Jonathan Safran Foer è nato a Washington D. C.
il 21.2.1977. Considerato non più
una promessa, ma uno dei più talentuosi narratori americani,
divorziato dalla scrittrice
Nicole Krauss - assieme alla quale è stato
tra i curatori del Futuro dizionario d'America, pubblicato nel 2005 da
McSweeney's. Cresciuto in una famiglia fortemente impegnata nell’attivismo
culturale, si è laureato in filosofia all’Università di Princeton, dove ha
ottenuto i primi riconscimenti per il suo talento letterario. Nel 2000, gli è
stato assegnato il premio per la narrativa Zoetrope: All-Story. Il suo primo
libro, Ogni cosa è illuminata, cominciato a 19 anni e pubblicato sei anni dopo,
e per il quale ha fatto un viaggio in Ucraina alla ricerca delle sue origini, ha
subito ottenuto un successo di pubblico mondiale e un vastissimo consenso da
parte della critica internazionale. Nel 2002 il libro ha vinto il National
Jewish Book Award e il Guardian First Book Award. Dal libro è stato tratto un
film omonimo di grande successo.
Safran Foer è stato inoLtre curatore dell’antologia A Convergence of Birds:
Original Fiction and Poetry Inspired by the Work of Joseph Cornell, e le sue
storie sono state pubblicate in Paris Review, Conjunctions e sul New Yorker.
“Seven attempted escapes from silence”, libretto di
Jonathan Safran Foer messo in musica da sette giovani compositori di paesi e
scuole musicali differenti.
rainews24
Hans Sachs - ilvelino.it
Primo Levi e Italo
Calvino sono tra i suoi scrittori preferiti: con Levi condivide
l’ebraismo, con Calvino il gusto per l’immaginifico e il surreale.
Considerato, a poco più di quarant’anni, uno dei più grandi e originali
talenti della narrativa mondiale, animerà un atteso incontro alla Festa
del Cinema, approfondendo, a partire dalla sua opera, il rapporto fra
letteratura e cinema.
Ogni cosa è illuminata -
Molto forte, incredibilmente vicino : Da entrambi i romanzi sono stati
tratti film ... romacinemafest.it - 2018
da bambino scorreva l'elenco telefonico e pensava: «Tra cent'anni questa
gente sarà tutta morta» e forse è per questo che nei suoi libri aleggia sempre
la paura.
luigi mascheroni - ilgiornale.it - 2013
.
legally separated - 2015 -
they have chosen to live in close proximity in order to raise their children .
forward.com
.
FOER - NICOLE ed
il CANE GEORGE
I adopted George (a Great Dane/Lab/pit/greyhound/ridgeback/whatever
mix — a k a Brooklyn shorthair) because I thought it would be fun. As it turns
out, she is a major pain an awful lot of the time.
She mounts guests, eats my son’s toys (and occasionally tries to eat my son), is
obsessed with squirrels, lunges at skateboarders and Hasids, has the savant-like
ability to find her way between the camera lens and subject of every photo taken
in her vicinity, backs her tush into the least interested person in the room,
digs up the freshly planted, scratches the newly bought, licks the about-to-be
served and occasionally relieves herself on the wrong side of the front door.
Her head is resting on my foot as I type this. I love her. Our various struggles
— to communicate, to recognize and accommodate each other’s desires, simply to
coexist — force me to interact with something, or rather someone, entirely “other.”
George can respond to a handful of words, but our
relationship takes place almost entirely outside of language. She seems to have
thoughts and emotions, desires and fears. Sometimes I think I understand them;
often I don’t. She is a mystery to me.
And I must be one to her.
uri.edu -
MY LIFE AS A DOG
-
nytimes.com
festivaletteratura.it
it.wikipedia.org
- FOER E IMPEGNATO NELL'AMBITO
PROTEZIONE ANIMALI E AMBIENTE
- la madre esther ed i fratelli joshua
e franklin sono scrittori
- Jsf sul tema ' Credere al climate
change ' - bookcity 2020 milano
. jsf ospite a Più libri più liberi -
Nuvola dell’Eur - roma - Fiera
Nazionale Editoria 2021
. menzione d’onore - lectio mag.
letteratura e tecnologia - premio bottari lattes grinzane
2023 -
laguida.it/cuori-di-macchina
. riceve TAOBUK AWARD_TAORMINA 2024
Quel che è sogno diventa una realtà che richiede un
nuovo sogno
interviste
Lerner: Ragion per cui un libro fatto solo di alfabeto ti sembrerebbe vecchio,
anacronistico e ci fai impazzire seguendo libri grafici, ondivaghi, in certi
punti bicolori, con le cancellature, tipografici.
Un libro scritto in modo normale, all’antica, non ti basterebbe?
Non è una questione di “abbastanza”. Scrivere libri non è come scrivere una
lettera. Non c’è tanto una destinazione, non c’è da avvicinarsi a un luogo dove
si vuole andare, io mi muovo orizzontalmente nella mia scrittura, e quando ho
scritto “Ogni cosa è illuminata” a ventidue anni, rispecchiava la situazione, il
punto del percorso in cui ero in quel momento.
Quando avevo ventidue anni certe cose mi facevano ridere, mi facevano arrabbiare
e i miei libri rispecchiavano i miei interessi . Lo stesso vale per quando avevo
ventisei anni o adesso, ho preoccupazioni, idee o pensieri del tutto diversi.
Non si tratta di dire “Non è abbastanza l’alfabeto per un libro? ” È come
chiedersi: “Ma non sono abbastanza i biondi che abbiamo al mondo, non ci sono
abbastanza italiani, non è abbastanza prendere il ketchup invece della mostarda?
Non c’è nulla di più capace di affermare la vita della diversità e io come
scrittore in quel regno mi sento libero di tentare di provare nuove cose.
Ad esempio il libro che sto scrivendo adesso non contiene nessun tipo di
immagine. Non è perché ho capito che le immagini non servono, ma perché ora non
ho l’esigenza di inserire delle immagini: voglio dire che come scrittore posso
provare cose diverse e avere un’immaginazione diversificata, e posso fare strade
diverse.
Lerner: In tutto quello di tuo che abbiamo letto fino a oggi c’è tragedia, c’è
guerra, c’è sterminio, la Shoa in “Ogni cosa è illuminata”, ma poi in “Molto
forte, incredibilmente vicino c’è Dresda, Hiroshima e c’e’ incombente quell’11
settembre che non è comparabile con Shoah, Hiroshima, Dresda, ma per noi
contemporanei forse ha un impatto addirittura superiore. Questa è una costante e perchè del tuo lavoro letterario? E ci vedi una concatenazione logica tra tutti
questi eventi?
In effetti mi sono reso conto fin dall’inizio che non avrei mai potuto scrivere
il mio primo libro che non avesse avuto a che vedere con l’Olocausto e proprio
per questo ho iniziato a scrivere. Questa è stata una presenza silenziosa che ha
accompagnato da sempre la mia vita. Avevo una sorta di obbligo. Invece per
quello che riguarda l’11 settembre non volevo raccontare una storia su questo.
Ma come newyorchese ho trovato difficile resistere alla tentazione di scrivere
anche di questo, proprio perché amo scrivere delle cose che mi interessano e mi
piacciono. E soprattutto quando mi propongo qualcosa, ad esempio non scriverò
dell’undici settembre, trovo sempre difficile non attenermi al piano che mi ero
proposto,. E quindi ho sentito che dovevo scrivere anche su quest’argomento.
Ma va fatta una distinzione fondamentale: ci sono interessi temporanei e
interessi permanenti, gli interessi temporanei possono durare un giorno o una
settimana, a volte per tre anni, o anche per decenni. Sono problemi che
conosciamo tutti: la preoccupazione di non riuscire ad innamorarsi, poi magari
si è fortunati, si trova l’amore e quella preoccupazione, proprio perché è
temporanea, se ne va. Poi c’è la preoccupazione dell’invecchiamento, che si
sente in certi momenti specifici della vita. Poi ci sono i problemi permanenti
che si portano dietro per tutta la vita, ed è strano perché questi sono molto
più individuali, personalizzati, diventano una sorta di feticci, qualcosa che ci
si porta dentro: è una sorta di prurito e non si trova mai il dito giusto per
grattarsi. I temi temporanei sono quelli per cui si dice che il tuo libro sembra
che parli della guerra, o dell’innamoramento. Non è vero, i libri si scrivono
sui temi permanenti. La cosa interessante sono le forme in cui condividiamo
questi temi permanenti. Quindi ad esempio sembra che io scriva di eventi
catastrofici o di traumi storici. Ma non credo che i miei libri siano su questo,
Penso che i miei libri siano sulla lotta per i legami con le altre persone, la
ricerca di comodità e sicurezza, la lotta contro la solitudine, il conflitto che
si scatena tra le proprie idee, ciò che si vorrebbe essere, la propria fantasia
e la delusione spesso inevitabile. E questi sono i temi che sento che mi hanno
rappresentato e mi rappresenteranno per sempre in forme diverse. Le forme che
hanno preso nei miei due libri non corrispondono del tutto a me, tanto che non
mi trovo a mio agio a parlarne, non fanno parte dei miei interessi permanenti.
un’identità ancora da scoprire
di Gad Lerner - rainews24
...
oggi cos'è influente ?
L'uomo forte. Anzi, l'uomo
carismatico. Credo che in un certo senso Trump sia molto simile a Obama:
entrambi sono venuti dal nulla, avevano pochissima esperienza ed erano
considerati outsider destinati
all'oblio. Ma
entrambi sanno entusiasmare e usare le parole in modo straordinario,
creando un movimento estremamente fedele come sostegno che difficilmente
cambia idea su di loro. Oggi, più che mai, le elezioni sono una
battaglia di personalità, e non di idee, purtroppo.
antonello guerrera - repubblica
.
l'uomo dei sogni con kevin costner che dialoga con il fantasma del padre
- film di culto in america ma safran foer non ne è propriamente un
ammiratore :
È un po' imbarazzante come scelta, perché
contiene dei momenti troppo sdolcinati, ma all'epoca, pur non capendolo
completamente, lo trovai molto commovente. Lo vidi all'Uptown, con mio
padre, eravamo solo io e lui. Iniziò a piangere durante
quella sequenza, ed è l'unica volta che l'ho visto completamente in
lacrime. L'arte può fare molte cose, sbloccare delle
cose inattese. Forse non avrei scelto quel film se non
l'avessi visto in quelle circostanze. L'ho rivisto e
non mi è piaciuto, è un po' troppo lungo
- jsf max bog -
movieplayer.it - festival del cinema roma
.
.
Vengo a vivere a Roma perché è cosmopolita e intima
caotica e umana
intervista laura piccinini - repubblica.it - 2024
.
wmv
<
video rai
.
MAY BE
IT WAS THE DISTANCE
-
fiction - fb/jsf 2016
.
I have all but given up hope on tech being part
of the solution
I think it
is almost always a part of the problem
-jsf -
fb/strp.nl - 1.10.2020
.
Temo per il popolo ucraino, non per la
minaccia nucleare
www.lastampa.it/minaccia_nucleare
- 2022
www.repubblica.it/safran_foer_il_mio_debito_con_lucraina -
2022
.
.
Whether you cut out
animal products for the entire month or a few meals a day, you're
helping to reduce the effects of climate change. Not a bad way to start
the new year ! fb/jsf - 21.12.2019
.
we are the weather - saving the planet begins at breakfast
-
agosto 2019
facebook.com/laeffetv/videos
- jsf a mantova
Il rischio è di arrivare troppo
tardi, per salvare il Pianeta serve una rivoluzione
-jsf - larepubblica - 2023
.
Nessuno se non noi
distruggerà la Terra e nessuno se non noi la salverà
Noi siamo il Diluvio e noi siamo l’Arca
we are the weather
.
Ci sono quattro cose
importanti che possiamo fare :
volare il meno possibile, non usare l’auto ma i mezzi pubblici o il car
sharing, controllare il sovrappopolamento e mangiare meno prodotti di
origine animale perché gli allevamenti intensivi sono una delle
principali cause di ogni problema ambientale .
-JSF . Un romanzo non è uno
sforzo per risolvere un problema, ma per esprimerlo. Mentre nel saggio
conosco l’argomento, non è altrettanto intuitivo o naturale, è molto
ponderato . Ma in entrambi i generi parlo di qualcosa che mi
turba, qualcosa di irrisolto o agitato .
Scrivere è il modo
migliore che conosco per affrontare
quella sofferenza e andare verso una soluzione . Un libro
crea un contesto per riflettere in modo lento e sensibile, cosa che la
vita di tutti i giorni non ci permette sempre di fare .
Un contesto per sentire più a fondo di quanto facciamo di solito, e
questo vale sia per lo scrittore che per il lettore .
-JSF
cecilia mastrogiovanni - intervista di
oliviero ponte di pino - libreriamo.it - 2020 - bookcity milano
.
... 'emergenza climatica' e non 'cambiamento climatico'. cosa ne pensa ?
sono d'accordo. anche io nel libro
adotto un'espressione forte come 'crisi del pianeta'. fare
attenzione al linguaggio non
sarà una mossa decisiva ma sarà utile.
pressreader.com/italy
- intervista corsera - alessia
rastelli - 2019
Tutti quelli che
conosco concordano sul fatto che il cambiamento climatico sia causato
dalle attività umane. Siamo anche tutti d’accordo su quanto il tema sia
importante, che non ci sia nulla di più urgente.
Eppure non facciamo
quasi nulla. Il che è tragico, e lo sarà ancora di più per le
generazioni future.
-JSF
roberta scorranese - 27esimaora.corriere.it -
2019
Per me è ovvio che
m’importa del destino del pianeta, ma se tempo ed energie investite sono
indici dell’importanza di una cosa, è innegabile che m’importa di più
del destino della squadra di baseball dei Washington Nationals.
-JSF
...
Oltre alla riduzione
di consumo di carne Foer suggerisce altri tre rimedi.
Non viaggiare in aereo. Niente auto.
Fare meno figli.
. Non propongo una
legge che proibisca di riprodursi ma la matematica demografica ci
impone una riflessione. Magari, dopo due figli, meglio
considerare di adottare uno dei tanti bimbi abbandonati nel mondo.
-jsf
repubblica.it - 2019
L’unica cosa che non va bene è non fare nulla .
... Non era mia intenzione
scrivere dell’alimentazione, il mio obiettivo era il cambiamento
climatico, ma ho presto scoperto che sono la stessa cosa
-jsf
elena asquini - illibraio.it - 2019
TO FIGHT CLIMATE CHANGE, FOCUS ON THE MEAL RIGHT
IN FRONT OF YOU
fb/jsf - 2019
Possiamo salvare il mondo prima di
cena
Il nuovo libro di Jonathan Safran Foer parte dal
punto in cui si concludeva «Se niente importa», ampliando il discorso a
temi più vasti e urgenti, che non riguardano più solo le scelte etiche
nel campo dell'alimentazione, ma in generale l'impatto devastante che lo
stile di vita dell'uomo occidentale è destinato ad avere sul nostro
pianeta. Come Jan Karsky, il «testimone inascoltato» che cercò di
raccontare al mondo l'orrore dell'Olocausto e non venne creduto, Foer si
fa ambasciatore dei rischi che ci minacciano ... Una catastrofe
annunciata incombe sulla Terra, anzi è già in corso: basti pensare al
riscaldamento globale, causato in parte dall'allevamento intensivo e
dalle sue scorie. Che cosa accadrà quando la Cina e l'India passeranno a
un'alimentazione carnivora come quella del Primo Mondo, considerando che
già ora gli animali da allevamento occupano metà della superficie
abitabile? E ancora: che cosa penserebbe un alieno della sconsideratezza
con cui i terrestri trattano la Terra? amazon
unilibro - 2019
Il grande scrittore Jonathan Safran Foer era già
andato oltre i confini del romanzo con “Se niente importa” e continua la
sua indagine sociale e politica con “Possiamo salvare il mondo, prima di
cena. Perché il clima siamo noi.” Se in “Se niente importa” aveva
raccontato e denunciato le scelte meno etiche nel campo
dell’alimentazione, qui si allarga alle scelte più vaste legate alla
sostenibilità ambientale. Se continuiamo così, senza ascoltare ciò che
ci dice la scienza, la terra avrà poche possibilità di sopravvivere. Ma
a cosa è dovuta questa tendenza dell’essere umano a non volere credere
alle tragedie imminenti? Se lo chiede Safran Foer paragonando questa
tragedia a cui stiamo andando incontro a quella della Shoah e alla
testimonianza inascoltata dell’ebreo polacco Jan Karsky che continuava a
denunciare l’orrore dei campi di sterminio senza essere creduto.
L’essere umano è così, preferisce non guardare o spostare lo sguardo
oltre pur di non accettare l’inaccettabile. Lo stesso sta accadendo alla
Terra e alla catastrofe annunciata su di essa. Il riscaldamento globale,
l’inquinamento: ogni cosa ci parla di una fine che arriverà presto, la
domanda da farsi allora è: a cosa dobbiamo rinunciare per salvare la
terra? Ma soprattutto, quando c’è in gioco la nostra sopravvivenza come
specie, qual è il confine tra rinuncia e sacrificio? Jonathan Safran
Foer si pone queste e molte altre domande, rimanendo incredulo nel
vedere che i Governi non fanno niente per risolverle. In “Possiamo
salvare il mondo, prima di cena” però non vuole darsi per vinto e offre
un ultimo disperato grido di allarme.
libreriauniversitaria.it - 2019
.
... sarà anche un mito neoliberista attribuire
alle decisioni individuali un potere supremo, ma non attribuire alle
decisioni individuali alcun potere è un mito disfattista. Tanto le
azioni macro quanto quelle micro hanno un potere, e quando si tratta di
contrastare la distruzione del pianeta è immorale liquidare l’una o
l’altra e proclamare che siccome non si può ottenere il massimo non si
deve tentare di arrivare al minimo .
.
It
can be tempting to see our actions as futile unless we're "perfect" or
go all in - become vegan, never fly, never drive. But our environmental
impact isn't an on / off switch, it's a dial that can be adjusted.
Choosing to eat less meat and fewer animal products minimizes your
impact on the climate. Don't worry about whether or
not you can go vegan. Instead, focus on the meal in
front of you. Just choose something different
this time. Over time, those meals add up. Will it be
perfect ? No . Will it be impactful ?
Yes . #eatdifferently -
fb/jsf - 30.9.2019
With the climate
crisis, so much depends on just two degrees . Every action
matters—especially eating plant-based meals . as with body
temperature, a few degrees can be the difference between health and
crisis .
#eatdifferently
-
fb/jsf - 11.10.2019
.
presentazione libro - 9.9.2019 - Anteo Spazio
Cinema -milano
ADATTAMENYTO TEATRALE febbraio 2022 A MILANO
JSF PRESENTE AL FESTIVAL LETTERATURA
MANTOVA 2019 E AD ASPETTANDO IL SALONE TORINO AULA MAGNA - 10.9.2019
A RAVENNA PER ANNIVERSARIO DI DANTE - PALAZZO
CONGRESSI - 8.9.2019
PRESENtE AL BOOKCITY MILANO 2020 - Credere al
climate change
.
È come
quando i tuoi figli fanno rumore nella stanza accanto, per un po’ si
riesce a sopportare, poi a un certo punto un genitore non ce la fa più e
dice 'Basta !' . questo libro è il
mio personale 'Basta !'.
Non è sufficiente essere interessati al clima, bisogna pensare di fare
qualcosa. non possiamo aspettare che i governi agiscano al
posto nostro . jsf
giorgia mecca - torino.corriere.it - salone
del libro torino 2019
A riprova del fatto che abbiamo tutte le
informazioni disponibili, eppure ancora non ci entra in testa: i
cambiamenti climatici rappresentano la più grave emergenza che l’umanità
si trovi davanti. E per colpa propria: nella storia ci sono state cinque
estinzioni di massa, ma determinate da un evento naturale … C’è una
distanza abissale tra le conoscenze e le misure che prendiamo. Il mio
saggio nasce da questa consapevolezza.
- jsf le tre immagini più
terrorizzanti (e, quindi, più convincenti) del futuro prossimo?
Venezia, New York e Miami sommerse. La
scomparsa totale dell’Amazzonia, delle barriere coralline.
maria laura giovagnini -
iodonna.it/jonathan-safran-foer
- 2019.
There came a point at
which the inhabitants of Mars
were no longer able to deny the warming of
their planet or the scale of the destruction to come. In a last,
desperate attempt to maintain their civilization, they dug vast canals
connecting the poles of the planet to the expanse of scorched land that
covered the rest of its surface. The annual melt of the polar ice caps
would produce water to grow enough crops to sustain at least another
generation. ... After the Roman
Empire’s fall, exotic plants bloomed
across the Colosseum’s bloodstained ground, plants found nowhere else in
Europe. They overcame the balustrades, choked the columns, relentlessly
grew and grew. For a time, the Colosseum was the world’s greatest
botanical garden, if an unintentional one. The seeds had been
unknowingly transported in the pelts of the bulls, bears, tigers, and
giraffes brought from thousands of miles away for the gladiators to
slaughter. The plants occupied the Roman Empire’s absence. ...
The planet will get revenge on us, or
we will be the planet’s revenge .
https://fsgworkinprogress.com/2019
- book excerpt - fb/jsf - 5.10.2019
.
Non
era mia intenzione scrivere dell’alimentazione, il mio obiettivo era il
cambiamento climatico, ma ho presto scoperto che sono la stessa cosa
.
illibraio.it/cambiamento-climatico - 2021
.
amazzonia
. guerra ambientale ? .
Sì. .
chi la vincerà ?
. Spero noi che abbiamo a cuore il pianeta.
Perché stavolta davvero non c'è più tempo da perdere. Ci sono due fronti
in questa guerra. repubblica.it -
2019
Il 91 per cento della
deforestazione in Amazzonia è causata dall’agricoltura che ruota attorno
all’allevamento di animali. Sia per fare spazio al pascolo e
all’industria sia per coltivare mangime. Di fatto quando mangi carne è
come se firmassi un’autorizzazione in bianco per qualcuno col mandato di
andare a distruggere l’Amazzonia.
la7.it - 2019
.
JSF Plan :
- Eat vegan for breakfast and lunch,
vegetarian for dinner - No flying for vacations in 2020 - Limit
cab rides to 3 per week - Devote one full day per week to
volunteering for 350.org and NYC public school climate awareness
fb/jsf - 2.9.2019
Human health and planetary health go hand in hand
And eating plants is a win-win for both
parties ( Just go easy on the sugar )
fb/jsf - 31.10.2019
HERE I AM -
eccomi
Il titolo
stesso del libro è un riferimento a uno dei brani più importanti della
Torah: secondo la Genesi infatti, “Eccomi” è la risposta di Abramo alla
richiesta di Dio di sacrificare il figlio Isacco. Il romanzo è
ambientato a Washington DC, negli Stati Uniti, in epoca contemporanea, e
i protagonisti sono una famiglia ebrea americana: una coppia in crisi
matrimoniale e i suoi tre figli. Mentre la famiglia sembra sfaldarsi
progressivamente, arrivano da Israele alcuni parenti per partecipare al
bar mitzvah di uno dei figli. La storia diventa tragica quando un forte
terremoto colpisce il Medio Oriente e Israele viene invaso. La storia –
secondo il New York Times – potrebbe anche avere tratti autobiografici
visto la recente separazione di Foer dalla moglie
Nicole Krauss,
anch’essa scrittrice, con cui ha avuto due figli.
ilpost.it - 2015
HERE I AM is a maddening,
messy, marvelously contradictory novel: a passionate hymn to complacency;
a wildly overreaching defense of modesty and caution; a big, bombastic
celebration of the smallness of life.
fb/jsf - 17.8.2016
.
Jacob e Julia non erano mai stati di
quelli che si oppongono per principio alle convenzioni, ma non si erano
neppure mai immaginati di diventare così convenzionali: avevano preso
una seconda macchina (e l’assicurazione della seconda macchina); si
erano iscritti a una palestra con un’offerta di corsi di venti pagine;
avevano smesso di fare la dichiarazione dei redditi congiunta; ogni
tanto avevano mandato indietro una bottiglia di vino; avevano comprato
una casa con i doppi lavandini (e l’assicurazione sulla casa); avevano
raddoppiato saponi e dentifrici; si erano fatti costruire uno steccato
di tek per i bidoni della spazzatura; avevano sostituito la cucina con
una più bella; avevano fatto un figlio (e avevano fatto l’assicurazione
sulla vita); avevano ordinato vitamine dalla California e materassi
dalla Svezia; avevano comprato vestitini bio il cui prezzo, diviso per
il numero di volte in cui erano stati indossati, in pratica rendeva
necessario fare un altro figlio per ammortizzarli .
illibraio.it
- read on line
.
.. quando
ha deciso di tirare in ballo abramo?
Fin dall’inizio ho avuto in testa quella
frase: eccomi, sono qui, puoi contare su di me. Ma solo alla fine è
diventata titolo. Cambiando la prospettiva del libro.
eccomi esce da noi prima che negli
usa .. come
mai questo amore per l’italia?
Amo il Paese, la cultura, gli autori, da
Primo Levi a Calvino. C’è un rapporto speciale con la gente – la lettura
più memorabile l’ho fatta al Foro Romano – ma soprattutto con Guanda: il
primo editore straniero che ha creduto in me, ai tempi della mia opera
prima.
massimo gaggi - iodonna.it - 2016
words don't fail us - time does
According to the New York
Times, which reported its acquisition by US press Farrar, Straus and
Giroux, the title is drawn from the book of Genesis, in which Abraham is
tested by God and asked to sacrifice his son Isaac:
After these things God tested Abraham. He
said to him, ‘Abraham !’ And he said, ‘Here
I am.’
He said, ‘Take your son, your only son Isaac, whom you love, and go to
the land of Moriah, and offer him there as a burnt offering on one of
the mountains that I shall show you.’
theguardian.com - 2015
ECCOMI
tratti
autobiografici e narrare delle vicissitudini familiari dell’autore, come
la recente separazione dalla moglie
Nicole Krauss.
Protagonista del libro è infatti una famiglia ebrea americana, lo
scenario è quello di una coppia in crisi, della quale vedremo evolversi
le dinamiche all’arrivo di alcuni parenti da Israele.
ilquorum.it - guanda - 2016
.
Come riconosciuto dall’autore
stesso, i suoi personaggi aspirano a grandi gesta;
agognano l’assoluto, il senso ultimo, il significato risolutivo nelle
circostanze con cui devono confrontarsi tutti i giorni.
Eppure non c’è nulla di donchisciottesco, di incosciente nella loro
visione del mondo . lindiceonline - 2016
.
Ciò che
distingue questo romanzo dai miei precedenti è che ora presto molta
attenzione a delle piccole cose: nei miei libri precedenti c'erano
grandi voci, grandi immagini, grandi gesti. Questo romanzo, che è lungo
il doppio degli altri, si concentra invece molto di più sulle piccole
cose.
askanews.it - 2016
TOP 10 BOOKS - new york times - 2016
this is mr foer's
best and most caustic novel, filled with so much pain and regret that
your heart sometimes struggles to hold it all .
dwight garner - the new york times
-
PRESENTATO in ITALIA AL FESTIVAL DELLA LETTERATURA DI MANTOVA
e al CIRCOLO LETTORI TORINO - 2016
.
-
Eccomi ha vinto la Classifica di Qualità
de 'la Lettura' - V edizione - supplemento culturale del Corriere della
Sera
incontro con l'autore
al piccolo teatro
di milano - 2017
'
Questo per me non è un premio come tanti. Cambierà la concezione che ho
di me.
Non mi farà
semplicemente sentire meglio con me stesso ma mi spingerà a scrivere
ancora
...
Voglio autenticità, per me e per voi '
corriere.it - 2017
... NON E LA
MIA VITA MA SONO IO
- It's not my life but it's
me -jsf
.
here i am
who we are, who we are wholly there for,
and how that
more than anything else, defines our identity
- Aver
scritto il libro non significa che ci abbia riflettuto nel modo in cui
sono portato a fare quando un giornalista mi pone delle domande
-
.
eccomi è il titolo del libro ma nella sua vita quando ha pronunciato
questo tipo di 'eccomi, sono qui'?
Non so rispondere esattamente. È ovvio che
è una frase che ha significati e sfumature diversi a seconda dei
contesti. Ed è una frase che necessariamente deve essere rivolta a
qualcuno. Quindi man mano che la nostra vita cambia, si dice a persone
diverse e alle quali ci si vuole presentare in maniera incondizionata.
Non so se l’ho mai detto in quei modi e in quei termini. Sicuramente la
mia vita è una costante ricerca, è un tentativo di diventare un uomo con
una propria identità e completamente integrato con se stesso.
e l’italia?
In Italia ho vissuto i momenti più belli
come scrittore. Ho fatto una lettura al Foro Romano e una Mantova anni
fa. Non solo sono state le più belle letture che ho avuto in vita mia,
ma probabilmente fra i ricordi più indelebili della mia esistenza.
.
quando mio
nonno arrivò in america, cambiò il suo cognome da Blumenberg in Bloch.
mio padre è stato il primo della nostra famiglia ad avere un 'nome
inglese' e un ' nome ebraico '.
quando divenni scrittore, sperimentai versioni diverse del mio nome:
vari usi delle iniziali, l'inserimento del mio secondo nome, pseudonimi.
più ci allontanavamo dall'europa, più erano le identità tra cui dovevamo
scegliere .
pag 560
.
Alimentarono le loro vite interiori in
privato. Julia progettava case per se stessa; Jacob lavorava alla sua
bibbia e si era comprato un secondo telefono, e tra loro si era
innescato un ciclo distruttivo: con l’incapacità di Julia di esprimere
pulsioni, Jacob era diventato sempre meno sicuro di essere desiderato e
sempre più timoroso di rischiare il ridicolo, e così la distanza tra la
mano di Julia e il corpo di Jacob era ulteriormente aumentata, senza che
Jacob avesse parole per definirla. Il desiderio era diventato una
minaccia - un nemico - nella loro vita domestica .
...
Comunque, quando i miei genitori sono venuti a
parlare con il rabbino Singer, non mi hanno detto: ' Eccoci ' .
Hanno chiesto: ' Cos’hai fatto ? ' - avrei voluto che mi avessero
almeno concesso il beneficio del dubbio, perché me lo merito. Tutti
quelli che mi conoscono sanno che faccio un casino di errori, ma sanno
anche che sono una brava persona. Ma non è perché sono una brava persona
che merito il beneficio del dubbio, è perché loro sono i miei genitori
che avrebbero dovuto concedermelo.
...
Era abbastanza brava a tenere
a bada il traboccare del suo risentimento, abbastanza brava, persino, a
reprimere i comportamenti passivo-aggressivi, ma a un certo punto i
requisiti necessari per essere una brava persona ispirano odio per se
stessi e per gli altri.
eccomi
illibraio.it
- 2016
ad un certo punto max dice: 'è facile essere vicini ma è quasi
impossibile rimanere vicini'. ci rassicuri: ce la possiamo fare?
Alcuni ci riescono. Non è la cosa più
facile del mondo, secondo me, però alcuni ce la fanno. Ho chiesto a
un’amica che ha una relazione che dura da più di 20 anni come ci è
riuscita. E mi ha risposto che lui aveva un'aura di mistero e che c'era
sempre stato, e c'era tuttora, qualcosa di lui che non capiva. Sono
riusciti a stare vicini mantenendo un po' di distanza. Forse è questo
l’errore di Jacob e Julia: non permettersi la distanza e considerarla
una cosa negativa.
marta cervino - marieclaire.it - 2016
intervista -
LA GUERRA -
corriere.it/famiglia-ucraina-salvo-mio-nonno-ebreo-loro-devo-vita
- 2022
PER ILLUMINARE UNA STANZA BUIA BISOGNA CHE LA
PORTA SI APRA
*
SE NIENTE IMPORTA NON C'E NIENTE DA SALVARE
www.eatinganimals.com
Se io abuso del logo di una grande azienda, potrei persino finire in
galera; se una grande azienda abusa di miliardi di
polli la legge non protegge i polli, ma il diritto dell'azienda di fare
quello che vuole . È questo che succede quando
si negano i diritti degli animali . È pazzesco che l'idea
dei diritti degli animali sembri pazzesca a qualcuno .
Viviamo in un mondo che considera normale trattare gli animali come
pezzi di legno e considera estremistico trattare gli animali come
animali .
...
Niente -- non una conversazione, non una stretta di mano e neppure un
abbraccio -- fonda un'amicizia con tanta forza come mangiare
insieme. Forse è un fattore culturale .
Forse è un'eco dei banchetti collettivi dei nostri antenati .
Da un certo punto di vista, il perché di un mattatoio è tutto qui .
Sul piatto di fronte a me c'è il fine che promette di giustificare tutti
i sanguinari mezzi della porta accanto .
se niente importa
EATING ANIMALS
- film dal 2012
Jonathan Safran Foer wrote two of the most zealously admired novels of
recent years, Everything is Illuminated and Extremely Loud and
Incredibly Close. But for his third book, the nonfiction Eating Animals,
the vegetarian and occasional vegan turned to long
time personal
questions about his diet.
In a recent interview with TheYoungAndHungry.com, Foer deflected
questions about the new book but offered an outline of what we can
expect. He said the book makes “a pretty broad argument,” which began as
a personal narrative and eventually became “an argument for other
people.”
Jeffrey Bloomer - pastemagazine.com
circa
320.000.000 commenti su Huffingtonpost.com
tuttolibri - lastampa.it
nelle
università americane ci sono più vegetariani che cattolici. Il 20% degli
studenti si definisce vegetariano.
libri.forpassion.net
SE NIENTE IMPORTA - EATING
ANIMALS
Mr. Foer, che cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
«Credo che molti di
noi non si pongano il problema di ciò che arriva in tavola. Non che non
gliene importi. Preferiscono non farlo. Io ho capito di volerlo fare
dopo la nascita di mio figlio. E più approfondivo le mie ricerche, più
mi rendevo conto che ciò che stavo scrivendo aveva sì a che fare col
dolore e la sofferenza degli animali, ma anche con altre cose: la
qualità dell’acqua che beviamo e dell’aria che respiriamo, gli
antibiotici che assumiamo senza saperlo, il riscaldamento globale, la
fame nel mondo. Mangiare animali significa toccare tutte queste
questioni. Che riguardano ciascuno di noi, e il futuro dei nostri
figli».
Lei cita Derrida, che riguardo alla violenza su scala mondiale
esercitata sugli animali dice: «Gli uomini fanno tutto ciò che possono
per nascondere questa crudeltà».
E ricorda
Henry Ford, che imparò a montare le auto vedendo come nei mattatoi si
smontavano le mucche.
«La questione centrale è che un animale non
è un’auto: noi non mangiamo auto, e non le facciamo mangiare ai nostri
figli. E la tragedia è che si pensa all’industria alimentare come se
fosse una qualsiasi altra impresa capitalista. Invece non è così. Basti
pensare a quanto precocemente oggi le ragazzine arrivano alla pubertà:
con la carne assumono ormoni. Una delle persone che ho intervistato mi
ha detto: “Usiamo i nostri figli come cavie”. È vero».
giuseppe
culicchia - lastampa.it
Pensare ai cani rispetto agli
animali che mangiamo è un modo per guardare di sbieco e rendere visibile
l’invisibile.
Jonathan Safran Foer, da piccolo, trascorreva il
sabato e la domenica con sua nonna. Quando arrivava, lei lo sollevava
per aria stringendolo in un forte abbraccio, e lo stesso faceva quando
andava via. Ma non era solo affetto, il suo: dietro c’era la
preoccupazione costante di sapere che il nipote avesse mangiato a
sufficienza. La preoccupazione di chi è quasi morto di fame durante la
guerra, ma che è stato capace di rifiutare della carne di maiale che
l’avrebbe tenuto in vita perché non era cibo kosher, perché «se niente
importa, non c’è niente da salvare». Il cibo per lei non è solo cibo, è
«terrore, dignità, gratitudine, vendetta, gioia, umiliazione, religione,
storia e, ovviamente, amore».
Una volta diventato padre, Foer ripensa a questo insegnamento e inizia a
interrogarsi su cosa sia la carne, perché nutrire suo figlio non è come
nutrire se stesso, è più importante. Questo libro è il frutto di
un’indagine durata due anni che l’ha portato negli allevamenti
intensivi, visitati anche nel cuore della notte, che l’ha spinto a
raccontare le inaudite e inutili violenze sugli animali durante la loro
breve vita, a descrivere come vengono uccisi, per diventare il nostro
cibo quotidiano.
In un libro che è insieme racconto, inchiesta e testimonianza, Foer
invita tutti alla riflessione, indicando nel dolore degli animali – e
soprattutto nella nostra sensibilità verso chi è «inerme» e «senza voce»
– il discrimine fra umano e inumano, fra chi accetta senza discutere le
condizioni imposte dall’allevamento industriale e chi le mette in
discussione.
ibs
Perché mangiamo gli animali? L’autore si è posto
questa domanda per la prima volta a nove anni, di fronte alla sua
baby-sitter che non mangiava pollo. Quando il piccolo Jonathan le
domandò il motivo, lei rispose che non voleva fare del male a nessuno.
Difficile per il bambino darle torto. Una lettura che
cambierà il
vostro modo di guardare la carne che avete nel piatto!
unilibro
FESTA DEL LIBRO
Jonathan Safran Foer erede di
Mark
Twain.... tra i più promettenti della new generation nel suo libro “Se
niente importa” denuncia le sofferenze degli animali e il delirio
moderno dell’allevamento intensivo:
“Se le nostre
modalità di allevamento del bestiame a scopi alimentari non sono il
problema numero uno al mondo, sono sicuramente la causa numero uno del
riscaldamento globale: dai rapporti delle Nazioni Unite risulta infatti
che le attività legate all’ allevamento del bestiame generano più
emissioni di gas serra di tutti i mezzi di trasporto presi insieme.”
.... il 99 per cento del cibo consumato
sulle tavole americane proviene da allevamenti intensivi di animali, che
incidono sul riscaldamento globale e sul cambiamento climatico, ma
aspetto cruciale sarebbero le indicibili torture a cui devono venir
sottoposti i condannati al macello, atrocità intollerabili se fossero
perpetrate ai danni di cani o gatti. Foer ricorda l’esempio di sua
nonna, che nonostante fosse stremata dalla fame appena finita la guerra,
rinunciò a mangiare un pezzo di carne offertole perché non era kosher,
violava le regole ebraiche.
“Se niente importa, allora non c’è più
nulla da salvare”.
anna esposito - periodicoitaliano.info
... Foer non
vuole porre questioni filosofiche, non sanziona come giusto o sbagliato
il mangiare carne, ma mette in fila fatti documentati e motivazioni
individuali che arrivano a una conclusione inoppugnabile
ad essere sbagliato è il modo in cui lo
facciamo.
diego carmignani - terranews.it
Foer ha cercato di visitare
allevamenti per tre anni. A volte c’è
entrato di nascosto, di notte, ha assistito a spettacoli orribili. Non è
riuscito, come quasi tutti gli altri autori di libri-denuncia
sull’industria alimentare, a visitare un mattatoio. Ma ha intervistato
moltissimi addetti che ci lavoravano. Il risultato, il libro, è – parole
del New York Times - «un ritratto devastante della crudeltà sistematica
e della sinistra segretezza dell’industria agroalimentare americana».
Alla fine dell’inchiesta-percorso personale, Foer è un vegetariano
convintissimo .... Vegetariano non solo per salutismo e animalismo: per
una questione di giustizia sociale: «Abbiamo accettato l’allevamento
industriale per gli stessi motivi per cui le nostre culture hanno
relegato le minoranze al ruolo di membri di serie B della nostra società
e tenuto le donne al servizio degli uomini». Insomma, perché è
economicamente molto più conveniente. Foer concede che «l’oppressione
degli umani è diversa dall’abuso di aninali». ...
maria laura rodotà - corriere.it
Amo il sushi - amo il pollo
fritto - amo le bistecche Ma il mio amore
ha un limite
I love sushi - I
love fried chicken - I love steak But there
is a limit to my love
... Foer's purpose throughout his novel is to expose the
unfortunate truths of big business meat production.. The typical cage
for egg-laying hens has 67 square inches of space. NOT to advocate
vegetarianism as the title may suggest. Bycatch: Marine wildlife caught
unintentionally in a fishery while intending to catch a specific species.
Foer makes use of the rhetorical appeals Ethos and Pathos in his work,
and a casual, yet critical and connected tone. “Imagine being served a
plate of sushi. But this plate also holds all of the animals that were
killed for your serving of sushi. The plate might have to be five feet
across.” “Do you eat chicken because you are familiar with the
scientific literature on them and have decided that their suffering
doesn't matter, or do you do it because it tastes good?”
... I love sushi, I love fried chicken, I love steak. But there is a
limit to my love ...
amanda wagner - prezi.com
.
.
NON SONO SICURO MA E' TARDI
.
OGNI COSA È ILLUMINATA
- FILM USA NEL 2005 E VERSIONE TEATRALE ITALIANA NEL 2014 -
VIDEO
IL PERSONAGGIO DEL FILM SI CHIAMA ANCH’EGLI
JONATHAN SAFRAN FOER E COMPIE UN VIAGGIO NELLA MEMORIA PER RICOSTRUIRE
LA VITA DEL VILLAGGIO DI TRACHIMBORD UNO DEI NUMEROSISSIMI SHTETL
BRUCIATI E DIMENTICATI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE.
notizie.alguer.it - 2012
CON UNA VECCHIA FOTOGRAFIA IN MANO, UN GIOVANE STUDENTE EBREO AMERICANO
INTRAPRENDE UN VIAGGIO IN UCRAINA ALLA RICERCA DELLA
DONNA CHE (FORSE) HA SALVATO SUO NONNO DAI NAZISTI. AD ACCOMPAGNARLO
SONO IL COETANEO ALEX, DELLA LOCALE AGENZIA "VIAGGI TRADIZIONE", SUO
NONNO - AFFET TO DA UNA CECITÀ PSICOSOMATICA MA SEMPRE AL VOLANTE DELLA
LORO AUTO - E UN CANE PUZZOLENTE. IL RACCONTO ESILARANTE, MA A TRATTI
ANCHE STRAZIATO, DEL LORO ITINERARIO SI ALTERNA A UNA VERA E PROPRIA
SAGA EBRAICA, CHE RIPERCORRE LA STORIA FAVOLOSA DI UN VILLAGGIO UCRAINO
DAL SETTECENTO FINO ALLA DISTRUZIONE AVVENUTA A OPERA DEI NAZISTI. UN
VIAGGIO IMMAGINOSO AGGRAPPATO AI FILI DELLA MEMORIA, FILI IMPREGNATI DI
VITA VERA, STORIE D'AMORE, VICENDE TRAGICHE E FARSESCHE. UN MODO TUTTO
NUOVO DI RILEGGERE IL PASSATO PER ILLUMINARE IL NOSTRO PRESENTE.
DICE DI NON ESSERE MAI STATO PARTICOLARMENTE INTERESSATO ALLA STORIA DI
FAMIGLIA E NON AVER MAI DATO PESO ALLE SUE ORIGINI EBREE. POI ANDÒ IN
UCRAINA CON UN VECCHIO FOTOGRAFO E SI RITROVÒ A SCRIVERE UN LIBRO
SPROFONDATO NELLA CULTURA EBREA.
UNO DEI MAGGIORI VANTAGGI DELLA SCRITTURA
È CHE TI DA LA POSSIBILITÀ DI VEDERE CHI SEI. HO SCRITTO DI MOLTE COSE
IN CUI NON SAPEVO DI ESSERE INTERESSATO PRIMA DI SCRIVERE IL LIBRO, COME
L'ESSE RE EBREO, COME LA STORIA DI FAMIGLIA; QUINDI VEDI L'EVIDENZA ED È
COME SE IO NON FOSSI QUELLO CHE PENSAVO DI ESSERE. PENSO CHE SPESSO CI
SBAGLIAMO CIRCA QUEL CHE SIAMO. UNA DELLE COSE BELLE DELLA SCRITTURA È
CHE SEI SPINTO A DARE UNO SGUARDO AL TUO IO INDIFESO.
berit keyes - trad emanuele minasi -
threemonkeysonline.com
OGNI COSA È ILLUMINATA -
JONATHAN SAFRAN FOER, UN GIOVANE STUDENTE
EBREO AMERICANO, SI RECA IN UCRAINA PER CERCARE AUGUSTINE, DONNA CHE
CONOSCE SOLO TRAMITE UNA FOTO, E CHE HA GIOCATO UN RUOLO FONDAMENTALE
NEL PASSATO DI SUO NONNO SAFRAN, SALVATO PER MERITO DI LEI, DAI NAZISTI.
IL VIAGGIO È RACCONTATO DA ALEXANDER PERCHOV, COMPAGNO D'AVVENTURA DI
JONATHAN, IL CUI PADRE GESTISCE A ODESSA UN'AGENZIA DI VIAGGI CHE
ORGANIZZA PERCORSI IN LUOGHI RICCHI DI RICORDI EBREI. NEL VIAGGIO CI
SONO ANCHE IL NONNO DI ALEX, FINTO CIECO, "SOPRAVVISSUTO" ED EBREO CHE
HA CANCELLATO LA SUA "EBRAICITÀ" FINO A TRASFORMARLA IN RABBIOSO
ANTISEMITISMO, E LA CAGNETTA “PSICOPATICA” SAMMY DAVIS JR. JR. IL
VIAGGIO SI CONCLUDE NELLA CASA DELLA SORELLA DI AUGUSTINE, IMMERSA IN UN
IMMENSO CAMPO DI PAPAVERI.
giuseppe riefolo - spiweb.it
.
Ogni mattina si svegliava con il
desiderio di far bene, di essere un uomo buono e avveduto :
di essere - nella semplicità del suono e nell’impossibile realtà della
parola - felice . E nel
corso di ogni giornata il cuore gli calava dal petto nello stomaco .
Al primo pomeriggio era oppresso dalla sensazione che niente fosse
giusto o meglio niente fosse giusto per lui e dal desiderio di essere
solo . A sera era appagato : solo, nella
illimitatezza del suo dolore; solo nella sua colpa senza scopo;
solo, perfino nella solitudine .
Non sono triste, io, si ripeteva tante volte .
Non sono triste . Non sono triste .
Perché la sua vita serbava un potenziale illimitato di felicità, in
quanto era una stanza bianca e vuota . Si addormentava
con il cuore ai piedi del letto, come un animale domestico che non
faceva parte di lui . E ogni mattina si svegliava con il
cuore di nuovo nel forziere della sua gabbia toracica, divenuto un po’
più greve, un po’ più debole, ma ancora in grado di pompare sangue .
E a metà pomeriggio era di nuovo sopraffatto dal desiderio di essere
altrove, di essere un altro, di essere un altro altrove .
Non sono triste, io . ... Dio ama
i plagiari .
E
così sta scritto : ' Dio creò l'uomo a Sua immagine, a immagine di Dio
lo creò '. Dio è il plagiario originale .
Con carenza di fonti ragionevoli da cui rubacchiare - l'uomo creato a
immagine di che ? Degli animali ? -
la creazione dell'uomo fu un plagio riflessivo; Dio depredò lo specchio
. Quando operiamo un plagio, creiamo a nostra volta a
immagine e partecipiamo del compimento della Creazione .
...
A volte mi viene la tentazione di picchiare Brod,
pensa fra sé, non perché lei si comporti male, ma perché la amo tanto .
Ed è un segreto anche questo. Ricopre la finestra della sua stanza da
letto con un panno nero . Avvolge il calendario in carta
nera, come se fosse un dono . Legge il diario di Brod mentre
lei fa il bagno, che è un segreto, ed è una cosa terribile, lo sa, ma ci
sono alcune cose terribili cui un padre ha diritto, anche un padre
fasullo .
...
Brod scoprì seicentotredici tristezze,
ciascuna assolutamente unica, ciascuna una singola emozione, non più
simile a qualunque altra tristezza di quanto fosse simile all’ira,
all’estasi, ai sensi di colpa e alla frustrazione. Tristezza dello
Specchio. Tristezza degli Uccelli Addomesticati. Tristezza di Esser
Triste di fronte a un Genitore. Tristezza dell’Umorismo. Tristezza
dell’Amore senza Scioglimento. Era come chi sta per annegare, e si
dibatte, si protende verso qualunque cosa possa salvarlo. La sua vita
era una lotta pressante e disperata per giustificare la sua vita. La
vita di Brod fu una lenta assimilazione del fatto che il mondo non era
per lei; che, quale ne fosse la ragione, non sarebbe mai stata nel
contempo felice e sincera. Aveva la sensazione di tracimare, di produrre
e accumulare sempre più amore dentro di sè. Ma senza mai
scioglimento. Tavolo, incanto dell’elefante di avorio, arcobaleno,
cipolla, acconciatura, mollusco, Settimo Giorno, violenza, pellicina,
melodramma, fossato, miele, sottocoppa … niente di tutto questo valeva a
smuoverla. Si rivolgeva al suo mondo in onestà, alla ricerca di qualcosa
che meritasse le quantità di amore che sapeva di avere dentro, ma a ogni
cosa diceva: non ti amo. E dunque si doveva accontentare dell’idea
dell’amore – di amare il fatto di amare cose della cui esistenza non le
importava affatto. L’amore in sè divenne oggetto del suo amore. Lei
amava se stessa innamorata, amava amare l’amore come l’amore ama amare:
ed era in grado, quindi, di riconciliarsi con un mondo tanto diverso da
quello che avrebbe auspicato. Non era il mondo la grande menzogna
salutare: lo era la sua volontà di renderlo bello e giusto, di vivere
una vita già-avulsa in un mondo già-avulso da quello dove tutti gli
altri sembravano esistere.
...
Se nel mondo non c'è amore faremo un altro mondo
e lo circonderemo di mura massicce e lo arrederemo con interni rossi e
soffici e gli forniremo un battaglio che suoni come un diamante caduto
nel feltro di un gioielliere in modo che non lo sentiamo mai .
Amami perché
l'amore non esiste e io ho provato tutto ciò che esiste .
...
Ti ho comperato dei libri
-
le disse Yankel
Non possiamo permetterceli -
ribatté lei
Non possiamo permetterci neanche di non averli
Qual è la cosa che
possiamo permetterci di meno: averli o non averli
?
A mio parere perdiamo in ogni caso. Meglio perdere con i libri
...
Ogni cosa è illuminata dalla luce del passato
E' sempre lungo il nostro fianco
Dall'interno guarda l'esterno, come dici tu
: alla rovescia
Jonathan in questo modo io sarò sempre lungo
il fianco della tua vita
e tu sarai sempre lungo il fianco della mia
vita
... Cerca di vivere in modo che tu possa
sempre dire la verità ... Questo è amore, pensava lei, sì
o no?
Quando noti l'assenza di qualcuno più di ogni
altra cosa Ancor più di quanto ami la tua
presenza
ogni cosa è
illuminata
Molto forte incredibilmente vicino
- ANCHE
AUDIOLIBRO
https://youtu.be/k3_mTIfWOGA
-
trailer ufficiale
film con Tom Hanks e
Sandra Bullock - premio lattes grinzane cavour 2023
L’unica luce era
la televisione
Oskar è un bambino newyorkese di nove anni che ama viaggiare con la fantasia. Un
piccolo inventore di mondi magici: come il suo progetto di tubazioni collegate
ai cuscini di tutti i letti di New York per raccogliere le lacrime di chi piange
prima di dormire, riversale nel laghetto di Central Park per mostrare ogni
giorno il livello di sofferenza della sua città.
Anche a Oskar capita di piangere sul cuscino: da quando suo padre è morto
nell’attacco alle Torri Gemelle. La sua salvezza è dentro di lui:
l’immaginazione.
Da qui parte Jonathan Safran Foer, già autore di Ogni cosa è illuminata, per
imbastire UN ROMANZo singolare: più che letto, va vissuto. Immergersi in queste
pagine, infatti, è un’esperienza emozionale che capita raramente nel nostro
mondo di carta: è l’esplosione di un autore pirotecnico, dirompente, capace di
commuovere e di far sorridere. Perché tutto ciò che (de)scrive Foer è Molto
forte, incredibilmente vicino: è un catapultarsi in una realtà che, troppo
spesso, abbiamo vissuto da spettatori senza renderci conto che la guerra è ogni
giorno: invisibile, ma altrettanto letale. Dalle ceneri della devastazione Foer
è capace di renderci i fiori del bello, dell’umano, in un rinascimento di carta
che – pagina dopo pagina- ci riconcilia con l’esistenza. Quella più vera, quella
che sprechiamo nell’attesa di un tram o di un desiderio.
Ciò che più conta, però, è che Foer ci dimostra come “l’immaginazione è lo
strumento della compassione”. Un concetto che si respira in tutto IL ROMANZo
e
che si disvela nelle ultime, geniali, pagine del libro.
“La mamma ha capito che stavo tirando su la lampo del sacco a pelo di me stesso,
e io ho capito che non mi voleva bene davvero. Sapevo la verità, e la verità era
che, se avesse potuto scegliere, saremmo andati al mio, di funerale.”
Dover vivere è triste ma è tragico poter vivere una sola vita
NEL 2011 IL ROMANZO DIVENTA FILM - candidato
oscar 2012 - dvd e blu-ray
wuz.it - scarsamentetollerante.wordpress.com
Molto forte incredibilmente vicino
A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul
cellulare: "C'è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto
controllo". E' l'11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo
trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa
per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che
neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca
del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a
dare finalmente risposta all'enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi. E sarà
soprattutto l'incontro col nonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a
riaprirlo alla vita.
bol.it
La speranza di riavvolgere il filo e percorrere
l’esistenza a ritroso fino al giorno più brutto e cambiare il destino
colora le pagine e i dialoghi dei personaggi, legati a chiavi, fogli,
parole non dette. Sarà l’incrociarsi di queste due figure a ridare a
nonno e nipote l’affetto e l’unica chiave che li riapra alla vita. Il
libro narra del crollo delle Torri Gemelle, di un degli eventi che ha
appesantito il mondo, in maniera efficace poiché racconta con semplicità
la vita quotidiana di coloro che restano, un racconto che toglie il
fiato e diventa vero, tangibile più di quanto mille documentari potranno
mai essere.
chiara lombardo - libreriamo.it - 2013
.
DA
Molto forte incredibilmente vicino
.
Ho deciso che avrei cercato i nomi in ordine alfabetico, da Aaron a Zyna; anche
se il metodo più efficace era per zone geografiche. Un'altra cosa che ho deciso
era di essere riservato al massimo sulla missione in casa, e sincero al massimo
fuori, perché era necessario far così. Perciò quando la mamma mi chiedeva: 'Dove
vai, e a che ora torni?' io le rispondevo: 'Fuori, più tardi'. Ma se uno dei Black voleva sapere qualcosa gli dicevo tutto. le altre mie regole erano di non
essere più maschilista e neanche razzista, giovanilista, omofobo, e di non
discriminare i portatori di handicap e i ritardati; e poi che non avrei detto
bugie se non in caso di assoluto bisogno, che mi è capitato un sacco di volte.
Ho preparato un kit con alcune cose che mi sarebbero servite, tipo una torcia
elettrica formato maxi, il burrocacao, un po' di biscotti ai fichi, i sacchetti
di plastica per reperti importanti e cianfrusaglie, il mio telefonino, il
copione di Amleto per imparare a memoria i movimenti sul palco mentre andavo da
un posto all'altro, dato che non dovevo dire neanche una battuta, e una cartina
di New York, pillole allo iodio in caso di bomba
sporca, i miei guanti bianchi
- ovviamente - un paio di cartoni di Juicy Juice, una lente d'ingrandimento, il
dizionario tascabile Larousse e altre cose utili. Ero pronto per cominciare
.
. Ho letto che è stata la carta
a tenere acceso l’incendio nelle torri. Tutti quei quaderni,
le risme di fogli per fotocopie, le stampate delle e-mail, le foto dei
figli, i libri, i dollari nel portafogli, e i documenti negli archivi …
Erano combustibile. Forse se vivessimo in una società
senza carta … papà sarebbe ancora vivo . .
il senso dei
miei pensieri cominciava a fluttuare via da me, come foglie che cadono
da un albero nel fiume, e io ero l'albero e il mondo era il fiume
. .
Se il sole esplodesse, non ce ne accorgeremmo per otto
minuti : il tempo
che impiega la luce ad arrivare fino a noi .
Per otto minuti, il mondo sarebbe
ancora illuminato e sentiremmo ancora caldo .
Era passato un anno dalla morte di mio
padre e sentivo che i miei otto minuti con lui stavano per scadere . .
Qualche volte posso sentire le mie ossa sforzarsi sotto il peso delle
vite che non sto vivendo
.
.
E il cuore mi va in pezzi, certo,
in ogni momento di ogni giorno, in più pezzi di quanti compongano il mio
cuore, non mi ero mai considerato di poche parole, tanto meno taciturno,
anzi non avevo proprio mai pensato a tante cose, ed è cambiato
tutto, la distanza che si è incuneata fra me e la mia felicità non
era il mondo, non erano le bombe e le case in fiamme, ero io, il mio
pensiero, il cancro di non lasciare mai la presa, l'ignoranza è
forse una benedizione, non lo so, ma a pensare si soffre
tanto, e ditemi, a cosa mi è servito pensare, in che
grandioso luogo mi ha condotto il pensiero ? Io penso,
penso, penso, pensando sono uscito dalla felicità un milione di volte, e
mai una volta che vi sia entrato .
.
so di non essere l'unico malato di
questa malattia, sentite i vecchi in strada, alcuni gemono - io, io, io
- ma si aggrappano, alcuni, alla loro ultima parola, dicono - io -
perchè sono disperati, non è un lamento ma una preghiera
.
.
solo qualcuno che non è mai stato
un animale può mettere un cartello che dice di non dare loro da mangiare
.
. Comunque, la cosa affascinante è che su National
Geographic ho letto che ci sono più persone vive oggi di quante ne sono
morte in tutta la storia dell’uomo . Per dire, se tutti
volessero recitare Amleto contemporaneamente, non ci sarebbero
abbastanza teschi .
.
ridemmo, ridemmo insieme e da soli,
a squarciagola e in silenzio, eravamo decisi a ignorare qualunque cosa
andasse ignorata, decisi a costruire un nuovo mondo dal nulla, se nulla
si poteva salvare nel nostro mondo, fu uno dei giorni più belli della
mia vita, un giorno in cui vissi la mia vita e non pensai affatto alla
mia vita .
.
spero che un giorno vivrai
l'esperienza di fare qualcosa che non capisci per qualcuno a cui vuoi
bene .
.
è la tragedia di amare
. non si può amare niente più di quello che ci manca
.
guanda.it
... Seppellirò i miei sentimenti nel profondo di me
.
Che cosa intendi per seppellire i tuoi sentimenti ?
Anche se saranno fortissimi non li lascerò uscire. Se dovrò piangere,
piangerò dentro. Se dovrò sanguinare, mi verranno dei lividi. Se il mio
cuore comincerà a dare i numeri, non ne parlerò con nessuno al mondo.
Tanto non serve. Rovina solamente la vita a tutti .
...
C’erano cose che volevo dirgli ma sapevo che
gli avrebbero fatto male . Così le seppellii e lasciai che
facessero male a me. - Sei
ancora arrabbiata - No .
- Sei sicura ? - Non sono mai
stata arrabbiata con te . - E com'eri
? - Ferita . ...
Da bambina la mia vita era una musica che suonava sempre più forte
. Tutto mi emozionava. Un cane che seguiva uno sconosciuto .
Era una sensazione così intensa . Un calendario aperto sul
mese sbagliato . Avrei potuto piangerci sopra .
E piangevo . Quando finiva il fumo di un camino. Il modo in
cui una bottiglia rovesciata si appoggiava sull'orlo della tavola .
Ho passato la mia vita imparando a sentire di meno . Sento
di meno ogni giorno ... Non ci si può difendere dalla tristezza senza
difendersi dalla felicità .
...
Il tempo passava come una mano che saluta da un treno sul quale avrei
voluto essere .
...
A me piace vedere le persone riunite, forse è sciocco, ma che dire, mi
piace vedere la gente che si corre incontro, mi piacciono i baci e i
pianti, amo l'impazienza, le storie che la bocca non riesce a raccontare
abbastanza in fretta, le orecchie che non sono abbastanza grandi, gli
occhi che non abbracciano tutto il cambiamento, mi piacciono gli
abbracci, la ricomposizione, la fine della mancanza di qualcuno,
mi siedo in disparte con un caffè e scrivo nel diario, controllo gli
orari dei voli anche se ormai li conosco a memoria, osservo e scrivo,
cerco di non ricordare la vita che non volevo perdere ma che ho perduto
e devo ricordare, essere qui mi riempie di gioia il cuore anche se la
gioia non è mia .
***
Tutti andavano o venivano.
La gente in tutto il
mondo si spostava da un luogo all'altro. Nessuno restava .
Ho detto E se restassimo ? Non andare e venire. Non qualcosa o
niente. Non sì o no .
Mi mancavi già quando ero con te
è sempre stato quello il mio problema
Mi manca quello che ho già e mi circondo di cose mancanti
***
Come ogni cosa, se vorrai crederci,
troverai i motivi per farlo
***
qualche volta posso sentire le mie ossa
sforzarsi sotto il peso delle vite che non sto vivendo
***
Books are slow - books are quiet - The Internet
is fast and loud
Foer is teaching creative writing at New York
University . Friends say he is humble innovative caring and shy -
2012
ha affermato che scrittori e intellettuali spesso sono nemici di
se stessi. Perché?
Per lo stesso in motivo per cui si sentirà molto la mancanza di Susan Sontag in
America, la sua capacità di suscitare dialogo, di comprendere e incoraggiare la
letteratura. Chi ci aiuterà a difendere la scrittura e la lettura quando i loro
nemici hanno la voce così alta? In America oggi quando il presidente Bush emana
una legge come il Patriot Act, che limita l’importazione di testi dall’estero, i
lettori e gli scrittori non posso far finta che nulla stia accadendo. Non
prendere posizione significa consentire che questo abuso prosegua. Io penso che
il protezionismo nell’arte sia la cosa più assurda. Che senso ha restare chiusi
nel proprio studio a scrivere ROMANZI , come se tutto quel che di buono è
esistito nel mondo e nella storia della letteratura non ci fosse mai stato?
nuke.ilsottoscritto.it
I don’t care if I’m a novelist I don’t
care if I’m an activist I care about spending my time
in ways that
feel meaningful to me and ways that feel like they’re
a reflection about my concerns
the truth is we're not fucked and we're not going to be fine
fb/jsf - 26.11.2019 |
On produit de la bonne littérature
pendant les vaches maigres
quand il faut résister
affronter quelque chose.
Comme les États-Unis entrent
dans une période de déclin
on peut être sûr que l'art américain
va se bonifier
lefigaro.fr
https://youtu.be/VimCnywwIYk
- interview
https://youtu.be/N1XEQ3jhsSA
- here I am
facebook |
Jonathan è un surrealista naturale. Ha un’esuberanza narrativa
che a volte
diventa farsa
Joyce Carol Oates
Straordinariamente dotato … questo ragazzo ha
qualcosa che avvicina alla leggerezza .
Non perdetelo . Leggetelo
Russell Banks
Jonathan Safran Foer un prodigio letterario di 23 anni
New York Magazine
festivaldelleletterature.it
Il secondo ROMANZo di Jonathan Safran Foer è
quanto di meglio si potesse desiderare: ambizioso,
pirotecnico,
enigmatico e
soprattutto, nel suo ritratto dell'orfano Oskar,
estremamente
commovente.
Ha
ogni diritto di racchiudere in sé la tragedia
dell'11 settembre ...
Un risultato
eccezionale
Salman Rushdie
Uno scrittore straordinario
Fernanda Pivano
Jonathan Safran Foer è l'impassibile bambino prodigio
della letteratura
americana
Repubblica
guanda.it
|
JSF
my test for writing is always, is this fun
or does it feel like a job? Is it moving me? Or am I just fulfilling my
own expectations—or even worse, somebody else’s? I was working on
another story and I just started to feel the drag of it. And so, as a
side project, I got interested in the voice of this kid. I thought maybe
it could be a story; maybe it would be nothing. I found myself spending
more and more time on it and wanting to work on that.
Interview Joshua Wolf Shenk - motherjones.com
*
Scrivere romanzi significa prendersi cura
degli altri. Se io ci tengo veramente a te, se voglio avere una relazione con
te, ti racconto storie. Scrivere e leggere sono azioni etiche. Aiutano a
sopravvivere perfino nella guerra. Primo Levi sopravvive, ad Auschwitz, dal
punto di vista spirituale, grazie a Dante.
cominciamo dall'inizio. perché scriviamo libri e raccontiamo storie?
È come chiedersi perché l'uccello vola. Lo
fa per spostarsi? O perché camminando sulla terra sarebbe stato divorato
da un predatore? Sono due ipotesi legittime. Ma la verità è che gli
uccelli volano perché è nella loro natura. Lo stesso vale per gli umani;
raccontiamo storie perché narrare è nella nostra natura.
dopo auschwitz, la preghiera ha un senso? ha senso parlare a dio?
Penso che dobbiamo parlare a noi stessi,
tra di noi; pensare ad alta voce. La preghiera è fatta di parole. E come
dicevo: le parole sono in grado di cambiare il mondo perché ci
permettono di condividere pensieri e sentimenti.
wlodek goldkorn - repubblica.it -
2014
.
I have never experienced what is often
called writer’s block
– the inability to think of what to write. But I am a chronic sufferer of
Jonathan block – the
inability to value my thoughts. Not questioning their
value in the first place is ideal, but probably only possible before one becomes
a professional writer.
jsf - theguardian.com - 2016
.
il futuro mi riempie di
speranza e timore - come si può non provare entrambi gli
estremi ?
raffaella de santis - intervista -
repubblica.it - 2023
.
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