luce irigaray

blaton   hainaut belgio -  3 maggio 1930 / 32 ?

 

Il est important pour les hommes de parler en tant qu'hommes  et non en tant que créateurs universels comme s'il n'y avait qu'un seul discours.

Pour ce faire ils doivent découvrir ou redécouvrir une sexualité plus proche de leur corps.

Plus ils diront leur vérité plus les femmes seront libres de dire la leur .

pleinelune.qc.ca

 

è una filosofa  linguista  femminista  pensatrice e  psicoanalista belga  che ha fatto parte dell’École Freudienne de Paris aperta da Jacques Lacan.

Come per la maggior parte delle pensatrici francesi di questi anni il legame con il movimento delle donne è stato un punto vitale di svolta nel percorso di Luce Irigaray. In particolare Irigaray era in contatto con Antoinette Fouque, la donna che ha guidato uno dei gruppi più importanti del movimento delle donne francesi: “Politique et psychanalyse”.

Vicina al movimento delle donne, anche se non direttamente coinvolta in esso, Irigaray ripensa al legame senza parole delle donne tra loro e con la madre.

Il frutto di questa sua riflessione è la tesi di dottorato, pubblicata con il titolo Speculum. L’altra donna nel 1974. La partecipazione alla scuola Lacaniana doveva essersi fatta ad un certo punto burrascosa, dato che non riuscì ad ottenere dalla sua scuola l’appoggio per i finanziamenti che dovevano servire a pubblicare Speculum. Con Speculum si matura cosi la rottura tra Irigaray e Lacan riguardo alla loro collaborazione all’interno della scuola

atuttascuola.it

Luce Irigaray è direttrice di ricerca in filosofia presso il cnrs - Centre National de la Recerche Scientifique di Parigi. Ha una formazione multidisciplinare – filosofia, linguistica, psicologia, psicoanalisi – e pratica lo yoga da più di trent'anni. Si dedica alla costruzione di una cultura a due soggetti, maschile e femminile, portatori di valori differenti ma di equivalente importanza per l'elaborazione di legami di civiltà, sia nell'ambito privato sia all'interno di una comunità umana mondiale.

bollatiboringhieri.it

 

 

 

 

 

 

 

Sexual difference is probably the issue in our time which could be our 'salvation' if we thought it through.

... any theory of the subject has always been appropriated by the 'masculine.

One must assume the feminine role deliberately. Which means already to convert a form of subordination into an affirmation and thus to thwart it.

... to posit a gender a God is necessary: guaranteeing the infinite.

mythosandlogos.com

www.cddc.vt.edu/feminism/index.html

 

 

 

Luce Irigaray was born in BLATON  -  Belgium in the 1930s. She received a Master's Degree from the University of Louvain in 1955. She taught high school in Brussells from 1956-1959. Irigaray moved to France in the early 1960s. In 1961 she received a Master's Degree in psychology from the University of Paris. In 1962 she received a Diploma in Psychopathology. From 1962-1964 she worked for the Fondation Nationale de la Recherche Scientifique in Belgium. After this she began work as a research assistant at the Centre National de la Recherche Scientifique in Paris where she is currently Director of Research.

In the 1960s Irigaray participated in Jacques Lacan's psychoanalytic seminars. She trained as and became an analyst. In 1968 she received a Doctorate in Linguistics. From 1970-1974 she taught at the University of Vincennes. At this time Irigaray was a member of the EFP (Ecole Freudienne de Paris), a school directed by Lacan. In 1969 she analysed Antionette Fouque, a feminist leader of the time (MLF).

Irigaray's second Doctorate thesis, "Speculum of the Other Woman was closely followed by the cessation of her employment at the University of Vincennes. This damage to her career was cruelly ironic -- the phallocentric economy she condemned for excluding women swiftly silenced her. This illustrated her main point -- the machinery of phallocentrism can't accept sexual difference and the existence of a different female subjectivity.

Irigaray was able to find an audience in feminist circles. The Women's Movement (MLF) in Paris is very factional, but since 1970 Irigaray has refused to belong to any one group. She was involved in demonstrations for contraception and abortion rights. She was invited to give seminars and speak at conferences throughout Europe. Dozens of these lectures have been published. In the second semester of 1982, Irigaray held the chair in Philosophy at the Erasmus University in Rotterdam. Research here resulted in the publication of An Ethics of Sexual Difference, establishing Irigaray as a major Continental philosopher.

Irigaray's work has influenced the feminist movement in France and Italy for several decades. Since the 1980s she has spoken in support of the Italian Communist Movement, touring and lecturing in Italy. Irigaray has conducted research over the last decade at the Centre National de Recherche Scientifique in Paris on the difference bewteen the language of women and the language of men. This research takes place with speakers of many different languages and is discussed in her recent writings. In 1986 she transferred from the Psychology Commission to the Philosophy Commission as the latter is her preferred discipline.

Early receptions of Irigaray in the English-speaking world often mistakenly labeled her an 'essentialist.' this view is now generally considered false, as a better understanding of the complex linguistic, philosophical and psychoanalytic precepts Irigaray writes from is gained   ...

bridget holland    -   cddc.vt.edu

 

 

VOGLIO L'AMORE E NON LA GUERRA

L’emancipazione sessuale - con il suo slogan: «Facciamo l'amore e non la guerra» - ha quindi spesso sostituito l’impegno che richiedeva una rivoluzione nel modo di amare. Ovviamente era necessario emancipare la sessualità da divieti e tabù che paralizzavano la vita amorosa. Ma spendere energia per sperimentare tutte le modalità possibili di godimento non ha sempre permesso lo sviluppo di una nuova cultura dell’amore. Si trattava di scoprire che cos’è godere invece di che cos’è amare.
...
Dobbiamo modificare il nostro modo tradizionale di parlare che, per lo più, si rivolge all’altro attraverso un senso già codificato, presunto neutrale e universale. Rivolgersi all’altro in quanto altro richiede parole inedite e in qualche maniera uniche, come è sempre nuovo e unico l’incontro con un altro. Richiede anche parole che esprimono, e si indirizzano, a un essere globale, con la propria sensibilità, il proprio corpo. Non si tratta dunque di ripetere un discorso già esistente, ma di creare un dire vivo, direi poietico, che chiama l’altro ad entrare in relazione qui e ora. La parola allora si fa gesto, un gesto che tocca l’altro e lo implica, pur rispettando la sua singolarità. Il che esige che sia mantenuto, in se stessi e fra i due, un silenzio che preservi la dualità dei mondi e delle soggettività, e fornisca un luogo dove possa nascere una parola nuova.

luce irigaray - lastampa.it

 

 

Beaucoup de choses sont inquiétantes

mais rien n'est plus inquiétant que l'homme lui-même

sophocle antigone v. 332-333
Notre époque, certes, a de quoi inquiéter, mais moins que l'homme toutefois.

t toutes les interprétations de notre malaise, tous les remèdes qui sont proposés ou apportés sont impuissants à rendre compte de la cause de l'inquiétant, s'ils ne questionnent pas ce qu'est l'homme depuis des siècles : ils sont trop partiels et superficiels et ne rejoignent pas la source d'où naît le péril. Toutes les interprétations comme tous les remèdes vont alors au rien comme l'homme lui-même. Et la mort, de chacun et de tous, semble la seule chose qui résiste au pouvoir anéantissant de l'homme.
N'a-t-il pas, en effet, épuisé la terre, prévalu par ses ruses sur l'animal sauvage, sur les oiseaux et les poissons, soumis à son œuvre le cheval et le taureau, inventé le tout-comprendre par la parole, et aussi le gouvernement des villes et la victoire sur les intempéries cosmiques ? N'a-t-il pas dominé le tout, ou presque, par son habileté pour arriver au rien ? Et, surplombant de son haut le monde, son monde, ne s'en retrouve-t-il pas finalement exclu ?
Par amour de l'audace, du défi, se frayant un chemin entre ciel et terre, n'a-t-il pas mené l'un et l'autre à la ruine ? N'a-t-il pas confondu ce qui est et ce qui n'est pas, exerçant son savoir-faire, fabriquant et construisant avant même d'interroger ce qui est, ce qu'il est lui-même ? S'avançant d'illusions en illusions sans assurer son savoir sur le réel, à commencer par la réalité qu'il est lui-même ?

Que, de mon foyer, il ne devienne pas un intime, l'homme qui accomplit cela, et que ses illusions ne participent pas à mon savoir

ibid. v. 373-375  ainsi parlait le cœur  -   au début de la tragédie antigone de sophocle

grasset.fr

 

 

Luce Irigaray SpAEculum. L'altra donna
Nel 1974 viene pubblicato in Francia Speculum. De l'autre femme di Luce Irigaray (nata nel 1930 a  Blaton, Belgio), opera divenuta pietra militare per il pensiero della differenza sessuale. Il testo  appare in Italia già l'anno successivo, edito dalla Feltrinelli per iniziativa di Maria Gregorio e  Luisa Muraro (alla quale si deve anche la splendida traduzione), che ne avevano immediatamente intuito il valore.
erraticimpact.com

 

Spaeculum. L'altra donna è la tesi di dottorato di Luce Irigaray e segna la rottura della psicanalista belga con Lacan. Con questo testo si avvicina progressivamente ad un pensiero sessuato della psicanalisi, ossia al fatto che l'essere una donna non è indifferente a quello che si sta dicendo ... Nel grande libro scritto dagli uomini la donna è l'immagine allo specchio, il contrario, l'opposto simmetrico.

Luce Irigaray scrive: "Ho tentato in Speculum di riattraversare l'immaginario "maschile", che è il nostro immaginario culturale, perché serviva a farne risaltare il possibile "fuori", ed a situare me, come donna, in rapporto ad esso: implicata ed in pari tempo eccedente. (...) E di tale eccesso "per cominciare", rido. Prima libertà dopo una secolare
oppressione? (...) Sfuggire al ribaltamento puro e semplice della posizione maschile, significa, comunque non dimenticare di ridere. Non dimenticare che la dimensione del desiderio, del piacere, è intraducibile, non rappresentabile, non rilevabile nella "seriosità",- adeguatezza, univocità, verità- di un discorso che pretende di ridirne il senso" (Questo sesso che non è un sesso).

members.xoom.virgilio.it/matrimoney/CameraOscura/LuceIrigary.htm

 

 

 

2019

NASCERE

2013

ALL'INIZIO LEI ERA

ELOGIO DEL TOCCARE

2012

Oltre lo specchio - l’altro

2011

UNA NUOVA CULTURA DELL'ENERGIA

Al di là di Oriente e Occidente

2010

IL MISTERO DI MARIA

2009

CONDIVIDERE IL MONDO

2008

LUCE IRIGARAY CONVERSATIONS

2007

OLTRE I  PROPRI CONFINI

LA VIA DELL'AMORE

Sessi e genealogie
Preghiere quotidiane

2006
In tutto il mondo siamo sempre in due.
2004
Ethics of Sexual Difference
2003
Amante marina di Friedrich Nietzsche
2000
Il respiro delle donne. Credo al femminile
1997

DALLA SINGOLARITA ALLA COMUNITA

Tra Oriente e Occidente.
Il Respiro delle donne
1996
L'oblio dell'aria
1994
Essere due
La democrazia comincia a due
1993
Amo a te
1992
Io tu noi. Per una cultura della differenza
1989
Speculum. L'altra donna
Sessi e genealogie

unilibro.it

 

 

 

 

 

lezione sul Mistero di Maria presso l’institute français centre Saint-Louis di Roma
La filosofa-psicoanalista-linguista studia da tempo la figura di Maria in particolare il momento dell’Annunciazione. Nel libro è analizzata la reazione della madre di Gesù davanti all’angelo e il suo silenzio interpretato dalle varie culture ora positivamente  - ora negativamente.

insideart.eu - 2014

Il mistero di Maria è l’ennesimo tassello di questa ricerca, lo svelamento dell’ennesima diversità tra uomo e donna. Il respiro. Il mistero di Maria è il respiro, che passa per il cuore e lì trova il silenzio per esistere. Il silenzio non come mancanza di cosa dire ma come essenza dell’essere. Quando si è non servono parole per dirsi. Maria, Madonna, ritratta con le mani incrociate sul petto, protegge e al contempo indica il cuore.

È solo nel silenzio, nel luogo interiore delle donne che c’è lo spazio per l’altro. È solo nel suo grembo che il feto - il mondo - troverà l’ossigeno - il respiro - per vivere e conoscere di nuovo il cuore.
f.pucci - 27esimaora.corriere.it - 2014

la bambina nasce divina
l’uomo lo diventa invecchiando

 

 
Elogio del toccare - l’umanità ha bisogno di infinite carezze  - pamphlet
Dobbiamo restituire all’altro la nostra pelle fino a raggiungere un’intima comunione
Il fatto che l’uomo abbia costruito la propria cultura attraverso la dominazione della propria origine naturale e della prima relazione con la madre gli ha impedito di coltivare la dimensione sensibile dell’identità umana. E dunque il tatto non è stato considerato un modo di entrare umanamente in comunicazione con l’altro/a di restituire all’altro/a la propria pelle attraverso le carezze, di avvicinarsi l’uno/a all’altro/a fino a un’intima comunione grazie al tocco delle mucose.
computer 'touch'
L’industria lo fa per motivi commerciali, per dare l’idea di un contatto da lontano immediato e permanente. Certo il privilegio della vista nell’elaborazione della cultura occidentale non ha contribuito a una coltivazione del tatto. E l’uso della tecnica per dominare la natura ha trascinato con sé lo sviluppo di tutte le tecnologie che ci allontanano sempre più dal toccarci reciprocamente.
egle santolini - lastampa.it - 2013
Dobbiamo scoprire una nuova relazione con la conoscenza che prenda in considerazione l'importanza del tatto nella costituzione della nostra individuazione e delle nostre relazioni con l'altro/gli altri. Nel mio lavoro ho sottolineato quanto fare esperienza di amor di sé attraverso il contatto reciproco delle labbra possa aiutarci, soprattutto in quanto donne ma non solo, a scoprire una nostra viva identità.
ibs - 2013

 

 

ALL'INIZIO LEI ERA

In questo libro, cruciale per capire il suo percorso, Luce Irigaray interroga l'opera dei presocratici che sta alla radice della nostra cultura. Ricordandoci la storia di Ulisse e Antigone, dimostra come, fin dall'inizio, la tradizione occidentale rappresenti un esilio per l'umanità. Per emergere dall'origine materna, l'uomo ha elaborato un discorso di padronanza e ha costruito un mondo proprio che a poco a poco si è allontanato dalla vita, dalla sua coltivazione e condivisione. Tornare alla cultura greca delle origini è necessario per recuperare la nostra appartenenza naturale e imparare a coltivarla umanamente nel rispetto delle nostre differenze. Invece di un'astratta logica, occorre un linguaggio capace di esprimere un'energia vivente e di trasformare i nostri istinti in desideri condivisibili. L'arte diviene allora una mediazione indispensabile per un'altra evoluzione dell'umanità.

ibs - 2013

 

 

 

 

Nascere. Genesi di un nuovo essere umano
Il tema è universale. Forse non c’è tema più universale di questo: che cosa significa per noi umani nascere. Non ci sviluppiamo dalle radici come una pianta, e non siamo neppure autosufficienti come Dio. Così, siamo gli unici viventi che mancano di un’origine, e ne vanno sempre alla ricerca. Privi di un «essere» originariamente identificabile, dobbiamo assumerci la responsabilità della nostra esistenza e del nostro destino. Come? «In primo luogo, coltivando il nostro respiro, una risorsa che troppo passivamente abbiamo attribuito a un Dio estraneo alla nostra esistenza terrena, sebbene il respiro sia ciò che ci permette non solo di vivere autonomamente, ma anche di trascendere la mera sopravvivenza, di superare il livello della mera vitalità, così da essere in grado di portare a compimento un’esistenza umana. Incaricarci di incarnare la nostra appartenenza sessuata è il secondo elemento che ci rende capaci di adempiere la nostra esistenza naturale, pur trascendendola». La sessuazione compensa l’assenza di radici attraverso la spinta all’unione tra due esseri: «Dove prima non c’era nulla tra loro, se non l’aria, a partire dalla loro attrazione e dalla loro capacità di assumere il negativo della loro differenza nasce il germe di un nuovo essere umano e di un mondo in cui possiamo davvero dimorare». La potenza di pensiero di Luce Irigaray si muove con «con passi di colomba» – direbbe Nietzsche – e vince ogni scetticismo circa l’arditezza di un compito di trasformazione che riparta dall’istanza incondizionata della vita in sé, e non dagli «assoluti sovrasensibili che troppo spesso sono il risultato della nostra incapacità di vivere».
amazon - 2019

 

 

 

 

IRIGARAY

maintains that the theories of subjectivity developed by Freud and Lacan are bound to their theories of sexuality. Irigaray argues against the masculine-gender-based idea of subjectivity: "Irigaray believes that women are not adequately represented by existing symbolic sytems. She argues that they are not given a proper place in a patriarchal world" (Green and LeBihan 346).
In his theory on sexuality, Freud states that femal sexuality is based on a lack. He claims that both male and female children desire the mother, but the female lacks the phallus that is necessary if the mother is to be satisfied. The little girl feels inferior and takes a passive role. For Lacan, identity is structured in gender terms, and the woman serves as "the other." In Lacan's system, the phallus is the priveleged signifier and holds the meaning-making power. Neither the male nor the female possess the phallus, but the male is able to identify with it more easily. Because these theories on sexuality are bound to the theories of subjectivity, Irigaray concludes that in the patriarchical world, female subjectivity is based on a lack.
According to Irigaray, social order determines sexual order. In patriarchal society, the males are the "producer subjects and agents of exchange" and the females are the "commodities" (Irigaray 192). The economy as a whole is based on homosexual relations because all economic exchange takes place between men. In this society "woman exists only as an occasion for mediation, transaction, transition, transference, between man and his fellow man, indeed between man and himself" (Irigaray 193). As soon as a woman has any sort of relationship with another woman, she is masculine. Sexuality, and therefore subjectivity, is a product of the symbolic order.
"Female homosexuality has eluded psychoanalysis" (Irigaray 196), and Irigaray criticizes Freud for what she beleives to be an incorrect description of female homosexuality. Female relationships - both social and sexual - do exist, but these relationships are "recognized only to the extent that [they are] prostituted to man's fantasies" (Irigaray 196). Irigaray proposes that if women as commodities refuse to "go to market the basis of the patriarchal society would be broken.
Irigaray's main point is that one patterns oneself to fit the proper gender role which are determined by the sexual order of the society that is, in turn, established by the social order.

stfx.ca/people

SPECIAL PROFESSOR IN THE SCHOOL OF MODERN LANGUAGES
Luce Irigaray is a Special Professor in the School of Modern Languages at the University of  Nottingham for a period of three years from August 2003 to July 2006 and will be in residence at the University for the month of May 2004. During her stay in Nottingham, Lucy Irigaray will above all work with those students writing  their PhD thesis on her work. These students - coming from all over the UK and beyond -  will be welcome on the campus at University Park  ...

nottingham.ac.uk

 

 

Senza le donne non vi è più societA'
Ecco perchE' E' necessaria

un’etica possibile fra i sessi

su cui fondare il nostro avvenire

 


 

senza differenze sessuali l'umanità non ha futuro     .pdf

L'identità sessuale è un qualcosa di costruito o di naturale?
«DOBBIAMO TORNARE ALLA NOSTRA NATURA E ALLA NOSTRA IDENTITÀ, CHE, VORREI SOTTOLINEARE, È SEMPRE SESSUATA».
Cosa ne pensa di gruppi come le Femen, che protestano scrivendosi sul seno, tecnica bondage e sadomaso ferocemente maschilista?
«DIREI A QUESTE RAGAZZE DI COLTIVARE LA PROPRIA IDENTITÀ PRIMA DI ANDARE A FARE LEZIONE ALLE ALTRE CULTURE. DA UNA PARTE LE DONNE COL VELO, DALL'ALTRA QUELLE CHE USANO UN MODELLO SADOMASO, MA DOV'È IL MODELLO DI IDENTITÀ SESSUALE?».
bruno giurato - ilgiornale.it - 2013

 

 

L'umanità è a due

Il lungo e seguitissimo incontro con Luce Irigaray ha posto subito al centro del dialogo "la cultura a due soggetti", novità assoluta per il nostro mondo occidentale. Partendo anche, ad esempio, da studi eseguiti su ragazze e ragazzi, si arriva alla conclusione che la nostra società parla sempre di un soggetto unico (che di fatto è maschile) che costruisce una filosofia verticale che supera la natura. Se si entra invece nell'ottica dei due soggetti (differenti ma in relazione) quest'ottica cambia e ciascun soggetto è in relazione con la natura, con tutti gli individui, con la cultura. E questo si ripercuote su tutti i nostri gesti, sul comunicare, sul linguaggio, sulla spiritualità e infine sulla politica che deve avere come fine ultimo la felicità dei cittadini. "L'umanità è a due" e bisogna divinizzare questa condizione, coltivare il nostro essere in relazione con il prossimo, "per arrivare addirittura al divino". E anche riguardo la multietnicità, che tanti problemi sta ponendo al mondo moderno, sarebbe naturale se applicassimo questo atto intersoggettivo tra due qualsiasi soggetti, con il dialogo tra l'io e il tu, diversi ma in continua relazione tra loro.

festivaletteratura.it

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In tutto il mondo siamo sempre in due  

«Sono stupefatta nel vedere che sono presentata come un’allieva di Lacan, che si parla di me soltanto come l’autrice di Speculum. Mi stupisce sentir dire che ho ricevuto molto dal movimento delle donne: scrivere Speculum è stato come attraversare il deserto. E ancora, che non sono mai stata veramente coinvolta nel movimento delle donne. Per questo libro, non dimentichiamolo, sono stata buttata fuori dall’Università». Glissa sulle domande relative al pensiero della differenza, e alla sua evoluzione, anche qui giocando di rimessa, attenta a ribadire i confini del “suo” pensiero. «Si è fatto di questo pensiero della differenza un pensiero solo delle donne e fra le donne. Non l’ho mai detto. Questa era una tappa necessaria per strutturare il soggetto femminile, ma la finalità resta una cultura a due soggetti. E’ una cultura a due soggetti che ci permette di entrare nel multiculturalismo, essendo la differenza uomo-donna la prima differenza».
lavocedifiore.org  

http://iftr.org.uk
institute for feminist theory and research

E’ il tempo dell’incompiuto, della meraviglia.    La vita cammina in punta di piedi.     Il silenzio persiste nonostante i canti degli uccelli.     Ciò che cresce non tutela forse così il suo futuro ?     Esistono nella primavera distanze invalicabili.     Nessuno spazio è già pienamente occupato, ma gli spazi non sono vuoti: sono abitati da una crescita invisibile.    Laddove sembra che nulla esiste, resta una presenza, o mille.     L’uno è, e il molteplice; l’uno è il molteplice.     Ma la separazione non è ancora accaduta.     Le radici terrestri e le radici celesti si uniscono senza usurpare gli altrui limiti. Ciascuno, ciascuna rimane nel luogo della sua nascita, ma tutto si apre.
essere due

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links

www.festivaletteratura.it

www.enotes.com/topics/luce-irigaray/critical-essays#critical-essays-irigaray-luce

www.kainos.it/numero2/sezioni/ricerche/durst.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Luce_Irigaray

 

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