Per tutti i Rom, Sinti e Jenische,
per tutte le ebree e gli ebrei,
per gli uccisi di ieri e per quelli di domani
. Non c'era mare ai nostri piedI
anzi gli siamo
sfuggiti a malapena
quando le disgrazie
si dice
non vengono mai sole
il cielo d'acciaio ci incatenò il cuore Abbiamo pianto invano le nostre madri davanti ai patiboli
e ricoperto i bambini morti con fiori di mandorlo
per scaldarli nel sonno
il lungo sonno
Nelle notti nere ci disseminano
per poi strappare noi posteri alla terra
nelle prime ore del mattino
Ancora nel sonno ti cerco
erba selvatica e menta
chiuditi occhio ti dico
e che tu non debba mai vedere i loro volti
quando le mani diventano pietra
Per questo l'erba selvatica la menta
Ti stanno leggere sulla fronte
quando arrivano i mietitori
con i piedi del
chissàquando per strade del chissàquando fiocchi di neve sulla balaustra del silenzio rilassato sentiero del sogno la salita alla luna fiancheggia una risata dell’eterno luce corrotta e piange lacrime icaro lacrime mio fratello di latte che abiti come me tra i rami sottili del tempo la mia parola si deforma e diventa mano della luna nastro il tuo orecchio dell’anima un canto vasto come la notte
Vergogna testimonia la tua bocca serrata
quella unica, indenne .
Che precipita giù con te .
Nessuna parola ti toglie .
Nessuna parola divide
perché ogni parte possa essere portata per sé e sia
di qualche secondo più leggera. - Madre, vedi, tua figlia sfiancata
dall'odio, quello a mezzo volto
in una notte che continua a trasformarsi
piena di uno spavento di numeri, innumerabile -
Notte riempie la mia bocca
notte privata di parole
secoli di difficoltà
il piatto della bilancia di Dio fattosi pietra - pietra, che attraverso la cruna dell'ago
porta alla follia -
La Fuga di Morte di Celan ancora nella terra di nessuno
ancora la fiamma divampa, nutrita
dall' ultimo respiro dei nostri
antenati, da tempo ha preso di mira quelli
come me e come te. Nuoti con la vergogna su verso i mari delle lacrime ?
Nuoti o muori, quando la tua mano
- troppo tardi e controcorrente come tutta la storia -
dovrebbe chiudersi a pugno? Vergogna . Quest' ultima parola rimasta si mescola per
sempre alla carne disabitata
trafitta da lame sorde .
Rom in Europa
Lom in Armenia
Dom in Medio Oriente.
ROM
Esistono varie teorie per definire il
significato della parola „zingaro” che secondo le fonti più diffuse deriva dal
termine bizantino „atsiganoi” e ha il
significato di “intoccabili”.
Probabilmente agli zingari venne attribuito questo nome per indicare
il loro stato di non appartenenti a nessuna casta. Appellativi come „Gitanos”
in spagnolo e „Gypsies” in inglese indicano una presupposta provenienza dall’ Egitto. In
realtà, gli zingari sono riconducibili all’ India,
precisamente al nord di questo paese.
La loro lingua, il ròmani,
contiene infatti numerosi riferimenti alla lingua indiana e ne
rappresenta la prova più costante. Altri influssi linguistici
derivano dal persiano
e dall’ armeno
in quanto i primi spostamenti avvennero attraversando queste
regioni.
Zigani Gitanos
Gypsies Cigány
... la cui denominazione corretta è Rom
o meglio Rhom per la
maggior parte dei gruppi oppure Sinti per altre comunità... Il significato del
termine "rom" è "uomo"
e c'è soltanto un'altra lingua in cui questa parola aveva lo stesso
significato: l'antico egizio.
kon =
chi? / so = cosa /
sawo = quale/I? / kítschi = quanto?
/ kána = quando?
vurdon.it/eftawagari_02.htm
MASCHILE
FEMMINILE
PLURALE M/F
MIO/-A/-EI/-E
mur
mri
mre
TUO/-A/-EI/-E
tur
tri
tre
SUO/-A/-OI/-E (di lui)
léskro
léskri
léskre
SUO/-A/-OI/-E (di lei)
lákro
lákri
lákre
NOSTRO/-A/-I/-E
améngro
améngri
améngre
VOSTRO/-A/-I/-E
tuméngro
tuméngri
tuméngre
LORO
léngro
léngri
léngre
UN POPOLO SCONOSCIUTO - GLI ZINGARI
in europa si
spostano circa 7.000.000/8.500.000 rom -
marco cagol
si conosce poco
della loro storia e della loro cultura ..
Sinti e Rom da lungo tempo vivono da noi nel Sudtirolo ..
gfbv.it
storia e cultura del popolo rom
antonello mangano
Rom in Europa,
Lom in Armenia,
Dom in Medio Oriente.
E' il nome con cui i popoli Zingari designano se stessi.
L'origine della parola è
indiana: il significato è quello di "uomo" in particolare "uomo
libero".
terrelibere.it
.
non mi
interessa far parte di una razza
siamo prima di
tutto esseri umani
FRANCAIS
Quand il n'y a pas de lieu,
le mot se nourrit de la montagne immuable.
Phrase après phrase, désespérément,
ma Babylone.
Seule se tait la blessure par le dard.
Je demande
s'il y a
d'autres lieux, mon ami, et s'il
viendra un autre printemps
les arbres clairs,
les heures intactes,
le rosier replié
sur son éveil
A l'ultime tempête de neige, mon ami,
va me cueillir une branche de gui, et
sème sur mon front une dernière pincée d'hiver.
Puis, mon ami, apporte
à la montagne entamée
mon sang vagabond.
Qu'elle veuille bien
me pardonner
avant que l'aurore ne vienne.
mariella mehr
.
DEUTSCH
Nach neuen Orten
frag ich, Freund, und ob ein
andrer Frühling käme
die Bäume hell
die Stunden unverbraucht
der Rosenstrauch vertieft
in sein Erwachen
...
rom
Pala e thana neve,
pucav me, amala, avela vadže
jek nevo nilaj
E kaSta dudvale
e sahata biastarde
e ruže ispiden pe
an piro džungadipe
Mariella Mehr
- zurigo 27 dicembre 1947 - 5 settembre
2022
Autrice di numerosi ROMANZI, quattro raccolte di poesia e diverse
opere
teatrali, Mariella Mehr è
nata a Zurigo nel 1947, da madre
zingara di ceppo Jenische e vive da molti anni in Toscana.
Vittima dell’opera Kinder der Landstrasse (Bambini di strada), la
Mehr è
stata tolta alla madre nella primissima infanzia, lasciata in
custodia a
famiglie affidatarie, orfanotrofi, istituti psichiatrici, ha subito
violenze,
elettroshock, e a 18 anni, come era accaduto a sua madre, le hanno
tolto
il figlio. La Mehr ha fatto della denuncia della persecuzione del
suo
popolo in Svizzera (un fenomeno di cui si sapeva pochissimo fino
alla
fine degli anni Ottanta) il centro della propria scrittura.
Dapprima in un libro, Kinder der
Landstrasse, che raccoglie tra l’altro la documentazione che la
riguarda (atti giudiziari, perizie psichiatriche, ecc.), poi nella
trilogia della violenza che comprende Daskind (sicuramente il più
forte, il più duro e anche nella scrittura il più acuto dei tre,
ricorda per potenza espressiva Il grande quaderno di Agota Kristof),
Brandzauber (tradotto in italiano con il titolo Il Marchio da Tufani)
e Angeklagt (Sotto accusa, in uscita presso le edizioni Effigie).
È da questa esperienza di sradicamento, segregazione e
colpevolizzazione che nascono tutte le opere della Mehr.
festivaletteratura.it
.
MM appartenente agli jenisch terza comunità in ordine di importanza
numerica tra i gruppi nomadi in Europa - è nota per l'impegno a
difesa delle minoranze e degli emarginati.
Mariella Mehr
come altri 600 bambini, è stata così sottratta con forza alla
propria famiglia. Richiusa prima in istituti per l´infanzia, poi in
ospedali psichiatrici e in prigione e, infine, affidata a una
famiglia svizzera. Le è stato proibito di rivedere sua madre. Ha
subito violenze, elettroshock. A 18 anni le è stato tolto il proprio
figlio.
Il metodo della fondazione Pro-Juventute era quindi quello di
combattere il nomadismo sottraendo sistematicamente i figli jenisch
ai propri genitori, cancellando ogni traccia della loro identità e
origine.
Ma, assieme ad altre madri jenisch e con l´aiuto di alcuni
giornalisti svizzeri, Mariella Mehr ha
denunciato le attività illegali della Pro-Juventute facendo
così scoppiare uno scandalo che ha portato, nel 1973, alla
sospensione del programma. Tuttavia, la Confederazione svizzera
ammetterà le proprie responsabilità politiche e morali solamente nel
1987.
amisnet.org
come tanti altri figli del "popolo
errante" Jenisch, popolo vittima della persecuzione nazista che si è
poi prolungata attraverso la persecuzione del suo popolo in Svizzera
- il famigerato programma "Kinder der Landstrasse", del quale poco o
niente si sapeva fino a una ventina di anni fa - fu tolta alla madre
nella primissima infanzia, passata per famiglie affidatarie,
orfanotrofi e istituti psichiatrici, è stata soggetta a violenze di
ogni genere, compreso l'elettroshock, e, come già successo a sua
madre, a diciotto anni l'hanno sterilizzata e le hanno tolto il
figlio.
piacenza24.eu
Mariella Mehr
è nata a
Zurigo il 27 dicembre 1947 da una famiglia rom alla quale è stata strappata per
essere allevata in vari collegi svizzeri.
Nel 1996 si è
stabilita in Toscana dove tuttora vive a Lucignano Arezzo in val di
Chiana con il compagno Ulli Ellemberger.
La sua letteratura è considerata una lotta permanente contro la
discriminazione, il razzismo e l’intolleranza. Per raggiungere
questo scopo utilizza uno stile particolare, violento, estremo che
colpisce le coscienze e non ci lascia indifferenti. tufani.it - it.wikipedia.org
.
Mariella Mehr
è stata una delle
oltre seicento piccole vittime strappate alle famiglie
dall’associazione 'Pro Juventute' che nella Svizzera del dopoguerra
portava via agli zingari i loro figli e li rinchiudeva in istituti
per “rieducarli” dicendo ai bambini che i loro genitori erano
morti.
I piccoli zingari venivano affidati a contadini, e molte ragazze
venivano sterilizzate. Solo verso la fine degli anni Sessanta i rom
e gli zingari crearono in Svizzera un’associazione e iniziarono una
lotta giuridica e politica che portò alla chiusura della “Pro Juventute” e solo nel 1986 il presidente della Confederazione
Elvetica ha chiesto pubblicamente scusa ai rom. Alla sua storia, e
al percorso psicoterapeutico che le ha permesso di uscire dalla
follia in cui era precipitata, Mariella Mehr ha dedicato il libro
Labambina ... in cui ricostruisce
una storia fatta di violenze: la piccola viene rinchiusa al buio e
picchiata per la sua paura, subisce le “viscide attenzioni” del
padre affidatario, la violenza carnale di un medico, elettroshock e
terapie chimiche, mentre viene indicata come un caso disperato ed
emblematico di una razza geneticamente tarata ... david fiesoli - espresso.repubblica.it
.
Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - film :
Dove Cadono Le Ombre - ispirato alla trilogia della violenza di
mariella mehr - 2017
Ho conosciuto questa storia attraverso la scrittrice e poetessa di
origini Jenish, Mariella Mehr. La sua è la
testimonianza vivente di un’infanzia stroncata dal pregiudizio. Dai
suoi racconti da vittima di quell’assurdo programma di eugenetica
realizzato dal Governo svizzero, ho tratto l’idea di tradurre in un
film e non in documentario questa storia, con la speranza che un
film di finzione potesse arrivare ad un pubblico maggiore e quindi
far conoscere questa vicenda a più persone.
- valentina pedicini tiziana protopapa - leccenews24.it - 2017
Notizie dall'esilio-Nachrichten aus dem Exil-Nevipe andar o exilo
2001
Il marchio
1995
Steinzeit. Silvio, Silvia, Silvana
it.wikipedia.org
unilibro.it
aiepeditore.net
.
So di avere un'identità contraddittoria . Cresciuta così
cattolica tanto da vedermi morire dissanguata sulla croce .
Allo stesso tempo desidero ardentemente il tempo, l'amicizia e la
libertà incessante .
-mm
.
Eugenetica in democrazia Emmanuel Betta e Mariella Mehr -
riguardante l'Ente assistenziale per i bambini di strada. A chiudere il libro è la lectio
intitolata Uomini e topi, che Mariella Mehr, scrittrice e vittima
dell'Operazione bambini di Strada, pronunciò all’Università di
Basilea il 26 novembre del 1998. lorenzo morandotti - corrieredicomo.it -
2020
.
ognuno incatenato alla sua ora
Mariella Mehr - coniugando Celan, Nelly Sachs e
Artaud in una prospettiva di riscatto - Notizie dall'esilio -
di laica redenzione - La costellazione del lupo - o di lucido
delirio - San Colombano e attesa - rimane strettamente legata,
soprattutto nella produzione più recente, al cortocircuito verbale,
alla 'Wortbildung' - la parola tedesca composta che diventa
trampolino di lancio per l'invenzione - cui segue la
concatenazione sghemba dei versi, sempre inaspettata, provocatoria,
materica e mai astratta o fine a sé stessa. Mariella Mehr arreda il
suo universo linguistico come fosse un parco selvatico. Cosi la sua
ricerca poetica approda a volte a una magia crudele - 'Uno
sguardo modesto / pieno di magia rumorosa, più terribile di
qualunque ira' - altre volte a un meticoloso esercizio
speleologico tra le 'caverne dove, / vivono gli uomini di ghiaccio',
altre a un'esplosione che tutto scuote nei 'crepacci del tempo',
altre ancora in formule alchemiche rivolte alla carne e alle sue
pause di gelo - 'nell'amore / togliamoci / esausti il gelo /
dai capelli' - il tutto avvolto e travolto da una notte che
inghiotte, restituisce e sottrae: s'insinua ovunque.
dalla prefazione di anna ruchat - einaudi.it -
amazon.it - 2014
Come se l’amore fosse
di un blu cupo e sconcertante
lavato da tutti i temporali
. Nell’amore togliamoci
esausti il gelo
dai capelli
Spesso canta il lupo nel mio sangue
e allora l'anima mia si apre
in una lingua straniera. Luce, dico allora, luce di lupo
dico, e che non venga nessuno
a tagliarmi i capelli
Oft singt mir der Wolf im Blut
dann wird mir warm
in einer fremden Sprache.
Licht, sag ich dann, Wolfslicht,
sag ich, und das mir keiner komme,
das Haar zu schneiden
.
san colombano
e attesa - San Colombano und Wartezeit
Quanto dolore può sopportare un essere umano? C’è una dose per
ciascuno? Una quantità per la vita? Oltre quale soglia la persona si
spezza? E come mai qualcuno si spezza producendo grande letteratura?
Mariella Mehr, nata nel 1947, ha subìto nei primi anni di vita una
vasta gamma di soprusi che l’hanno ferita per sempre nel corpo e
nella psiche. La persecuzione degli zingari, gli jenische, in
Svizzera, che spinge avanti l’ombra della shoah fin quasi all’inizio
degli anni Ottanta, la investe in pieno: sua madre, lei, suo figlio,
ne saranno vittime. Mariella si “salva” grazie all’attività politica
e giornalistica e più tardi a quella letteraria. E tuttavia la
“salvezza” non è guarigione, le ferite interne vengono continuamente
stuzzicate, quelle “esterne” pesano sulla vita di ogni giorno.
Nel gennaio e nell’ottobre del 2007 Mariella
Mehr si trovava a San Colombano, in una clinica a una quarantina di
minuti da Pavia per un tentativo di disintossicazione dall’alcol.
Dei due soggiorni a San Colombano e del tempo di attesa tra l’uno e
l’altro sono rimaste queste poesie. Duri promemoria di sofferenza.
Lucide annotazioni strappate all’inaccettabile.
ibs.it - hoepli.it - 2011 .
Wir sehen getrennt zur Welt
jeder an seine Stunde gekettet
unsere Hände berühren ein Gestern
zum wievielten Mal und ohne Folge?
Nebel verhüllt das entuferte Dort
Nebel legt sich auf meine Schulter
wird schwerer schwerer, wird zu Gestein.
Nur ein einziges erlauschtes Wort
möcht ich heraushaun und halten
es bliebe eine klaffende Wunde zurück
mir zum Trost ein Weg in den Morgen.
Reichte Hoffnung? Dann hofft mit mir
alle ihr Untergehenden.
Hoffe du auch
mein Herz
ein letztes Mal.
Stiamo separati di fronte al mondo
Ognuno incatenato alla sua ora
Le nostre mani toccano un ieri
Quante volte e senza conseguenze ?
Nebbia avvolge quel laggiù senza sponde
Nebbia si appoggia sulla mia spalla
Diventa pesante più pesante diventa pietra.
C’è una sola parola captata origliando
Che voglio cavare fuori e conservare
Perché resti indietro una ferita aperta
A mia consolazione una via nel domani
Bastava la speranza ? Allora sperate con me
tutti voi soccombenti.
Spera anche tu
mio cuore
un’ultima volta.
2005
Lascito per la costellazione del Natale
Un gioco dei quattro cantoni
perfettamente atroce
o una camicia di forza
particolarmente degenere
se si preferisce.
Un pezzo di presenza che ciondola
all’interno il cui
sostegno è la scure pronta
per il bambino dolce
E cerca di evitare il collo di Giano
gli scrittori e gli intrappolatori
Sette cittadini - e altri ancora
dicono di averlo sempre saputo
Eccoli i re magi
Borsa
Guerra
E marcescenza dell’anima
Troppo
in alto sventoli la bandiera
sopra questa mezz’ora di mezza vita
Niente si spezza così
soltanto le stelle piangono sale
e i confini del linguaggio rimangono
inattivi
non stimolati
questo andrebbe ancora fatto
Un incubo tocca il giorno
al quale andavo incontro
sognando la speranza
Ride male la donna degli incubi.
E io sono ancora selvaggina
di un’ipocrisia qualunque
E di una qualunque rabbia.
Dove mi spinga la tua rabbia
rosa canina non ha
importanza.
Un deserto di pietre lo so,
che nessuno ha baciato da tempi
antichissimi
senza il garrito degli uccelli
variopinti sulla schiena.
Ingiurie nel regno
dei canti neri
assediato dall’imperdibile
silenzio di lotta.
Giornate dal volto sbieco
di notte piange una brocca di vino
con le stelle
perché la felicità è arrivata
e, transitando un passo
ha mentito alla vista
della tua mano di ardesia.
Ora piange anche lei.
C’è una
parola
che confina con me da tempo
dirlo sarebbe piangere.
Insabbiata misera
sono diventata
un altro paese
cui non sono rimaste lacrime
il lutto muto
pallido inservibile per
le notti nere.
Troppo rapidamente
sparita nel trambusto
troppo debolmente misurata
per poter vivere
troppo pavida per superare delle
prove.
Ora anche la bontà smarrita
spero vanamente nel paese
chissà i tempi cambiano
come gli esseri umani
può essere che un giorno
il mare mi trasformi
e viventi la mia ultima patria. 2007
Le poesie di
Mariella Mehr sono un visionario, a
volte allucinato grido di dolore sul
confine della follia, un appello
all’ascolto che non cerca
consolazione nel linguaggio, ma usa
la lama del paradosso per far
emergere nei paesaggi, nei corpi,
nel firmamento, i bagliori di un
senso perduto, aprendo uno spiraglio
sulla spietata ipoteca del
quotidiano. Nel solco di Nelly Sachs
e di Paul Celan, Mariella Mehr
osserva sulla carta geografica del
testo le cicatrici proprie e del suo
popolo errante.
Ma lo spazio che vuole delimitare,
lo scarto tra il linguaggio e un
altrove che non la accoglie, via via
e sempre più in questi ultimi testi,
si chiude.
Straniera ovunque, Mariella pedina
le ombre e non si stanca di
affondare il coltello nella memoria
di una persecuzione che, se non è
stata come quella dei nazisti
sterminio, ha però ottenuto la
segregazione di intere generazioni,
dei viandanti senza viaggio, dei
genitori senza figli, dei figli
senza radici. anna
ruchat
- disp.let.uniroma1.it/kuma/poesia/kuma15mehr.pdf
ACCUSATA
Accusata di omicidio e di atti incendiari, in un monologo incalzante
con la psicologa del tribunale, Kari
Seb lotta per affermare la
propria capacità di intendere e di volere, per il suo passato, per
la sua vita. Nel suo infiammato discorso, che la vede sdoppiata tra
sé e Malik - l'altro sé, quello che agisce - Kari Seb sviluppa via
via le fantasie di un serial killer: senza attenersi mai alle
categorie della giustizia e della colpa, da sfogo al suo linguaggio
feroce.
zam.it
Accusata di omicidio e di atti incendiari, Kari Selb lotta con la
psicologa del tribunale per affermare, in un monologo incalzante, la
propria capacità di intendere e di volere, per il suo passato, per
la sua vita. Nell'infiammato discorso, che la vede sdoppiata tra sé
e Malik - l'altro sé, quello che agisce - Kari Selb sviluppa via via
le fantasie di un serial killer. Senza mai attenersi alle categorie
della giustizia e della colpa, Kari-Malik allestisce il crimine sul
palcoscenico della sua mente mutilata ed erosa, trovando così una
conferma di sé, dal momento che ogni altra identità è negata. IL ROMANZo illumina con crudezza la psiche di una donna che, come
direbbe Artaud "sente il proprio pensiero spostarsi dentro di sé" e
descrive la violenta e protratta vicinanza dei corpi in un flusso
narrativo incalzante, allucinato ma realista. Con "Accusata"
Mariella Mehr, scrittrice svizzera di origini zingare,
conclude nel
2002 la trilogia della violenza che comprende "Il Marchio" e "Labambina".
unilibro.it
Il fumo avvolgeva le case, saliva su e spariva. A intervalli sempre
più brevi le avvolgeva, saliva su e spariva. Il fuoco dovevano
averlo spento in fretta. Forse avevano già lasciato il luogo
dell’incendio. Probabilmente un esperto stava rimuovendo le macerie.
Cercava degli indizi. Incendio doloso.
il marchio La vicenda ci viene rivelata per illuminazioni successive che un
poco alla
volta fanno intuire l'accaduto o più esattamente quella che la
narratrice
ritiene essere la verità di una storia in cui realtà e
immaginazione, o
incubo, si fondono, evocate con linguaggio crudo e forte.
mariellamehr.com Il marchio
I personaggi si intrecciano in un gioco di stili sempre diversi,
incisivi,
violenti. Dalle suore vagamente descritte, novelle carcerarie delle
anime
pure a personaggi grotteschi come Lodemann, risultato di un
accoppiamento programmato fra un ufficiale delle SS e una donna
tedesca accuratamente selezionata
per dar vita al super uomo ...
Il passato e il presente si mescolano, non c’è speranza di
dimenticare, la follia è in agguato, la follia gioca con le menti,
le contorce, le distrugge, le trasforma in piante carnivore pronte a
digerire le proprie vittime.
In un crescendo di colpi di scena Mariella Mehr mette in atto, con
poetica crudeltà, una storia disperata ed estrema in cui amore e
morte divengono una sola cosa. La precarietà della psiche è al
centro delle relazioni umane, il passato è destinato a tornare e ad
influire, con i suoi ricordi, sulla vita futura. Le protagoniste
sono succubi di loro stesse e di quel male che gli uomini non
riescono ancora a comprendere.
tufani.it
labambina
Zingara e svizzera Mariella Mehr, che ha subito in
prima
persona le persecuzioni perpetrate contro il suo popolo, nel ROMANZo Labambina ribalta di continuo il rapporto tra vittime e carnefici.
festivaletteratura.it
Mariella Mehr è nata
Zurigo da madre zingara di ceppo jenische. Come molti altri figli
del popolo nomade nati in quegli anni in Svizzera e in Svezia, la
Mehr fu vittima dell'iniziativa di sedentarizzazione forzata del
popolo zingaro organizzata dall'"Opera di soccorso per i bambini di
strada". E da questa esperienza di sradicamento, segregazione e
colpevolizzazione che nascono tutte le sue opere e in particolare i
ROMANZI della "trilogia della violenza" di cui "Labambina" fa parte.
unilibro.it
labambina
Mariella Mehr è nata Zurigo da madre zingara di ceppo jenische. Come
molti altri figli del popolo nomade nati in quegli anni in Svizzera
e in
Svezia, la Mehr fu vittima, dell'iniziativa di sedentarizzazione
forzata del
popolo zingaro organizzata dall'"Opera di soccorso per i bambini di
strada". E da questa esperienza di sradicamento, segregazione e
colpevolizzazione che nascono tutte le sue opere e in particolare i
ROMANZI della "trilogia della violenza" di cui "Labambina" fa parte.
libreriauniversitaria.it
salegamine
- lamioche
N'a pas de nom, Lamioche. On
l'appelle Lamioche. Ou Ptitgamin, bien que ce soit une fille. Quand
Les femmes du village en ont envie, on l'appelle Ptitgamin ou
Mistonnet, avec tendresse. Et Ptitepunaise quand Lamioche a des
exigences, ou SaLegamine, Ptitegarce, Ptitpoison. N'a pas de nom,
Lamioche. N'a pas le droit de s'appeler, car dès lors, aucune des
femmes du village qui en aurait envie ne pourrait appeler Lamioche,
Ptitgamin ou Ptitpoison, avec tendresse ou avidité. Ou Salegamine,
Garcedevreni, Rosasalope. Bien sûr, on pourrait le dire, mais ca
demande trop d'efforts, c'est trop compliqué de se souvenir du nom
d'un enfant. Donc : Lamioche...
culturactif.ch
LABAMBINA
....Che, per
esempio, di notte la porta della camera della bambina rimanga
aperta, perché Labambina non si senta sola. Che vi sia luce in
corridoio finché Labambina si addormenta. Che le si faccia passare
la paura della notte e del Sempreverde nella camera verde. Che
nessun palo d'argento cresca nel suo cuore di bambina e nessuno si
insinui in quegli spazi che non conoscono verde, ma solo un sonno di
bambina.
Che
Fritz il gatto non possa più sdraiarsi sul petto della bambina
quando lei dorme e si spaventa a morte se non riesce più a
respirare e Fritz il gatto di casa come una mano empia pesante
riposa sul petto della bambina.
Che
irrompa, finalmente, il riscatto in questo mondo buio, pensa
Labambina, perché siano espiate tutte le colpe, le sue e quelle
degli altri. Labambina pretende di sapere che è colpevole, un'intera
vita d'argento. Perché, altrimenti, morirebbe quell'altro, il corpo
d'argento sul legno scuro, la sua continua morte d'argento?...
ilprimoamore.com
spettacolo-concerto
- teatro filo di cremona - tratto da notizie dall'esilio
e la bambina
- 2016
notizie dall'esilio- premio
internazionale - camaiore 2007
In questa raccolta risuona un visionario, a volte allucinato grido
di dolore sul confine della follia. Un appello all'ascolto che
non cerca consolazione nel linguaggio, ma usa
la lama del
paradosso per far emergere nei paesaggi, nei corpi, nel
firmamento, i bagliori di un senso perduto, aprendo uno
spiraglio sulla spietata ipoteca del quotidiano. ...
Nella poesia delle Notizie dall’esilio la luce è
una forza che contrasta la visione interiore, una furia che acceca
l’occhio rivolto all’eternità tracciando una «pista» che incide
sotto la pelle e scuce fino al midollo il buio salvifico
dell’esiliata.
libreriauniversitaria.it
- unilibro.it
Those who are
writing seriously
are always in
search of their own identity
They sometimes
reach their own limits and abysses
and more rarely
those of THE human being
I think that I
have reached these limits
in some of my books
This might be the
reason why my writing
is not for everybody
Big selling records are made
with light infotainment ... romanwriters.com
intervista
Mariella Mehr
- zurigo 27 dicembre 1947 - 5 settembre
2022
dalla Svizzera storie sconosciute di persecuzione
La sua storia è quella, per lo più sconosciuta, della persecuzione
degli
zingari in Svizzera, e in Europa, a cavallo della seconda guerra
mondiale,
ma proseguita nel silenzio generale, ben oltre la fine della guerra.
La sua
lingua davvero ricca e creativa non si può neppure racchiudere nella
definizione di “scrittrice rom”. E’ scrittrice e basta.
ma come è diventata padrona della lingua tedesca, con questa
complessità e creatività della struttura narrativa e del lessico?
... prima che per leggere, per
sentire … questo odore dei libri. E poi ho cominciato a leggere.....
e leggendo si impara una lingua si trovano le parole.
Un
essere umano che non legge non può scrivere.
secondo lei che cosa ingnoriamo totalmente sui rom? Il fatto che hanno portato una grande parte della cultura indiana in
Europa. La musica dei rom ad esempio viene dall’India. E’ cambiata
in
questi anni, ma è sempre musica dell’India. Anche la pittura dei rom
è
una cosa molto speciale, e poi la cultura della famiglia, della
tribù che è
sempre insieme. La vita “normale” in Italia è meglio che in
Svizzera. Ma
nella vita dei non-rom non c’è questo sentimento familiare, questo
aiuto
quando uno è malato, quando ha problemi con lo Stato, io credo che
la
cultura della famiglia è un grande regalo che i rom hanno portato
dall’India.
lei viene da una cultura nomade ed e stata costretta dalle
circostanze a
stare ferma, che esperienza è stata?
La vita nomade dei rom non fa parte della loro cultura questo era
stato
per forza, perchè nessuno li voleva, allora sono andati da un Paese
all’altro.
Allora perchè non essere a un punto dove si sente bene
solo i
non rom pensano che il nomadismo faccia parte della cultura dei rom
ma
non è vero. La cultura dei rom prevede la famiglia pensare agire il
nomadismo non ha niente a che fare con quello il nomadismo e’
forzato perche’ nessuno li voleva. rainews24
http://poesia.blog.rainews.it/la-via-del-domani
- zurigo
27 dicembre 1947 - 5 settembre 2022 - MARIELLA MEHR was born in Switzerland and is of Roma
background.
Characteristic of many minority and especially women
minority writers, she began her literary career late.
At age 28 she
became
a journalist and then gradually began writing and publishing
literary works
of her own. Today she is the author of many volumes of poetry, plays,
and
novels.
Mariella Mehr is a writer of great intensity and a uniquely stark,
unsentimental but highly poetic language. Many of her works have
children as protagonists, children caught in loveless, oppressive,
and
abusive circumstances, who see no other way than to resort to
criminal
acts as a way of survival. As a writer, she will bring
new
perspectives to our notions of how minority writers transform very
painful
personal experiences into compelling literary works of universal
meaning.
oberlin.edu
1981 cantone Zurigo Premio Letterario per
Steinzeit
1981 cantone Berna Premio per Steinzeit
1983 città Berna Premio letterario per Diesen Traum....
1987 città Berna Premio letterario per Kinder der Landstrasse
1988 Premio Ida-Somazzi
1992 Premio Grigioni
1995 premio città Zurigo
1996 Premio Fondazione Svizzera Schiller per Daskind
1996 Medaglia d'onore Comune di Tomils
1998 Basilea Laurea honoris causa Facoltà Storia e Filosofia
Università Basilea
2002 Premio librario Cantone Berna per Angeklagt
2007 Camaiore XX edizione Premio Internazionale. Letterario per
Notizie dall'esilio
2012 Losanna Premio ProLitteris alla carriera
2016 COIRA PREMIO LETTERARIO GRIGIONE
2016 Bündner Literaturpreis 2018 Premio Anna Göldi - diritti
umani
Processo per cui una popolazione o un gruppo etnico di vita nomade
si stabilisce definitivamente in un luogo divenendo sedentario .
La scrittrice e poetessa Mariella Mehr
svizzera di nascita ma Rom Jenische di origine -
terza comunità in ordine di importanza
numerica tra i gruppi nomadi in Europa - è nota per l'impegno a
difesa delle minoranze e degli emarginati. fu vittima nel suo
paese delle politiche di sedentarizzazione forzata .
Insieme ad altri
600 bambini fu sottratta alla madre e consegnata a una famiglia
adottiva. Il governo elvetico intendeva, attraverso quella
procedura annientare il nomadismo e le tradizioni Rom.
Mariella ritrovò l'orgoglio della propria razza e lo cantò nella sua
poesia
Spesso canta il lupo nel mio sangue -
e allora l’anima mia si apre - in una lingua straniera.
patrizia garofalo
- tellusfolio.it
Niente nessun luogo. C’è ancora rumore di sventura nella testa e sulla mappa del cielo io non sono presente . Mai è stata primavera sussurrano le voci di cenere sulla bilancia del linguaggio sono una parola senza peso e trafiggo il tempo con occhi armati . Futuro ? Non assolve me, nata sghemba. Vieni, dice la morte è un ciglio sulla palpebra della luce . notizie
dall’esilio - effigie 2006 ognuno incatenato alla
sua ora - 2014 https://youtu.be/k5ig98UJ6rk
- poetitaly 2015
Ancora ti prospera
il fogliame intorno al
cuore e una fresca presa di sale impregna il tuo sguardo . Di me nessuno vuol sapere di chi io sia la spezia e di quale amore la durata . Spesso canta il lupo nel mio sangue e allora l’anima mia si apre in una lingua straniera. Luce, dico allora, luce di lupo dico, e che non venga nessuno a tagliarmi i capelli . Mi annido in briciole straniere e sono a me parola sufficiente . Effimero, mi dico perché presto cesserà ogni
annidare e scorre via il resto di ogni ora . ognuno incatenato alla sua ora
Nessun sogno cadde dal
firmamento
solo pietra nera
Urlai nel sonno
e raccolsi le pietre
le gettai nel paesaggio non nato
del mattino
Un mendicante inciampò
le sollevò
nelle sue mani divennero oro
welfarecremona.it - svizzera - poesie del zach