trova l’elenco dei suoi ex
compagni e della loro sorte
Non riesce a trattenersi e va
alla H dove legge :
Von Hobenfels, Konradin
' implicato nel complotto per
uccidere Hitler . Giustiziato '
...
Per la prima
volta mi resi conto della mia infinita piccolezza
e del fatto che
la nostra terra non era altro che un sassolino su una spiaggia
dove di
sassolini ne esistevano a milioni
Tutto questo
portò nuova acqua al mio mulino
...
HANS SCHWARZ
è la voce narrante del racconto, che in prima persona ci racconta la vicenda. E’
un ragazzo di origine ebrea sui 16 anni che vive in Germania nel primo dopo
guerra durante gli anni durante i quali Hitler sale al potere. E’ un ragazzo
ingenuo, ancora, sotto certi aspetti, infantile che crede molto nell’amicizia.
Dai modi un po’ rozzi e zotici è molto attratto dal suo compagno dalle nobili
origini tedesche.
KONRADIN VAN HOHNFELS
è
un ragazzo di nobili origini tedesche, dal carattere un po’ solitario dovuto
forse in parte alla sua nobiltà. Ha molti interessi comuni con Hans, e, proprio
da lui ci viene descritto così: “ … il portamento era pieno di sicurezza,
dell’aria aristocratica, del sorriso appena accennato e vagamente
aristocratico.” E ancora “…a
differenza di noi le sue mani erano pulite, non sudice di inchiostro…sembrava
più vecchio e più maturo di noi…”
L'amico ritrovato
- Fred Uhlman - titolo originale
'Reunion'
pubblICATO a Londra nel 1971
E in Italia 1° pubblICAZIONE 1986 a Milano
Forse un giorno i nostri cammini si
incroceranno di nuovo
Mi ricorderò sempre di te caro Hans!
Hai avuto una grande influenza su di me
Mi hai insegnato a pensare e a dubitare e
attraverso il dubbio a ritrovare Gesù Cristo
fred uhlman
l’amico ritrovato
Universale Economica
Feltrinellibreve bio
Claudio Ballicu Fred Uhlmann, nato
a Stoccarda, capoluogo del Baden-Wurttemberg, nel 1901, a seguito della
persecuzione contro l’etnia ebraica attuata dalla nascente politica Hitleriana
del III Reich, dovette lasciare, sedicenne, la Germania rifugiandosi in
Inghilterra. Qui, ospite di parenti, completò gli studi conseguendo la laurea in
legge ed iniziando una fortunata e lucrosa carriera di avvocato. Ebbe una vita
avventurosa che lo portò a trasferirsi in Francia ed in Spagna.
Spesso affermava: " E’ più importante scrivere buoni libri o dipingere buoni
quadri che non fare il giro del mondo in ottanta ore o accumulare grandi fortune
economiche. "Il suo sogno, in effetti, era scrivere delle belle poesie:
non so se questo suo desiderio,
avversato dal padre, uomo pratico più che sognatore, si sia mai realizzato.
Nella sua vita Uhlman dipinse dei buoni quadri e questa è sicuramente una
maniera poetica di esprimere i propri sentimenti, le proprie sensazioni. Scrisse
inoltre alcuni libri che ebbero un notevole successo, anche se solo dopo la sua
morte, avvenuta a Londra all’età di 84 anni. Leggendo "l’amico ritrovato" è
lecito pensare che il confine fra quanto scritto in questo libro e la
"Poesia" è, quantomeno, assai sfumato. riassunto del contenuto La storia narrata
in questo ROMANZo , inizia nel 1932, l’anno in cui Hindenburg venne rieletto
presidente.
Siamo agli inizi di uno dei periodi più tetri della storia moderna, infatti
l’anno seguente verrà nominato Adolf Hitler quale cancelliere del Reich,
ponendo così fine alla democrazia tedesca e dando inizio all’inarrestabile
ascesa del nazionalsocialismo. Hans Schwarz è un sedicenne di origini ebraiche
che frequenta il liceo più prestigioso di Stoccarda. Nel febbraio 1932 ha un
incontro che non dimenticherà mai; nella sua classe infatti arriva un nuovo
alunno: Konradin, conte di Hohenfels. Quello degli Hohenfels è un nobile e
famoso casato in Germania: i suoi ascendenti avevano conosciuto Barbarossa
e combattuto al suo fianco, altri suoi membri erano morti in battaglia a Lipsia.
Nessuno fra i suoi compagni di classe, intimiditi dalla storia delle le gesta
degli Hohenfels, osa rivolgergli la parola pur desiderando poter
annoverare il nobile conte fra i propri amici. Il giovane Hans, protagonista del
racconto, che pur appartenendo alla borghesia medio-alta soffre di qualche
complesso di inferiorità, è ben deciso a diventarne amico e fa di tutto per
mettersi in mostra. Al contrario dei suoi compagni di classe, che più
dell’amicizia cercano in Konradin il riflesso della grandezza del suo casato,
Hans vede in lui un compagno dai molti tratti caratteriali in comune:
la timidezza, l’impacciato modo di vivere i rapporti interpersonali, i sogni
adolescenziali.
Durante
le lezioni alza la mano ed interviene prontamente, porta a scuola le sue
collezioni, tra cui una di monete, finché Konradin, notandole, si avvicina ad
Hans per osservarle. Nasce in questo modo un’amicizia fra i due ragazzi,
spontanea, limpida, destinata a diventare un vero "cerchio magico" nel
quale frequentarsi con l’entusiasmo un po’ sognatore tipico della loro età,
splendida e fuggevole. Hans invita l'amico a casa sua, una villa costruita in
pietre e circondata da meli e ciliegi, gli mostra la propria stanza ed i
suoi piccoli "cimeli". Konradin ne resta affascinato ma contraccambierà l’invito
solo dopo molto tempo. Gli Hohenfels hanno Infatti una profonda avversione
contro gli ebrei ed il giovane Konradin, ben sapendolo, aspetta le occasioni
nelle quali i genitori non sono in casa per invitare il compagno. Una sera Hans
assiste ad uno spettacolo orchestrale e vede, seduti nelle prime file, il suo
amico e i suoi genitori. Durante l’intervallo Konradin, pur passandogli accanto,
dà mostra di non conoscerlo.
Il giorno dopo Hans gli chiede ragione di quello strano comportamento e l’amico,
vincendo il grande imbarazzo, gli confessa la verità: sua madre teme gli ebrei,
è convinta che siano al servizio del giudaismo e quindi del comunismo, non
accetterebbe mai di conoscerlo. Questo episodio è destinato a pesare come un
macigno sulla loro grande amicizia. Con la fine dell’anno scolastico arrivano le
vacanze che ambedue trascorrono lontano dalla Germania. Quando Hans ritorna in
città tutto è cambiato: il nascente Nazionalsocialismo sta producendo i primi
aberranti effetti: sui muri sono apparsi i manifesti contro gli ebrei, le
svastiche. Una mattina, arrivato a scuola, sente alcuni suoi compagni che
parlano dell’argomento più attuale: l’odio antisemita.
Hans entra ed improvvisamente è al centro dell’attenzione: qualcuno gli urla
contro di tornare in Palestina ed il ragazzo, furioso, colpisce un
compagno. Quel giorno, al termine delle lezioni, uscendo spera di trovare
Konradin, come al solito, per percorrere assieme la strada verso casa, ma lui
non lo ha aspettato. Verso dicembre i genitori di Hans, visto il clima sempre
più pesante e l’intolleranza razziale che monta inarrestabile spinta dai
farneticanti discorsi sulla purezza della razza che il nuovo "padrone"
della Germania, vomita contro l’ebraismo, decidono di farlo andare in America,
ospite di parenti, perché possa continuare serenamente i propri studi,
rimandando il suo ritorno a tempi migliori Prima di partire riceve una lettera
di Konradin che gli parla del suo dispiacere per il suo allontanamento e gli
spiega come abbia cominciato ad apprezzare Hitler e la sua inarrestabile
eloquenza.
Tempo dopo Hans, trasferitosi, in America viene a sapere che suo padre, non
potendo resistere al clima di odio che ormai regna in tutto il paese,
nottetempo, ha aperto i rubinetti del gas, ponendo così tragicamente fine alla
propria vita ed a quella della moglie. Tutti questi episodi segnano
profondamente l’animo di Hans il quale rimuove dalla sua mente ogni
pensiero, ogni ricordo che lo riconduca al suo paese dal quale è stato così
tragicamente respinto, al punto di non usare più la sua lingua madre, non
leggere più alcuna pubblicazione in tedesco. Solo dopo molti anni, incontrando
un uomo che viene dalla città dove ha trascorso gli anni dell’infanzia,
gliene chiede notizie: tutto è stato distrutto dalla guerra e dalla follia degli
uomini, anche la sua scuola, anche il palazzo degli Hohenfels, anche
l’orgoglio della pura razza ariana. Dopo qualche tempo gli giunge una lettera
nella quale si fa richiesta di una donazione da parte del vecchio ginnasio
di Stoccarda per l'erezione di un monumento funebre a ricordo degli allievi
caduti nella Seconda Guerra Mondiale. Vincendo l’impulso di gettare nel cestino
quel foglio dal quale emergono i fantasmi di un passato doloroso e
sepolto, Hans riconosce i nomi dei suoi compagni di classe, senza riuscire a
trovare il coraggio per guardare alla lettera H.
Poi, dopo aver lungamente esitato, cerca il nome che aveva tentato di
dimenticare: VON HOHENFELS KONRADIN, implicato nel complotto
per uccidere Hitler. Giustiziato . Il cerchio magico si chiude nuovamente, l’amico di un tempo si è
riscattato, è tornato nel cuore del vecchio Hans. articolo pubblicato con l'autorizzazione di
claudio ballicu dal sito
itis-einstein.roma.it- grazie!
.
Il protagonista Hans, figlio di un medico israelita, ricorda i
compagni che con lui frequentarono l'esclusiva Scuola di Stoccarda e
soprattutto "un ragazzo che venne a sedersi alla mia sinistra in un
posto vuoto", Konradin von Hohenfels, con il quale avrebbe stabilito
un'intesa unica, un patto per la vita, un legame straordinario.
La loro alleanza si rompe tuttavia traumaticamente quando la famiglia von
Hohenfels aderirà al nazismo nella Germania del 1933 e Konradin prenderà
le distanze dall'amico ebreo il quale, persi i genitori che si sono uccisi per
non finire a Belsen, dovrà rifugiarsi negli Stati Uniti. Nella sua coscienza
l'amicizia perduta rimarrà tra le ferite 'non ancora rimarginate' e sarà
per diciassette anni rivissuta come un tradimento.
Ma nel 1950 una richiesta di fondi da parte del Karl Alexander Gymnasium per
l'erezione di un monumento in memoria degli allievi caduti durante la seconda
guerra mondiale, raggiunge l'antico studente a Nuova York. Hans scorre l'elenco
dei morti a salta i nomi che cominciano per H.
Alla fine, facendosi forza e tremando, cerca
anche la lettera H e legge von Hohenfels, Konradin,
implicato nel complotto per uccidere Hitler. Giustiziato.
donneincarnia.it/libreria
.
La destrezza dell’autore sta proprio nel non imbellire
nulla, lasciare le descrizioni di luoghi e volti nudi e veri, spogli di ogni
orpello o vanità, cosicché si possa immaginare tutto nei minimi dettagli, aprire
gli occhi ed essere li, nella Germania del 1933 in pieno fermento nazista, in un
periodo in cui le menti sono soggiogate dalla rabbia e dalla voglia di
rivendicare la propria autonomia.
alessia caponi - europinione.it - 2015
E quello che ci pareva più urgente era imparare a fare il miglior uso possibile
della vita, oltre, naturalmente, a cercare di scoprire quale scopo avesse, se
l'aveva, e a chiederci quale potesse essere la condizione umana in questo cosmo
spaventoso e incommensurabile .
...
Davanti a me vidi Hohenfels; pareva esitare come se fosse in attesa di
qualcuno ... Si voltò e mi sorrise . Poi con un gesto
stranamente goffo ed impreciso, mi strinse la mano tremante .
Ciao, Hans, mi disse e io all’improvviso mi resi conto con un misto di
gioia, sollievo e stupore che era timido come me e, come me, bisognoso
di amicizia .
...
Tutt'a un tratto udii i passi di mio padre e, dopo un attimo, lo vidi
entrare in camera, cosa che non faceva più da mesi .
...
Era una sera primaverile, dolce e fresca. I mandorli erano in fiore, i
crochi avevano già fatto la loro comparsa, nel cielo - un cielo
nordico in cui indugiava un tocco italiano - si mescolavano il blu
pastello e il verde mare .
... Non ricordo esattamente quando decisi che Konradin avrebbe
dovuto diventare mio amico, ma non ebbi dubbi sul fatto che, prima o
poi, lo sarebbe diventato .
...
l'amico ritrovato
l'amico ritrovato recensione -grazie a fabio ferrari Olocausto, razzismo, guerra sono alla
base del libro. IL ROMANZo è ambientato in Germania nel periodo di ascesa del
partito nazionalsocialista (1933): ormai Hitler era ad un passo dal potere e
l'intolleranza razziale e il culto della razza ariana si diffondevano nella
maggior parte del paese. IL ROMANZo è incentrato sulla grande amicizia tra due
ragazzi sedicenni: Hans Schwarz, figlio di un dottore ebreo, e Konradin, conte
di Hohenfels. Konradin appare sicuro nel portamento, sempre composto, un vero
aristocratico dal sorriso controllato, appena accennato, altezzoso, elegante non
solo nel vestire, ma anche nel muoversi (al contrario di Hans, talvolta
impacciato e trasandato nell'abbigliamento). I suoi vestiti sono impeccabili,
fatti di buona stoffa e taglio; anche i colori sono sobri ed eleganti. Konradin
ha un atteggiamento tale da sembrare adulto. E' conte di Hoenfels, ma la sua
particolare eleganza non dipende dal titolo nobiliare: nella sua classe ci sono
altri "titolati", ma nessuno può reggere il paragone con lui. Hans si rende
conto di essere molto diverso da quel ragazzo biondo: infatti è timido e
insicuro, ha le mani tozze e goffe, sempre macchiate d'inchiostro a differenza
di quelle di Konradin, che sono bianche, pulite e curate. Tutto ciò che possiede
è curato nei minimi particolari: dalla cartella alla penna stilografica.
L'autore (Fred Uhlman, nato a Stoccarda nel 1901 e morto nel 1983 a Londra) DEL
ROMANZo (autobiografico) ambienta il racconto nella Stoccarda del primo
dopoguerra. La città aveva una popolazione che non superava il mezzo milione di
abitanti, era munita dei migliori teatri e musei del nord Europa: aveva tutto
l'aspetto di una capitale. La città si estendeva in una stretta valle circondata
da vigneti e da colline. Sulle terrazze dei numerosissimi ristoranti nelle sere
d'estate, la gente si divertiva allegramente bevendo in compagnia. I due ragazzi
frequentandosi imparano a conoscersi sempre meglio: spesso Hans invita Konradin
a casa sua. Nell'animo di Hans si insinua il dubbio che l'amicizia non sia
pienamente corrisposta perché Konradin contraccambiava i suoi inviti evitando
scrupolosamente di farsi vedere dai propri famigliari in sua compagnia. Tutti i
dubbi di Hans furono confermati da un episodio: la mamma di Hans aveva procurato
due biglietti per il Fidelio; il giorno dello spettacolo erano presenti
all'interno del teatro personaggi di rilievo come il Presidente della Repubblica
e la famiglia Hohenfels; oltre a Konradin erano presenti anche il conte e la
contessa. Konradin saluta alcuni suoi conoscenti, incrocia lo sguardo di Hans ma
finge di non riconoscerlo. Al termine del primo atto Hans si reca del grande
salone e attende l'arrivo della famiglia Hohenfels. Il suo amico, quando arriva,
non lo degna nemmeno di un saluto. Il giorno seguente i due ragazzi continuano a
parlarsi come se nulla fosse accaduto, ma giunti al momento di salutarsi, di
fronte all'abitazione di Konradin, Hans chiede con franchezza quale fosse il
motivo per il quale il giorno precedente lo aveva freddamente evitato. Konradin
inizialmente nega tutto, dichiarando di non averlo visto, ma poi decide di
rivelare al suo migliore amico l'odio della madre verso gli ebrei, che considera
inferiori a servi, la feccia della terra, e che teme in quanto rappresentano un
vero e proprio pericolo. Questo episodio rappresenta per l'autore l'inizio della
fine dell'amicizia tra i due ragazzi. Molto difficile da capire l'atteggiamento
di Konradin, al momento viene giustamente interpretato come tradimento,
irreparabile offesa ai sentimenti più nobili di amicizia. La tragicità degli
avvenimenti che seguono il suo esilio in America, il suicidio dei genitori,
tutto contribuisce a creare nell'animo del lettore un crescente senso di
dolorosa tristezza. Il finale è a sorpresa, imprevedibile, ed illumina l'animo
dell'autore, comunicando al lettore una commozione profondissima. L'amico si è
addirittura immolato alla causa degli ebrei ed ha sancito con il suo atto di
eroismo (tentativo di attentato a Hitler) un patto di fedeltà immortale. pubblicazione autorizzata - grazie ! - da fabio
dal sito:
http://skuola.studentville.it
soggetto
settantenne ebreo Henry Strauss, naturalizzato
americano, da New York si reca in Germania apparentemente per occuparsi di
alcuni ereditati beni di famiglia, in realtà per scoprire che cosa è successo
dopo il 1933 al suo compagno di scuola ed amico Konradin von Lohenburg, di
nobile famiglia tedesca e fautore del nazionalsocialismo, dal momento che
proprio in quell'anno Henry - il cui vero nome era Hans - dai genitori,
prima del loro suicidio, era stato inviato in America presso uno zio al fine di
evitare le persecuzioni dei nazisti. Con qualche difficoltà Henry, che da oltre
cinquantacinque anni ha rifiutato di parlare il tedesco, compie le sue ricerche
a Stoccarda; nella memoria affiorano con prepotenza i ricordi di quel tempo: con
Konradin aveva gli stessi interessi per lo studio degli autori classici, per
l'archeologia, per il tiro con l'arco; con Konradin nutriva lo stesso amore per
la natura. I rapporti tra Hans (figlio di un medico, ma di origine contadina) e
Konradin erano eccellenti: gite in bicicletta; solidarietà totale;
presentazione di Konradin agli Strauss; una visita alla giovane cugina, la
contessina Gertrude, già fervida ammiratrice dei membri della Hitlerjugend
e antisemita; qualche pugno distribuito in un caffé ad alcuni arroganti nazisti.
Un solo dissapore: la mancata presentazione di Hans ai Von Lohenburg nel foyer
di una sala da concerto. Ma Konradin aveva fornito di ciò ampia spiegazione: già
si sono manifestati i primi allarmanti sintomi della politica antiebraica del
Fuhrer e la madre del ragazzo è dichiaratamente antisemita, talché egli ha di
proposito voluto che Hans non venisse umiliato. Dopo le vacanze estive, i due
amici si ritrovano. Il clima attorno a loro si è fatto anche più cupo; nel
ginnasio Hans è schivato dal nuovo professore e dai compagni perché ebreo; a
Stoccarda vi sono i primi e coraggiosi scioperi. Konradin ed Hans si separano e
non si vedranno mai più. Il vecchio Henry rivede la sua casa e visita commosso
le tombe dei genitori, coperte d'erba ai piedi del muro di cinta di un cimitero,
ma vuole anche cercare le tracce del suo nobile compagno. Nella splendida villa
che fu dei Lohenburg ora vi è un ufficio statale. Un anziano giardiniere gli dà
l'indirizzo della contessa Gertrude, ma la dama si rifiuta di parlare del
cugino. Del suo vecchio ginnasio, colpito dalle bombe durante la guerra, non
resta che il nome su di un moderno edificio. Il preside indica ad Hans una
lapide marmorea, con incisi i nomi della classe del '32: tutti morti in guerra
sui vari fronti. E là Hans scopre anche il nome del suo grande amico che, venne
giustiziato da un Tribunale nazista in quanto partecipe del complotto contro
Adolf Hitler.
db.acec.it
Un buon libro per una storia difficile da narrare per
contenuti e ambientazione, e che proprio per questo si valuta più per il
racconto in sè che non per la capacità di scrittura. Argomento centrale del
racconto è infatti un'amicizia intensa fra due ragazzi: Hans Schwarz, ebreo, e
Konradin von Hohenfels, nobile, quando nella loro vita si intromette l'ombra del
nazismo.
La loro amicizia nasce da stima e passioni comuni spesso legate alla filosofia,
alla tradizione e al paesaggio tedesco. Hans dice di sentirsi prima tedesco e
poi ebreo, ma il nazismo non guarda in faccia nessuno, tantomeno i sentimenti di
un ragazzo. Non è comunque solo il crescere di questo movimento a livello
nazionale a ferire Hans: ancor più lo è l'idea che anche Konradin ne sia
coinvolto a causa della simpatia che i suoi familiari (la madre in particolare)
nutrono per il dittatore. Ecco quindi pagine molto difficili con cui sembra
chiudersi l'amicizia fra i due ragazzi: Hans se ne va, nel cuore il dolore per
il tradimento del popolo che amava e dell'amico più caro per motivazioni davvero
assurde. Dopo anni Hans 'ritroverà' il suo amico tramite un vecchio e una
lettera del '33, ma sarà una scoperta dolorosa e amara.
Il libro è fortemente autobiografico per ambientazione ed eventi; da esso è
stato tratto anche un film. Da parte nostra consigliamo il volume 'La trilogia
del ritorno' (edito da Guanda anche in edizione economica), che contiene anche
'Un'anima non vile' e 'Niente resurrezioni, per favore', brevi testi accomunati
per stile e in parte per contenuti. ilpotereelagloria.com
l'amicizia
L'amicizia tra i due giovani
protagonisti si basa sulla stima reciproca e su comuni passioni e interessi, è
insomma un legame autentico, che supera le differenze di ceto: Strauss infatti
appartiene alla borghesia ebraica delle professioni (il padre è medico), mentre
Von Lohenburg è un rampollo dell'alta aristocrazia germanica (prima
diffidente nei confronti del parvenu Hitler, successivamente sua
sostenitrice in nome della difesa dei propri privilegi). E' significativo della
solidità di questa amicizia il fatto che Von Lohenburg approdi ad essa dopo aver
ripetutamente rifiutato le profferte dell'élite della classe, desiderosa di
annoverare tra le sue fila un esponente di sangue blu.
Von Lohenburg rompe il rapporto
con l'amico a malincuore, subendo una scelta dettata più dall'appartenenza
alla propria classe sociale che da profondi convincimenti, Strauss vive questo
distacco come un trauma terribile che si inserisce nella più grande tragedia
della sua famiglia e del suo popolo.
Quando alla fine scopre dopo
anni che l'amico ha ripudiato il Nazismo, sacrificandosi in prima persona,
che insomma ha riconosciuto con i fatti l'errore commesso e quindi
indirettamente il torto nei suoi confronti, si realizza la
riunione (che è poi il significativo
titolo originale del film) con lui. L'amico, insomma, non è ritrovato solamente
nel senso etimologico del termine, ma anche nel senso morale.
www.pacioli.net
L'AMICO RITROVATO
Germania, 1933: due ragazzi sedicenni frequentano la stessa
scuola esclusiva. Uno è Hans Schwarz, figlio di un medico ebreo, l'altro è
Konradin von Hohenfels, di ricca famiglia aristocratica. Sono molto diversi e
lontani, ma poco a poco nasce tra loro una profonda amicizia, che durerà il
breve spazio di un anno: iniziano le persecuzioni contro gli ebrei,
l'antisemitismo si diffonde, a scuola Hans è sempre più isolato tra i compagni e
con i professori, anche la famiglia di Konradin si schiera con Hitler. I
genitori di Hans riescono a mandarlo al sicuro in America presso un parente, e
là vivrà senza sapere più nulla di Konradin per trent'anni, fino a che
inaspettatamente non scopre che le loro strade non si erano separate come aveva
creduto, e che l'amico di un tempo non era stato un amico perso.
aveva troppo da fare per preoccuparsi dei nazisti, dei comunisti o di
altra gente di quella risma e se mio padre non aveva dubbi sulla sua
germanicità, mia madre ne aveva ancora meno. ...
nonon potevo fare a meno di notare che mia madre, a dispetto della
semplicità del vestire, era una bella donna. Non dimenticherò mai la
sera in cui - avevo sei o sette anni - entrò in camera mia per darmi il
bacio della buona notte. Indossava un abito da ballo e io la fissai come
se fosse stata un'estranea. Mi aggrappai al suo braccio, rifiutandomi di
lasciarla andare, e cominciai a piangere, cosa che la turbò molto.
Chissà se capì che non ero né infelice né malato ma che, per la prima
volta nella vita, la vedevo obiettivamente com'era: una donna attraente
con un'individualità tutta sua ...
mi sentivo prima tedesco poi ebreo
In questa frase piena di rimpianto, più ancora che nel tema
sconvolgente dell'Olocausto, è racchiuso il fascino dei tre romanzi
brevi di Fred Uhlmann. "L'amico ritrovato", "Un'anima non vile" e "Niente
resurrezione, per favore" nascono dalla tragedia di chi, disperatamente
innamorato della Germania e della sua cultura, se ne vide nel 1933
improvvisamente allontanato in nome di una motivazione aberrante come
quella razziale. In "L'amico ritrovato" questa lacerazione coincide con la fine
di una fortissima amicizia fiorita al liceo di Stoccarda tra due
adolescenti; l'ebreo Hans Schwarz, figlio di ricchi borghesi, e il nobile
Konradin von Hohenfels, per molti aspetti diversi, ma accomunati dall'amore di
Goethe, Schiller, Holderlin e la dolce campagna del Wurttemberg. Il
nazismo travolge questo legame con la forza di un contagio che sembra colpire
anche l'amico prediletto e condurlo al tradimento . La smentita verrà solo
trent'anni dopo imprevista e commovente, dalle righe di un vecchio album di
scuola e dall' ultima lettera scritta ad Hans da Konradin, divenuto
ufficiale della Wehrmacht e prossimo a essere giustiziato per aver preso
parte alla congiura contro Hitler: una confessione che è anche l'appassionato
tentativo di spiegare come un popolo intero possa precipitare nella
barbaria, e risponde ai quesiti che L'amico ritrovato aveva lasciato
aperti. Ma per Uhlman quanto è avvenuto non può essere
archiviato nel segno consolatorio del ricordo giovanile, e forse proprio per
questo la chiave dell'intera Trilogia
va considerata "Niente resurrezioni, per favore":
il confronto, nella Germania opulenta del dopoguerra, fra l'ebreo emigrato
Simons Elsas e i suoi vecchi compagni di scuola non garantirà la
riconciliazione, ma suggellerà la ferita dell'animo, la reciproca
incomprensione, la consapevole dimenticanza del passato. bol.it - www.filosofico.net/olocausto823480sfdk034a.htm
Finora il tempo aveva trattato quasi con tenerezza questa donna che diceva di
essere Charlotte; eppure non c'era traccia della ragazza che Simon aveva
conosciuta, la ragazza il cui volto aveva esplorato piano piano, con dita che si
muovevano lente, consce a ogni tocco che anche lei era destinata a morire
.
niente resurrezioni per favore
fb/rai cultura
.
TRILOGIA
L'amico
ritrovato, Un'anima non vile, Niente resurrezioni, per favore
sono i tre racconti che costituiscono Trilogia del
ritorno, capolavoro dello scrittore tedesco Fred Uhlman.
Filo conduttore dei tre romanzi brevi è la Germania, quella dell'avvento di
Hitler e la Germania del dopo guerra, della ricostruzione e della
denazificazione e per ogni storia, l'autore ha fornito una prospettiva
differente ... Un'anima non vile è
invece la confessione scritta proprio da Konradin nei giorni precedenti
l'esecuzione. Konradin ripercorre con affetto la storia della sua
amicizia con Hans, spiegando le ragioni del suo allontanamento, il perché della
guerra e la finale consapevolezza della barbarie gettata da Hitler sulla
Germania.
Una lunga e commovente testimonianza dove emerge il rimpianto per il tempo ormai
passato, per un'amicizia autentica che, per colpa del folle odio razziale del
nazismo, non sarebbe mai più tornata.
L'ultimo racconto, Niente resurrezioni,
per favore ha come tema centrale il confronto tra l'ebreo emigrato Simon Elsas e
alcuni suoi vecchi compagni di scuola, sopravvissuti alla guerra: è questo un
confronto tra due realtà totalmente opposte che si riveleranno non solo
impossibili da conciliare, ma perfino incapaci di percepire nello stesso modo il
dramma della guerra. stefano milighetti - valdichianaoggi.it - 2012
TRILOGIA DEL RITORNO ci sono le parole che un padre, Rudolph Fisher,
operaio austriaco, decapitato nel 1944 dai nazisti a Vienna, scrisse alla figlia
piccola Erika che non avrebbe mai visto ...
Non avere nostalgia del passato. Ciò che era non tornerà mai più.
Guardare indietro non ha scopo e non fa che paralizzare le tue forze. “Guardare
in alto, spingersi avanti …” Fa’ sempre ciò che ritieni giusto, non ti lasciar
persuadere contro la tua profonda convinzione a compiere degli atti che ritieni
sbagliati. Fa’ sempre subito ciò che ritieni necessario, senza esitazioni, non
rimandare nulla. Ogni esitazione si sconta. Sii sempre con i tuoi pensieri nel
presente, non perderti nei sogni. Per quanto utile e preziosa sia la fantasia,
l’averne troppa significa essere ostacolati nella realtà dei propri pensieri,
essere condotti in un vicolo cieco. Cara, cara gobbetta! Il senso della vita è ”
vivere “. Vivere il meglio possibile. L’ulteriore significato devi darlo tu
stessa alla tua vita. Credimi: chi vive solo per sé, chi solo per sé cerca la
felicità, non vive bene e nemmeno felice. L’uomo ha bisogno di qualcosa che sia
superiore alla cornice del proprio io, dico di più, che sia sopra al suo stesso
io. “Noi” è di più che non ” io “.
Quando ti accorgi di aver fatto un torto a qualcuno, non ti vergognare di fare
di tutto per porvi rimedio. Vedi, ecco cosa ne viene: essere sempre pronti a
imparare, a riconoscere i propri errori e, ciò che
è ancor più importante, a combatterli!
aldo grandi - gazzettadilucca.it - 2014
INCIPIT Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non
uscirne più. Da allora è passato più di un quarto di secolo, più di novemila
giorni tediosi e senza scopo, che l’assenza della speranza ha reso tutti
ugualmente vuoti – giorni e anni, molti dei quali morti come le foglie secche su
un albero inaridito.
Ricordo il giorno e l’ora in cui il mio sguardo si posò per la prima volta sul
ragazzo che doveva diventare la fonte della mia più grande felicità e della mia
più totale disperazione. Fu due giorni dopo il mio compleanno, alle tre di uno
di quei pomeriggi grigi e bui, caratteristici dell’inverno tedesco ... Ho esitato un po' prima di scrivere che
'avrei dato volentieri la vita per un amico', ma anche ora, a trent'anni di
distanza, sono convinto che non si trattasse di un'esagerazione e che non solo
sarei stato pronto a morire per un amico, ma l'avrei fatto quasi con gioia. Così
come davo per scontato che Dulce et decorum pro Germania mori, non avevo dubbi
sul fatto che morire pro amico sarebbe stato lo stesso. I giovani tra i sedici e
i diciotto anni uniscono in sé un'innocenza soffusa di ingenuità, una radiosa
purezza di corpo e di spirito e il bisogno appassionato di una devozione totale
e disinteressata. Si tratta di una fase di breve durata che, tuttavia, per la
sua stessa intensità e unicità, costituisce una delle esperienze più preziose
della vita. pag 22
...
Fred Uhlman inizia il suo famoso
romanzo breve
uno dei libri più struggenti e di grande valore etico e
letterario sugli anni del Terzo Reich
Si può
sopravvivere con un solo libro
dirà lo stesso scrittore tedesco poco prima di morire nel 1985 a Londra
dedica delle memorie autobiografiche
Der
Stadt Stuttgart Trotz Allem to Stuttgart Despite everything
à la ville de Stuttgart Malgré tout
malgrado tutto
zeichen-der-erinnerung.org
Riunione - L'AMICO RITROVATO 1971
NIENTE RESURREZIONI PER FAVORE 1979
Trilogia del ritorno
UN'ANIMA NON VILE 1961
Sotto i lampi e la luna 1984
Storia di un uomo 1960
Ha lasciato pochi esperimenti letterari fra
cui solo L'amico ritrovato era stato da lui destinato alla pubblicazione.
Uhlman nacque nel 1901 a Stoccarda, capitale del Wurttemberg, nella Germania
sud-occidentale. Frequentò a Stoccarda un liceo classico di gloriose
tradizioni e in seguito, dopo la prima guerra mondiale, si laureò in legge. Ma
non poté esercitare a lungo in patria la professione di avvocato che aveva
intrapreso. Fu costretto ad interromperla nel 1933, quando in Germania iniziò la
dittatura nazista di Hitler. Uhlman era democratico ed era ebreo; e agli
oppositori il regime nazista negava ogni diritto di esprimersi, agli ebrei
poi negava anche il diritto di esistere, di vivere. Così, Uhlman lasciò la
Germania nel 1933 e non vi fece più ritorno. Trascorse l'ultima parte della sua
vita in Inghilterra, dove morì nel1983. Uhlman ha lasciato anche una sua
autobiografia,
Storia di un uomo, e altri testi brevi. Leggendo la sua autobiografia si
capisce che egli ha ispirato L'amico ritrovato ai luoghi e all'ambiente
della sua adolescenza.
FRED UHLMAN
Stuttgart 1901 - Londres 1985 - viviu a súa nenez e mocidade
entre es paisaxes da Selva Negra e o lago Constanza, nunha Alemaña que pasou da
experiencia democrática da República de Weimar a contemplar o ascenso imparable
de Hitler e o nazismo. Xudeu e avogado comprometido co socialismo, Ulhman tivo
que enfrontar a partir de 1933 un exilio que o levou a Francia, España e
finalmente, Londres, onde se dedicou intensamente á pintura e ós seus escritos
autobiográficos.
editorialgalaxia.es
Fred Uhlman nasce da una famiglia ebrea a Stoccarda
il 19 Gennaio 1901 e muore a Londra l’11 Aprile del 1985.
Studia nelle
università di Friburgo, Monaco e Tubinga, e nel 1923 si laurea in Legge. Dal ’27
pratica la professione di avvocato e diventa membro attivo del Partito
Socialdemocratico Tedesco. A mio parere è più importante scrivere buoni libri o dipingere buoni
quadri, che non fare il giro del mondo in ottanta ore o accumulare grandi
fortune economiche nel 1933 quando Hitler inizia a
muovere i primi passi nella politica tedesca si trasferisce a Parigi nella
speranza di iniziare una nuova vita ma
doveva avere un lavoro retribuito - pena l'espulsione - e allora
si “inventa” la carriera di pittore, cercando di vivere dei guadagni ricavati
dalle sue opere. Carriera che ebbe molto successo e lo fece restare su
territorio francese senza particolari problemi.
Il 3 Settembre 1936sbarca in Inghilterra e due mesi dopo, sposa Diana Croft.
Nel ’35 organizza la sua prima
mostra personale presso la Galerie Le Niveau, a Parigi; nel ’38 a Londra alla
Zwemmer Gallery. Il suo lavoro è presente attualmente in molte importanti
gallerie pubbliche tra cui il Fitzwilliam Museum di Cambridge e il Victoria &
Albert Museum di Londra.
Nove mesi dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel Giugno del 1940 insieme a migliaia di stranieri originari di
paesi nemici fu confinato da governo britannico sull’Isola di Man. Fu rilasciato
solo sei mesi dopo. L’opera che riscuote maggior successo e lo fa conoscere come scrittore
dai ragazzi per generazioni e generazioni, è “L’amico ritrovato”, del 1971. Il
romanzo è stato tradotto in diciannove lingue; nel 1989, ne è stato tratto un
film da Jerry Schatzberg e più recentemente è stato adattato per il palcoscenico
ed ha debuttato a Dublino nel 2010.
claudia di gennaro - letteratu.it - 2013
*
L’amico ritrovato
- teatro - regista Franco Eco
Che ruolo aveva secondo lei, nella storia de “L’amico ritrovato”, la diversità
tra i due ragazzi espressa anche nella diversa religione professata? Quanto ne
ha tenuto conto nella messa in scena? Più che differenza di
"credo" ho voluto marcare la mano sulle differenze teologiche e filosofiche, e
sul perché si porta a confutare l'esistenza di un Essere superiore. Io mi reputo
un convintissimo ateo, ma proprio questa ragione di "non credenza" mi spinge
molto alla teologia e alla ricerca del divino. Ultimamente sono molto
ossessionato dai Vangeli, apocrifi soprattutto. Indagare altre prospettive del
Cristo è indubbiamente la mia ricerca dei prossimi anni, forse della vita.
monica cardarelli - laperfettaletizia.com - 2012
.
romanzo che fin dalla
sua prima uscita - nel 1971 in America e nel ’76 in Italia - è stato amato dai
suoi giovani lettori e anche da quelli meno giovani. roberto terribile
- codirettore artistico fondazione
aida - teatro valle dei laghi vezzano -
teatrovalledeilaghi.it - 2015
l'ami retrouvé - questionnaire de lecture 1. QUI EST LE NARRATEUR ? LE
PERSONNAGE PRINCIPAL ? L'AUTEUR DU ROMAN ? 2. DANS QUEL PAYS ET À QUELLE
ÉPOQUE L'ACTION SE DÉROULE-T-ELLE ? 3. EN QUOI LE CADRE SPATIO-TEMPOREL
EST-IL PARTICULIÈREMENT IMPORTANT ? 4. EXPLIQUEZ LE CHANGEMENT DE
CADRE (LIEU, ÉPOQUE) DES DEUX DERNIERS CHAPITRES. 5. QUI EST HERR POMPETZKI ? QUEL
DISCOURS TIENT-IL AUX ÉLÈVES ? COMMENT CES DERNIERS RÉAGISSENT-ILS À
CE DISCOURS ? 6. QUEL
EST LE MILIEU SOCIAL DES PARENTS DE HANS ? 7. QUELLES SONT LEURS CONCEPTIONS
RELIGIEUSES ET POLITIQUES ? EXPLIQUEZ LA MÉTAPHORE UTILISÉE PAR HANS À
PROPOS DE SON PÈRE : ' POUR LUI, LE
NAZISME N'ÉTAIT QU'UN MALADIE DE PEAU SUR UN CORPS SAIN ' ( 2POINTS ) 8. QUELLE CONCEPTION DE
L'AMITIÉ LE NARRATEUR SE FAIT-IL ? COMMENT VIT-IL L'ARRIVÉE DE CONRAD
DANS L'UNIVERS DU LYCÉE ? 9.
COMMENT HANS S'Y PREND-IL POUR ATTIRER L'ATTENTION DE CONRAD ? 10. A QUELLE ÉPOQUE LA PREMIÈRE
RENCONTRE ENTRE LES DEUX AMIS A-T-ELLE LIEU ?
EN QUOI EST-ELLE SYMBOLIQUE ? 11. POUR
QUELLES RAISONS CONRAD A-T-IL IGNORÉ HANS À L'OPÉRA ?
COMMENT HANS RÉAGIT-IL À CETTE ATTITUDE, LE SOIR MÊME ET LES JOURS
SUIVANTS ? 12. POURQUOI HANS
A-T-IL TU À SON AMI L'ATTITUDE DE SA MÈRE ? 13. POURQUOI LES PARENTS DE HANS PRENNENT-ILS LA
DÉCISION D'ENVOYER LEUR FILS EN AMÉRIQUE ? QUEL VA ÊTRE LEUR SORT ? 14. QUELLE INFORMATION ESSENTIELLE
CONTIENT LA LETTRE QUE CONRAD ENVOIE À HANS AVANT SON DÉPART EN
AMÉRIQUE ? 15. QUELLE VIE HANS A-T-IL
EN AMÉRIQUE ? 16. SUR QUELLE
SCÈNE LE RÉCIT S'OUVRE-T-IL ? EN
QUOI LA CONSTRUCTION DE CETTE SCÈNE EST-ELLE INTÉRESSANTE ? 17. SUR QUELLE SCÈNE LE RÉCIT SE CLÔT-IL ? EN
QUOI LA CONSTRUCTION DE CETTE SCÈNE EST-ELLE INTÉRESSANTE ? (2 POINTS) 18. EXPLIQUEZ LE TITRE DU ROMAN serieslitteraires.org weblettres.net