giorno stiamo
riducendo il linguaggio all'osso. E' qualcosa di bello la
distruzione delle parole. Che bisogno c'è di una parola che è solo
l'opposto di un'altra? Ogni parola contiene in se stessa il suo
opposto. Prendiamo 'buono', per esempio. Se hai a disposizione una
parola come 'buono', che bisogno c'è di avere anche 'cattivo'?
'Sbuono' andrà altrettantanto bene, anzi meglio. Se desideri
un'accezione più forte di 'buono', che senso hanno tutte quelle
variabili vaghe ed inutili: 'eccellente', 'splendido'...?
'Plusbuono' rende perfettamente il senso, e così 'arciplusbuono', se
ti serve qualcosa di più intenso. Alla fine del processo tutti i
significati connessi a parole come bontà e cattiveria saranno
coperti da appena sei parole o, se ci pensi bene, da una parola
sola". Poi Syme continuò: "Non capisci Winston che lo scopo
principale a cui tende la neolingua è quello di restringere al
massimo la sfera d'azione del pensiero? Alla fine renderemo lo
psicoreato letteralmente impossibile, perché non ci saranno più
parole con cui poterlo esprimere. Ad ogni nuovo anno, una
diminuzione nel numero delle parole e una contrazione ulteriore
della coscienza. La rivoluzione trionferà quando la lingua avrà
raggiunto la perfezione. La neolingua è il Socing, il Socing è la
neolingua. In futuro si potrà mai avere uno slogan come 'La libertà
è schiavitù', quando il concetto stesso di libertà sarà stato
abolito? In effetti il pensiero non esisterà più, almeno non come lo
intendiamo ora. Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno
di pensare. Ortodossia ed inconsapevolezza sono la stessa cosa".
Un giorno di questi, pensò Winston con improvvisa, profonda
convinzione, Syme sarà vaporizzato. E' troppo intelligente. Capisce
troppe cose, parla con troppa chiarezza e al partito questo tipo di
persone non piace. Un giorno sparirà, ce l'ha scritto in faccia.
Improvvisamente uno squillo di tromba proruppe dal teleschermo.
Stavolta non si trattava dell'annuncio di una vittoria militare, ma
solo di un avviso del Ministero dell'Abbondanza. "Compagni" gridò
una voce giovanile ed entusiasta, "compagni attenzione! Abbiamo per
voi notizie straordinarie. La battaglia per la produzione è stata
vinta! Sono stati chiusi i rendiconti relativi alla produzione di
tutti i beni di consumo, dai quali emerge che rispetto all'anno
scorso il tenore di vita si è innalzato di almeno il 20 per cento.
Stamattina in tutta l'Oceania si sono svolte irrefrenabili
manifestazioni spontanee. I lavoratori sono usciti in massa dalle
fabbriche e dagli uffici e sono sfilati per le strade, innalzando
striscioni e gridando la loro gratitudine nei confronti del Grande
Fratello per l'esistenza nuova e felice che la sua sapiente guida ci
ha garantito".
A quanto pareva, pensò Winston, vi erano state anche manifestazioni
di ringraziamento al Grande Fratello per aver aumentato la razione
settimanale di cioccolato, portandola a venti grammi. Ma se appena
ieri avevano annunciato che la razione di cioccolato doveva essere
abbassata a venti grammi! Possibile che potessero mandare giù una
balla simile a distanza di sole ventiquattr'ore? Si, era possibile.
Parson, seduto accanto a lui, se l'era bevuta tranquillamente, con
la stupidità di un animale. E pure Syme, magari in maniera più
complessa, implicante una qualche dose di bipensiero, pure Syme se
l'era bevuta. Era quindi solo lui, Winston, ad avere una memoria?
Era pericolosissimo però nutrire simili idee quando ci si trovava in
un luogo pubblico o entro il raggio d'azione del teleschermo. Anche
il particolare più insignificante poteva segnare la fine: un tic,
un'inconscia traccia d'ansia sul volto, l'abitudine di mormorare tra
i denti, tutto quello che suggerisse una diversità rispetto alla
norma o desse l'idea di avere qualcosa da nascondere. In ogni caso,
avere sul volto un'espressione sconveniente (come mostrarsi
increduli, ad esempio, all'annuncio di una vittoria) costituiva di
per sé un reato passibile di pena. Vi era anche una parola in
neolingua che lo descriveva: voltoreato.
Mentre camminava per recarsi a casa Winston pensò che se c'era una
speranza, doveva trovarsi tra i prolet, perché solo fra loro, fra
quelle masse disprezzate e brulicanti che formavano l'85% della
popolazione dell'Oceania, poteva nascere la forza capace di
distruggere il Partito, che non poteva in alcun modo essere
rovesciato dall'interno. Ma i prolet, se fossero riusciti in qualche
modo a prendere coscienza della loro forza, non avrebbero avuto
bisogno di cospirare. Non avrebbero dovuto fare altro che levarsi in
piedi e scrollare le spalle come un cavallo che scuote da sé le
mosche. Se avessero voluto avrebbero potuto fare a PEZZI il Partito
l'indomani stesso. I prolet, però, nascevano e vivevano in topaie.
Il lavoro pesante, la cura della casa e dei bambini, le futili beghe
coi vicini, il cinema, il calcio, la birra e soprattutto le
scommesse, limitavano il loro orizzonte. Tenerli sotto controllo non
era difficile. Da loro il Partito non richiedeva altro che un po' di
patriottismo primitivo. Persino quando in mezzo a loro serpeggiava
il malcontento, questo scontento non aveva sbocchi perché, privi
com'erano di una visione generale dei fatti, finivano per
convogliarlo su rivendicazioni assolutamente secondarie. Non
riuscivano mai ad avere la consapevolezza dei problemi più grandi.
Erano persone al di sotto di ogni sospetto. Il Partito diceva che
gli animali e i prolet sono liberi.
A guardarsi intorno, ci si rendeva conto che la vita non aveva nulla
in comune con quel torrente di menzogne che fluiva dai teleschermi.
Non era possibile dimostrare o contestare nulla di tutto ciò: la
menzogna diventava verità.
Un giorno Winston ricordò di aver preso il libro di storia per
bambini e guardò il ritratto del Grande Fratello che campeggiava sul
frontespizio. I suoi occhi lo fissavano ipnotici. Era come se una
qualche forza immensa lo schiacciasse, qualcosa che penetrava nel
suo cranio e gli martellava il cervello, inculcandogli la paura di
avere opinioni personali. Un bel giorno il Partito avrebbe
proclamato che due più due fa cinque, e ognuno avrebbe dovuto
crederci.
-Nel frattempo Winston conosce Julia, una collega che lavorava nel
Ministero della Verità alle macchine scrivi-ROMANZI del Reparto
Finzione. Il loro amore era impossibile, perché il Partito vietava
ogni sentimento amoroso tra i propri membri. I loro incontri si
svolsero nella più prudente clandestinità. Winston e Julia erano
accomunati dall'odio per il Partito. Affittarono una camera al
secondo piano di un negozio di antiquariato ubicato nei quartieri
dei prolet-.
Durante la Settimana dell'Odio, fra mille fremiti il grande orgasmo
stava per raggiungere il suo culmin. L'odio generale nei confronti
dell'Eurasia si era mutato in un delirio. Proprio allora era stato
annunciato che l'Oceania non era in guerra con l'Eurasia. L'Oceania
era in guerra con l'Estasia. L'Eurasia era una nazione alleata.
Naturalmente nessuno ammise che si era verificato un cambiamento. Si
venne semplicemente a sapere, in maniera repentina e in ogni angolo
del Paese, che il nemico non era l'Eurasia ma l'Estasia. L'Oceania
era sempre stata in guerra con l'Estasia. Gran parte degli scritti
politici degli ultimi cinque anni era adesso diventata obsoleta.
Documenti di ogni genere e grado, giornali, libri, film,
fotografie... tutto doveva essere corretto a velocità supersonica. I
responsabili dell'Archivio esigevano che nel giro di una settimana
sparisse qualsiasi riferimento alla guerra con l'Eurasia e
all'Alleanza con l'Estasia. Una quantità di lavoro impressionante.
[L'Oceania, l'Eurasia e l'Estasia erano in una condizione di guerra
permanente. I tre stati belligeranti erano incapaci di distruggere
il nemico, quindi la guerra era limitata ai territori di confine
degli stati che ospitavano circa un quinto della popolazione
terrestre. Per il possesso di queste regioni fittamente popolate, i
tre superstati erano in conflitto perenne. Tutti i territori contesi
contenevano minerali preziosi e costituivano una riserva
inesauribile di manodopera a basso costo. Chiunque avesse
controllato l'Africa equatoriale, o l'arcipelago indonesiano, o i
paesi del Medio Oriente, o l'India meridionale, avrebbe potuto anche
disporre di milioni di lavoratori sottopagati e rotti alla fatica].
Il Ministero della Verità fabbrica menzogne, il Ministero della Pace
si occupa della guerra, il Ministero dell'Amore pratica la tortura,
il Ministero dell'Abbondanza è responsabile della generale penuria
di beni. Era tutto chiaro, pensò Winston, queste contraddizioni non
sono casuali, né si originano dalla semplice ipocrisia: sono
meditati esercizi di bipensiero. E' infatti solo conciliando gli
opposti che diviene possibile conservare il potere all'infinito. La
mistica del partito, e soprattutto quella del partito interno, si
basa sul bipensiero.
-Winston e Julia erano nella loro stanza in un quartiere prolet-.
"Un giorno i prolet si risveglieranno", disse Winston a Julia. "Noi
siamo i morti", disse Winston. "Noi siamo i morti" gli fece
docilmente eco Julia. "Voi siete i morti" disse una voce metallica
alle loro spalle. Si staccarono l'uno dall'altra con un balzo:
Winston si sentì agghiacciare le viscere. "Voi siete i morti" ripetè
la voce metallica. "Era dietro il quadro" ansimò Julia. Era
accaduto, infine! Il quadro era caduto a terra, rivelando il
teleschermo alle sue spalle. "Ora possono vederci" disse Julia. "Ora
possiamo vedervi" disse la voce. "Mettetevi al centro della stanza e
restate immobili". "Potete dirvi addio", disse la voce.
La stanza si riempì di uomini grandi e grossi in uniforme nera, con
stivali borchiati e manganelli in mano. Una sola cosa contava:
restare immobile. Il rumore di un colpo sordo: un violento calcio
raggiunse Winston alla caviglia, facendolo quasi cadere. Uno degli
uomini aveva vibrato un pugno nel plesso solare di Julia, facendola
piegare in due. Ora la ragazza si contorceva per terra,
boccheggiando. E fu questa l'ultima immagine che serbò di lei.
Si sentì un altro rumore di passi nel corridoio. Entrò un uomo
freddo ed attento di circa trentacinque anni. Gli uomini in divisa
nera assunsero subito un atteggiamento deferente. Winston si rese
conto che per la prima volta in vita sua aveva da vanti a sé, senza
che potessero esserci dubbi in proposito, un membro della
Psicopolizia.
[Winston fu portato nei sotterranei del Ministero dell'Amore. La sua
cella era un andirivieni ininterrotto di detenuti di ogni risma:
spacciatori di droga, ladri, banditi, professionisti del mercato
nero, ubriachi, prostitute].
La porta della cella si aprì, per fare entrare un giovane ufficiale
dal volto di pietra. Nella cella entrò Parsons. "Tu qui?" escamò.
"Perché sei dentro?" chiese Winston. "Psicoreato!" disse Parsons,
quasi in lacrime. "Non crederai certo che mi spareranno, eh? Mica ti
sparano se non hai fatto niente, se si tratta solo di pensieri su
cui non puoi intervenire! So che danno ampie possibilità di
discolparsi. Io ci conto. Il mio passato lo conoscono, no? Ho
cercato di fare per il Partito tutto quello che potevo, non è così?"
"Sei colpevole?" chiese Winston. "Ma certo che sono colpevole!"
gridò Parsons lanciando uno sguardo servile in direzione del
teleschermo. "Non crederai certo che il Partito arresterebbe un
innocente!" "Vecchio mio, lo psicoreato è una cosa terribile",
riprese a dire in tono sentenzioso. "E' insidioso, ci puoi cascare
anche senza accorgertene. Lo sai come sono stato sorpreso? Nel
sonno! Sì, proprio così. Mi facevo in quattro, facevo la mia parte,
senza sapere le porcherie che mi tenevo dentro. Poi ho cominciato a
parlare nel sonno. Lo sai che cosa mi hanno sentito dire?" Abbassò
la voce, come uno che per motivi clinici sia costretto a dire
un'oscenità. "Abbasso il Grande Fratello! Ho detto proprio così!
Pare che lo abbia ripetuto più volte". "Chi ti ha denunciato?"
chiese Winston. "La mia bambina" con una specie di doloroso
orgoglio. "Si è messa a origliare dal buco della serratura. Ha
sentito quello che stavo dicendo e il giorno dopo è andata di corsa
alla polizia. Niente male, vero, per una frugolina di sette anni!
Non la rimprovero per quello che ha fatto, anzi sono orgoglioso di
lei. E' la dimostrazione che l'abbiamo tirata su nello spirito
giusto".
La porta si aprì, entrò O'Brien [membro del Partito interno e alto
ufficiale della psicopolizia], si mise di lato, facendo strada ad
una guardia bassa e tarchiata, con braccia e spalle enormi e si
piantò proprio di fronte a Winston. Gli colpì il gomito con un
manganello. Winston si era piegato sulle ginocchia, quasi
paralizzato, stringendo il gomito con l'altra mano. Incredibile che
un unico colpo potesse infliggere un dolore così forte! La guardia
osservava i suoi contorcimenti e rideva.
Dopo quel primo colpo era cominciato l'incubo. Non riusciva neanche
a ricordare quante volte era stato percosso e per quanto tempo. Ogni
volta c'erano sempre cinque o sei uomini che si accanivano su di
lui. A volte si trattava di pugni, a volte di manganellate, a volte
di colpi vibrati con bastoni di ferro, altre volte con calci.
I pestaggi si fecero poi meno frequenti, assumendo la forma della
minaccia, di un orrore nel quale poteva essere ricacciato. Ora ad
interrogarlo non erano più energumeni in uniforme nera, ma
intellettuali del Partito, per periodi di tempo che duravano dalle
dieci alle dodici ore. La loro vera arma era l'interrogatorio
ininterrotto. Gli rinfacciavano ad ogni istante menzogne e
contraddizioni, finché non scoppiava in un pianto indotto
dall'umiliazione e dallo sforzo nervoso. Ogni sforzo di Winston era
teso a scoprire che cosa volevano fargli confessare, in modo da
poterlo fare subito ed evitare che il pestaggio riprendesse da capo.
Confessò tutto ciò che era possibile confessare. Stava confessando
tutto, perfino quello che era riuscito a tenere nascosto sotto la
tortura. Ora stava balzando su dal suo tavolaccio, torturato con
l'elettricità da O'Brien. Era lui il torturatore, l'inquisitore, il
nemico.
"Ti ho detto una volta che se mai ci fossimo rivisti, sarebbe stato
in questo luogo". "Sì" rispose Winston. Un'ondata di dolore gli
attraversò il corpo. Era una sensazione terrificante. Il suo corpo
era come deformato dalle contorsioni indotte dall'elettricità.
Soprattutto lo atterriva la paura che la spina dorsale stesse per
spezzarsi. O'Brien alzò di nuovo la leva sul quadrante e l'onda di
dolore si ritirò con la stessa rapidità con cui era venuta. "Era a
quaranta" disse. "Come puoi vedere i numeri sul quadrante vanno fino
a cento". Ti prego di ricordare, nel corso della nostra
conversazione, che ho il potere di infliggerti dolore in ogni
momento, e dell'intensità che più mi aggrada. Se mentirai o
cercherai di essere evasivo, e perfino se non ti mostrerai
all'altezza della tua intelligenza, griderai di dolore, all'istante.
Hai capito?" "Sì" rispose Winston.
"Con quale potenza l'Oceania è attualmente in guerra?"
"Quando sono stato arrestato, l'Oceania era in guerra con
l'Estasia". "Con l'Estasia, esatto. E l'Oceania è stata sempre in
guerra con l'Estasia, non è vero?"
Winston trattenne il respiro. Aprì la bocca per parlare, ma poi si
fermò. Non riusciva a levare gli occhi dal quadrante. "La verità,
Winston, per cortesia. La tua verità. Dimmi quello che credi di
ricordare".
"Ricordo che appena una settimana prima che fossi arrestato, non
eravamo affatto in guerra contro l'Estasia. Eravamo alleati. La
guerra era contro l'Eurasia. Durava da quattro anni. Prima..." Con
un cenno della mano O'Brien lo interruppe. "Un altro esempio" disse.
"Alcuni anni fa hai coltivato una convinzione sbagliata quanto
folle. Hai creduto che tre uomini come Jones, Aaronson e Rutherford,
ex membri del Partito, giustiziati per tradimento e sabotaggio dopo
aver reso piena confessione, non erano colpevoli dei crimini che
erano stati loro imputati. Hai creduto di avere nelle mani la prova
documentaria incontestabile che le loro confessioni erano false. Ci
fu anche una fotografia che ti fece vivere un'allucinazione: ti
convincesti di averla veramente avuta fra le mani. Era una foto più
o meno come questa".
Non ci si poteva sbagliare: era quella fotografia. "Esiste!" gridò.
"No" disse O'Brien. Attraversò la stanza. Nella parete di fronte vi
era un buco della memoria. O'Brien sollevò la grata e la fotografia
fu trasportata dalla corrente di aria calda, poi svanì in una
vampata di fiamma. "Ceneri" disse O'Brien, "polvere. La fotografia
non esiste. Non è mai esistita". "Ma certo che esiste! Esiste nella
memoria. Io la ricordo. Anche tu la ricordi". "Io non la ricordo"
disse O'Brien. Winston si sentì prendere dallo scoramento. Quello
era bipensiero allo stato puro. Aveva già dimenticato di aver negato
di ricordarla, dimenticando al contempo anche l'atto del
dimenticare.
"Tu pensi, Winston, che il passato abbia un'esistenza concreta? Il
passato esiste concretamente, entro lo spazio? "Nei documenti e poi
nella memoria" disse Winston. "Noi, il Partito controlliamo tutti i
documenti e la memoria di ogni singolo individuo, pertanto
controlliamo il passato" disse O'Brien.
"Ricordi" riprese a dire "di aver scritto nel tuo diario: "La
libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro?". "Sì"
rispose Winston. O'Brien sollevò la mano sinistra, tenendo il
pollice nascosto e le quattro dita tese. "Quante sono le dita che
tengo alzate, Winston?" "Quattro".
"E se il Partito dice che le dita non sono quattro ma cinque, quante
sono?" "Quattro". La parola terminò con un rantolo di dolore. L'ago
del quadrante era balzato a 55. "Quante dita sono, Winston?"
"Quattro". L'ago salì a 60. "Quante dita sono, Winston?" "Quattro!
Basta, basta! Ma perché non ti fermi? Sono quattro, quattro!"
"Quante dita sono, Winston?" "Cinque! Cinque! Cinque!" "No, Winston,
è inutile. Tu stai mentendo, tu credi ancora che siano quattro".
"Quattro! Cinque! Tutto quello che vuoi! Ma basta con questa
sofferenza!"
"Quante dita sono, Winston?" "Quattro. Immagino che siano quattro.
Ne vedrei cinque, se potessi. Sto cercando di vederne cinque". Il
dolore entrò a fiotti nel corpo di Winston. L'ago doveva essere
70-75. "Che cosa preferisci, persuadermi che ne vedi cinque o
vederne veramente cinque?" "Vederne veramente cinque".
"Ricominciamo" disse O'Brien. Forse l'ago era salito a ottanta, o a
novanta". "Quante sono queste dita, Winston" "Non lo so, non lo so.
Se spingi di nuovo la leva mi ucciderai. Quattro, cinque, sei... in
tutta onestà, non lo so". "Così va meglio" disse O'Brien.
"Lo sai per quale motivo portiamo le persone in questo posto?" "Per
farle confessare". "No, non è questo il motivo. Riprova". "Per
punirle". "No!" gridò O'Brien. "No! Certo non allo scopo banale di
estorcerti una confessione o di punirti. Tu sei qui perché vogliamo
curarti, per farti riacquistare la ragione! Ma lo vuoi capire,
Winston, che nessuno di quelli che cadono in mano nostra esce di qui
senza essere stato guarito? L'unica cosa che ci sta a cuore è il
pensiero. Noi non ci limitiamo a distruggere i nostri nemici, noi li
cambiamo".
"Hai certamente letto delle persecuzioni religiose del passato. Nel
Medioevo vi era l'Inquisizione. Un autentico fallimento. Gli uomini
morivano perché non intendevano tradire le proprie convinzioni.
Vennero poi i regimi totalitari: i nazisti e i comunisti in Russia.
Nella lotta contro l'eresia i russi furono anche più feroci
dell'Inquisizione. Ritennero di aver imparato dagli errori del
passato: erano convinti che non si dovessero assolutamente creare
dei martiri. Pertanto, prima di sottoporre le proprie vittime ad un
processo pubblico, impegnavano ogni mezzo per distruggerne la
dignità. Ne fiaccavano la resistenza con la tortura e l'isolamento.
Ma le confessioni che essi avevano reso erano palesemente estorte e
fasulle. Noi non commettiamo errori del genere. Con noi tutte le
confessioni sono autentiche. Noi le rendiamo tali. Noi non
consentiamo che i morti risorgano per farci guerra. Nessuno tra i
posteri ti renderà giustizia. I posteri non sapranno mai nulla di
te. Tu sarai cancellato totalmente dal corso della storia. Noi ti
vaporizzeremo, disperdendoti nella stratosfera. Di te non resterà
nulla, né il nome in qualche archivio, né il ricordo nella mente di
qualche essere vivente. Sarà come se tu non fossi mai esistito". E
allora perché prendersi la cura di torturarmi, pensò Winston.
O'Brien si arrestò, come se Winston avesse formulato il suo pensiero
ad alta voce. "So cosa stai pensando" disse. "Dal momento che è
nostra intenzione distruggerti completamente, per quale motivo ci
prendiamo la briga di interrogarti, prima?" "Sai" riprese "tu sei
un'imperfezione nel sistema, Winston, una macchia che va cancellata.
Noi non ci accontentiamo dell'obbedienza negativa, e meno che mai di
una sottomissione avvilente. Quando infine ti arrenderai a noi, ciò
dovrà avvenire di tua spontanea volontà. Noi non distruggiamo
l'eretico per il fatto che ci resiste. Finché ci resiste noi non lo
distruggiamo. Noi lo convertiamo, penetriamo nei suoi recessi
mentali più nascosti, lo modelliamo da cima a fondo. Prima di
ucciderlo ne facciamo uno di noi. Prima di far saltare il suo
cervello, lo rendiamo perfetto. Quei tre miserabili traditori,
Jones, Aaronson e Rutherford, nella cui innocenza tu un tempo hai
creduto, alla fine siamo riusciti a piegare anche loro. Io stesso ho
preso parte all'interrogatorio. Li ho visti fiaccarsi a poco a poco,
li ho visti strisciare, frignare, piangere. Alla fine non erano più
lacrime di dolore, ma di espiazione. Quando abbiamo finito con loro,
erano dei gusci d'uomini, che dentro di sé ospitavano solo dolore
per quello che avevano fatto e amore per il Grande Fratello. Era
commuovente vedere quanto lo amavano. Chiesero di essere passati per
le armi subito, in modo da poter morire con la mente ancora pura".
La sua voce aveva assunto toni quasi estatici. Il volto irradiava
ancora l'esaltazione, l'entusiasmo del folle. Non sta fingendo,
pensò Winston, non è un ipocrita, crede veramente in tutto quello
che dice.
"Tremila" disse O'Brien, rivolto all'uomo in camice bianco. Due
soffici tamponi, aderivano alle tempie di Winson. Winson fu preso
dallo sgomento. Sentiva insorgere del dolore, una nuova specie di
dolore. "Questa volta non farà male" disse O'Brien. "Tieni gli occhi
fissi nei miei". Proprio in quel momento ci fu un'esplosione, o
almeno quella che parve un'esplosione. Di certo divampò un lampo di
luce accecante. Un colpo terribile e indolore lo aveva come
schiacciato. Anche nella testa era successo qualcosa, era come se
gli avessero asportato una parte di cervello.
"Con quale nazione è in guerra l'Oceania?" "Non ricordo". "L'Oceania
è in guerra con l'Estasia. Adesso ricordi?" "Sì". "L'Oceania è stata
sempre in guerra con l'Estasia fin dall'inizio della tua vita,
ricordi?" "Sì". "Poco fa ho sollevato le dita della mia mano e te le
ho mostrate. Tu hai visto cinque dita. Ricordi?" "Sì". O'Brien alzò
le dita della mano sinistra, tenendo il pollice nascosto. "Qui ci
sono cinque dita. Ne vedi cinque?" "Sì". E per un fuggevole istante,
prima che nella sua mente la scena cambiasse, le vide veramente.
Vide cinque dita.
"Ora vedi", disse O'Brien, "che è possibile". "Sì" disse Winston.
"Prima che portiamo a termine questa seduta", continuò O'Brien,
"puoi rivolgermi qualche domanda, se credi". "Qualsiasi domanda?"
"Qualsiasi domanda". Vide che gli occhi di Winston erano fissi sul
quadrante. "La macchina è spenta. Qual è la prima domanda?" "Che
avete fatto a Julia?" chiese Winston. O'Brien sorrise di nuovo. "Ti
ha tradito, Winston. Immediatamente e senza riserve. Di rado ho
visto qualcuno che cedesse a noi con tanta prontezza. La
riconosceresti a stento se la vedessi. Tutta la sua ansia di
ribellione, la sua sporcizia mentale, tutto è stato purificato. Una
conversione perfetta, un caso da manuale". "L'avete torturata?"
chiese Winston. A questo O'Brien non rispose. "Un'altra domanda"
disse. "Il Grande Fratello esiste?" "Certo che esiste. Il Partito
esiste. Il Grande Fratello è l'incarnazione del Partito". "Esiste
nello stesso modo in cui esisto io?" "Tu non esisti" rispose
O'Brien. "Morirà, il Grande Fratello?" "Certamente no. Come potrebbe
morire? Un'altra domanda". "La Confraternita di Goldstein esiste?"
"Questo, Winston, non lo saprai mai". Alzò il dito in direzione
dell'uomo in camice bianco. Era chiaro che la seduta era terminata.
Un ago penetrò nel braccio di Winston, che quasi all'istante cadde
in un sonno profondo. [...]
"Il tuo recupero" disse O'Brien "comprende tre stadi: apprendimento,
comprensione, accettazione. E' giunto per te il momento di passare
al secondo stadio". Winston giaceva supino come sempre.
"Togliti dalla testa le idee di Goldstein espresse nel suo libro;
ovvero il libro che ho scritto io. Intendo dire, ho collaborato alla
sua redazione. Come sai, nessun libro viene scritto
individualmente".
"I proletari non si ribelleranno mai, né fra mille, né fra un
milione di anni. Non possono farlo. Non ho neanche il bisogno di
spiegartene il motivo, perché lo conosci già. Se hai cullato il
sogno di un'insurrezione violenta, è meglio che lo lasci perdere.
Non esiste nessuna possibilità di rovesciare il Partito. Il Partito
governerà in eterno. Da qui deve muovere ogni tuo pensiero".
"Ti è sufficientemente chiaro", riprese, "come il Partito si
mantiene al potere. Ora, però, devi dirmi perché non abbiamo alcuna
intenzione di cederlo. Da quale fine siamo spinti?
Per quale motivo
dovremmo desiderare il potere? Su parla!"
Per un paio di secondi ancora Winston non aprì bocca. Sapeva già
quello che O' Brien gli avrebbe detto: che il Partito non aspirava
al potere per i suoi fini egoistici, ma per il bene comune, che vi
aspirava perché la massa era formata da uomini deboli e pavidi,
incapaci di reggere la libertà o la verità, che quindi dovevano
essere governati e ingannati in maniera sistematica da individui più
forti; che il Partito era incessantemente dedito alla protezione dei
più deboli, un gruppo di persone consacrato a tale scopo, che
compiva il male affinché il bene trionfasse, sacrificando la
felicità propria a quella degli altri. La cosa terribile, pensò
Winston, era che O'Brien sarebbe stato sincero nel dire tutto ciò,
glielo si poteva leggere in faccia. O'Brien sapeva tutto. Sapeva
mille volte meglio di Winston in quali condizioni versasse davvero
il mondo, a quali livelli di degradazione vivessero le masse e a
quali menzogne ed efferatezze ricorresse il Partito per mantenerle
in questo stato. Il fine ultimo giustificava tutto. "Voi governate
su di noi per il nostro bene" disse. "Avete la convinzione che gli
esseri umani non sappiano governarsi da soli, quindi..." Diede un
balzo e quasi emise un grido. Uno spasmo doloroso gli aveva
attraversato il corpo. O'Brien aveva spinto la leva del quadrante
fino a 35. "Hai detto una cosa stupida, Winston, stupida!"
"Risponderò io stesso alla mia domanda. La risposta è: il Partito
ricerca il potere in quanto tale. Il bene altrui non ci interessa, è
solo il potere che ci sta a cuore. Vogliamo il potere allo stato
puro. Presto capirai che cosa intendiamo per potere allo stato puro.
I nazisti in Germania e i comunisti in Russia usarono metodi molto
simili ai nostri, ma non ebbero mai il coraggio di ammettere
apertamente da quali fini erano spinti. Noi non siamo così, noi
sappiamo che nessuno si impadronisce del potere con l'intenzione di
cederlo successivamente. Il potere è un fine, non un mezzo. Non si
instaura una dittatura al fine di salvaguardare una rivoluzione: si
fa la rivoluzione proprio per instaurare una dittatura. Devi
innanzitutto imparare che il potere è collettivo. L'individuo ha
potere fintanto che cessa di essere un individuo. La seconda cosa
che devi capire è che il potere è il potere sugli esseri umani: sul
corpo, ma soprattutto sulla mente. Il potere sulla materia non è
importante. E comunque, il controllo che abbiamo sulla materia è già
assoluto. Noi controlliamo la materia, perché controlliamo la mente.
La realtà si trova nella scatola cranica".
"Winston", riprese O'Brien, "come fa un uomo a esercitare il potere
su un altro uomo?" Winston riflettè. "Facendolo soffrire" rispose.
"Bravo, facendolo soffrire. Non è sufficiente che ci obbedisca. Se
non soffre, come facciamo ad essere certi che non obbedisca alla
nostra volontà ma alla sua? Potere significa infliggere dolore ed
umiliazione, ridurre la mente altrui in ROMANZI . Cominci ad
intravedere, adesso, il mondo che stiamo costruendo? E' esattamente
l'opposto di quelle stupide teorie edonistiche immaginate dai
riformatori del passato. Un mondo fatto di paura e tradimento, di
tormento, un mondo in cui si calpesta e si viene calpestati, un
mondo che nel perfezionarsi diventerà sempre più spietato.
Progresso, nel nostro mondo, significherà progredire verso una
sofferenza più grande. Le antiche civiltà sostenevano di essere
fondate sull'amore o sulla giustizia, la nostra è fondata sull'odio.
Gli uomini possono essere manipolati in tutti i modi. O forse sei
tornato alla tua vecchia idea secondo cui i proletari o gli schiavi
si solleveranno e ci rovesceranno? Toglitelo dalla testa".
"Non importa, alla fine vi sconfiggeranno." proruppe Winston "Prima
o poi vi vedranno per quello che siete e vi ridurranno in PEZZI ".
"Vedi qualche segno che una cosa del genere si stia verificando? O
una qualche ragione per cui ciò dovrebbe accadere?"
"No, ma io ne sono convinto. Io so che fallirete". O'Brien continuò:
"Cos'è questo principio che ci sconfiggerà?" "Non lo so. Lo spirito
dell'Uomo". "E tu ti consideri un uomo, Winston?" "Sì".
"Alzati da quel tavolaccio, puoi guardarti allo specchio". "Tu sei
l'ultimo uomo" disse O'Brien "il difensore dello spirito umano.
Adesso vedrai quel che sei veramente. Spogliati". Guardandosi allo
specchio, Winston ebbe un moto di spavento. Era ridotto ad uno
scheletro, un essere curvo con il corpo interamente ricoperto di una
vecchia grigia crosta di sporcizia. Qua e là, al di sotto dello
strato di sudiciume, si intravedevano le rosse cicatrici delle
ferite.
"Guarda come sei ridotto!" disse O'Brien. "Guarda il sudiciume che
ti ricopre il corpo! Ti stai putrefacendo, stai cadendo a pezzi .
Che cosa sei? Un sacco di lerciume. La vedi quella cosa che ti
guarda? Quello è l'ultimo uomo. Se tu sei un essere umano, ecco
l'umanità. E adesso rivestiti".
"Sei stato tu!" singhiozzò Winston. "Mi hai ridotto tu in questo
stato". "No, Winston, ti sei ridotto tu stesso in questo modo. Nel
momento in cui ti sei messo contro il Partito". "Dimmi" gli chiese
Winston "quando mi faranno fuori?" "Forse passerà molto tempo"
rispose O'Brien. "Tu sei un caso difficile. Ma non disperiamo. Prima
o poi tutti guariscono. Alla fine ti uccideremo".
-Dopo molti mesi di carcere-.
Stava molto meglio. Ogni giorno che passava, ammesso che si potesse
parlare di giorni, metteva su peso e recuperava energie. Lo avevano
ripulito e gli consentivano di lavarsi spesso. Il cibo era ottimo e
abbondante. Egli aveva colto il carattere futile e superficiale del
suo tentativo di mettersi contro il potere del Partito. Adesso
sapeva che la Psicopolizia lo aveva osservato per sette anni, come
un coleottero sotto la lente di ingrandimento. Non poteva più
lottare contro il Partito. E poi il Partito era nel giusto: come
poteva sbagliarsi la sua mente collettiva e immortale? Accettava
tutto. Il passato era alterabile, il passato non era mai stato
alterato. L'Oceania era in guerra con l'Estasia, l'Oceania era
sempre stata in guerra con l'Estasia. Non aveva mai visto la
fotografia di Jones, Aaronson e Rutherford che li scagionava, non
era mai esistita, se l'era inventata lui, frutto di autoinganno.
Com'era facile! Bastava arrendersi e tutto veniva da sé. La mente
dovrebbe produrre un buco ogni qualvolta vi si affacci un pensiero
pericoloso. Un simile processo dovrebbe essere automatico,
istintivo. In neolingua lo chiamavano stopreato. Cominciò a fare
esercitazioni di stopreato. Si raffigurava proposizioni del tipo:
"Il Partito dice che la terra è piatta".
Durante tutto questo tempo una parte della sua mente era occupata
dalla domanda: "Quando mi uccideranno? O'Brien aveva detto: "Dipende
tutto da te". Potevano volerci dieci minuti o dieci anni. L'unica
cosa certa era che la morte giungeva sempre inattesa. La tradizione
(non espressa verbalmente, ma era cosa nota, anche se nessuno ne
parlava) voleva che sparassero alle spalle: un colpo alla nuca senza
alcun preavviso, mentre si percorreva un corridoio per essere
trasferiti da una cella all'altra.
Winston obbediva al Partito, ma lo odiava ancora. In passato aveva
occultato la mente eretica sotto una coltre di conformismo. Adesso
aveva compiuto un passo indietro: aveva ceduto con la mente, ma
conservando la speranza di mantenere inviolata la profondità del
cuore.
Fuori nel corridoio si udì un pesante calpestio di stivali, poi la
porta di acciaio si aprì con uno schianto. O'Brien entrò nella
cella. Alle sue spalle, l'ufficiale con la faccia di cera e le
guardie in uniforme nera. "Alzati" disse O'Brien. "Avvicinati".
"Stai migliorando" disse "Per quanto riguarda gli aspetti razionali
del tuo caso sono rimaste poche mende. E' solo dal punto di vista
emotivo che non sei riuscito a fare progressi. Dimmi, Winston - e
niente bugie, ricordati, lo sai che sono sempre capace di scoprire
una bugia - che cosa provi veramente per il Grande Fratello?" "Lo
odio". "Lo odii. Bene. E' arrivato il momento, per te, di compiere
l'ultimo passo. Tu devi amare il Grande Fratello. Obbedirgli non
basta, lo devi amare". Lo spinse leggermente verso le guardie.
"Stanza 101" disse.
Giunti nella stanza 101 lo legarono ad una sedia. "Una volta mi hai
chiesto" disse O'Brien "cosa c'era nella stanza 101, e io ho
risposto che lo sapevi già. Tutti lo sanno. Nella stanza 101 c'è la
cosa peggiore del mondo". La porta della stanza si aprì per lasciare
passare una guardia che portava un cestino fatto di filo di ferro.
"La peggiore cosa del mondo", disse O'Brien, "varia da persona a
persona. Per alcuni è l'essere sepolti vivi, per altri morire
bruciati, per altri morire annegati, per altri ancora essere
impalati, o mille altri tipi di morte. In certi casi si tratta di
cose assolutamente banali, che in sé non hanno nulla di letale. Nel
tuo caso, la peggiore cosa al mondo sono i topi".
Non appena aveva scorto la gabbia, Winston era stato trafitto da una
sorta di tremito premonitore, da una paura imprecisata, ma adesso
capì, con un tuffo al cuore, che cosa voleva dire quella
protuberanza a forma di maschera, e gli parve che le viscere gli si
liquefacessero nel ventre. "Non potete farlo" urlò con voce rotta.
"Non lo potete fare, è impossibile!" "O'Brien" disse Winston "tu sai
che tutto questo non è necessario. Che cosa vuoi che io faccia?" "Da
sola" disse O'Brien "la sofferenza non è sufficiente. Vi sono
circostanze in cui un essere umano è capace di tenere testa al
dolore, fino alla morte. Per tutti, però, esiste qualcosa di
intollerabile, qualcosa a cui non si vuole neanche pensare, qualcosa
che esercita su di te una pressione che non riusciresti a reggere
neanche se lo volessi. Quanto al resto, farai quello che si vuole da
te". "Ma che cos'è? Di che cosa si tratta? Come posso farlo se non
so di che si tratta?"
"Pur essendo un roditore" disse O'Brien "il topo è un animale
carnivoro. Tu questo lo sai. Avrai sentito parlare di quello che
accade nei quartieri poveri della città. Ci sono strade in cui una
donna non osa lasciare solo in casa il proprio piccolo per neanche
cinque minuti. I topi lo assalirebbero sicuramente in brevissimo
tempo e lo spolperebbero fino alle ossa". Dalla gabbia si sentì un
nutrito squittio. O'Brien sollevò la gabbia che adesso si trovava a
meno di un metro dalla faccia di Winston. "Ho abbassato la prima
leva" disse O'Brien. "Hai certamente capito com'è fatta la
gabbia. La maschera ti verrà adattata sulla testa, senza lasciarti
scampo. Quando abbasserò la seconda leva, la porta della gabbia si
solleverà e questi mostri affamati ne schizzeranno fuori come
proiettili. Hai mai visto il balzo di un topo? Ti salteranno in
faccia e ci affonderanno subito i denti. A volte attaccano per prima
cosa gli occhi, altre volte si scavano una strada attraverso le
guance e divorano la lingua". La gabbia era vicina, sempre più
vicina. All'improvviso sentì nelle narici l'odore nauseante,
ammuffito, di quelle bestiacce. Per un istante si trasformò in un
animale impazzito ed urlante. Esisteva un solo modo per salvarsi:
doveva frapporre un altro essere umano, il corpo di un altro essere
umano, fra sé e i topi. Di nuovo fu assalito dal panico più totale.
Era cieco, inerme, folle. Ed eccolo allora gridare come un
forsennato. "Fatelo a Julia! Fatelo a Julia! A Julia, non a me!" Nel
buio che lo avvolgeva udì un altro scatto metallico e capì che la
porta della gabbia non era stata aperta ma chiusa ...
Tutto gli era stato perdonato, e la sua anima aveva la purezza della
neve. Si trovava al banco degli imputati, a confessare tutto, a
coinvolgere tutti. Seguito da una guardia armata, camminava lungo il
corridoio piastrellato di bianco, ma aveva l'impressione di
camminare nella luce del giorno. Il proiettile tanto atteso gli si
stava finalmente piantando nel cervello.
Alzò lo sguardo verso quel volto enorme. Ci aveva messo quarant'anni
per capire quel sorriso. Che crudele, vana inettitudine! Due lacrime
maleodoranti di gin gli sgocciolarono ai lati del naso. Ma tutto era
a posto adesso, tutto era a posto, la lotta era finita. Era riuscito
a trionfare su se stesso. Ora amava il Grande Fratello".
FINE
Matteo Della Torre
- coordinatore casa per la nonviolenza - mensile il
grido dei poveri - peacelink.it
IL MINISTERO DELL'AMORE
Fra tutti, il Ministero
dell’Amore incuteva un autentico terrore. Era assolutamente privo di
finestre. Winston non vi era mai entrato, anzi non vi si era mai
accostato a una distanza inferiore al mezzo chilometro. Accedervi
era impossibile, se non per motivi ufficiali, e anche allora solo
dopo aver attraversato grovigli di filo spinato, porte d’acciaio e
nidi di mitragliatrici ben occultati. Anche le strade che
conducevano ai recinti esterni erano pattugliate da guardie con
facce da gorilla, in uniforme nera e armate di lunghi manganelli.
la presa di coscienza di Winston Smith
... "Dall'età dell'uniformità, dall'età della solitudine, dall'età
del Grande fratello, dall'età del bipensiero ... Salve!"
Lui era già morto, gli venne di pensare. Ebbe l'impressione di aver
mosso il passo decisivo solo ora, ora che aveva cominciato a dare
una forma scritta ai suoi pensieri. Le conseguenze di ogni azione
sono racchiuse nell'azione stessa. Scrisse:
"Lo psicoreato non comporta la morte, esso è la morte"
Ora che si era reso conto di essere un uomo morto, diveniva
essenziale restare in vita il più a lungo possibile...
scribd.com - books.google.it
ti rendi conto
che il passato
compreso quello
piu' recente
è stato abolito
?
*
ORWELL - RIASSUNTO
viviana vivarelli - fuoriradio.com
Nel 1945 Orwell scrive, come protesta allo
stalinismo russo, ‘La fattoria degli animali’, una fiaba satirica in
cui tratteggia una forma di socialismo umano che salva la libertà.
Quattro anni dopo Orwell pubblica, sempre in chiave antisovietica,
‘1984’, appartenente al filone della narrativa di anticipazione e
chiaramente ispirato a ‘Il nuovo mondo‘ di
Aldous Huxley.
Huxley
aveva profetizzato una società del
futuro dominata dalla tecnologia, i cui cittadini nascono tutti in
provetta e 10 Controllori supremi reggono la Terra (oggi abbiamo 5
stati all’ONU con diritto di veto che dettano la storia del mondo).
Siamo alla metà del 1900, è ormai chiaro che il mondo non sarà
salvato dalla illusione positivista che ha generato il falso
ottimismo tecnologico, né dalla rivoluzione proletaria da cui è
emerso l’idra del totalitarismo staliniano.
Orwell produce dunque questo libro cupo, con la data di un mondo
futuro in cui il pensiero è totalmente condizionato.
Nel ‘54 il testo viene portato sui teleschermi inglesi producendo
forti critiche per il suo carattere accentuato e terrificante. Ne
vengono tratti anche tre film di cui uno di Michael Radford. Ma i
film non sono facili e il libro nemmeno.
Quando arrivò il 1984, Orwell fu deriso perché nulla di ciò che
aveva predetto sembrava non essere accaduto e si cercò anche di
limitare la sua critica allo stalinismo, ma ‘1984’ doveva incidere
la storia dell’Occidente e creare riflessioni angosciose in molti
intellettuali, come Fromm, che ne colsero la potenza profetica.
Probabilmente Orwell aveva in mente, oltre a Stalin, anche uno dei
più bui e reazionari periodi della storia americana, il maccartismo,
tra gli anni ‘50 e ’54, in cui il senatore repubblicano McCarthy
attuò una serie di purghe politiche su intellettuali, attori,
scrittori perseguitati in quanto comunisti, ma ogni regime assoluto,
e massimamente gli attuali regimi mediatici, sembrano trovare triste
conferma nelle strategie totalitarie. '1984' diventa una metafora
sempre attualizzata,
Platone nella Repubblica aveva scritto un’utopia; Orwell in ‘1984’
scrive una antiutopia, o utopia negativa, il mondo dove non vorremmo
vivere.
‘1984’ è la storia di ciò che potrebbe accadere se si permette a
certe ideologie di prendere il potere e di usarlo in modo assoluto.
Come ‘Il Principe’ di Machiavelli spiega cosa può fare un principe
cinico e diventa poi il manuale di sovrani astuti e capziosi, così
‘1984’ diventa il manuale del governo totalitario. Da una parte
insegna a comandare, dall’altra, come il Principe, svela le trame
del potere.
Orwell immagina un mondo futuro diviso in 3 iperstati: Oceania,
Eurasia e Estasia. Londra fa parte di Oceania ed è sotto la
dittatura del SOCING (socialismo inglese, soc ing), il partito unico
guidato dal Grande Fratello. La popolazione è divisa tra il Partito
Interno (2%) che comanda, il Partito Esterno addetto ai servizi
(13%) e il prolet (85%) privo di potere. Il libro si occupa solo del
condizionamento dei membri del Partito Esterno, essi portano lo
stesso vestito e sono condizionati allo stesso pensiero.
Il Partito crea la realtà e la modifica a suo piacere. I membri del
Partito Esterno sono continuamente controllati da uno schermo in
ogni casa che, mentre manda programmi vari, spia i pensieri per la
Psicopolizia (thinkpol), per cui l’incubo di tutti è di commettere
lo Psicoreato, o delitto di pensiero (crimethink).
Nello stato di Orwell il grande reato è pensare in proprio.
L'unico pensiero accettato è quello formato dalla Neolingua
(Newspeak), è essa un sistema linguistico elaborato dai tecnici del
Partito, in cui ogni termine assume solo ed esclusivamente il
significato che il Socing desidera.
Ogni gruppo di vincitori si arroga il diritto di prevaricare gli
altri, dandosi dei privilegi. Un tempo esisteva una casta che aveva
privilegi ereditari. Oggi abbiamo una classe economicamente
dominante. In Russia era nata una rivoluzione dal basso, in realtà
guidata da borghesi intellettuali che avevano ventilato la
possibilità di un potere esercitato dal proletariato. Quello che
avvenne poi fu diverso: già Lenin aveva espropriato la volontà dello
stato facendola coincidere con la propria; Stalin completò il
progetto instaurando una dittatura personale. Il potere non partì
dal proletariato per tornare al proletariato, ma diventò il
totalitarismo di una sola persona e del suo gruppo di complici,
fissandosi in un abnorme culto della personalità. Come il potere si
cristallizza in una persona o un gruppo di dirigenti, si riproducono
immediatamente il privilegio e il vantaggio di pochi con
l’esautorazione del potere e del vantaggio di tutti gli altri.
Orwell descrive le modalità di un autoritarismo assoluto. Marx aveva
detto che, quando il proletariato avesse fatto l’ultima rivoluzione,
la lotta di classe sarebbe sparita. Orwell ci mostra che è più
facile che poche persone concentrino il potere su di sé, creando
strumenti che impediscono di fatto ogni ulteriore rivoluzione.
Il primo strumento è il condizionamento mentale, per far sparire
ogni pensiero autonomo e ogni critica. Per questo il Partito
totalitario inventa e impone un pensiero omologato, una neolingua,
per una ideologia fissa uguale per tutti, per un controllo assoluto
della mente e della volontà.
Lo slogan del Socing è: “Chi controlla il passato, controlla il
futuro: chi controlla il presente, controlla il passato”.
Nel perfetto stato totalitario il Potere è personale e nello stesso
tempo artificiale, è il Grande Fratello, che nessuno vede più, è un
volto ripetuto sui manifesti con espressione fissa, artificiale, una
immagine televisiva martellante, una persona-non-persona. Il Partito
ha ricreato la sua storia, ha reinventato la sua personalità. Tutto
ciò che accade di buono è riferito a lui. Qualunque verità parte da
lui. Il giusto linguaggio è quello che esce da lui. E’ la forma che
il Partito ha deciso per mostrarsi al mondo. In realtà è un attore
che recita una parte, costruita dal Partito invisibile, ma nessuno
lo sa più, perché ognuno è fagocitato dalla sua immagine. Egli è
onnipotente, e’ infallibile, attrae ogni sentimento, ogni moto
d'anima, come se lui solo esistesse e non l’organizzazione. La
realtà e la verità sono ciò che egli dice, e le sue parole vengono
continuamente riadattate per aggiornare i fatti, in modo che nessuno
confronti mai ciò che viene detto oggi a ciò che è stato detto ieri.
La critica deve annichilirsi. Si abitua la gente a dimenticare, a
vivere in un eterno presente. Perciò è fondamentale la manipolazione
dei dati; per esempio il cibo è razionato e la razione viene
diminuita da 30 a 20 grammi, si farà credere che ciò sia un bene
perché una maggiore riduzione sarebbe stata necessaria nel mese
successivo, per cui ognuno avrà l’impressione di ricevere di più e
non di meno. La manipolazione avviene focalizzando sulle promesse e
obbligando la memoria ad autoingannarsi; questo è il ‘controllo
della realtà’ o Bispensiero (come adesso che ci vengono aumentate la
tasse, mentre ci viene detto che le tasse ci verranno diminuite,
oppure che stiamo portando la pace mentre siamo complici di una
invasione).
Giornali e telegiornali non faranno mai controlli o bilanci o
verifiche, ma daranno cronaca nera, astrologia e avvenimenti
sportivi (vedi il mertallemto su Cogne o la Ferrari). La gente non
deve pensare, deve credere. Se qualcuno pensa, sarà eliminato (vedi
Montaneli, Dario Fo, o Biagi, Santoro, o la Guzzanti…). Il pensiero
deve essere unico e costruito dall’alto, non può esistere pensiero
divergente, chiunque la pensi diversamente sarà considerato
sovversivo (oggi qualsiasi forma di pensiero divergente viene
equiparato al terrorismo o bocciata come ‘comunista’). Si fa sparire
ogni copia del giornale vecchio, ogni traccia storica del passato,
non deve esistere memoria perché la memoria permette il confronto.
La menzogna deve diventare verità attraverso la ripetizione.
La memoria storica sarà rivisitata e riconfezionata affinché
confermi la verità imposta (vedi oggi programmi televisivi o libri
di storia per le scuole …
e vedi il revisionismo storico ecc.). Il
revisionismo viene applicato a tutto, film, libri, opuscoli,
barzellette… così da eliminare qualsiasi significato politico che
non sia quello voluto dal regime - così ha fatto Stalin, così fa oggi
Putin che cambia la verità di Beslan nel momento stesso in cui
l’abbiamo davanti agli occhi; così hanno fatto in Cina con gli
eccidi di Tien An Men; così tenta di fare la Moratti con i libri di
storia o fa Violante quando parla di commemorare i caduti di Salò,
così fanno da destra e da sinistra contro il pacifismo, o hanno
fatto con l’omicidio Falcone, Biagi, Moro ...
Quando le correzioni sono troppe, si inventa un eroe di guerra falso
da commemorare (si inventano martiri- Biagi- o santi- Escrava'). La
storia viene rettificata e così il presente, le alleanze, le
guerre.. ogni fatto viene smantellato e ricostruito per come fa
comodo.
Come non esiste verità sulla storia passata, così non esiste verità
sulla storia presente. Si inventano trame d’odio e nemici su cui
convogliare i sentimenti viscerali. Si inventano cospiratori o
complotti (ieri gli ebrei, oggi i rossi o i terroristi o gli
islamici). Via via che la memoria viene modificata, si toglie ogni
punto fermo alla personalità, che diventa oscillante e incerta,
dunque succube, perché meno si sa, meno si è.
Il pensiero è il grande nemico di ogni potere che intende essere
assoluto.
Il potere viene esercitato mediante paradossi, dunque è un
bispensiero. Se riesci a convincere qualcuno che due cose opposte
sono la stessa cosa, il gioco è fatto. La sua mente è disarmata, ne
puoi fare un tappetino. Il bispensiero ti fa perdere il senso della
realtà e dunque mina profondamente la tua identità. Se riesci a
credere due cose totalmente opposte, come uomo sei finito. Per
questo si spinge ogni cittadino a condividere contemporaneamente due
opinioni in contraddizione, per esempio “credere che la democrazia
sia impossibile ma che il Partito sia custode della democrazia”
(credere che stai facendo la pace mentre fai la guerra, o che stai
portando ordine a un paese mentre lo distruggi).
Naturalmente la massima vittoria di un partito totalitario è
presentarsi come democratico.
Ogni codice linguistico non è solo strumento di comunicazione ma dà
forma alle idee, è guida all’attività mentale dell’uomo dunque al
suo senso critico e alla sua volontà; se imbrigli il pensiero,
blocchi l’azione. Incidere sul sistema linguistico significa
coartare la mente. Come diceva Witteenstein: “I limiti del mio
linguaggio sono i limiti del mio mondo”. La neolingua intende
semplificare al massimo le possibilità del pensiero, per questo si
daranno induzioni semplificate per portare l’uomo a un linguaggio
minimale: “Ridurremo alla fine il pensiero a delitto e lo psicoreato
sarà impossibile perché non ci saranno parole per esprimerlo”.
I neolinguisti manipoleranno il linguaggio affinché sia impossibile
pensare pensieri diversi da quelli imposti. Come dice Chase: “Il
linguaggio forma l’intera visione del mondo”. Dunque attraverso la
riduzione del linguaggio avremo la riduzione dell’uomo. Qualunque
pensiero dissidente è eresia e viene allontanato con un vero e
proprio terrorismo linguistico. Si abbandona l’archeolingua, che è
in uso prima del Socing, per far sopravvivere solo quelle parole che
sono in sintonia col pensiero unico. Il pensiero unico viene
continuamente ripetuto perché ogni ripetizione allenta la capacità
critica e abitua a recepire passivamente qualunque contraddizione e
a limitare l’ampiezza mentale. Esempi: “La parola LIBERO può
sopravvivere ma solo nel senso di ‘questo campo è libero da
erbacce’. Non deve significare essere 'intellettualmente libero'
perché la libertà intellettuale non deve esistere nemmeno come
concetto”. La lingua deve essere più semplice possibile per ridurre
al minimo il pensiero. Non si deve poter esprimere in più modi la
stessa cosa, ma solo in un modo. Ogni termine deve avere un
significato soltanto. La maggior parte dei termini usati non devono
contenere significati ma distruggerli (Berlusconi). Tuttavia si
curerà l’eufonia, il messaggio deve essere armonico, carezzevole,
orecchiabile, accattivante, modulato, con slogan facili (sempre
Berlusconi). Il Ministero della pace è chiamato ‘Minipax’, il lager
‘Svago-campo’. (oggi una missione bellica è detta ‘missione
umanitaria’; i pacifisti sono chiamati ‘terroristi’). Molti nomi
sono indicati con abbreviazioni così da alterarne il significato
(nazi, Gestapo, Comintern…). Le parole devono essere monotone per
ingannare la mente e impedirle di pensare. I vocaboli devono essere
pochi; meno la mente ha parole a disposizione, meno penserà.
L’attenzione è rivolta a parole prive di importanza -
...mi consenta…dissintonia - .
Gli slogan di partito siano semplici e
paradossali
LA GUERRA E’ PACE -
Berlusconi, Bush, Blair
… -
LA LIBERTA’ E’ SCHIAVITU -
multinazionali, neocolonialismo, lavoro precario
… -
L’IGNORANZA E’ FORZA
-
la Lega -
La neolingua attacca il pensiero e lo distrugge. “Winston sentiva
che si era prodotto come un vuoto, come se gli fosse stato tolto un
pezzo di cervello”.
Il totalitarismo azzera la rivoluzione azzerando l’individualità,
solo il pensiero del Grande Fratello deve echeggiare nella testa
vuota: ”Ora tutto era definitivamente sistemato, la lotta era
finita. Egli era riuscito vincitore su se medesimo. Amava il Grande
Fratello”.
Federico Orlando scrive: “Oggi la neolingua dei governanti ha già
modificato il significato di molte parole chiave; chiama ‘riforma’
la distruzione dei diritti; ‘conservazione’ la loro difesa; ‘amore’
il privilegio della maggioranza; ‘odio’ l’opposizione; ‘guerra
civile’ la giustizia; ‘democratici’ i tangentisti; ‘liberali’ i
plutocrati; ‘pluralismo’ l’accentramento mediatico; ‘popolo’ i soli
propri elettori..”
Le parole non sono solo suoni e significati, sono passioni
(prendiamo il linguaggio berlusconiano: definisce ’tempio dell’odio’
il congresso dei DS, ‘campagna d’odio’ ogni critica, ‘partito
dell’amore’ FI. Gli avversari del capo sono ‘invidiosi’. Lo stesso
Bush accusa gli islamici di essere ‘invidiosi’ dei valori
statunitensi).
Scrive Fabio Mussi: “La neolingua opera per cancellazione di memoria
dovuta all’uso, abuso e disuso di parole chiave dell'esperienza
storica. La parola «libertà»… ormai comunemente connota stati di
arbitrio, privilegio, indebolimento dei vincoli di legge,
affermazione di interessi particolari, eccezione agli obblighi
derivanti da un’etica condivisa…«liberi» sono i più furbi e i più
spregiudicati.. in questo contesto la giustizia diventa «guerra
civile» e i giudici sono «comunisti»…come «comuniste» sono tutte le
forme di critica ai governanti…Simmetricamente, vanno in disuso le
parole «fascismo, fascista»…Chi parla la neolingua dimentica. C’è
una parte dell’opinione pubblica convinta che, sì, in Italia un
giorno ci fu la dittatura. La dittatura comunista. E che il partito
che ha più a lungo governato l’Italia nel dopoguerra fu il Pci
(ugualmente molti ripetono a pappagallo che la tv italiana e' stata
dominta per 40 anni dai comunisti). La neolingua mischia, confonde,
inverte i significati.…. «Riforma» è il superamento dell’articolo 18
dello Statuto dei lavoratori…, o è un progetto fiscale destinato a
redistribuire alla rovescia con un vantaggio secco per i più ricchi,
o è un’idea del governo dell’immigrazione impregnata di pregiudizi
xenofobi e razzisti…, è una deregulation nel campo delle opere
pubbliche che comporta la convivenza con la mafia etc. etc. Bossi
lancia lo slogan: «Riformare, riformare, riformare». Il Capo del
governo si presenta come Grande Riformatore, dipanando persino la
retorica del «Nuovo Rinascimento» italiano. Chi dissente, è «contro
le riforme» e, dunque, «gioca contro l’Italia». (perfino
l’opposizione a questo punto si chiama ‘riformista’, implicata nello
stesso codice perverso, dichiarando in ciò la sua succubanza
ideologica)."
" .. è chiaro che cosa potrebbe essere inciso sulla luccicante
piramide del nostro nuovo e ipotetico “1984”:
Il potere è amore/La libertà è privilegio/La giustizia è arbitrio.
Per imporre la neolingua c’è bisogno dei media. Ecco perché esplode
l’ossessione del controllo, non solo delle Tv… viviamo in una
democrazia sofferente."-continua Mussi- "…Qui allora bisognerebbe
porci l’interrogativo che ci riguarda: quale lingua parla
effettivamente l’opposizione politica e culturale nel nostro Paese?
Ma questo è già un altro discorso.”
Il bispensiero si impone innanzitutto ai più alti gradi del partito,
ogni suo membro deve essere in grado di sostenere la mistica del
paradosso (vedi Giovanardi, ma come è chiaro anche l'opposizione
ormai ha perduto una propria individualità ed è stata fagocitata
nella retorica dell'ordine in Irak, della precarizzazione, della
globalizzazione economica, del Grande Alleato, della devolution e di
altre aberrazioni). I membri del partito devono essere pronti a dire
tutto e il contrario di tutto, sempre senza emozioni (Bondi),
padroni degli altri ma privi di identità personale (Schifani).
Praticamente essi stessi non sono persone ma strumenti che il potere
ha divorato e ristrutturato. Sono totalmente spersonalizzati e
alienati, strumenti e servi della propaganda. Con la propaganda si
può fare a un popolo di tutto, convincerlo a fare tutto, la gente
deve smettere di pensare e deve credere ciò che vuole il Partito
unico. Deve riconoscersi nell’identità che il governo vuole
ottenere, in tal modo ognuno sarà puntello del regime. Il regime
sarà in ognuno e ognuno lo difenderà come se stesso.
Zavoli scrive: “… un popolo sistematicamente distratto da centinaia
di canali televisivi, acquetato dagli ansiolitici, appagato dal
consumismo, illuso dai modelli di successo.. è verosimile supporre
che ne nasca un mondo in cui l’uomo non ha più paura di nulla, non
gode più di niente, ignora origine e destino, crede senza fede né
ragione, esiste in quanto appare.. e uccide senza rimorsi”.
(Mi pare che nell’antisocietà descritta da Orwell ci siamo dentro
mani e piedi; nella grande truffa mediatica ci sono non solo i
regimi di Stalin e Hitler, ma la prima guerra del Golfo, che è stata
una grande truffa in diretta televisiva, la guerra del Kossovo, la
guerra in Afganistan, la guerra all’Irak, l'Italia moderna,
specificamente gli USA… Non manca oggi la Psicopolizia (GESTAPO,
CIA, KGB, SISMI e altri compari), non manca lo schermo in ogni casa
che ribadisce il pensiero fisso, né il controllo sulla stampa, sui
telefoni, su internet… il controllo dei media, la soppressione
graduale della libertà, Patrioct Act, come nuova Costituzione
italiana, l’imbavagliamento dei dissidenti. E anche l’allontanamento
dall’Irak dei volontari sembra rispondere allo stesso scopo di dare
una versione univoca dai fatti che nessun testimone possa
contestare. )
Il potere perpetua se stesso. “Tutte le fedi, i gusti, le emozioni,
gli atteggiamenti mentali che caratterizzano il nostro tempo, hanno
lo scopo di sostenere la mistica del Potere”. E riguardo a Winston,
il protagonista: “...quel che più lo tormentava e che non era mai
riuscito a capire chiaramente era per quale ragione quell’enorme
impostura era stata messa in moto. I vantaggi immediati della
falsificazione erano palesi, ma il fine ultimo era avvolto nel
mistero.” Egli si diceva continuamente: “Capisco COME, non capisco
PERCHE’.”
Il potere per il potere diventa la grande ombra che smuove il mondo,
anche al di là del possesso e del privilegio. Individui paranoici
conducono gli altri imprigionandoli nella loro follia: Ceaucescu,
Franco, Hitler, Pinochet, Mao, Stalin, Saddham, Khomeini, Sharon,
Bush… E Orwell non parla di altri strumenti di coartazione, non
indica il nazionalismo esclusivista, la retorica del patriottismo,
il fanatismo religioso, l’indottrinamento ideologico,
l’identificazione nel proprio stile di vita, l’ideocrazia, la grande
beffa degli organismi sovranazionali, l'avidità delle
multinazionali… ma se l’uomo vuol tornare un essere pensante,
occorre che si svincoli da questi elementi condizionanti.
Esistono archetipi negativi che conducono gli uomini oltre se stessi
anche nel Male, per scopi a cui gli stessi governanti sono succubi,
mostrando, nella loro miseria, come siano essi i primi a rinunciare
ad ogni libertà e a ogni rivendicazione umana.
Forse uno dei segreti della libertà non è sostituire una cupa
ideologia a un’altra o un cupo fanatismo a un altro, ma riprendersi
la facoltà di ridere, la capacità di sbeffeggiare il Potere ovunque
si manifesti, anche in quelli che vogliono combatterlo.
vivianavivarelli - fuoriradio.com
-
netcharles.com
.
da lettera di
aldous huxley a george orwell - 21
ottobre 1949 Entro
la prossima generazione credo che i governanti del mondo scopriranno
che il condizionamento infantile e la narco-ipnosi sono più
efficaci, come strumenti di governo, di club e prigioni, e che la
brama di potere può essere soddisfatta altrettanto completamente
suggerendo alle persone di amare la loro servitù come fustigandoli e
calciandoli all’obbedienza. In altre parole, sento che l’incubo di
1984 è destinato a trasformarsi nell’incubo di un mondo che
assomiglia di più a quello che ho immaginato in Brave New World. Il
cambiamento sarà determinato da un sentito bisogno di maggiore
efficienza. Nel frattempo, naturalmente, potrebbe esserci una guerra
biologica e atomica su larga scala, nel qual caso avremo incubi di
altro tipo e difficilmente immaginabili.
gianluca riccio -
.futuroprossimo.it/allievo-maestro
- 2022
.
Breve riassunto
il romanzo è diviso in tre parti che, pur avendo tra loro una
continuità temporale, sono incentrate su tre diversi e ben distinti
temi: nella prima viene fatta la conoscenza con quel mondo chiamato
Oceania e con i due suoi rivali o alleati (a seconda dei casi),
Eurasia ed Estasia. Si viene così a sapere che quindici anni fa il
mondo sarebbe dovuto essere stato diviso, secondo l’autore, in
questi tre superstati, dei quali il primo governato da un Partito
che si presenta al popolo con l’immagine del Grande Fratello, un
capo supremo che tutto vede e tutto sa grazie ai teleschermi e che
punisce coloro le cui idee (bastano anche solo quelle) si discostano
da quelle imposte dal potere attraverso un efficientissimo corpo di
polizia. Sotto questo regime ogni cittadino è spogliato della
propria personalità e deve vivere secondo i dettami del Partito,
pena la morte, inflitta dopo una conversione forzata, perché
nessuno, finché in vita, si possa opporre al potere costituito. Non
esiste una realtà oggettiva, il presente, così come il passato e il
futuro, sono controllati dall’alto attraverso quattro ministeri
(della Verità, dell’Amore, dell’Abbondanza e della Pace) che
lavorano incessantemente allo scopo di modificare ogni documento
storico a favore del Partito, di infondere nella popolazione amore
nei confronti del Grande Fratello e odio verso i nemici, chiunque
essi siano, di scovare e scoperchiare ogni tentativo di rivolta
verso il Partito e via dicendo. Anche il protagonista, Winston
Smith, lavora in uno di questi ministeri, quello della Verità, ed
ogni giorno si trova alle prese con enormi quantità di scartoffie da
correggere per fare in modo che ogni avvenimento passato venga
descritto esattamente così come vogliono dall’alto. Egli però
disprezza il suo lavoro, non è capace di arrendersi alla menzogna,
non può dimenticare come si sono svolti realmente gli avvenimenti a
cui, in passato, lui stesso ha preso parte, e per di più, casomai
dovesse riuscire a compiere un atto del genere, non può proprio
dimenticare di aver dimenticato. È così che comincia la sua lotta
interiore contro il Partito, una scelta molto pericolosa, ma che non
riesce ad evitare. In pubblico non si può esporre, non può dare a
vedere il suo vero punto di vista, perché sarebbe troppo pericoloso,
sarebbe impensabile di non venir scoperto con tutti i teleschermi e
le Spie sparpagliati qua e là in ogni dove e, una volta scoperto,
andrebbe incontro a punizioni crudelissime. Così il suo primo atto
di ribellione è un diario, un piccolo quaderno di fattura antica sul
quale incomincia ad annotare i suoi pensieri, i suoi ricordi ed ogni
cosa che gli passi per la mente e reputi degna di essere tramandata,
nonostante il Partito magari ne neghi la esistenza. Il secondo atto
che compie (seconda parte), più coraggioso ed eclatante, è la
relazione con Julia, una ragazza anch’essa nemica del Partito. Ora,
bisogna sapere che sotto il regime del Grande Fratello sono proibiti
i rapporti sessuali, ad eccezione di quelli compiuti dai prolet ed
unicamente a fini riproduttivi, dunque questa loro storia d’amore
costituisce di per sé un atto così grave da comportare pene
severissime per entrambi. Ciononostante nessuno dei due è
intenzionato ad interromperla, l’uno perché ha finalmente scoperto
di non essere l’unico ad essersi reso conto di ciò che sta facendo
il Partito, l’altra perché, nonostante sia iscritta ad un movimento
con idee totalmente contrarie, perché ama il sesso come attività
fine a se stessa. In un primo periodo gli incontri dei due sono
limitati a poche parole scambiate a labbra serrate e senza nemmeno
guardarsi in faccia, poi Julia dice a Winston di conoscere dei
nascondigli dove poter stare in pace senza la preoccupazione di
essere scoperti ed è così che i due riescono a fare l’amore, la
prima volta in una radura in mezzo alla campagna e poi in un
campanile di una chiesa diroccata. La soluzione finale però, quella
che sembra essere definitiva e sicura da occhi indiscreti, è
rappresentata da una stanzetta sopra ad una bottega nei quartieri
dei prolet stanzetta che Winston prende in affitto per pochi dollari
e nella quale si può incontrare liberamente con la sua donna.
Ottenuto questo importante risultato i due sembrano fare un altro
grande passo avanti: Winston viene contattato da un membro del
Partito Interno che si dichiara nemico del Grande Fratello e gli
propone di entrare a far parte di quella organizzazione
non-organizzazione che da tempo progetta atti terroristici volti a
soverchiare il potere. I due innamorati, bisognosi di trovare un
appoggio importante per la loro causa, si fidano senza pensarci due
volte di questo funzionario, che di nome fa O'Brien, e giurano
fedeltà alla Fratellanza, quella pseudo-organizzazione di cui sopra.
Da quest’uomo ricevono anche un libro in cui Goldstein, il più
grande nemico del Partito, l’antagonista del Grande Fratello,
illustra la sua filosofia e mette a nudo gli sporchi progetti del
Partito. Winston e Julia, inebriati da questo nuovo appoggio, non
sospettano nemmeno che dietro a quell’amicizia si possa celare una
trappola, ma così invece è ed i due, ignari, vengono colti in
flagrante mentre si trovano nella loro stanza. Da qui inizia la
terza parte, una lunga narrazione delle torture inflitte al
protagonista una volta catturato dalla Psicopolizia. Lo scopo del
Partito non è né quello di torturarlo per punirlo né quello di
ucciderlo per lo stesso motivo, ma ogni punizione che gli viene
inflitta è volta unicamente a farlo diventare, per amore o per
forza, amico del Grande Fratello. Il suo boia, se così si può
definire nonostante il suo comportamento sia stato in molti punti
quasi amichevole e protettivo, è lo stesso O’Brien, che si occupa
costantemente di lui riducendolo ad un ammasso di ossa e pelle
rattrappite che solo con una grande immaginazione si possono ancora
identificare come facenti parte di un essere umano. Nonostante ciò
però Winston sembra non cedere perché, pur essendo stati il suo
corpo e la sua mente quasi distrutti, conserva ancora una piccola
cosa che gli consente di non arrendersi alla volontà del Partito:
l’amore per Julia. Quando però anche questo ultimo appiglio viene
sgretolato con la più crudele delle torture, Winston si trasforma in
un essere amorfo, in un corpo che, pur essendo rinvigorito dopo le
torture, è governato da una mente non più autonoma, ma completamente
nelle mani del Partito.
Epoca
come dice il titolo, la storia è ambientata nel 1984, ma non in
quell’anno che è stato effettivamente, ma in un 1984 così come
Orwell pensava che sarebbe stato.
Ambiente
Londra
Personaggi
WINSTON SMITH
come moltissime altre persone, è un nemico del Partito. Non riesce a
tollerare le menzogne che ogni giorno propinano dall’alto, ma,
pensando di essere l’unico a pensarla in quel modo, non cerca
appoggi esterni, ma si affida unicamente al suo diario, che poi è
lui stesso. Non riesce a mentire in nessun modo, non può credere
reali cose che non lo sono e, anche se ne va della sua incolumità,
continua a perseverare sulle sue idee. È fedele, testardo, ma forse
ha un comportamento un po’ passivo verso il Partito. Ha una sola
faccia, non riesce cioè a fingere di non essere contro il Partito;
può non darlo a vedere, ma non simulare il contrario.
JULIA
a differenza di Winston, è più attiva, dinamica, spigliata. In
apparenza si direbbe profondamente convinta degli ideali del
Partito: partecipa assiduamente alle attività collettive, fa parte
della Lega Giovanile Anti-Sesso, ma oltre a ciò si dedica ancor più
attivamente alle attività che vanno contro il potere, come ad
esempio alla relazione con Winston. Un’altra differenza tra lei e
l’uomo è la sua infedeltà: una volta caduta nelle mani della
Psicopolizia non esita un attimo a tradire quello che avrebbe dovuto
essere il suo amato, mentre per fare arrivare quest’ultimo a questo
punto è stata necessaria una tortura crudelissima.
O’BRIEN
è un membro del Partito Interno che svolge alla perfezione il suo
lavoro. Non ha particolari risentimenti contro i nemici del Partito,
ma li tratta semplicemente come Winston tratta le sue carte: sono un
lavoro da compiere e nulla più. Tortura Smith ma non è crudele, non
lo fa per soddisfare alcuni suoi istinti di cinismo, ma solamente
per riportarlo sul cammino dettato dal Partito, e solo lo stretto
necessario a raggiungere lo scopo.
IL GRANDE FRATELLO
cosi come GOLDSTEIN sono due personaggi inesistenti; il primo è solo
una faccia con la quale il Partito si presenta al popolo, il secondo
il personaggio di riferimento per tutti coloro che sono nemici del
Partito, al quale è stato attribuito un libro in cui è contenuta la
sua dottrina, ma che in realtà è solo un esca, una trappola in cui
sono caduti anche Winston e Julia.
Temi e argomenti principali
i temi caratterizzanti di questo romanzo sono l’annullamento
dell’individualità dell’uomo e di una realtà oggettiva. Da queste
due cose deriva poi la lotta dei due protagonisti, espressa anche
attraverso la loro relazione sentimentale, la loro complicità, la
paura di essere scoperti, la ricerca di collaborazione all’esterno
per sapere di non essere soli a lottare contro quell’enorme nemico
che è il Partito.
Episodio significativo
secondo me l’episodio più importante del romanzo è stata l’occhiata
che Winston e O’Brien si sono scambiati all’inizio della storia,
durante i primi Due Minuti d’Odio, e attraverso la quale si è
stabilita una tacita alleanza tra i due.
Lingua e stile
lo stile non è particolarmente elaborato: i
periodi sono brevi e semplici. Per quanto riguarda il lessico, c’è
da segnalare la presenza all’interno del testo di alcuni termini in
neolingua, la lingua del mondo immaginato da Orwell ed elaborata
dallo stesso autore nei suoi tratti più semplici. Vi è inoltre una
forte iterazione di "se stesso", "se medesimo" e simili, il che sta
ad indicare un’identità dell’uomo, che viene però in questo romanzo
oscurata.
gurt -
http://web.tiscali.it/edoluz/compiti
-
http://it.wikipedia.org/wiki/1984
Tutto svaniva nella nebbia
Il passato veniva cancellato
la cancellazione dimenticata
e la menzogna diventava verità
*
Jura
distillery has released a small batch of its malt, casked in 1984
and bottled 30 years later, to create a limited edition malt in
honour of Orwell s work - the 1984 vintage.
In 1946 George Orwell, who was unwell at the time, asked his friend
David Astor for a loan of his remote Scottish farmhouse in which to
write his new book. The writer then took the pilgrimage to the small
island of Jura to escape the irritations of London, a situation he
described as forcing him to feel like he was becoming “more and more
like a sucked orange.”
There are only 1,984 of the individually numbered bottles available
worldwide, with a retail price of £750.
sean murphy - scotsman.com - fb/go 2014
*
Non possono entrare dentro di te.
Se riesci a sentire fino in fondo che vale la pena conservare la
propria condizione di esseri umani - anche
quando non ne sortisce alcun effetto pratico -
sei riuscito a sconfiggerli !
.
Lo colpì il fatto che ciò che veramente
caratterizzava la vita moderna non era tanto la sua crudeltà né il
generale senso d'insicurezza che si avvertiva, quanto quel vuoto,
quell'apatia incolore .
.
1984
*
.
. NON E TANTO RESTARE VIVI QUANTO RESTARE UMANI CHE E IMPORTANTE
-
https://youtu.be/OsjfGiSJK4U
. IL POTERE
-
https://youtu.be/KdaFadcwfCg
.
due minuti di odio
- https://youtu.be/-zOEdaSthHY
. 1984 MOVIE TRAILER -
youtube.com/watch?v=Z4rBDUJTnNU
.
1984
In 2019 : Did George Orwell's Classic Get It Right ?
-
https://news.wjct.org
.
THE TRUMAN SHOW - FILM BASATO SU 1984
.
Per come la vedeva lei
la vita era un fatto semplicissimo.
Tu ti volevi divertire
loro te lo volevano impedire
e allora tu facevi del tuo meglio per infrangere le regole.
Northern Ballet’s 1984
awarded Best Company at the European Taglioni Ballet
Awards, Northern Ballet is bringing George Orwell’s vision of the future to
life in Leeds before touring nationally until May 2016. Choreographed by
Yorkshire-born Jonathan Watkins, Northern Ballet’s 1984 is the first
full-length ballet adaptation of George Orwell’s renowned novel and is set
to an original score.
fb/go - 2015 -
https://youtu.be/RovzANTVo8o -
trailer
ORWELL SPIEGA PERCHE SCRISSE 1984 .PDF
E tu
adesso che mi hai visto come sono veramente
riesci ancora a guardarmi
?
...
Per la prima volta si rese conto che se vuoi
mantenere un segreto
devi nasconderlo soprattutto a te stesso
1984
altri autori
home
|