marina ivanova cvetaeva

Марина Цветаева

Цветаева Марина Ивановна

Марина Ивановна Цветаева

 PRONUNCIA ZVIETÀEVA

 

alla vita
non prenderai il mio colorito
forte come le piene dei fiumi
tu sei il cacciatore
ma io non mi daro'
tu sei l’inseguimento
ma io sono la corsa
non prenderai
la mia anima viva !
cosi nel pieno galoppo
 delle cacce
- si china -
ed una vena
morde il cavallo arabo

 

25 dicembre 1924 -  pietro a. zveteremich - traduttore de  'il dottor zivago'

 

cavaliere non è chi sta sul cavallo

 cavaliere è l'insieme dei due
lettere 1926

 

 

l'amore è sutura

sutura non benda, sutura - non scudo

- oh, non chiedere difesa ! - 

sutura, con cui il vento è cucito alla terra

come io a te sono cucita

 

sono cresciuta senza madre

cioè sbattendo contro tutti gli spigoli possibili

 

abbiate paura delle mie lettere e cioè bruciatele o custoditele con cura ... Io sono più passionale di voi nella mia vita epistolare  :   persona di sentimenti -  nell’assenza mi trasformo in creatura di passioni -  giacché la mia anima è passionale e l’assenza è il paese dell’anima  .
il paese dell'anima - lettere 1909-1925 - da una lettera a aleksandr bachrach

...
Siete iperamato - iperalimentato d'amore - nella vita ?   Probabilmente sì .   Ma quello che so - doveste anche sentirlo per la millesima volta ! - è che mai nessuno - nessuna ! -  vi ha così ...  Ogni millesima volta ha la sua milleunesima .   Così, per me, non è una misura di peso, né di quantità, né di durata, è un valore di qualità : di identità .   Io non vi amo né tanto, né a tal punto, né fino a ...  - io vi amo così  -   Non vi amo tanto, vi amo come - Oh, molte donne vi hanno amato e vi ameranno con maggior forza .    Tutte - di più .   Nessuna - così .    Se il mio amore resta unico nelle vite, è solo per la sua doppia identità :    con l'amato e con me stessa .    Per questo non viene mai preso per amore .
le notti fiorentine - lettre deuxieme -  19 giugno di notte - il paese dell'anima - lettere 1909-1925
...
Io non sono fatta per la vita  .   
In me tutto è incendio  !    Io sono una creatura scorticata a nudo, e tutti voi portate una corazza  .   Tutti voi avete  : l'arte, la vita sociale, la famiglia, il dovere, io, nel profondo non ho nulla .   Tutto cade come pelle, e sotto la pelle carne viva, o fuoco .
lettera a bachrach 1923

.

 

.

Conta soltanto il vuoto fisico .   Il vuoto di questa sedia .   Nella vostra vita non ci sarà mai una sedia vuota di me  .
La nostra eternità è di un’ora - un’ora che già passa  .  
...

Il mio totale oblio e il mio assoluto disconoscimento di oggi non sono altro che la tua presenza assoluta e il mio assorbimento totale di ieri
.
Quanto eri - tanto oggi non sei più .
L'assoluta presenza a rovescio .
L'assoluto non può essere che assoluto. Una tale presenza può divenire soltanto una tale assenza .
Tutto - ieri, nulla - oggi .
Il mio totale oblio e il mio assoluto disconoscimento non sono che l'eco  - rafforzata ! -  del vostro oblio e del vostro disconoscimento - che voi mi riconosciate per la strada o meno, che voi chiediate o meno mie notizie .
Se voi non mi dimenticate come io vi dimentico è perché non mi avete mai subìta come io vi subivo .
Se non mi dimenticate assolutamente, è perché non c'è nulla di assoluto in voi, neppure l'indifferenza .
Io ho finito col non riconoscervi, voi non avete mai cominciato a conoscermi .
Se io ho finito col dimenticarvi, voi non avete neanche avuto abbastanza di me, dentro di voi, per dimenticarmi .
Che cosa significa dimenticare un essere ?   Significa dimenticare quanto se ne è sofferto .
Affinché io, che ieri non conoscevo altro che voi, possa oggi non riconoscervi, è stato necessario che ieri non conoscessi altro che voi .
Il mio dimenticarvi è un titolo di nobiltà in più .   Un certificato del vostro valore di un tempo .
Vendetta postuma ?  No .   In ogni caso - non mia .
Qualcosa - una grande cosa ! -  si vendica per me e attraverso me. Volete il suo nome che io ancora non conosco ?
L'amore  ?    No .
L'amicizia ?   Neanche - ma siamo molto vicini :   l'anima .
L'anima ferita in me e in tutte le altre anime .   Ferita da voi e da tutti gli altri, eternamente ferita, che eternamente rinasce ed è, alla fine, invulnerabile  .
L'incurabile - invulnerabile ...

...
Per la troppa attenzione  - tensione -  mi è venuto di colpo un sonno tremendo. Spiavo i vostri passi, non volevo potermi dire, un giorno, che vi avevo mancato - nel triplamente triste senso di: mancare un'occasione, mancare di rispetto, e ancora come una madre manca al proprio figlio - anche una sola volta, per mia colpa .   Mi sono stesa in terra, la testa poggiata sul gradino del balcone, ben al liscio, ben al duro, per non addormentarmi .   Alzo gli occhi, i due battenti della porta e tutto il cielo .    Rumore di passi, molti passi, presto ho smesso di ascoltarli, da qualche parte il suono di uno strumento - presto ho sentito la mia bassezza - quella di tutti questi ultimi giorni con voi - oh, senza offesa ! : io ero vigliacca, voi eravate voi  - .   So di non essere così, è soltanto perché cerco di vivere. Vivere vuol dire tagliare e infallibilmente sbagliare e poi rattoppare - e nulla tiene - e nulla ti appartiene, e non si tiene più a nulla - perdonatemi questo triste, grave gioco di parole-  .
Ogni volta che cerco di vivere mi sento una misera sartina che non confezionerà mai niente di bello, che riesce soltanto a far guasti e ferirsi, e che lasciando all'improvviso tutto - forbici, pezze, rocchetto - si mette a cantare .    Davanti a una finestra dietro la quale piove in eterno  .

lettera nona - 9 luglio - mezzanotte  -  le notti fiorentine - neuf lettres avec une dixième retenue

 


lettera a rainer maria rilke
Rainer,   ho ricevuto la tua lettera il giorno del mio onomastico:  il 30 luglio, perché una santa ce l’ho anch’io, benché mi senta la primogenita del mio nome, e senza te come primogenito del tuo.  Il santo chiamato Rainer aveva certamente un nome diverso.    Tu sei Rainer  .
Dunque, il giorno del mio onomastico, il regalo più bello - la tua lettera  !    del tutto inattesa, come ogni volta  :   non mi abituerò mai a te  (né a me!), e neanche allo stupore, e neanche al mio pensare a te .    Tu sei ciò che sognerò stanotte, che stanotte sognerà me.   

( Sognare o essere sognata ? )    Io sconosciuta in un sogno estraneo .
Non aspetto mai, ti riconosco sempre .
Il giorno in cui qualcuno ci sognerà insieme – allora ci incontreremo .
Rainer, voglio venire da te anche per il mio nuovo io, quello - quella - che può nascere soltanto con te, soltanto in te. E allora Rainer, non arrabbiarti con me, sono io, io che voglio dormire con te - addormentarmi e dormire.    Splendida espressione popolare - quanto profonda, quanto autentica, quanto priva di ambiguità, esattamente come ciò che esprime. Semplicemente dormire, e null’altro .
No, ancora: la testa sprofondata nell’incavo della tua spalla sinistra, il braccio intorno a quella destra, e null’altro. No, ancora: e fin dentro il sonno più profondo sapere che sei tu. E ancora: il suono del tuo cuore.   E  baciare quel cuore.    La bocca l’ho sempre sentita come mondo: volta celeste, Il corpo l’ho sempre tradotto in anima, l’ho reso magnifico a tal punto che all’improvviso non ne è rimasto nulla  .
Perché ti dico tutto questo ?   Per paura, forse - che tu mi ritenga comunemente passionale .
'Ti amo e voglio dormire con te'  -  all’amicizia non è data tanta concisione. Ma è con un’altra voce che io lo dico, quasi nel sonno profondo.   Il mio suono è diverso da quello della passione.   Tutto ciò che mai dorme desidera saziarsi di sonno fra le tue braccia.  Fin dentro l’anima (gola)   sarebbe il bacio  .    ( non incendio : voragine )  .
Rainer, si fa sera, ti amo .    Ulula un treno .     I treni sono i lupi, i lupi la Russia .      Non un treno - la Russia intera sta ululando verso di te  .
Rainer, non arrabbiarti, oppure arrabbiati quanto vuoi: stanotte dormirò con te .     Uno squarcio nel buio - ci sono le stelle  -    concludo  :  finestra   ( Alla finestra penso, non al letto, quando penso a te e a me .)    Gli occhi spalancati, perché fuori è ancora più buio che dentro .  Il letto è un vascello, ci mettiamo in viaggio  .
Non occorre che tu risponda -  continua a baciare.

M.   -   st-gilles-sur-Vie - 2 agosto 1926
mc - deserti luoghi

spuma di mare
Chi è fatto di pietra, chi è fatto d’argilla -
Io invece sono fatta d’argento e brillo !
La mia occupazione - è il tradimento, il mio nome - Marina
io - sono l’effimera spuma del mare .
Chi è fatto d’argilla, chi è fatto di carne -
a costoro la bara e le lastre tombali …
- battezzata nella fonte marina - e nel mio
volo continuamente infranta !
Attraverso ogni cuore, attraverso ogni rete
batte il mio arbitrio .
Io - vedi questi ricci scomposti ? -
non sono fatta del sale della terra .
Mi frango sulle vostre granitiche ginocchia
e da ogni onda - risuscito !
Evviva la schiuma - l’allegra schiuma -
l’alta schiuma del mare !

Per far crescere l'anima

tutto serve

Le perdite

più di ogni altra cosa
...

l'anima

che per l'uomo comune

è il vertice della spiritualità

per l'uomo spirituale è quasi carne

...

 

 

Ho gettato uno sguardo

come al primo incontro
Non si guarda .
Gli occhi neri hanno inghiottito lo sguardo .
Ho levato le ciglia e me ne sto lì .
- E allora -  son luminosa? –
Non lo dirò, che m’ha centellinata fino alle radici .
La pupilla ha inghiottito fino all’ultima goccia .
E me ne sto lì .
E scorre la tua anima nella mia .

1916
raccolta verste_il lato oscuro dell’amore

*

NEI GUERRIERI MI DISTURBA LA GUERRA
NEI MARINAI IL MARE
NEI SACERDOTI DIO
NEGLI AMANTI L'AMORE .
POTREI SCRIVERE
DEI VERSI BELLISSIMI - ETERNI !
SE AMASSI ANCHE L'ETERNO COME L'EFFIMERO .
QUANDO NON HO PIÙ A COSA GIOCARE
GIOCO ALLA VIRTÙ.
IN AMORE HA RAGIONE CHI È PIÙ COLPEVOLE .

*

Scusate l'Amore - è un mendicante !
Se ne va con ciabatte scalcagnate
e certe volte non ha nemmeno quelle !
Sul sagrato chiedeva l'elemosina
pregando nel nome della Madonna
una ciabatta l'aveva offerta a lei .
L'altra accanto al panettiere
l'aveva lasciata ai ragazzini
l'amata - dice- era passata di lì .
E adesso - scalzo come un angelo
non sa che in paradiso già lo aspetta
un bel paio di caldi mocassini .
da scusate l'amore

*

Io mi identificherei unicamente

nell'amore di chi mi avesse scelta

fra tutte le creature

passate   presenti   future   

maschili   femminili

creature dell'acqua    del fuoco    dell'aria   

della terra    del cielo .

E fra tutte le altre ancora 

giacché esistono altri pianeti  !
Così sono io .   Se vi do pena -

perdonatemi di essere .
pag. 50 - lettera seconda - da notti fiorentine

*

E finalmente ho trovato
chi mi è necessario
qualcuno ha bisogno di me
- come aria.
Quanto più nero e mortale -
Più necessario è il bisogno
dell'altro - di te. Di chi
non può fare a meno
di me - suo pane e respiro.
Occorro - a qualcuno
accorro, rispondo
al prima richiamo.
Più alto, più certo e sicuro
delle montagne: a qualcuno
serve una mano: la mia !
sulle piaghe !
E tutto il braccio - nel fuoco !
Più della luce degli occhi
mi serve l'umano bisogno
di me - come fiato.
11 settembre 1936 - savoia
poesie non raccolte in volume 1928-1941

*

Insinuarsi
E, forse, la vittoria vera
su tempo e gravità: passare
senza lasciare tracce, senza
proiettare ombra
sui muri
...
Forse - con la rinuncia
prendere? Cancellarsi da ogni specchio
?
Come Lermontov al Caucaso, insinuarsi
senza turbare le montagne
.
E, forse, unico diletto: con le dita
di Bach sfiorare l’organo
senza turbare l’eco
.
Disfarsi senza lasciare cenere
per l’urna
.
Forse - con il raggiro
prendere? Da tutti gli orizzonti
uscire? Nel tempo come nell’oceano
insinuarsi - senza allarmare le onde
...
14 maggio 1923 - dopo la russia e altri versi 1928

*

Io ti racconterò - del grande inganno
io ti racconterò come cala la nebbia
sui giovani alberi, sulle vecchie ceppaie.
Io ti racconterò come si spengono le luci
nelle basse case, come – straniero di egizie contrade
- soffia lo zingaro nel sottile zufolo sotto un albero.
Io ti racconterò - della grande menzogna:
io ti racconterò come si stringe il coltello
nella stretta mano

come si arruffino al vento dei secoli
i riccioli - ai giovani, e le barbe ai vecchi.
Mormorio di secoli.
Scalpitio di zoccoli.
poesie 2007

*

eccetto l'amore
Non amavo, ma piangevo. No, non amavo, tuttavia
solo a te ho dedicato nell' ombra il volto adorato.
Tutto nel nostro sogno non assomigliava all'amore
né ragioni né indizi.

Solo noi ha salutato questa immagine dalla sala serale
solo noi – tu ed io – le abbiamo portato un verso lamentoso. 
Il filo dell'adorazione ci ha legati più forte
dell'innamoramento degli altri.

Ma l'impeto è passato e dolcemente qualcuno
si è avvicinato, che non poteva pregare, ma amava. 
Non affrettarti a condannare. Ti ricorderò come 
la più tenera nota nel risveglio dell'anima.

Tu vagavi in questo animo triste come in una casa 
non chiusa (nella nostra casa, in primavera). Non definirmi 
come quella che ha dimenticato. Io ho riempito di te
tutti i minuti tranne il più triste: quello dell'amore.

Gli esseri umani

mi hanno sempre trattato al loro solito

mentre io mi sentivo al mio insolito

E per questo che non giudico mai nessuno

 

*

non faccio alcuna differenza
tra un libro e una persona
un tramonto
un quadro
tutto ciò che amo
lo amo di un unico amore

il paese dell’anima - lettere 1925-1941

 

*

Lettera come un modo ultraterreno

di comunicazione, meno perfetto del sogno

ma regolato dalle stesse leggi.

Né lettera né sogno vengono a comando

si sogna e si scrive non quando noi

ne abbiamo voglia

ma quando ha voglia la lettera -

di essere scritta

il sogno – di apparirci

il settimo sogno

 

*

Tu, che mi hai amata con l’inganno
della verità - e con la falsa verità
tu , che mi hai amato - che oltre
non si va !   Oltre la frontiera !
Tu, che mi hai amata più a lungo
del tempo - gesto della mano divina !
Tu non mi ami più :
la verità in cinque parole .

1923

*

Per questo ti scrivo

Per questo sono così contenta quando ti sogno.

Quando, nel sogno, mi appari.

a pasternak - 1922

Boris, ti scrivo lettere sbagliate.

Quelle vere non toccano la carta.
lettera a boris pasternak 1926

Tu mi sei affine tutto, da parte a parte

terribilmente e angosciosamente affine

come io a me stessa – senza asilo, come le montagne.

- Non è una dichiarazione d’amore: di destino -
a boris pasternak 1926

*

Tu non mi caccerai via in nessun posto

non si respinge la primavera !
Tu non mi toccherai, nemmeno con un dito

troppo teneramente io canto verso il sonno .
Tu non mi diffamerai

il mio nome è acqua per le labbra !
Tu non mi lascerai

la porta è aperta e la mia casa è vuota !
luglio 1919
*
Sono felice

di vivere in modo semplice ed esemplare -
come il sole, come il pendolo, come il calendario.
D'essere un'anacoreta laica di snella figura
savissima - come qualsiasi creatura di Dio.
Di sapere: lo Spirito è mio alleato,

lo Spirito è la mia guida !
D'entrare senza annunciarmi,

come un raggio e come uno sguardo.
Di vivere così come scrivo

in modo esemplare e succinto -
come Dio comanda

e come gli amici non prescrivono.
22 novembre 1918

*
Ai miei versi scritti così presto
che nemmeno sapevo d'esser poeta
scaturiti come zampilli di fontana
come scintille dai razzi .
Irrompenti come piccoli démoni
in un sacrario di sogno e d'incenso
ai miei versi di di giovinezza e di morte
versi che nessuno ha mai letto !
Sparsi fra la polvere dei magazzini
dove nessuno li prese o li prenderà
i miei versi, come i vini pregiati
avranno la loro ora .

koktebel - maggio 1913

poesie 2000 - trad pietro antonio zveteremich

*

I miei versi sono come i miei abiti

belli solo al buio

*

Un mondiale nomadismo

è cominciato nel buio
sono gli alberi che vagano sulla terra notturna
Sono i grappoli che fermentano in vino dorato
sono le stelle che di casa in casa peregrinano
sono i fiumi che il cammino cominciano a ritroso !
E io ho voglia di venire da te sul petto - a dormire
14 gennaio 1917

*

L'amore
è lama? È fuoco ?
Più quietamente - perché tanta enfasi ?
È dolore che è conosciuto come
gli occhi conoscono il palmo della mano
come le labbra sanno
del proprio figlio il nome.

*

Ciao !
Né freccia né pietra
io ! – La più viva delle donne
vita. Tutte le mie carezze –
al sonno incompiuto.
 Vieni qui !  - vale a dire
Tienimi ! – è questione di senso -
Afferrami tutta così felice
e semplice come mi vedi
!
Stringimi ! – che oggi lontano navighiamo
stringimi !  – che sciamo ! – con un filo di seta !
Oggi porto una pelle nuova
quella dorata, la settima !

– Mio ! – altro che ricompense
in cielo, se tra le braccia, sulla bocca
c’è la Vita: la felicità sfacciata
di dirti ciao ogni mattina
!
scusate l'amore - poesie 1915-1925

*

Tu mi copri il sole in alto nei cieli
Tutte le stelle nel cavo della tua mano !
Ah, se fossero – spalancate le porte !
Come vento in te entrerei !
E balbettare, e avvampare d’ira
E bruscamente chinare lo sguardo
E, singhiozzando, acquietarsi
Come nell’infanzia, quando perdonano.
2 luglio 1916 - verste - il lato oscuro dell’amore

Versi per Blok
Aleksandr Aleksandrovič Blok

Il tuo nome è una rondine nella mano
il tuo nome è un ghiacciolo sulla lingua.
Un solo unico movimento delle labbra.
Il tuo nome sono cinque lettere.
Una pallina afferrata al volo
un sonaglio d'argento nella bocca.
Un sasso gettato in un quieto stagno
singhiozza come il tuo nome suona.
Nel leggero schiocco degli zoccoli notturni
il tuo nome rumoroso rimbomba.
E ce lo nomina lo scatto sonoro
del grilletto contro la tempia.
Il tuo nome - ah, non si può! -
il tuo nome è un bacio sugli occhi
sul tenero freddo delle palpebre immobili.
Il tuo nome è un bacio dato alla neve.
Un sorso di fonte, gelato, turchino.
Con il tuo nome il sonno è profondo.
15 aprile 1916
da versi per blok 1922 - trad pietro a. zveteremich

- Che versi stupendi scrivete !
Voi siete un poeta scandalosamente grande  .   Oh, come vi amo, Marina !   Proprio come piace all' anima ... E poi verrà l' estate del nostro incontro  .
pasternak - paragonato ad abramo o a un monte altissimo
- Sarò paziente e attenderò l' incontro come la morte  .
Oh, non dovete temere le mie parole smisurate  .   Quanto alla vita con voi, come si fa a vivere con un'anima in un appartamento ?
marina cvetaeva

Una migrazione cosmica è iniziata stasera
carovane di alberi per la terra scura
filari di grappoli pronti alla vendemmia
cascate di stelle di casa in casa
fiumi che risalgono i corsi - all'indietro !
Tutto questo è stasera, che dormo con te.
scusate l’amore - poesie 1915-1925

 

Come pupilla, nera  

come pupilla, succhiante
la luce - ti amo, perspicace notte .
Dammi voce per cantarti, o progenitrice delle canzoni

nella cui mano è la briglia dei quattro venti .
Chiamando te, te glorificando, io sono soltanto
una conchiglia dove ancora non s’è taciuto l’oceano .
Notte  !   Ho già scrutato a sazietà nelle pupille umane .

Inceneriscimi, nero sole – notte !

 

 

 

 

 

VENTI
VENGO COL VENTO NORD-SUD
( LO SO CHE NON ESISTE
MA SE SERVE - ESÌSTE ! )
CON PANNI DA VIAGGIO
- PER-AERE-VORTICANDO
SCHEGGIA A ROTTA DI COLLO ! -
II SOGNO TRE MINUTI
DURA .  MI AFFRETTO .
CON CHI TU SIA A LETTO
- NON BADO ! - TRE MINUTI .
DA OCEANO - BEN PIù A LUNGO
VIAGGEREI - FINO A MOSCA !
TRAGITTO - DI FORTUNA
VELOCE, SAETTANTE :
DAL MIO NEL TUO SOGNO
SALTO PRECIPITANDO .

 

 

 

 

 

 

La spensieratezza è un caro peccato
caro compagno di strada e nemico mio caro !
Tu negli occhi m’hai spruzzato il riso
e la mazurca mi hai spruzzato nelle vene.
Poiché mi hai insegnato a non serbare l’anello
con chiunque la vita mi sposasse .
A cominciare alla ventura - dalla fine
e a finire - ancor prima di cominciare .
A essere come uno stelo, ad essere come l’acciaio .
Nella vita, in cui così poco possiamo
a curare la tristezza con la cioccolata
e a ridere in faccia ai passanti .

1918

INDIZI TERRESTRI
Perché tu non mi veda
in vita - di spinosa
invisibile siepe mi circondo .
Di rovi mi cingo
in brina - scendo .
Perché tu non mi senta
in notte - nella senile scienza
del riserbo mi cimento .
In mormorio - mi stringo
di sussurri mi bendo .
Perché tu troppo non fiorisca
in me - tra libri : tra boscaglie
vivo - ti affondo .
Di fantasie ti cingo
fantasma  -  ti sricordo .
25 giugno 1922 - dopo la russia

 

 

 

 Si divide la passione – a pezzi ?
Non sono macellaio né chirurgo
Sei come un cerchio, pieno e intero

postfazione

...

Trasalirai - ti scrollerai montagne
e l'anima - ascenderà .
Dello strazio lascia che io canti :
della mia montagna !
Non ora, né mai in futuro
la nera falla rabbercerò .
Dello strazio lascia che io canti
in vetta alla montagna .

1924 - poema della montagna

 

 

 

Non penso, non mi lamento, non discuto.
Non dormo .
Non aspiro
né al sole   né alla luna   né al mare  né alla nave .
Non mi accorgo di quanto fa caldo tra queste pareti
di quanto verde c’è nel giardino .
Da tempo il dono desiderato ed atteso

non aspetto .
Non mi rallegra né il mattino

né la corsa sonora del tram .
Vivo, senza vedere il giorno

dimenticando la data e il secolo .
Sulla fune, che sembra intagliata
io - sono un piccolo danzatore .
Io - ombra dell’ombra di qualcuno .

Io - sonnambulo di due oscure lune .

 


Io ci sono . Tu - ci sarai . 
Ci divide un abisso .
Io che bevo . Tu - che riardi .  
Come fare a trovarci  ?
Dieci anni, anzi no, centomila
ci separano .   I ponti Dio non li fa .
' Sii !   Ora !'    è il mio comandamento .   O almeno
va’  per la tua strada e lasciami crescere .
Io ci sono .   Tu - ci sarai .   Tra dieci inverni
tu mi dirai :   'Ora ci sono !'  
ma io :    'Era tanto tempo fa' …
Un giorno, meravigliosa creatura
io per te diventerò un ricordo
là, nella tua memoria occhi-turchina
sperduto - così lontano - lontano .
Tu dimenticherai il mio profilo col naso a gobba
e la fronte nell'apoteosi della sigaretta
e il mio eterno riso, che tutti intriga
e il centinaio - sulla mano operaia -
di anelli d'argento - la soffitta-cabina
la divina sedizione delle mie carte  ...
E come, in un anno tremendo
innalzate dalla sventura
tu piccola eri e io - giovane  .

novembre 1919 - poesie - versi per la figlia
Qualsiasi vento è vento di mare, e qualsiasi città, anche la più continentale, nelle ore di vento  -  è marittima  .   C’è odor di mare,  no,  ma : c’è aria di mare, l’odore lo aggiungiamo noi .   Anche il vento del deserto è di mare, anche quello della steppa è di mare .   Giacché al di là di ogni steppa e di ogni deserto - c’è il mare, l’oltredeserto, l’oltresteppa ... Ogni viuzza in cui tira vento è la viuzza di un porto .

IL TRENO DELLA VITA

Se non baionetta - allora zanna, mucchio di neve, raffica di vento –

verso l’immortalità ogni ora c’è un treno !

Arrivo e so una cosa soltanto: stazione,

non vale la pena di disfare i bagagli .

Verso tutti, verso tutto- con l’indifferenza degli occhi

per i quali la fine è l’immemorabilità .

Oh, come è naturale salire in terza classe

via dall’asfissia delle stanze delle signore !

Via dalle costolette riscaldate, dalle guance

raffreddate … non si può ancora più in là

anima ? Magari nello scolatoio di un lampione -

via da questa fatale falsità :

dei bigodini, dei pannolini

dei ferri roventi per i ricci

dei capelli bruciacchiati

delle cuffie, delle incerate

delle ac-que-di-co-lo-nia

delle familiari felicità

da cucito ( Kleimwenig ! … )

'E’ stata presa la caffettiera ? …'

di roba ad asciugare, cuscini, matrone, bambinaie

asfissia delle bonnes, dei bagni .

Non voglio in questo scatolone di corpi femminili

aspettare l’ora della morte !

Voglio che il treno beva e canti :

la morte è pure lei al di fuori della classe !

Via allo sbaraglio, verso lo stordimento, la fisarmonica, la fatica, l’inutilità !

'Come s’appiccicano questi anticristi ?'

così che qualche randagio : 'All’altro mondo …'

senza aspettare, dico :   'Meglio !'

Piattaforma. – e traversine. – e l’ultimo arbusto

in mano .  - lo lascio -  e’ tardi

Per tenersi su .  - traversine .  -  di quante labbra

sono stanca .  -  guardo le stelle .

Così,  attraverso l’arcobaleno di tutti i pianeti

scomparsi - qualcuno li ha contati ? -

guardo e vedo una cosa sola: la fine .

Non vale la pena di pentirsi.

trad  p.a.zveteremich - 6.10.1923

.

nervi
Nel novembre del 1902 arrivò a Nervi una bambina russa di dieci anni. Si chiamava Marina Cvetaeva ed era destinata a diventare una delle voci più alte della poesia russa del Novecento .     Marina giunse a Nervi con il padre, Ivan Vladimirovič Cvetaev, fondatore del Museo di Belle Arti Alessandro III di Mosca (oggi il Museo A.S. Puškin), la madre, Marija Aleksandrovna Mejn, eccellente pianista ammalata di tubercolosi, la sorellastra Valerija e la sorella minore Anastasija ... Per Marina, Nervi rappresentò la scoperta del mare, della luce del Sud, di una libertà di cui non aveva mai goduto a Mosca, i primi contatti con gli esuli antizaristi.
nervi amato paese - anastaija cvetaeva
visitgenoa.it

La verità dei poeti
è la più invincibile, la più inafferrabile,   la più indimostrabile e insieme convincente,    una verità che vive in noi solo nell’istantaneo   -e pesto-  buio della percezione   
( che cosa è stato ? )   e che resta in noi come traccia di una luce o di una perdita  ( ma è veramente stato ? ) .     Una verità irresponsabile e priva di conseguenze, una verità che - Dio ce ne scampi ! - non bisogna neanche cercare di inseguire, giacché anche per i poeti essa è senza ritorno.
La verità del poeta è un sentiero    su cui le tracce vengono subito nascoste dall’erba, non lascerebbe tracce e conseguenze neanche per lui se potesse camminare dietro a se stesso .   Egli non sa cosa dirà e spesso non sa neanche che cosa dice .    Non sa finché non lo dice, e subito dopo averlo detto l’ha già dimenticato .     Non è una tra le innumerevoli verità, ma uno degli innumerevoli aspetti della verità, che si annullano a vicenda appena vengono confrontati .      Gli aspetti ogni volta diversi e irripetibili della verità .      Semplicemente una puntura al cuore.   Trafittura dell’eterno .
1932 - l'arte alla luce della coscieza - repubblica.it - poetare.it - cunctatores.it

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Amo come a pezzi: voci, mani, parole, sorrisi, gesti

per ogni cosa separatamente darei l’anima

ma alla voce si sostituisce un’altra voce

alle mani altre mani, ai sorrisi altri sorrisi

e come risultato : solitudine, incenerimento, vuoto
taccuini 1919-1921

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Amatemi grande, amatemi bello, amatemi diverso !
... ho sempre voluto e addirittura preteso che mi si ami come sono

- per ciò che sono - perché sono .
Non per ciò che, secondo voi, potrei, dovrei, avrei dovuto essere .

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Ogni poeta -  avesse pure un miliardo di lettori - scrive per uno solo.
così come ogni donna - avesse pure mille amanti - ama uno solo.
taccuini

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Io sono sedotta dall'essenza - la forma arriverà da sola

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E per tutta la vita, di seguito, ho inondato di amore sempre le persone sbagliate
lettere 1925-41

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l’anima non e mai amata come il corpo, al massimo lodata .
Il corpo, lo si ama con mille anime. Chi mai s’è dannato per un‘anima ?
E se anche qualcuno lo volesse, sarebbe impossibile:
amare un‘anima fino alla dannazione significa essere angeli .
da lettera del 2 agosto 1926 a r.m.rilke

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Trovate parole che mi incantino -  credo solo all'incantesimo

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la poesia è qualcosa, o qualcuno, che dentro di noi vuole disperatamente essere

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IO - CHE APPARTENGO SOLO ALLA FUGA - SARO' INFINE MIA

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Non ho mai smesso di amare per prima

Sempre - fino all'ultima possibilità, fino all'ultimissima goccia

- come quando si beve da bambini

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Una metà della finestra s'è spalancata
Una metà dell'anima s'è mostrata
Su, apriamo anche l'altra metà
anche l'altra metà della finestra  !

 

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la vita è una stazione

presto me ne andrò

dove non lo so dire

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marina ivanovna cvetaeva  -  pronuncia zvietàeva

Марина Цветаева

Марина Ивановна Цветаева

Цветаева Марина Ивановна

mosca  8 ottobre  1892 > 26 settembre PER CALENDARIO GIULIANO - elabuga  31 agosto 1941

figlia di un filologo e di una musicista, precocissima scrittrice.  emigrò nel 1922 all'estero per raggiungere sergej efron suo marito agente dei bolscevichi. 

soffrì la sua posizione politica e quando rientrò in russia marito e figlia furono vittime di stalin.   all'epoca del conflitto mondiale rifugiò nella repubblica tartara dove si suicidò impiccandosi ad una trave dell'isba - 1941

I SUOI TESTI SONO tuttora RAPPRESENTATI IN MOLTISSIMI TEATRI NEL MONDO.

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