abbiate paura delle mie lettere
e cioè bruciatele o custoditele con cura
... Io sono più passionale
di voi nella mia vita epistolare : persona di sentimenti
- nell’assenza mi trasformo in creatura di passioni
- giacché la mia anima è passionale
e l’assenza è il paese dell’anima .
il paese dell'anima - lettere 1909-1925 - da una lettera a aleksandr
bachrach
... Siete iperamato
- iperalimentato d'amore - nella vita ?
Probabilmente sì . Ma quello che so - doveste anche sentirlo
per la millesima volta ! - è che mai nessuno - nessuna ! - vi ha
così ... Ogni millesima volta ha la sua milleunesima .
Così, per me, non è una misura di peso, né di quantità, né di durata, è
un valore di qualità : di identità . Io non vi amo né tanto,
né a tal punto, né fino a ... - io vi amo così -
Non vi amo tanto, vi amo come - Oh, molte donne vi hanno amato e vi
ameranno con maggior forza . Tutte - di più .
Nessuna - così . Se il mio amore resta unico nelle
vite, è solo per la sua doppia identità : con l'amato
e con me stessa . Per questo non viene mai preso per
amore . le notti
fiorentine - lettre deuxieme - 19 giugno di notte - il paese
dell'anima - lettere 1909-1925
...
Io non sono fatta per la vita .
In me tutto è incendio ! Io
sono una creatura scorticata a nudo, e tutti voi portate una corazza .
Tutti voi avete : l'arte, la vita sociale, la famiglia, il dovere, io,
nel profondo non ho nulla . Tutto cade come pelle, e sotto la pelle carne
viva, o fuoco .
lettera a bachrach 1923
.
|
.
Conta soltanto il vuoto
fisico . Il vuoto di questa sedia . Nella vostra vita non ci sarà mai una
sedia vuota di me .
La nostra eternità è di un’ora - un’ora che già passa .
...
Il mio totale oblio e il mio
assoluto disconoscimento di oggi non sono altro che la tua presenza
assoluta e il mio assorbimento totale di ieri
.
Quanto eri - tanto oggi non sei più .
L'assoluta presenza a rovescio .
L'assoluto non può essere che assoluto. Una tale presenza può divenire
soltanto una tale assenza .
Tutto - ieri, nulla - oggi .
Il mio totale oblio e il mio assoluto disconoscimento non sono che l'eco
- rafforzata !
- del vostro oblio e del vostro disconoscimento - che voi
mi riconosciate per la strada o meno, che voi chiediate o meno mie
notizie .
Se voi non mi dimenticate come io vi dimentico è perché non mi avete mai
subìta come io vi subivo .
Se non mi dimenticate assolutamente, è perché non c'è nulla di assoluto
in voi, neppure l'indifferenza .
Io ho finito col non riconoscervi, voi non avete mai cominciato a
conoscermi .
Se io ho finito col dimenticarvi, voi non avete neanche avuto abbastanza
di me, dentro di voi, per dimenticarmi .
Che cosa significa dimenticare un essere ? Significa dimenticare quanto
se ne è sofferto .
Affinché io, che ieri non conoscevo altro che voi, possa oggi non
riconoscervi, è stato necessario che ieri non conoscessi altro che voi .
Il mio dimenticarvi è un titolo di nobiltà in più . Un certificato del
vostro valore di un tempo .
Vendetta postuma ? No . In ogni caso - non mia .
Qualcosa - una grande cosa
! - si vendica per me e attraverso
me. Volete il suo nome che io ancora non conosco
?
L'amore ? No .
L'amicizia ? Neanche - ma siamo molto vicini : l'anima .
L'anima ferita in me e in tutte le altre anime . Ferita da voi e da tutti
gli altri, eternamente ferita, che eternamente rinasce ed è, alla fine,
invulnerabile .
L'incurabile - invulnerabile ...
... Per la troppa
attenzione - tensione - mi è venuto di colpo un sonno
tremendo. Spiavo i vostri passi, non volevo potermi dire, un giorno, che
vi avevo mancato - nel triplamente triste senso di: mancare
un'occasione, mancare di rispetto, e ancora come una madre manca al
proprio figlio - anche una sola volta, per mia colpa . Mi
sono stesa in terra, la testa poggiata sul gradino del balcone, ben al
liscio, ben al duro, per non addormentarmi . Alzo gli occhi,
i due battenti della porta e tutto il cielo . Rumore
di passi, molti passi, presto ho smesso di ascoltarli, da qualche parte
il suono di uno strumento - presto ho sentito la mia bassezza - quella di
tutti questi ultimi giorni con voi - oh, senza offesa ! : io ero
vigliacca, voi eravate voi - . So di non essere così, è
soltanto perché cerco di vivere. Vivere vuol dire tagliare e
infallibilmente sbagliare e poi rattoppare - e nulla tiene - e nulla ti
appartiene, e non si tiene più a nulla - perdonatemi questo triste,
grave gioco di parole- .
Ogni volta che cerco di vivere mi sento una misera sartina che non
confezionerà mai niente di bello, che riesce soltanto a far guasti e
ferirsi, e che lasciando all'improvviso tutto - forbici, pezze,
rocchetto - si mette a cantare . Davanti a una
finestra dietro la quale piove in eterno .
lettera nona - 9 luglio - mezzanotte - le notti fiorentine -
neuf lettres avec une dixième retenue
|
lettera a rainer maria rilke
Rainer, ho ricevuto la tua lettera il
giorno del mio onomastico: il 30 luglio, perché una santa ce l’ho
anch’io, benché mi senta la primogenita del mio nome, e senza te come
primogenito del tuo. Il santo chiamato Rainer aveva certamente un
nome diverso. Tu sei Rainer . Dunque, il giorno del
mio onomastico, il regalo più bello - la tua lettera ! del tutto
inattesa, come ogni volta : non mi abituerò mai a te
(né a me!), e neanche allo stupore, e neanche al mio pensare a te . Tu sei ciò che sognerò stanotte, che stanotte sognerà me.
( Sognare
o essere sognata ? ) Io sconosciuta in un sogno estraneo . Non aspetto
mai, ti riconosco sempre . Il giorno in cui qualcuno ci sognerà
insieme – allora ci incontreremo . Rainer, voglio venire da te anche
per il mio nuovo io, quello - quella - che può nascere soltanto con te,
soltanto in te. E allora Rainer, non arrabbiarti con me, sono io, io che
voglio dormire con te - addormentarmi e dormire.
Splendida espressione popolare - quanto profonda, quanto autentica,
quanto priva di ambiguità, esattamente come ciò che esprime.
Semplicemente dormire, e null’altro . No, ancora: la testa sprofondata
nell’incavo della tua spalla sinistra, il braccio intorno a quella
destra, e null’altro. No, ancora: e fin dentro il sonno più profondo
sapere che sei tu. E ancora: il suono del tuo cuore. E
baciare quel cuore. La bocca l’ho sempre sentita come
mondo: volta celeste, Il corpo l’ho sempre tradotto in anima, l’ho reso
magnifico a tal punto che all’improvviso non ne è rimasto nulla .
Perché ti dico tutto questo ? Per paura, forse - che tu mi ritenga
comunemente passionale . 'Ti amo e voglio dormire con te' -
all’amicizia non è data tanta concisione. Ma è con un’altra voce che io
lo dico, quasi nel sonno profondo. Il mio suono è diverso da
quello della passione. Tutto ciò che mai dorme desidera
saziarsi di sonno fra le tue braccia. Fin dentro l’anima (gola)
sarebbe il bacio . ( non incendio : voragine ) . Rainer, si fa sera, ti
amo . Ulula un treno . I treni
sono i lupi, i lupi la Russia . Non un
treno - la Russia intera sta ululando verso di te . Rainer, non
arrabbiarti, oppure arrabbiati quanto vuoi: stanotte dormirò con te .
Uno squarcio nel buio - ci sono le stelle - concludo
: finestra ( Alla finestra penso, non al letto, quando penso a te e a me .)
Gli occhi spalancati, perché fuori è ancora più buio che dentro .
Il letto è un vascello, ci mettiamo in viaggio . Non occorre che tu
risponda - continua a baciare.
M.
- st-gilles-sur-Vie - 2 agosto 1926 mc - deserti
luoghi
|
spuma di mare
Chi è fatto di pietra, chi è fatto d’argilla
- Io
invece sono fatta d’argento e brillo !
La mia occupazione - è il tradimento, il mio nome -
Marina io - sono
l’effimera spuma del mare .
Chi è fatto d’argilla, chi è fatto di carne -
a costoro la bara e le lastre tombali …
- battezzata nella fonte marina - e nel mio
volo continuamente infranta !
Attraverso ogni cuore, attraverso ogni rete
batte il mio arbitrio .
Io - vedi questi ricci scomposti ? -
non sono fatta del sale della terra .
Mi frango sulle vostre granitiche ginocchia
e da ogni onda - risuscito !
Evviva la schiuma - l’allegra
schiuma - l’alta
schiuma del mare ! |
Per far crescere l'anima
tutto serve
Le perdite
più di ogni altra cosa
...
l'anima
che per l'uomo comune
è il vertice della spiritualità
per
l'uomo spirituale è quasi carne
...
Ho gettato uno sguardo
come al primo incontro Non
si guarda . Gli occhi neri
hanno inghiottito lo sguardo .
Ho levato le ciglia e me ne sto lì .
- E allora - son luminosa? –
Non lo dirò, che m’ha centellinata fino alle radici
. La pupilla ha
inghiottito fino all’ultima goccia .
E me ne sto lì .
E scorre la tua anima nella mia .
1916 raccolta verste_il lato
oscuro dell’amore
*
NEI GUERRIERI MI DISTURBA LA GUERRA
NEI MARINAI IL MARE
NEI SACERDOTI DIO
NEGLI AMANTI L'AMORE .
POTREI SCRIVERE
DEI VERSI BELLISSIMI - ETERNI !
SE AMASSI ANCHE L'ETERNO COME L'EFFIMERO .
QUANDO NON HO PIÙ A COSA GIOCARE
GIOCO ALLA VIRTÙ.
IN AMORE HA RAGIONE CHI È PIÙ COLPEVOLE .
*
Scusate l'Amore - è un mendicante
!
Se ne va con ciabatte scalcagnate
e certe volte non ha nemmeno quelle !
Sul sagrato chiedeva l'elemosina
pregando nel nome della Madonna
una ciabatta l'aveva offerta a lei .
L'altra accanto al panettiere
l'aveva lasciata ai ragazzini
l'amata - dice- era passata di lì .
E adesso - scalzo come un angelo
non sa che in paradiso già lo aspetta
un bel paio di caldi mocassini .
da scusate l'amore
*
Io mi identificherei unicamente
nell'amore di chi mi avesse scelta
fra tutte le creature
passate presenti future
maschili femminili
creature dell'acqua del fuoco
dell'aria
della terra del cielo .
E fra tutte le altre ancora
giacché esistono altri pianeti !
Così sono io . Se vi do pena -
perdonatemi di essere .
pag. 50 - lettera seconda - da notti fiorentine
*
E finalmente ho trovato
chi mi è necessario
qualcuno ha bisogno di me
- come aria.
Quanto più nero e mortale -
Più necessario è il bisogno
dell'altro - di te. Di chi
non può fare a meno
di me - suo pane e respiro.
Occorro - a qualcuno
accorro, rispondo
al prima richiamo.
Più alto, più certo e sicuro
delle montagne: a qualcuno
serve una mano: la mia !
sulle piaghe !
E tutto il braccio - nel fuoco !
Più della luce degli occhi
mi serve l'umano bisogno
di me - come fiato.
11 settembre 1936 - savoia
poesie non raccolte in volume 1928-1941
*
Insinuarsi
E, forse, la
vittoria vera
su tempo e gravità: passare
senza lasciare tracce, senza
proiettare ombra
sui muri ...
Forse - con la rinuncia
prendere? Cancellarsi da ogni specchio
?
Come Lermontov al Caucaso, insinuarsi
senza turbare le montagne .
E, forse, unico diletto: con le dita
di Bach sfiorare l’organo
senza turbare l’eco .
Disfarsi senza lasciare cenere
per l’urna.
Forse - con il raggiro
prendere? Da tutti gli orizzonti
uscire? Nel tempo come nell’oceano
insinuarsi - senza allarmare le onde ...
14 maggio
1923 - dopo
la russia
e altri versi 1928
*
Io ti racconterò - del grande inganno
io ti racconterò come cala la nebbia
sui
giovani alberi, sulle vecchie ceppaie.
Io ti racconterò come si
spengono le luci nelle basse case, come – straniero di egizie
contrade - soffia lo zingaro nel sottile zufolo sotto un albero.
Io ti racconterò - della grande menzogna:
io ti racconterò come si
stringe il coltello nella
stretta mano
come si arruffino al vento
dei secoli i riccioli - ai giovani, e le barbe ai vecchi.
Mormorio
di secoli. Scalpitio di zoccoli.
poesie 2007
*
eccetto
l'amore
Non amavo, ma
piangevo. No, non amavo, tuttavia
solo a te ho dedicato nell' ombra il volto adorato.
Tutto nel nostro sogno non assomigliava all'amore
né ragioni né indizi.
Solo noi ha salutato questa
immagine dalla sala serale
solo noi – tu ed io – le abbiamo portato un verso
lamentoso. Il filo
dell'adorazione ci ha legati più forte
dell'innamoramento degli altri.
Ma l'impeto è passato e
dolcemente qualcuno si è
avvicinato, che non poteva pregare, ma amava.
Non affrettarti a condannare. Ti ricorderò come
la più tenera nota nel risveglio dell'anima.
Tu vagavi in questo animo triste
come in una casa non
chiusa (nella nostra casa, in primavera). Non definirmi
come quella che ha dimenticato. Io ho riempito di
te tutti i minuti tranne
il più triste: quello dell'amore.
|
Gli esseri
umani
mi hanno
sempre trattato al loro solito
mentre io
mi sentivo al mio insolito
E per
questo che non giudico mai nessuno
*
non faccio alcuna
differenza
tra un libro e una persona
un tramonto
un quadro
tutto ciò che amo
lo amo di un unico amore
il paese dell’anima - lettere 1925-1941
*
Lettera come un modo ultraterreno
di
comunicazione, meno perfetto del sogno
ma regolato dalle stesse leggi.
Né lettera né sogno vengono a comando
si sogna e si scrive non quando noi
ne abbiamo voglia
ma quando ha voglia la lettera -
di essere scritta
il sogno – di apparirci
il settimo sogno
*
Tu, che mi hai amata con
l’inganno
della verità - e con la falsa verità
tu , che mi hai amato - che oltre
non si va ! Oltre la frontiera !
Tu, che mi hai amata più a lungo
del tempo - gesto della mano divina !
Tu non mi ami più :
la verità in cinque parole . 1923
*
Per questo ti scrivo
Per questo sono così contenta quando ti sogno.
Quando, nel sogno, mi appari.
a pasternak - 1922
Boris, ti scrivo lettere sbagliate.
Quelle vere non toccano la carta.
lettera a boris pasternak 1926
Tu mi sei affine tutto, da parte a parte
terribilmente e angosciosamente affine
come io a me stessa – senza asilo, come le montagne.
- Non è una dichiarazione
d’amore: di destino - a boris pasternak
1926
*
Tu non mi caccerai via in nessun posto
non si respinge la primavera !
Tu non mi toccherai, nemmeno con un dito
troppo
teneramente io canto verso il sonno .
Tu non mi diffamerai
il mio nome è acqua
per le labbra !
Tu non mi lascerai
la porta è aperta
e la mia casa è vuota
!
luglio 1919
*
Sono felice
di vivere in modo semplice ed
esemplare -
come il sole, come il pendolo, come il calendario.
D'essere un'anacoreta laica di snella figura
savissima - come qualsiasi creatura di Dio.
Di sapere: lo Spirito è mio alleato,
lo Spirito è la mia guida
!
D'entrare senza annunciarmi,
come un raggio e come uno sguardo.
Di vivere così come scrivo
in modo esemplare e succinto -
come Dio comanda
e come gli amici non prescrivono.
22 novembre 1918
*
Ai miei versi scritti
così presto
che nemmeno sapevo d'esser poeta
scaturiti come zampilli di fontana
come scintille dai razzi .
Irrompenti come piccoli démoni
in un sacrario di sogno e d'incenso
ai miei versi di di giovinezza e di morte
versi che nessuno ha mai letto !
Sparsi fra la polvere dei magazzini
dove nessuno li prese o li prenderà
i miei versi, come i vini pregiati
avranno la loro ora .
koktebel - maggio 1913
poesie 2000 - trad pietro antonio zveteremich
*
I miei
versi sono come i miei abiti
belli
solo al buio
*
Un mondiale nomadismo
è
cominciato nel buio
sono gli alberi che vagano sulla terra notturna
Sono i grappoli che fermentano in vino dorato
sono le stelle che di casa in casa peregrinano
sono i fiumi che il cammino cominciano a ritroso !
E io ho voglia di venire da te sul petto - a dormire
14 gennaio 1917
L'amore
è lama? È fuoco ?
Più quietamente - perché tanta enfasi ?
È dolore che è conosciuto come
gli occhi conoscono il palmo della mano
come le labbra sanno
del proprio figlio il nome.
*
Ciao
!
Né freccia né pietra
io
! – La più viva delle donne
vita. Tutte le mie carezze –
al sonno incompiuto.
Vieni qui
! -
vale a
dire
Tienimi
! – è questione di senso -
Afferrami tutta così felice
e semplice come mi vedi !
Stringimi
! – che oggi lontano navighiamo
stringimi
! – che sciamo
! –
con un filo di seta !
Oggi porto una pelle nuova
quella dorata, la settima
!
– Mio
! – altro che ricompense
in cielo, se tra le braccia, sulla bocca
c’è la Vita: la felicità sfacciata
di dirti ciao ogni mattina !
scusate l'amore
- poesie 1915-1925
*
Tu mi copri il sole in alto nei cieli
Tutte le stelle nel cavo della tua mano
!
Ah, se fossero – spalancate le porte !
Come vento in te entrerei
!
E balbettare, e avvampare d’ira
E bruscamente chinare lo sguardo
E, singhiozzando, acquietarsi
Come nell’infanzia, quando perdonano.
2 luglio 1916 - verste - il lato oscuro
dell’amore |
Versi per Blok
Aleksandr Aleksandrovič Blok
Il tuo nome è una rondine nella mano
il tuo nome è un
ghiacciolo sulla lingua.
Un solo unico movimento delle labbra.
Il tuo nome sono cinque lettere.
Una pallina afferrata al volo
un sonaglio d'argento nella bocca.
Un sasso gettato
in un quieto stagno
singhiozza come il tuo
nome suona.
Nel leggero schiocco degli zoccoli notturni
il tuo nome rumoroso rimbomba.
E ce lo nomina lo scatto sonoro
del grilletto contro la tempia.
Il tuo nome -
ah, non si può! -
il tuo nome è un bacio
sugli occhi
sul tenero freddo delle palpebre immobili.
Il tuo nome è un bacio dato alla neve.
Un sorso di fonte, gelato, turchino.
Con il tuo nome il sonno è profondo.
15 aprile 1916
da versi per blok 1922 - trad pietro a. zveteremich
|
- Che versi stupendi scrivete !
Voi siete un poeta scandalosamente grande
. Oh, come vi amo, Marina ! Proprio come piace
all' anima ... E poi verrà l' estate del nostro incontro .
pasternak - paragonato ad abramo o a un
monte altissimo - Sarò paziente e
attenderò l' incontro come la morte .
Oh, non dovete temere
le mie parole smisurate . Quanto alla vita con voi,
come si fa a vivere con un'anima in un appartamento ?
marina cvetaeva
|
Una migrazione cosmica è iniziata stasera
carovane di alberi per la terra scura
filari di grappoli pronti alla vendemmia
cascate di stelle di casa in casa
fiumi che risalgono i corsi - all'indietro !
Tutto questo è stasera, che dormo con te.
scusate l’amore - poesie 1915-1925
|
Come pupilla, nera
come pupilla, succhiante la luce - ti amo, perspicace notte .
Dammi voce per cantarti, o progenitrice delle canzoni
nella cui mano è la briglia dei quattro venti .
Chiamando te, te glorificando, io sono soltanto una conchiglia dove
ancora non s’è taciuto l’oceano . Notte ! Ho già
scrutato a sazietà nelle pupille umane .
Inceneriscimi, nero sole – notte !
VENTI
VENGO COL VENTO NORD-SUD ( LO SO CHE NON ESISTE
MA SE SERVE - ESÌSTE ! ) CON PANNI DA VIAGGIO -
PER-AERE-VORTICANDO SCHEGGIA A ROTTA DI COLLO ! - II SOGNO TRE
MINUTI DURA . MI AFFRETTO . CON CHI TU SIA A LETTO - NON
BADO ! - TRE MINUTI . DA OCEANO - BEN PIù A LUNGO VIAGGEREI - FINO
A MOSCA ! TRAGITTO - DI FORTUNA VELOCE, SAETTANTE :
DAL MIO NEL TUO SOGNO SALTO PRECIPITANDO .
La spensieratezza è un caro peccato
caro compagno di strada e nemico mio caro ! Tu
negli occhi m’hai spruzzato il riso e la mazurca mi hai spruzzato
nelle vene. Poiché mi hai insegnato a non serbare l’anello con
chiunque la vita mi sposasse . A cominciare alla ventura - dalla fine
e a finire - ancor prima di cominciare . A essere come uno stelo, ad
essere come l’acciaio .
Nella vita, in cui così poco possiamo
a
curare la tristezza con la cioccolata e a ridere in faccia ai
passanti . 1918
|
INDIZI TERRESTRI
Perché tu non mi veda in
vita - di spinosa invisibile siepe mi circondo . Di rovi mi
cingo in brina - scendo . Perché tu non mi senta in notte
- nella senile scienza del riserbo mi cimento . In mormorio -
mi stringo di sussurri mi bendo . Perché tu troppo non
fiorisca in me - tra libri : tra boscaglie vivo - ti affondo . Di fantasie ti cingo fantasma - ti sricordo .
25 giugno
1922 - dopo la russia
Si divide la passione – a pezzi ?
Non sono macellaio né chirurgo Sei come
un cerchio, pieno e intero
postfazione
...
Trasalirai - ti scrollerai montagne e l'anima -
ascenderà . Dello strazio lascia che io canti : della mia montagna
! Non ora, né mai in futuro la nera falla rabbercerò . Dello
strazio lascia che io canti in vetta alla montagna .
1924 - poema della
montagna
Non penso, non mi lamento, non
discuto. Non dormo . Non aspiro né al sole
né alla luna né al mare né alla nave . Non mi
accorgo di quanto fa caldo tra queste pareti di quanto verde c’è nel
giardino . Da tempo il dono desiderato ed atteso
non aspetto . Non mi rallegra né il mattino
né la corsa sonora del tram . Vivo, senza vedere il giorno
dimenticando la data e il secolo . Sulla fune, che sembra intagliata
io - sono un piccolo danzatore . Io - ombra
dell’ombra di qualcuno .
Io - sonnambulo di due oscure lune .
|
Io ci sono . Tu - ci sarai .
Ci divide un abisso . Io che
bevo . Tu - che riardi . Come fare a trovarci ?
Dieci anni, anzi no, centomila ci separano . I ponti Dio
non li fa . ' Sii ! Ora !' è il mio
comandamento . O almeno va’ per la tua strada e
lasciami crescere . Io ci sono . Tu - ci sarai .
Tra dieci inverni tu mi dirai : 'Ora ci sono !'
ma io : 'Era tanto tempo fa' … |
Un giorno, meravigliosa creatura
io per te diventerò un ricordo
là, nella tua memoria occhi-turchina sperduto - così lontano -
lontano . Tu dimenticherai il mio
profilo col naso a gobba e la fronte
nell'apoteosi della sigaretta e il mio eterno riso, che tutti intriga
e il centinaio - sulla mano operaia - di anelli d'argento - la
soffitta-cabina la divina sedizione delle mie carte ... E
come, in un anno tremendo innalzate dalla sventura tu piccola eri
e io - giovane . novembre
1919 - poesie - versi per la figlia |
Qualsiasi vento è vento di mare,
e qualsiasi città, anche la più continentale, nelle ore di vento -
è marittima . C’è odor di mare, no, ma :
c’è aria di mare, l’odore lo aggiungiamo noi . Anche il
vento del deserto è di mare, anche quello della steppa è di mare .
Giacché al di là di ogni steppa e di ogni deserto - c’è il mare,
l’oltredeserto, l’oltresteppa ... Ogni viuzza in cui tira vento è la
viuzza di un porto . |
IL TRENO DELLA VITA
Se non baionetta - allora zanna, mucchio di
neve, raffica di vento –
verso
l’immortalità ogni ora c’è un treno !
Arrivo e
so una cosa soltanto: stazione,
non vale
la pena di disfare i bagagli .
Verso
tutti, verso tutto- con l’indifferenza degli occhi
per i
quali la fine è l’immemorabilità .
Oh, come è
naturale salire in terza classe
via
dall’asfissia delle stanze delle signore !
Via dalle
costolette riscaldate, dalle guance
raffreddate … non si può ancora più in là
anima ?
Magari nello scolatoio di un lampione -
via da
questa fatale falsità :
dei
bigodini, dei pannolini
dei ferri
roventi per i ricci
dei
capelli bruciacchiati
delle
cuffie, delle incerate
delle
ac-que-di-co-lo-nia
delle
familiari felicità
da cucito
( Kleimwenig ! … )
'E’ stata
presa la caffettiera ? …'
di roba ad
asciugare, cuscini, matrone, bambinaie
asfissia
delle bonnes, dei bagni .
Non voglio
in questo scatolone di corpi femminili
aspettare
l’ora della morte !
Voglio che
il treno beva e canti :
la morte è
pure lei al di fuori della classe !
Via allo
sbaraglio, verso lo stordimento, la fisarmonica, la fatica, l’inutilità
!
'Come
s’appiccicano questi anticristi ?'
così che
qualche randagio : 'All’altro mondo …'
senza
aspettare, dico : 'Meglio !'
Piattaforma. – e traversine. – e l’ultimo arbusto
in mano .
- lo lascio - e’ tardi
Per
tenersi su . - traversine . - di quante labbra
sono
stanca . - guardo le stelle .
Così,
attraverso l’arcobaleno di tutti i pianeti
scomparsi
- qualcuno li ha contati ? -
guardo e
vedo una cosa sola: la fine .
Non vale la pena di
pentirsi.
trad
p.a.zveteremich - 6.10.1923
.
|
nervi
Nel novembre del 1902 arrivò a Nervi una bambina
russa di dieci anni. Si chiamava Marina Cvetaeva ed era destinata a
diventare una delle voci più alte della poesia russa del Novecento .
Marina giunse a Nervi con il padre, Ivan Vladimirovič Cvetaev, fondatore
del Museo di Belle Arti Alessandro III di Mosca (oggi il Museo A.S.
Puškin), la madre, Marija Aleksandrovna Mejn, eccellente pianista
ammalata di tubercolosi, la sorellastra Valerija e la sorella minore
Anastasija ... Per Marina, Nervi rappresentò la scoperta del mare, della
luce del Sud, di una libertà di cui non aveva mai goduto a Mosca, i
primi contatti con gli esuli antizaristi.
nervi amato paese - anastaija cvetaeva
visitgenoa.it
|
La verità dei poeti è la
più invincibile, la più inafferrabile, la più indimostrabile
e insieme convincente, una verità che vive in noi solo
nell’istantaneo -e pesto- buio della percezione
( che cosa è stato ? ) e
che resta in noi come traccia di una luce o di una perdita ( ma è
veramente stato ? ) . Una verità irresponsabile
e priva di conseguenze, una verità che - Dio ce ne scampi ! - non
bisogna neanche cercare di inseguire, giacché anche per i poeti essa è
senza ritorno. La
verità del poeta è un sentiero
su cui le tracce vengono subito nascoste dall’erba, non lascerebbe
tracce e conseguenze neanche per lui se potesse camminare dietro a se
stesso . Egli non sa cosa dirà e spesso non sa neanche che
cosa dice . Non sa finché non lo dice, e subito dopo
averlo detto l’ha già dimenticato . Non è una
tra le innumerevoli verità, ma uno degli innumerevoli aspetti della
verità, che si annullano a vicenda appena vengono confrontati .
Gli aspetti ogni volta diversi e irripetibili della verità .
Semplicemente una puntura al cuore. Trafittura dell’eterno .
1932 - l'arte alla luce della coscieza -
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Amo come a pezzi: voci, mani, parole, sorrisi,
gesti
per ogni cosa separatamente darei l’anima
ma alla voce si sostituisce un’altra voce
alle mani altre mani, ai sorrisi altri sorrisi
e come risultato : solitudine, incenerimento,
vuoto
taccuini 1919-1921
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Amatemi grande, amatemi bello, amatemi diverso !
... ho sempre voluto e addirittura preteso che mi si ami come sono
- per ciò che sono - perché sono . Non per ciò
che, secondo voi, potrei, dovrei, avrei dovuto essere .
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Ogni poeta -
avesse pure
un miliardo di lettori -
scrive per uno solo.
così come ogni donna - avesse pure mille amanti -
ama uno solo.
taccuini
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Io sono sedotta dall'essenza - la forma arriverà da sola
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E per tutta la vita, di seguito, ho inondato di amore
sempre le persone sbagliate
lettere
1925-41
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l’anima non e mai amata come il corpo, al massimo lodata
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Il corpo, lo si ama con mille anime. Chi mai s’è dannato per un‘anima
?
E se anche qualcuno lo volesse, sarebbe impossibile:
amare un‘anima fino alla dannazione significa essere
angeli .
da lettera del 2 agosto 1926 a r.m.rilke
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Trovate parole che mi incantino - credo solo
all'incantesimo
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la poesia è qualcosa, o qualcuno, che dentro di noi vuole disperatamente
essere
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IO - CHE APPARTENGO SOLO ALLA FUGA - SARO' INFINE
MIA
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Non ho mai smesso di amare per prima
Sempre - fino all'ultima possibilità, fino all'ultimissima goccia
- come quando si beve da bambini
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Una metà della finestra s'è spalancata Una metà
dell'anima s'è mostrata Su, apriamo anche l'altra metà anche
l'altra metà della finestra !
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la vita è una stazione
presto me ne andrò
dove non lo so dire
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